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Ti consiglio di iniziare un percorso nelle sedi adeguate. Il buddhismo non è un’aspirina e la dipendenza - se non adeguatamente curata - può ostacolare la pratica, lo studio e la vita in generale. Poi questo è un parere da neofita.
Sono completamente d’accordo con swami.. -
.Ti consiglio di iniziare un percorso nelle sedi adeguate. Il buddhismo non è un’aspirina e la dipendenza - se non adeguatamente curata - può ostacolare la pratica, lo studio e la vita in generale. Poi questo è un parere da neofita.
Sono completamente d’accordo con swami.
Non ho detto di avere una dipendenza, ma potrei conoscere qualcuno che ce l'ha. Per questo chiedevo.
Di certo il buddismo non può prendere il posto della medicina, e non può farlo qualsiasi altro culto. Su questo, credo, siamo tutti d'accordo.
Buona serata.. -
.CITAZIONESono d'accordo sul fatto che i cammini spirituali non possano risolvere ogni cosa, ma dovrebbero fornire una motivazione in più per lottare, per non arrendersi alle difficoltà della vita e aiutare ad essere "virtuosi", per quanto possibile. È chiaro che un conto è l'ideale, un altro il concreto... Ma è necessario provarci.
Più che altro è questo punto che mi lascia perplesso: certo che il “cammino” spirituale può dare una motivazione in più. Ma tutti questi obiettivi, questi scopi, questo voler migliorare la propria vita, rendono ancora valido il cammino spirituale?
Il mio parere è che si parlerebbe più delle sembianze di una cammino buddhista, ma non di un cammino buddhista autentico. Ma potrei starmi sbagliando, quindi aspetto chi è più esperto di me.. -
.Questo è un tipo di tema non facile da affrontare, me ne rendo conto: "cercare di raggiungere veramente il risveglio", come scriveva qualcuno 10 anni fa, non è certo una passeggiata o qualcosa che si raggiunge in poco tempo. Credo che sia il più difficile e duro cammino che esista, perché è complicato lottare contro un nemico che non dà mai tregua, che conosce nel profondo e che fornisce sempre ragioni per mollare tutto. Ovvero noi stessi.
Sono d'accordo sul fatto che i cammini spirituali non possano risolvere ogni cosa, ma dovrebbero fornire una motivazione in più per lottare, per non arrendersi alle difficoltà della vita e aiutare ad essere "virtuosi", per quanto possibile. È chiaro che un conto è l'ideale, un altro il concreto... Ma è necessario provarci.
Sto dicendo qualche stupidaggine? 🤔
Nel Tib. almeno è tutta una questione di benedizioni, mi sto facendo questa idea. D'altronde la visione pura è data da purificazione. E anche la cura è data da benedizioni.. -
.CITAZIONESono d'accordo sul fatto che i cammini spirituali non possano risolvere ogni cosa, ma dovrebbero fornire una motivazione in più per lottare, per non arrendersi alle difficoltà della vita e aiutare ad essere "virtuosi", per quanto possibile. È chiaro che un conto è l'ideale, un altro il concreto... Ma è necessario provarci.
Più che altro è questo punto che mi lascia perplesso: certo che il “cammino” spirituale può dare una motivazione in più. Ma tutti questi obiettivi, questi scopi, questo voler migliorare la propria vita, rendono ancora valido il cammino spirituale?
Il mio parere è che si parlerebbe più delle sembianze di una cammino buddhista, ma non di un cammino buddhista autentico. Ma potrei starmi sbagliando, quindi aspetto chi è più esperto di me.
E io ne so ancora meno.
Attendiamo lumi in merito.. -
swami chandraramabubu sfigananda.
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Più che altro è questo punto che mi lascia perplesso: certo che il “cammino” spirituale può dare una motivazione in più. Ma tutti questi obiettivi, questi scopi, questo voler migliorare la propria vita, rendono ancora valido il cammino spirituale?
Il mio parere è che si parlerebbe più delle sembianze di una cammino buddhista, ma non di un cammino buddhista autentico. Ma potrei starmi sbagliando, quindi aspetto chi è più esperto di me.
Certo che scrivendo "aspetto chi è più esperto" è un po' legare le mani a quelli come me che non lo sono, però provo a dare una risposta. E' un tema molto interessante perché va direttamente a toccare la preziosa rinascita umana. Si può vederla in questi termini: ogni secondo che esistiamo su questo pianeta è costato miliardi di anni immersi in pentoloni di piombo fuso e questo per quanto riguarda guardarsi alle spalle. Guardando in avanti, ogni secondo passato a cercare di avere una successiva rinascita umana è un po' come essere la punta di diamante di una cordata di miliardi di esseri che non hanno questa condizione e che possono essere salvati solo diventando dei buddha.
In soldoni: si può benissimo dedicare gran parte del proprio tempo a cercare di uscire dalla dipendenza; se la motivazione è quella di non perdere l'occasione per sé stessi e gli altri è comunque una pratica di Dharma a tutti gli effetti. Uno può benissimo dirsi che il focus principale della vita è uscire dalla dipendenza perché questo creerà buone impronte per le vite future e si potranno aiutare molti esseri. Non è solo la dipendenza a essere in causa; piuttosto è la meta-dipendenza ovvero in questa vita si può pure dipendere dall'alcool, ma quello che resta se non ci si è lavorato sopra non è solo la propensione all'alcool ma alla dipendenza in sé da esperienze samsariche. Insomma, la vita successiva potrebbe esserci una più debole dipendenza dalle canne ma potrebbe a sua volta diventare il karma per finire drogati di robbbbba pesante
Tutto fa pensare che sia un problema cui fare attenzione (c'è la storia fighissima del monaco, della ragazza a cui piaceva e della capra, si trova nei testi), non per niente l'alcool è un tema che rientra in più di una classe di voti, dato che può prenderlo anche un laico. Ma è una divagazione dato che non è la sola dipendenza, anche se ha una marcia in più nel fare danni rispetto ad esempio al tabacco.
Direi quindi in sostanza che se c'è la cosiddetta corretta motivazione anche andare in bagno può essere pratica di Dharma (tengo il mio corpo efficiente per avere un supporto adeguato alla pratica, eccetera), figuriamoci volersi levare una dipendenza nell'ottica di un progetto a più largo respiro.
Ammesso che quanto sopra sia ragionevole direi che possiamo affermare che voler guarire da una dipendenza è perfettamente inseribile nel Dharma e anzi può pure essere una leva fondamentale, e in nessun caso ci sono contraddizioni o peggio distrazioni dalla via. Ma alla base di tutto questo c'è la coscienza della motivazione. Altrimenti è un'altra cosa, degnissima, che è poi quella di un "normale" problema organico con forti addentellati mentali. E' più che giusto voler fare questo lavoro del tutto indipendentemente dal Dharma dato che non si fa del male a nessuno.. -
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Quello del buddha è un po' un mito, a mio parere. Anche se dipende dalle tradizioni, un buddha non è diventato tale per sua iniziativa, ma per eccezionalità. E' noto che se si cerca la buddhità per spinta verso una eternità si rimane delusi! 
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Buddismo e dipendenze |
