Free Tibet ?!?! Free violence !!!

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  1. 1Wakana
     
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    8 motivi validissimi e molto realistici per portare avanti la causa tibetana.

    Quella che segue è una mia traduzione di parte di una newsletter del 20/12/12 che Tendor di Students for a Free Tibet ha inviato per l’inizio dell’anno nuovo, elencando 5 ragioni per portare avanti la causa tibetana. Il 7° motivo è spiegato in un’altra sua e-mail successiva (15/02/13).

    Motivo n° 1: la libertà è contagiosa. Dal Myanmar alla tunisia allo Yemen e all’Egitto, le forze democratiche stanno vincendo, nonostante le crescenti contrarietà. Mentre la libertà si espande in tutto il mondo, la “fratellanza” delle dittature adesso resta sempre più isolata. Questa crescita netta in libertà e democrazia in tutto il mondo avrà un impatto sul Tibet, la Cina e gli altri stati polizieschi rimasti, ad ogni livello: psicologico, sociale, culturale e politico. Ogni anno, il mondo privo di libertà, guidato dalla Cina, si rimpicciolisce e ciò porta ad un’erosione della legittimità del Partito Comunista Cinese, sia nella sua esistenza nazionale che globale.

    Motivo n°2: la non-collaborazione in Tibet. La resistenza tibetana ha attraversato una trasformazione fondamentale negli ultimi 4 anni, che hanno visto i tibetani abbracciare le tattiche della non-cooperazione e dell’intervento diretto. Gli attivisti tibetani, che per tradizione si sono sempre affidati a tattiche di protesta ad alto rischio, adesso stanno aggiungendo al loro arsenale uno strumento di non-collaborazione più sommesso ma potente: stanno boicottando i business, le istituzioni, la cultura e perfino la lingua cinesi. Nella prefettura di Kardze e nella contea di Ngaba, i tibetani evitano i ristoranti cinesi e scelgono al loro posto i ristoranti tibetani, un esempio gandhiano di non-cooperazione economica. Nell’area della catena montuosa di Khawa Karpo, gli abitanti dei vari villaggi, stanchi di protestare contro le compagnie cinesi di estrazione mineraria, hanno spinto in un fiume l’equivalente di $ 300.000 in attrezzatura per l’estrazione mineraria, un modello di intervento diretto non-violento. Tra tutte le tattiche non-violente, la non-cooperazione e l’intervento diretto hanno la migliore esperienza comprovata nella demolizione dei pilastri dell’oppressione.

    Motivo n°3: il movimento del Lhakar Karpo, letteralmente “il Mercoledì Bianco” si serve della cultura come arma per resistere. Per sei decadi, abbiamo creduto nella saggezza convenzionale che la cultura potesse sopravvivere solo alla mercé della politica, e la politica in Tibet permetteva alla cultura pochissima speranza di sopravvivenza. Ma il Lhakar Karpo, un movimento che usa la cultura per promuovere la libertà, ha capovolto i 5 decenni di campagna cinese di sinizzazione della cultura tibetana. I tibetani usano l’arte, la letteratura, la poesia e la musica per esprimere il loro desiderio di libertà e la loro fede nel Dalai Lama. Canzoni, libri e video musicali dai testi carichi di contenuto politico diventano regolarmente dei bestsellers. Nella storia di molte lotte anticoloniali, le rivoluzioni politiche vittoriose furono spesso precedute da un rinascimento culturale, che adesso è in piena fioritura in Tibet.

    Motivo n°4: internet=informazione=libertà. La morsa del governo cinese dipende, in Tibet come in Cina, dal suo controllo totalitario dell’informazione e dalla sua abilità di mantenere ignorante la massa. Oggi, il suo controllo è fragile, grazie a internet. Il governo cinese si trova a dover affrontare nel suo stesso popolo un nemico molto più formidabile di quanto non lo fosse dieci anni fa, perché la velocità alla quale viaggia l’informazione è aumentata di anni luce. L’apparato della censura pechinese è regolarmente sconfitto dall’ingegnosità degli internauti cinesi alla ricerca della verità. Il governo ha perso il suo monopolio dell’informazione, mentre internet continua a dare alle persone pezzi di potere greggio e non sottoposto ad alcuna autorità.

    Motivo n°5: le dittature invecchiano e muoiono. Il totalitarismo è un vicolo cieco. Il Partito Comunista Cinese è stato capace di sopravvivere fino ad ora truccando il suo stesso sistema, ma adesso questi suoi trucchetti non bastano più per salvarlo dal crescente malcontento, dall’incombente devastazione ambientale, dalla corruzione endemica e dall’economia in rallentamento. Secondo lo studioso cinese Minxin Pei, le dittature hanno delle fenditure nelle loro stesse fondamenta, fenditure che limitano la durata delle dittature a non più di un certo numero di decadi, perfino nei casi dei regimi più duraturi. L’unione Sovietica si sbriciolò al suo 74° anno, il regime messicano al suo 71°, il Kuomintang al suo 73°. Il Partito comunista Cinese ha 63 anni e, secondo Pei, gli rimangono poco più di 10 o 15 anni, se è abbastanza fortunato da sopravvivere così a lungo.

    Motivo n°6: farebbe bene anche alla Cina. Adesso la Cina spende più soldi nella “sicurezza pubblica” che nella difesa internazionale: nel 2010, la sicurezza pubblica le è costata 549 miliardi di yuan, mentre la difesa internazionale 533.4 miliardi di yuan (Reuters, 5 marzo 2011). Uno studio dell'Osservatorio dei Diritti Umani (Human Rights Watch) rivela che nel 2011 la spesa per la sicurezza pubblica nella regione di Ngaba del Tibet orientale (l’epicentro dell’ondata di autoimmolazioni) ha superato tutta la somma spesa dal 2002 al 2011 nelle regioni non tibetane della provincia del Sichuan. Se il governo di Pechino continua così, la Cina diventerà sempre più vulnerabile. Inoltre, se la Cina riconoscesse l’indipendenza al Tibet, migliorerebbe enormemente la sua immagine nel mondo: io so benissimo che ci sono tanti cinesi come Liu Xiaobo, premio Nobel per la pace 2010, che si batte (dal carcere) per la tutela dei diritti umani in Cina, so che tanti membri dell’organizzazione Democratic China sfilano nei cortei accanto ai loro fratelli e sorelle tibetani sostenendo la loro causa, ma ci sono tante persone nel mondo che giudicano male i cinesi per il semplice fatto di essere cinesi.

    Motivo n°7: il riconoscimento ufficiale del 13 febbraio come giornata nazionale tibetana, che ricorda a tutto il mondo come il Tibet sia una nazione diversa dalla Cina, con una sua storia, una sua cultura, una sua lingua, religione etc…, potrebbe essere un passo importante nella lotta per l’indipendenza, nonché uno strumento potentissimo per lo smantellamento della campagna di rieducazione patriottica cinese. Ricordiamoci di firmare l’appello che il Venerabile Yeshe ci ha prontamente segnalato, in modo che tale giornata sia riconosciuta ufficialmente:
    www.be-tibet.com/we-demand-a-tibetan-national-day/
    Questa petizione europea è la prima ad essere indirizzata all’Amministrazione Centrale Tibetana e si rivolge direttamente al ministro e ai membri del parlamento tibetano. Attraverso questa petizione, i Venerabili Thubten Wangchen e Chungdak Koren, membri del Parlamento Tibetano che rappresentano l’Europa, potranno presentare una mozione nella prossima sessione parlamentare per richiedere l’istituzione della giornata nazionale tibetana. Nel mondo, ci sono già alcuni politici che si sono dichiarati favorevoli: negli USA, il membro del Congresso Carolyn B. Maloney, in Canada, i deputati David Sweet e Cheri DiNovo, in Scozia, il deputato Marco Biagi, che ha inoltre iniziato una mozione parlamentare a favore della giornata nazionale tibetana, mozione alla quale hanno aderito ben 21 parlamentari scozzesi (la mozione è contenuta nella terza lettera che compare nella pagina web seguente:)
    https://www.studentsforafreetibet.org/news...carolyn-maloney

    Motivo n°8: sostenere la causa tibetana ci aiuta a limitare il riscaldamento globale. Come ho ricordato nel mio post del 16/2, il Tibet, conosciuto anche come il terzo polo glaciale della terra, si sta riscaldando al doppio della velocità alla quale si sta sciogliendo il resto del mondo a causa della deforestazione sistematica perpetrata dal governo cinese. La deforestazione provoca desertificazione, che sta facendo sciogliere velocemente i ghiacciai himalayani, aggravando ulteriormente il fenomeno del riscaldamento globale.

    Anche chi non può sostenere il Tibet con delle donazioni, potrà comunque fare tante cose per aiutare il popolo tibetano.
    Innanzitutto, si può cominciare con il firmare le petizioni per l’indipendenza tibetana disponibili online. Un altro strumento di intervento diretto molto potente consiste nel boicottare le merci cinesi: in questo modo, faremo del bene anche al nostro paese. Infatti, preferendo le marche italiane che non affidano la produzione a manodopera cinese a basso costo, creeremo più impieghi per gli italiani e più ricchezza per la nostra economia, ristabilendone un circolo virtuoso. E naturalmente, boicottando le merci cinesi, saremo silenziosamente al fianco dei nostri fratelli e delle nostre sorelle tibetani nella loro lotta per l’indipendenza e la libertà! Ogni volta che sull’etichetta di un prodotto compare la scritta “Made in PRC” (o più chiaramente “Made in China”), non acquistiamolo. Eventualmente, spieghiamo a chi ancora non dovesse saperlo che PRC significa “the People's Republic of China” e che il fatto di acquistare un prodotto di marca italiana non deve bastare per farci dormire sonni tranquilli: sono tantissime le case italiane che affidano la produzione a stabilimenti dislocati in Cina. Per fare un esempio banale, spieghiamo a chi non riesce o non può mantenersi aggiornato/a che le pantofole De Fonseca sono prodotte in Cina. Nella mia esperienza personale, ho avuto modo di constatare che alla fine si tratta soltanto di fare la spesa in due o al massimo 3 luoghi diversi: tutto qui. Ognuno può organizzare i propri impegni settimanali al meglio per fare in modo che passare da questo o quel negozio diventi una cosa facile. Si tratta soltanto di studiare bene i prodotti e vedere dove sono reperibili.
    La cosa essenziale è parlare a quante più persone sia possibile in merito a ciò che sta accadendo in Tibet. Siamo consapevoli del fatto che la censura attanaglia la stampa e i notiziari italiani: la classifica stilata da ‘Reporter senza frontiere’ ci vede al 57° posto. L’Ungheria, la Moldavia e l’Argentina stanno meglio di noi! (Ai primi posti, invece, ci sono i paesi del nord Europa: Finlandia, Olanda e Norvegia.) Se vogliamo aiutare il Tibet, dobbiamo innanzitutto parlare a quante più persone è possibile della meravigliosa cultura tibetana e della sua portentosa tradizione spirituale, e dobbiamo soprattutto diffondere le notizie che apprendiamo in questa bellissima discussione. Quante più persone ne saranno al corrente, tanto più crescerà l’indignazione e la volontà di aiutare il popolo tibetano in maniera concreta.
    Possiamo anche organizzare delle raccolte di firme per conto di Italia Tibet (non è necessario esserne membri). Basterà inviare loro il nostro nominativo e la nostra data di nascita. Per esempio, si possono raccogliere firme per la campagna Stop Killing in Tibet; si può scaricare il modulo per la raccolta delle firme e farlo circolare tra amici e conoscenti:
    www.italiatibet.org/index.php?optio...luse&Itemid=140
    Possiamo inoltre organizzare delle riunioni in luoghi pubblici per leggere il documento noto come la Dichiarazione d’Indipendenza Tibetana, una cui traduzione italiana si trova al sito:
    https://www.studentsforafreetibet.org/camp...0th-anniversary
    (E’ la penultima traduzione, in fondo alla pagina.) In queste riunioni, possiamo informare gli italiani su cosa sta succedendo in Tibet e/o raccogliere altre firme.
    La musica tibetana è bellissima. Ecco dei links di video tibetani (questi riflettono i miei gusti, ma ognuno potrà trovare sicuramente gli artisti che gli piacciono di più navigando su Youtube):

    https://www.youtube.com/watch?v=v0zu5qUkinU

    https://www.youtube.com/watch?v=mNBNi_9LLZw

    https://www.youtube.com/watch?v=p5WcbHSKZeY

    https://www.youtube.com/watch?v=6RVJwp2tHYg


    Chi ha il piacere di condurre una trasmissione radio, potrà includere in essa alcune canzoni tibetane. Possiamo invitarli a suonare in un locale, se abbiamo dei contatti che ce lo permettano. In un ambito più vasto, io ho scritto ad alcune trasmissioni televisive italiane chiedendo ai/lle presentatori/trici di invitare alcuni artisti tibetani a suonare. Se siamo in tanti a farlo, alla fine acconsentiranno. Si sa: vox populi, vox dei… Facciamo diventare famosi i musicisti tibetani! ^_^ Alle trasmissioni a cui ho scritto, ho segnalato il video della forse più famosa canzone della scena musicale di Amdo: “The Sound of Unity”, nella sua versione con un’alternanza suggestiva di voci maschili e femminili

    https://www.youtube.com/watch?v=ixS7oirayWA

    e in quella originale, sottotitolata in inglese

    https://www.youtube.com/watch?v=3P3KlEvTePM

    Ho proposto loro anche la freschezza e la grinta dell’hip-hop tibetano:

    https://www.youtube.com/watch?v=U1x_g6Mk0L4

    Possiamo anche creare delle suonerie per il nostro telefonino con l’aiuto di programmi scaricabili gratuitamente da internet, come MP3 Direct Cut, che permettono di tagliare un mp3 e farlo partire e finire nei punti in cui lo desideriamo. Se il nostro cellulare squillerà mentre siamo in compagnia, sicuramente qualcuno noterà la nostra suoneria e ci chiederà di che musica si tratta: è un’altra occasione in più per parlare del Tibet! La musica ha il pregio di parlare direttamente al cuore e di farci compagnia anche quando siamo soli, quando essa rimane ancora nella nostra mente: per questo è uno strumento molto efficace per coinvolgere sempre più persone nella lotta per l’indipendenza del Tibet.
    Se dobbiamo scegliere un corso di laurea in lingue, possiamo scegliere di includere il tibetano: ciò renderà la recitazione dei mantra più facile, mettendoci in grado di capire sillaba per sillaba cosa stiamo dicendo nel momento stesso in cui lo diciamo, e ci permetterà di diventare mediatori/mediatrici della comunità tibetana nel nostro paese. Ai nostri fratelli e alle nostre sorelle tibetani farà sicuramente piacere sapere che la loro lingua è oggetto di studio e ammirazione da parte di noi occidentali e ciò darà loro un messaggio di forza e speranza. Poi, quando il Tibet sarà libero, le opportunità lavorative si moltiplicheranno esponenzialmente perché ci sarà tantissimo da costruire. :D

    Risposta a Dorje e Gabbana

    “la tua mancanza di coerenza mi sembra palese e fuori questione visto che prima ti dichiara contraria alle auotimmolazioni e poi quando qualcuno come me ne evidenzia l'inutilità assoluta sia in termini di lotta politica che di lotta di resistenza etnica tu ti inalberi e tiri una filippica di tre pagine. “ (… ) “la tua incoerenza palese”

    Da queste parole, deduco che per te nella vita esista solo A oppure B, mentre A+B non sia possibile. L’”inutilità assoluta sia in termini di lotta politica che di lotta di resistenza etnica” è solo la tua opinione e non conta più di quella di chiunque altro partecipi alla discussione. La mia non è stata una filippica, bensì una risposta ragionata. Forse ti aspettavi che mi mettessi a parlare della questione tibetana con la stessa superficialità con cui si discorre di argomenti frivoli?

    “Questo perchè le guardie rosse avevano compiuto molti massacri in Cina prima di entrare in Tibet già in cina, questo era un fatto ben noto, ed un leader carismatico a capo del suo governo del suo paese in esilio degno di questo nome, come il Dalai lama, avrebbe dovuto tenerne conto invece di far finta che non fossero mai accadute....provocando cosi' con le sue scelte insane milioni di morti”

    Le scelte insane sono state fatte dalla Cina e non dal Dalai Lama.

    “Persino un maestro tibetano come CNNR” (…) “comprese che il Tibet come lo conosceva era perduto e che i pesanti abusi di sfruttamento economico compiuti dai monasteri per secoli ai danni della popolazione in un regime feudale che ormai era finito per sempre, era proprio quello a cui i cinesi si attaccavano per portare avanti la loro propaganda, propose la riorganizzazione dei monasteri e delle comunità religiosi sulle basi di comunità basate invece sulla solidarietà, sulla autonomia produttiva e sul lavoro di tutti invece del lavoro di molti causato dallo sfruttamento di pochi privilegiati.“

    Orbene, ho fatto alcune ricerche su tale CNNR, e fin’ora nessuno è riuscito a dirmi di chi tu stia parlando. Mi è stato fatto notare che non si capisce chi questo CNNR sia, dato che scrivi il suo nome appuntato. Potresti cortesemente scriverlo per esteso? Come dimostra il documento comunemente noto come la “Dichiarazione d’Indipendenza Tibetana”, scritto dal 13° Dalai Lama il 13 febbraio 1913, il Tibet mostrava di essere tollerante nei confronti delle altre religioni e aveva già intenzione di modernizzare l’esercito, fare una riforma amministrativa, abolire le punizioni disumane, introdurre la giustizia sociale e, soprattutto, attuare riforme agrarie. Tutto questo, più di 3 decadi prima della fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Il problema è che la Cina non ha dato modo al 13° Dalai Lama di attuare tali riforme. Come credo saprai, la Cina ha creato in Tibet finti monasteri, con finti monaci, mentre quelli veri sono stati espulsi e imprigionati. Il partito comunista controlla e interferisce enormemente nella vita dei monasteri, stabilendone gli orari di apertura e chiusura, imponendo severe restrizioni sui raduni religiosi e sulla pratica buddhista, rendendo quest’ultima quasi impossibile, negando il diritto di riconoscere e consacrare i lama reincarnati (che sono scelti invece dalla Cina) e collocando pattuglie di polizia nei monasteri. I monaci che si oppongono a tutto ciò vengono arrestati, proprio come i 6 del monastero di Drakdeb il 20 febbraio scorso.

    “allora i cinesi sarebbero arrivati e non avrebbero avuto niente da cambiare, da obiettare nè da distruggere.” (…) “quando i cinesi arrivarono nella comunità agricola del suo maestro Chanciub Dorje organizzata sulla pratica del dharma ma anche lavoro equo e solidale di tutti, non arrestarono nessuno, non uccisero nessuno e non trucidarono nessuno. Si fecero un giro e se ne andarono non distruggendo neanche del loro tempio e li lasciarono in santa pace a lavorare, praticare e realizzare, perche' dissero che da loro nessuno sfruttava il lavoro degli altri ed erano in linea con gli ideali comunisti di Mao.”

    A prescindere da chi sia tale CNNR di cui tu parli, sempre che non sia un personaggio intorno al quale la Cina ha voluto raccontare menzogne in qualche libro di storia voluto dal governo di Pechino, tu vorresti farmi credere che i cinesi rispetterebbero i tibetani se essi cessassero di volere essere tibetani e di lottare per l’indipendenza del proprio paese. Vorrei però attirare la tua attenzione sul fatto che l’assimilazione culturale che tu auspichi è già in atto e che ai tibetani è consentita solo un’educazione molto basilare che non permette loro di competere con i coloni cinesi in quanto a possibilità di impiego e opportunità lavorative. E questa ti sembra una soluzione? Vorresti farmi credere che tutto d’un tratto cambierebbe il tipo di educazione e di training e diverrebbe di ottima qualità? Sostenere la tesi dell’assimilazione dei tibetani come soluzione alla questione tibetana significa volere che i tibetani continuino ad essere trattati in questo modo crudele. Inoltre, l’assimilizione culturale è di per sé oltremodo ingiusta e crudele.
    Se sei così convinto dei tuoi argomenti, perché non ti confronti con un esperto come il Dott. Nyima Dhondup, Presidente della Comunità Tibetana in Italia? Egli saprà sicuramente toglierti ogni ombra di dubbio sugli infiniti modi subdoli di cui si serve la propaganda cinese per tentare di cancellare la cultura, la lingua e la storia tibetana per sempre dalla faccia del Tibet. Oppure potresti parlare con l’Associazione Italia-Tibet: sono persone davvero meravigliose! Su internet, la storia del Tibet è scritta in ogni suo dettaglio sul sito del governo tibetano in India, incluso ogni particolare che riguarda il dialogo con la Cina:
    http://tibet.net/
    Ognuno può consultare il sito e trarre le proprie conclusioni.
    In questa discussione, mi stai dando l’impressione di voler scrivere una versione diversa di come stiano effettivamente le cose in Tibet.

    E adesso, veniamo agli insulti e alle offese.

    “Insulto è sei io ti dicessi: "Sei una deficente mentecatta pezzo di cretina ecc ecc"”
    A parte il fatto che in questo modo me lo dici indirettamente (o credevi che non me ne sarei accorta?) e che avresti potuto esprimere lo stesso concetto scegliendo parole diverse, quel che tu affermi è sbagliato. Basterà dare un’occhiata a questa pagina web tratta da un forum buddista:
    http://buddhismo.forumfree.it/?t=62963208&st=15
    Nell’ultimo post, Warmbeer, del gruppo “amministratore”, spiega che affibbiare cose come “fascista convinto” è un insulto che lo porterà a bannare chi lo scrive, e aggiunge che “in altri forum si banna per molto molto meno”. (A proposito, sei sempre tu il Dorje e Gabbana che era stato nuovamente bannato?) Tu hai usato nei miei confronti le seguenti parole: “Le tue osservazioni generali sono quindi solo frutto di confusione e di un fanatismo cieco” (sono) “chiacchere deliranti” (…) “Invece dire che hai una mente sucettibile e fragile è un dato di fatto e - lo ribadisco” “non sono certo offese, ma solo constatazioni di fatto”

    Ma chi sei tu per parlare di me in questo modo? E meno male che non ci conosciamo nemmeno! Non rispetti la netiquette e questi sono solo i tuoi insulti, non “dati di fatto”.

    “Ma questo appare ovvio a chiunque abbia studiato un minimo di politica internazionale e conosca la storia della cina e dell'Asia.” (…) “Per il resto le tue conoscenze di geopolitica e di strategie politiche di resistenza nel caso di regimi totalitari come quello cinese sono assolutamente scarse e le tue argomentazioni pertanto non hanno molto senso.” (…) “E' come se qualcuno oggi protestasse seriamente per il ritorno di Vittorio Emanuele secondo al governo dell'italia.....e se la Repubblica Italiana non lo consente perchè la monarchia dichiarata Illegale, va dal Benzinaio chiede 5 litri di 98 se la butta addosso e poi si da fuoco....”

    Il paragone che fai (Vittorio Emanuele II) non regge affatto: egli non ci chiese mica di cancellare la nostra cultura, la nostra religione, la nostra lingua e la nostra storia dalla nostra mente. Spero che tu non abbia studiato la storia dell’Asia nella maniera superficiale in cui pare tu abbia studiato la storia occidentale. Non so come tu faccia ad essere così arrogante e presuntuoso. Credi forse che la storia dell’Asia e la geopolitica non siano oggetto di studio nelle nostre università?

    “ti confermo che non sai leggere molto bene i testi di questo topic”

    In realtà, qui non confermi, bensì ritratti: infatti nel tuo post del 16/02 avevi scritto: “Quindi temo che tu non sappia leggere bene”. Sei passato da (leggere) “bene” a (leggere) “molto bene”, evidentemente perché ti sei accorto anche tu che in quell’affermazione mi insulti.

    “Ma stai bene di testa??? “

    Che arroganza…

    (Le mie parole sarebbero) “chiacchere deliranti che non aiutano neanche un tibetano morto. Figuriamoci uno vivo.”

    Torno a dire: che arroganza! Attenzione però… potresti sognare un “tibetano morto”, come tu dici, e arrivare a cambiare idea…

    “ti è stato usato invece molto rispetto”

    E questo per te sarebbe usare molto rispetto?

    “il tuo stile senza alcun aggancio con la realtà”

    Se avere agganci con la realtà significa adottare una visione pessimistica, allora deduco che potresti avere una visione del mondo orrifica. Tu proponi l’assimilazione dei tibetani come "soluzione" all’attuale situazione, anche se questa tua “soluzione” non farà che rendere ancor più potente la Cina, che ha contribuito innegabilmente all’odierna crisi economica mondiale attraverso l’acquisto di industrie straniere e lo sfruttamento di manodopera a prezzi stracciati per accaparrarsi la produzione di importanti ditte, e che, nel conflitto siriano, ha bloccato regolarmente con il suo veto (insieme alla Russia) ogni votazione contro il regime di Damasco. Realisticamente parlando, conviene dare ancor più potere alla Cina? Ordunque, chi non avrebbe alcun aggancio con la realtà? Questa tua soluzione aiuterebbe tutti a stare meglio?

    “A proposito ma sei per caso Damshik che ha cambiato nome?”

    Io non sono Damshik, e l’amministratore di questo sito lo sa. Piuttosto, mi viene invece da pensare che potresti essere proprio tu ad avere più di un nickname. Per esempio, tornando al forum Ruota del Dharma, Warmbeer scriveva: “Shivadeva/ dorje e gabbana e' stato nuovamente bannato.” Non potresti essere sempre tu quel Dorje e Gabbana? Ciò mi fa dedurre che è possibile che proietti negli altri gli stessi comportamenti che adotti tu.

    Adesso passiamo alla maniera irrispettosa in cui parli dei tibetani. Parli di “folli che pensavano che i cinesi fossero li solo in gita turistica e bastava continuare a ripetergli che il sistema feudale dei monasteri era intoccabile perchè Buddha voleva cosi' e prima o poi ce l'avrebbero fatta.....”, parli di "atteggiamento miope", chiudi la tua lettera con “Trashi Delek”. Ho avuto modo di imbattermi per caso in un post pubblicato sul forum Dharma Wheel scritto in inglese da un utente che si chiama Dorje e Gabbana anche lui… potresti essere sempre tu. Se mi dici che ti è “scappata” la r, non ti nascondo che ci credo poco. Volevi accomunare il saluto/benedizione tibetano Tashi Delek al vocabolo inglese trash, spazzatura? Potrebbe essere così. Forse volevi suggerire “trashy” … Se è così, pensavi di essere astuto? Ti invito nuovamente a rispettare la netiquette. Se insulterai o offenderai nuovamente il popolo tibetano, oppure me, non te lo farò più notare nella discussione, ma inizierò a comportarmi diversamente.

    Purtroppo, a partire da questa settimana non mi sarà più possibile continuare questo botta e risposta con te: non ce la faccio più con il tempo. Fornire risposte sbrigative e sommarie non è mia abitudine e purtroppo mi devo fermare qui. Ho fiducia nel fatto che, quando scriverai per intero il nome di CNNR, gli altri utenti del forum e i lettori in genere si prenderanno il disturbo di contattare le varie associazioni che sostengono la causa tibetana per verificare personalmente l’autenticità delle informazioni che fornisci in questa discussione. Ciò contribuirà inoltre a creare ulteriori legami di amicizia e solidarietà con la comunità tibetana in Italia.
    Per quel che mi riguarda, i tuoi successivi argomenti su CNNR potrebbero saltar fuori da un libro di storia che rispecchia la versione dei fatti che il regime cinese intende trasmettere (ogni paese ha i suoi libri di storia scritti secondo il volere dei potenti).

    Tashi Delek! :D

    Edited by 1Wakana - 27/2/2013, 21:27
     
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372 replies since 8/10/2011, 09:50   20556 views
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