Buddhismo Italia Forum

Posts written by Yudo‚ Kamesennin

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    Io non la recito.
    All'epoca in cui frequentavo membri della SG, ero tanto più ostile al Daimoku che uno di loro mi aveva tacciato di seguire una "via errata".

    Ma, nello Shobogenzo, maestro Dogen, parlando del Sutra del Loto, dice che è il più grande dei sutra, che contiene l'essenza degli insegnamenti del Buddha e che lo si dovrebbe porre sopra la testa e renderli omaggio.
    Ora, in Giapponese, nel quadro del buddhisme, rendere omaggio ad una cosa o divinità si dice "namo etc." Quindi, è come se Dogen dicesse che, rispetto al SdL, bisogna porselo in testa e dire "Namu Myou Hou Renge Kyou".

    Non sono d'accordo con molto che insegna l'Ikeda, ma oramai, sono molto meno ostile alla recitazione del Daimoku. Non lo farei, e se mi trovassi fra mezzo ad una reunione della SG, lo direi tre volte e basta, ma reciterei i capitoli con loro senza problema.
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    Al Buddha non si fa un voto.
    I voti si fanno a sé stesso davanti al Buddha. Non è la stessa cosa.

    Il maestro Okumura ha scritto un libro intitolato: "Vivere per voto". Se leggi l'inglese, lo raccomando.
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    CITAZIONE (eizo @ 14/9/2020, 16:53) 
    CITAZIONE
    mi chiedo se per un "europeo" siano possibili le stesse modalità di "stare ai piedi di un Maestro" indicate dall'oriente...

    per un dannato europeo come me proprio no, te lo confesso! :lol:
    certe cose le lascio volentieri agli orientali che ce le hanno nel sangue... io, da buon sardo qual sono, nel sangue ho solo della birra e del vino! :lol:

    Boh. I modi orientali non vengono accettati bene sotto ai nostri climi. Ma, comunque, basta prendere l'esempio di un maestro di musica. Non serve prendere un maestro di musica se, ogni volta che ti dice una cosa spiacente (tipo, "ogni volta che fai una bella cosa, cerchi la mia attenzione e ti schianti di forte") ci si incazza e si va a cercare un altro maestro.

    Se ti prendi un maestro di musica, fai quello che ti dice e basta. E non fai quello che ti dice se cio' vuol dire fare delle cose di cui non hai voglia e che non hanno niente a che vedere con la musica. Ma per quanto riguarda la musica, non fare il prepotente. Tutto li'
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    "Normale", vi ricordero', significa "fedele ad una norma".
    In una civiltà in cui un padre puo' ammazzare i figli se ne ha voglia, uccidere un figlio è normale. (civiltà romana).
    In una cultura in cui la norma vuole che le donne vengano sessualmente mutilate, le mutilazioni femminili sono normali.
    La lista degli esempi essendo sterminata, non insistero', ma insomma, bisogna essere attenti con questa parola.

    Siccome la "norma" è una cosa culturale, è anche lecito non proiettare la "norma" culturale sulla natura; ora quello che stai descrivendo somiglia di più ad un'ossessione che altro.

    C'è una cosa a mio parere fondamentale nella vita: imparare ad apprezzarsi. Accettare i propri difetti ed anche i pregi, non sottovalutarsi ma rimanere critico. Per cui dico sempre che NON bisogna avere fiducia in sé. Non siamo affidabili. Siamo capacissimi di mentire a noi stessi, e, peggio, di credere alle nostre proprie menzogne. L'unica cosa in cui possiamo fidarci è cio' che sappiamo fare. E cio' che si sa fare, bisogna farlo.
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    C'è un passo delle "Città Invisibili" di Calvino in cui Marco Polo fa un rapporto a Kubilai Khan ed in cui (cito di memoria)...
    CITAZIONE
    Marco descrive un ponte, pietra per pietra.
    Dopo un po', Kubilai dice: "E' un'ora che mi parli delle pietre. Ma qual'è la pietra che sostiene il ponte?"
    Marco risponde: "Il ponte non è retto da questa o quella pietra, ma dall'arco che esse assieme formano."
    "Allora parla mi dell'arco, non delle pietre!"
    Marco risponde: "Ma senza pietre non c'è arco"

    Le società per cui non esiste un individuo hanno un grosso problema.
    Gli individui per chi non esiste una società hanno un grosso problema.
    Uno degli aspetti più importanti dell'insegnamento buddhista è proprio l'inter-dipendenza di tutto.
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    CITAZIONE (KD. @ 26/7/2020, 17:09) 
    (...)

    ma voi capite cosa viene detto sul forum? Approvate, criticate o vi riconoscete? Capite le motivazioni?

    Se approvate e vi riconoscete e soprattutto capite dove si sta avviando il forum allora vuol dire che per me è arrivato il tempo della pensione, il tempo del silenzio. E' finita un'epoca.

    Grazie se avrete la bontà di rispondere.

    Di solito, (e mi dispiace di dover fare il prepotente) ma l'immensa maggioranza di chi scrive su dei forum non ci capisce un cavolo -- mi sono trattenuto all'ultimo minuto dallo scrivere l'altra parola...).
    Con il buddhismo è facilissimo strologare in modo intellettuale ed all'infinito sui concetti ecc.
    Ci vuole una pratica reale, il che pochissimi fanno in realtà.

    Ed in realtà, lo scopo della pratica-studio del buddhismo è molto, ma molto semplice, ma se lo poni così, sono in molti a mettersi la puzza sotto al naso, perché sono cose così terra terra che non consentono una così grande valorizzazione.

    Mi ricorderò sempre delle parole di una signora con chi stavamo parlando di uno dei miei "zii" (di Dharma), che volontieri indulge in discorsi assurdi e senza né coda né testa. Essa mi disse: "Non capisco niente di ciò che dice, ma è così profondo!"
    Ecco, c'è gente che gode dal non capire.

    Tutto lì
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    Non c'è separazione tra corpo e mente. Il disagio rispetto al proprio corpo è quindi anche un disagio rispetto alla propria mente.
    Diceva Blaise Pascal nel XVII° secolo: "L'Uomo non è né angelo né bestia, ma tutti gli infortuni del mondo vengono da ciò che, chi vuol fare l'angelo fa la bestia."
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    In teoria, sì, è possibile ottenere l'illuminazione senza una guida spirituale. Il problema essendo che chi lo fece aveva dapprima studiato parecchio e praticato lo stesso, si era spinto fino alle porte della mortem e viene ritenuto ancora oggi come eccezionale.

    La ragione maggiore per avere una guida spirituale, anche per esseri superiori quanto lo sono io (scherzo, ovviamente) è che c'è sempre la possibilità di scivolare sull'amor proprio (che, come lo diceva uno scherzo francese intraducibile, non rimane pulito molto a lungo, il gioco di parole essendo che 'proprio' e 'pulito' sono in francese lo stesso).
    Maestro Dogen diceva addirittura che senza un maestro è meglio non intraprendere lo studio del buddhismo. Decine di buoni insegnanti sono diventati cattivi soltanto a causa dell'ammirazione e della devozione dei loro seguacci.

    Quando hai un maestro, eventualmente questi ti dirà delle cose poco lunsighiere e questo è necessario. Se non hai un maestro, chi ti dirà le verità scomode? Sei capace, tu, da solo, di accettare le critiche, di studiarle, di vedere in che sono giusto (e ingiuste, anche questo) invece di offenderti?

    Tutto lì
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    Niente, visto che l'ego è una finzione. Al più, quello che viene trasmesso alla rinascita sono le memorie del deceduto, transmesse ad un neonato che ne verrà influenzato/a.

    L'ego di per sé non esiste: esiste soltanto in relazione con l'ambiente per cui per il neonato ci vorrà crescere, costruire la propria personalità con ciò che faranno e gli inculcheranno i genitori, la scuola, gli amici, i nemici, la vita insomma. Più questi ricordi di una vita precedente che inizieranno certi tipi di risposte e reazioni.

    Non passa l'ego da una vita all'altra, L'unica cosa che passa è il karma.
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    Rasoio di Ockham.
    Quando per spiegare un fenomeno, ci sono più teorie, scegliere quella più semplice.

    Un altro aspetto della scienza è che, contrariamente a quanto sovente strombato dai media, ("la scienza ha dimostrato..."), la scienza riposa sul dubbio. Ogni cosa oggi affermata può venir smentita domani. Se è "vietato" smentirla, o esaminarla nell'eventuale possibilità di smentita, questo significa che non scienza.
    Ogni cosa o fenomeno che si è vietati mettere in dubbio è dogma. E un dogma è una affermazione di cui non è lecito dubitare (ad esempio la trasformazione di vino bianco in emoglobina e del matzot in carne, senza che tale trasformazioni si possano avvertire coi sensi).

    Quando l'industria non vuole che la gente faccia domande incomode rispetto alle loro pratiche, hanno ricorso al dogma, e per di più, grazie alla collaborazione di riviste "scientifiche".

    Quindi, per toglierci gli attaccamenti, dobbiamo lottare contro una forza tremenda. la nostra illusione di essere un entità esistente di per sé, ed il rifiuto di ammettere che siamo dipendenti sul nostro ambiente. La passione contro la ragione. mica un programma facile.
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    Per noi maestri zen, tutti sei i mondi di esistenza si verificano in noi e nel mondo in cui viviamo.

    Dunque, per me era ovvio che gli dei siano i "pipol" che si vedono in tutti i magazine "la principessa Quaela ha fatto..." oppure "il cantautore Babbo Chennesso è stato visto..." ecc.
    Nella scia, era anche ovvio assai collocare i politici tra i titani, sempre pronti a tutto pur di ottenere il potere.
    Per gli esseri umani, non c'è tanto da dire tranne che facendo questo elenco, si capisce meglio perché soli gli esseri umani sono davvero in grado di conseguire la liberazione.
    Per gli animali, che si preoccupano soltanto di mangiare, bere, dormire e riprodursi, era anche semplice.
    Per i demoni, sono in vita mia incappato a qualche riprese su degli esseri di questo tipo; la cui caratteristica è che soffrono tanto (per svariate ragioni) che non possono accettare che gli altri non soffrino quanto loro; e, infatti, si attaccano di solito a gente buona, perché la gente buona non sa avvertire la malvaggia.
    Mi rimaneva da individuare i spiriti famelici. E un giorno ne parlai ad una sorella nel Dharma, più anziana di me, e costei mi rispose subito: "Ma sono gli uomini d'affari, ovviamente!" Infatti, che non sanno mai godersi di ciò che hanno e, a mo' di Tantalo, non possono bere l'acqua in cui stanno, né mangiare la frutta che pende sopra la loro testa;
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    CITAZIONE (Kajmak 383 @ 18/5/2020, 12:31) 
    CITAZIONE (White Wte @ 16/5/2020, 12:17) 
    Perché i buddhisti theravada lo ignorano ?
    Cosa esattamente all'interno del sutra del loto i buddhisti theravada non approvano oggi giorno ?
    Grazie

    Credo perchè il Sutra del Loto afferma che i Sutra (o Sutta) precedenti siano solamente temporanei o “abili mezzi”, quindi non un insegnamento definitivo che porta all’ Illuminazione dei Buddha, che è invece il Sutra del Loto.

    Anch’io ne vorrei sapere di più sull’argomento.

    Penso piuttosto che questo era un'opinione della scuola Tendai, che ripresero tale quale e Dogen e Nichiren.
    Dogen infatti dice che, il Sutra del Loto, lo si deve porre in testa, e con lo sutra sulla testa, gli si deve rendere omaggio (e naturalmente, rendere omaggio al sutra del Loto si dice in giapponese, "Namu Myou Hou Renge Kyou"). Aggiunge il Dogen che questo sutra è il migliore, il più importante, rispetto al quale tutti gli altri sono provvisori, ecc., ecc.

    Dunque non è solo il pallino di Nichiren. Certo, a differenza di questi, Dogen non rigetta tutti gli altri sutra. Ma già si può vedere che questo pensiero non è una rarità nel pensiero buddhistico medioevale.
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    Se si vuole guardare queste cose con occhio razionale, allora bisogna dimostrarsi razionali fino alla fine.

    C'è chi sostiene che i sutra Agama o il loro equivalente, i sutta del Canone Pali, sono la parola originale del Buddha, perfetta e nittida senza aggiunte qualsiasi. Mentre, basta guardarci da un po' più vicino per osservare qualche piccole discrepanze. Il medico tai che ha fatto uno studio medico-legale della morte del Buddha (morto secondo lui, e i suoi argomenti sono molto solidi, da un infarto mesenterico), fa anche osservare gli strati ovviamente aggiunti al sutra del Parinirvana, in cui si vede un vecchietto da 80 anni, logorato da una vita da mendicante, che si lamenta delle forze che lo hanno lasciato, sovrimposto con delle descrizioni magiche di un supereroe che può far attraversare tutta la comitiva da una riva all'altra di un fiume, che ha appena la forza di dire due parole, ma che si lancia in un discorso interminabile in cui, tra l'altro chiede che, lui una volta morto, un fedele venga allontanato, e che se il suo cugino avesse avuto la presenza mentale di chiederglielo, sarebbe potuto vivere ancora cent'anni. Ma dai!
    Ma di solito, tali aggiunte sono un po' più discrete ed è quindi più facile prenderle sul serio.

    Mentre con i sutra mahayanici, stiamo appieno della psichedelia!!! Quando si leggono gli Agama o il Canone Pali, si può osservare che, il più delle volte, i sutra mahayanici riprendono elementi già stanti nei testi antichi, ma li rielaborano in un modo prettamente fantasioso che NON può permettere di prenderli troppo sul serio (naturalmente, ci sarà sempre chi vorrà credere ciecamente alla finzione della pagoda volante costruita in pietra preziosa e semi-preziosa, ma c'è anche chi crede sinceramente che un matzot si possa trasformare in ciccia senza che lo si veda, ed il vino bianco in emoglobina senza che la sua apparenza cambi).
    E, con questo delirio, è paradossalmente più facile concentrarsi sugli aspetti dottrinali e non prenderli per "parola di Vangelo"
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    CITAZIONE (Dorje Jung-Ne @ 16/5/2020, 13:55) 
    CITAZIONE (White Wte @ 16/5/2020, 13:10) 
    È quale è l'ultimo insegnamento di siddharta ?

    CITAZIONE (Dorje Jung-Ne @ 16/5/2020, 12:25) 
    Il sutra del loto non è l'ultimo insegnamento di Buddha Shakyamuni...
    Per quanto riguarda la tua domanda su i seguaci del Theravada, ti invito a documentarti sulle differenti correnti del buddhismo Hinayana (di cui il Theravada ne è una rappresentazione) e Mahayana. Cerca pure sul forum, posso garantirti che troverai dei thread molto molto soddisfacienti al riguardo ^_^

    Il Mahaparinirvana sutra è l'ultimo insegnamento di Buddha Shakyamuni. :) :) :)

    Ma persino lì bisogna essere attenti. Quando si lo legge, non è difficile osservare le strati sovraimposte sul testo originale. Tipo il Buddha morente che fa attraversare magicamente un fiume a tutta la sua scorta, ed i regolamenti di conti tra nemici di classe.
    In fondo, si legge un vecchietto da 80 anni logorato da una vita da girovago che si lamenta della sua condizione fisica e della malattia di vecchiaia che sta per toglierli la vita (secondo ogni probabilità un infarto del mesenterio) e che vorrebbe tornare a morire laddove era nato, ma che neanche ce la farà. E può appena parlare per la stanchezza ed il dolore, e dice "siate lampade a voi stessi" e poi tutte le freniace che si suol aggiungere alla vita di un uomo celebre appena morto.

    Edited by Yudo‚ Maestro Zen - 19/5/2020, 11:07
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    Vecchio tema, sì, ma sempre di attualità.

    C' è un fraintendere, qui. Non è che il Sè non esista. La frase è incompleta. Il Sé non esiste da solo. Non esiste isolato, nel vuoto assoluto, esistente di per sé e senza contatto od interazione alcuna con il resto dell'universo. C'è io perché ci sei anche tu, e che c'è anche lui e lei, ecc. Per cui, non si muore davvero. Quel che scompare all'attimo della morte (davvero un attimo???) è la disposizione presente di aggregati che facevano la persona che muore. Ma niente si perde niente si crea. Sembra persino che un poverino neonato possa ereditare dei ricordi di una persona morta e quindi esserne influenzato.

    Quanto al gusto della parmigiana con quelle belle melanzane, chi te lo 'ffa' perde? Spero soltanto che tu possa anche magnarti antra cosa...
874 replies since 14/2/2015
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