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Laviadellaspada.
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Scrivo un post sulla disciplina. Lo metto come nuova discussione, anche se è una continuazione di un precedente intervento (“disciplina ed etica”).
In verità non credo esista uno specifico significato attribuito alla parola disciplina nel buddhismo tibetano. Semplicemente, nel buddhismo tibetano si deve applicare la disciplina, il cui significato prescinde dal contesto nel quale viene applicata (in questo caso il vajrayana).
Cose molto interessanti sulla disciplina le dice Ichiro Yano, un anziano maestro di kendo:
“Comunque, quando noi, nella società moderna, riflettiamo, come singoli esseri umani, sul metodo migliore di allenarci, tenendo presenti le caratteristiche essenziali degli esseri umani, la risposta più valida è “allenarsi ogni giorno”. In altre parole dobbiamo tener presente che noi esseri umani dobbiamo allenarci ogni giorno per tutta la vita, in quanto creature che per destino hanno bisogno di tenersi in costate esercizio. Se perseveriamo nei nostri sforzi, ne seguirà un sicuro sviluppo cui terrà dietro un naturale progresso. Ma, non appena trascuriamo i nostri impegni, ha inizio il regresso e il decadimento e lo sfacelo aumenterà fino alla completa autodistruzione. Un essere umano è una creatura che senza sforzo non può prosperare come essere umano. E’ la più intrinseca delle qualità umane che sia dato di osservare. (..) Si può dire che nel corpo del bambino neonato sono immagazzinati innumerevoli germi del “talento” e che se uno di questi germi è preso e coltivato può svilupparsi al di là della nostra conoscenza. Ma per enucleare e coltivare quei “germi” sono necessari sforzi ed allenamento costante. (..) E’ mia opinione che nella vita la più fondamentale esigenza sia quella di portare impressa nella mente la definizione: “l’uomo è una creatura che ha bisogno di essere allenata”. Quando per spiegare questa esigenza si usano termini come allenamento, privazioni, pazienza, i più li collegano a qualcosa di penoso o spiacevole. In ogni caso anche il così detto dolore contiene una certa inesprimibile gioia.”
Quindi, nessun risultato si può ottenere senza allenamento costante e disciplina. Ciò quantomeno per gli esseri umani (come giustamente dice Ichiro Yano) i quali, “costituzionalmente”, “intrinsecamente”, non possono prescindere da tale necessità.
Anche per il Dharma è così.
Shamarpa Rinpoche non si stanca mai di ripeterlo. Kalu Rinpoche diceva che praticare è come lavare un calzino: i metodi sono il sapone, ma poi, perché il calzino divenga pulito, bisogna, con il sapone, strofinare, strofinare, strofinare (vi sono praticanti che hanno portato a termine l’intero ngondro due, tre, quattro volte.. Sakyamuni significa “asceta dei Sakya”, e “ascesi” dal greco “askesis” significa niente meno che “esercizio, allenamento”. Meditazione in tibetano si dice “sgompa”, che significa “abituarsi, rendere naturale”, cosa che solo l’allenamento e la disciplina necessaria all’allenamento rendono possibile. Per ultimo insegnamento a uno dei suoi principali discepoli (non ricordo se Gampopa o Rechungpa) Milarepa si voltò e sollevò la veste mostrando il posteriore segnato dai lunghi anni trascorsi seduto in meditazione e dicendo che il suo ultimo e fondamentale insegnamento era quello di praticare, praticare e praticare ancora..
Chi sostiene che l’allenamento e la disciplina non sono necessari, ha una visione romantica e rivela spesso anche presunzione. Il romanticismo trascura la realtà, e la presunzione è un portato nefasto dell’egocentrismo.. Entrambe queste cose sono lontane dal Dharma.
Andrea. -
Fulgur.
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Tutti i maestri affermano che la disciplina e l'assiduità nella pratica sono i requisiti fondamentali per il progresso spirituale. Il Dalai Lama ha risposto a quanti affermano che i nostri tempi sono troppo corrotti perchè la pratica possa avere efficacia che praticando con l'intensità che ha caratterizzato i grandi praticanti come Milarepa è possibile anche nell'epoca contemporanea raggiungere il Risveglio. . -
Vajrapani.
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Penso davvero che il punto centrale stia lì. Per l'uomo contemporaneo è inutile nasconderci che è difficile fare della pratica spirituale il cardine della propria vita. Su questo punto si accampano sempre le scuse più inverosimili... -
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la disciplina e´ una delle 6 paramita quindi parte fondamentale da sviluppare in equilibrio rispetto alle altre, forse il termine "disciplina" non e´ corretto. Nella wiki si usano altri termini oltre a "disciplina". . -
giovannimenini.
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Giusto concordo con te Yogacharya !! . -
.CITAZIONE (giovannimenini @ 20/5/2009, 16:13)Yogacharya !!
adoro lo Yogacharya. -
Morgoth333.
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Anche l'ottuplice sentiero prevede la disciplina: retto sforzo!
Parafrasando un non celebrissimo film: "Che lo sforzo sia con te!". -
Fulgur.
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CITAZIONE (Morgoth333 @ 20/5/2009, 16:40)Anche l'ottuplice sentiero prevede la disciplina: retto sforzo!
Parafrasando un non celebrissimo film: "Che lo sforzo sia con te!"
E che citazione!. -
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Shankar Kulanath
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CITAZIONEa disciplina e´ una delle 6 paramita quindi parte fondamentale da sviluppare in equilibrio rispetto alle altre, forse il termine "disciplina" non e´ corretto. Nella wiki si usano altri termini oltre a "disciplina".
Ritengo invece il termine disciplina essere correttissimo. -
yudo.
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Semmai un problema ci fosse con il termine "disciplina", sarebbe non nella parola, e non nel concetto, ma bensi nello slittamento che troppo facilmente si opera quando se ne parla.
Faccio un passo di lato. In Giappone si usa molto la parola "armonizzarsi". Nei Buddhismi di importazione giapponese, la si ude frequentemente.
Ora, il fatto di armonizzarsi con gli altri è una cosa, che a me pare di normale amministrazione. Si tratta di cooperazione, di cortesia, di, come la fa giustamente notare AM, di correttezza. Ma quando lo si usa con sottinteso "dovete fare come me", come l'ho spesso sentito, non è più cooperazione, ma prepotenza.
Allo stesso modo, la disciplina deve essere affare privato. Io faccio il mio meglio per essere disciplinato. Non sempre ce la faccio, ma ci provo. Posso, al massimo, suggerire a qualcun altro di disciplinarsi. Ma non puo' diventare un mio modo di coazione su quella persona.
Questo, penso è una cosa difficile, tanto profondamente è insedita in noi la voglia di commandare, di menare gli altri.
La responsabilità in quanto opposta alla coazione.. -
Ruins Of Ego.
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CITAZIONE (yudo @ 21/5/2009, 09:15)Semmai un problema ci fosse con il termine "disciplina", sarebbe non nella parola, e non nel concetto, ma bensi nello slittamento che troppo facilmente si opera quando se ne parla.
Faccio un passo di lato. In Giappone si usa molto la parola "armonizzarsi". Nei Buddhismi di importazione giapponese, la si ude frequentemente.
Ora, il fatto di armonizzarsi con gli altri è una cosa, che a me pare di normale amministrazione. Si tratta di cooperazione, di cortesia, di, come la fa giustamente notare AM, di correttezza. Ma quando lo si usa con sottinteso "dovete fare come me", come l'ho spesso sentito, non è più cooperazione, ma prepotenza.
Allo stesso modo, la disciplina deve essere affare privato. Io faccio il mio meglio per essere disciplinato. Non sempre ce la faccio, ma ci provo. Posso, al massimo, suggerire a qualcun altro di disciplinarsi. Ma non puo' diventare un mio modo di coazione su quella persona.
Questo, penso è una cosa difficile, tanto profondamente è insedita in noi la voglia di commandare, di menare gli altri.
La responsabilità in quanto opposta alla coazione.
10, 100, 1000 Yudo!!. -
.CITAZIONE (yudo @ 21/5/2009, 09:15)Semmai un problema ci fosse con il termine "disciplina", sarebbe non nella parola, e non nel concetto, ma bensi nello slittamento che troppo facilmente si opera quando se ne parla.
esatto, mi riferivo giusto a questo (e ausp come al solito mi fraintende ).. -
Laviadellaspada.
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Beh, non in tutti è presente la voglia di comandare e di menare gli altri.
Andrea. -
Kagyu Dorje.
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CITAZIONE (Ruins Of Ego @ 21/5/2009, 14:21)CITAZIONE (yudo @ 21/5/2009, 09:15)Semmai un problema ci fosse con il termine "disciplina", sarebbe non nella parola, e non nel concetto, ma bensi nello slittamento che troppo facilmente si opera quando se ne parla.
Faccio un passo di lato. In Giappone si usa molto la parola "armonizzarsi". Nei Buddhismi di importazione giapponese, la si ude frequentemente.
Ora, il fatto di armonizzarsi con gli altri è una cosa, che a me pare di normale amministrazione. Si tratta di cooperazione, di cortesia, di, come la fa giustamente notare AM, di correttezza. Ma quando lo si usa con sottinteso "dovete fare come me", come l'ho spesso sentito, non è più cooperazione, ma prepotenza.
Allo stesso modo, la disciplina deve essere affare privato. Io faccio il mio meglio per essere disciplinato. Non sempre ce la faccio, ma ci provo. Posso, al massimo, suggerire a qualcun altro di disciplinarsi. Ma non puo' diventare un mio modo di coazione su quella persona.
Questo, penso è una cosa difficile, tanto profondamente è insedita in noi la voglia di commandare, di menare gli altri.
La responsabilità in quanto opposta alla coazione.
10, 100, 1000 Yudo!!
...i politici italiani sarebbero tutti da disciplinare.... -
Fulgur.
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CITAZIONE (Laviadellaspada @ 21/5/2009, 20:13)Beh, non in tutti è presente la voglia di comandare e di menare gli altri.
Andrea
Non direi, in ognuno è insita una componente di superbia che spinge a considerarsi "speciali" e migliori degli altri, con le inevitabili conseguenze negative nei rapporti interpersonali. Ma disciplina non significa nè comandare, nè tantomeno menare gli altri, significa seguire gli insegnamenti del proprio maestro, attenersi ad un determinato tipo di condotta, eseguire le pratiche con continuità e diligenza..