Buddhismo Italia Forum

Posts written by arkeo2001

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    Mi aggiungo al benvenuto per ribadire quello che ho detto in tag. Probabilmente riceverai qualche messaggio privato in cui ti si consigliano pratiche strane (perché sì, fuori contesto sono assurdità), o peggio assunzione di sostanze. In passato sul forum c'era un gruppo di gente non proprio perbene in cerca di vittime. A queste persone non interessa tanto il denaro ma avere una specie di autorità morale su qualcuno. Sono persone pericolose, posso solo consigliarti molta cautela. Sono ancora tra noi :)

    Riguardo il D.O.C. ci ho avuto a che fare di sponda e a quanto ne so è trattabile con buon successo, non ricordo se con la terapia cognitivo-comportamentale che tra le varie diramazioni della psicologia è quella di gran lunga più vicina al Buddhismo. Ma ricordo chiaramente che è trattabile, a differenza per esempio del narcisismo che resiste a qualsiasi cosa.

    Certo, a tutti fa piacere avere nuove persone "a bordo" e se si dovesse sviluppare in te l'interesse per il Buddhismo forse troverai qualcosa di buono (qui e anche altrove in rete). Però uno dei pilastri portanti del Buddhismo è che è qualsiasi azione di proselitismo anche indiretta è considerata una pessima azione. Solo se si domanda qualcosa il Buddhismo incoraggia a rispondere, ma solo se si chiede; con questo "caveat" intendevo riallacciarmi alla raccomandazione in apertura.

    Benvenuto anche da parte mia e spero che tu possa risolvere i tuoi problemi.
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    CITAZIONE (Rinchen Dorje @ 25/2/2021, 18:52) 
    CITAZIONE (Ruhan @ 25/2/2021, 18:01) 
    La stima è ricambiata, vecchio mio :)

    e pensare che tutto è nato da una rissa :)

    Ho sempre saputo che vi sareste capiti :)
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    CITAZIONE (Eugen Sandow @ 25/2/2021, 14:52) 
    CITAZIONE (Ruhan @ 25/2/2021, 13:58) 
    Benvenuto!
    Chiedi un aiuto professionale il prima possibile.

    Sono messo così male?

    Per quel che posso vedere da quello che scrivi non sembri affatto messo male né altro, ma Ruhan ha centrato i termini della questione come meglio non si sarebbe potuto. Intendo dire, oggi esiste la tendenza a vedere la spiritualità come un sostituto di qualcosa, non come la ricerca di un senso più profondo al fatto che esistiamo. Ora, il 95% delle persone cominciano proprio così, però se non ti percepisci "centrato" questa ricerca nemmeno può iniziare o se inizia potrebbero esserci ostacoli al proprio cambiamento e si potrebbe restare al chiodo.

    Un'occhiata da un professionista potrebbe essere una buona idea. Per esempio possono esserci normalissime cause organiche che ti provocano questi disturbi e un medico può prescrivere la terapia. A un certo punto della mia vita anche io mi son fatto dare un'occhiata per lo stesso motivo, e ora sono più sereno.
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    Benvenuto per quel che mi riguarda (nel senso che non sono il padrone di casa), apprezzo molto i nick normali con i piedi per terra. ES era un personaggio interessante, peraltro :D
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    CITAZIONE (Sun Yun 2.0 @ 24/2/2021, 08:53) 
    CITAZIONE (arkeo2001 @ 23/2/2021, 22:36) 
    Grazie mille, l'ho trovato "in originale" tra le mie e-scartoffie; non solo "originale" nel senso della versione inglese, ma è il dattiloscritto originale della sua tesi di dottorato e poi scansionato!

    Ne ho anche io libri cosi, di solito vuol dire che conosci qualche studioso che conosce l'autore.
    Non è che me la manderesti? :lol:
    Se ti interessa uno scambio :lol:

    Eccolo qua :) So che per un certo genere che per ora non è il mio sarai sicuramente una miniera e nel caso approfitterò.

    https://drive.google.com/file/d/1kAoJPT0-Z...iew?usp=sharing
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    CITAZIONE (Rinchen Dorje @ 23/2/2021, 18:51) 
    Arkeo se vuoi ti giro il libro citato da Eizo

    Grazie mille, l'ho trovato "in originale" tra le mie e-scartoffie; non solo "originale" nel senso della versione inglese, ma è il dattiloscritto originale della sua tesi di dottorato e poi scansionato!
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    CITAZIONE (eizo @ 23/2/2021, 17:10) 
    CITAZIONE
    A mia conoscenza la sola tradizione che è sempre stata totalmente immune da queste interrelazioni con le questioni politiche è solo lo Zen giapponese, che non per caso non subì quasi nessuna persecuzione o ebbe o provocò grane

    www.libreriasensibiliallefoglie.co...la-guerra-.html

    nessun buddhista è senza macchia... :rolleyes:
    ciao caro :)

    PORK che abbaglio gigante che ho preso! Ricordavo chiarissimamente impressa una frase quasi identica a quella che ho usato, adesso però devo ricordare in che libro e capire come abbia fatto a dimenticare gli altri. Difatti nel frattempo ho controllato in 3-4 libri e sì, anche i monaci Zen si sono dati da fare a menare le mani :D Non possiamo sfuggire alla nostra natura (se pur limitata a pianeta e tempo storico) sulla scala di grandi numeri.
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    Ci sta per la loro tradizione... Nel sud est asiatico spesso i monaci sono intervenuti nelle questioni secolari, e non ho dimenticato il Tibet e gran parte di Cina e Giappone. A mia conoscenza la sola tradizione che è sempre stata totalmente immune da queste interrelazioni con le questioni politiche è solo lo Zen giapponese, che non per caso non subì quasi nessuna persecuzione o ebbe o provocò grane.

    Il problema secondo me è diverso e so che forse si scatena il casino dato che tocca la questione israeliana. Un buddhista dovrebbe avere come faro l'interdipendenza dei fenomeni e quindi la considerazione di tutte le variabili sul tappeto. Israele ha i suoi difetti e problemi come li hanno tutti i paesi, ma se sparisse o venisse annientato il baricentro dell'Islam ci si sposta più o meno dalle parti di Corinto. Non intendo dire che Corinto diventerà islamica, dico solo che se si potesse fare un bilancio tra bene e male di una presenza islamica più incisiva nel Mediterraneo tutto andrebbe "come se" il centro di irradiazione fosse dalle parti della Grecia. In un ipotetico contesto di questo genere penso si potrebbe tranquillamente sospettare che le uniche realtà spirituali a soffrirne sarebbero proprio quelle indiane. Il Cattolicesimo non lo toccherebbero più di tanto perché sono consapevoli che si scatenerebbe il finimondo ma tutto il resto della dimensione quotidiana della spiritualità, a lunga scadenza ne verrebbe molto limitato. Chiaramente non sarà l'irresponsabile di turno a spostare questi equilibri ma ciascuno di noi ha una sfera di azione nella dimensione concreta e andrebbe usata con responsabilità. Per me, quello che sta dicendo è un granello di polvere da sparo nella testata esplosiva (metafora, s'intende): un granello non cambia il risultato globale ma se se ne tolgono tanti la bomba diventa concretamente meno dannosa.

    Bisogna anche ricordare che potrebbe accadere il contrario: magari il mondo buddhista prende piede, impazziscono tutti e ne soffrirebbero gli islamici che vivono dalle nostre parti (chiaro, estremizzo, conosciamo bene la storia e il carattere delle varie religioni), cosa ugualmente altrettanto ingiusta. Al di là dei paradossi, quello che voglio dire è che non ci si può improvvisare esperti di geopolitica perché non si è in grado di valutare tutte le conseguenze del proprio operato. Per questo nella sua dichiarazione di impegno non ravviso la pretesa compatibilità tra Buddhismo e politica. E' vero che ci sono stati problemi nell'istituto citato, e lo so bene, ma le guide principali degli anni passati non hanno nemmeno mai voluto mettere bocca in nessuno degli aspetti "operativi". Sono stati invitati persino maestri che secondo me non meritavano, gli errori sono umani, e sono sicuro lo sapessero anche loro che gli invitati non avevano proprio del tutto vissuto quello che predicavano, ma non si sono mai permessi di dire tizio sì caio no. Figuriamoci la politica. E infine, in questo contesto, la distinzione tra monaco e maestro è labile, perché parliamo di una base comune di approccio ai rapporti tra la sfera politica e quella religiosa. Poi certo, se un qualsiasi monaco non qualificato per una certa attività spirituale si mette a compierla lo stesso allora sì, si inizia a parlare anche di questo ma che comunque resta una cosa diversa.

    Ovviamente queste riflessioni, essendo un po' più soggettive di quanto io ritenga adeguato per interventi su forum come questo, sono più opinabili del solito e comprendo benissimo che ci possano essere punti di vista anche molto diversi.

    Edited by arkeo2001 - 23/2/2021, 22:35
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    Se diventare monaci vuol dire perdere completamente la bussola e fare discorsi politici di questa (bassa) qualità spero davvero che esista una via laica all'illuminazione. Una volta di più mi viene in mente Drom.Ton.Pa che è il mio ideale quasi più di Ananda. Va be' che conduceva praticamente a tutti gli effetti la vita di un monaco ma almeno è un tenue controesempio del fatto che si può accedere a conquiste spirituali senza per forza dover avere una veste addosso.

    I maestri, quelli seri, si mantengono sempre sulle generali, mai sentiti alludere o peggio chiamare in causa direttamente un paese specifico e quello che fa. Che può essere censurabile ci mancherebbe, ma credo esistano problemi ben più gravi di una vaccinazione più o meno coatta. Il messaggio che passa è all'incirca: "sì, milioni di animali vengono uccisi ogni giorno spesso in modi atroci, ci sono guerre e carestie in 2/3 del mondo, negli stati di esistenza inferiori ci sono infiniti più esseri che sulla Terra e stanno malissimo, con colate di piombo fuso in testa e immersi in metallo fuso, (*) ma quando è troppo è troppo: non posso tacere davanti allo scenario di fare pressione su qualcuno affinché si vaccini e si renda identificabile se rifiuta [il minimo sindacale per non far collassare un paese grande quanto il Piemonte, nota mia]". Pessimo.

    (*) prospettiva che in quanto monaco buddhista dovrebbe almeno considerare seriamente, anche se potrebbe essere una semplice metafora.
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    CITAZIONE (Cane Randagio @ 17/2/2021, 09:46) 
    Io a 14 anni feci felice mia Madre che voleva mandarmi allo Scientifico mentre io volevo intraprendere una carriera da programmatore e iniziare subito a studiare informatica all' ITIS con indirizzo informatico, b'è mi hanno bocciato 2 volte e poi ho deciso di arruolarmi come volontario nell' esercito. Fatto sta che nel corso degli anni ho cambiato diverse professioni e oggi mi ritrovo a studiare informatica per realizzare il mio sogno da ragazzo ma...

    Che ironia: saper programmare è stata concausa non secondaria della distruzione della mia vita professionale e mi mordo le mani per non essere nato con la tenuta fisica e mentale per la ferma breve, mi avrebbe fatto piacere in qualche corpo che avesse a che fare con la subacquea. Insomma, una vita (quasi) al contrario della tua. Credo che i miei limiti fisici siano la cosa che mi pesa di più, devo essere stato parecchio stronzo nelle vite passate :D
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    CITAZIONE (Rinchen Dorje @ 15/2/2021, 14:06) 
    Se il cuculo non canta, uccidilo
    Se il cuculo non canta, convincilo
    Se il cuculo non canta, aspetta.


    (tratta dal Kasshi Yawa)

    ciao ragazzi :)

    Sai, vero, del riferimento a Tokugawa Ieyasu...
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    CITAZIONE (**Destiny** @ 14/2/2021, 19:21) 
    Questa è una impressione che può fare dal di fuori, ma in realtà i suoi riti sono molto più comprensibili (e molto più flessibili) di quelli tibetani. Io ad esempio ho imparato facilmente a gestire i riti religiosi di un tempio induista, ma non credo che avrei avuto la stessa facilità ad imparare il complesso rituale di una tradizione tibetana.

    Secondo me ci saresti riuscito a prescindere da tutto e dalla tradizione, sei un sacerdote nato :) Sull'altra cosa, avevo tratto l'impressione della "base etnica" leggendo forse Filippani o boh, cercherò di ripescare il libro e vedere se c'è qualche interessante spunto di discussione.
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    Più che altro è un punto di vista molto specifico da un'angolazione ristretta. Non credo sia in questione il rapporto coi rimpoche è sufficiente un "semplice" gheshe o anche un venerabile ghelong con un po' di carisma per innescare il minestrone. Del resto lo vedi sul gruppo di cui entrambi facciamo parte, tanto miele, tanti ommaniqua e là, foto di Buddha con immancabile lumino e loto... Non mi sento un duro e puro, è un tipo di mentalità che mi è estranea però come dicevo sopra, vedo tutto questo solo una sostituzione della figura paterna/psicologo sull'onda di una moda. Quelli che hanno tanto bisogno di sentirsi dire queste melense cose hanno finalmente trovato nel Buddhismo tibetano un terreno fertilissimo. Il Theravada e lo Zen sono lontanissimi da questo modo di sentire, e l'amidismo gli è "ortogonale", ovvero non si incrocia quasi per niente. Solo il BT favorisce queste stranezze, c'è poco da fare.

    Un altro dei motivi è che secondo me siamo in una fase pionieristica in cui i maestri per fortuna per l'integrità del messaggio insegnano come farebbero in un monastero a dei monaci, con i dovuti adattamenti che conoscono già bene (perché è sempre esistito un BT laico) ma sempre lì siamo. Mi spiace che difficilmente vedremo il quinto (o quarto a seconda della prospettiva storica) concilio, penso che se ne parlerà almeno tra un secolo. Sarebbe interessante vedere cosa sarà il Dharma quando si sarà ben integrato nella civiltà europea. Ci sarà mai un Dharma accettabile e concreto espresso in termini che si possano capire? Sicuramente sì, ma non si sa quando il processo potrà dirsi almeno consolidato.

    Ho sempre (mea culpa) guardato con un po' di spocchia il Buddhismo cinese dimenticando che hanno avuto due ondate di traduzioni. Nella prima riuscivano a tradurre "vacuità" solo con immagini mentali che evocano specchi e altro di adatto alla loro mentalità. Ebbene, ho capito da poco che noi siamo nella stessa situazione quindi ho mentalmente abbassato le penne. Non c'è ancora tutto il vocabolario tecnico; quello che c'è è in inglese e come ben sai ho grosse difficoltà nella resa dei termini in italiano :D Dico tutto ciò perché credo che il linguaggio sia la spia infallibile di quello che accade in eventi "osmotici" di questo genere.

    Ma va be', credo tu sappia che ti apprezzo anche per il tuo saper tenere i piedi per terra.
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    Penso anche io che sarebbe ora di rivedere qualcosa; se faccio un'orgia consenziente con cose che anche Rocco considererebbe da educande/i rinasco in una favela senza fogne per cinquecento vite, però se inquino un fiume ammazzando pesci e altre forme di vita rientro solo indirettamente nell'elenco delle azioni negative; azioni contro l'ambiente non sono minimamente normate di striscio nell'elenco delle dieci azioni negative. Chiaro: come farebbe un buon giurista, si potrebbero trovare le fattispecie in due terzi dell'elenco ma di fatto serve un'ermeneutica per arrivare a sapere quello che dice il Buddhismo Tibetano sul problema ambientale. E questo, per mio vissuto (poco sesso, ma pork... e ambiente piuttosto degradato dove vivo) è solo il primo dei punti che mi vengono in mente e che rappresenta una delle istanze di un mondo ormai diverso a cui il Buddhismo tradizionale non dà risposta.

    Però avendo vissuto dall'interno situazioni simili (nel senso che quando si è in fila per parlare col lama si sentono i discorsi dei vicini) questi meccanismi perversi non sono niente di nuovo: invece di andare dallo psicanalista si va dal lama. Ho sentito con le mie orecchie chiedere consigli per il colore della tappezzeria. Oppure basta sentire "tizio, il mio maestro", questo continuo ostentare che si ha un maestro (ecco, Milarepa poteva avere un maestro non noi...), non è uno psicodramma con tanto di transfert? I maestri fanno quello che possono; lo dicono chiaro che gli si devono chiedere solo cose afferenti alla pratica ma la gente insiste. Anche io ho chiesto per cose mondane anche se a mia discolpa è successo tre volte in tutta la vita e due di esse sono state la scelta di un chirurgo e solo perché le qualifiche erano 50%-50%.

    Non credo che tutto questo sia dovuto solo al fatto che c'è una gerarchia; secondo me è dovuto all'impostazione globale del BT,dei mezzi abili, del valore della pazienza che per primo un maestro deve mostrare di esempio. Apprezzo lo zen perché ammesso che qualcuno chiedesse per il colore della tappezzeria a un maestro Zen, costui la/lo caccerebbe a pedate. Sarà un caso che quelli con la mente più stabile e centrata sono in media quasi sempre i praticanti Zen? Sono stati selezionati o hanno scelto lo Zen per affinità?

    Poi c'è un altro problema simile (ma solo nella sostanza) a quello del cristianesimo primitivo e la scorciatura del pisello ai gentili :D L'induismo ha un apparato rituale che non è facile implementare per un occidentale, e inoltre ha una forte connotazione etnica. Non ho la base culturale per esaminare a fondo questi due problemi ma credo che un sociologo in gamba avrebbe molte cose interessanti da dire. Le religioni veramente universalistiche sono credo quattro o cinque, forse sei.

    Edited by arkeo2001 - 14/2/2021, 12:28
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    CITAZIONE (Bibuuu @ 14/2/2021, 10:26) 
    Sono felicissimo di vedere come una semplice domanda abbia trascinato una bella e feconda conversazione. Ora per tornare al discorso dei citta che non capisco vorrei provare a esporre il quesito con un esempio banalissimo.
    Sobo sdraiato a letto a guardare un film al computer: mentre sono sdraiato sento (quindi ho esperienza reale, quindi sto sperimentando un citta) la durezza/morbidezza del materasso, vedo la successione di immagini nello schermo e sento il suono che esce dalle casse del pc, tutto contemporaneamente e sotenuto nel tempo. Quindi il citta del vedere, quello dell'udire e quello della sensazione corporea sono "stimolati" contemporaneamente e per un periodo prolungato. Cosa non sto capendo? Ovviamente deve esserci un altra maniera di vedere la situazione banale che ho proposto. Grazie ancora.

    Non è un argomento facile perché si tratta di esperienze meditative di cui non ho esperienza (tutte, non solo quelle che chiamerò in causa), quindi ci provo solamente, partendo dalla fine, contrariamente alle mie abitudini. E come vedrai non so trattare in modo organico la domanda, posso solo mettere un po' di carne al fuoco perché se "percepisco" mentre leggo qualcosa su cognitori e fattori mentali che le cose sembrano davvero come descritte, poi non lo so esprimere. Chiunque con un po' di confidenza con l'elenco dei fattori mentali "sente" che mal che vada appaiono molto credibili.

    E' vero che i sensi sono normalmente attivati da più di una sollecitazione per volta, ma anche se non ce ne accorgiamo, possiamo dirigere l'attenzione solo su un oggetto per volta. E' un tratto distintivo della coscienza di un essere ordinario rispetto a un buddha. Per esempio anche alla nona bhumi del Mahayana un meditatore -bodhisattva-quasi-buddha deve fare uno "switch" volontario per passare dalla visione ordinaria alla visione diretta della vacuità. Se vede il mondo nella seconda modalità continua a percepire gli oggetti dei sensi e ne trova la loro vacuità (non che gli spariscano dalla coscienza, solo che così dicono i testi e sono cose di cui non abbiamo esperienza) ma non percepisce come noi. Se vuole tornare alla visione ordinaria, esattamente come è la nostra, deve "volerlo". Alcuni stadi prima di questo si dice che un meditatore anche nelle prime bhumi è capace di rivivere tutti gli insegnamenti dei sutra nel tempo che ci vuole tra mettere il primo piede nella staffa della sella e posizionare l'altro (si vede che 'ste cose arrivano da un popolo montanaro no?). Tutto questo lungo minestrone per dire che anche in stadi così avanzati l'attenzione è sempre su un oggetto alla volta, figuriamoci per esseri ordinari come noi. A noi sembra diverso perché molto ma molto rapidamente la nostra attenzione largamente incosciente passa da un oggetto, un senso, un pensiero all'altro. E credo che con la tua domanda si potrebbe quasi finire qui. Il livello meditativo in cui si riesce a notare che in realtà abbiamo rapidissimi cambi di attenzione è considerato abbastanza avanzato ma raggiungibile (e non credo nell'Italia di oggi... ma questa è una mia opinione).

    I primi livelli dei cognitori mentali, se descritti secondo la nostra tassonomia credo sarebbero in parte fisici, in parte mentali, mentre nell'Abidharma, pur non essendo detto esplicitamente, mi pare siano considerati livelli fisici. Quindi gli input funzionano indipendentemente, e c'è il flusso concomitante delle sei coscienze. Interessante che la nostra scienza ha sollevato qualche velo della stranezza che avvolge tutto questo; per esempio nell'abidharma è descritto il potere del senso dell'occhio (orecchio, etc.) come qualcosa di attivo che "conosce" l'oggetto ben prima che entri in causa l'attività dei quattro skandha superiori; ebbene si è trovato che anche prima dell'ingresso nel cervello, l'occhio può discriminare le classi di forme (quadrato, tondo, etc.), beh, chiusa parentesi...

    Se ricordo bene tutti i fattori mentali sono compresi nel quarto skandha, che è poi quello più vicino al concetto di "persona". Del primo abbiamo detto qualcosa. Suppongo ma non sono sicuro che anche sensazione (II sk.) e percezione (III sk.) possano funzionare in parallelo: sono sicurissimo che se ci puntassero un lanciafiamme da sinistra e accendessero un motore da jet alla nostra destra (che io sappia il rumore più intenso che si riesca a produrre) scapperemmo solo avanti o indietro, non a sinistra o a destra :D Dei fattori mentali (IV sk.) ho detto ieri sera sotto i fumi dell'alcool: è ovvio che una volta che si è stabilito l'"engagement" mentale si possano attivare più fattori mentali dello stesso gruppo, quello buono quello cattivo, e arruolare temporaneamente qualcuno dei fattori variabili. Anche qui, un meditatore avanzato riesce a vedere tutto il flusso del lavorio mentale e riconosce cosa sta succedendo in ogni istante.

    Il punto di tutto questo è che l'intero lavoro della meditazione del Theravada consiste proprio nel diventare coscienti di tutto il processo; grazie che a te sembra tutto contemporaneo! In realtà è un rapidissimo cambio di attenzione mentale verso l'uno o l'altro oggetto. Se ricordo bene la fisiologia ha determinato come tempo caratteristico delle reazioni nervose circa un centesimo di secondo ma se consideriamo che questo è il livello superficiale e per ogni "clock" del SNC che possiamo misurare chi sa cosa succede al di sotto, e si dice che un meditatore esperto "vede" il flusso dei dharma (i costituenti di tutto questo ciborio) capisci che sono stadi così avanzati che non ha molto senso tentare di far altro che lavorare per arrivarci.

    Visto che sei agli inizi penso sia necessaria una parola di criterio pratico: tutta questa roba serve a uno scopo principale, ovvero diventare così consapevoli di quello che sta facendo la mente da poter bloccare un'azione negativa prima che si formi nell'anticamera del cervello (come diremmo noi) e quindi non produrre karma negativo che a sua volta porterebbe a rinascere. Naturalmente un praticante zen interpreterà questa impalcatura concettuale in termini diversi, e ancora diversa sarà la "lettura" degli adepti di altre scuole. Però questa è più o meno la base comune. Se non si crede al karma è comunque ovvio che il controllo della mente è importante in tutte le scuole buddhiste.

    Edited by arkeo2001 - 14/2/2021, 12:29
543 replies since 2/10/2010
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