Cosa succede in Tibet?

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  1. maris81
     
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    no cmq è paradossale quello che sta avvenendo! :huh: non si hanno notizie certe e quello che si sa è adeguato alle esigenze cinesi! assurdo!

    farò del mio meglio a casa con una candela accesa nella mano! :)

    ciao
     
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  2. Lapsus_Weinstein
     
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    Segnalo questo appello in lingua francese per il Tibet, sperando che in molti riusciate a leggerlo!

    Perchè è non solo un appello, ma un appello ragionato, con parecchie domande, e risposte,

    da Le Théâtre du Soleil

    http://www.theatre-du-soleil.fr/popup15.html
     
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  3. Lapsus_Weinstein
     
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    Il tibetologo: “Il Dalai Lama sbaglia, e adesso temo un’ondata di violenze”

    Giornalista, autore dell’unica biografia autorizzata sul Dalai Lama pubblicata in Italia, esperto di culture indo-tibetane, l’ex presidente dell’Associazione Italia Tibet Piero Verni, di fronte alla repressione cinese, non ha dubbi: la massima autorità spirituale del Tibet ha perso la presa su una parte del suo popolo. Si è inventato un “dialogo che non esiste” e ha avallato, per legittimarsi agli occhi degli “occupanti”, prima l’ingresso di Pechino nel Wto e infine il no al boicottaggio delle Olimpiadi.
    Non sono ingenerose le sue critiche?
    Senta: intellettuali del calibro di Bernard Henry Levi, lo stesso Sarkozy, il presidente del parlamento europeo Hans Gert-Pottering hanno apertamente dichiarato di prendere in considerazione l’ipotesi del boicottaggio. E, di fronte a tutto questo, che cosa fa il Dalai Lama? Si trasforma nel più tetragono assertore delle Olimpiadi. Frena le rivolte. Un drammatico paradosso. Dal punto di vista giornalistico la notizia è proprio questa: Tenzin Gyatso, più che organizzarla, ha “subito” la rivolta tibetana.
    Anche Sergio Romano, su Panorama, sostiene che il Dalai Lama è lontano dalle aspirazioni indipendentiste del suo popolo.
    La verità è che la Marcia per il ritorno in Tibet partita il 10 marzo da Dharamsala (in India ndr) e considerata il detonatore della protesta si è subito posta su un terreno sideralmente distante da quello del governo in esilio. Non a caso lo stesso Dalai Lama non l’ha nemmeno citata nel suo annuale discorso del 10 marzo. In pratica, ha dato l’imbarazzante impressione di voler discolparsi agli occhi dei cinesi, anziché denunciare la repressione di questa Tienanmen sorda e muta che si sta consumando
    Come è nata l’insurrezione di Lhasa?
    Attraverso il tam tam, il passaparola, l’entusiasmo suscitato dalla Marcia organizzata dalle cinque organizzazioni della diaspora in India. E in modo del tutto spontaneo. Si capisce: il maglio repressivo cinese ha distrutto qualsiasi embrione di organizzazione tibetana in patria, come è accaduto qualche anno fa alle Tigri del Tibet.
    Lo Youth Congress, la più radicata e radicale organizzazione non governativa dei tibetani della diaspora, prende in considerazione l’ipotesi della lotta armata?
    Fino ad ora assolutamente no, come dimostra il programma tutto gandhiano della Marcia verso il Tibet. Certo, se non si apriranno spiragli di cambiamento significativo, temo che tutto potrà diventare possibile, anche le scelte più estreme. In linea di massima non è in discussione la scelta nonviolenta quanto la richiesta di Tenzin Gyatso di semplice autonomia politica. Perché ora, dopo vent’anni di inutile ricerca di un dialogo, i tibetani si sono stufati e pongono subito un problema di indipendenza nazionale.

    Eppure la Cina accusa la “cricca del Dalai Lama”. Perché tagliare i ponti con l’unico interlocutore possibile?
    Lo devono demonizzare, per giustificare il loro no a qualsiasi trattativa. La verità è che i governanti cinesi non vogliono dialogare con nessuno, né con i miti praticanti della Falun gong, né con le minoranze etniche come gli uiguri. Chiudono la porta a qualsiasi confronto perché considerano la dissoluzione dell’impero sovietico come il risultato della politica di dialogo con i dissidenti di Gorbaciov. Il loro obiettivo, del resto, è chiaro: fare della Cina una Singapore di un miliardo e trecentomila persone.

    Ovvero?
    Singapore è una realtà avanzatissima e dinamica dal punto di vista di vista economico ma con il massimo del controllo sociale. Pechino pensa, nonostante la sua retorica sulla “società armoniosa” e sul “socialismo di mercato”, che il massimo di libertà economica debba corrispondere al massimo dell’autoritarismo.

    Che cosa rappresenta il Tibet per la Cina?
    C’è lo sfruttamento intensivo di alcune risorse tra cui il legname. Ma non va nemmeno dimenticato che questa zona potrebbe diventare una straordinaria giostra turistica interna. Il turismo estero, del resto, è lì ormai un fenomeno minoritario. Il Tibet per i cinesi, insomma, è un po’ quello che era il Kashmir per i turisti indiani. E anche sul problema della colonizzazione etnica del Tibet voglio dire una cosa…
    Dica….
    I sei milioni di cinesi che obtorto collo vivono in Tibet non sono nulla, dal punto di vista demografico, per la Cina. In Tibet i coloni hanno un turn over, stanno lì in maggioranza per sette anni, poi tornano a vivere nella madre patria. Vanno lì per arricchirsi, possono vivere come cittadini di prima classe, con una serie di privilegi che i tibetani si sognano.
    C’è qualche similitudine tra le rivolte in Birmania e quelle in Tibet?
    Sono due situazioni non paragonabili. I generali birmani, di cui penso tutto il male possibile, hanno un livello di sofisticazione repressiva infinitamente inferiore a quello dei cinesi. Una Aung San Suu Kyi tibetana non sarebbe certo agli arresti domiciliari. Sarebbe morta o starebbe marcendo nel circuito penitenziario fuori Lhasa
    Previsioni?
    Nessuna. Non ricordo un cosiddetto china watcher che abbia previsto Tienanmen. Ho l’impressione che il livello di esasperazione tra i tibetani sia tale che uno stato d’agitazione sotterraneo continuerà, accanto alla repressione, fino alle Olimpiadi. Veda, non ho simpatia per le burocrazie occidentali ma, dato che bene o male devono tener conto dell’opinione pubblica, qualcosa si sta muovendo. E l’Eliseo, fino a ieri silente, di fronte alle manifestazioni di solidarietà in Francia, è arrivato a non escludere persino il boicottaggio delle Olimpiadi. Ripeto: non ho fiducia nei politici, ma nella capacità della stampa e delle opinioni pubbliche, quello sì.

    Sposato con una tibetana, Piero Verni, su olistica.tv cura un blog dedicato alla situazione politica tibetana. Sulle società e sulle tradizioni dell’Himalaya, dell’India e del Tibet ha anche scritto diversi libri, tra i quali Vivere in India (Milano 1977); Guida all’India (Milano 1973, 5 edizioni); Dalai Lama. Biografia autorizzata (Milano 1990, nuova edizione aggiornata e ampliata Milano 1998); Tibet: le danze rituali dei lama (Firenze 1990), Mustang, ultimo Tibet (Milano 1994). È autore di numerosi documentari, tra i quali: Ladak: Feste di inverno nel piccolo Tibet; Mustang, ultimo Tibet; Tibet, cuore dell’Asia; Il mio Tibet.

    http://blog.panorama.it/mondo/2008/03/28/i...ta-di-violenze/
     
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    i media son importanti..quelli del fan club di beppe grillo di SL saranno presenti all'incontro free tibet e, da quello che ho visto e ne son soddisfatto, sembra che la questione tibetana gli interessi a livello profondo e non opportunistico strumentalizzante ecc.. però poi ognuno incontra persone più o meno egoiste/ottuse ...
     
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  5. Lapsus_Weinstein
     
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    da una chat in sl con una persona:

    [16:04] Lapsus Weinstein: ecco
    [16:04] Lapsus Weinstein: staccarsi
    [16:05] Lapsus Weinstein: sta cosa del Dalai Lama
    [16:05] Lapsus Weinstein: mi ci sto identificando troppo
    [16:05] Lapsus Weinstein: con lui, i monaci, la tipa poveretta portata via sul cellulare
    [16:07] Lapsus Weinstein: è che qui in Italia ste cose le abbiamo già vissute, anche troppo
    [16:07] Lapsus Weinstein: uno va dai buddisti per cercare una tregua, un distacco
    [16:08] Lapsus Weinstein: e che ti trova?????
    [16:08] Lapsus Weinstein: i francesi hanno una semplice parola che inizia con m...

    Per alleggerire un po', a proposito di Beppe Grillo, ecco qua dal suo blog la storia di tal Lucio Verazio.

    Un giorno il legislatore a Roma decise di imporre una multa di 25 assi per ogni volta che un uomo avesse malmenato un suo simile.

    Una bella cifra appena imposta, ma che col corso degli anni divenne irrisoria vista la svalutazione progressiva della moneta.

    Ora il nostro Lucio Verazio, nobiluomo che di 25 assi ne aveva a iosa,

    si narra che camminasse per strada col suo servo e una borsa di monete schiaffeggiando a piacere chi più gli stava antipatico e pagando direttamente agli interessati la multa.


    Edited by Lapsus_Weinstein - 30/3/2008, 00:41
     
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  6. Lapsus_Weinstein
     
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    Un attimo ancora di attenzione!

    Klaatu Congrej mi comunica che l'azione in SL è fissata per il

    30 Aprile 2008, ancora da decidere luogo e orari.

    Il 5 aprile ci sarà una riunione ristretta del suo gruppo PEACEnHARMONY a scopo organizzativo, poi ci faranno sapere tutto.

    Per cui, visto che quella italiana è prevista il 2 di aprile in Nuova Sicilia, abbiamo tutto il tempo di decidere come e in che termini aggregarci.
     
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    Shankar Kulanath

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    [16:07] Lapsus Weinstein: uno va dai buddisti per cercare una tregua, un distacco
    [16:08] Lapsus Weinstein: e che ti trova?????
    [16:08] Lapsus Weinstein: i francesi hanno una semplice parola che inizia con m...

    Lapsus, la questione tibetana non è spirituale ma politica.
     
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    CITAZIONE (Lapsus_Weinstein @ 30/3/2008, 02:30)
    Per cui, visto che quella italiana è prevista il 2 di aprile in Nuova Sicilia, abbiamo tutto il tempo di decidere come e in che termini aggregarci.

    non è il 2 aprile! giovanna mi disse che è il 9 aprile..quella del 2 non si fa più.. anzi mando un im a sergej zarf che è stata spostata al 9..

    per ausp? dipende dalla definizione della parola "Politica" ci sta pure la politica Socratica e etica..
     
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  9. Lapsus_Weinstein
     
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    QUOTE (AuspiciousMerit @ 30/3/2008, 02:54)
    QUOTE
    [16:07] Lapsus Weinstein: uno va dai buddisti per cercare una tregua, un distacco
    [16:08] Lapsus Weinstein: e che ti trova?????
    [16:08] Lapsus Weinstein: i francesi hanno una semplice parola che inizia con m...

    Lapsus, la questione tibetana non è spirituale ma politica.

    A me sembra che il problema stia proprio qui. E non si scioglie il nodo tagliandolo.

    Il Dalai Lama è nello stesso tempo

    1. un uomo tibetano, nato nel 1935 in Tibet e che "Nel 1954 fu a Pechino per negoziati con i capi cinesi Mao Zedong, Zhou Enlai e Deng Xiaoping, che si conclusero senza successo." ( http://it.wikipedia.org/wiki/Tenzin_Gyatso ), dunque in esilio dall'età di 24 anni (ora ne ha 73)

    2. alla stessa età "Superò l'esame con onore e gli venne conferito il diploma Lharampa, il titolo di studio più alto."

    "I buddhisti tibetani si riferiscono a lui come Yeshe Norbu ("la gemma che realizza i desideri") o semplicemente Kundun ("la Presenza"). "

    Nel 1989 Tenzin Gyatso ricevette il premio Nobel per la pace. Il 14 maggio 1995 il Dalai Lama proclamò Gedhun Nyima undicesima reincarnazione del Panchen Lama, ma la Cina rapì il bambino e nominò come reincarnazione un altro bambino Gyancain Norbu. Gedhun Choekyi Nyima (oggi sedicenne) è tuttora prigioniero della Cina.

    3. E' il rappresentante del Popolo Tibetano, "l 17 novembre 1950 Tenzin Gyatso venne incoronato come guida temporanea del Tibet" ecc.


    Dunque:

    se il problema è quello di un suo ritiro (dimissioni) da leader politico, le conseguenze per l'intera area, India, Cina, Pakistan ecc. sarebbero a dir poco imprevedibili, considerato che sono in gioco ragioni politiche-territoriali (l'indipendenza o meno del Tibet) e politico-religiose (il futuro del Buddhismo nell'intera Cina)

    se il problema è quello di boicottare o meno le Olimpiadi, io penso che quando il Dalai Lama, o gli stessi Studenti Tibetani chiedono il boicottaggio, o che la fiaccola olimpica non passi attraverso il territorio tibetano, pongono una questione paradossale, che come tale va capita, perchè è proprio la risonanza mediatica offerta dall'insieme degli eventi olimpici e la loro durata che puo' garantire risonanza alla causa tibetana, e anche la presenza di non cinesi in Cina e in Tibet, stampa, mezzi di informazione, nuovi media ecc.

    se il problema è quello spirituale, si deve capire che colpendo il Tibet, e in particolare il Dalai Lama, si colpisce al cuore l'intero movimento non violento per la pace mondiale, in tutte le sue forme ed espressioni, religiose o meno

    se il problema è quello come si dice oggi etnico, anche questo va capito: decine o centinaia di migliaia di cinesi che vanno a vivere e lavorare i Tibet pongono un problema per la sopravvivenza della cultura tibetana, del modo di vivere, e anche della spiritualità di tutti i Tibetani

    In Italia ne abbiamo qualche esperienza, in Alto Adige / Sud Tirol, da quando il fascismo cercò, come fa ora la Cina, di colonizzarlo inviandovi a vivere migliaia di famiglie italiane. Chi conosce un po' la storia di quella regione, sa che la richiesta di ritorno all'Austria era solo un pretesto, perchè quel popolo ha tradizioni di radicata autonomia (il protestantesimo nelle sue forme più radicali nacque proprio qui). Consiglio in proposito la lettura di qualcuno dei bellissimi libri di Rigoni Stern ( http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Rigoni_Stern )

    Passo e chiudo :)

    Buona domenica a tutti!
     
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  10. encovata
     
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    UNIONE BUDDHISTA EUROPEA



    Noi rappresentati dell’Unione Buddhista Europea annunciamo il nostro supporto e la nostra solidarietà alle proteste sorte contro l’occupazione cinese del Tibet e alle rivendicazioni delle centinaia di monaci buddhisti e di semplici cittadini che sono scesi nelle strade di Lhasa per protestare contro la distruzione della loro cultura.
    Essi sono stati accolti da una risposta violenta e i monasteri sono stati circondati da truppe e chiusi. Nonostante questo i monaci non si sentono sconfitti e continuano a manifestare ovunque sia possibile.



    In piena solidarietà con la popolazione tibetana, nostri fratelli e sorelle nel Dharma, condanniamo la repressione ordinata dalle autorità cinesi contro le dimostrazioni pacifiche, la chiusura dei monasteri e l’imposizione della legge marziale su vasta scala. La risposta violenta da parte delle forze di sicurezza cinesi non fa altro che gettare benzina su fuochi che essi stessi hanno acceso molti anni orsono.



    Ogni giorno, sconvolti e inorriditi, seguiamo da vicino i notiziari su quello che sta accadendo. La comunità internazionale è stata a guardare per decenni durante i quali l’occupazione cinese ha sistematicamente tentato di cancellare la cultura indigena tibetana al punto che oggi, come denunciato dalla International Campaign for Tibet “nelle città e in particolare nelle fertili valli del Tibet orientale, i cinesi sono due o tre volte più numerosi dei tibetani”.



    Sua Santità il Dalai Lama ha lanciato un appello “alla classe dirigente cinese affinché si smetta di usare la forza e si affronti, attraverso il dialogo, il profondo risentimento che cova tra i tibetani. Faccio, inoltre, appello ai miei fratelli tibetani di astenersi dall’usare la violenza”.



    Noi ci associamo all’appello lanciato da Sua Santità e condanniamo la violenta repressione di quella che è una legittima protesta contro la perdurante occupazione cinese del Tibet. Chiediamo a tutti gli amici del Tibet – individui e governi – di fare lo stesso. Facciamo appello al governo della Repubblica Popolare Cinese di liberare tutti i prigionieri politici. Infine, chiediamo alle coraggiose genti del Tibet di essere forti e di mantenere saldi gli insegnamenti del Buddha sulla non-violenza.



    Chiediamo a ministri e governi di fare tutto ciò che è nel loro potere per fermare la repressione in atto e di avviare un dialogo con il Dalai Lama quale leader del popolo tibetano. Chiediamo a tutti di farsi carico di assicurare che quanto sta succedendo ottenga la giusta attenzione per evitare ulteriore sofferenza e spargimento di sangue.



    23 marzo 2008

     
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  11. Satyricon_02
     
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    Pechino orchestrava la rivolta nel Tibet'
    Canada Free Press [Venerdi, 21 Marzo, 2008 10:20] spie britanniche confermano la denuncia del Dalai Lama sulle violenze inscenate

    di Gordon Thomas

    Londra, 20 Marzo - Britain's GCHQ, l'agenzia governativa delle comunicazioni che controlla elettronicamente mezzo mondo dallo spazio, ha confermato la rivendicazione del Dalai Lama che agenti dell'Esercito Popolare di Liberazione, l'EPL, travestiti da monaci, hanno innescato le rivolte che hanno lasciato dietro di sé centinaia di morti e feriti tibetani.
    Gli analisti della GCHQ ritengono che la decisione fosse deliberatamente calcolata dalla leadership di Pechino per fornire una scusa per schiacciare il malcontento che ribolliva nella regione, che sta già attirando la sgradita attenzione del mondo proprio durante la corsa alle Olimpiadi di questa estate.
    Per settimane c'è stato un crescente astio a Lhasa, la capitale del Tibet, contro azioni minori compiute dalle autorità cinesi.
    I monaci hanno guidato sempre più azioni di disobbedienza civile, chiedendo il diritto di compiere il tradizionale rito d'incensi bruciati. Alle loro richieste si unisce il grido per il ritorno del Dalai Lama, il 14esimo a tenere la massima carica spirituale.

    Impegnato ad insegnare i punti fermi della sua autorità morale--pace e compassione--il Dalai Lama aveva 14 anni quando l'Esercito Popolare di Liberazione invase il Tibet nel 1950 e fu costretto a fuggire in India da dove ha condotto senza sosta una campagna contro la durezza del dominio Cinese.

    Ma i critici hanno obiettato sulla sua attrazione per le star dei film. Il magnete dei giornali Rupert Murdoch l'ha definito: "un monaco molto politico con scarpe Gucci"


    Scoprendo che i suoi sostenitori dentro il Tibet e la Cina sarebbero divenuti ancora più attivi nei mesi precedenti le Olimpiadi di quest'estate, I funzionari della British Intelligence a Pechino hanno compreso che il regime avrebbe cercato una scusa per muoversi e schiacciare l'attuale malcontento.

    Questo timore è stato pubblicamente espresso dal Dalai Lama. I satelliti del GCHQ, geo-posizionati nello spazio, erano incaricati di monitorare da vicino la situazione.

    Il complesso a forma di ciambella, vicino all'ippodromo di Celtenham, è situato nel piacevole Cotswords ad ovest dell'Inghilterra. Con 700 dipendenti, include i più grandi esperti elettronici e analisti del mondo. Tra di loro si parla più di 150 lingue. A loro disposizione ci sono 10.000 computers, molti dei quali sono stati appositamente costruiti per il loro lavoro.

    L'immagine che hanno scaricato dai satelliti ha fornito la conferma che i Cinesi hanno usato agenti provocatori per iniziare le rivolte, cosa che ha dato all'EPL la scusa per muovere su Lhasa e uccidere e ferire durante l'ultima settimana.

    Ciò che il regime di Pechino non si aspettava era che le rivolte si sarebbero diffuse, non solo attraverso il Tibet, ma anche nelle province del Sichuan, Quighai e Gansu, trasformando una larga parte della Cina occidentale in una zona di battaglia.

    Il Dalai Lama lo ha chiamato "genocidio culturale" e si è offerto di dare le dimissioni come capo delle proteste contro il governo cinese al fine di portare la pace. L'attuale agitazione è cominciata il 10 Marzo, segnando l'anniversario della rivolta del 1959 contro il regime cinese.

    Comunque, I suoi seguaci non stanno ascoltando il suo "messaggio di compassone".
    Molti di loro sono giovani, disoccupati ed espropriati di ogni diritto e rifiutano la sua filosofia della non-violenza, credendo che la sola speranza per un cambiamento sia l'azione radicale che stanno portando avanti.
    Per Pechino, l'urgente bisogno di trovare una soluzione alla rivolta sta diventando un crescente imbarazzo.
    Tra 2 settimane, le celebrazioni nazionali per i Giochi Olimpici inizieranno con la tradizionale accensione della torcia. E' previsto che i teodofori passiono per il Tibet. Ma la torcia potrebbe ritrovarsi ad essere portata dai corridori in mezzo a palazzi e templi in fiamme.
    Un segno di questa urgenza è che il primo ministro Cinese ha ora affermato che è pronto ad aprire un dialogo col Dalai Lama. Poco prima di questo annuncio, il primo ministro britannico Gordon Brown ha dichiarato che avrebbe incontrato il Dalai lama durante la sua visita a Londra il prossimo mese. Questa è la prima volta che entrambi I leaders hanno proposto di incontrare il Dalai Lama.


    Pechino 2008: Un mondo, Un sogno - Tibet libero

    Lhadon Tethong
    (tradotto da ery)

    image
    (via satellite, from:Britain's GCHQ, the government communications agency) scattata prima degli scontri e la rivolta di Lhasa.
     
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    CITAZIONE (Satyricon_02 @ 31/3/2008, 12:06)
    Per Pechino, l'urgente bisogno di trovare una soluzione alla rivolta sta diventando un crescente imbarazzo.
    Tra 2 settimane, le celebrazioni nazionali per i Giochi Olimpici inizieranno con la tradizionale accensione della torcia. E' previsto che i teodofori passiono per il Tibet. Ma la torcia potrebbe ritrovarsi ad essere portata dai corridori in mezzo a palazzi e templi in fiamme.
    Un segno di questa urgenza è che il primo ministro Cinese ha ora affermato che è pronto ad aprire un dialogo col Dalai Lama. Poco prima di questo annuncio, il primo ministro britannico Gordon Brown ha dichiarato che avrebbe incontrato il Dalai lama durante la sua visita a Londra il prossimo mese. Questa è la prima volta che entrambi I leaders hanno proposto di incontrare il Dalai Lama.

    ma siamo sicuri :o sconvolgente se si incontrano... comunque la storia mi puzza! soldati travestiti e fuga d'informazioni? e l'intelligence cinese che fine ha fatto? che siamo come all'attacco alle torri gemelle che dei poveri disgraziati arabi son in grado di eludere i radar????
     
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  13. maris81
     
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    ...e si furbacchioni!!! :lol:

    cmq poco ci credo....secondo me sono mosse politiche tese al regolare svolgimento delle olimpiadi..dopo di che silenzio magari per altri 50 anni....

    l'altra cosa che mi pare davvero improbabile è che siano state trovate delle armi ed esplosivi nei monasteri..magari i furbacchioni cinesi ce le hanno messe per rafforzare la loro posizione... -_-

    e cmq sarei lieta se l'Europa chiudesse le frontiere alla Cina... ma la vedo difficile la cosa visto che Cina Russia e Gran Bretagna stanno a braccetto, anche a ricordo dell'invasione Cinese nel Tibet che fu tacitamente appoggiata da GB e Russia....

    poi il sito dell'ansa è davvero scandaloso nel riportare le notizie....
     
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    Shankar Kulanath

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    l'altra cosa che mi pare davvero improbabile è che siano state trovate delle armi ed esplosivi nei monasteri..magari i furbacchioni cinesi ce le hanno messe per rafforzare la loro posizione...

    Non lo vedo sinceramente come "davvero improbabile". Il vecchio karma è duro a morire, e uno dei più importanti monasteri gelugpa, mi sembra quello di Drepung, era un monastero militare. La corruzione del monachesimo è spesso evidente.
     
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    l'altra cosa che mi pare davvero improbabile è che siano state trovate delle armi ed esplosivi nei monasteri..magari i furbacchioni cinesi ce le hanno messe per rafforzare la loro posizione...

    Non lo vedo sinceramente come "davvero improbabile". Il vecchio karma è duro a morire, e uno dei più importanti monasteri gelugpa, mi sembra quello di Drepung, era un monastero militare. La corruzione del monachesimo è spesso evidente.

    monastero militare che serviva a cosa? O.o poveri gelug.. -.- i Dalai Lama approvavano sta cosa? bah..
     
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