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flambeau.
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Ecco il sutra che vi propongo oggi (da www.canonepali.net/sn/sn_libro47/sn47-10.htm): CITAZIONEAnanda, un monaco dimora contemplando il corpo sul corpo [questi passaggi sono ripetuti per gli altri tre fondamenti: le sensazioni sulle sensazioni, la mente sulla mente, gli oggetti mentali sugli oggetti mentali] – vigile, attento e risoluto – abbandonando l’infelicità che deriva dal desiderare le cose del mondo. E per colui che dimora contemplando il corpo sul corpo, un oggetto del corpo [come sopra] nasce, o una sofferenza del corpo, o una indolenza della mente, che porta la mente a distrarsi. Allora il monaco dovrebbe dirigere la propria mente verso un’immagine appagante. Quando la mente è rivolta verso un’immagine appagante, sorge la felicità. Da questa felicità, nasce la gioia. Con la mente appagata, il corpo si rilassa. Un corpo rilassato porta serenità, e la mente di colui che è sereno rimane concentrata. Allora egli contempla: “E’ stato raggiunto lo scopo per cui ho diretto la mente. Adesso posso abbandonare (l’immagine appagante).” Così abbandona l’immagine appagante, e non rivolge più la mente su di essa. Egli sa: “Non sto né contemplando né riflettendo su qualcosa. Mentalmente presente, sono contento.” Questa è la meditazione diretta.
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apo.
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orkaan.
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CITAZIONE (flambeau @ 8/5/2010, 18:30)Un corpo rilassato porta serenità, e la mente di colui che è sereno rimane concentrata. Allora egli contempla: “E’ stato raggiunto lo scopo per cui ho diretto la mente. Adesso posso abbandonare (l’immagine appagante).”
L'escamotage (l'immagine appagante) per dirigere la mente e' proprio una bella dritta..