Free Tibet ?!?! Free violence !!!

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  1. dorje e gabbana
     
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    CITAZIONE
    Intanto tre monaci del monastero di Lingkha Shi Yaso nella contea di Bathang (in cinese Batang) nella provincia del Sichuan, lo scorso 8 marzo hanno effettuato una protesta pubblica a favore del Tibet issando bandiere e cantando slogan per il ritorno del Dalai Lama

    Mi pare molto bizarro che in Tibet i monaci ancora protestino e inneggino al ritorno del Dalai lama in Tibet, quando è lo stesso Dalai Lama il primo a non volerci tornare piu'. Ha detto piu' volte che la possibilità che lui torni sul trono di Lhasa non è piuì realistica, di abbandonare ogni speranza, e di cercare una via di collaborazione, specificando qualche anno fa che non intende piu' reincarnarsi come Dalai Lama, e di non cercare quindi il suo Tulku. Quest'ultima affermazione mi pare un chiarissimo riconoscimento del totale disinteresse a tornare in tibet sia nel presente, che nel futuro persino se le condizioni cambiassero in modo improbabile ed irrealistico

    CITAZIONE
    Anche la scrittrice e poetessa tibetana “Tsering Woeser” (Invisibile Tibet), che la settimana scorsa ha ricevuto il prestigioso Premio Internazionale delle Donne di Coraggio ha lanciato un appello agli attivisti che si battono per la libertà del Tibet affinché smettano di compiere gesti di autoimmolazione. La scrittrice, che di fatto vive agli arresti domiciliari, in Cina, a Pechino, si è detta “addolorata dalla recente serie di immolazioni e ha invitato i tibetani più influenti, tra cui monaci e intellettuali, a fare qualcosa per fermarli”. La Woeser ha affermato che i tibetani possono sfidare l’oppressione solo restando vivi, riprendendo le preoccupazioni e l’auspicio anche del Dalai Lama, che nonostante le accuse cinesi di avere incoraggiato i suicidi ha più volte affermato di non aver mai appoggiato tale pratica.

    Questa posizione mi pare molto sensata e dimostra che qualcuno tra i tiebtani ha ancora un po' di sale in zucca, peccato che questo riguardi prevalentemente quelli che sono fuori dal Tibet

    CITAZIONE
    Ad oggi per il Governo della Repubblica Popolare Cinese, la soluzione del problema tibetano non è un problema costituzionale o istituzionale. Con l’articolo 31 della Costituzione, la Cina ha previsto per Hong Kong e Macau una distinta configurazione istituzionale denominata “un paese, due sistemi” che potrebbe essere utilizzata anche per il Tibet. Si tratta di un approccio politico del tutto pragmatico che tiene conto degli interessi sia dei tibetani, sia dei cinesi e che ha abbracciato anche il Kashag, il Parlamento del governo tibetano in esilio a Dharamsala in India.

    State pur certi che finchè i tibetani in tebiet continueranno le loro proteste anacronistiche basate sul ritorno del dalai lama ed i giesti di autoimmolazione, la politica di "un paese, due sistemi" non verrà mai applicata in Tibet ed i tibetani dovranno ringraziare solo questi folli esaltati che gettano benzina sul fuoco rendendo impopssibile l'applicazione dell'art 31.
    Conosco bene Honk Kong e Macau dove mi trovo proprio adesso, e posso assicurarvi che se qui ci fosse una sola manifestazione di piazza per il ritorno del governo del Commonwealth o contro qualche legge che non gli piace, il giorno dopo arriverebbero i carri armati e l'esercito e l'art 31 sarebbe ritirato immediatamante.....

    Ma i Tibetani questo non lo capiscono ed invece di negoziare pacificamente e con intelligenza - prendendo atto di una situazione irreversibile, ma puntando al massimo di quello che potrebbero realisticamente ottenere - scegliendosi dei leader abili in grado di chiedere l'applicazione dell'art 31, continuando a fare come fanno non lo vedranno mai applicato
     
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372 replies since 8/10/2011, 09:50   20558 views
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