Schola Italica

Amedeo R. Armentano, A. Reghini, G. Parise

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  1. VKK
     
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    Affermazioni sulla scia di 'lasciarsi scivolare addosso' o 'glissare' non sono particolarmente rispettose di un interlocutore che, con molta modestia (credo), cerca invece di affermare due-tre concetti di fondo proprio affrontando le cose che conosce (e solo quelle) di petto e senza girarci intorno, come mi pare di aver fatto sinora. Ad ogni modo non è rilevante ai fini della discussione, era un'altra semplice constatazione di un modo di fare poco comprensibile, come la 'tendenza a sminuire' di cui all'incipit della discussione, di per sé invece piuttosto interessante.

    CITAZIONE (dorje e gabbana @ 5/10/2012, 19:08) 
    Per poter parlare di alchimia interna bisognerebbe avere all'interno della scuola di cui si parla mappe specifiche della struttura dei corpi sottili ed insegnamenti altrettanto specifici su come muovere i diversi tipi di energia costituenti dei corpi sottili all'interno dei plessi e canali sottili di tali corpi occulti. E cio' non basta perchè poi necessita una teoria operativa unitaria sugli stadi diversi di questo tipo di opera alchimica
    Tutto cio' mentre è familiare alla tradizione egizia che parla di Ka Ba e Akh ed accenna a specifiche connnessioni stellari con tali corpi o di quella tibetana che parla di tza lung tigle con specifiche descrizioni dei corpi sottili o in quella taoista cinese. Tutto cio' considerato essa manca totalmente nella tradizione romana, dalla quale eri partito, ed anche nei misteri greci che hai poi aggiunto.

    Ciò che non comprendo è come faccia ad esserne così disinvoltamente sicuro. E' tutta una questione di 'mappe' e di concezione della struttura interna dell'uomo e della convinzione che Romani, Greci ed altri popoli del Mediterraneo (eccettuati, con tutta evidenza, gli Egizi) non ne possedessero? Ne siamo certi? Con riferimento alla conformazione interiore dell'uomo si potrebbero vedere certi passaggi di Lucrezio inerenti il post-mortem e il destino dell'anima. Inoltre si consideri che, per tramite di Numa istitutore di gran parte del culto pubblico, ciò che Roma mutuò fu proprio la visione pitagorica. Il Poema sulla Natura di Empedocle, riconducibile a questa fonte, non dice propro nulla di certe cose? Andiamo più indietro ancora: le laminette orfiche? Su cosa ci basiamo quando affermiamo che i Romani (come altri popoli) non possedevano una Sapienza alchemica di carattere trasmutatorio, sul fatto che non ci hanno tramandato testi scritti, incisioni o quant'altro?
    Ho una domanda. I Romani non hanno, apparentemente, lasciato molto dietro di sé in termini di testimonianze 'esoteriche': ciò è dovuto al fatto che non le possedevano o perchè, per 'carattere' (evincibile dalla secchezza e pragmaticità che ponevano in ogni cosa), non ritenevano opportuno comunicarle? Quando i libri di Numa vengono rinvenuti il Senato li fa distruggere: mi domando perchè. Non certo per 'sintomatico mistero'. E' indubbio che la qualifica statuale del culto rilevava sopra ogni cosa, ma è un po' poco per discutere di una pretesa ignoranza di tecniche di realizzazione subiettiva, originarie del mondo romano o meno (i Romani generalmente andavano a farsi iniziare a Samotracia o a Eleusi, ma chi pensi che questi Misteri siano 'greci' è scarsamente informato). In tal senso parla molto chiaro l'epitaffio dedicato da Aconia Fabia Paulina a Pretestato:

    “La gloria dei miei genitori non mi dette nulla di più grande che apparire già allora degna di mio marito; ma tutta la gloria e la luce è nel nome di mio marito, Agorio, nato da superbo seme, illumini la tua Patria, il Senato e la sposa per la probità della mente, per il carattere e per gli studi; per mezzo di questi raggiungesti l’apice più alto della virtù. […] Tu, un uomo pio, sacerdote dei misteri, celi nei luoghi segreti del tuo cuore quello che scopristi nelle iniziazioni sacre, tu, dotto, onori la divinità multiforme dei numi, e con la tua amabilità unisci a te tua moglie alle cose sacre, confidente degli uomini e degli Dei, e unita a te in una mente sola. […] (sed ista parua: tu pius mystes sacris
    teletis reperta mentis arcano premis
    diuumque numen multiplex doctus colis,
    sociam benigne coniugem nectens sacris
    hominum deumque consciam ac fidam tibi.
    )
    Con te come testimone sono stata iniziata a tutti i misteri. Tu, nel tuo dovere di marito, consacrami come sacerdotessa di Dindimene e Attis per mezzo dei riti del toro. Istruiscimi come una sacerdotessa di Ecate, nei profondi segreti e preparami per essere degna dei riti della Graia Cerere. Per merito tuo, tutti mi proclamano devota e beata, poiché da te emana la mia bontà nel mondo. Sebbene sconosciuta io sono nota a tutti. Con te come marito come potrei smettere di essere gradita? Le Madri Romulee mi cercano come un esempio e stimano la loro progenie come bella se assomiglia alla tua”.


    Pretestato, che Macrobio definisce “capo supremo delle cose di religione, primo tra i religiosi” (ma anche pontifici Vestae / pontifici Soli(s) / quindecemviro / auguri / tauroboliato / curiali / neocoro / hierofantae / patri sacrorum ecc., secondo il Corpus Inscriptionum Latinarum). Mi auguro, en passant, che il concetto di religio a Roma sia chiaro a tutti non essere lo stesso di 'religione' nei tempi ultimi, e che l'aver semplicemente citato questi personaggi dell'antichità romana non conduca nuovamente alla 'accusa' di veneratio antiquum, cosa a me sostanzialmente estranea ove concepita come venerazione delle sante reliquie degli antichi. Anche e soprattutto perchè, per quanto mi riguarda, la Tradizione è un qualcosa che si fa ogni giorno.

    Poi può anche essere che non mi sia chiaro quanto affermi circa la distinzione gerarchica cui accenni, per carità, e ti sono grato del paravento istoriato e di indubbio interesse che sventagli davanti ai miei occhi poiché è un'occasione per apprendere; ma non è questo il punto (e non sto glissando), quanto piuttosto il fatto che, personalmente, reputo quantomeno erroneo negare una dimensione sapienziale pura, e molto elevata, ai popoli sopra citati. Simpliciter.

    Saluti.


    CITAZIONE (**Destiny** @ 5/10/2012, 19:33) 
    VKK, mi rendo conto che forse chiedo troppo, ma non è che mi forniresti qualche citazione specifica sulla tua affermazione sui Misteri Eleusini? Te lo chiedo perchè ho riconsultato le fonte a mia disposizione e questa affermazione non risulta, quindi presumo si tratti di una mera ipotesi di un autore contemporaneo, una delle tante.
    Comunque sulla linea di DG trovo anch'io poco sensato elogiare questi Misteri così a prescindere, se di fatto non se ne conosce il contenuto, nè per conoscenza storica nè tanto meno per esperienza diretta.

    Ma cosa pretendete, che vi porti il kykeon nella tazza del latte? :)
    Cercherò le fonti non appena mi sarà possibile, al momento non ho a disposizione la mia libreria. Un saluto.
     
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118 replies since 4/10/2012, 22:29   4497 views
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