Mantra e pratiche: alla ricerca della verità

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    CITAZIONE (swami chandraramabubu sfigananda @ 6/10/2018, 15:31) 
    Peccato che sono fermamente convinto che la vacuità non possa riguardare tutti i fenomeni e questo mi tiene "al di fuori" ma pazienza, non si può avere tutto.

    Vacuità, termine altamente infiammabile... :rolleyes: Solo per evidenziare l'eterogeneità della questione (che tu ben conosci) ma senza alcun desiderio di approfondirla, riporto (per far ancor prima :D) queste parole di L. Violini:

    La vacuità ha assunto molti significati nel contesto del buddhismo tibetano. Esiste la Madhyamaka Prasangika esiste la Madhyamaka Shengtong ed esiste una terza concezione della vacuità espressa dallo Dzogchen ben delineata da Longchenpa ed esiste una vacuità della scuola Cittamatra. Tutti parlano di vacuità ma in termini antitetici l'uno con l'altro. La posizione di Longchenpa si distingue da quella Prasangika e Shengtong ma si è eclissata all'interno della scuola Nyngmapa a favore della Madhyamaka Shengtong a cui aderiscono la maggioranza dei Maestri Dzogchen Nyngmapa come Dudjom. Lo stesso Maestro di Mimpham Rinpoche, Kongtrul Rinpoche, aderiva allo Shengtong. Tra lo Shengtong e la visione di Longchenpa ci sono sicuramente molti più punti di contatto rispetto alla Prasangika ma comunque sono distinti.

    Edited by Epi - 7/10/2018, 02:38
     
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    CITAZIONE (Rinchen Dorje @ 6/10/2018, 15:05) 
    ... Non una nuvola, non una scia. Spazio infinito in quel confine. … Io sono sempre stato scettico … Da quel giorno … il mio scetticismo sul guruyoga è scomparso. So che è vero ...

    E' proprio così, Steven, accade...

    Edited by Epi - 7/10/2018, 20:05
     
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  3. swami chandraramabubu sfigananda
     
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    QUOTE (Epi @ 10/6/2018, 08:20 PM) 
    QUOTE (swami chandraramabubu sfigananda @ 6/10/2018, 15:31) 
    Peccato che sono fermamente convinto che la vacuità non possa riguardare tutti i fenomeni e questo mi tiene "al di fuori" ma pazienza, non si può avere tutto.

    Vacuità, termine altamente infiammabile... :rolleyes: Solo per evidenziare l'eterogenità della questione (che tu ben conosci) ma senza alcun desiderio di approfondirla, riporto (per far ancor prima :D) queste parole di L. Violini:

    La vacuità ha assunto molti significati nel contesto del buddhismo tibetano. Esiste la Madhyamaka Prasangika esiste la Madhyamaka Shengtong ed esiste una terza concezione della vacuità espressa dallo Dzogchen ben delineata da Longchenpa ed esiste una vacuità della scuola Cittamatra. Tutti parlano di vacuità ma in termini antitetici l'uno con l'altro. La posizione di Longchenpa si distingue da quella Prasangika e Shengtong ma si è eclissata all'interno della scuola Nyngmapa a favore della Madhyamaka Shengtong a cui aderiscono la maggioranza dei Maestri Dzogchen Nyngmapa come Dudjom. Lo stesso Maestro di Mimpham Rinpoche, Kongtrul Rinpoche, aderiva allo Shengtong. Tra lo Shengtong e la visione di Longchenpa ci sono sicuramente molti più punti di contatto rispetto alla Prasangika ma comunque sono distinti.

    Ah, in effetti... Ma io pensavo a un senso veramente terra-terra, quello da cui alla fine il concetto deriva, ovvero l'assenza di sé di mente e fenomeni che a loro volta implicano un cammino positivo illimitato. La mia esperienza di vita è del tutto diversa, alcuni aspetti del mio carattere sono identici a quelli di quando avevo una manciata di anni. Ho ritrovato il nastro che mio nonno registrò per un mio compleanno, sapevo appena parlare, e per fortuna ho potuto riversarlo (allora c'erano solo le "pizze"). Mi è preso un magone infinito, per me alcuni fenomeni (inutile dirlo, i problemi più cruciali del mio essere) hanno natura assolutamente permanente. Ovviamente conosco l'obiezione, ovvero che la mia convinzione non vale più oltre la scala di una singola vita ma ci sono circostanze in cui il cuore ha il sopravvento sulla ragione :D E' il motivo principale per cui, tra parentesi, penso che il Buddhismo sia un religione: la "infinita mutabilità" non può essere verificata nello spazio di una vita.

    Grazie per il "che tu ben conosci"; di solito molta gente quando parlo di questi argomenti mi sciorina la lezioncina a base di concetti di "catechismo" che ho imparato spesso prima del mio interlocutore e rivoltato come un pedalino un numero di volte che l'interlocutore nemmeno potrebbe immaginare :D
     
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    CITAZIONE (swami chandraramabubu sfigananda @ 6/10/2018, 21:21) 
    Ma io pensavo a un senso veramente terra-terra … ovvero l'assenza di sé di mente e fenomeni che a loro volta implicano un cammino positivo illimitato. La mia esperienza di vita è del tutto diversa, alcuni aspetti del mio carattere sono identici a quelli di quando avevo una manciata di anni. ... Ovviamente conosco l'obiezione, ovvero che la mia convinzione non vale più oltre la scala di una singola vita ma ci sono circostanze in cui il cuore ha il sopravvento sulla ragione :D ...

    Comprensibile. In effetti per la tua sofferenza/insofferenza esistenziale penso non ci sia nessuna giustificazione teorica filosofico-spiritual-religiosa che ti possa servire come balsamo per eliminare/lenire ciò che ti assilla.
     
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    Penso che questa sia la discussione più bella, più affascinante e più emozionante che ho letto in questo forum.

    Grazie
     
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    Bontà tua, Yishin :)
     
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    CITAZIONE (Rinchen Dorje @ 6/10/2018, 15:05) 
    CITAZIONE (Epi @ 6/10/2018, 13:19) 
    Ritorno su queste tue emozionate e sentite parole, che condivido pienamente, per sottolineare come 'l'onda risonante' sia stata davvero forte se anche l'espertissima e navigatissima buddhista Tsultrim Allione, raccontando della giornata del 2 ottobre trascorsa a Merigar fra pratiche collettive e visita al Maestro in tugdam, fa questa onesta e sorprendente (visti i settant'anni suonati... :rolleyes:) affermazione:

    [...] My experience was understanding for the first time what it means that we are ‘yerme’ meaning inseparable from the lama. I literally feel him inside me... great bliss and emptiness simultaneously arising. [...]

    per il rispetto che ho per te e molti utenti ho deciso riportare una breve esperienza, che spero non cancellare.
    Tutti sapete che mi occupo di finanza e numeri: per me due più due fa solo quattro, non c'è altra risposta. Quando la discussione include un pò di arte o spiritualità o Buddhismo posso accettare che due più due faccia anche 22, ma non oltre, non accetto altri punti di vista "artistici, strani, interpretativi" chiamateli come volete.

    Sabato 15 credo, un amico mi invia per la prima volta a fare una passeggiata sui sentieri delle nostre montagne. Dico di si. Sono 5 ore tra andare e tornare. Si parte dopopranzo e avanti..si giunge ad una sorgente cristallina. Il silenzio regnava sovrano. Ore 17.. "Rinchen torniamo giù".. Scendendo e arrivando il tramonto, il buio, il sole già dietro le montagne alle nostre spalle ecco noto il distacco tra la sagoma della montagna e il cielo azzurro sopra. Lo scuro in contrasto con l'azzurro bagnato dal tramonto. Un distacco netto, chiaro... chi va in montagna sa di cosa parlo. Non una nuvola, non una scia. Spazio infinito in quel confine. Mi fermo e mi assalgono i ricordi sul Logsal del Ponte del Vajra, mi fermo, mi sento strano, sento il bisogno di emanare la A bianca... Davanti a me una visualizzazione: Garab Dorje. Tra me e me consapevole di aver ricevuto quella trasmissione decine di volte, ma mai “interagito” con lui per il GY mi dico: "no no Padmasambhava il GY con Psambhava” e compare nella mia visione immediatamente (non un'apparizione che sia chiaro)..., ma Garab Dorje rimane li.
    Mi chiedo come sia possibile, la mia mente razionale prende le redini in mano; possiedo centinai di statue e thangke, immagini, altari, ecc MA NON UNA DI GARAB DORJE. Niente di niente su di lui. Sono li, suono la A bianca, lui è li chiaro, fermo, non vacilla... nello spazio infinito. Guardo Flavio e mi chiede cosa ho: "qualcosa sta succedendo a Namkhai Norbu ne sono certo". Il giorno dopo la notizia del ricovero, ecc ecc-

    Io sono sempre stato scettico, ho sempre tenuto una porta d'uscita aperta, credente ma con la scritta EXIT presente; mi occupo di numeri, non di sogni e questo mi condiziona.

    Da quel giorno i miei dubbi sulla "mia" religione sono scomparsi, il mio scetticismo sul guruyoga è scomparso. So che è vero, sono che c'è l'unione, so che la mente tra allievo e maestro si fondono.

    Io non ho realizzazioni, me ne fotto, non conosco nemmeno i testi, la filosofia, nulla di nulla, sono solo un povero praticante e di sicuro non un sognatore ne un folle.

    Come T. Allione quel giorno ho sentito lui dentro me e vi giuro sulle mie creature che manco sapevo che da li a 24 ore mi avrebbero avvisato, anzi che avrei letto sul forum delle sue gravi condizioni.

    Il Guruyoga esiste, il Buddhismo è vero, lo dZogchen è certo, questa è la mia semplice esperienza.

    Norbu è una grande perdita, tanto grande.

    Steven (e voglio firmarmi col mio nome vero)

    Grazie profondamente per aver condiviso questa esperienza. Leggere un racconto come questo scritto da una persona di cui si conosce personalmente l'integrità intellettuale, vale più di leggere interi commentari di Dharma
     
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  8. Rinchen Dorje
     
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    CITAZIONE
    nell’insegnamento dZogchen abbiamo delle parole famose tik chè ngontrol (pronuncia); tik chè significa che se noi capiamo uno abbiamo scoperto tutto. Questa è l’essenza dell’insegnamento del Buddha. È per questo che si chiama Dharma, ma nel senso vero è tutti i fenomeni, la vera condizione di tutti i fenomeni. Questa è la famosa Shunyata

    Chogyal Namkhai Norbu... mentre approfondiva il discorso sull’unione di tutti i maestri nel Guruyoga della A bianca.
    Come scrisse Epi, non so se qui o altrove, il gy è semplice, ma dietro vi è qualcosa di estremamente profondo.

    Mi ricordo quando batteva sul non andare dietro a titoli, nomi, parole, ma di imparare solo quelle essenziali: le definizioni creano dei limiti, le definizioni limitano diceva, ci esortava andare oltre, all’essenza, alla semplicità. Quando bacchettava quelli che andavano da lui a chiedere pratiche complesse perchè gli occidentali più sono complesse le cose più credono che funzionino... ma non è questo il senso del guruyoga nello stile dzogchen..

    Che bei ricordi... che meraviglia.
     
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37 replies since 16/2/2018, 18:04   1115 views
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