Cosa succede in Tibet?

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  1. encovata
     
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    Dalla redazione siddhi, copio e incollo
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    Ritenendo che ci sia bisogno di far circolare le notizie il più possibile, anche a rischio di farne circolare di false o di entrare a far parte dell'ennesima mail della stessa notizia....la redazione di Siddhi inoltra.




    To: <@iltk.it;>
    Subject: Fw: NOTIZIE
    Date: Mon, 7 Apr 2008 20:49:50 +0200
    X-Priority: 3


    da Franco

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    La candidata democratica alla Casa Bianca prende posizione sul Tibet: "Disertare la cerimonia dell'8 agosto se Pechino non muterà atteggiamento"

    Olimpiadi, la Clinton a Bush: "Boicotti l'apertura dei Giochi"




    Hillary Clinton
    WASHINGTON - Hillary Clinton, candidata democratica alla Casa Bianca, ha chiesto al presidente americano George W. Bush di "boicottare l'apertura delle Olimpiadi di Pechino" se il governo cinese non muterà atteggiamento in materia di diritti umani.

    "I violenti scontri in Tibet e il fallimento del governo cinese nell'usare i suoi rapporti con il Sudan per fermare il genocidio in Darfur sono un'opportunità per la leadership presidenziale", ha affermato la Clinton, secondo la quale il presidente non dovrebbe partecipare alla cerimonia dell'8 agosto "in assenza di cambiamenti importanti da parte del governo cinese".

    L'ex first lady ha accusato l'amministrazione Bush di "aver sbagliato a ridimensionare l'aspetto dei diritti civili nella propria linea politica sulla Cina". E ha esortato i cinesi ad approfittare di questo momento "come opportunità per tener testa alle aspirazioni universali per il rispetto dei diritti umani, ideali che i Giochi olimpici rappresentano". Gli americani, ha aggiunto la senatrice di New York, sosterranno con forza la tutela delle libertà religiose e d'espressione.

    Nello stesso tempo, la Clinton ha escluso ipotesi di boicottaggio da parte degli atleti Usa, "che hanno lavorato duramente per guadagnarsi il diritto a competere alle Olimpiadi".







    Dopo gli scontri di Londra, rallentamenti e interruzioni dei manifestanti pro-Tibet hanno costretto più volte gli organizzatori a cambiare modalità e itinerario

    La fiaccola nella Parigi blindata - Le proteste interrompono la marcia

    Il presidente del Comitato olimpico chiede di rispettare lo spirito dei Giochi e al governo del Paese ospitante una "pacifica soluzione" della questione Tibet




    La protesta davanti al municipio di Parigi
    PARIGI - Dopo le manifestazioni e gli scontri di ieri a Londra, la fiaccola olimpica è sbarcata a Parigi: sconvolto l'itinerario previsto, la solenne marcia si è fermata prima del termine. Manifestazioni di protesta a sorpresa da parte di attivisti di Reporter senza frontiere e di sostenitori del Tibet hanno interrotto più volte il percorso: gli organizzatori hanno portato la torcia su un bus, deviando strade e programmi. E mentre il Cio lancia un altro appello alla Cina, Pechino condanna le "vili proteste" inscenate nella capitale britannica.
    Parigi interrompe la marcia. La torcia è arrivata nel pomeriggio sotto scorta a bordo di un bus allo stadio Charlety, ultima tappa di un percorso a ostacoli che dalla Torre Eiffel ha costellato il passaggio della fiaccola tra le strade parigine. Le bandiere con i cinque cerchi olimpici trasformati in manette, simbolo della protesta attivata da Reporter senza frontiere, ha accompagnato con clamorose apparizioni il passaggio della torcia, sventolando sulla Torre Eiffel, sugli Champs Elysée, sul municipio di Parigi, e obbligando la fiaccola a fermarsi prima del traguardo dopo la decisione del sindaco Bernard Delanoe di cancellare ogni cerimonia.
    Sono stati gli organizzatori a decidere l'interruzione della staffetta dopo che i continui assalti da parte degli attivisti per i diritti umani hanno costretto a caricare più volte la torcia su un autobus scortato dalla polizia. A questo proposito la prefettura ha precisato che la fiaccola è sempre rimasta accesa ogni volta che si trovava sul mezzo, e che la fiamma si è spenta una sola volta per un problema tecnico.



    Gli agenti hanno arrestato quattro persone - due attivisti pro-Tibet, due di Reporters senza frontiere e una politica francese - che avevano ostacolato la marcia del tedoforo e cercato di superare il cordone di sicurezza. Anche la vice-presidente del consiglio regionale parigino, la verde Mireille Ferri, è stata fermata mentre, impugnando un estintore, si dirigeva verso la Torre Eiffel, punto di partenza della staffetta.

    La torcia avrebbe dovuto attraversare un percorso di 28 chilometri, portata a turno da 80 tedofori e costeggiando i maggiori siti turistici parigini fino alla sede del Compitato olimpico francese, nei pressi dello stadio Charlety, con circa tremila poliziotti impegnati a proteggere il passaggio. Ciascun tedoforo di turno era protetto da un cordone ambulante lungo 200 metri e composto da 65 poliziotti in moto, 100 sui roller e altrettanti vigili del fuoco corridori.

    L'ira di Pechino. La Cina ha condannato oggi le "vili azioni" dei manifestanti filotibetani che ieri hanno disturbato il percorso della fiaccola olimpica a Londra. Per la prima volta il tg della notte della tv cinese ha brevemente accennato agli incidenti che hanno disturbato il passaggio della fiaccola olimpica, ieri a Londra e oggi a Parigi, nell'edizione delle 22 locali (le 16 italiane) del notiziario della principale rete della tv centrale, Cctv1. In precedenza, l'emittente ha mostrato immagini del passaggio della fiamma a Parigi, con una forte presenza di poliziotti e con l'inviato della Cctv che si rallegrava per "la calorosa accoglienza degli abitanti di Parigi, dei cinesi d'oltremare e degli studenti cinesi".

    L'appello del Cio. Sul tema delle proteste legate al cammino della fiaccola per la prima volta è intervenuto il presidente del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), il belga Jacques Rogge, che ha espresso la profonda preoccupazione per quello che sta succedendo. "Tutti siamo preoccupati - ha detto Rogge - la situazione in Tibet ha suscitato un'ondata di proteste dei governi, dei mezzi di comunicazione e dell'ong che sta mettendo a rischio il passaggio della torcia". Poi la richiesta a Pechino di una "rapida, pacifica soluzione" della situazione tibetana.

    San Francisco pronta alla protesta. Con l'odierna tappa parigina la fiaccola chiuderà il suo giro europeo e partirà questa sera per le Americhe, attesa dagli appuntamenti di San Francisco, mercoledì, e Buenos Aires, venerdì. Intanto la città californiana, dove vive la terza comunità cinese del Nordamerica, si prepara ad accogliere la fiaccola olimpica con manifestazioni anti-cinesi.
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    Parigi, percorso a ostacoli per la fiaccola olimpica: niente cerimonia, arrivo su un bus


    La staffetta percorrera' 28 chilometri


    Una bandiera nera sulla quale i cerchi olimpici vengono raffigurati come manette è stata issata al primo piano della Tour Eiffel, sul lato nord.

    Alcune bandiere nere di Reporter senza frontiere e una bandiera del Tibet invece sono state esposte per protesta da un gruppo di consiglieri ecologisti all'interno del municipio parigino.

    Dopo questi episodi il sindaco di Parigi ha deciso di annullare la cerimonia prevista all'interno dell'Hotel de Ville, il municipio di Parigi, per il passaggio della fiaccola olimpica dalla ex campionessa di nuoto, Christine Caron, al calciatore del Paris Saint Germain, Pedro Pauleta.

    "Non siamo d'accordo sul fatto che la fiamma delle Olimpiadi entri all'Hotel de ville - ha detto l'assessore comunale Denis Baupin, dei Verdi - perché è una parte del sangue dei tibetani che entra nel municpio con la fiaccola".

    Tracce della questione tibetana sulla tv cinese
    Per la prima volta un'emittente televisiva cinese ha accennato, seppur in maniera superficiale, agli incidenti che hanno ostacolato il percorso della fiamma olimpica a Londra e a Parigi. A parlarne, ieri sera, il telegiornale delle 22.00 della principale rete della tv centrale, Cctv1. La giornalista ha detto che "un piccolo gruppo di persone ha tentato di perturbare il passaggio della torcia a Parigi e Londra", ma non ha fornito alcun particolare sugli incidenti verificatisi nella capitale francese.

    La corsa ad ostacoli della torcia olimpica
    Oggi le autorità parigine hanno deciso di troncare la marcia della torcia olimpica attraverso la città, annullando le ultime staffette, dopo i numerosi attacchi che hanno rallentato e a volte interrotto la staffetta. La torcia è arrivata all'ultima tappa del suo passaggio, alla sede del Compitato olimpico francese accanto allo stadio Charlety, nella parte sud di Parigi, a bordo di un autobus.

    Tante, comunque, oggi le interruzioni del percorso della fiaccola a Parigi: la staffetta è stata interrotta per ldue volte dalle manifestazioni pro-Tibet e la fiaccola è stata messa al sicuro sull'autobus. Anche questa volta, gli organizzatori hanno spiegato che la fiaccola è stata spenta per motivi di sicurezza.

    La fiamma olimpica era stata riaccesa e affidata ad un tedoforo verso le 13:50 vicino a Pont d'Issy-les-Moulineaux alle porte di Parigi.

    Era partita intorno alle 12:35 dalla Torre Eiffel, come previsto. Poi, per le troppe proteste le autorità hanno deciso di spegnerla.

    La fiaccola è stata portata a bordo di un'autobus mentre si dirigeva, lungo la rive gauche, verso Issy-les-Moulineaux (sud-ovest di Parigi), e dopo incidenti tra forze dell'ordine e manifestanti pro-Tibet. L'interruzione si è avuta a circa 200 metri dalla Tour Eiffel, quando il corteo che seguiva la fiaccola aveva lasciato la zona di sicurezza segnata attorno al monumento.

    Proteste e fermi
    Quattro persone sono state fermate dalla polizia lungo il percorso della fiaccola olimpica, mentre tentavano di rallentare il passaggio della torcia.

    La vicepresidente della regione parigina dell' Ile-de-France, la verde Mireille Ferri, è stata fermata dalla polizia, mentre si stava dirigendo con un estintore, poco prima di mezzogiorno, verso la Torre Eiffel. Lo hanno reso noto i Verdi, precisando che la Ferri è stata condotta in un commissariato di polizia.

    Circa 3.000 poliziotti sono impegnati nel servizio di sicurezza.

    Ai piedi del celebre monumento parigino c'erano centinaia di persone. L' associazione Reporter senza frontiere aveva chiesto ai parigini di radunarsi per manifestare a favore del Tibet.

    Primo degli 80 tedofori impegnati nella staffetta parigina era Stephane Diagana, ex campione mondiale dei 400 metri ostacoli. La staffetta doveva percorrere 28 chilometri, passando davanti ai celebri siti della capitale francese per arrivare, intorno alle 17, allo stadio Charlety.
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    OLIMPIADI CINESI - CONTINUA L'ASSEDIO DEI FILOTIBETANI
    Scontri a Parigi, spenta la fiaccola. Il Cio sferza Pechino: basta violenza
    Parigi, attivisti pro-Tibet si scontrano con la polizia
    + Londra, assalto alla fiaccola olimpica
    Tafferugli e manifestazioni pro Tibet. E il sindaco annulla le ultime staffette
    PARIGI
    La marcia della torcia olimpica si è fermata. Il sindaco di Parigi, Bernard Delanoe, ha annullato le cerimonie organizzate per il passaggio della fiaccola e sul municipio pendono la bandiera tibetana e un drappo nero con i cinque cerchi trasformati in manette. La staffetta è stata interrotta dopo che i continui assalti da parte degli attivisti per i diritti umani hanno costretto a spegnere più volte la torcia e a caricarla su un autobus scortato dalla polizia.

    Scontri e arresti
    Un altro drappo nero su cui si stagliavano cinque manette è stato disteso sulla torre Eiffel da tre attivisti di "Reporter senza frontiere". Gli agenti hanno fermato cinque persone - due attivisti pro-Tibet e due di Reporters senza frontiere e una politica francese - che avevano ostacolato la marcia del tedoforo e cercato di superare il cordone di sicurezza. Il vice-presidente del consiglio regionale parigino, la verde Mireille Ferri, è stata fermata mentre, impugnando un estintore, si dirigeva verso la Torre Eiffel, punto di partenza della staffetta. Lo hanno reso noto fonti del partito.

    Il Cio incalza Pechino: «Soluzione pacifica»
    Mentre Pechino torna a condannare il tentativo di sabotare il passaggio della fiaccola, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), Jacques Rogge, è intervenuto per la prima volta per esprimere «profonda preoccupazione» per quello che sta succedendo e chiedere alla Cina una «rapida, pacifica soluzione» della situazione in Tibet. «Tutti siamo preoccupati», ha detto Rogge, «La situazione in Tibet ha suscitato un'ondata di proteste dei governi, dei mezzi di comunicazione e dell'ong che sta mettendo a rischio il passaggio della torcia. La violenza, da qualunque ragione sia ispirata, non è compatibile con i valori della fiaccola e dei Giochi olimpici».

    «Un trionfo per la democrazia»
    La stampa britannica ha salutato le proteste di sabato a Londra come «un trionfo per la democrazia». Nella notte, la fiaccola è stata portata in un luogo segreto e lungo il percorso di 28 chilometri è protetta da circa 3.00 agenti: un cordone di 65 poliziotti in moto, 100 pompieri, a una cinquantina di veicoli con circa 200 uomini in assetto anti-sommossa. Anche San Francisco, dove la torcia olimpica è attesa mercoledì, si sta attrezzando per allestire un 'piano sicurezzà senza precedenti. Tutto fa pensare che il cammino della fiamma olimpica sarà ancora accidentanto.
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    SABINE VERHEST, LA LIBRE BELGIQUE, BELGIO


    Ipocrisia europea sul Tibet


    DELUDENTE E DEPRIMENTE. La vigliaccheria non è un atteggiamento rispettabile, soprattutto quando viene da un continente che si vanta di difendere i diritti, la democrazia e la libertà. Mentre i tibetani manifestavano a Lhasa, gli europei si sono defilati. Riuniti in Slovenia, i ministri degli esteri hanno lasciato l'ennesimo appello al dialogo. Ma hanno evitato di parlare di Olimpiadi. Avrebbero potuto sfruttare l'argomento per spingere Pechino a negoziare seriamente un'autonomia tibetana con il Dalai Lama all'interno della Cina. Invece è successo il contrario: la parola "Olimpiadi" è scomparsa dal comunicato europeo e l'idea di adottare una posizione comune durante le cerimonie olimpiche è stata abbandonata.
    Gli europei non si rendono conto che oggi molti tibetani sacrificano la loro vita pensando di essere sostenuti da Bruxelles. E che tremila persone fuggono ogni anno attraversando a piedi l'Himalaya. I nostri valori meritano di essere difesi in modo deciso, anche nei confronti della Cina, che è economicamente dipendente da noi come noi lo siamo da lei. Se oggi i cinesi si sentono forti, è anche perché di fronte hanno un'Unione incapace di andare oltre le dichiarazioni di principio.
    Che potevamo aspettarci da un gruppo di paesi che non esita a bloccare chi osa sventolare una bandiera tibetana e vieta alla stampa di assistere all'arrivo della fiamma olimpica all'Acropoli? L'Europa dovrebbe smetterla con l'ipocrisia e dire chiaramente che difende i diritti dell'uomo solo quando le conviene. E che in questo caso non le conviene. - adr
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