Domande che tutti prima o poi si fanno, esistono risposte nel buddhismo?

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    CITAZIONE (Cane Randagio @ 20/6/2022, 17:07) 
    non appartiene al passato...qualcuno faceva notare, proprio in una discussione recente, che si è andati OT
    si nota una particolare antipatia per la teosofia.
    la finisco qui senno' andiamo OT...già ci siamo

    Cane, tu scrivevi:
    CITAZIONE (Cane Randagio @ 20/6/2022, 16:22) 
    ma questo è un forum di off-topic

    Parlavi, quindi, di una tendenza generale ad andare perennemente off-topic, tanto da farne un forum fatto interamente - o quasi - di OT.

    Io, allora, ho risposto che questa tendenza (ad andare perennemente OT) appartiene al passato. Ed è oggettivo, basta farsi un giro tra i topic degli ultimi mesi.

    Tu ora che fai? Mi citi un singolo episodio di OT per dire che così non sarebbe. E come può un singolo episodio di OT smentire il fatto che generalmente non si va più continuamente OT ormai da mesi(anche grazie alla nuova Moderazione)? :D

    Che TALVOLTA si vada ancora OT è normale. È nella natura di ogni forum. Quello che appartiene al passato è il fatto che 1) questa non è una tendenza generale e 2) quando succede, viene subito fatto notare(come tu stesso ammetti) e corretta nel giro di poco, tornando In Topic. Esattamente come ho fatto io con te. Perché non accetti l'appunto?

    CITAZIONE (Cane Randagio @ 20/6/2022, 17:07) 
    si nota una particolare antipatia per la teosofia.

    Non si sta parlando di antipatie personali. Personalmente mi importa meno di zero della teosofia. Si parla del fatto che non è la sezione per parlarne. Ne esistono di apposite.

    CITAZIONE (Cane Randagio @ 20/6/2022, 17:07) 
    la finisco qui senno' andiamo OT...già ci siamo

    Certo che "ci sei". O non te lo avrei fatto notare.

    Ciao :)
     
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    CITAZIONE (Cane Randagio @ 20/6/2022, 16:22) 
    ma questo è un forum di off-topic, non te ne sei accorto? :lol:
    Tuttavia, il mio intervento è in relazione alla sua perplessità. Ci sono degli OT degni di questo attributo in giro per tutto il forum. :shifty: ;)

    Che esagerato :D si fa quel che si può, e com'è ovvio che sia, è normale andare un minimo OT in ogni discussione, quindi la cosa è tollerata finché non si oltrepassano certi limiti :D
     
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    CITAZIONE (Parvatah @ 20/6/2022, 19:56) 
    CITAZIONE (Cane Randagio @ 20/6/2022, 16:22) 
    ma questo è un forum di off-topic, non te ne sei accorto? :lol:
    Tuttavia, il mio intervento è in relazione alla sua perplessità. Ci sono degli OT degni di questo attributo in giro per tutto il forum. :shifty: ;)

    Che esagerato :D si fa quel che si può, e com'è ovvio che sia, è normale andare un minimo OT in ogni discussione, quindi la cosa è tollerata finché non si oltrepassano certi limiti :D

    Ormai da quando ci sei tu, si riga tutti dritti ahah :D

    Quello che una volta era la regola è diventato eccezione, o breve digressione con rientro immediato in topic post-"scuzzetta". :lol:
     
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    CITAZIONE (Parvatah @ 20/6/2022, 19:56) 
    CITAZIONE (Cane Randagio @ 20/6/2022, 16:22) 
    ma questo è un forum di off-topic, non te ne sei accorto? :lol:
    Tuttavia, il mio intervento è in relazione alla sua perplessità. Ci sono degli OT degni di questo attributo in giro per tutto il forum. :shifty: ;)

    Che esagerato :D si fa quel che si può, e com'è ovvio che sia, è normale andare un minimo OT in ogni discussione, quindi la cosa è tollerata finché non si oltrepassano certi limiti :D

    Ovvio, il mio era un po di sarcasmo nei confronti di chi non è tollerante ;-) :lol:
     
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    CITAZIONE (Cane Randagio @ 21/6/2022, 08:53) 
    CITAZIONE (Parvatah @ 20/6/2022, 19:56) 
    Che esagerato :D si fa quel che si può, e com'è ovvio che sia, è normale andare un minimo OT in ogni discussione, quindi la cosa è tollerata finché non si oltrepassano certi limiti :D

    Ovvio, il mio era un po di sarcasmo nei confronti di chi non è tollerante ;-) :lol:

    Aridaje con le frecciatine munite di occhiolino pur di non accettare un banalissimo "torniamo In Topic" e di aver sbagliato :lol:

    Peccato che parlare (dal nulla) di teosofia in un topic intitolato "Domande che tutti prima o poi si fanno, esistono risposte nel buddhismo?", oltrepassa già quel limite, caro Cane. L'OT tollerato di cui parla Parvatah è quello che in qualche modo si aggancia al flusso del topic, non il parlare di tutt'altro come hai fatto tu. Altrimenti perché non parlare anche di come risponda a quelle domande il rastafarianesimo o lo gnosticismo cristiano? :D
    Inoltre, il parlare di tutt'altro stesso è - in qualche modo - "tollerato" nel senso che non è che venga immediatamente sanzionato tipo Gestapo, ma ci si limita - in maniera autogestita - a richiamarsi l'un l'altro a rientrare in Topic. E la cosa viene sempre accettata senza inutili polemiche.

    Non è che io sia intollerante. È che probabilmente alcuni utenti non hanno capito come funzioni un forum.

    PER TORNARE IN TOPIC



    Ecco un interessante trascrizione che affronta la questione del "da dove veniamo?" dal punto di vista della cosmologia Buddhista. Chiaramente questo punto di vista non risponde alla domanda tanto quanto la risposta di Swami dal momento che Avidya rimane la radice di tutta la catena dell'originazione dipendente; questa visione cosmologica risponde buddhisticamente su come le cose avvengano nel "mezzo" di questa catena, ovvero il motore fondamentale rimane il karma degli esseri viventi, ma questo punto di vista cosmologico spiega cosa - secondo il buddhismo nella prima parte e secondo le credenze tibetane nella seconda parte - avvenga a seguito della attivazione karmica. Bisogna infatti considerare che per il buddhismo i vari piani di esperienza karmica hanno un valore cosmologico e viceversa. Buona lettura.

    Creazione del mondo – Cosmologia Buddhista

    Esposizione di Prof. Chodup Tchiring Lama
    Dalla tavola rotonda “da dove veniamo?” , organizzata da Giovanni Valerio il 16.12.04 con rappresentanti di diverse religioni insieme alla voce scettica della scienza, per il ciclo del Forum intercultuale Bondolfi di Locarno, [email protected]

    In un certo senso, il Buddhismo si è presentato come una religione essenzialmente cosmologica. Molti storici sostengono che il Buddha rifiutò di pronunciarsi sulla natura esterna del mondo e della sua formazione. Il tantra di Kalachakra, però rivela la formazione di universi e di mondi materiali e sottili. Questo tantra è seguito ampiamente dai buddhisti tantrici che ritengono che il tale esposizione della pratica sia insegnato da Buddha stesso Gli storici tibetani sostengono la sua rivelazione ai monaci presso la stupa Sri Dhanya Kataka durante il suo ultimo anno di vita
    Tuttavia ci sono tanti maestri tibetani di massima autorità spirituale, che credono che lo sia stata trasmessa da Buddha dopo la sua morte fisica, su di un piano sottile, trasformandosi nella forma della divinità del Kalachakra.

    Il Kalachakra presenta una vasta illustrazione sulla cosmologia e sull’astronomia, una versione non del tutto in accordo con l’Abhidharm-akosakarika scritto da Vasubhandu nel quinto secolo.

    Consideriamo per prima cosa la questione dello spazio e del tempo. Il Kalachakra Tantra parla della particella spaziale in termini di connessione fra la distruzione di un universo e lo sviluppo del successivo. Nel passaggio fra i due universi, essa conserva tutta la materia in modo tale da esserne la fonte fondamentale.

    Nella fase della cosmologia che riguarda il passaggio in quello spazio vuoto vi è una potenzialità della materia, simile alla cosmologia moderna. Questa potenzialità della materia viene chiamata particella spaziale, che è come la fonte fondamentale, attivata dalla forza del karma degli esseri senzienti, che agisce come causa interdipendente, affinché essa possa originare la formazione dell’universo successivo.


    L’universo successivo ha una causa sostanziale, costituita da queste particelle spaziali. Questo è ciò che si trasforma nel nuovo universo, l’evento permesso da una causa interdipendente, che consiste nel Karma degli esseri senzienti. Questo karma si basa sulle azioni degli esseri senzienti che rinasceranno in questo particolare universo futuro. Gli esseri senzienti hanno dunque accumulato del Karma, che maturerà nell’universo ora creato. Quando la sostanza delle particelle spaziali viene stimolato dalla causa interdipendente del karma degli esseri senzienti, si origina un moto di pura energia. Da ciò nasce il calore, ovvero il fuoco. Da questo l’elemento acqua (idrogeno) e quindi gli elementi solidi dell’universo.

    Dopo la formazione dell’universo abbiamo tipi primordiali di materia che i testi buddhisti descrivono composti di otto tipi di particelle; cioè di una ottuplice configurazione di particelle. Sebbene ciò possa essere alquanto grossolano rispetto alla moderna teoria scientifica delle particelle, è peraltro del tutto simile ad essa. Questa relazione ha somiglianza con la fisica moderna.

    Molti ricercatori pensano che l’Abhidharma sia come un’opera prodigata da Vasubhandu per colmare una lacuna lasciata da Buddha sulla formazione e sull’esistenza del mondo. Nella cosmologia si possono distinguere due tipi basati su due sistemi: 1) Sistema a un solo mondo e 2) sistema a molteplici mondi o migliaia di mondi.

    Il primo è comune a tutte le scuole buddhiste, invece il secondo è la visione esclusiva del Mahayana, il veicolo che abbraccia la teoria della esistenza infinita di mondi in cui nascono gli esseri, e dove operano i Bodhisattava, gli esseri altamente realizzati che si manifestano in vari aspetti per guidare altri allo stato di liberazione. Questo sistema è in accordo con la versione di Kalachakra, secondo cui la formazione e la esistenza del mondo sono principalmente causate dal Karma collettivo degli esseri senzienti. Quindi presenta un’infinità di mondi o campi di Buddha. Non fa alcun accenno sull’esistenza di un creatore unico.

    Il sistema dell’universo unico ha come centro la mitica montagna assiale della cosmologia buddhista, il monte Meru o Sumeru, sorta di pilastro cosmologico che collega i tre livelli: il livello inferiore destinato agli inferi, il mediano collocato per il mondo umano e il superiore, invece predisposto per il paradiso e le sfere superiori.

    Il mondo è un disco piatto sovrastato dai cieli e dalle sfere di forma e senza forma, detta anche le sfere di concentrazione meditativa. Il disco poggia su quattro strati, gli strati della terra, dell’acqua, del vento e del spazio. Il monte Meru, l’asse terrestre, è circondato dai cinque fluttuanti oceani cosmici ad anello, separati da fasce montagnose. Intorno all’oceano esterno, si dispongono quattro continenti. L’unico continente identificabile è il mondo in cui viviamo, è il Jambudvipa, è situato a sud, identificato spesso con l’India ed i paesi circostanti. Si crede che gli altri tre continenti siano anche essi abitati da esseri umani, con una dimensione e una durata della vita differenti dalle nostre.

    Inoltre, nel sistema di mondo unico si distinguono tre sfere, quella del desiderio, della materia sottile e quella immateriale. In questo sistema, i gradi spirituali che si raggiungono grazie alla concentrazione corrispondono a livelli cosmologici. Mentre l’uomo comune, trasmigrando nei sei destini inferiori, resta prigioniero della sfera del desiderio, il praticante buddhista se ne libera con la meditazione. Il livello raggiunto nel corso della meditazione determina per il praticante la rinascita nelle sfere superiori, tuttavia sempre si tratta di esistenze vincolanti.

    Per questo motivo, i buddhisti pensano che il mondo o l’universo è simile ad una dimora in fiamme dalla quale bisogna uscire al più presto possibile. L’universo non è altro che uno scenario cosmico nel quale si gioca la salvezza degli esseri senzienti. La salvezza si ottiene spezzando la catena samsarica attraverso la rinuncia, lo sviluppo della mente del risveglio e la realizzazione della vacuità. La mitologia tibetana dell’origine e della creazione del mondo non è del tutto rispecchiante le versioni buddhiste, e piuttosto è vicina alle religioni e alle credenze pre-buddhiste dell’Asia Centrale.

    La prima di tutte le origini è la origine “voluta”, e così come la prima di tutte le creazioni è la causa del “generarsi”. Un principio basato su una forza interiore, generata da se stesso. Tale forza possiede “l’essere”[determinato], in quanto prima ci fu un vuoto senza essere [determinato]. Le primissimi creazioni spontanee sono le due forze primordiali della natura: l’umidità e il vento. Da essi emergono sei raggi di luce che danno nascita alle cinque uova, ognuno è caratterizzata da un colore delle sei tipi di esseri viventi destinati a fare parte degli abitanti di questo mondo.

    - Il primo uovo rosso scuro si ruppe e ne uscì la materia del vento ed il seme degli esseri infernali (Ti)

    - Il secondo uovo rosso, di rame, si ruppe e ne uscì il fuoco simile a una montagna rossa e generando il seme del demone della fame (Te)

    - Il terzo uovo blu, di ferro, si ruppe e ne uscì l’acqua come una materia blu, generando il seme degli animali (Yu)

    - Il quarto uovo giallo, di oro, si ruppe e ne uscì la terra come una materia gialla dando vita al seme dell’uomo (Ni)

    - Il quinto uovo bianco, di conchiglia, si ruppe e dal suo interno discese la limpidezza nel cielo, simile ad un arcobaleno, formando il seme degli semi-dei (Kar)

    - al di sopra di queste cinque uova fu creato un raggio di luce che fece nascere il seme del “deva” (A)

    Così fu creato il fondamento dei cinque elementi: il vento, fuoco, l’acqua, la terra, lo spazio e quindi la luminosità. Si afferma che i cinque elementi non hanno padre né madre, tuttavia dipendono rispettivamente dalla luce e dal raggio (di luce). Tutto fu creato dalla natura. Non si insinua la creazione grazie alla forza karmica collettiva, né apertamente si afferma un creatore assoluto, ma si è più vicino al sistema del mondo unico buddhista.



    Edited by Ruhan - 21/6/2022, 12:10
     
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    CITAZIONE (Non. Io @ 14/6/2022, 18:54)
    Il buddhismo risponde alle domande da dove veniamo, perché siamo qui e dove stiamo andando?

    CITAZIONE (swami chandraramabubu sfigananda @ 14/6/2022, 20:01)
    No. ...
    sarei portato a dedurre che la domanda è da intendersi nel senso del pensiero occidentale.
    Se siamo stati creati o comunque in che modo il samsara è iniziato, perché esistiamo piuttosto che non esistere (oddio, mi ricorda qualcosa...) e cosa accadrà.

    Sono perfettamente in linea con Swami, credo proprio che al buddhismo non interessi questo tipo di domande.
    Sono invece domande tipiche della visione occidentale, in cui si sviluppa il senso di "spleen", di angoscia per il "nostro destino", di individuo e società.
    Ne abbiamo discusso anche su Bertossa, a cui Swami si riferisce, la famosa ricerca del "senso".

    Per come la vedo io, il buddhista non deve cercare il "senso" della vita, ma deve realizzare il "proprio" senso.

    Il buddhismo dice che l'unico senso, l'unica "verità", sia quello dell'universo, per come è, molto semplicemente.
    Non ci sono "disegni intelligenti", non ci sono disegnatori, costruttori, direttori dei lavori, collaudatori...

    A noi e al resto del cosmo è dato solo di seguire il flusso; magari, agli umani è concessa la possibilità di contemplare il tutto, e meravigliarcene (lo "stupore" di cui parla anche Bertossa).
    Questo è il senso che dò alla mia vita: non smettere di guardare, di "sentire" l'universo.

    E' l'unico film in cui siamo pienamente immersi, di cui siamo contemporaneamente "protagonisti" e spettatori.

    Edited by Frantore - 22/6/2022, 09:11
     
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    CITAZIONE (Frantore @ 22/6/2022, 08:33) 
    la possibilità di contemplare il tutto, e meravigliarcene

    A patto che quello "stupore" non derivi da astratte e verbali categorie di pensiero(essere e nulla) e dalla loro (altrettanto astratta e verbale) differenza, come accade - invece - nei post di Bertossa o più in generale nella metafisica occidentale(fino ad Heidegger e compagnia). Perché allora a quel punto si tratta di pura autoipnosi.
    Ma credo che lo "stupore" di cui tu parli differisca molto da questo. L'eventuale stupore buddhista(che credo sia anche il tuo), è quello che rifiuta ogni idea di "essenza" o "identità", e che quindi se vede una mela, vede la mela a livello convenzionale(ovviamente), ma al tempo stesso non crede che quella convenzione(quella identità convenzionale) sia reale, e quindi in un certo senso non ha categorie identitarie(neanche la categoria "essere") entro cui rinchiudere quel "pezzetto" di realtà, non ha modo di abituarsi ad una supposta identità("ah...una banale mela.."). È un po' - mi si permetta questa citazione nerd - come quando la Compagnia dell'Anello arriva a Lothlòrien, nei pressi di Cerin Amroth(qui immagine), e Frodo vede quel verde e quei fiori meravigliosi in un modo mai visto prima altrove: come se questi venissero disegnati con perfezione nel momento stesso in cui posava gli occhi su di essi, parendo sempre nuovissimi e al tempo stesso antichissimi.

    Quanto all'universo, intendi questo mondo, il mondo Saha? Perché in quel caso, come è scritto nel Sutra del Loto(ad esempio), si tratta di un mondo ben stretto dal momento che il Buddha fu costretto a riunire momentaneamente miliardi e miliardi di mondi contigui a questo per poter produrre abbastanza spazio da farci stare i buddha e i bodhisattva anche solo di una sola delle dieci direzioni. :D

    Se invece intendi tutti i mondi(come penso), io per gusto personale userei il termine "realtà", ma solo perché il termine "universo" mi appare troppo contiguo con il linguaggio scientifico e quindi fraintendibile. Puro gusto personale, ovviamente :lol:

    Tornando alle domande, bisogna vedere come le si intende. La filosofia occidentale - e il pensiero religioso cui noi siamo abituati - le hanno sempre intese in senso sostanzialista e ontologico: ovvero, concependo l'esistenza di una sostanza che esiste e di se stessi come enti, sostanze, si sono chiesti cosa avesse generato tali sostanze. In questo senso hai ragione a dire che sono assurde(partono da premesse false).
    Il Buddhismo, invece, ha una concezione che riunisce la visione cosmologica a quella esperienziale anziché a quella ontologica; ovvero, il cosmo anziché essere concepito come un insieme di enti(visione ontologica), viene concepito come un particolare stato di esperienza. E dato che tale esperienza/cosmo è di carattere sofferente, il Buddhismo si è chiesto se anche gli altri stati di esperienza/mondi lo fossero(quelli descritti dagli asceti): si è risposto di "sì". Ha dunque cercato l'origine di tale qualità esperienziale universale(dukkha) piuttosto che l'origine di una supposta qualità ontologica(sostanza).

    A mio modo di vedere non è che siano insensate le domande in sé, ma piuttosto il modo occidentale(ma non solo occidentale; vi sono esempi illustri anche in oriente) di impostarle(come ha fatto notare Swami).

    Poi c'è la domanda più ampia sul "senso"; e allora quella sì che per il Buddhismo è di per sé assurda(come hai detto), dal momento che presuppone che un qualche particolare dharma possa essere isolato dal resto e faccia da "senso" di tutto il resto(oltre che l'assurda idea di una identità che dovrebbe dare senso ad un supposto "tutto" sostanziale).

    Edited by Ruhan - 22/6/2022, 11:22
     
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    CITAZIONE (Ruhan @ 22/6/2022, 10:43) 
    È un po' - mi si permetta questa citazione nerd - come quando la Compagnia dell'Anello arriva a Lothlòrien, nei pressi di Cerin Amroth, e Frodo vede quel verde e quei fiori meravigliosi in un modo mai visto prima altrove: come se questi venissero disegnati con perfezione nel momento stesso in cui posava gli occhi su di essi, parendo sempre nuovissimi e al tempo stesso antichissimi.

    Bello... si, niente autoipnosi, è la consapevolezza che va a braccetto con la accettazione serena.
    CITAZIONE (Ruhan @ 22/6/2022, 10:43) 
    Se invece intendi tutti i mondi(come penso), io per gusto personale userei il termine "realtà", ma solo perché il termine "universo" mi appare troppo contiguo con il linguaggio scientifico e quindi fraintendibile. Puro gusto personale, ovviamente :lol:

    Intendo tutti i mondi, nessun limite :)
     
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    CITAZIONE (Frantore @ 22/6/2022, 11:26) 
    CITAZIONE (Ruhan @ 22/6/2022, 10:43) 
    È un po' - mi si permetta questa citazione nerd - come quando la Compagnia dell'Anello arriva a Lothlòrien, nei pressi di Cerin Amroth, e Frodo vede quel verde e quei fiori meravigliosi in un modo mai visto prima altrove: come se questi venissero disegnati con perfezione nel momento stesso in cui posava gli occhi su di essi, parendo sempre nuovissimi e al tempo stesso antichissimi.

    Bello... si, niente autoipnosi, è la consapevolezza che va a braccetto con la accettazione serena.
    CITAZIONE (Ruhan @ 22/6/2022, 10:43) 
    Se invece intendi tutti i mondi(come penso), io per gusto personale userei il termine "realtà", ma solo perché il termine "universo" mi appare troppo contiguo con il linguaggio scientifico e quindi fraintendibile. Puro gusto personale, ovviamente :lol:

    Intendo tutti i mondi, nessun limite :)

    Allora ti avevo inteso bene. :)
     
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  10. swami chandraramabubu sfigananda
     
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    QUOTE (Ruhan @ 6/22/2022, 10:43 AM) 
    Tornando alle domande, bisogna vedere come le si intende. La filosofia occidentale - e il pensiero religioso cui noi siamo abituati - le hanno sempre intese in senso sostanzialista e ontologico: ovvero, concependo l'esistenza di una sostanza che esiste e di se stessi come enti, sostanze, si sono chiesti cosa avesse generato tali sostanze. In questo senso hai ragione a dire che sono assurde(partono da premesse false).
    Il Buddhismo, invece, ha una concezione che riunisce la visione cosmologica a quella esperienziale anziché a quella ontologica; ovvero, il cosmo anziché essere concepito come un insieme di enti(visione ontologica), viene concepito come un particolare stato di esperienza. E dato che tale esperienza/cosmo è di carattere sofferente, il Buddhismo si è chiesto se anche gli altri stati di esperienza/mondi lo fossero(quelli descritti dagli asceti): si è risposto di "sì". Ha dunque cercato l'origine di tale qualità esperienziale universale(dukkha) piuttosto che l'origine di una supposta qualità ontologica(sostanza).

    Sono sbalordito, un riassunto di due civiltà in poche righe :)
     
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    CITAZIONE (swami chandraramabubu sfigananda @ 22/6/2022, 12:15) 
    CITAZIONE (Ruhan @ 6/22/2022, 10:43 AM) 
    Tornando alle domande, bisogna vedere come le si intende. La filosofia occidentale - e il pensiero religioso cui noi siamo abituati - le hanno sempre intese in senso sostanzialista e ontologico: ovvero, concependo l'esistenza di una sostanza che esiste e di se stessi come enti, sostanze, si sono chiesti cosa avesse generato tali sostanze. In questo senso hai ragione a dire che sono assurde(partono da premesse false).
    Il Buddhismo, invece, ha una concezione che riunisce la visione cosmologica a quella esperienziale anziché a quella ontologica; ovvero, il cosmo anziché essere concepito come un insieme di enti(visione ontologica), viene concepito come un particolare stato di esperienza. E dato che tale esperienza/cosmo è di carattere sofferente, il Buddhismo si è chiesto se anche gli altri stati di esperienza/mondi lo fossero(quelli descritti dagli asceti): si è risposto di "sì". Ha dunque cercato l'origine di tale qualità esperienziale universale(dukkha) piuttosto che l'origine di una supposta qualità ontologica(sostanza).

    Sono sbalordito, un riassunto di due civiltà in poche righe :)

    Di tanto in tanto anche io ho il dono della sintesi ahah
     
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