Dozgchen, bodhicitta e permanenza...

... tanti dubbi, un solo thread!

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  1. Cygaro
     
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    [Post preso da altra discussione in cui sono sicuro sarebbe finito nel dimenticatio.
    Nonostante l'evidente confusione di quanto segue spero mi aiuterete a dirimere alcuni dubbi.
    (Il primo quote viene da un post di sandrino, qui c'entra anche poco ma mi secca rieditare tutto).]

    CITAZIONE
    Il bodhisattva che vede che gli esseri in realtà sono illusori di esistenza indipendente vede anche che a livello relativo sono manifestazioni diverse della stessa natura.....
    [...]
    se tutto fosse una cosa unica e sola, allora all'illuminazione di Sakyamuni tutti gli esseri avrebbero raggiunto contemporaneamente l'illuminazione. Ma così non è poichè la natura vacua di esistenza indipendente di un fenomeno , non precludo la sua esistenza interdipendente a livello relativo. E questo è valido per ogni singolo fenomeno (vacuo e illusorio di esistenza indipendente, ma manifestabile a livello relativo in maniera interdipendente).

    Quindi, da ciò che ho capito (ma non "conosciuto" uhuh), quando dici stessa natura intendi la caratteristica di vacuità di tutti i fenomeni, l'aspetto che, possiamo dire, li accomuna... ma a livello assoluto e non duale non possiamo parlare di diverso o uguale. Cosa che comunque è implicita nella seconda parte della citazione.

    Ora mi ricollego a questo per portare il discorso poco lontano da dove è ora.
    Nel libro di Kalu Rinpoche si parla di bodhicitta relativa e bodhicitta assoluta: da una parte si ha quindi lo sviluppo della compassione e dall'altra dell intelligenza non-mediata, la conoscenza di mancanza di se sia dei fenomeni che del sogetto che li esperisce, quello che nel libro viene chiamata doppio non-se. Viene spiegato come le due debbano essere sviluppate insieme e che pensare di poter fare a meno di uno dei due aspetti è un grave errore.

    Anzitutto forse questo risponde bene, penso, a diversi dubbi che possono sorgere con uno studio poco attento del buddhadharma...

    ... ma in realtà ne parlo perchè avrei delle domande. Mi scuso se le mie domande toccano punti già analizzati, ma non ho ancora avuto modo di leggere tutti i topic importanti quindi eventualmente vi prego di indicarmi dove se ne è parlato.

    La prima sullo dzogchen.
    Vorrei capire che spazio si riserva nello dzogchen alla compassione, in particolare nel bon, in quanto suppongo che l'aspetto di compassione sia già insito all'interno della scuola Nyingmapa in quanto scuola buddhista, se si parla di bodhicitta e in che termini.

    La seconda a D&G.
    Tu hai più volte parlato di bodhicitta in termini non dico sprezzanti, ma hai sollevati molti dubbi... Sono molto interessato a capire da te che ne pensi di questo aspetto delle due bodhicitta e se reputi "inutile" quello relativo. Forse invece la tua critica era rivolta al modo in cui vengono viste le bodhicitta dai praticanti che si dimenticano un po' (tanto) della seconda.
    Inoltre hai parlato di quel genere di amore "che move il sole..." e vorrei capire se è in relazione alla bodhicitta assoluta.

    Terza.
    La realizzazione del frutto, arrivare alla natura della mente... mi porta molte domande. È possibile asserire che la mente relativa "ascende" all'assoluto giungendo a sperimentare la sua Natura finchè non si aggrappa a quella esperienza tanto da perdere ogni distinzione tra mente relativa e mente assoluta? (A scrivere sta cosa mo pare di dire una cosa abbastanza confusa... ma ho ancora bisogno di tempo per riordinare le idee... vedete se riuscite comunque a darmi qualche dritta su cose che posso aver capito male). La natura della mente è accostabile ad un "anima" ... forse di ciò se ne è già parlato... ora faccio una ricerca.

    Quarta.
    Infine mi incuriosisce il discorso sull'Io magico di cui parlò DeG ... Lui disse mi pare che è qualcosa che si "fabbrica" non mi pare ne parlò in termini di "scoperta". Allora questo processo di creazione può assomigliare a quel rendere tutt'uno il fenomenico con la natura assoluta in modo da poter Fare (con la F maiuscola) nel relativo...


    Sono sicuramente confuso sotto molti punti... ho bisogno di tempo... ma intanto queste cose le ho in testa più o meno come le ho scritte quindi ho deciso di tirarle fuori e farvele vedere... Consapevole almeno di parte della mia ignoranza. Eheh.

    ...basta che se no metto troppa carne sul fuoco e faccio predere fuoco a tutto il bosco. :sssssiiii*: (Battutaccia in tema con Pasquetta... la famasa arrustuta nel bosco qui è tradizione... ma penso sia così un po' ovunque).


    Un abbraccione a tutti
     
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  2. dorjepizza
     
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    Sono tante le domande e cercherò di meditarci e di risponderti nei prossimi giorni.
    Riguardo alla prima si in effetti lo Dzogchen non parla di unico essere che pervade tutto .Neabbiamo discusso tante volte .Lo Dzogchen è molto ambiguo su questo punto.

    uno e molti sono due categorie del nostro pensiero.
    E lo Stato è al di là di uno e molti.Se però tentiamo di descriverlo allora non possiamo dire che tutti gli esseri condividano un unico Stato Naturale .Gli esseri non hanno Un unica Natura della mente perchè se uno realizzasse la natura della mente tutti la realizzeremmo con lui .Ma questo non avviene.Quindi non c'è un unico essere di cui noi saremo un frammento .Dall'altra parte non possiamo neanche dire che ce ne sono molteplici stati naturali .Perchè questo significherebbe che la natura della mente il Kunzhi avrebbe dei confini .Ma non diciamo che il Kunzhi è senza confini .
    Questa è la spiegazione dello Dzogchen che è ovviamente contraddittoria.
    Possiamo però dire una cosa che questa contraddzione nasce perchè cerchiamo di attribuire dei concetti umani formatisi in questo contesot a qualcosa che è al di là dei concetti .Quindi l'unico modo per acquisire una conoscenza è quella di avere un esperienza precisa dello stato naturale e superare le contraddizoni di questa concettualità attraverso un esperienza diretta
     
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  3. dorje e gabbana
     
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    CITAZIONE
    Quindi non c'è un unico essere di cui noi saremo un frammento .Dall'altra parte non possiamo neanche dire che ce ne sono molteplici stati naturali .Perchè questo significherebbe che la natura della mente il Kunzhi avrebbe dei confini .Ma non diciamo che il Kunzhi è senza confini .
    Questa è la spiegazione dello Dzogchen che è ovviamente contraddittoria.

    E' contraddittoria solo in superficie, in quanto anche con le migliori intenzioni non riesce a liberarsi dalla influenza del buddismo antico che prende le distanze da alcune posizioni induiste ben note e poi nemmeno da quell'edificio ingonbrantissimo ed inutilissimo per uno dzog chenpa che è la madyamaka, di cui pero' i Bonpo modermi riformati, per farsi accettare come scholar dai gelupa e non farsi tacciare di sciamani zoticoni d'antan, studiano seguendo lo stesso corso pluriennale dei gelugpa dando gli stessi esami da geshe con professori gelugpa ecc ecc.
    Contenti loro.......

    Però se ti limiti ad osservare i fatti con distacco, senza cedere alla tentazione di farti indottrinare per ripetere i loro stilemi filosofici, che come la madyamika non affermano un bel nulla e rimangono ambigui, anche nello dzog chen le conclusioni sono semplici se hai una certa padronanza anche di altri sistemi induisti e gnostici, che hanno attraversato lo stesso tazikistan, terra madre di tonpa shenrab, il buddha dei bonpo che al contrario di shakiamuni, per loro insegno tutti i veicoli: sutra tantra e dzog chen.

    Seguendo le argomentazioni del nostro Dorje Pizza non è poi cosi difficile concludere che uno stato indifferenziato di rigpa diffuso in tutto l'universo kiaprig, ad un certo punto, e per motivi che qui non ci interessa analizzare, si differenzia dando luogo alla natura della mente dei singoli esseri, che il tantra leggerà come goccia indistruttibile anche se gli dzog chenpa come Geshe Gelek, svicolano come anguille - non per cattiveria, ma perchè sono OBBLIGATI a ripetere le menate che prima di loro altri hanno concordato come la posizione ufficiale di scuola (inattacabile sia da eternalisti che da nichilisti e che a metà tra le due si pone).
    Svicolano come anguille affermando che le affermazioni riportate anche dai loro tantra madre come ma gyu, che forniscono dettagliare descrizione dei tigle, alla luce dello dog chen sono errate - lo ha detto publicamente nell'ultimo insegnamento a milano, stimolato da una mia domandina cattivella. E pertanto anche la goccia indistruttibile che risiede al centro del chakra del cuore e che contiene i venti sottilissimi che migrano da vita in vita, anche secondo il tantra bonpo, in realtà secondo lo dzo chen non esistono, sono modi di dire di presentare le cose, ma secondo lo zog chen non si puo dire se le goccie (tigle) esistano o non esistano nel corpo dell'individuo e se persino la sua natura della mente sia dentro o fuori. E concludono che è errato dire persino che sia associata all'individuo o localizzata in dimensioni sottili controparti localizzate del suo corpo fisico, che il tantra invece accetta senza nessunissimo problema.

    Ora da praticante capisco l'esigenza della scuola di non oggettivare neanche il rigpa associandolo al corpo e reificando cosi la natura della mente stessa associandola ad un corpo.

    Tuttavia chi non possiede solide basi esperienziali e sa che anche queste affermazioni finali dello dzog chen sono solo in realtà un modo di spiegare provvisorio e non definitivo neanche stavolta, e contiamo pochissimi occidentali e pochi maestri tibetani - perchè dovete star attenti a riconoscere anche trq i tibetani chi ripete a pappagallo cose che ha imparato nell'università monastica e chi invece ne ha realizzato l'essenza - chi non ha basi di sistemi comparativi potrebbe e andrà certamente in confusione totale e non uscire piu da questo pantano.

    Infatti geshe gelek potrebbe cadere in contraddizione rispetto a quanto aveva appena affermato sulla non localizzazione del rigpa nel corpo fisico (o in uno spazio attiguo e parallelo di vibrazione piu sottile, ma sempre all'individuo legato), rispetto alla visione del trek chod
    E questo perchè poi gli insegnamenti supersegreti, si fa per dire, del todgal affermano chiaramente che il rigpa e la natura della mente sono localizzati al centro del corpo - proprio guardacaso dove si trova la goccia indistruttibile del tantra la cui esistenza ultima è negata secondo lo dzog chen, almeno da geshe gelek - e per di piu da esso sorgono due canali segreti (tza in tibetano o nadi in sanscrito) che dal centro del cuore spirituale sale e sis divede poi in due arrivando ai due occhi.

    Pertanto le visioni che sorgeranno sia nel todgal del ritiro al buio che alla luce del sole, anche se il praticante le vedra sorgere davanti a lui in realtà sono manifestazioni della natura della mente e non visioni dualistiche ordianrie E le visioni, aggiungono, sorgono proprio grazie a questo canale segreto, dal centro del cuore, non conosciuto dal tantra che si chiama kati, ma che sempre un canale alla fine o nadi è, e che viene ben localizzato sia rispetto al cuore che agli occhi e che attraverso di esso il rigpa si manifesta e cosi la natura della mente........e quindi si csde in contraddizione a quanto affermato a milano

    per di piu anche i tigle negati da geshe gelek come dotati di esistenza all'interno del corpo del praticante, nel trek chod, poi nel todgal riacquistano tutta la loro bella esistenza, visto che sorgono da dentro il cuore (caso strano lo stesso luogo in cui l'induismo pone l'atman) e si manifestano attraverso il canale segreto che poi si divide negli occhi.

    Ecco perchè sono certo che oggi il todgal cosi come viene insegnato non porti piu a nessun risultato, essendo una tecnica buona per il ciclo enegetico precedente che si è chiuso nei primi anni del 2000. Infatti corpi di luce non se ne sono piu visti dopo tale data. Dudjom rimpoche ha fatto probabilmente il penultimo.........poi dicono che intorno al 1995 un gelugpa che aveva anche preso insegnamenti nimapa ne abbia fatto un altro, ma non è certo.....

    Queste erano poderose vie per gli adepti del passato che ahime oggi per tutta una serie di motivi molto lunghi da affrontare qui, potrebbero non funzionare piu........nemmeno per i maestri tibetani cosidetti piu avanzati in questo sentiero.......

    Spero ovviamente di essere smentito dai pirotecnici corpi di luce che vedrò fare dai maestri di dzog chen oggi viventi, piu anziani, considerati tra i piu avanzati al mondo, ma temo che piu realisticamente, dovro aspettare come minimo il prossimo kalpa per vederne un'altro, visto l'aria che annuso........

    quindi tanto vale che mi dedichi alla pratica del porco di luce nel frattempo, finche' me lo consentono, e ammesso che me lo consentano ancora e non mi mettano per un anno in castigo ahahaahah :lol: :P ;)
     
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  4. dorjepizza
     
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    Per quanto riguarda la compassione ti posto un intervento di Namkhai Norbu Rinpoche

    Domanda :
    Che cosa significa la compassione?
    Risposta di Namkhai Norbu
    Compassione vuol dire molte cose .Nel Buddhismo mahayana ,per esempio,una delle cose principali di cui si parla è la compassione.In questo caso è considerato una funzione dell amente .Uno attraverso la compassione rieduca il suo modo di pensare .Uno pensa alla miseria al dolore e alla sofferenza di tutti gli esseri così fa sorgere in sè un pochettino questa compassione .attraverso questo svolge beneficio per gli altri .
    Per quanto riguarda lo Dzogchen non il concetto principale perchè principale è la conoscenza .Se io possiedo la conoscenza di cosa significa realizzazione allora so che ci sono molti individui che soffrono e trasmigrano .Quando io entro in questa conoscenza allora sorge la compassione vera.E chi ha la vera compassione sa qual'è òa sua funzione
    Riguardo alla compassione di ogni singolo individuo ç quando noi parliamo della nostra condizione ,appartiene alla terza quella che si dice thugs-rje l'energia .Allora uno ha una vera autentica compassione così finalmente anche sa come deve funzionare e anche sa come applicarla .Questo è il modo di vedere la compassione nello Dzogchen.ùPerciò la compassione è una parola molto genenrale che si definisce in diversi modi
     
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  5. Cygaro
     
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    Ringrazio anzitutto dorjepizza (...troppo tardi) e d&g per le cortesi risposte. Le rileggerò e cercherò di esprimervi i dubbi rimasti.

    Intanto ho un'altra domanda: pensavo di paticare l'A-khrid, la meditazione concentrata sulla A, perchè mi è stato più volte detto che è la meditazione concentrata è comunque una pratica utile in ogni sentiero. Ne ho letta una descrizione nel libro di Tenzin Wangyal. Vorrei capire se la posso praticare senza problemi... ripromettendomi comunque di chiedere delucidazioni a Geshe Gelek a Napoli. Che dite? O dovrei invece praticare concentrandomi solo sul respiro?
     
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  6. dorje e gabbana
     
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    ask lama when you are in Naples

    do not ask forum

    forum is not your guru

    :lol: :lol: :lol:

     
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  7. Cygaro
     
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    Oki.
    Thx thx!
     
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6 replies since 23/4/2011, 15:47   402 views
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