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Lapsus_Weinstein.
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Rilfettendo sulle diverse posizioni assunte da vari commentatori nostrani, tra cui Beppe Grillo, mi chiedo se boicottare i Giochi sia saggio, o invece un modo per nascondere la testa sotto la sabbia.
Credo che tutte le occasioni di apertura e di incontro vadano favorite, non boicottate, proprio per poter reclamare con forza le proprie ragioni di libertà, fratellanza, uguaglianza tra gli umani.
Che è l'originario spirito greco delle Olimpiadi. nate per questo, e con questo scopo.QUOTE (YogaChakra @ 15/3/2008, 13:54)QUOTE (AuspiciousMerit @ 15/3/2008, 13:39)Guardate il post di oggi di Beppe Grillo sul suo blog
www.beppegrillo.it
"L’Italia non deve partecipare alle Olimpiadi di Pechino. I Giochi Olimpici sono bagnati del sangue dei tibetani. A Lhasa sono morte almeno 100 persone, alcune bruciate vive. Protestavano nell’anniversario della sanguinosa repressione cinese del 1959.
Il buddismo non è una religione di conquista, non ha causato stragi secolari come le religioni monoteiste. Il buddista può essere ucciso, ma non uccide. Il governo cinese minaccia nuove stragi se i tibetani non cesseranno le manifestazioni entro lunedì. Li minaccia a casa loro, in una nazione occupata. Minaccia un popolo costretto in gran parte all’esilio. Di cui ha distrutto i monasteri. Di cui vorrebbe cancellare l’identità con una immigrazione selvaggia.
I tibetani sono uno dei popoli più pacifici della terra. Da decine di anni è in atto nei loro confronti un piccolo olocausto dagli occhi a mandorla, ma l’Occidente volta sempre la testa dall’altra parte. Pecunia WTO non olet. Né Valium, né lo psiconano hanno voluto ricevere il Dalai Lama in visita in Italia lo scorso autunno. E’ stato trattato come un paria, prima gli affari, poi i diritti civili. I nostri grandi statisti: la vergogna internazionale d’Italia.
Gli atleti italiani rinuncino alle Olimpiadi. Facciano outing contro la dittatura, sarà la migliore azione della loro vita. Figli e nipoti ne saranno fieri. Molti taliani gliene daranno merito. Li ospiterò a casa mia durante le Olimpiadi e, come rimborso, li pagherò come personal trainer.
Le Olimpiadi di Pechino non si possono celebrare sui massacri di Lhasa. Per ogni finale olimpica, per ogni premiazione ci sarà il ricordo di un tibetano assassinato e di una Nazione stuprata sotto gli occhi indifferenti del mondo. Ho incontrato il Dalai Lama a Milano. Ho incontrato un uomo buono, aperto, disponibile, ma assolutamente determinato a restituire la libertà al suo popolo. Lo saluto da questo blog.
No alle Olimpiadi di sangue." cit. Beppe Grillo
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Abicetta.
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Ultime news dicono che la Cina ha rotto il silenzio ma trasmette immagini a senso unico. Solo monaci che commettono violenze contro i cinesi. Inutile dire che la versione cinese è di un'insurrezione orchestrata dal Dalai Lama (che nel frattempocontinua a dire ai 4 venti che lui non desidera l'indipendenzadel Tibet ma solo il riconoscimento dell'identità culturale dei tibetani) . -
Lapsus_Weinstein.
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Dharmasala, 16 mar. - (Adnkronos) - Il Dalai Lama invoca un'inchiesta internazionale sulla violenta repressione cinese delle manifestazioni in Tibet, vittima di un vero e proprio "genocidio culturale". "Alcune rispettate organizzazioni internazionali possono indagare su qual e' la situazione in Tibet e su qual e' la causa - ha detto il leader tibetano in esilio da Dharmasala, nel nord dell'India, dove ha incontrato i giornalisti - Che il governo cinese lo ammetta oppure no, c'e' un problema. C'e' un antico patrimonio culturale che e' seriamente in pericolo. Che sia intenzionale o no, sta avendo luogo una sorta di genocidio culturale".
adnkronos.com. -
Abicetta.
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A favore del Dalai Lama il fatto che non c'è libertà di informazione. I giornalisti occidentali stanno avendo non pochi problemi da parte delle autorità cinesi. Se la situazione fosse una montatura del Dalai Lama quale miglior occasione di dimostrarlo che dare libero accesso ai giornalisti? . -
Lapsus_Weinstein.
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The Dalia Lama said the international community had a "moral responsibility" to remind China to be a good host for the Olympic Games, but added "the Olympics should not be called off".
telegraph.co.uk. -
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Il boicottaggio è la cosa migliore, ma sapete com'è... la religione più diffusa al mondo è quella del Dio Denaro... Fin quando la Cina sarà la potenza economica e militare che è ora, la comunità internazione farà orecchie da mercante... . -
Fulgur.
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Il boicottaggio delle olimpiadi sarebbe un fortissimo segnale inviato alla Cina, esistono peraltro almeno due precedenti, Mosca 1980 e Los Angeles 1984, ma allora si trattava di una scelta politica, questa volta sono in gioco ingenti interessi economici, che notoriamente vengono posti prima di tutto, temo pertanto che nessuno avrà il coraggio di rompere con la Cina. . -
PJohnny.
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CITAZIONE (AuspiciousMerit @ 16/3/2008, 13:25)Ovviamente il Dalai Lama dice di non boicottare le olimpiadi per non sembrare un separatista agli occhi dei cinesi. Però penso che il boicottaggio sarebbe un'ottima cosa.
esattamente....la penso allo stesso modo. -
Lapsus_Weinstein.
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DLTP: AWARENESS NEWS 2
His Holiness The Dalai Lama Statement , Friday Mach14th
His Holiness The Dalai Lama has issued the following statement today. "I am deeply concerned over the situation that has been developing in Tibet following peaceful protests in many parts of Tibet, including Lhasa, in recent days. These protests are a manifestation of the deep-rooted resentment of the Tibetan people under the present governance.
As I have always said, unity and stability under brute force is at best a temporary solution. It is unrealistic to expect unity and stability under such a rule and would therefore not be conducive to finding a peaceful and lasting solution.
I therefore appeal to the Chinese leadership to stop using force and address the long-simmering resentment of the Tibetan people through dialogue with the Tibetan people. I also urge my fellow Tibetans not to resort to violence."
(www.tibet.net is the official website of the Central Tibetan Administration of His Holiness the Dalai Lama.) His Holiness The Dalai Lama has issued the following statement today. "I am deeply concerned over the situation that has been developing in Tibet following peaceful protests in many parts of Tibet, including Lhasa, in recent days. These protests are a manifestation of the deep-rooted resentment of the Tibetan people under the present governance.
As I have always said, unity and stability under brute force is at best a temporary solution. It is unrealistic to expect unity and stability under such a rule and would therefore not be conducive to finding a peaceful and lasting solution.
I therefore appeal to the Chinese leadership to stop using force and address the long-simmering resentment of the Tibetan people through dialogue with the Tibetan people. I also urge my fellow Tibetans not to resort to violence."
Below is the statement issued by the Kashag
"Starting from 10th March this year, Tibetans from all over Tibet started a series of peaceful demonstrations to express their dissatisfaction with the Chinese policies. The Kashag had earlier hoped that these demonstrations will stop.
However, partly due to heavy-handed response of the authorities to these peaceful expressions that the demonstrations continued to spread all over Tibet and the situation is getting worse.
Therefore, we are deeply concerned and have also urged the People's Republic of China for due consideration to take these incidents with all seriousness and not to take further repressive actions. The situation urgently demands the attention of the governments, parliaments and the international community to persuade the leadership of People's Republic of China to refrain from further repressive measures and to restore normalcy through peaceful means."
Kalon Tripa also made an urgent appeal to the Chinese authorities stating, "From 10th March this year Tibetans from various parts of Tibet (in and outside TAR) staged series of peaceful demonstrations to express their dissatisfaction with the present situation. Such demonstrations are clear symptoms of discontentment among the Tibetan people with the current policy towards them.
We are observing this with a great sense of concern and would like to earnestly urge to the central and local authorities of the People's Republic China to take these incidents with all seriousness and not to take any repressive actions. We further urge them to restore the normalcy through dialogue and understanding of the Tibetan people's aspirations."
The situation in the Tibetan capital has intensified because Chinese authorities have rolled out a large number of armoured vehicles including tanks in the Bharkor square and have started shooting into the protesting crowds.
Thousands of Tibetans led by Labrang Monastery monks held demonstrations carrying Tibetan national flag on Friday afternoon(Phayul.com)
As protests continue to have a ripple effect across Tibet, the Chinese police are reported to have sealed off all monasteries and nunneries in and around Lhasa.
In order to provoke the protesting crowds, Chinese policemen dressed in monks attire are reported to have lashed out at the peaceful demonstrators, which incited the crowd into burning police vehicles. According to other reports, from 10,000-20,000 Tibetans have joined the demonstration in the Tibetan capital.
Also in Northeastern Tibet, thousands of Tibetans led by monks from Labrang Tashikyil monastery staged a peaceful demonstration. The demonstration, the biggest ever in this part of Tibet, was held in Sangchu county, Kanlho, Tibetan Autonomous Prefecture, Gansu province.
FROM: (www.tibet.net is the official website of the Central Tibetan Administration of His Holiness the Dalai Lama.)
Da Bhikkhu Kamachi in Second Life. -
.
Shankar Kulanath
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Inoltro..
Manifestazione Cgil Cisl Uil contro la repressione cinese in Tibet
Cgil Cisl Uil, di fronte alle notizie provenienti dal Tibet di
parecchi morti e feriti tra i monaci e la popolazione civile,
esprimono la più ferma condanna dell'uso della forza e chiedono al
governo cinese di fermare immediatamente la sanguinosa repressione.
Cgil Cisl Uil si riconoscono e sostengono le posizioni del Dalai
Lama che si appella alle autorità cinesi perché rispondano con il
dialogo ed una soluzione pacifica al profondo risentimento del popolo
Tibetano che dal 1950 é sotto occupazione cinese e che é vittima di
continue violenze e repressioni.
Solo attraverso il dialogo e la libertà di espressione e di
organizzazione si può giungere a forme di convivenza pacifica,
rispettosa delle culture e dei valori dei popoli , delle minoranze
etniche e religiose, ed evitare in Cina tragedie già vissute anche
nel recente passato.
La costituzione in Cina di un sistema democratico che porti al
rispetto dei diritti umani e dei lavoratori é lo strumento essenziale
per una globalizzazione economica e commerciale giusta e per una
soluzione pacifica dei conflitti.
Cgil Cisl Uil invitano i propri iscritti e militanti a partecipare ad
una fiaccolata silenziosa che si svolgerà Lunedì 17 Marzo alle ore
18.30 in via Bruxelles a Roma, sede dell'ambasciata cinese.
. -
encovata.
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Inoltro anche io per come mi è arrivato, forse lo avete già letto ,
ciao Encovata
Cari Amici,
vi preghiamo di diffondere i comunicati stampa che trovate di seguito.
Se volete, potete aggiungere la vostra adesione.
Per altre informazioni vi inviamo il seguente link.
www.repubblica.it/2008/03/sezioni/esteri/tibet-scontri-lhasa/tibet-scontri-l
hasa/tibet-scontri-lhasa.html#up
ASSOCIAZIONE AMICI DEL TIBET
Comunicato Stampa
Sosteniamo pienamente le proteste dei monaci buddhisti e del popolo tibetano
in atto in queste ore a Lhasa, in Tibet, per il rispetto dei Diritti Umani,
delle libertà fondamentali (libertà di parola, di opinione, di assemblea) e
per l'autodeterminazione.
Condanniamo duramente la brutale repressione militare cinese che con decine
d'arresti, lacrimogeni e l'uso di armi da fuoco (al momento si ha notizia di
almeno due morti e di un numero imprecisato di feriti) sta rispondendo alle
manifestazioni dei tibetani che si susseguono in questi giorni in tutto il
Tibet e nei grandi monasteri di Ganden, Sera e Drepung.
Uno dei maggiori problemi della Repubblica Popolare Cinese è la mancanza di
legittimazione del suo governo in Tibet. Come ha appena affermato il Dalai
Lama, Premio Nobel per la Pace 1989, da Dharamsala in India, con l'uso della
forza delle armi non si otterrà nessuna stabilità duratura.
Oggi è veramente sotto gli occhi di tutti in che modo Pechino si sta
preparando alle sue Olimpiadi, tradendo gli ideali olimpici di pace,
amicizia, comprensione globale. Infatti in Cina si moltiplicano gli arresti
e le torture dei reporter, dei sostenitori dei Diritti Umani, dei loro
avvocati, dei dissidenti e sono già stati oscurati quasi tremila siti
Internet.
In Tibet la Cina da mezzo secolo sta perseguendo una politica di
annientamento dell'identità e cultura tibetane, anche attraverso
l'emarginazione linguistica e i massicci trasferimenti di popolazione cinese
(genocidio per diluizione) assieme alla distruzione e al saccheggio del 90 %
del patrimonio artistico e architettonico tibetano, all'uso devastante,
anche fino alla morte, delle torture fisiche e psichiche sui prigionieri
politici, monache e monaci buddhisti, arrestati spesso solo perché in
possesso di una foto del Dalai Lama o per aver gridato la loro voglia di
indipendenza e la loro lealtà al Dalai Lama.
Del resto il regime autoritario cinese è il più grande stato killer del
mondo, con circa 10.000 condanne a morte l'anno (più del 77% delle
esecuzioni accertate sul totale mondiale).
La Cina è il principale sostenitore della giunta militare birmana, occupa
illegalmente il Tibet, il Turkestan Orientale e la Mongolia Interna,
supporta il Sudan nella tragedia del Darfur: in una totale mancanza di etica
della politica e dell'economia, nella corsa ai profitti derivanti
basilarmente dallo sfruttamento di manodopera a basso costo, si continua a
chiudere gli occhi.
FERMIAMO SUBITO IL GENOCIDIO IN TIBET!
IL SILENZIO È SEMPRE COLPEVOLE
Associazione Amici del Tibet
COMUNICATO STAMPA
CS34-2008
CINA: AMNESTY INTERNATIONAL CONDANNA LA REPRESSIONE NEI CONFRONTI DEI
MANIFESTANTI TIBETANI
Amnesty International ha espresso la propria condanna per la recente dura
repressione nei confronti di un gruppo di pacifici manifestanti nella
capitale del Tibet, Lhasa.
Secondo testimoni oculari, l´11 marzo la polizia cinese ha usato gas
lacrimogeni e pungoli elettrici per disperdere 500 manifestanti che
stavano chiedendo il rilascio di alcuni monaci arrestati nel corso delle
proteste dei giorni precedenti.
Lunedi´ 10 marzo 11 dimostranti, tra cui nove monaci, sono stati
brutalmente picchiati e arrestati all´esterno del tempio di Tsuklakhang,
nel centro di Lhasa. Il gruppo stava manifestando per ricordare il 49°
anniversario della fuga del Dalai Lama dal Tibet, dopo il fallimento della
sua ribellione contro il dominio cinese. Nelle stesse ore sono stati
arrestati una cinquantina di monaci in altre zone della capitale.
`I dimostranti hanno il diritto di esprimere la propria pacifica protesta.
Negando la liberta´ di espressione e di riunione, la Cina viola gli
standard internazionali sui diritti umani´ - ha dichiarato Paolo Pobbiati,
presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. `In questo
modo le promesse fatte in occasione dei Giochi Olimpici a Pechino appaiono
ancora piu´ vuote e lontane´.
L´organizzazione per i diritti umani ha chiesto alla Cina di rilasciare
immediatamente tutte le persone arrestate negli ultimi giorni per aver
esercitato in forma pacifica i propri diritti.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 12 marzo 2008
Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: [email protected]
COMUNICATO STAMPA
Il giorno 10 marzo 2008 nella capitale del Tibet; Lhasa, durante il 49mo
anniversario dell'insurrezione del popolo tibetano contro l'occupazione
cinese del Tibet, più di 500 monaci dei monasteri di Drepung e Sera sono
scesi in piazza con una manifestazione pacifica chiedendo la libertà per il
Tibet e la liberazione dei monaci arrestati nello scorso ottobre. Secondo
Radio Free Asia i manifestanti sono stati arrestati e i monasteri sono
ancora blindati. Gli spari sono stati sentiti dai monasteri. La situazione è
molto critica.
Questa manifestazione è la prima grande manifestazione dopo quella del 1989
che fu brutalmente repressa, portando centinaia di morti e arresti e fu
imposta la legge marziale in Tibet.
In tutto il mondo ci sono state manifestazioni pro Tibet negli ultimi tre
giorni, e la bandiera del Tibet è stata esposta in più di 941 comuni in
Germania e in molti Stati negli Stati Uniti.
Queste manifestazioni coincidono con la marcia del ritorno a piedi degli
esuli tibetani dalla sede del governo Tibetano in Dharamsala in India per
raggiungere il Tibet durante i giochi olimpici in agosto. Inoltre coincide
anche con le olimpiadi dove la Cina vuole legittimare l'occupazione del
Tibet, la Mongolia interna e il Turkestan Orientale e tutte le gravi
violazioni dei diritti umani in Cina.
1. Noi Tibetani condanniamo la brutale repressione dei monaci che hanno solo
manifestato per chiedere i diritti di cui non godono. Gli arresti in Tibet
per una manifestazione anche pacifica comportano lunghe e disumane torture e
la prigione a vita. Chiediamo che siano immediatamente liberati i monaci
arrestati.
2. Chiediamo all'ONU e Unione Europea di condannare il Governo di Pechino e
di mandare un inviato speciale in Tibet come hanno fatto per la Birmania.
3. Chiediamo alle redazioni dei giornali di mandare i loro giornalisti in
Tibet.
4. Protestiamo al COI di non aver fatto nessuna pressione alla Cina per
migliorare i Diritti Umani in Cina e di aver favorito il mercato degli
sponsor e il regime totalitario. Inoltre chiediamo che siano liberati i
prigionieri politici prima dei giochi olimpici.
5. Chiediamo agli individui, ai giornalisti e al mondo libero, civile e
democratico di sostenere la lotta non violenta del popolo Tibetano.
Sabato 15 marzo ci sarà un sit-in a Milano dalle ore 11 alle 12.30, Piazza
della Scala in solidarietà con i monaci in Tibet
13 marzo 2008
Comunità Tibetana in Italia
Tel: 3287438279
www.comunitatibetana.org <http://www.comunitatibetana.org/>
Hanno aderito alla manifestazione:
Comunità Tibetana in Italia
Associazione Donne Tibetane in Italia
Associazione Italia-Tibet
Associazione Amici del Tibet
Socialismo Libertario
Associazione Radicale Adelaide Aglietta
Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito
Amnesty International
Campagna di Solidarietà con il Popolo Tibetano
Aref Onlus
Radicali Milano
. -
encovata.
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Come lo ricevo ve lo rimando
operatori piemonte usr <[email protected]>
Subject: corrispondenza Karma N°35
Date: Sun, 16 Mar 2008 14:03:50 +0100
Dopo Nandur, 16 marzo 2008 (18,15)
Ci è giunta la notizia (non ho potuto ancora controllare la fonte ma dovrebbe essere attendibile) che il Dalai Lama abbia dichiarato ufficialmente di non aver mai chiesto agli organizzatori della "Marcia Verso il Tibet" di fermarsi e interrompere quindi il loro tentativo di entrare in Tibet. Quando riuscirò ad avere l'indicazione esatta di questa dichiarazione ve lo farò sapere. Intanto la "Marcia" procede verso Delhi e non sembra che la polizia indiana stia preparando altri tentativi di fermarla e arrestare questo nuovo gruppo di marciatori. Purtroppo continuano a giungere notizie drammatiche dal Tibet. Sembra che ci siano stati almeno sette morti negli scontri avvenuti oggi pomeriggio tra dimostranti tibetani (monaci e laici) ed esercito cinese nella contea di Nagba. Squadre della Polizia Armata Cinese avrebbero aperto il fuoco contro una inerme manifestazione pacifica a cui prendevano parte diverse migliaia di tibetani.
Karma C.
(corrispondente dalla "Marcia Verso il Tibet" per: Il Blog di Piero Verni (www.olistica.tv); Dossier Tibet (www.dossiertibet.it); Associazione Italia-Tibet (www.italiatibet.org); Il Sentiero del Tibet (www.ilsentierodeltibet.it); Giotibet (www.giotibet.com)
--
---------------------------------------------------------
*S I D D H I *
periodico di buddhismo e altre scienze della mente
Editore: Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia
56040 Pomaia (PI) - ITALIA
Capo redazione: Adalia Samten Telara -
[email protected] - www.iltk.it
Tel. 050/685009 - Fax 050/685695
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PRIVACY E NOTE LEGALI - Questo messaggio ti arriva perché abbiamo reperito il tuo indirizzo elettronico direttamente da un messaggio che ci avevi precedentemente inviato o da un messaggio che ha reso pubblico il tuo indirizzo di posta elettronica. Rispettiamo la vigente normativa sulla privacy (L. 675/96 e successive modifiche-integrazioni), quindi, in ottemperanza alla direttiva europea sulle comunicazioni on-line (direttiva 2000/31/CE), se non desideri ricevere ulteriori informazioni e/o se questo messaggio ti ha disturbato, se ti giunge per errore o non desideri riceverne più in futuro, rispondi a questo messaggio chiedendo la cancellazione dalla lista
AVVISO DI RISERVATEZZA:
Qualora abbiate ricevuto questo documento per errore siete cortesemente pregati di darne immediata comunicazione al mittente ai numeri qui indicati e di provvedere alla sua distruzione.
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encovata.
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Delivered-To: [email protected]
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Subject: corrispondenza Karma N°36
Date: Sun, 16 Mar 2008 18:27:11 +0100
Dopo Nandur, 16 marzo 2008 (22,30)
Lo spirito dei marciatori è altissimo. Ci giungono continuamente dal Tibet notizie di manifestazioni e sollevazioni. Oggi centinaia di studenti hanno marciato nel Tibet orientale, scontri (e purtroppo anche morti) nella contea di Ngapa, manifestazioni nella contea di Regbong. Mai, dopo il 1959, il popolo tibetano aveva manifestato con questa forza la propria ribellione al colonialismo cinese. Qui in India, la "Marcia" si è fermata questa sera a una trentina di chilometri dal confine dello stato dell'Himachal Pradesh che dovrebbe essere attraversato martedì.
Come dicevo lo spirito dei marciatori è altissimo. Si rendono conto di essere il punto di riferimento della protesta tibetana fuori dal Tibet e di come questo sia importante. Ovviamente c'è molta preoccupazione per quanto potrà avvenire a Lhasa lunedì notte alla scadenza dell'ultimatum di Pechino e per tutti coloro che sono stati arrestati e che in queste ore vengono torturati nelle carceri cinesi. Di converso qui in India la situazione sembra essere buona e non ci si aspettano interventi repressivi da parte della polizia indiana, almeno fino al confine dell'Himachal Pradesh.
Karma C.
(corrispondente dalla "Marcia Verso il Tibet" per: Il Blog di Piero Verni (www.olistica.tv); Dossier Tibet (www.dossiertibet.it); Associazione Italia-Tibet (www.italiatibet.org); Il Sentiero del Tibet (www.ilsentierodeltibet.it); Giotibet (www.giotibet.com)
From: Piero Verni <[email protected]>
Subject: corrispondenza Karma N°38
Date: Mon, 17 Mar 2008 14:33:33 +0100
Sarah, pressi di Bhera Village (ore 18,30)
La "Marcia Verso il Tibet" ha raggiunto il piccolo villaggio di Sarah che si trova a soli 25 chilometri dal confine dell'Himachal Pradesh. I marciatori sono galvanizzati dalle notizie delle centinaia manifestazioni pro Tibet che si stanno tenendo in ogni parte del mondo ma anche molto preoccupati dalle notizie di quanto sta succedendo in Tibet. Nel corso di una telefonata in diretta con una manifestazione in Amdo hanno ascoltato slogans che intimavano alle autorità cinesi di rilasciare immediatamente il Panchen Lama riconosciuto dal Dalai Lama. Si teme questa notte, alla scadenza dell'ultimatum cinese, un bagno di sangue peggiore di quello dei giorni scorsi.
Karma C.
(corrispondente dalla "Marcia Verso il Tibet" per: Il Blog di Piero Verni (www.olistica.tv); Dossier Tibet (www.dossiertibet.it); Associazione Italia-Tibet (www.italiatibet.org); Il Sentiero del Tibet (www.ilsentierodeltibet.it); Giotibet (www.giotibet.com)
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Josaphat.
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Anch'io... tanta purtroppo.
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubr...ne=437&sezione=
lo posto comunque anche se credo che siate già aggiornati sugli ultimi eventi.. -
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Già anch'io... fate tanti buoni auspici raga, che ce n'è di bisogno ... .