Disciplina ed Etica

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Laviadellaspada
     
    .

    User deleted


    Vorrei con questo intervento porre l'attenzione su due importanti componenti della pratica condotta per poter raggiungere l'Illuminazione, componenti strettamente legate l'una all'altra: la disciplina e l'etica.
    E' in relazione alla via per raggiungere l'Illuminazione, quindi a un livello molto pratico, che scrivo qui della disciplina e dell'etica.

    1) Innanzitutto, l'etica è fondamentale per poter evitare di compiere azioni non virtuose, le quali con le loro risonanze emozionali confondono la mente e la velano sempre più allonanandola dell'Illuminazione, e allo stesso tempo l'etica è fondamentale per poter compiere viceversa azioni virtuose, grazie alle quali si creano meriti necessari al raggiungimento dell'Illuminazione.
    La disciplina e l'etica sono menzionate insieme perché per poter realizzare una condotta etica di cui al paragrafo sopra la disciplina è necessaria: bisogna infatti controllare la propria mente e controllare il modo in cui si utilizzano il corpo e la parola, e tale controllo richiede disciplina.

    2) La disciplina è inoltre necessaria per un secondo tipo di attività, per così dire più "tecnico", e cioè la meditazione. Non c'è molto da dire su questo, in quanto tutti coloro che hanno provato a meditare in modo serio e sistematico si sono presto resi conto di quanto la disciplina (nella perseveranza, nell'applicare gli insegnamenti ricevuti, nel gestire la mente quando comincia a essere "tesa") sia necessaria.
    La disciplina si lega in questo caso (per quanto riguarda cioè la meditazione) all'Illuminazione secondo la connessione che vede tre elementi interrelati; questi elementi sono la disciplina stessa, il samadhi (o stato di assorbimento meditativo) e la realizzazione della saggezza trascendente (o Illuminazione). Ecco come si manifesta questa interrelazione: la saggezza trascendente (o Illuminazione) è il culmine del samadhi (o stato di assorbimento meditativo) il quale non è possibile senza una pratica di disciplina.


    Riepilogando:
    1) Disciplina - etica (no azioni non-virtuose, sì azioni virtuose) - Illuminazione
    2) Disciplina - meditazione - Illuminazione

    Infine. Etica e disciplina sono associate anche nel significato dell'offerta dell'incenso ai Buddha e ai Bodhisattva, offerta che è relativamente semplice da fare e che è di grande beneficio per sviluppare queste qualità quando si è consapevoli del significato del gesto che si compie (in questo caso dell'accrescimento della disciplina e dell'etica). E' bene praticare le offerte quanto più possibile, con il sentimento della bodhicitta e con il cuore puro.

    Che tutti gli esseri possano praticare la disciplina, l'etica, la meditazione, l'offerta dell'incenso, e raggiungere rapiamente lo stato dell'Illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

    Ciao.

    Andrea

    Edited by Laviadellaspada - 26/4/2009, 19:06
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Shankar Kulanath

    Group
    Administrator
    Posts
    15,944
    Location
    Kailash - Famiglia di Shiva e Shakti

    Status
    Anonymous
    Grazie andrea :namastè*:
     
    .
  3. catnip08
     
    .

    User deleted


    Secondo voi quale importanza ha la pratica concreta della compassione nel migioramento spirituale? Intendo dire, il fatto di aiutarechi è in difficoltà, cercare di superare le emozioni distruttive, sforzarsi di esercitare sempre le parmita, curarsi anche dell'ambiente e degli animali...
    Anche questo rientra nella disciplina e nell'etica, cosa ne dite?
     
    .
  4. giovannimenini
     
    .

    User deleted


    Ho aggiunto solo quelle domande per chiarire i miei dubbi ed forse aprire un Dibattito su di cio:

    1) Disciplina - etica (no azioni non-virtuose, sì azioni virtuose) accumulo di cio .... non srebbe piu coretto metterlo cosi ?-= Illuminazione

    2) Disciplina - meditazione ma quale meditazione intendi qua ? - Illuminazione
    e la MENTE DI BODHICITTA dove la metti ?
     
    .
  5. Laviadellaspada
     
    .

    User deleted


    Ciao Giovanni.

    La tua prima osservazione in grassetto non l'ho capita. Per quanto riguarda il resto ti rispondo.
    Hai perfettamente ragione: la bodhicitta è necessaria per ottenere l'Illuminazione. Nel mio intervento non volevo scrivere di cosa è necessario per raggiungere l'Illuminazione, ma solo focalizzare l'attenzione e suscitare la riflessione sull'etica e la disciplina, quali componenti necessarie (anche se non sufficienti, come giustamente hai fatto notare) per la realizzazione dello stato di Buddha.
    Per mediazione intendo le "pratiche formali", che comportano una certa postura del corpo e/o la recitazione di mantra e/o la visualizzazione o la concentrazione particolare della mente, per esempio: samatha, vipasyana, prosternazioni, pratica di vajrasattva, pratica dell'offerta del mandala, pratica del guru-yoga, pratica degli yidam, pratica degli yoga interni... Non mi riferisco invece a pratiche come mahamudra e dzogchen perché sono per me troppo nebulose, e non mi sento di poterne dire molto, per esempio in relazione alla disciplina.

    Ciao.

    Andrea

    Edited by Laviadellaspada - 28/4/2009, 22:37
     
    .
  6. Laviadellaspada
     
    .

    User deleted


    Ciao Catnip.

    Citi tante cose. Per rispondere alla tua domanda bisognerebbe definire bene cosa si intende per "etica" e cosa per "disciplina", poi cosa si intende per ciascuna delle cose che hai detto, e infine vedere quale di esse rientra nelle definizioni date ai due termini, quale di essa non rientra, e quale di essa coincide (per esempio una delle sei paramita è proprio l'etica). Non credo sia tanto importante fare questo, mentre invece è importante ricordare che tutte le cose di cui hai parlato, se condotte con lo spirito giusto, avvicinano all'Illuminazione.

    La compassione e la crescita spirituale sono strettamente connesse. Nella mia esperienza, la pratica della compassione ha il potere di trasformare la mente e porta ad accrescere anche la capacità di comprendere, di "vedere" le cose... Prima di sperimentarlo non lo avrei mai pensato: non avrei mai pensato che la compassione (che per tanto tempo ho visto sempre associata al "cuore", e anche a una retorica un po' infantile e da catechismo del "buono" e del "bravo") potesse trasformare la mente e darle inoltre una maggiore facoltà cognitiva.
    Nella compassione vi sono anche i semi di una grande forza. Il bodhisattva ha lo spirito di un guerriero.

    Ciao.

    Andrea
     
    .
  7. giovannimenini
     
    .

    User deleted


    io intendevo se non era meglio metterla come l'ho scritto io in grassetto ....
    ottima la risposta andera a Captrin cosa è disciplina cosa è etica nel Vajrayana Tibetano ?
     
    .
  8. svenroma
     
    .

    User deleted


    grazie per il tuo bel post Andrea :namastè*:
     
    .
  9. Laviadellaspada
     
    .

    User deleted


    Ciao Giovanni.

    Ma che bella domanda! Chissà quanto tempo e spazio ci vorrebbero per rispondere in modo completo! Comunque l’etica e la disciplina sono così importanti che, per parte mia, mi sento di scrivere qualche riflessione.
    Etica. Non ho la qualifica o la presunzione per dire che queste righe rispondono alla domanda “cos’è l’etica nel buddhismo tibetano?” Le prenda chi ritiene di poterne trarre beneficio, per quello che sono: riflessioni sul Dharma e sugli insegnamenti.

    Io considero “etica” il comportarsi (con corpo, con la parola e con la mente) in modo da astenersi dal porre in essere azioni nocive e, in modo, viceversa, da porre in essere azioni virtuose.

    In primo luogo, le scritture indicano dieci azioni nocive e dieci azioni virtuose.
    Le dieci azioni nocive sono:
    1. Uccidere
    2. Rubare
    3. Tenere un comportamento sessuale scorretto
    4. Mentire
    5. Parlare male di altri danneggiandone l’immagine
    6. Parlare in modo da ferire gli altri
    7. Perdersi in chiacchiere e discorsi inutili
    8. Provare invidia
    9. Provare malevolenza e astio nei confronti degli altri
    10. Sostenere idee contrarie agli insegnamenti
    Le dieci azioni virtuose (che sono speculari e opposte alle prime) sono:
    1. Proteggere e sviluppare la vita
    2. Donare
    3. Tenere un comportamento sessuale corretto
    4. Dire la verità
    5. Mettere in luce le qualità degli altri e creare armonia
    6. Utilizzare parole e toni gentili
    7. Tenere discorsi che siano utili
    8. Gioire per la felicità degli altri
    9. Provare un sentimento di benevolenza nei confronti degli altri
    10. Sostenere idee e punti di vista in linea con gli insegnamenti

    Viste così, queste dieci+dieci azioni possono sembrare uno schema arido e parziale. In verità, se ci si riflette bene, si realizza che ognuna di queste dieci+dieci azioni non è affatto un precetto inanimato, ma possiede un’estensione di calore e attualità davvero sorprendente: entra cioè nella vita di tutti noi in modo molto concreto. Anche in merito all’iniziale impressione di parzialità, riflettendoci, si vede come ognuna di queste dieci+dieci azioni includa una sfera molto ampia di situazioni, in modo da coprire buona parte del nostro vivere. Per esempio, per me. “Dire la verità” è anche un essere franchi, non aver nulla da nascondere, saper guardare in faccia le persone. “Proteggere e sviluppare la vita” significa dolersi profondamente quando si vede un animale morto al bordo della strada e recitare una serie di “om mani padme hung” richiamando la presenza di Chenrezig che accompagni la mente di quell’essere. “Tenere un corretto comportamento sessuale” è anche avere una visione complessiva e a lungo termine di un possibile rapporto o gesto (es: quante persone possono essere coinvolte o toccate, più o meno direttamente, da questo gesto, oppure quali aspettative o reazioni in un futuro non poi così lontano possono essere innescate, e così via…). Ognuno nella propria esperienza ha modo di vedere quante cose possono essere ricondotte a queste dieci+dieci azioni.

    *

    In secondo luogo, l’etica nel buddhismo tibetano (che appartiene al Mahayana) è una paramita. Quindi bisognerebbe studiare e approfondire questa paramita secondo i testi. Io ne cito due molto importanti e utili: il “Bodhicaryavatara” di Santiveda (che è molto famoso e studiato un po’ in tutte le quattro scuole tibetane, e trattando dell’attività del bodhisattva credo tratti anche dell’etica) e “Il prezioso ornamento di liberazione” di Gampopa (che è un testo base per gli studi della scuola Kagyu, ma che contiene gli insegnamenti mahayana esposti con grande maestria, completezza, e nell’essenza).

    *

    In terzo luogo, un approccio all’etica un po’ più personale mio che si ricollega direttamente alla legge di “causa ed effetto”. Il punto chiave sta esposto in un insegnamento meraviglioso di Lama Gendun Rinpoche, che riporto:

    “Noi tutti cerchiamo di trovare la felicità ed evitare la sofferenza, facendo del proprio meglio per rendere la vita piacevole e per eliminare qualsiasi cosa sgradevole o che ci fa soffrire. Nel mezzo di questo conflitto di interessi, nessuno ha la piena libertà di scelta. Ogni situazione è stata intessuta dai pensieri, dalle parole e dalle azioni accumulate nelle infinite vite precedenti e che hanno piantato i semi del karma che stiamo sperimentando in questo momento. Tutti noi ora ci troviamo intrappolati nella rete del karma in maturazione, cosicché, ci piaccia o no, siamo trascinati dalla forza degli eventi, soffrendo ancora di più per il fatto che ciò che ci accade succede nonostante il fatto che noi non lo desideriamo.
    Il Buddha ha detto che se vogliamo conoscere le nostre azioni del passato dobbiamo semplicemente esaminare la nostra vita nel momento presente. E se vogliamo sapere cosa sarà di noi in futuro, basta che guardiamo le azioni che stiamo compiendo proprio ora. Questa affermazione è molto importante, poiché ci permette di sapere il perché delle esperienze che stiamo vivendo. Se siamo persone per natura gioiose, sempre in buona salute, se la nostra è una vita facile, allora possiamo dedurre che stiamo beneficiando delle azioni positive accumulate in passato. Se invece siamo spesso malati, carichi di problemi, se siamo “sfortunati”, dobbiamo capire che questi sono i risultati delle azioni negative che abbiamo commesso, cosicché è perfettamente inutile prendersela con gli altri o con chissà che cosa per quello che ci sta accadendo adesso. Poiché si tratta della maturazione del karma che abbiamo accumulato in passato, non possiamo far nulla al proposito. L’unica scelta che abbiamo risiede nelle reazioni che abbiamo nei confronti degli eventi.
    La vera libertà significa reagire positivamente a ciò che ci sta accadendo, assicurandoci che il comportamento che decidiamo di adottare sia virtuoso e che quindi ci porterà in futuro a vivere quel tipo di esperienze che sceglieremmo di avere. Sappiamo dunque che la sofferenza deriva dalle azioni negative e la felicità da quelle virtuose. Sta dunque a noi fare la giusta scelta. Per esempio, se qualcuno è aggressivo con noi, questo è dovuto alla maturazione del nostro karma precedentemente accumulato, e non possiamo evitare che accada. Se però noi scegliamo di reagire aggressivamente, questo servirà solo a perpetuare la nostra situazione. Se invece pratichiamo la pazienza e mostriamo gentilezza verso quella persona, stiamo creando le cause per la felicità futura. Stiamo facendo la scelta giusta. Questa è la libertà di azione.” (Gendun Rinpoche)

    “L’unica scelta che abbiamo risiede nelle reazioni che abbiamo nei confronti degli eventi” e “La vera libertà significa reagire positivamente a ciò che ci sta accadendo” e “Sappiamo dunque che la sofferenza deriva dalle azioni negative e la felicità da quelle virtuose. Sta dunque a noi fare la giusta scelta.”
    Questa scelta (resa cosciente dalla consapevolezza della mente nel presente che accade) e il modo di condurla, è il cuore dell’etica come sua (dell’etica) realizzazione.
    E il momento della scelta, quando appare l’incertezza, viene illuminato dal Dharma: questo è il senso profondo del significato del prendere rifugio nel Dharma, nonché della sua azione di protezione (il Dharma ci protegge illuminando la situazione incerta, per noi limitati e confusi, indicandoci quale è la scelta virtuosa e quale la scelta nociva; in questo modo il Dharma ci protegge dall’unica cosa che dobbiamo temere, e cioè dalle nostre scelte che conducono sofferenza).

    *

    Scusate se sono stato un po’ lungo, ma questa dell’etica (e del punto di scelta, delle conseguenze della scelta, e della funzione del Dharma) è una cosa così importante nella nostra vita, che credo valesse la pena di parlarne in tal modo. Questo insegnamento di Lama Gendun Rinpoche dovrebbe essere letto e riletto, meditato e ri-meditato. Tutti i giorni.
    Spero che la benedizione di Lama Gendun ci avvolga tutti.

    Andrea
     
    .
8 replies since 26/4/2009, 18:01   221 views
  Share  
.