Dogma, Ortodossia e Universalità della Tradizione Universale?

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    Mi sono commosso per la situazione degli uragani (oltre un milione di sfollati) e ho fatto una donazione, credo sia nei guai nel darsi da fare a soccorrere gli altri, perchè anche se abbiamo litigato (incomprensioni davvero stupide e ideologiche), lei è come Amma..
    http://jagannathavallabha.com/mataji-it.html

    Edited by Sun Yun - 22/5/2020, 11:41
     
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    Shankar Kulanath

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    CITAZIONE (KD. @ 21/5/2020, 18:26) 
    Un utente, mantengo il suo anonimato, aveva postato un suo intervento che non capisco ha cancellato subito dopo.
    Siccome citava il nome di una interessante italiana che vive in India, scrivo ugualmente una piccola postilla al suo intervento.

    La vishnuita e discepola dell'importante Caitanya , l'italiana Parama Karuna Devi ha scritto e tradotto moltissimo e andrebbe letta.

    Per rimanere nell'attuale discorso con Destiny cito (copia e incolla) alcune considerazioni di Parama Karuna Devi su Agama e Tantra:

    “Studiando questi testi si comprende immediatamente che la loro conoscenza è perfettamente compatibile con il resto delle scritture vediche, e che quindi in versioni anteriori dei Veda doveva necessariamente farne parte integrante...
    A differenza dei testi vedici ordinari, che sono sempre benefici per tutti, i testi agamici infatti possono diventare pericolosi se mal compresi e male applicati...
    Applicata correttamente, la scienza contenuta negli Agama consente di raggiungere velocemente un grande potere spirituale basato sulla realizzazione diretta della Divinità nella sua forma personale. L'adepto degli Agama era infatti in contatto diretto con la forma personale della Divinità, nel proprio corpo o in altri veicoli simili...
    Il pericolo maggiore consiste nel banalizzare la presenza personale della Divinità e illudersi di poterla "usare", mentre invece lo scopo della conoscenza agamica è quello di servire la Divinità in modo più intenso. In India, questo pericolo è costituito soprattutto dalla degradazione della religiosità in forme inferiori che potremmo definire di "magia nera", rivolta più che altro a fantasmi e spiriti di basso livello, che sono attratti dagli aspetti terrificanti di alcune Divinità. In occidente, il pericolo della banalizzazione si trova piuttosto nell'identificazione ossessiva con il corpo materiale grossolano in quanto strumento di attrazione sessuale a livello sociale...”

    Ecco un altro bello spunto di riflessione.

    La riflessione proposta è interessante, ma messa in questi termini mi sembra superficiale.

    Veda e Tantra sono in perfetta linea di continuità. Questo lo ribadisco. E ciò che troviamo nei Tantra in nuce lo ritroviamo già nella cultura vedica. Molti elementi considerati essere tipici del Tantra si trovano in realtà già nei Veda e nelle Upanishad, o comunque nella letteratura ad essi collegata. Questo riguarda sia la magia che la sessualità sacra.

    Per quel che riguarda la magia, l'intero libro dell'Atharva Veda vi è dedicata. E in esso (ma non solo in esso, anche nelle Upanishad e altrove) ci sono atti che potrebbero essere ritenuti di "magia nera", in quanto atti magici distruttivi verso nemici.

    Per quel che riguarda il sesso sacro, pur essendo tipico del Tantra vamachara esso si ritrova in realtà già nelle Upanishad. Ricordo che Kama (Piacere) è uno dei 4 Obiettivi tradizionali della vita di un praticante induista. Le Upanishad santificano già la sessualità come pratica sacrificale, in particolare la Chandogya Upanishad e Brihadaranyaka Upanishad. Vi sono riti vedici sessuali per avere un figlio di potere, ma il sesso viene fatto anche per semplice kama, infatti vi sono prescritti metodi di contraccezione e, cosa più importante, viene praticata la ritenzione del seme... energia che, qualora fosse persa inavvertitamente, deve essere reintegrata in sé tramite dei mantra per reclamare a sé l'energia del seme, e spargendosi quest'ultimo fisicamente nel corpo (un pò come facevano alcune sette gnostiche).

    Ciò detto, sono d'accordo sulla possibilità di deviazione di pratiche simili. La magia può essere fatta contro il Dharma come il sesso sacro può diventare una scusa per perpetuare abusi sessuali, ad esempio. Ma ogni insegnamento, se malposto e se sostenuto da una persona con cattive intenzioni, può diventare scusa di attività contro il Dharma o contro le norme basilari dell'etica.

    Non posso concordare poi sul fatto che invece i Veda siano sempre "benefici per tutti". Anch'essi possono essere fraintesi e causare danni. Ma non solo i Veda: persino le vie ascetiche possono causare danni molto seri.

    Come esempio di danni creati da un fraintendimento della conoscenza vedica cito le discriminazioni basate sulle caste, e onestamente mi sembrano danni peggiori e più pervasivi su vasta scala dei danni causati da una cattiva pratica del Tantra.

    Per quel che riguarda le vie ascetiche, se non si è pronti e se non si pratica bene anch'esse possono essere seriamente dannose per la propria psiche, per la propria energia e per il proprio equilibrio; e possono essere dannose anche per altri se questo tipo di via viene divulgata. In Italia, ad esempio, come ben sa Sun Yu, abbiamo avuto un caso di suicidio per una persona che uscì squilibrata dopo un ritiro di 3 anni fatto con Kalu Rinpoche. Se questi sono i risultati, a questo punto molto meglio i corsi di neo-tantra ;) A prescindere da questi casi estremi, ho visto in Occidente molti casi di persone che a causa di una cattiva ricezione degli insegnamenti sulla rinuncia e sul non-attaccamento sono diventati più squilibrati, meno radicati e più infelici di quanto non fossero già precedentemente.

    Tornerò sul discorso dell'ortodossia appena posso.
    Buona continuazione

    Edited by **Destiny** - 22/5/2020, 14:59
     
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    In Italia, ad esempio, come ben sa Sun Yu, abbiamo avuto un caso di suicidio per una persona che uscì squilibrata dopo un ritiro di 3 anni fatto con Kalu Rinpoche

    Il Maestro gli aveva fortemente sconsigliato il ritiro che allora (1980) era Tradizionale al 100 per 100.

    Edited by Sun Yun - 22/5/2020, 23:52
     
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    www.credereoggi.it/upload/2005/articolo149_121.asp
    Qui un interessante articolo su ashram cristiani induisti dove si sforzava di essere ortodossi in entrambe le tradizioni
     
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    Rispondo sulla base dei miei modesti studi e conoscenze.

    1) Indifferente. Una Tradizione autentica può anche essere agnostica o atea, ma non può essere materialistica. Deve prevedere una trascendenza e la possibilità di entrarvi in contatto.

    2) Non per forza prevede il concetto di vacuità, ma deve prevedere quello di una trascendenza, rispetto alla realtà ordinaria duale, in qualche modo accessibile.

    3) Indifferente. Si può prevedere l'illusoria natura del mondo o meno, ma comunque deve postulare che la realtà ordinaria, duale, sia trascendibile.

    4) Indifferente. Si può concepire l'anima o meno, ma deve essere invece concepita l'esistenza di una realtà trascendente dove l'individualità è o del tutto superata, oppure si esprime in modo completamente diverso dall'ordinario.

    5) Tutte le questioni minori relative alla salvezza etc sono di importanza trascurabile, a patto che si riconosca che la realtà trascendente sia accessibile e che ciò coincida con la "liberazione" (o illuminazione, o unione col divino). Se ciò avvenga per sforzi individuali o per fato è una questione altrettanto indifferente, ciononostante si deve riconoscere l'importanza fondamentale del destino come realtà ontologica, concetto che però non necessariamente esclude il libero arbitrio.

    6) Si deve riconoscere il fatto che esistano azioni che allontanano dalla trascendenza, non etiche, ed altre che vi avvicinino, etiche, ma molte questioni di natura morale possono essere oggetto di dibattito.

    7) In generale, qualsiasi pratica che avvicini alla trascendenza è da considerarsi potenzialmente valida, qualsiasi pratica che allontani da essa è da considerarsi non valida. Anche la questione, spesso controversa, sull'ottenimento di poteri spirituali e simili è di importanza relativa, in quanto marginale rispetto all'ottenimento della trascendenza, traguardo ultimo a cui il praticante tende.


    Come si può vedere, questi punti sono in realtà comuni alla quasi totalità delle tradizioni, in quanto lasciano ampio spazio all'interpretazione, con però alcuni punti cardine.

    Inoltre, una tradizione può essere più o meno Tradizionale, in una scala qualitativa.
     
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34 replies since 6/5/2020, 17:14   1353 views
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