E' possibile essere sia cristiani che buddhisti?

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    Shankar Kulanath

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    Nel cristianesimo inoltre la vita del fedele è basata su ferree leggi, pena la scomunica e il cammino che lo condurrà a Dio è basato su schemi che vengono puntualmente emulati, principalmente non è stata ancora abbandonata la pratica dell'ascetismo che come sappiamo venne pure praticata dal Buddha, prima di avere compreso che non era la via giusta da seguire;

    A dire la verità lo stile di vita monastico dell'ordine di San Francesco è molto simile a quello consigliato dal Buddha. Infatti tra i monaci cristiani e quelli buddhisti c'è spesso stato un incontro ottimo. L'ascetismo che Buddha disse di non seguire invece è quello esagerato, che porta all'annientamento di sè. Nel cristianesimo esempi di questo "ascetismo" sono forse l'autoflagellazione.
     
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    CITAZIONE (YogaChakra @ 13/3/2008, 16:11)
    come la base delle 4 nobili verità ogni essere soffre ed esistono cause alla sofferenza

    Sempre nel forum cattolico che io ho frequentato per un giorno, qualcuco di loro mi ha detto che la sofferenza è un dono di Dio, questo lo dicono perchè essi sono convinti che dolore fisico e sofferenza fisica siano la stessa cosa.
    Anche la psicologia ha già fatto passi avanti dicendo che il dolore fisico può essere osservato al punto tale di distaccarsene facendo cosi cessare la sofferenza fisica. Un buon cristiano invece è sempre un masochista, anche se fortunatamente sono state oramai abbandonate le pratiche di autoflagellazione per ripagare il peccato commesso :punk*: .
    I cristiani non hanno tutti i torti dicendo che la sofferenza sia un dono di Dio purchè questa venga idendificata non come sensazione creata dalla mente, ma come sensazione fisica; infatti se per Dio intendiamo la nostra consapevolezza, il dolore fisico potrebbe effettivamente esserci dato dalla nostra consapevolezza ( mediante la volontà che essa esercità) come un dono per imparare a distaccarcene e comprendere che solo attraverso la consapevolezza possiamo non soffrire più a causa di un dolore fisico che effettivamente potrebbe esserci dato dalla nostra consapevolezza.
    Ma un cristiano non avrebbe mai nessuna intenzione di osservare il dolore, anzi quasi quasi egli prova gioia ( questa grande illusione) nel provare dolore e continuare a soffrire, richiamando altra sofferenza convinto, per pura ignoranza, che la sua sofferenza potrebbe espiare le colpe dei peccatori <_<





    CITAZIONE (AuspiciousMerit @ 15/3/2008, 12:08)
    A dire la verità lo stile di vita monastico dell'ordine di San Francesco è molto simile a quello consigliato dal Buddha. Infatti tra i monaci cristiani e quelli buddhisti c'è spesso stato un incontro ottimo. L'ascetismo che Buddha disse di non seguire invece è quello esagerato, che porta all'annientamento di sè. Nel cristianesimo esempi di questo "ascetismo" sono forse l'autoflagellazione.

    Mi sembra logico che in un sistema monastico vengono imposte delle regole, ma non tanto per fare la volontà di Dio, ma per mantenere un certo ordine, ecco perchè si parla di ordine francescano, benedettino,ecc..
    Ma quello che intendevo io è la legge che viene pure applicata ai laici: nel cattolicesimo ad esempio sappiamo che esistono le tavole dei 10 comandamenti tramandati dalla tradizione ebraica.
    Quando frequentavo il catechismo mi dicevano ad esempio che dovevamo confessarci una volta al mese minimo sennò facevamo peccato mortale, ma non solo secondo il catechismo della chiesa cattolica, il fedele che non va in chiesa almeno una volta la settimana sta commettendo peccato mortale :cry: , per chi non lo sapesse un peccato mortale è un peccato che non può essere perdonato da Dio fino alla morte e che deve essere espiato in purgatorio, sempre che non si vada all'inferno :woot*:
     
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    CITAZIONE (AuspiciousMerit @ 15/3/2008, 12:08)
    A dire la verità lo stile di vita monastico dell'ordine di San Francesco è molto simile a quello consigliato dal Buddha. Infatti tra i monaci cristiani e quelli buddhisti c'è spesso stato un incontro ottimo. L'ascetismo che Buddha disse di non seguire invece è quello esagerato, che porta all'annientamento di sè. Nel cristianesimo esempi di questo "ascetismo" sono forse l'autoflagellazione.

    CITAZIONE (Eidolon @ 15/3/2008, 12:15)
    Mi sembra logico che in un sistema monastico vengono imposte delle regole, ma non tanto per fare la volontà di Dio, ma per mantenere un certo ordine, ecco perchè si parla di ordine francescano, benedettino,ecc..
    Ma quello che intendevo io è la legge che viene pure applicata ai laici: nel cattolicesimo ad esempio sappiamo che esistono le tavole dei 10 comandamenti tramandati dalla tradizione ebraica.
    Quando frequentavo il catechismo mi dicevano ad esempio che dovevamo confessarci una volta al mese minimo sennò facevamo peccato mortale, ma non solo secondo il catechismo della chiesa cattolica, il fedele che non va in chiesa almeno una volta la settimana sta commettendo peccato mortale :cry: , per chi non lo sapesse un peccato mortale è un peccato che non può essere perdonato da Dio fino alla morte e che deve essere espiato in purgatorio, sempre che non si vada all'inferno :woot*:

    riguardo il peccato mortale e altre deformazioni del cristianesimo originario posso dire che in Germania mi hanno detto dei tedeschi che son molto più moderati nell'insegnamento cattolico.. credo che questo modo d'insegnare sia proprio dell'essere nel paese con prima sede del Vaticano
     
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    Beh questa nozione del peccato mortale e dell' inferno la si usava nel Medioevo per impaurire...
    Un peccato mortale (secondo l' insegnamento cattolico) è : un atto grave, fatto con consapevolezza assoluta di quello che si sta facendo e con deliberata volontà di fare il male... Sono condizioni che difficilmente si attuano...

    Per me gli insegnamenti (il nucleo primitivo, non quello attuale del Vaticano) del Cristianesimo e quelli del Buddhismo si completano a vicenda
     
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    CITAZIONE (eidolon88 @ 16/3/2008, 10:43)
    Per me gli insegnamenti (il nucleo primitivo, non quello attuale del Vaticano) del Cristianesimo e quelli del Buddhismo si completano a vicenda

    son d'accordo e quoto :D ;)
     
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    CITAZIONE (eidolon88 @ 16/3/2008, 10:43)
    Un peccato mortale (secondo l' insegnamento cattolico) è : un atto grave, fatto con consapevolezza assoluta di quello che si sta facendo e con deliberata volontà di fare il male... Sono condizioni che difficilmente si attuano...

    Ma che schifo di definizione :sssssiiii*:
    L'uomo comune non è consapevole in alcun modo delle sue azioni, figuriamoci se lo è per un peccato, anche perchè l'uomo non ha la consapevolezza di ciò che è peccato e di ciò che non o è :shifty: .
    Per la deliberata volontà non commento, anche perchè nell'uomo comune non è l'uomo ad agire nel vero senso della parola, poichè egli non ha ancora atma sviluppato; ma è la mente dell'uomo che agisce attraverso il libero arbitrio
     
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    non è l'uomo ad agire nel vero senso della parola, poichè egli non ha ancora atma sviluppato; ma è la mente dell'uomo che agisce attraverso il libero arbitrio

    Questa è una tua concezione personale che probabilmente deriva dalla teosofia, e che non è compatibile con gli insegnamenti buddhisti. Comunque sì, anche per noi agisce la mente.... ed infatti è la mente che sperimenta, la mente che crea karma, la mente che subisce il karma, la mente che si illumina, la mente che è tutto.

    CITAZIONE
    L'uomo comune non è consapevole in alcun modo delle sue azioni, figuriamoci se lo è per un peccato, anche perchè l'uomo non ha la consapevolezza di ciò che è peccato e di ciò che non o è

    Ti sbagli, in quanto ci sono diversi significati per la parola consapevolezza. Il mio caro amico eidolon intendeva fare un'azione negativa in modo intenzionale, con la consapevolezza che questa azione è veramente negativa (e quindi arreca veramente sofferenza).
     
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  8. Abicetta
     
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    La mia impressione: il cristiano mette tutto nelle mani di Dio e tende a deresponsabilizzarsi pure da quel minimodi libero arbitrio che Dio gli ha concesso. Si rimette alla suavolontà. Il buddhista tende ad assumersi la responsabilità del proprio cammino e del bene di tutti gli esseri.
    Però, considerando che man mano che aumenta la consapevolezza, diminuisce la possibilità di scegliere e considerando che il concetto di Dio potrebbe corrispondere all'idea di "Mente illuminata" ecco che le due concezioni potrebbero convogliare nello stesso risultato.
     
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  9. tornadino
     
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    CITAZIONE (AuspiciousMerit @ 16/3/2008, 11:38)
    Questa è una tua concezione personale che probabilmente deriva dalla teosofia, e che non è compatibile con gli insegnamenti buddhisti. Comunque sì, anche per noi agisce la mente.... ed infatti è la mente che sperimenta, la mente che crea karma, la mente che subisce il karma, la mente che si illumina, la mente che è tutto.

    No, no , non è teosofia; ma è logico che se io agisco in seguito ad un pensiero della mia mente, io e la mia mente siamo la stessa cosa; un io/ego dotato di una pseudocoscienza

    CITAZIONE (AuspiciousMerit @ 16/3/2008, 11:38)
    Ti sbagli, in quanto ci sono diversi significati per la parola consapevolezza. Il mio caro amico eidolon intendeva fare un'azione negativa in modo intenzionale, con la consapevolezza che questa azione è veramente negativa (e quindi arreca veramente sofferenza).

    Da quando ho capito non era una sua definizione, ma quella del vaticano <_< ; ma il discorso è sempre lo stesso; nessun uomo comune è in grado di comprendere ciò che è giusto fare o non fare, non sa ciò che è negativo da ciò che è positivo. Anche chi uccide una persona non deve essere giudicata, perchè come insegnò Gesù ( non so se lo fece anche Buddha) dobbiamo prima toglierci la trave dall'occhio e poi successivamente far capire al prossimo che ha sbagliato.
    La definizione di peccato è puramente umana, 10 mila anni fa gli uomini uccidevano altri uomini per preservare i loro villaggi o anche per dispetto; ma nessuno pensava che potesse essere peccato.
    Ma il peccato nella realtà non può essere definito perchè è uno stato d'incoscienza, tutti gli uomini incoscienti vivono nel peccato; mentre per la chiesa il peccato è un'azione che per essa è peccato :o: , ma tutta l'incoscienza dell'uomo è peccato. Come può un'istituzione religiosa formata da uomini incoscienti ammonire altri uomini che essa considera peccatori?
    L'uomo incosciente vive costantamente nel peccato :cry:
    L'incoscienza è già un peccato (chiamamolo peccato originale), anzi l'incoscienza è il peccato; solo l'uomo cosciente ( illuminato per un buddista) non pecca; ma non ha senso fare differenza da ciò che è peccato e da ciò che non lo è se questo viene fatto in uno stato d''incoscienza-peccato.
    In ogni caso quando un uomo si rende conto che ha fatto del male ( secondo la mente), egli potrebbe dire "io sono consapevole di avere fatto del male", ma questa è una pseudocoscienza; perchè l'uomo sta pensando di avere fatto del male, ma certamente non è una sua consapevolezza. Non so se adesso mi sono spiegato. :crybaby:
    E vero ci sono diverse definizioni di consapevolezza, però ogni di esse è sempre una pseudo definizione di coscienza; la consapevolezza è ciò che è, non ha bisogno di essere definita ;)
     
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    Shankar Kulanath

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    Da quando ho capito non era una sua definizione, ma quella del vaticano

    Ed è una definizione che condivido.

    CITAZIONE
    nessun uomo comune è in grado di comprendere ciò che è giusto fare o non fare

    Non sono d'accordo.

    CITAZIONE
    l'uomo cosciente ( illuminato per un buddista) non pecca

    Dipende da cosa intendi con la parola coscienza. Un illuminato è molto di più di un persona che vive con attenzione.

    CITAZIONE
    In ogni caso quando un uomo si rende conto che ha fatto del male ( secondo la mente), egli potrebbe dire "io sono consapevole di avere fatto del male", ma questa è una pseudocoscienza; perchè l'uomo sta pensando di avere fatto del male, ma certamente non è una sua consapevolezza

    Se si pensa di aver fatto del male è generalmente perchè ne si è consapevoli, altrimenti questo pensiero non sorgerebbe.
     
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  11. Abicetta
     
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    In effetti non avendo la consapevolezza, la conoscenza totale, non possiamo conoscere le conseguenze totali delle nostre azioni. Però possiamo avere delle intenzioni basate su quello che sappiamo.
    Quindi è nostro dovere avere buone intenzioni ma anche fare del nostromeglio per aumentare la consapevolezza.
     
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  12. tornadino
     
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    CITAZIONE (Abicetta @ 16/3/2008, 12:31)
    La mia impressione: il cristiano mette tutto nelle mani di Dio e tende a deresponsabilizzarsi pure da quel minimodi libero arbitrio che Dio gli ha concesso. Si rimette alla suavolontà. Il buddhista tende ad assumersi la responsabilità del proprio cammino e del bene di tutti gli esseri.
    Però, considerando che man mano che aumenta la consapevolezza, diminuisce la possibilità di scegliere e considerando che il concetto di Dio potrebbe corrispondere all'idea di "Mente illuminata" ecco che le due concezioni potrebbero convogliare nello stesso risultato.

    Be sai, quando andavo in chiesa :sssssiiii*: , il prete diceva sempre che dobbiamo fare la volontà di Dio, ma io mi sono sempre chiesto quale fosse la sua volontà :unsure:
    Nel forum cattolico che io ho frequentato per un giorno e poi bannato c'era un tizio che pregava Dio affinchè gli dicesse quale fosse la sua volontà; ma io gli spiegai che è del tutto inutile che preghi Dio per conoscere la sua volontà, perchè Dio non dice a nessuno quale sia la sua volontà. Tutti i cattolici mi hanno lapidato :death*: .
    Ovviamente l'unico modo per conoscere la volontà di Dio e fare la sua volontà è quella di divenire consapevoli della sua volontà, cioè come direbbe un buddista, dobbiamo illuminarci; ma un buddista illuminato comprenderà che quella che gli uomini ignoranti chiamano "volontà di Dio" in realtà è la loro; solo che prima agendo per mezzo della mente non ancora illuminata, non riconoscevano questa verità-consapevolezza.
    Dubito però che un cattolico possa arrivare alla condizione di mente illuminata, egli si è affida troppo e solo a Dio, lo prega aspettando invano che gli dica quale sia la sua volontà con la speranza che lo possa sottrarre dalla sofferenza. :sick:
     
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  13. tornadino
     
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    CITAZIONE (AuspiciousMerit @ 16/3/2008, 12:43)
    Ed è una definizione che condivido.

    Ti faccio una domanda? come mai ci rendiamo conto subito dei gravi peccatti commessi, invece non ci accorgiamo per niente dei piccoli peccati che commettiamo?? <_< Come facciamo ad essere consapevoli dei grandi peccati, mentre spesso non lo siamo di quelli piccoli? <_< ( per me questa consapevolezza è falsa)
    La psicologia ci insegna che la nostra convinzione di avere peccato non deriva dala coscienza, ma dal super-ego, una sorta di pseuda coscienza morale interiorizzata e sempre dal super ego deriva il senso di colpa che viene spesso chiamato impropriamente "rimorso di coscienza"; ma sia la sensazione di avere peccato che quella del senso di colpa sono assolutamente illusorie :blink:
    Ciò che l'uomo crede sia peccato non è un peccato, ma è una sensazione di avere peccato che è cosa ben diversa. Non si deve pensare di aver peccato, ma dobbiamo essere consapevoli di avere peccato; ma dal momento in cui sorge la consapevolezza del peccato, il peccato sparisce; ed ecco perchè il perdono di Dio è incondizionato, perchè agli occhi suoi qualunque peccato compiuto dall'uomo è il risultato della sua incoscienza e pertando l'uomo non ha colpa delle sue azioni incoscienti, semmai è l'uomo a fasene una colpa, non certo Dio da colpa all'uomo ;)


    CITAZIONE (AuspiciousMerit @ 16/3/2008, 12:43)
    Dipende da cosa intendi con la parola coscienza.

    Per coscienza io intendo la coscienza per ciò che è senza essere pensata. Un uomo che ha questa coscienza non vive nella condizione di peccato; avendo piena responsabilità delle sue azioni, piena volontà e soprattutto conosce gli effetti delle sue azioni, ciòè ha trasceso il Karma; precisando che non basta pensare o ritenere quali effetti possa generare un'azione per essere responsabile; gli effetti si devono conoscere come consapevolezza e non come ipotesi, ed è per questo che l'illuminato agisce sempre nel giusto, perchè egli sa sempre ( nella sua consapevolezza) gli effetti delle sue azioni e lo fa pe rmezzo dell'intuito (buddi) :applauso*:


    CITAZIONE (AuspiciousMerit @ 16/3/2008, 12:43)
    Se si pensa di aver fatto del male è generalmente perchè ne si è consapevoli, altrimenti questo pensiero non sorgerebbe.

    Pensare di avere fatto del male è una pseudocoscienza. Un illuminato non penserebbe mai di avere fatto del bene, perchè il bene e il male sono distinzioni che fa la mente ( mente non illuminata). Un illuminato sa sempre di agire nel giusto, ma mica lo pensa, ma ne è consapevole; ma dal momento in cui pensiamo invece di avere agito nel giusto, non abbiamo consapevolezza di ciò e potremo anche sbagliarci. :sssssiiii*:
     
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  14. tornadino
     
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    CITAZIONE (Abicetta @ 16/3/2008, 12:46)
    In effetti non avendo la consapevolezza, la conoscenza totale, non possiamo conoscere le conseguenze totali delle nostre azioni. Però possiamo avere delle intenzioni basate su quello che sappiamo.
    Quindi è nostro dovere avere buone intenzioni ma anche fare del nostromeglio per aumentare la consapevolezza.

    Infatti è proprio quella che volevo dire. Non basta pensare di essere consapevoli di un'azione per esserlo, altrimenti si tratta sempre di una pseudocoscienza.
    Ovviamente come dici per il momento, in attesa di illuminarci, possiamo solo agire con il buon senso; fare il più possibile quello che noi riteniamo possa essere un bene per gli altri, ma soprattutto per noi stessi, anche se non possiamo mai valutare correttamente ciò che è bene e ciò che è male.
     
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  15. Tanya_
     
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    Ciao a tutti, sono Tanya e frequento il blog di Abicetta, la quale mi ha segnalato questo thread, in quanto nel suo blog eravamo finite a parlare in un certo senso, dello stesso argomento.
    Non so se il suo riportarmi l'url di questo topic volesse essere un invito a postare la mia opinione, cmq posso ripetere senza alcun problema il mio punto di vista anche qui da voi, con l'augurio che possa servire come spunto di riflessione e critica.

    Tornando alla domanda posta nel thread, ecco la mia risposta:

    Secondo me è possibile essere non solo cristiani e buddhisti allo stesso tempo, ma anche mussulmani, ebrei e laici soltanto se, invece di sprecare energie pensando a come i dogmi possano incastrarsi tra di loro, ci si impieghi a far del bene al prossimo in maniera incondizionata sempre e comunque, ovvero a rivelare in ogni momento la divinità che è in noi.
    Qualunque divisione venga promossa nel cuore e nella mente degli uomini è pericolosissima perchè porta separazione, e la separazione porta odio.
    Non sono gli ingredienti ed i tempi di cottura diversi a differenziare realmente il cibo, ma solo l'intenzione con il quale esso è stato preparato e con il quale viene poi mangiato. Se sono arrabbiato, posso anche mangiare una delizia squisitissima ma non ne trarrò un gran piacere; vice versa, posso mangiare anche una cosa meno prelibata ma ricevere un gran piacere da questa pietanza se sono nello stato d'animo di apprezzare ciò che ho e le persone con le quali lo sto dividendo.

    Bisogna andare sempre alla radice delle cose, altrimenti ci si perde nell'illusione della diversità e della moltiplicità delle forme.
    L'uno è uno, ed uno è tutti. Quando si ri-conosce questo, le differenze scompaiono e si vede in faccia la realtà. Dobbiamo ricordarci di toglierci gli occhiali dell'egoismo che ci fanno vedere sempre e solo Maya.
    Continuando a vedere Maya e tutte le sue illusioni di diversità in ogni cosa credendo sia la realtà, progrediremo ben poco.

    Questa riflessione nasce esclusivamente dal mio pensiero e dalla mia intenzione di portare Luce in questo mondo.
    Personalmente io non mi sento di appartenere a nessuna religione, filosofia, dottrina, credo del mondo, mi sento semplicemente una creatura che ha il compito in questo mondo di rivelare la divinità della quale è composta.

    Grazie a tutti
     
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1094 replies since 13/3/2008, 16:02   26895 views
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