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Benvenuta!
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Benvenuto!
LongFu, non dare ascolto a questi alcoolisti!!
Guarda come si è ridotto un sardo bevendo filuferru e birra...
e tè verde cinese.... -
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Benvenuto!
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Benvenuto!
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Benvenuto!
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ciao. -
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Bentornato!
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Benvenuto!
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Uno dei quesiti, che non considero però filosofici, ma puramente
legati alla propria comprensione di come attraverso la mente ci si può aiutare,
viene proprio dalle domande che si pongono durante la meditazione analitica.
Ed una di queste è stata,
va bene, c'è un errore iniziale che ci porta a diventare 'goccia' sparsa
nel cielo e quindi ad essere separati.
Ma questa spinta iniziale di separazione, questo errore, da dove proviene?
Cosa lo provoca? Perché accade?
Le analisi e le spiegazioni dei testi e dei maestri si rifanno all'istante
successivo di quando questo accade, e questo perché è da quel momento
che si possono avere 'dati', dovuti all'entrata in un mondo separato, o di
separazione, e quindi duale.
Ma l'istante che precede l'errore o confusione, cosa lo provoca?
Dopo aver messo sotto torchio questa mente, che purtroppo
è molto povera, ho realizzato alcune istintive domande, più che
risposte certe.
E' chiaro che possono essere solo mie soluzioni ad un rompicapo
di cui non vengo bene a capo, ma in qualche modo mi hanno dato
modo di procedere.
Provo a darne una breve spiegazione. Anche perché così mi dite se
sono fuori pista completamente.
La sensazione che viene data dalla meditazione profonda,
lo stato in cui si è nella vacuità, o in qualcosa di molto vicino,
è spaziosità e luminosa.
Quando si è in questo stato, i pensieri non sono più tali,
ma diventano flussi che non disturbano, ma lasciano in noi
una sensazione di 'movimento'. Questo movimento provoca
lenti lampi di conoscenza. Come se in se stessa conosce,
domanda e risponde, senza bisogno di parole mentali.
E' uno stato sereno e libero da influssi emozionali.
Uno stato di integrazione, anche se a volte appare come
uno stato libero ed indipendente.
Se questo stato è qualcosa di lontanamente affiancabile ad una
parvenza di illuminazione, ampliandolo si ottiene che tutto
nasce e torna in questo stato.
Così, l'esperienza, l'errore, l'ignoranza che accadono
l'istante prima dell'entrata nella dualità, non sono provocate
da qualcuno o qualcosa che è duale, ma accade semplicemente
perché questo flusso di eterna energia è sempre in movimento.
Il famoso 'vento di cui nessuno sa da dove viene'
spinge sempre questa energia ad essere in movimento.
Il movimento viene visto come rotatorio, almeno da me,
ed appare come il nostro universo, con una forma a spirale,
che ruotando lentamente, si espande verso l'esterno, nell'infinito
che lo comprende.
Questo ruotare ci porta ai margini di questa energia, e qui
accade che questo 'vento' ci spinga verso l'esterno, nella
dualità.
A questo punto accade che prendiamo coscienza
di 'essere', e quindi della separazione.
Qui si fa l'esperienza esistenziale, e finché si rimane
vicini a questo esterno, veniamo coinvolti nel suo 'vento'.
Usciamo, 'vita', ed rientriamo, 'morte'.
Quando, attraverso le pratiche, riconquistiamo lo stato
di serenità e silenzio interiore, uguale a quello che abbiamo
nel flusso, ritorniamo alla radice, alla nostra reale natura,
nell'Illuminazione.
Come se operando su noi stessi in forma duale, camminiamo
di nuovo verso l'intero, verso il completo flusso dell'energia
che ci ha spinti fuori.
Ma qui mi era nata l'idea, che avevo già citato in altro post,
che l'Illuminazione non sia qualcosa di 'terminato', ma che
in questo flusso ci siano ancora stati di elevazione.
Questi stati sono dovuti alla 'densità' stessa dell'infinito,
che da qualche parte attrae, portandoti sempre più 'dentro'
di esso. E....
basta così, altrimenti mi togliete la tessera di buddhista! -
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Il Nirvana è possibile per chi lo realizza.
Non per tutti tutti assieme.
Inoltre, il processo descritto, si riferisce a qualcosa che è accaduto una volta, la prima volta, per un solo individuo.
Ma la dinamica è sempre presente.
C'è in ogni istante questo 'vento', e quindi accade in ogni istante che queste 'energie' perdano coscienza
ed entrino nello stato duale.
L'avvento nel Samsara è costante e continuo, senza mai fine.
L'avvento nel Nirvana, (inteso come Illuminazione)
è anch'esso costante e continuo.
La difficoltà di vedere sia l'uno che l'altro è dovuto ai nostri limiti
che consideriamo, in questo emergere e svanire,
solo l'esistenza umana. Ma se osserviamo la sola
esistenza dei Sei Regni, ci troviamo in un gioco veramente
immenso di esistenze.
Se poi, vogliamo allargare ancora di più la visione
che tutto entra nella dualità e tutto si Illumina continuamente,
possiamo benissimo immaginare i Mondi possibili
di esistenze samsariche al di fuori del nostro Pianeta.
Poi, il perché sia potuto accadere proprio a te,
non lo so proprio....
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.CITAZIONESmettere di menarsela desiderando condizioni diverse da quelle che ci sono, qui ed ora, è stato per me il più grande conseguimento.
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Io ho fatto il Ngondro dei karmakagyu.
Per anni.
Quello che se ne ricava è che l'aiuto che viene da queste 'semplici' (?) pratiche
permette di comprendere, in primis, come meditare.
Cosa che ormai sanno sicuramente tutti, anche quelli che leggono solo qualche
articolo su internet. Cosa ci vuole a meditare? Ti siedi lì e stai zitto.
E' niente.
Eppure, quando vedo questi atteggiamenti non posso fare a meno di osservare quanto io
sia stupido o almeno, incapace di comprendere.
Perché mi ci sono voluti anni per capire piccole cose?
Sono proprio una cozza.
Questo ho sempre pensato di me.
Poi, quando ho iniziato a fare qualche pratica che per me appariva come
avanzata, ammetto di aver avuto la 'vita facile'.
Ma quello che mi saltava all'occhio, era la capacità di comprendere
gli insegnamenti. Attraverso Ngondro, avviene sicuramente qualche
purificazione anche a livello intellettuale, perché la lettura o le spiegazioni
delle pratiche, si comprendono con una grande semplicità, senza
che vi sia il senso di 'prendersi in giro da soli'.
E si capisce anche se quella pratica ti è utile o meno. Se è il momento di farla
o meno. Se sta procedendo bene o meno.
Ho iniziato con i vecchi Lama, e quindi è normale per me pensare che
senza una preparazione, per il principiante, che sia Ngondro o altro
non si va lontano.
Non tanto perché sono legato a sentieri graduali, ma perché
non abbiamo mai sperimentato la meditazione veramente.
Ad esempio, in Oriente o nello stesso Tibet, i bambini giocano
a fare lo yogi, o il Lama, in occidente si gioca a fare Goku
o Barbie. Non abbiamo in mente proprio l'idea di meditazione,
e quindi, secondo me, ma sicuramente non per tutti, diventa
necessario fare dei primi passi di preparazione.
Concordo sulla pratica di Shinè, che anche io ho trovato
importante, ed ancora adesso, a periodi, la riprendo.
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.CITAZIONEBisogna vedere se la forma la cambiano loro o è una nostra illusione "vederli" attraverso il filtro della forma mentis che ci siamo costruiti.....Boh....io più in la di così non mi spingo.
Secondo me nessuno dei due.
Secondo me tutti e due.
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Benvenuto!
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www.italiaebook.it/home/7813-scopri-il-buddhismo.html