Altra questione sul Karma...

si dice sempre che..

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. El Cacique
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Rinchen Dorje @ 4/12/2014, 14:28) 
    Un inchino ...

    ... in alto i cuori, Rinchen :)

    CITAZIONE (MrMonkey @ 4/12/2014, 18:32) 
    prendiamo un buddhista ... supponiamo (per assurdo) che non ha karma delle precedenti vite da smaltire.

    Non supponiamolo proprio. Se dai credito alla realtà del karma, a meno che tu non sia un realizzato/liberato, non puoi non avere karma da smaltire.

    CITAZIONE (MrMonkey @ 4/12/2014, 18:32) 
    CITAZIONE (El Cacique @ 2/12/2014, 21:20) 
    Mi paiono semplici e chiare, come al solito, queste considerazioni di Elémire Zolla:
    << ... Il buddhismo non rimosse la fede, anche se negava la persona, che pure è il fondamento della reincarnazione. Una contraddizione che la dottrina tenta invano di coprire ... >>

    E' come risolvono la contraddizione?

    Con l'Onniscienza...; con la fede/fiducia nel Dharma; tentando con tripli e quadrupli salti mortali intellettuali; o semplicemente non la risolvono.

    CITAZIONE (MrMonkey @ 4/12/2014, 18:32) 
    Cosa rinasce?

    ... mi scuso con i palati più fini ma tagliando il salame a fette grosse, a proposito della rinascita/reincarnazione, possiamo dire che:

    Nei testi del Canone Pali non si dà nessuna risposta alla domanda, se sia lo stesso individuo a risentire degli effetti di una precedente esistenza ovvero un altro individuo - come unica risposta ci si limita a rimandare alla "genesi condizionata", vale a dire al processo che, in genere, conduce fino alla coscienza samsarica. Nel Buddhismo Tantrico l'analisi è più complessa (Cittamatra, Madhyamika, etc.) ma generalizzando possiamo dire che la mente sottile (sottilissima) trova una forma per rinascere mentre l'involucro psichico (LA, principio psichico o anima vitale - per i tibetani) mantiene un qualche tipo di esistenza e continua a manifestarsi per un certo periodo di tempo (soprattutto se alimentato con qualche rituale/forma di culto. Si dice che non rinasca e che possa rimanere presso la tomba e visitare gli esseri viventi).
    A parte, abbiamo le reincarnazioni consapevoli, Tulku, etc. (che possono manifestarsi anche in più esseri).

    Di passaggio ricordo che al di fuori del buddhismo (nella tradizione sciamanica) abbiamo anche il riferimento agli antenati e alla molteplicità di anime che si 'scioglierebbero' dal corpo al momento della morte. Anime dotate di una loro personalità...
    Inoltre noi siamo la memoria dei nostri antenati che ereditiamo dai genitori in una forma non solo fisico/psicologica...

    Quindi, vedi un po' tu...

    Edited by El Cacique - 5/12/2014, 08:39
     
    .
  2. Rinchen Dorje
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (El Cacique @ 5/12/2014, 08:01) 
    mentre l'involucro psichico (LA, principio psichico o anima vitale - per i tibetani) mantiene un qualche tipo di esistenza e continua a manifestarsi per un certo periodo di tempo (soprattutto se alimentato con qualche rituale/forma di culto. Si dice che non rinasca e che possa rimanere presso la tomba e visitare gli esseri viventi).

    Cacique gentilmente potresti approfondire?

    Esiste qualche testo? Ma preferirei il tuo approfondimento.
    Grazie

    _/|\_
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    299
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    CITAZIONE (eizo @ 4/12/2014, 21:59) 
    Il kamma e la rinascita
    del venerabile Ajahn Sumedho

    Fantastico... grazie Eizo.



    CITAZIONE
    Se vivrete con più attenzione, responsabilità e gentilezza, vi sentirete felici: questo è il risultato karmico. Probabilmente vi troverete ancora in alcune circostanze sfortunate; non riuscirete certo a scampare al dolore, alla malattia. Ma non avrete bisogno di creare dispiacere, disperazione e angoscia nella mente. Se vivete con saggezza, potete evitare di farvi intrappolare dalle condizioni che producono quegli stati infelici. Essendo nato, il corpo raccoglie inevitabilmente frutti karmici quali la vecchiaia, la malattia e la morte. Quando l'avrete capito, non vi identificherete più col corpo, non vi aspetterete che sia diverso do come è. Sarete in pace con la natura mutevole e la condizione karmica del corpo umano. Non pretenderete che sia diverso. Saprete tenergli testa.

    La malattia può causare dolore fisico, ma ciò non implica necessariamente sofferenza.
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    3,915

    Status
    Offline
    Solo per aggiungere un'altra visione a quanto già scritto in questo bel post.

    Milarepa non voleva sentir parlare di karma e di vite passate.
    Riprendeva i suoi discepoli su questo argomento.
    Diceva che lui non era diventato ciò che era perché nelle vite
    precedenti avesse fatto chissà cosa.
    Lui diceva di averlo fatto in questa vita.

    Il karma, come già scritto, è materia da illuminati in quanto a conoscenza.
    E' materia nostra, in quanto non ne comprendiamo nè l'inizio nè la fine
    nè i confini, e quindi ci "disturba" il non poterlo capire.
    Così come ci disturba l'Illuminazione, perché anche se diciamo di cercarla,
    in effetti ci "disturba" il non avere una chiara idea di cosa sia.
    Eh si, in effetti direi che siamo "disturbati".
    La meditazione, la ricerca, il maneggiare le parole ed i pensieri per cercare di
    capire, ci serve proprio ad abbassare il nostri livello di disturbo,
    Il karma insegnato da insegnanti spesso fin troppo interpretativi, ha creato
    sicuramente una visione non veiritiera di quelle che è, anche alla luce del
    fatto che non si trova da nessuna parte una sua chiara spiegazione capace
    di entrare nel nostro essere esistenti.
    Possiamo averne una conoscenza approfondita da molte parole, così tante
    che possiamo anche scrivere un libro, ma in realtà, il karma non è scrivibile,
    e nemmeno pensabile, e nemmeno ragionabile. perché non segue il passato,
    non si aggrappa a quanto è accaduto nelle vite precedenti, e nemmeno a quanto
    fatto qualche ora fa, il karma è qualcosa di così immediato che è appena appena
    più lento del presente assoluto, e quindi, se mi capite, il karma non è altro
    che quanto sta accadendo in ogni istante.
    Se è buono, si dice, darà buone cose, se è cattivo darà cattive cose.
    Non vi sembra un tantino infantile?
    Il karma non sorge dalla mente pensante, e nemmeno dalla mente sottile,
    ma è espressione della stessa esistenza primordiale. Il flusso che porta al
    presente è karma, non il presente, ma ciò che conduce al presente.
    L'azione presente è espressione della mente pensante, non manifestazione,
    ma propria azione, movimento, fare. Karma è l'energia che ci accompagna
    fino alla porta dell'azione, e poi ci lascia lì, senza dirci cosa fare e cosa non fare.
    E' come un accompagnatore che ti porta fino ai piedi della montagna e poi
    di ti dice, By by baby.
    Siamo portati a credere in queste semplificazioni perché tra i buddhisti
    che hanno diffuso il buddhismo, molti "ci siamo" improvvisati dopo aver praticato
    per qualche tempo, ma vi assicuro che ogni cosa appresa, col tempo, diventa
    obsoleta, a volte falsa, a volte proprio inesistente.
    Le credenze sono tre le forme di suicidio spirituale più diffuse nel Dharma.
    Così, quando si parla di credere, quando si parla di fede, quando si parla
    di qualcosa che è possibile osservare solo dal punto di vista di una
    credenza, del tipo o ci credi o non ci credi, io fuggo a piedi levati, se posso, più in fretta del karma
    che mi sta alle calcagna.
    E, per farmi meglio capire, il karma che sono riuscito a comprendere esperienzialmente,
    è quello che non fa assolutamente nulla se non accompagnarmi al presente, all'azione.
    L'azione è coscienza, l'azione è ciò che stai facendo davvero in questo momento.
    L'azione può essere negativa o positiva, ma per chi?
    Un'azione negativa potrebbe salvarmi la vita, una positiva potrebbe uccidermi.
    Quale devi secegliere?
    Il punto è che non c'è niente da scegliere, c'è solo da compiere un'azione,
    da compierla coscientemente, con la capacità di comprendere che cosa stiamo
    facendo in quel momento,
    Se non siamo in grado di capirlo, la stessa azione si ripeterà ancora, e poi
    ancora, e poi ancora, sotto diverse forme, con diversi personaggi attorno,
    con sofferenze o piacevolezze diverse, finché non la comprendi.
    Se non la comprendi, ripeterai sempre la stessa azione per tutta la vita,
    e per tutta la vita non avrai capito quale era il modo giusto.
    Vivere è esperienza. Vivere non è creare karma o eliminare karma,
    vivere è azione, Se fai non bene, non male, ma correttamente, allora
    stai creando karma attivo.
    Il karma migliore per l'intero universo.

    Hei, è solo un altro modo di interpretare il mondo eh... mica è giusto così...


    :lol: :lol: :lol:

    Un caro saluto a tutti dal vostro sempre prolifico pietrochag!

    :wub: :wub: :wub:
     
    .
  5. El Cacique
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Rinchen Dorje @ 5/12/2014, 19:13) 
    CITAZIONE (El Cacique @ 5/12/2014, 08:01) 
    mentre l'involucro psichico (LA, principio psichico o anima vitale - per i tibetani) mantiene un qualche tipo di esistenza e continua a manifestarsi per un certo periodo di tempo (soprattutto se alimentato con qualche rituale/forma di culto. Si dice che non rinasca e che possa rimanere presso la tomba e visitare gli esseri viventi).

    Cacique gentilmente potresti approfondire?

    Esiste qualche testo? Ma preferirei il tuo approfondimento.
    Grazie

    _/|\_

    Per approfondire si deve fare riferimento in particolare alle pratiche della tradizione Bön. Oppure se vuoi avere qualche informazione su come avviene questo processo puoi anche parlarne con un medico tibetano o consultare qualche libro di medicina tibetana.

    In questo articolo www.tibetanmedicine-edu.org/index.p...nd-lha-ceremony si descrive brevemente questo processo post mortem:

    << What does happen to the lha after the death?
    After the death, Lha and consciousness separate. The consciousness continues its journey, drawn to the next reincarnation by its karma, whilst Lha stays on the earth, still bearing the person’s shape, until the physical body becomes fully decayed. Although Lha is an energy and reflection of the body, it also has a kind of pseudo-consciousness. >>

    In sostanza si dice che dopo la morte la mente sottile (coscienza) e il LA si separano e mentre la coscienza continua il suo viaggio verso la futura rinascita, il LA permane sulla terra mantenendo la forma della persona morta fino al completo decadimento del corpo della stessa [in pratica non c'è un periodo chiaramente definito...]. Inoltre, sebbene il LA sia una qualche forma di energia ed un riflesso del corpo fisico, è anche una sorta di pseudo-coscienza.

    Ci sono anche interpretazioni più complesse che dicono che il LA (bla, anima vitale) dovrebbe essere pensato insieme ad altri due aspetti della mente: sems (la mente in quanto base dei pensieri e della conoscenza) e yid (la facoltà che percepisce e giudica). Al momento della morte questi aspetti si separano e creano turbamento/agitazione nel morto. Nei rituali Bön per prima cosa questi tre aspetti sono ricondotti insieme per dare al defunto pace e chiarezza mentale (ne parla brevemente Ch. Namkhai Norbu in Drung, Deu e Bön e più ampiamente P. Kvaerne in Tibet Bon Religion. A Death Ritual of the Tibetan Bonpos). Ci sarebbe da aggiungere che a questo punto la coscienza originaria (rigpa), che è priva di 'io', appare al defunto come due entità: la divinità innata e il demonio innato... ma mi fermo qui.
     
    .
  6. Rinchen Dorje
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (El Cacique @ 6/12/2014, 08:28) 
    Per approfondire si deve fare riferimento in particolare alle pratiche della tradizione Bön. Oppure se vuoi avere qualche informazione su come avviene questo processo puoi anche parlarne con un medico tibetano o consultare qualche libro di medicina tibetana.

    In questo articolo www.tibetanmedicine-edu.org/index.p...nd-lha-ceremony si descrive brevemente questo processo post mortem:

    << What does happen to the lha after the death?
    After the death, Lha and consciousness separate. The consciousness continues its journey, drawn to the next reincarnation by its karma, whilst Lha stays on the earth, still bearing the person’s shape, until the physical body becomes fully decayed. Although Lha is an energy and reflection of the body, it also has a kind of pseudo-consciousness. >>

    In sostanza si dice che dopo la morte la mente sottile (coscienza) e il LA si separano e mentre la coscienza continua il suo viaggio verso la futura rinascita, il LA permane sulla terra mantenendo la forma della persona morta fino al completo decadimento del corpo della stessa [in pratica non c'è un periodo chiaramente definito...]. Inoltre, sebbene il LA sia una qualche forma di energia ed un riflesso del corpo fisico, è anche una sorta di pseudo-coscienza.

    Ci sono anche interpretazioni più complesse che dicono che il LA (bla, anima vitale) dovrebbe essere pensato insieme ad altri due aspetti della mente: sems (la mente in quanto base dei pensieri e della conoscenza) e yid (la facoltà che percepisce e giudica). Al momento della morte questi aspetti si separano e creano turbamento/agitazione nel morto. Nei rituali Bön per prima cosa questi tre aspetti sono ricondotti insieme per dare al defunto pace e chiarezza mentale (ne parla brevemente Ch. Namkhai Norbu in Drung, Deu e Bön e più ampiamente P. Kvaerne in Tibet Bon Religion. A Death Ritual of the Tibetan Bonpos). Ci sarebbe da aggiungere che a questo punto la coscienza originaria (rigpa), che è priva di 'io', appare al defunto come due entità: la divinità innata e il demonio innato... ma mi fermo qui.

    ti ringrazio profondamente, sono le persone come te che mi fanno percepire la mia ignoranza e quanto lungo sia il mio percorso ancora…e soprattutto impegnarmi ancora di più per sfruttare al massimo questa rinascita umana-

    So dove e da chi reperire Drung, Deu e Bon e l'ultimo testo EMAHO..
    Inoltre approfondirò con Nida Chenagtsang il discorso sulla morte, soprattutto dal punto di vista Bon nei suoi dettagli (appena lo rivedo…e pensare che ero con lui fino a 10 giorni fa per una settimana…ma avevo altre priorità su alcuni insegnamenti da ricevere)..

    CITAZIONE
    la divinità innata e il demonio innato

    forse chiedo troppo alla tua pazienza, ma da ignorante nella tradizione Bon (a parte 2 stupidaggini).. puoi approfondire?.. Se non pubblicamente in MP.. Credo che se faccio una domanda del genere a Norbu mi spara… :lol:

    Grazie ancora della tua gentilezza

    _/|\_
     
    .
  7. lete
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Siamo portati a credere in queste semplificazioni perché tra i buddhisti
    che hanno diffuso il buddhismo, molti "ci siamo" improvvisati dopo aver praticato
    per qualche tempo, ma vi assicuro che ogni cosa appresa, col tempo, diventa
    obsoleta, a volte falsa, a volte proprio inesistente.
    Le credenze sono tre le forme di suicidio spirituale più diffuse nel Dharma.
    Così, quando si parla di credere, quando si parla di fede, quando si parla
    di qualcosa che è possibile osservare solo dal punto di vista di una
    credenza, del tipo o ci credi o non ci credi, io fuggo a piedi levati, se posso, più in fretta del karma
    che mi sta alle calcagna.

    ammetto che sentivo la mancanza dei tuoi interventi pietro!
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    piccolo haijin

    Group
    Member
    Posts
    8,577

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE
    Il kamma e la rinascita
    del venerabile Ajahn Sumedho

    Fantastico... grazie Eizo.

    ma di che, figurati.
    grazie piuttosto all'autore del testo.
    personalmente le trovo parole di una concretezza
    e di un'utilità straordinaria.
    puro buddhismo pratico.
    altro che piccolo veicolo o via degli anziani...
    per me un theravada del genere spacca
    il mazzo a tutte le vie più giovani e grandi
    oggi in circolazione! :lol: ;)

    CITAZIONE
    Solo per aggiungere un'altra visione a quanto già scritto in questo bel post.

    Milarepa non voleva sentir parlare di karma e di vite passate.
    Riprendeva i suoi discepoli su questo argomento.
    Diceva che lui non era diventato ciò che era perché nelle vite
    precedenti avesse fatto chissà cosa.
    Lui diceva di averlo fatto in questa vita.

    Il karma, come già scritto, è materia da illuminati in quanto a conoscenza.
    E' materia nostra, in quanto non ne comprendiamo nè l'inizio nè la fine
    nè i confini, e quindi ci "disturba" il non poterlo capire.
    Così come ci disturba l'Illuminazione, perché anche se diciamo di cercarla,
    in effetti ci "disturba" il non avere una chiara idea di cosa sia.
    Eh si, in effetti direi che siamo "disturbati".
    La meditazione, la ricerca, il maneggiare le parole ed i pensieri per cercare di
    capire, ci serve proprio ad abbassare il nostri livello di disturbo,
    Il karma insegnato da insegnanti spesso fin troppo interpretativi, ha creato
    sicuramente una visione non veiritiera di quelle che è, anche alla luce del
    fatto che non si trova da nessuna parte una sua chiara spiegazione capace
    di entrare nel nostro essere esistenti.
    Possiamo averne una conoscenza approfondita da molte parole, così tante
    che possiamo anche scrivere un libro, ma in realtà, il karma non è scrivibile,
    e nemmeno pensabile, e nemmeno ragionabile. perché non segue il passato,
    non si aggrappa a quanto è accaduto nelle vite precedenti, e nemmeno a quanto
    fatto qualche ora fa, il karma è qualcosa di così immediato che è appena appena
    più lento del presente assoluto, e quindi, se mi capite, il karma non è altro
    che quanto sta accadendo in ogni istante.
    Se è buono, si dice, darà buone cose, se è cattivo darà cattive cose.
    Non vi sembra un tantino infantile?
    Il karma non sorge dalla mente pensante, e nemmeno dalla mente sottile,
    ma è espressione della stessa esistenza primordiale. Il flusso che porta al
    presente è karma, non il presente, ma ciò che conduce al presente.
    L'azione presente è espressione della mente pensante, non manifestazione,
    ma propria azione, movimento, fare. Karma è l'energia che ci accompagna
    fino alla porta dell'azione, e poi ci lascia lì, senza dirci cosa fare e cosa non fare.
    E' come un accompagnatore che ti porta fino ai piedi della montagna e poi
    di ti dice, By by baby.
    Siamo portati a credere in queste semplificazioni perché tra i buddhisti
    che hanno diffuso il buddhismo, molti "ci siamo" improvvisati dopo aver praticato
    per qualche tempo, ma vi assicuro che ogni cosa appresa, col tempo, diventa
    obsoleta, a volte falsa, a volte proprio inesistente.
    Le credenze sono tre le forme di suicidio spirituale più diffuse nel Dharma.
    Così, quando si parla di credere, quando si parla di fede, quando si parla
    di qualcosa che è possibile osservare solo dal punto di vista di una
    credenza, del tipo o ci credi o non ci credi, io fuggo a piedi levati, se posso, più in fretta del karma
    che mi sta alle calcagna.
    E, per farmi meglio capire, il karma che sono riuscito a comprendere esperienzialmente,
    è quello che non fa assolutamente nulla se non accompagnarmi al presente, all'azione.
    L'azione è coscienza, l'azione è ciò che stai facendo davvero in questo momento.
    L'azione può essere negativa o positiva, ma per chi?
    Un'azione negativa potrebbe salvarmi la vita, una positiva potrebbe uccidermi.
    Quale devi secegliere?
    Il punto è che non c'è niente da scegliere, c'è solo da compiere un'azione,
    da compierla coscientemente, con la capacità di comprendere che cosa stiamo
    facendo in quel momento,
    Se non siamo in grado di capirlo, la stessa azione si ripeterà ancora, e poi
    ancora, e poi ancora, sotto diverse forme, con diversi personaggi attorno,
    con sofferenze o piacevolezze diverse, finché non la comprendi.
    Se non la comprendi, ripeterai sempre la stessa azione per tutta la vita,
    e per tutta la vita non avrai capito quale era il modo giusto.
    Vivere è esperienza. Vivere non è creare karma o eliminare karma,
    vivere è azione, Se fai non bene, non male, ma correttamente, allora
    stai creando karma attivo.
    Il karma migliore per l'intero universo.

    Hei, è solo un altro modo di interpretare il mondo eh... mica è giusto così...


    :lol: :lol: :lol:

    Un caro saluto a tutti dal vostro sempre prolifico pietrochag!

    :wub: :wub: :wub:

    :notworthy: grande pietro... :)
    che dire.
    per me spacchi il mazzo a tutti anche tu! :lol:

    p.s. oh, tienimi in fresco il nettare che
    quasi per certo ai primi dell'anno
    sarò ai piedi del gennargentu, mi raccomando! :lol: :lol: :lol:
     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    3,915

    Status
    Offline
    Uè Eizo!

    Tranquillo che farò avanzare qualcosa di buono
    per il dopo festività!
    Ho un karma alcolico molto positivo!

    :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
     
    .
  10. El Cacique
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Rinchen Dorje @ 6/12/2014, 09:08) 
    la mia ignoranza ...

    ... Via o non-Via... la vita è sempre un salto senza rete...
    ... ti ricordi i cinque 'precetti' di Chögyal Namkhai Norbu?

    Io Godo
    Noi Godiamo
    Noi non ci vergogniamo di niente
    Voi vi vergognate
    E poi si fa così


    CITAZIONE (Rinchen Dorje @ 6/12/2014, 09:08) 
    CITAZIONE (El Cacique @ 6/12/2014, 08:28) 
    la divinità innata e il demonio innato

    puoi approfondire?... Credo che se faccio una domanda del genere a Norbu mi spara… :lol:

    Allora evitiamo il colpo... :lol:
    Così scrive il Maestro stesso in Drung, Deu e Bön:

    <<<<< Il momento della morte
    [...] Nel capitolo dello Zijid dedicato allo Shen dell'Esistenza è scritto che [...] A causa dell'ignoranza il defunto, appena morto, vede il suo la (anima vitale), la sua coscienza percettiva (yid) e la sua mente (sems) scomporsi in tre elementi separati, mentre la sua pura coscienza originaria (rigpa*), priva di 'io', gli appare divisa in due parti: la divinità innata (lhan cig skyes lha) e il demonio innato (lhan cig skyes 'dre). La divinità lo assiste e lo protegge, ma il demonio, assumendo le sembianze di entità malvage come gli spiriti divoratori (za 'dre), gli shed della morte (shi gshed), gli stroncatori della vita (srog gcod), i ladri del soffio vitale (dbugs len), i rapitori della capacità vitale (tshe len), i predatori del colorito (mdangs 'phrog), i demoni viventi (gson bdud), i torturatori dei morti (gshin lcags), gli spiriti dei morti (shi 'dre) e i Si della morte (shi sri), lo affligge, lo tormenta e lo insegue per prendergli il respiro, perseguitarlo e ucciderlo.

    Allora il morto, sconfortato, cerca un posto dove trovare rifugio ma, vedendo gli effetti delle azioni che ha commesso in vita, è sopraffatto da un tal flusso di pensieri che non riesce a trovare un attimo di pace, e prova la stessa angoscia di un malato agonizzante. Come il vento nello spazio, egli non ha impedimenti materiali. Come un cervo caduto nella trappola, è spaventato, terrorizzato e angosciato. [...]

    Dopo la morte tutti gli esseri sono ferocemente tormentati da questi stati di inquietudine e di sofferenza, ed è per il loro beneficio che sono sorti i bönpo dello Shen dell'Esistenza. Essi, infatti, meditando sulla grande divinità Durse Mawo (la divinità principale del ciclo del Srid gshen) riescono a riunificare il la, la coscienza percettiva e la mente del morto, e con il potere dell'energia compassionevole della divinità gli ridanno pace e serenità. Così, secondo la fase della vita in cui è avvenuto il decesso e la circostanza che lo ha causato, ad esempio una malattia, un avvelenamento, una ferita, un dön, eccetera, si sceglie e si esegue il rito Dur più efficace per liberare il defunto dalle energie negative che lo condizionano e per condurlo in una dimensione intermedia** spaziosa e confortevole.

    I Bön dello Shen dell'Esistenza
    Tutti i Bön dello Shen dell'Esistenza sono basati su due metodi fondamentali: l'esame dei modi di morire (shi thabs) e i riti per conquistare le energie negative che ostacolano il morto ('dur thabs***). [...] I riti Dur sono classificati in trecentosessanta tipi [...]. Ma la base vera e propria dello Shen dell'Esistenza è costituita dalle ottantuno serie di Bön, specificate qui sotto, che sono necessarie per lo svolgimento di tutti questi riti.

    - Dieci Bön per esaminare i dati in base all'astrologia [...] distinguere gli elementi primari e secondari richiesti da quel particolare tipo di Dur.
    - Dieci Bön per eliminare le maledizioni mediante potenti riti, che scongiurano le negatività causate dagli esseri che governano il suolo. Infatti, poiché tutti i Dur devono essere eseguiti scegliendo un terreno specifico, bisogna esaminare se il luogo in cui è avvenuto il decesso sia una 'terra re' o una 'terra ministro', una 'terra regina', una 'terra comandante', una 'terra servitore', eccetera.
    - Otto Bön delle genealogie dei morti [...]
    - Dodici Bön per recidere i legami con le cose materiali, per sciogliere i vincoli che incatenano il morto alla dimensione materiale.
    - Dieci Bön per eliminare gli ostacoli della trasmigrazione, che utilizzano diversi metodi allo scopo di diminuire gli attaccamenti del defunto verso ciò che ha lasciato in vita.
    - Sette Bön degli esempi e dei significati delle genealogie dei morti, che attraverso la narrazione sistematica dei modi in cui sono avvenute le morti in una specifica discendenza, usando esempi ed evidenziando somiglianze, hanno una funzione di persuadere le entità che causano impedimenti a desistere.
    - Tre Bön per riunificare il la, la coscienza percettiva e la mente, disgiunti al momento della morte.
    - Otto Bön dei godimenti dei sensi, per soddisfare con offerte le coscienze dei sensi del defunto.
    - Dodici Bön che dividono la dimensione dei vivi da quella dei morti, per separare la sfera di percezione dei vivi da quella dei morti.
    - L'ultimo Bön, infine, ha lo scopo di scortare il defunto salvandolo dal pericolo di prendere direzioni sbagliate, di proteggerlo dai precipizi e di eliminare tutti i conflitti con i vivi causati dagli spiriti malvagi.

    Di tutte le numerose varietà di metodi Bön legati allo Shen dell'Esistenza, due tradizioni rituali hanno assunto un'importanza particolare e si sono ampiamente diffuse divenendo molto popolari: il Riscatto del la (bla bslu), destinato ai vivi, e la Conquista dello shed (gshed 'dur), necessaria ai morti, entrambe basate sulla concezione della persona come insieme di tre elementi: la, coscienza percettiva e mente (bla yid sems), oppure la, longevità potenziale e principio vitale (bla tshe srog).


    * Nell'insegnamento Dzogchen il termine rigpa si riferisce alla vera condizione della mente di ogni individuo, è una pura presenza o coscienza priva della dualità di soggetto e oggetto.
    ** Tib. bar sa, che sembrerebbe un sinonimo di bar do, lo stato intermedio fra la morte e la rinascita. Tuttavia non è ancora chiaro se gli antichi bon po credessero nella concezione della rinascita sostenuta dal Buddhismo.
    *** Il termine 'dur può avere il senso di conquistare o sottomettere le forze negative che disturbano il morto (il sostantivo dur significa 'cimitero' o 'tomba'). Si noti che i testi più recenti soprattutto quelli legati al sistema del gCod, designano i riti 'dur con l'espressione gshed 'dud, evidente corruzione del più antico gshed 'dur. >>>>>

    Edited by El Cacique - 10/12/2014, 10:00
     
    .
  11. Rinchen Dorje
     
    .

    User deleted


    @ Cacique: grazie, grazie veramente di cuore

    _/|\_
     
    .
40 replies since 1/12/2014, 16:23   612 views
  Share  
.