Prostrazioni! - pratica preliminare

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    Shankar Kulanath

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    Simpatico link con gif animate!

    http://www.dharmaling.org/dharma-content/p...ostrations.html

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  2. maris81
     
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    molto interessante... :worthy*:

    appena termino il dovere studioso mi spulcio il sito per bene ^_^
     
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  3. Abicetta
     
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    Per quando riguarda il mio lignaggio ho trovato davvero utile questa istruzione sulle prosternazioni di Guendune Rinpoche trovate sul sito http://www.buddhism.it/
    CITAZIONE
    Lama Gendun Rimpoche


    Traduzione dalla rivista polacca Diamentowa Droga (Diamond Way) di Peter Piasecki e Susan Bixby da Calgary, Canada.


    Perché facciamo le prosternazioni?

    1. La purificazione dell’orgoglio

    Prima di tutto, dobbiamo sapere perché facciamo le prosternazioni. Noi non le facciamo per ingraziarci qualcuno. Non le facciamo per il Buddha. Tali concetti sono completamente errati. Il Buddha non è un dio di questo mondo. Noi ci prostriamo per purificare tutte le situazioni del passato nelle quali non abbiamo rispettato gli altri. Essendo interessati alla nostra soddisfazione e a noi stessi, abbiamo commesso molte azioni negative.

    Le prosternazioni ci aiutano a riconoscere che c’e qualcosa di più significativo di noi stessi. In questo modo noi purifichiamo l’orgoglio che abbiamo accumulato attraverso innumerevoli vite pensando: “Io ho ragione”,”Io sono migliore degli altri”, “Io sono il più importante”. Durante innumerevoli vite abbiamo sviluppato l’orgoglio che è la causa delle nostre azioni ed abbiamo accumulato il karma che è la sorgente della nostra sofferenza e dei nostri problemi. Lo scopo delle prosternazioni è quello di purificare questo karma e di cambiare la nostra mentalità. Le prosternazioni ci aiutano ad affidarci a qualcosa di più significativo del nostro orgoglio e del nostro aggrapparci all’ego. In questo modo, attraverso la piena fiducia e devozione, noi ci liberiamo di tutto quello che abbiamo accumulato a causa del nostro orgoglio.

    2. La purificazione del corpo, della parola e della mente

    Quando facciamo le prosternazioni lavoriamo al livello del corpo, della parola e della mente. Il risultato è una purificazione molto potente e completa. Questa pratica dissolve tutte le impurità, di qualsiasi tipo esse siano, poiché esse sono state tutte accumulate attraverso il nostro corpo, la nostra parola e la nostra mente. Le prosternazioni purificano tutti e tre questi livelli. Attraverso l’aspetto fisico del prostrarsi noi purifichiamo il corpo.

    Offriamo il nostro corpo ai Tre Gioielli (Buddha, Dharma, Sangha) e a tutti gli esseri senzienti, auspicando che tutti i loro desideri siano esauditi. Attraverso la ripetizione del mantra del rifugio e attraverso il significato che gli attribuiamo, noi purifichiamo la nostra parola.

    Attraverso la fiducia nei Tre Gioielli sviluppiamo la motivazione illuminata e la devozione. Nel momento in cui diventiamo consapevoli delle perfette qualità del rifugio ed offriamo tutto ad esso, i veli della nostra mente si dissolvono. Quando il nostro corpo, la nostra parola e la nostra mente sono purificate, comprendiamo che quello che all’inizio pensavamo essere il nostro corpo e in realtà la manifestazione dell’illuminazione come compassione attiva.

    Quello che all’inizio pensavamo essere la nostra parola è l’espressione dell’illuminazione al livello della gioia; la nostra mente è il livello di verità dell’illuminazione. Siamo in grado di vedere la realtà illuminata del nostro corpo, della nostra parola e della nostra mente – la loro verità piena di saggezza della quale all’inizio non eravamo consapevoli. Noi comprendiamo che questa pratica ci può portare al nostro obiettivo, l’illuminazione, poiché i tre livelli che esprimono lo stato di un Buddha appaiono immediatamente dopo che i tre livelli della nostra esistenza – corpo, parola e mente – sono stati purificati.

    Non dobbiamo cercare l’illuminazione altrove. Non dobbiamo inseguire altre realizzazioni perfette. I tre livelli dell’illuminazione sono vere qualità intrinseche del nostro corpo, parola e mente. Prima non ce ne rendevamo conto. Le prosternazioni ci aiutano a scoprirlo.

    3. I benefici fisici delle prosternazioni

    Le prosternazioni influenzano fortemente l’equilibrio e l’armonia del corpo. I blocchi nei canali energetici gradualmente si dissolvono. Questo ci aiuta ad evitare le malattie, le mancanze d’energia ed altri problemi. La nostra mente diventa più chiara. La nostra capacità di comprensione aumenta.

    Lo stato della mente durante le prosternazioni

    Dovremmo fare le prosternazioni con piena fiducia, gioia e motivazione di essere di beneficio agli altri

    1.Fiducia

    Dovremmo avere fiducia nelle perfette qualità dei Tre Gioielli ed essere sicuri che la loro benedizione possa rimuovere i veli dalle nostre menti. La benedizione può apparire e la purificazione si avvera quando la nostra fiducia nel corpo, nella parola e nella mente incontra le qualità trasformanti del corpo illuminato, della parola illuminata e della mente illuminata- le sorgenti del rifugio. Se non abbiamo fiducia e non riusciamo ad aprirci ai Tre Gioielli le prosternazioni saranno solo un gioco.

    2.La motivazione di essere di beneficio agli altri Quando facciamo le prosternazioni dovremmo capire che le buone azioni sono la sorgente della felicità di tutti gli essere senzienti. Le prosternazioni ne sono un buon esempio. Quando pratichiamo con corpo, parola e mente, offriamo la nostra energia agli altri augurandoci che essa li porti alla felicità. Dovremmo essere felici di questo fatto e praticare le prosternazioni con gioia.

    La pratica appropriata

    1.La visualizzazione dell’albero del rifugio

    Di fronte a noi nello spazio immaginiamo l’albero di rifugio nella sua interezza. Per primo, immaginiamo Dorje Chang – il lama che rappresenta tutte le sorgenti del rifugio. Lo immaginiamo come il centro dell’albero di rifugio. Dovremmo essere pienamente consapevoli che Dorje Chang è il nostro insegnante e che egli è la mente del nostro lama. Riflettiamo su Dorje Chang per essere sicuri che la manifestazione della natura della mente non sia macchiata dai nostri pensieri abituali.

    Per aiutarci a mantenere la visione pura, la visione della saggezza, noi immaginiamo questa forma perfettamente pura. Allo stesso tempo manteniamo la consapevolezza che Dorje Chang è la mente del nostro lama. Tutto quello che appare di fronte a noi nello spazio è come un arcobaleno o un riflesso in uno specchio; non è una cosa reale. Se abbiamo difficoltà a visualizzare l’albero di rifugio completo dovremmo avere la fiducia che tutti gli oggetti dell’albero di rifugio siano realmente di fronte a noi anche se non riusciamo a mantenerli nella nostra mente.

    2. La consapevolezza di noi stessi e degli altri

    Noi non siamo soli nella nostra pratica. Siamo circondati da tutti gli esseri che riempiono l’intero universo. Immaginiamo nostro padre alla nostra destra e nostra madre alla nostra sinistra. Quando ci troviamo tra i nostri genitori di questa vita riconosciamo che ognuno e tutti gli esseri senza eccezioni sono stati nostri genitori in una qualche vita precedente. Questo ci aiuta a ricordare la bontà di tutti i nostri genitori, tutti gli esseri senzienti, che ci hanno aiutato durante le nostre innumerevoli vite.

    Immaginiamo di fonte a noi quelli che consideriamo come nemici, tra noi e l’albero di rifugio. Pensiamo alla gente che ci causa dei problemi e che ostacola la realizzazione dei nostri progetti. Tutte queste persone sono molto importanti perché ci aiutano a sviluppare qualità come pazienza e compassione. Solitamente vogliamo evitare queste persone. Cerchiamo di starne alla larga. Non vogliamo pensare a loro. Il posizionarli di fronte a noi ci aiuta a non dimenticarli. Trattare i nemici in questa maniera ci protegge dal mancare loro di rispetto.

    Focalizziamo la nostra attenzione sull’albero di rifugio. Siamo fiduciosi che il rifugio può liberare tutti gli esseri senzienti dalla sofferenza del samara e che può proteggerci dall’ansia causata da questa sofferenza. Con questa disposizione mentale, circondati da tutti gli esseri senzienti, iniziamo a ripetere il mantra del rifugio. Tutto intorno a noi comincia a vibrare.

    Sperimentiamo una forte luce proveniente dall’albero di rifugio. La luce risplende su di noi a causa della nostra stessa devozione. Questo ci aiuta ad aprirci ancora di più. Poi iniziamo a prostrarci. Siamo i direttori di questo cerimoniale e conduciamo tutta la pratica. Le nostre prosternazioni immediatamente ispirano tutti gli esseri a cominciare a fare la stessa pratica. Sentiamo tutti gli esseri ripetere i mantra e fare prosternazioni. Questa vibrazione riempie l’intero universo.

    Mantenere questa visione invece di concentrarci solo su noi stessi amplia la nostra attività. Da un lato ci da’ forza, dall’altro ci da motivazione per praticare. Il fatto che tutti gli esseri stiano facendo le prosternazioni con noi ci incoraggia. Sperimentando grandi quantità d’energia provenienti da tutti gli esseri che fanno le prosternazioni, incrementiamo la nostra fiducia e la nostra devozione nei Tre Gioielli. La sensazione di “cavalcare con la folla” ci aiuta a completare la pratica delle prosternazioni rapidamente e a sperimentare grande felicità durante la pratica.

    3. Il significato simbolico di tutti gli elementi nell’atto del prostrarsi

    Per completare la dimensione della nostra pratica dovremmo essere consapevoli del significato simbolico delle prosternazioni. Toccando la nostra fronte con le mani giunte, chiediamo agli oggetti di rifugio la benedizione dei loro corpi. Nel frattempo immaginiamo che la benedizione dei loro corpi illuminati si irradi su di noi, attraversi il nostro corpo e dissolva tutte gli oscuramenti. Poi le nostre mani giunte toccano la nostra gola. Chiediamo la benedizione della parola. Nel frattempo immaginiamo che la benedizione della loro parola illuminata si emani dagli oggetti di rifugio e che purifichi tutti gli oscuramenti che abbiamo accumulato attraverso le nostre parole. In questo modo ci liberiamo da questi oscuramenti. Quando tocchiamo il nostro corpo con le mani giunte chiediamo al rifugio la benedizione della loro mente illuminata. Questo ci aiuta ad eliminare tutti veli e le visioni errate dalle nostre menti. Siamo fiduciosi che i desideri dannosi con i quali abbiamo riempito le nostre menti da un tempo senza inizio sono completamente purificati.

    Dovremmo pensare che stiamo ricevendo la completa benedizione del corpo illuminato, della parola illuminata e della mente illuminata dai Tre Gioielli. Attraverso il potere di questa benedizione, tutti i veli, il cattivo karma e le tendenze negative nel nostro corpo, parola e mente sono purificati. Siamo completamente puri ed inseparabili dal corpo, parola e mente del lama e dei Tre Gioielli

    Quando il nostro corpo tocca il terreno con le cinque estremità (ginocchia, mani e fronte) dovremmo comprendere che le cinque emozioni perturbatrici – rabbia, attaccamento, ignoranza, orgoglio e gelosia- lasciano il nostro corpo e scompaiono nella terra. In questo modo sperimentiamo una purificazione completa.

    I due aspetti delle prosternazioni, il dissolvere i veleni della mente e il ricevere la benedizione dai Tre Gioielli, causano la trasformazione dell’orgoglio, dell’attaccamento, della gelosia, della rabbia e dell’ignoranza nelle corrispondenti cinque saggezze. Dovremmo essere fiduciosi che questa trasformazione stia realmente avvenendo, che noi abbiamo la naturale, intrinseca capacità di sviluppare queste saggezze.Questo aspetto simbolico delle prosternazioni si realizzerà solo se abbiamo fiducia. La nostra fiducia può donarci una grossa purificazione. La pratica senza la fiducia è solo un esercizio aerobico.

    4. Il significato della devozione

    La nostra devozione aumenterà con l’aumentare delle prosternazioni che facciamo. Alla fine, raggiungeremo il livello in cui non penseremo più che il nostro corpo, la nostra parola e la nostra mente siano differenti dal corpo, parola e mente dei Tre Gioielli. Le prosternazioni ci daranno un meraviglioso risultato; esse sono la sorgente di una benedizione molto potente e di una grande purificazione. Non dovremmo pensare che le nostre prosternazioni consistano solo di un’attività’ del nostro corpo. La benedizione e la purificazione appaiono principalmente a causa della nostra devozione.

    5. Incrementare la forza della nostra pratica

    Noi pratichiamo con una mente aperta. Non dobbiamo pensare di essere l’unica persona a fare le prosternazioni. Tutti gli esseri le stanno facendo con noi. Non dobbiamo limitare il nostro pensiero solo a noi stessi. Non dobbiamo permetterci di pensare, “Io mi sto prostrando”. Se pensiamo così accumuliamo il buon potenziale che corrisponde all’atto di fare una prostrazione. Se invece pensiamo a tutti gli esseri senzienti che fanno le prosternazioni con noi, il buon potenziale che si accumulerà sarà molto superiore. Mentre stiamo facendo le prosternazioni dovremmo pensare che cento delle nostre emanazioni stanno facendole con noi. Se saremo in grado di immaginare ciò la nostra pratica sarà molto più forte. Tuttavia non dovremmo contare più prosternazioni mentre pensiamo che più esseri stanno facendole con noi. Questo è solo uno dei metodi speciali del Vajirayana che ci aiuta a rafforzare la nostra pratica.

    6. Unire le prosternazioni alla pacificazione della mente

    Dopo un po’ il nostro corpo sarà stanco. Questo è un momento utile per placare la mente. Quando il corpo e la mente sono stanchi, l’attaccamento diminuisce. Se smettiamo per un attimo di fare le prosternazioni la nostra mente si calmerà naturalmente senza bisogno del nostro aiuto. Quando dopo un po’ il nostro corpo e la nostra mente si sentiranno di nuovo riposati, la nostra mente cominciera’ di nuovo ad agitarsi. Questo è il segnale per ricominciare le prosternazioni. Quando riusciamo ad alternare questo fare le prosternazioni con il calmare la mente siamo in grado di praticare incessantemente.

    L’approccio alla sofferenza

    A volte potremmo sperimentare delle difficoltà mentre facciamo le prosternazioni. Sorgeranno dolore e fatica. C’e’ sempre qualche preoccupazione: il dolore nelle nostre ginocchia, gomiti, fondoschiena e in altri posti. Non c’e’ ragione di essere scoraggiati a causa di ciò o di perdere la fiducia nella nostra pratica. Non dovremmo nemmeno alimentare queste sensazioni dicendo a noi stessi, “Soffro così tanto, mi sento così debole”. Facendo questo ci blocchiamo completamente. Perdiamo la facoltà di agire. Quando permettiamo al dolore “di parlare”, esso può diventare un vero ostacolo sulla via della nostra pratica. Dovremmo utilizzare ogni esperienza spiacevole, sia fisica sia mentale, come un mezzo per divenire illuminati. Queste esperienze ci dovrebbero spronare verso un maggiore sforzo sul nostro cammino.

    Tutto quello che sperimentiamo dipende dal nostro stato mentale. Se vogliamo sperimentare le cose in modo diverso, dobbiamo cambiare lo stato della nostra mente. Se riusciamo a trasformare in modo efficace la sofferenza in un’esperienza positiva e benefica, la sofferenza scomparirà completamente senza lasciar traccia. Questo ci darà più felicità e gioia. Le prosternazioni sono veramente un metodo per accumulare buon potenziale. Esse sono un facile e effettivo modo per purificare le azioni negative del nostro passato. D’altro canto, se- a causa del dolore e della fatica- continuiamo a fare le prosternazioni in modo avvilito, la vera purificazione non avverrà.

    Le tecniche per lavorare con le esperienze spiacevoli

    1.Lo svuotamento del Karma

    Non dovremmo pensare alla sofferenza come a qualcosa di così serio. Dovremmo ricordare che la sofferenza è solo karma, che è impermanente come qualsiasi altra cosa. La sofferenza ha la sua fine. Quando il nostro karma matura dovremmo rimanere rilassati ed osservare il flusso naturale delle cose. Se riusciremo ad immettere nella nostra pratica la comprensione dell’impermanenza del karma, esso si dissolverà da solo. Il karma non è qualcosa che dobbiamo accettare o rifiutare. E’ come l’obbligo di pagare i nostri conti che si verifica automaticamente. Quando abbiamo pagato i nostri debiti il karma si dissolve da solo e non c’e’ nulla da rifiutare.

    2. La purificazione del Karma attraverso il malessere fisico

    La pratica del Dharma elimina i veli e le macchie che sono il risultato delle nostre azioni precedenti. Dovremmo percepire l’indisposizione fisica che sperimentiamo durante la pratica come il risultato della compassione dei Tre Gioielli. Questa sofferenza relativamente piccola dissolve il karma futuro che così non maturerà. Per questo motivo dovremmo sperimentare questa sofferenza con gioia e fiducia. Queste esperienze spiacevoli indicano che la pratica sta funzionando. L’utilizzo di metodi purificatori può dar luogo a molte esperienze spiacevoli a livello di corpo, parola e mente. Allo stesso tempo, stiamo sbarazzandoci delle difficoltà e dei veli nelle nostre menti. Dato che sperimentiamo la purificazione come risultato della nostra pratica, la nostra fiducia nei Tre Gioielli aumenta. Sentiamo una profonda gratitudine perché queste piccole difficoltà ci aiutano a liberarci dalle condizioni che altrimenti farebbero maturare ancora più sofferenza.

    3. Notare l’attaccamento all’ego attraverso la sofferenza

    Dovremmo considerare ogni sofferenza come un antidoto all’attaccamento all’io. Lo sperimentare la sofferenza è in se stesso la prova delle nostre attitudini egocentriche riguardo a tutti i fenomeni. Allo stesso tempo, queste situazioni (nelle quali sperimentiamo la sofferenza) ci danno la possibilità di superare questo attaccamento all’ego. Se non avessimo un’illusione dell’io non potremmo sperimentare sofferenza. Dovremmo anche comprendere la causa della nostra sofferenza: la sperimentiamo a causa delle nostre azioni precedenti che sono il risultato del nostro attaccamento all’io. Essendo così focalizzati su noi stessi, abbiamo seminato molti semi karmici che ora sono maturati come sofferenza. Possiamo considerare la sofferenza come un insegnamento che ci mostra il risultato delle azioni che derivano dall’essere focalizzati su se stessi. Da un tempo senza inizio questo attaccamento all’ego è stato la causa del nostro imprigionamento nel ciclo dell’esistenza (samsara)

    4. Osservare il nostro Ego

    L’ego vuole esser sempre soddisfatto. Fintanto che tutto va bene il nostro ego è contento e tenta di mantenere questo stato. Il nostro “sè” si attacca a questo appagamento e la nostra mente è tormentata dal desiderio – il veleno dell’attaccamento. Quando le circostanza buone passano, l’ego si aggrappa ancora ad esse perché desidera essere soddisfatto. Nella nostra mente sorgono ancora più attaccamento e desiderio. Nel caso si verifichino situazioni spiacevoli l’ego reagisce con rabbia e odio. Esso tenta di evitarle e di sostituirle con esperienze piacevoli. In questo modo la nostra mente diventa ansiosa e infelice. Possiamo riconoscere la continua influenza dell’ego in ogni situazione. Esso categorizza incessantemente le esperienze come piacevoli o spiacevoli. Se seguiamo il nostro ego accumuliamo karma che presto o tardi maturerà come diversi tipi di sofferenza.

    5. Le esperienze spiacevoli come test della nostra perseveranza

    Dovremmo ricordarci della nostra promessa di usare il nostro corpo, la nostra parola e la nostra mente per il beneficio degli altri. Sapendo che noi lavoriamo per essere di beneficio a tutti gli esseri dovremmo mantenere la nostra promessa, soggiogare le nostre difficoltà interiori e continuare la nostra pratica.

     
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    Shankar Kulanath

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    Le prostrazioni sono una pratica importante, che crea molto forza interiore se fatta come si deve. Kalu Rinpoche diceva che le 111111 prostrazioni sono il primo solido passo verso l'Illuminazione. :)
    Comunque, è vero, questo insegnamento di Lama Gendun è bellissimo.
     
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  6. karmapema
     
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    Ciao a tutti,
    vorrei chiedere una cosa sulle prosternazioni.

    E' così necessario farle tutte e 111.111 prima delle altre pratiche del Ngondro?
    Personalmente ho problemi alla schiena e vado molto a rilento...ne ho fatte 30000 e ho iniziato anche a fare mente di diamante...ma ho paura che terminerò prima quest'ultima che le prosternazioni...insomma ma non si può andare avanti con il ngondro e magari che ne so fare 27 prostra al giorno per 10 anni senza però tenere in sospeso tutte le pratiche preliminari?
    Io seguo Lama Ole ed è molto difficile parlare con lui direttamente e sinceramente vorrei confrontarmi con qualche Lama residente di altre scuole...se avete qualche consiglio...
    grazie!!!!
     
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    Ciao karmapema e benvenuta,

    alcune scuole, le prostrazioni non le fanno proprio,
    mentre per altre sono importanti.
    Ma non credo che ci sia una scuola che ti costringa
    a spezzarti la schiena eh.. :)
    Intanto il ngondro lo puoi fare anche se non fai le prostrazioni.
    Inoltre, per alcune scuole, non è importante quante ne fai, ma come,
    con quanta intensità le fai.
    Le pratiche preliminari sono importanti
    perchè portano la mente a comprendere il senso profondo
    della propria natura, ma non penso che non otterrai
    risultati se non fai le prostrazioni.
    Comunque, non sono informato sulle pratiche
    di Lama Ole. Forse, un discepolo anziano di Lama Ole
    ti può dare un consiglio utile.

    ;)

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  8. karmapema
     
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    Caro PietroChag,
    grazie per l'illuminante risposta. Effettivamente dovrei avere un approccio più morbido e non una visione così meccanica.

    Purtroppo non posso chiedere ai membri anziani del sangha perchè nonostante segua lama Ole non sono una che frequenta i suoi centri.
    Su alcune idee di Ole sono un pò critica e in generale ho visto che c'è molto fanatismo nei suoi confronti e quindi non ho rapporto con i membri. insomma non che abbia avuto discussioni o che non mi trovi bene con loro singolarmente ma non mi sento a mio agio come atmosfera (magari la troppa libertà sessuale e i vari pettegolezzi o insicurezze dovuti al doversi autogestire da soli...).
    Secondo me Ole sta aprendo molti centri ma dovrebbe puntare più alla qualità che alla quantità. Per il mio carattere starei meglio con i monaci che con i laici ma non mi va di cercare un altro maestro e Ole su molte cose mi piace...lo trovo molto potente e protettivo energeticamente :-)

    ciao
     
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    Beh Karmapema, o trovi un altro insegnante o fai quello che ti senti. Di per sè non c'è nulla di sbagliato nel farlo assieme ad altre pratiche. Anzi lo consiglio vivamente.
     
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  10. Laviadellaspada2
     
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    CITAZIONE (karmapema @ 27/11/2010, 20:52) 
    E' così necessario farle tutte e 111.111 prima delle altre pratiche del Ngondro?

    Ciao Karmapema. Il numero è quello. Non è un buon atteggiamento quello di richiedere sconti personali e ad hoc. Indica: o carenza di motivazione, o desiderio molto umano (e occidentale) di comode scorciatoie.

    Andrea
     
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    Comunque se sei al di fuori di un tradizionale rapporto maestro-discepolo, non credo neanche sia una buona idea fare il Ngondro come pratica principale (che serve specialmente a preparare per compiere i ritiri di Anuttara; se non li si fanno a che ti serve? accumuli dei meriti, è vero, ma questo lo puoi fare anche con altre pratiche ben più piacevoli).
    Un mio consiglio personale, ma è da intendersi come personale, è di ricevere almeno una pratica di lunga vita (Tara Bianca, Amitayus, ecc..) ed una di protezione, e farle ogni giorno per il resto della vita, da accompagnarle alle altre pratiche che farai.
     
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  12. karmapema
     
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    Allora ,

    per Andrea: innanzitutto ho problemi alla schiena e poi sono dell'idea che l'illuminazione non voglia dire spersonalizzazione. L'uomo deve stare al di sopra delle religioni e applicarsi
    in base alla sua situazione e contesto. le cose rigide secondo me sono demoniache se non dittatoriali e fasciste. Per me è un atteggiamento di maturità e distacco filtrare le cose altrimenti è come invasarsi di qualcosa e diventare automi. Inoltre 111111 è un numero simbolico perchè si pensa che così almeno se ne riesca a fare bene una. E poi cosa vuol dire buon atteggiamento?

    Per Destiny: cosa intendi per non avere un rapporto tradizionale con il maestro? Io seguo le direttive Ole con scrupolo, però non sono d'accordo su alcune sue posizioni e vorrei continuare dopo il Ngondro. Semplicemente non frequentp il Sangha perchè non mi piace e non mi trovo bene e non mi interessa ( tra l'altro si prende rifugio nel Sangha realizzato che sono i bodhisattva).

    Per me la via giusta è quella di mezzo, a metà tra quello che dice il tuo maestro e quello che senti tu.
     
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    Per Destiny: cosa intendi per non avere un rapporto tradizionale con il maestro? Io seguo le direttive Ole con scrupolo, però non sono d'accordo su alcune sue posizioni e vorrei continuare dopo il Ngondro. Semplicemente non frequentp il Sangha perchè non mi piace e non mi trovo bene e non mi interessa ( tra l'altro si prende rifugio nel Sangha realizzato che sono i bodhisattva).

    Un rapporto tradizionale con un maestro è quando tu segui quello che dice lui, e lui conosce te ed è in grado di guidarti individualmente. Insomma avere un rapporto tradizionale con un maestro non rende necessario chiedere informazioni su Buddhismo Italia; se lo fai vuol dire che questo rapporto non c'è. Inoltre è bene che tu voglia continuare, ma la domanda è: continuare con cosa? per fare dei semplici Guru Yoga non è necessario aver completato il ngondro. Il ngondro serve necessariamente se si vogliono fare dei ritiri molto molto lunghi delle pratiche di Tantra Supremo (non meno di nove mesi di ritiro, tre per la fase esterna, tre per quella interna e tre per quella segreta). Dato che presumo che non ti interessa farlo (non te lo consiglierei nemmeno se è per questo), e dato che non hai un rapporto tradizionale con un maestro, fare il ngondro SECONDO ME non è consigliabile. Finiresti con lo smettere di praticare dopo i primi ostacoli della pratica che troverai. Molto meglio fare delle pratiche più soft, che tra l'altro in my humble opinion portano anche più beneficio nel contesto in cui sei tu. Fare il ngondro come lo stai facendo tu è infatti proprio tradizionalmente fuori contesto.
    Non sto dicendo che devi necessariamente abbandonarlo, ma ti consiglio di andarci molto piano e affiancarlo pratiche diverse, per incrementare le tue energie (pratiche di lunga vita) e proteggerti da quelle nocive (pratiche di protezione, come Vajrapani, Garuda, Mahakala, ecc..ecc..)
     
    .
  14. karmapema
     
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    Ciao Destiny,

    allora si su questo hai ragione perchè avere un rapporto diretto con Ole è molto difficile. Però a me il Ngondro piace e anche molto. Certo avrei bisogno di capire se potrei appunto diluire le prosternazioni mano mano che lo completo così le finisco senza avere problemi alla schiena e nel frattempo non tengo in sosta lunghissima le altre pratiche. Guarda, per la protezione sto cantando la preghiera a Mahakala e sinceramente a me il Ngondro ha dato solo benefici e felicità. Non so, tu a quale scuola appartieni? Perchè mi nomini pratiche che non conosco e mi sembri molto preparato.

    Ah dimenticavo, nel caso di Ole dopo il Ngondro si fa l'ottavo Karmapa tendenzialmente ( che dovrebbe essere una meditazione molto piacevole, una volta l'ho fatta durante un ritito di Phowa...) non credo nella mia scuola si facciano ritiri lunghi, anzi Ole li sconsiglia.
     
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    Beh se ti piace il Ngondro continua pure, chi ti dice niente.
    Fare la preghiera a Mahakala Bernachen è ottimo. Ma se prima o poi riesci ad ottenere la pratica vera è proprio è molto molto meglio. Se non di Mahakala, per lo meno di qualche altra praticadi protezione. Se non trovi maestri della tua scuola vai pure a riceverla da qualche altro, se è qualificato. Mica bisogna essere settari. Oppure se puoi richiedila. Mahakala però va preso solo se intendi praticarlo ogni giorno. Oppure ho visto che al centro Ewam di Firenze Tulku Gyatso dà a Dicembre la pratica di Vajrapani-Hayagriva-Garuda. Quella è ottima per esempio. Il punto è che bisogna capire è che è necessario pararsi le chiappe dalle energie nocive, energie che con la pratica potresti attirare.
    Mentre una pratica di lunga vita, pur non essendo vitale , è comunque molto consigliata (a meno che non fai altre pratiche di altre tradizioni che incrementino le energie vitali, come pratiche di hatha yoga, certe arti marziali e quant'altro).
     
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20 replies since 3/4/2008, 13:30   1181 views
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