Buddhismo Italia Forum

Posts written by Il folle dello Zen

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    Per cercare "me stesso" mi ero perduto, ma perdendo "me stesso", mi sono trovato!
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    "Maestro, la mia mente non è ancora pacificata, ve ne prego, pacificatela!". - "Portami qui la tua mente ed io la pacificherò" risponde Bodhidharma di getto. - "Ma io sto cercando la mente, e tuttavia non posso afferrarla!" - "Allora, come vedi, essa è già pacificata!".
    Questa, secondo me è una delle citazioni Zen più azzeccata. Siamo noi stessi a creaci i problemi esistenziali, però mi chiedo perché BodhiDharma pur avendo questa conoscenza, continuò a meditare rivolto contro il muro della grotta per nove anni!
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    CITAZIONE (g_andrini @ 23/9/2018, 12:38) 
    CITAZIONE (bodhicitta @ 22/9/2018, 22:39) 
    Sto leggendo la Ashtavakra Gita e ho conosciuto alcune persone che praticano questa via, e tutte insistono nel ripetere che ciò che appare, i fenomeni condizionati, non esiste affatto, la loro pratica è negare esistenza a ciò che appare, tralasciando qualsiasi riflessione ulteriore come veleno. Fondamentalmente l'insegnamento è: nulla esiste di ciò che appare, l'uno immanifesto è invece esistente, realizzato l'uno tramite il non pensiero, il mondo illusorio scompare definitivamente.
    C'è inoltre una rinuncia a voler prendere in considerazione questa illusione, quindi viene rifiutato qualsiasi concetto (quello di merito, di purificazione, addestramento mentale eccetera). Questo rende quasi impossible ogni discorso in effetti!
    C'è qualcuno esperto che voglia chiarire meglio questi punti?

    I fenomeni esistono ma non hanno alcuna importanza in sé! ;)
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    Zhuangzi stava per morire. i suoi discepoli volevano fargli un funerale sontuoso, ma Zhuangzi disse: “ho il Cielo e la Terra come bara e sarcofago, il sole e la luna come miei congiunti, le stelle e gli astri come perle, le diecimila creature come dolenti. come non sarebbe perfetto il mio funerale? che ci volete aggiungere?”
    "temiamo che i corvi e gli avvoltoi ti divorino, o maestro” dissero i discepoli. “sopra sono divorato dai corvi e dagli avvoltoi e sotto dalle grillotalpe e dalle formiche” obbiettò Zhuangzi. “togliere agli uni e dare alle altre: perché questa parzialità? considerare equo ciò che è equo per noi, impiegando ciò che non è equo per le creature, non e’ equità; considerare rispondente ciò che è rispondente per noi, impiegando ciò che non è rispondente per le creature non è rispondenza. la vita è soltanto serva, lo spirito corrisponde. di gran lunga la vista è inferiore allo spirito, eppure lo stolto s’affida a ciò che vede per accordarsi con gli altri: il suo sforzo si ferma all’esteriore. non è da commiserare?

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    Qual’è l’attitudine Zen nei confronti della morte?
    "La risata. Esattamente, la risata è l’attitudine Zen nei confronti della morte, ma anche nei confronti della vita, vita e morte non sono separate. Qualsiasi sia il tuo orientamento nei confronti della vita sarà lo stesso nei confronti della morte, la morte arriva come la fioritura più grande della vita.
    Osho, This Very Body the Buddha, Talk #8

    Ogni attimo moriamo all'attimo precedente, eppure non facciamo tante storie.
    Il folle dello Zen
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    CITAZIONE (MauroBelli @ 1/5/2016, 10:11) 
    C'e' pero' chi critica tutta questa distinzione in veicoli, e che in realta' non esistono questi "corpi" sovrapposti e che sono solo altre proiezioni mentali.

    Toh, finalmente qualcuno reagisce al torpore...
    Approfitto per postare l'aneddoto di Lin-chi per intero, visto che non è detto che lo conoscano tutti:

    Il Maestro di Lin Chi morì.
    Era un Maestro famoso, ma Lin Chi era più famoso del suo Maestro, perchè il Maestro viveva in silenzio, ed era stato Lin Chi a farlo conoscere alla gente.
    Si radunò una folla di diverse migliaia di persone, per rendere omaggio al morto, che, come il suo discepolo era un Illuminato. E al funerale trovarono Lin Chi che piangeva a dirotto, come un bambino cui è morta la madre.
    La gente non credeva ai propri occhi. Era un comportamento ammissibile in un ignorante; ma in un Illuminato, in uno che insegna che l’essere interno è immortale?
    Se l’essere interno è immortale perché piangi?
    Alcuni intimi andarono da Lin Chi e gli dissero: “Smetti di piangere ! Non è bene; cosa penserà la gente di te ? Si sta già spargendo la voce che non sia vero che sei un Illuminato; è in gioco il tuo prestigio. E un uomo come te non ha bisogno di piangere”!
    Ma Lin Chi disse loro “Cosa posso farci? Le lacrime sgorgano da sé, è la loro natura. Chi sono io per fermarle? Lasciate pure che la gente pensi che non sono un Illuminato. Cosa posso farci? Non c’è più nessuno in me che agisce; succede, semplicemente. I miei occhi piangono per conto loro. Non vedranno più il Maestro, che era il cibo di cui vivevano.
    Lo so che l’anima è immortale, che in verità nessuno muore ! Ma come farlo capire a questi miei occhi ? Essi non ascoltano, non hanno le orecchie!
    Come si fa a insegnar loro a non piangere, perché la vita è eterna? E chi sono io per insegnar loro qualcosa? Se hanno voglia di piangere, piangano”.
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    CITAZIONE (MauroBelli @ 30/4/2016, 19:09) 
    CITAZIONE (Il folle dello Zen @ 30/4/2016, 18:47) 
    Peccato che siamo nel 2016 e perfino Raphael che le aveva scritte, non crede più a certe cose.

    sempre che ci abbia mai creduto.

    Se non ci avesse creduto non sarebbe andato a fare l'eremita, anche se dopo il lungo periodo è tornato alla vita civile, comunque si interessava più di Advaita Vedanta e per me è stata una sorpresa scoprire adesso che si era interessato anche del Bardo Thodol e del buddhismo tibetano in generale.
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    Peccato che siamo nel 2016 e perfino Raphael che le aveva scritte, non crede più a certe cose.
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    Il sistema "scrematura" di Osho, funziona sempre!
    Colpisce di più "la passera" che il capolavoro di Mumon. :pile:
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    Eh sì, dopo essersi posato sulle ginocchia... (S'è posato sui genoci... l'uselin sbarrava i occi...!)
    e ancor più su ♫♪
    volea volare ♫♪
    l'uselin de la comare!
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    Concordo, W la passera!
    Dopotutto:
    Osservare le norme e attenersi alle regole
    vuol dire legarsi senza una corda.
    Agire liberamente e senza freni secondo i propri desideri
    vuol dire ciò che farebbero gli eretici e i demoni.
    Riconoscere la propria mente e purificarla
    è il falso Zen del sedersi in silenzio.
    Dar briglia sciolta a se stessi ignorando le condizioni che si trovano in rapporto reciproco
    vuol dire cadere nell'abisso.
    Essere vigilanti e mai ambigui
    vuol dire portare delle catene e un giogo di ferro.
    Pensare al bene e al male
    appartiene al paradiso e all'inferno.
    Avere una visione del Buddha e una visione del Dharma (il suo insegnamento)
    vuol dire essere imprigionati in tra due montagne di ferro.
    Chi capisce questo non appena sorge un pensiero,
    il pensiero stesso esaurisce subito le proprie energie.
    Sedersi privi di espressione nel quietismo,
    è la pratica dei morti.
    Se si procede ci si separerà dal principio.
    Se ci si ritira si sarà contro la verità.
    Se non ci si ritira né si procede siamo uomini morti che respirano.
    Adesso ditemi:
    che farete?

    Mumon
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    Infatti il kiosaku è chiamato "Il bastone dell'illuminazione".
    Io sono contrario perfino allo zazen, figuriamoci al kiosaku (anche se ne ho avuto un assaggio!), ma l'esperienza vale più di mille parole.
    Comunque viene usato più che altro per ritemprare le forze in una lunga sesshin, e su richiesta del meditante (provare per credere). Inoltre viene dato in un punto preciso della spalla e non sulla testa. (sempre escludendo esilaranti aneddoti veri o falsi che siano, sull'uso di un nodoso randello da parte di alcuni Maestri Zen).
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    Il fatto che Rinzai fosse rinomato per la sua severità, non fa altro che ratificare l'aneddoto e incrementarne il significato.
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    Boccaccia mia statti zitta! :cemsored:
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    CITAZIONE (Vajramuk @ 27/4/2016, 15:10)
    CITAZIONE (Il folle dello Zen @ 27/4/2016, 14:35) 
    Potrei risponderti con la storia che quando non conoscevo lo Zen le montagne erano montagne e i fiumi erano fiumi.
    Poi ho conosciuto lo Zen e le montagne non erano più montagne e fiumi non erano più fiumi.
    Poi mi sono tolto la puzza dello Zen addosso e le montagne sono tornate ad essere montagne e i fiumi, fiumi!

    Appunto, un cadavere è un cadavere, ne più e ne meno che un pezzo di legno secco.
    Se c'è la paura di una NDE e di un possibile ritorno nel corpo o che ancora il principio cosciente non si sia staccato del tutto, ci penserà il fuoco!
    A livello esoterico la cremazione distrugge la mente sottile che perdura per qualche giorno, a seconda dello stato delle nadi, evitandoci uqella fase di inutili sogni inevitabilmente legata a ciò che lasciamo (la cremazione risolve il solido, il liquido e il gassoso con la potenza del fuoco).

    CITAZIONE
    Oppure potrei risponderti con la storia di Lin-chi che piangeva come un bambino quando morì il suo adorato maestro.

    Anche io vidi piangere il mio Maestro per la morte di un suo amico lontano, ..personalmente se penso al mio cadavere sento una grande gioia perchè finalmente me ne sarò liberato definitivamente, a volte l'asino è pesante da portare anche per la natura di Buddha.

    CITAZIONE
    Oppure potrei risponderti che tutto è impermanente, transitorio, anche la paura di essere bruciato vivo o morto che sia, o anche il coraggio di morire in piedi come certi antichi maestri Zen.

    La natura di buddha non è mai nata e mai morirà, come potrebbe aver paura?
    Io per esempio ho paura di morire soffocato, la consapevolezza del soffio ce l'ho. Andato quello cosa rimane?
    Bruciato vivo o morto che sia è ben diverso!

    CITAZIONE
    Io non ho nessuna paura, è la mia mente che ha paura, come al maestro Lin_chi scendevano le lacrime e non poteva farci niente, semplicemente diceva: "Se i miei occhi hanno voglia di piangere... che piangano!".
    Lo so che non è una cosa facile da digerire, a noi piace divinizzare i maestri, che dire di un maestro della levatura di Lin-chi che piange?
    Era anche lui come me una vecchia nonna che rubava la marmellata ai nipotini! XD

    "Se i miei occhi hanno voglia di piangere... che piangano!"
    Bellissima.

    A me non piace divinizzare nessuno, tantomeno i Maestri, ogni giorno faccio i conti solo con me stesso, con l'attrito che ancora si manifesta quando non accetto le cose cosi come sono.

    "Boh! Una volta sembra che fosse una cosa abbastanza comune; ci sono un sacco di leggende metropolitane su bare riaperte con dentro i graffi dell "morto" risvegliato."
    Appunto... leggende metropolitane!
    Dopo la morte cerebrale, non arrivando più ossigeno al cervello, non so quanto, ma so che c'è veramente pochissimo tempo, se per esempio (se fosse possibile) riportassero in vita il defunto, come minimo riporterebbe gravi lesioni cerebrali già dopo pochi minuti, figuriamoci dopo un giorno o due cosa resterebbe di funzionante del suo ex cervello.
    Ovvero la resurrezione di un cadavere è solo una leggenda metropolitana, visto che la scienza non ci è ancora riuscita.
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    CITAZIONE (**Destiny** @ 27/4/2016, 14:57) 
    Credo che sia peggio risvegliarsi in una tomba che in un forno crematorio.
    Questo perché nel momento in cui ti risvegli nel forno passa poco alla distruzione totale, e considerando che chi si risveglia con ogni probabilità lo fa gradualmente probabilmente resta in una forma di semi-coscienza in cui di quel che accade si accorge poco.
    Invece nella tomba hai tutto il tempo per risvegliarti del tutto, e lì sono cazzi amarissimi.
    Brutta storia.

    Ma quando lo mettono nella tomba il cadavere è già in decomposizione da giorni, come farebbe a risvegliarsi? Se anche lo facesse morirebbe subito dalla puzza di sé stesso! :D
53 replies since 12/1/2009
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