Illuminati

ne incontro parecchi

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  1. apo
     
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    :lol: :lol: :lol:
     
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  2. grandiantichi
     
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    Le famose "tecniche" non sono divise in iniziatiche e parainiziatiche a seconda della natura delle medesime. Iniziatico o para dipende esclusivamente dall'uso che se ne fa.
    Divertere l'attenzione dal comune connaturato flusso verso le "realtà" profane provoca un accumulo di questa sostanza che è l'immaginazione. E' un secreto.
    E' un processo abbastanza meccanico in definitiva.
    Lasciamo perdere il Mag, l'Azoth, la Kundalini, Il Citta, Il Nagual.
    Basta che uno si procuri un volume di Castaneda o di Gurdjieff, o al limite un manuale di Npl, per scoprire che concentrandosi qualcosa si accumula.
    Basta contare da 1 a 10 avanti e indietro per dieci minuti al giorno. Dopo 1 settimana hai accumulato una certa quantità di sostanza che è niente per la vera ascesi ma è moltissimo per il tuo sistema nervoso di uomo comune.
    Questa sostanza, non avendo dove andare, refluisce in quello che comunemente si chiama inconscio e vivifica larve di ogni genere.
    Ecco che aspirazioni, fantasie, paure prendono corpo ed assumono vividezza e evidenza senza precedenti.
    Niente di più facile per un buddhista fai da te, magari bruttarello e senza una lira, che credersi un mahasiddha.
    Niente di più facile per una povera vittima di aguzzini gurdjeffiani che l'immaginarsi istruttore di astral-yoga e l'importunare le giovani discepole.

    I deliri hanno poi dei riscontri parziali nella fascinazione che il malcapitato esercita sulle persone a lui vicine. Va da sè che in un mondo dove l'intensità eterica è completamente assente chi incautamente gonfia l'aura in cerca di affetto o attenzione attira gruppi di disgraziati in cerca di nutrimento.
    Una volta creato il volume d'affari necessario ecco apparire entità da altre dimensioni che sono ben liete di contribuire all'effetto "siddha" conferendo premonizioni, sincronicità, piccole guarigioni etc.etc. con comprensibilissimo scopo di divorare la notte quello che gli aspiranti nagual raccolgono di giorno.

    L'iniziato invece è bel lieto di convogliare tutto il suo secreto nel mandala del guru e di restare una persona comune.

    Questa vuole essere la mia risposta alla annosa questione in merito a quali pratiche richiedono una iniziazione formale e quali no: Tutte.
    Qualunque tipo di meditazione richiede un maestro in carne ed ossa e un vero sangha che quando racconti di aver "ripulito il canale centrale" ti ride dietro.

    Chi non è iniziato, e parlo seriamente, trae molto più giovamento da una bella passeggiata in montagna o meglio da una bella trombata che non dalla meditazione.



     
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  3. dorje e gabbana
     
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    CITAZIONE
    Qualunque tipo di meditazione richiede un maestro in carne ed ossa e un vero sangha che quando racconti di aver "ripulito il canale centrale" ti ride dietro.

    E possibilmente ti prenda anche a calci nel culo mentre si sbellica dalle risate, per sottolineare il passaggio pedagogico :lol:

    CITAZIONE
    Chi non è iniziato, e parlo seriamente, trae molto più giovamento da una bella passeggiata in montagna o meglio da una bella trombata che non dalla meditazione.

    Ah si! Straquoto! L'ho sempre detto anche io! ;)
     
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  4. Nagarjuna
     
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    CITAZIONE
    Qualunque tipo di meditazione richiede un maestro in carne ed ossa e un vero sangha che quando racconti di aver "ripulito il canale centrale" ti ride dietro.

    io invece proporrei come metodo pedagogico di ripulirglielo davvero il canale centrale... però in questo senso (andate al minuto 2:40) :P :P :P

    Video
     
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  5. apo
     
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    Apprezzo la serietà di Grandiantichi.

    :namastè*:
     
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  6. Nagarjuna
     
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    ovviamente si scherza XD comunque, tornando seri, avrei da ridire su ciò: "Chi non è iniziato, e parlo seriamente, trae molto più giovamento da una bella passeggiata in montagna o meglio da una bella trombata che non dalla meditazione."... non mi si fraintenda, non intendo assolutamente giustificare un buddhismo fai da te... il maestro infatti è un elemento essenziale per quanto riguarda la pratica (anche se non bisogna scadere nel feticismo e nell'idolatria) così come la comunità dei praticanti... tuttavia, se la tua affermazione è valida sicuramente per la pratica del Vajrayana, non è certamente valida per altre scuole buddhiste... detto in tutta sincerità, non credo ci sia bisogno di chissà quale iniziazione per sedersi con la schiena diritta e osservare il proprio respiro... poi magari mi sbaglio (e nel caso gradirei molto essere corretto)
     
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  7. apo
     
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    CITAZIONE
    detto in tutta sincerità, non credo ci sia bisogno di chissà quale iniziazione per sedersi con la schiena diritta e osservare il proprio respiro...

    Capisco la tua posizione di primo acchito, però non bisogna sottovalutare i possibili effetti che la meditazione può avere su taluni soggetti. Una pratica costante porta in superficie anche aspetti spiacevoli di noi stessi e della realtà in generale; non tutti sono in grado di integrare ciò nella propria esistenza quotidiana.
     
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  8. Nagarjuna
     
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    CITAZIONE
    Capisco la tua posizione di primo acchito, però non bisogna sottovalutare i possibili effetti che la meditazione può avere su taluni soggetti. Una pratica costante porta in superficie anche aspetti spiacevoli di noi stessi e della realtà in generale; non tutti sono in grado di integrare ciò nella propria esistenza quotidiana.

    In questo caso un maestro potrebbe dare istruzioni sul da farsi e sul non-da farsi.
    Comunque credo che gli unici soggetti che non possono praticare la meditazione siano quelle persone che soffrono di allucinazioni e/o che hanno una mente assolutamente incontrollata (si parla di casi psichiatrici, gente da sedativi tanto per farti capire)... tutti infatti siamo portati all'instabilità (e questo il buddhismo lo sa bene), abbiamo le nostre paure, le nostre manie, le nostre ossessioni ecc... la meditazione buddhista a mio parere (e non solo mio, ma anche del Dalai Lama e di moltissimi altri maestri del Dharma) può essere davvero utile da questo punto di vista.
    Ovviamente non bisogna confondere il percorso spirituale con la psicoterapia, ma il primo comprende anche la seconda... ovviamente, per quanto concerne la pratica dell tantrismo vajrayana, il mio discorso perde ogni senso (ma in ogni caso non sono certamente un fan di tale scuola)... praticare il vajrayana con una mente tendente all'instabilità (e soprattutto in maniera fai da te) è un vero e proprio suicidio e i casi citati in questo topic lo confermano...
     
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  9. dorje e gabbana
     
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    Perchè per i 4 jana del teravada il discorso dovrebbe essere diverso dal vajrajana?

    Purtroppo i 4 jana, i casina ed il corpo fatto di mente sono tecniche che appartengono ad un sentiero dove non ci si puo' accostare con una mente instabile esattamente, come tu dici che non si possa fare con il vajrayana.

    A menochè si voglia banalizzare le tecniche del buddismo antico riducendolo alla semplice mente che respira, sul quale mi sono in passato espresso in termini forse molto coloriti, ma esaustivi. In tal caso saremmo in piena new age - anche se i nomi sono altisonanti e oggi molto letti, e quindi andrebbe alla fine bene tutto.

    Ma per far questo non serve scomodare il buddismo Theravada o tantrico

    Basta andare nella palestra sotto casa e fare un po' di hatayoga fatto bene per ritrovare un po' di serenità e liberarsi dallo stress
     
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    CITAZIONE (grandiantichi @ 15/11/2011, 08:28) 
    Chi non è iniziato, e parlo seriamente, trae molto più giovamento da una bella passeggiata in montagna o meglio da una bella trombata che non dalla meditazione.

    Stra-quoto!
    una domanda: ti risulta che la maggior-parte di queste persone perdano la capacita' di auto-ironia?

    CITAZIONE (Nagarjuna @ 20/11/2011, 23:25) 
    [...] praticare il vajrayana con una mente tendente all'instabilità (e soprattutto in maniera fai da te) è un vero e proprio suicidio e i casi citati in questo topic lo confermano...

    Questi episodi si presentano anche durante i ritiri di meditazione intensiva e nei monasteri di tradizione theravada.
    Riporto un episodio descritto da Ajahn Amaro nel suo libro "Piccola barca, grande montagna":

    Alle due del mattino circa, dei rumori cominciarono a penetrare nella mia coscienza: tump, tump, e poi boati, porte che si aprivano e si chiudevano, passi pesanti per il corridoio. Pensai: "Scarpe nel corridoio? Chi è che cammina con le scarpe nell'atrio?". [...]
    Sebbene facessi del mio meglio per ignorare il rumore, notai a un certo punto una presenza davanti a me. Aprii gli occhi.
    Uno dei monaci era chino verso di me e diceva: "Puoi venire fuori un momento?".
    [...] Uscii dalla stanza e trovai la polizia nell'atrio. "Polizia? Che sta succedendo qui?".
    Risultò che uno dei novizi, un giovanotto piuttosto stravagante di nome Robert, si era ficcato in qualche pasticcio.
    Tutta la meditazione durante il ritiro invernale, associata al fatto che non si fosse mai praticato quel tipo di concentrazione, poteva mandare in tilt diverse persone.
    Non solo il giovane Robert aveva oltrepassato i limiti, ma era anche andato molto lontano. Inoltre, aveva svuotato la cassetta per le piccole spese prima di andarsene. Al pub locale Robert aveva offerto da bere e aveva tenuto un discorso a tutti i presenti.
    Dato che si trovava in uno stato di mente lievemente alterato, ma molto lucido, si accorse di essere in grado di poter leggere nella mente delle persone.
    Fissava le persone nel pub dritto negli occhi e diceva: "Tu fai questo e pensi quest'altro; lo so io cosa stai preparando". E le persone andavano nei matti.
    Non vi scordate che siamo in Inghilterra, e gli abitanti di un villaggio inglese non sono certo abituati a vedere arrivare un giovanotto con la testa rasata e vestito di bianco che si intrufola nell'intimità del pub locale, fa regali a tutti e svela i loro segreti più intimi. In realtà gli inglesi non sono inclini a rivelare i loro segreti più intimi nemmeno nei momenti migliori.
    Che ci fosse poi qualcuno che si comportasse in maniera così bizzarra e divulgasse i loro pensieri era decisamente inaccettabile. Così chiamarono la polizia. I poliziotti, con buon senso e con compassione altrettanto tipicamente inglesi, si resero conto che il tipo non era perfettamente in sé, e lo ricondussero al monastero.
    Però a quel punto Robert era davvero fuori di sé. Cominciò a delirare e a parlare con veemenza, dicendo che voleva uccidersi.
    Il monaco in piedi accanto a me disse: "Robert è in un bel pasticcio. È estremamente alterato e si vuole buttare nel lago. Puoi andare ad aiutarlo? Sei il solo che possa farlo".

    un saluto

    Edited by leddar9947 - 28/11/2011, 08:06
     
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  11. Aquilapicco
     
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    CITAZIONE
    Questi episodi si presentano anche durante i ritiri di meditazione intensiva e nei monasteri di tradizione theravada.
    Riporto un episodio descritto da Ajahn Amaro nel suo libro "Piccola barca, grande montagna":

    Grazie, questo libro lo cerco. :)
     
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    CITAZIONE (Aquilapicco @ 28/11/2011, 08:27) 
    Grazie, questo libro lo cerco. :)

    in formato epub e mobi: www.forestsanghapublications.org/viewBook.php?id=38&ref=deb
    in formato pdf: http://abhayagiri.ehclients.com/pdf/books/piccola_barca.pdf

    Ciao
     
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  13. Aquilapicco
     
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    Grazie di cuore.
     
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  14. ohromissam
     
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    Ne approfitto anch'io!
     
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  15. Frer8
     
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    illuminazione sarebbe percio trascendenza totale dai propri attacamenti psicofisici e liberazione percio felicita eterna nel ritorno alle origini dell essenza . Vantarsi dell essere illuminato e percio un controsenso non dovrebbero esistere piu livelli di consapevoezza ma solo un unica essenza. Sto sbagliando?
     
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49 replies since 27/5/2011, 22:24   1414 views
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