Contro il buddismo

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  1. dorje e gabbana
     
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    Ma quale simbolici... queste son le cose che raccontano agli occidentali o che al massimo insegnano ai monaci e si sa che il tantra non è certo nato tra i monaci.....

    CITAZIONE
    Specifico che non sono scandalizzato o che, ma chiedo: differenze con gli Aghori quali sono?
    Oltre a bodhicitta...

    la differenze sono varie di ordine sia filosofico che operativo, ma la storia sarebbe lunga assai
     
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  2. pier1991
     
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    CITAZIONE (dorje e gabbana @ 11/5/2012, 14:58) 
    Ma quale simbolici... queste son le cose che raccontano agli occidentali o che al massimo insegnano ai monaci e si sa che il tantra non è certo nato tra i monaci.....

    CITAZIONE
    Specifico che non sono scandalizzato o che, ma chiedo: differenze con gli Aghori quali sono?
    Oltre a bodhicitta...

    la differenze sono varie di ordine sia filosofico che operativo, ma la storia sarebbe lunga assai

    Sì immagino, mi riferivo alle sostanze da usare in modo non-simbolico...
     
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  3. michimon
     
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    Raga,

    l'articolo su Libero oggi è stato ripreso da Il Foglio


    Copio Incollo dal pdf di libero

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    CONTRO IL NIRVANA :::


    Altro che yoga, pace e serenità
    Ecco il lato oscuro del buddismo
    Uno studio di Roberto Dal Bosco svela quel che si nasconde dietro il volto riflessivo della filosofia
    orientale e degli Stati che l’adottano. Dall’odio per i miscredenti alla passione per l’atomica

    CAMILLO LANGONE

    Che fegato, Roberto Dal Bosco. Gettarsi anima e corpo contro il religioso più amato del mondo, ovviamente il Dalai Lama. E contro la religione più ammirata, ovviamente il buddismo. Ma come gli è venuto in mente di scrivere un libro intitolato Contro il buddismo? Ho fra le mani il primo testo italiano che osi una critica sistematica al mondo dei monaci arancioni. Il primo italiano e il secondo al mondo: l’altro è tedesco, Der Schatten des Dalai Lama, mai tradotto in Italia, disponibile in inglese però solo su internet e comunque circoscritto al lamaismo tibetano. Dal Bosco, che a dispetto della giovane età (è nato a Vicenza nel 1978) dimostra un’erudizione grande quasi quanto l’Asia, con la sua analisi spazia dal Tibet al Giappone, dal Vietnam allo Sri Lanka, e racconta le malefatte dei vari buddismi nazionali. Avete letto bene: le malefatte. Talmente tante che il titolo di questo lavoro poteva essere Il libro nero del buddismo. La pulizia etnica scatenata dai cingalesi contro i tamil. La complicità morale nei confronti della bomba atomica indiana. L’attentato nella metropolitana di Tokyo. Tutta roba fresca, mica decrepita come le Crociate che vengono ancora addebitate ai cristiani dopo quasi mille anni dagli avvenimenti (peraltro malcompresi). Il nirvana che gli ignari (per non dire ignoranti) buddisti occidentalicredono condizione estatica, felicità senza dolore, viene riportato da Del Bosco alla radice etimologica che in sanscrito significa «estinzione ». Spesso e volentieri nel senso di «distruzione». I buddofili, che sulla rete si sono già avventati sullo studioso vicentino, farebbero meglio a non usare l’argomento già usato per assolvere il comunismo dai crimini di Stalin. Ve la ricordate? «L’idea era buona, purtroppo è stata realizzata male».
    E invece la colpa risiede proprio nelle idee cioè nei sacri testi. La violenza sovietica affondava le radici nel Manifesto del partito comunista così come quella buddistica trova origine nei libri studiati nei monasteri arancioni.

    NEMICI DELLA CAUSA
    Nel Kalachakra Tantra (il testo base del buddismo tibetano) si narrano le epiche gesta di un re che ucciderà tutti i nemici della causa buddista, elencati in modo molto circostanziato: prima i musulmani, poi i cristiani e gli ebrei. Oltre a una serie di dettagliate istruzioni per l’utilizzo erotico di donne non consenzienti (si consiglia perfino di ubriacarle: ma ci voleva l’antica saggezza orientale per escogitare un espediente così squallido?).
    Nell’Hevajra Tantra e nel Guhyasamaja
    Tantra (titoli impronunciabili, lo so, ma sono intraducibili) si insegna a praticare l’omicidio rituale.
    Nel Mahavansa, cronaca sacra del buddismo ceylonese, si dice che i miscredenti sono subumani, praticamente bestie, e quindi si possono uccidere senza alcuna preoccupazione
    morale (per intendersi: nessun pericolo di reincarnarsi in scarafaggi). Con simili giustificazioni religiose o para-religiose non c’è da stupirsi che nel 2009, su una spiaggia dello Sri Lanka, le truppe dei cingalesi (buddisti) abbiano massacrato quel che rimaneva dei secessionisti tamil (induisti e cristiani) incitate da un inno composto in monastero: «Il sangha / è sempre pronto al
    fronte / se la razza è minacciata». Dove «sangha» significa all’incirca «chiesa, clero buddista». Furono 20.000 le vittime civili gettate nelle fosse comuni e 300.000 i profughi a cui venne addirittura impedito di ricevere l’assistenza della Croce Rossa, una tragedia che in Occidente non ha suscitato più di qualche trafiletto perché troppo difficile da raccontare a lettori arciconvinti della dolcezza programmatica di una religione equivocata. Adesso l’ignoranza non ha più scuse, chi vuole informarsi può farlo grazie a questo libro che svela «il lato oscuro dell’illuminazione». Dal Bosco racconta la storia inquietante della prima bomba atomica indiana, chiamata «Il sorriso del Budda» e fatta esplodere il giorno della nascita del Risvegliato: come se una potenza occidentale facesse esplodere un ordigno nucleare il giorno di Natale, chiamandolo per giunta «Il sorriso di Gesù». Racconta la sinistra vicenda di Shoko Asahara, il buddista stragista che in Giappone, nel ’95, uccise undici persone col gas nervino per concretizzare le parole dei sacri testi: costui era amico e finanziatore del Dalai Lama, che lo elogiò anche dopo il massacro.

    IL DALAI LAMA
    Eccoci quindi al tibetano più famoso del mondo, il monaco aranciovestito cui Dal Bosco dedica molti succosi capitoli descrivendone ambiguità e doppiezze, gli avvicinamenti di volta in volta al marxismo o alla Cia a seconda delle convenienze, e poi la giovanile venerazione per un demone himalaiano e il non giovanile assenso a una biografia fantasiosa che serve a nascondere le origini cinesi, quanto mai imbarazzanti per il capo di un popolo che ha nella Cina il peggior nemico. Abilissimo nelle pubbliche relazioni, l’erede di una sfilza di teocrati praticanti fino al secolo scorso lo schiavismo e la pedofilia (crimini per i quali non risulta aver chiesto perdono) ha confezionato un lamaismo per signore, un nichilismo sdolcinato che occulta di proposito gli aspetti più nettamente pagani e stregoneschi della religione tibetana. Secondo gli infatuati è un oceano di saggezza, secondo me, dopo aver letto Contro il buddismo, è solo una gran faccia di bonzo.



     
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    Ma è un caso che giornali vicini ad una certa fazione politica parlino di questo libro mettando in cattiva luce il buddismo?

    Ma come direbbe il maestro Oogway: "Il caso non esiste." :B):

    Potrebbe essere una mossa per riavvicinare l'elettorato cattolico? :sssssiiii*:

     
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  5. dorje e gabbana
     
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    CITAZIONE
    Abilissimo nelle pubbliche relazioni, l’erede di una sfilza di teocrati praticanti fino al secolo scorso lo schiavismo e la pedofilia (crimini per i quali non risulta aver chiesto perdono) ha confezionato un lamaismo per signore, un nichilismo sdolcinato che occulta di proposito gli aspetti più nettamente pagani e stregoneschi della religione tibetana

    Non gli si puo' dare tutti i torti se si guardano i fatti che lo riguardano con attenzione e distacco :lol:

    Da una intervista la dalai lama del 1991 su Tricycle, importante rivista buddista intenazionale:

    Spalding Gray: Ha mai cercato di controllare i suoi sogni?

    Dalai Lama: No, non ci riesco. In realtà, a volte, esperisco nel sogno la consapevolezza che sto sognando, come un sogno lucido.

    Spalding Gray: Ha provato a produrre ciò?

    Dalai Lama: No, non volontariamente......


    Ma non doveva essere un maestro tantrico in grado di controllare il sogno attraverso il corpo illusorio?
    Ma non doveva essere una emanazione di Chen rezig?
    Boh........
    :byesich*:
     
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  6. imminent
     
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    Ciao a tutti, mi sono iscritto a questo forum, conosciuto grazie ad un link di Google, proprio a causa dell' uscita del libro "Contro il Buddismo" di Roberto Dal Bosco. Premetto che non sono buddista ma soltanto uno studioso di filosofia. La motivazione che mi ha spinto ad intervenire sul forum riguarda il disaccordo rispetto ad alcune tesi aberranti di Dal Bosco. La lettura del libro in questione si è rivelata ostica non dal punto di vista teoretico ma per la virulenza con la quale viene trattato l' argomento. Evito di fare un' analisi specifica del testo. Alcune analogie fatte dall' autore sono a dir poco grossolane. Dal Bosco non si è reso conto che un attacco di tale (modesta) portata finisce con l' annientare il fenomeno religioso tout court. Nel maldestro tentativo di voler costituire una sorta di apologia del Cristianesimo, l' autore , servendosi del rudimentale strumento dell' analogia, omette tutte le nefandezze che in nome dei monoteismi sono state commesse. Ma questo metodo, se si affronta l' argomento Religione, non ha alcun fondamento teorico ma soltanto polemico.
    Diceva un mio professore all' Università che spesso il nome della casa editrice nasconde (e così supporta) gli intenti di un libro che pubblica. Date un' occhiata a cosa pubblica la "Fede e Cultura" e capirete molto . . .
     
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  7. lete
     
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    CITAZIONE (dorje e gabbana @ 17/5/2012, 22:23) 
    CITAZIONE
    Abilissimo nelle pubbliche relazioni, l’erede di una sfilza di teocrati praticanti fino al secolo scorso lo schiavismo e la pedofilia (crimini per i quali non risulta aver chiesto perdono) ha confezionato un lamaismo per signore, un nichilismo sdolcinato che occulta di proposito gli aspetti più nettamente pagani e stregoneschi della religione tibetana

    Non gli si puo' dare tutti i torti se si guardano i fatti che lo riguardano con attenzione e distacco :lol:

    Il buddhismo -cosi come ogni altra religione- offre molto materiale per critiche anche severe e aspre, questo è fuori di dubbio, ma la malafede che traspare dai commenti dei signori in questione è talmente plateale che qualunque persona, amante del confronto basato sull'oggettività e l'assenza di fanatismo, per amore di verità, non può che esserne disgustata.

    By the way, il Dalai Lama è famoso e apprezzato anche per il suo basso profilo riguardante le realizzazioni spirituali, ma ciò non vuol dire che non ne abbia.
     
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  8. michimon
     
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    Raga,

    mentre vi dividete sul Dalai Lama la faccenda di questo libro sta continuando

    Guardate questo articolo su il foglio di oggi
    ilfoglio.it/preghiera/646

    A quanto sembra "Contro il Buddismo" è nella top 25 di ibs.it sezione Religione e spiritualità. Il Dalai Lama è al 54° posto...
    ibs.it/dep/dep100.asp?rz=1&dep=21

    Che sia un dato che indica qualcosa?
     
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  9. lete
     
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    Se è per questo anche moccia ha scalato le classifiche di vendita eh...
    Purtroppo la crescita dell'alfabetizzazione non è direttamente proporzionale alla crescita dell'intelligenza umana.
     
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  10. michimon
     
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    @lete

    Lete l'hai buttata in vacca

    non hai risposto alla questione che ponevo parlandomi di Moccia e del fatto che la gente è ignorante (vorrei poi guardare la tua libreria e i tuoi studi e dare un giudizio - dare dell'ignorante all'altro è una cosa che fa poco onore, oltre che imho un errore spirituale).

    Seriamente,
    sto ponendo un argomento di discussione serio che dovrebbe interessare tutti i buddhisti.

    Sta iniziando a montare un sentimento anti-buddhista? Può tale sentimento covare in una società anche solo formalmente di origina cristiana? (un po' come l'antisemitismo, o l'anti-islamismo di fondo che sotto sotto sente anche la vecchietta)

    Rispondendo con spocchia e luoghi comuni a questa questione che mi sembra capitale non si aiuta il dialogo né si fanno grandi progressi.

    Se qualcuno ha voglia di parlarne seriamente, prego.
     
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  11. il fiume
     
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    ciao!
    CITAZIONE
    Sta iniziando a montare un sentimento anti-buddhista?

    prescindendo dl fatto che i lettori de "il foglio"fortunatamente sono un numero esiguo :lol: no no credo che possa nascere un sentimento anti-buddista per tre motivi, il primo questo movimento non ha nessuna rilevanza economica, numericamente è molto esiguo e per ultimo ma non per importanza la mentalità occidentale vede l'atteggiamento di chi percorre il sentiero del buddha come una sorta di "beota" fuori dal monda e dalla realtà contemporanea e quindi non pericoloso

    ps non credo che lete abbia voluto offendere qualcuno ne è contro l'alfabetizzazione, suppongo fosse una considerazione su quanto poco la gente rifletta
     
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  12. lete
     
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    Caro michimon, (e cari "raga")

    purtroppo la mia libreria è fornita di libri molto noiosi, che non penso siano nelle tue corde, quindi non ti inviterei mai a darle uno sguardo, non fosse altro per esercitare l'amorevole compassione buddhista e non cadere quindi nell'ennesimo aberrante errore spirituale come tu mi hai saggiamente fatto notare.

    Tra l'altro noto che nemmeno l'alfabetizzazione è poi tanto alta come presumevo nel mio ultimo post dato che hai scambiato il termine "ignorante" con "non intelligente", ma michimon! essere colti non vuol dire essere intelligenti! forse più che preoccuparti degli errori spirituali altrui dovresti dedicarti alla tua erudizione personale! :lol:

    in ultima analisi le tue domande sono talmente ingenue e retoriche che meritavano una risposta naif, risposta che, spero, ti farà comunque riflettere sull'opportunità di meditare almeno dieci secondi prima di scegliere il tono con cui dialogare. :byesich*:
     
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  13. michimon
     
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    @lete

    bene, se vuoi sfogarti con me perché ti senti provocato, scrivi pure un altro post (magari piazzaci anche la tua libreria di uomo colto e saggio, anzi scusa, "non non-intelligente") :-D

    Però alla domanda che ho fatto non hai risposto minimamente. (del resto, per taluni viene prima l'ego, specie quando "offeso", lo sappiamo....)

    Se puoi rispondere a quello che chiedo, ti prego, fallo.

    Lo stesso invito lo rivolgo a tutti gli altri in ascolto.

    @tutti
    La questione è seria: può montare un sentimento anti-buddhista? Ieri pensavo che potesse succedere solo per la Soka Gakkai. Oggi invece penso che potrebbe essere il Dalai Lama o perfino il buddhismo tutto.

    La cosa imho merita attenzione.
     
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  14. pier1991
     
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    CITAZIONE (michimon @ 23/5/2012, 11:42) 
    La questione è seria: può montare un sentimento anti-buddhista? Ieri pensavo che potesse succedere solo per la Soka Gakkai. Oggi invece penso che potrebbe essere il Dalai Lama o perfino il buddhismo tutto.

    Il buddhismo suscita molta, moltissima curiosità: tanti ne sono affascinati, soprattutto per quanto riguarda lo zen e il buddhismo tibetano (entrambi per motivi diversi).
    Chiaramente vi è una differenza tra un vero praticare ed una simpatia/semplice frequentazione.

    Girando per ambienti cristiani (ma questa cosa è presente anche in quei siti web gestiti dalgi stessi) devo constatare che vi è una maggiore avversione nei confronti del buddhismo (accusato in primis di nichilismo, nonché di fuorviante ateismo) nonché nei confronti - talora - di correnti hindu.
    Mi verrebe da chiedere: e l'islam? Beh, è demonizzato pure quello, certo, ma negli ultimi anni mi sembra meno rispetto a 11 anni fa: anzi, al di là delle "guerre" volte al proselitismo, mi sembra che il dialogo tra i monoteismi mediterranei, in un certo senso, funzioni un po' meglio (e sia più sincero) rispetto al dialogo tra religiosi cristiani e buddhisti.

    Diciamo che verso il buddhismo c'é un'atteggiamente ambiguo: risulta in un certo senso sospetto.
    Mi è capitato di sentire che il buddhismo è sbagliato in quanto vuole un salvezza senza Dio (e, quindi, molti cristiani si rivolgono a tale dottrina credendo che sia più facile da seguire e che toglie responsabilità), che credere nella reincarnazione è sbagliato (e alcuni supportano tale tesi basandosi sui messaggi di Medjugorie) ecc. Ma soprattutto viene visto come un qualcosa scelto per moda.

    Quindi, diciamocelo, ai cristiani il buddhismo non piace, e -poi - se si trovano a leggere determinate cose sul tantra........

    Il Dalai Lama risulta essere simpatico a molti, ma appunto (visto ciò che ho scritto sopra) viene visto come un bersaglio naturale: a chi non piace il buddhismo, non piace il Dalai Lama (infatti non è così raro trovare gente ignorante che crede che l'unico buddhismo sia quello tibetano e che il dalai lama è il capo supremo di tutto il buddhismo). Un po' come gli antiristiani non sopportano Ratzinger :P
    Conta poi che chi è pro cina (o ad ogni modo comunista/di sinistra) al 99% vede il dalai Lama come una pessima persona.

    Questo detto in soldoni, sono opinioni personali nate da discussioni con ferventi cattolici e ferventi atei comunisti, nonché da alcune letture.



    Aggiungo che il buddhosmo sta sui maroni pure a gente di destra molto fedele alla tradizione cattolica, quindi sta sulle balle a tutti ahaha :lol:
     
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  15. michimon
     
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    @pier1991

    Grazie, questa è già una bella analisi che tiene conto dei vari elementi culturali del paese.


    All'analisi di Pier però aggiungo che non tutta la destra è filo-cattolica, c'è una bella parte di destra pagana, quella paneuropeista alla Benoist o Thiriart, così come la sinistra è anti-tibet solo nelle sue frange estreme e nostalgiche cui rimane, dentro a milioni di dubbi, un briciolo di rispetto per la Cina Popolare. Tipo Gianni Vattimo e qualcuno in zona "Manifesto", giornale che ahinoi chiude..
    Detto questo, neppure dentro la Chiesa cattolica (correnti moderniste post-concilio, ovvio) c'è chi vede con favore il buddismo (credo sia , soprattutto quello Zen (c'è un prete a Milano che guida una comunità di dialogo, è stato missionario per anni in Giappone).
    Il concilio vaticano II del resto aveva in qualche modo legittimato per lo meno l'esistenza del buddhismo: nel documento "Nostra Aetate" del 1965 scrivono
    "Nel buddhismo, secondo le sue varie scuole, viene riconosciuta la radicale insufficienza di questo mondo mutevole e si insegna una via per la quale gli uomini, con cuore devoto e confidente, siano capaci di acquistare lo stato di liberazione perfetta o di pervenire allo stato di illuminazione suprema sia per mezzo dei propri sforzi sia con l’aiuto venuto dall’alto"

    Ma al di là degli spiragli di apertura e della simpatia generale, mi rimane la domanda...

    Gratta gratta effettivamente troviamo avversione per il buddhismo. Il libro da cui è partito tutto questo thread potrebbe esserne la prova. La punta dell'iceberg.
    Certo, non prevedo pogrom a breve, ma la storia ha dimostrato che popolazioni intere di botto divengano ammassi di belve, pronti a sacrificare il capro espiatorio.
    Si fa di solito l'esempio della Germania. Ma penso anche alla Russia, alla Yugoslavia, al Rwanda...

    Non so se avete mai visto che oramai i fuorisciti della Soka Gakkai sono organizzati e fanno proselitismo spinto...
     
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435 replies since 28/4/2012, 13:36   16288 views
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