Tantrismo hindu e Cristianesimo

Dialogo interreligioso

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    CITAZIONE (swami chandraramabubu sfigananda @ 11/2/2023, 14:19) 
    CITAZIONE (Parvatah @ 2/11/2023, 01:59 PM) 
    Gandhi non è buon esempio, era un politico che solo in età matura sì è avvicinato alla spiritualità, non era appartenente ad una religiosità specifica. Lui cercava di mettere d'accordo l'India Stato con le sue mille religioni, "caste" ecc. e con questo motivo cercava principalmente il dialogo.

    Cercare il dialogo e il rispetto di per sé non è sbagliato, ma le intenzioni ed i modi cambiano da chi li fa: neoinduisti, il Dalai Lama più politico e diplomatico, teologi, o singoli poeti islamici (periodo che ho studiato bene all'università, il rapporto Islam-Induismo non si limita ad un paio di poeti...)

    Se ci fosse il pulsante "like" oggi da me ne avresti presi una quarantina :D

    Addirittura... Grazie! :D
     
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  2. Davide S. C.
     
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    Poi se c'è avversione verso alcune attività dei missionari lo sforzo contro tali cose dovrebbe esserci in modo palese ed in modo feroce, nonché detto anche durante questi eventi.

    Le conferenze non annullano il problema che stanno convertendo l'Est dell'India o il Nepal proponendo loro televisori e lettori DVD e magari una casetta tramite i loro fondi immensi, in modo da allontarli, tramite di fatto una sorta di "corruzione", dalle loro religiosità ancestrali così interessanti da farci qui le conferenze.

    Però l’approccio critico secondo me (giusto quello che hai detto su karma etc…) non andrebbe invece portato ad ambiti che non c’entrano con il relatore stesso. Mi spiego meglio, se io faccio una conferenza sulla compassione buddhista e qualcuno la critica dicendo “eh ma i buddhisti fanno strage di musulmani”, la critica è fuori luogo. Sarebbe opportuna se fossi io, il relatore, a fare tale strage.
    Insomma le scelte politiche del Vaticano sono per l’appunto politiche, e bisognerebbe vedere fino a che punto questo teologo le sposi…

    Altrimenti con questi criteri nessuna, ma davvero nessuna, proposta religiosa o filosofica potrebbe mai essere accettata.
    Parlo del tantra?…”e guarda cosa fanno ai loro adepti i guru sessuomani!”
    Parlo di buddhismo? “Bei buddhisti quei violenti là!”
    Parlo di Cristianesimo? “E l’inquisizione?”
    ….
     
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    QUOTE (Davide S. C. @ 2/11/2023, 02:35 PM) 
    Insomma le scelte politiche del Vaticano sono per l’appunto politiche, e bisognerebbe vedere fino a che punto questo teologo le sposi…

    Il problema è che la Chiesa è contemporaneamente religione e politica. Non è mica sola; prima e poco dopo l'istituzione dell'ordine gelug.pa, questi ultimi hanno cercato anche con la forza di sottomettere i monasteri delle altre tre scuole. Anche in Cina e Giappone sono stati "tempi interessanti" sotto questo aspetto.

    Però il problema è ora, non nel XV secolo. I casi sono due: se quel teologo non accetta l'autorità e il voto di obbedienza è fuori dalla Chiesa quindi quello che dice è una sua creazione personale tutta da validare (potrebbe dire cose anche esattissime approvate dalla Chiesa, tanto per confondere le cose). Se invece accetta l'autorità della Chiesa, nel momento in cui si ravvisasse una forma di sincretismo, per la Chiesa sarebbe in errore.

    Il Cattolicesimo ha confini molto sfumati tra la sfera spirituale e quella politica, quindi per forza di cose non possiamo scinderle. Il teologo, per usare la citazione del tuo passo, può anche non sposare il lato politico della Chiesa ma il suo voto di obbedienza gli impone di fare cose sulle quali potrebbe non essere d'accordo.

    Il tema è sempre lo stesso: è molto difficile dire quando finisce l'adozione di elementi compatibili di una tradizione diversa e inizia il sincretismo-minestrone. Per me non è un problema, chiunque posta quello che vuole, ma secondo me non è di giovamento a nessuno. Se su un forum buddhista o di altra religione si postasse materiale finalizzato alla conversione non lo riterrei una cosa corretta, ma a modo suo accettabile se fatta in forme chiare e non travestite da dialogo. Oltretutto apprezzerei che la Chiesa sta facendo in un certo il suo dovere. Se invece questo materiale va in direzione di una forma più o meno evidente di sincretismo è anche peggio perché provoca confusione in chi legge. Cui prodest? A nessuno, veramente.
     
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  4. Davide S. C.
     
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    Il problema è che la Chiesa è contemporaneamente religione e politica. Non è mica sola; prima e poco dopo l'istituzione dell'ordine gelug.pa, questi ultimi hanno cercato anche con la forza di sottomettere i monasteri delle altre tre scuole. Anche in Cina e Giappone sono stati "tempi interessanti" sotto questo aspetto.

    Però il problema è ora, non nel XV secolo. I casi sono due: se quel teologo non accetta l'autorità e il voto di obbedienza è fuori dalla Chiesa quindi quello che dice è una sua creazione personale tutta da validare (potrebbe dire cose anche esattissime approvate dalla Chiesa, tanto per confondere le cose). Se invece accetta l'autorità della Chiesa, nel momento in cui si ravvisasse una forma di sincretismo, per la Chiesa sarebbe in errore.

    Ah questo è giusto. Sono d’accordo.
     
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    CITAZIONE (Davide S. C. @ 11/2/2023, 14:35) 
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    Poi se c'è avversione verso alcune attività dei missionari lo sforzo contro tali cose dovrebbe esserci in modo palese ed in modo feroce, nonché detto anche durante questi eventi.

    Le conferenze non annullano il problema che stanno convertendo l'Est dell'India o il Nepal proponendo loro televisori e lettori DVD e magari una casetta tramite i loro fondi immensi, in modo da allontarli, tramite di fatto una sorta di "corruzione", dalle loro religiosità ancestrali così interessanti da farci qui le conferenze.

    Però l’approccio critico secondo me (giusto quello che hai detto su karma etc…) non andrebbe invece portato ad ambiti che non c’entrano con il relatore stesso. Mi spiego meglio, se io faccio una conferenza sulla compassione buddhista e qualcuno la critica dicendo “eh ma i buddhisti fanno strage di musulmani”, la critica è fuori luogo. Sarebbe opportuna se fossi io, il relatore, a fare tale strage.
    Insomma le scelte politiche del Vaticano sono per l’appunto politiche, e bisognerebbe vedere fino a che punto questo teologo le sposi…

    Altrimenti con questi criteri nessuna, ma davvero nessuna, proposta religiosa o filosofica potrebbe mai essere accettata.
    Parlo del tantra?…”e guarda cosa fanno ai loro adepti i guru sessuomani!”
    Parlo di buddhismo? “Bei buddhisti quei violenti là!”
    Parlo di Cristianesimo? “E l’inquisizione?”
    ….

    Ma infatti secondo me è sbagliato tutto, i contenuti come hai detto anche tu (riferendoti al mio discorso ad esempio sul karma e problemi veri del "dialogo" interreligioso) e il modo. La Chiesa qui in Occidente è accogliente ed ecumenica, rispetta tutti, vuole bene a tutti e fa mille conferenze all'anno di questo tipo. Poi nello stesso momento va avanti con una massiccia attività di conversione (che implica un abbandono della religione ancestrale ritenuta diversa e meno "vera" della tua sennò non faresti conversioni ma dialogheresti), ed è attivissima nella distruzione di ogni tipo di religiosità extracristiana. Tant'è che se vado ad informarmi sui culti sciamanici del Nagaland mi trovo persone che visivamente sembrano appartenere a contesti "sciamanici" ma in realtà sono "Christians" (sigh), con percentuali assurde che mi chiedo come fanno ad esserci nelle giungle ai piedi dell'Himalaya che sono remotissime :D

    Poi non mi risulta che le altre religioni in questione nei vari Paesi d'origine organizzino molte conferenze e siano così attive in giro per il mondo ad evangelizzare. Non trovi missionari shivaiti nelle valli di Sondrio, mentre trovi quelli cattolici e protestanti nel Nagaland :D

    Per me il dialogo interreligioso è spesso ipocrita e sbagliato quando esce dai confini del rispetto reciproco e da altre cose basiche. Poi giusta l'affermazione di Swami che si allaccia anche al problema dei temi veri che dicevo prima. La Chiesa Cattolica ha una gerarchia, ha dei dogmi non può accogliere l'altro altrimenti rischia il sincretismo e rischia di fuoriuscire dai dogmi. Quelle sono tutte iniziative politiche e diplomatiche, per far vedere che la Chiesa dialoga, è aperta, è ecumenica, sostiene gli ultimi ecc. tutte ben organizzate in contesti accademici cattolici importanti...

    Edited by Parvatah - 11/2/2023, 15:19
     
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  6. Davide S. C.
     
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    In effetti questa evangelizzazione forzata stona molto, hai ragione
     
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    Se vogliamo parlare del Nepal, ed in generale di molte recenti attività missionarie in Asia, ma anche in Sud America, non è tanto la chiesa cattolica, ma sono i movimenti carismatici e pentecostali cristiani, di origine spesso nord americana.

    Questi ultimi sono i movimenti cristiani con la più rapida crescita. D’altronde il vantaggio dei cristiani e dei musulmani è una diversa forma mentis, centrata sul proselitismo, e una organizzazione ecclesiastica ed in generale delle strutture organizzative religiose migliore rispetto alle religioni orientali.

    Questo fa sì che, nonostante le difficoltà del cristianesimo in Europa e in Nord America (non per avanzata di altre religioni ma di agnosticismo e ateismo), siamo ancora religioni in espansione.

    Hanno semplicemente un modello organizzativo ed economico migliore ed un obiettivo chiaro (il proselitismo).

    Se coloro che dirigono le religioni orientali non capiranno questa cosa, questo processo non si fermerà e le religioni orientali saranno sempre più minoritarie e confinate rispetto a quelle abramitiche. Purtroppo parlare di “coloro che dirigono le religioni orientali” è già di per se qualcosa di complicato, proprio per lo scarso livello organizzativo delle stesse.

    Si veda ad esempio l’eccezione del buddhismo tibetano, che ha un tipo di organizzazione strutturata, anche se manca dello slancio al proselitismo e di una solida base economica. Pur essendo una religione di nicchia a livello mondiale e confinata in una zona remota e con pochi praticanti (alcuni milioni scarsi), è riuscita ad espandersi percentualmente molto di più di altre religioni orientali. Questo per il semplice fatto di avere una buona base organizzativa.

    Forse dovrebbe spettare ai buddhisti ed induisti occidentali fare il passo ulteriore, trasformare nelle forme organizzative e di vita sociale, queste religioni orientali in religioni occidentalizzate, ovviamente senza snaturare il contenuto, ma con un processo simile agli adattamenti che il buddhismo ha subito in Cina e Giappone per adattarsi a questi luoghi. In questo processo gli occidentali dovrebbero apportare il loro particolare “genio” organizzativo a tali religioni, per renderle effettivamente competitive.
     
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    CITAZIONE (Mjölnir @ 11/2/2023, 17:22) 
    Se vogliamo parlare del Nepal, ed in generale di molte recenti attività missionarie in Asia, ma anche in Sud America, non è tanto la chiesa cattolica, ma sono i movimenti carismatici e pentecostali cristiani, di origine spesso nord americana.

    Questi ultimi sono i movimenti cristiani con la più rapida crescita. D’altronde il vantaggio dei cristiani e dei musulmani è una diversa forma mentis, centrata sul proselitismo, e una organizzazione ecclesiastica ed in generale delle strutture organizzative religiose migliore rispetto alle religioni orientali.

    Questo fa sì che, nonostante le difficoltà del cristianesimo in Europa e in Nord America (non per avanzata di altre religioni ma di agnosticismo e ateismo), siamo ancora religioni in espansione.

    Hanno semplicemente un modello organizzativo ed economico migliore ed un obiettivo chiaro (il proselitismo).

    Se coloro che dirigono le religioni orientali non capiranno questa cosa, questo processo non si fermerà e le religioni orientali saranno sempre più minoritarie e confinate rispetto a quelle abramitiche. Purtroppo parlare di “coloro che dirigono le religioni orientali” è già di per se qualcosa di complicato, proprio per lo scarso livello organizzativo delle stesse.

    Si veda ad esempio l’eccezione del buddhismo tibetano, che ha un tipo di organizzazione strutturata, anche se manca dello slancio al proselitismo e di una solida base economica. Pur essendo una religione di nicchia a livello mondiale e confinata in una zona remota e con pochi praticanti (alcuni milioni scarsi), è riuscita ad espandersi percentualmente molto di più di altre religioni orientali. Questo per il semplice fatto di avere una buona base organizzativa.

    Forse dovrebbe spettare ai buddhisti ed induisti occidentali fare il passo ulteriore, trasformare nelle forme organizzative e di vita sociale, queste religioni orientali in religioni occidentalizzate, ovviamente senza snaturare il contenuto, ma con un processo simile agli adattamenti che il buddhismo ha subito in Cina e Giappone per adattarsi a questi luoghi. In questo processo gli occidentali dovrebbero apportare il loro particolare “genio” organizzativo a tali religioni, per renderle effettivamente competitive.

    Certo, conosco l'espansione del protestantesimo. Nelle zone da me citate c'è un bel mix, a volte i missionari sono protestanti a volte cattolici.

    Concordo con il discorso dell'adattamento occidentale, ti dirò di più: è inevitabile col passare del tempo. È praticamente sempre successo con ogni religione storica quando è passata da qualche altra parte geografica rispetto al luogo d'origine.

    Parlando del livello organizzativo generale... non a caso qui esiste l'Unione buddhista italiana e anche l'Unione induista italiana, che per quanto religioni "minori" sono attive già da un po' e curano gli interessi di queste comunità religiose
     
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    Unione Buddhista e Unione Induista fanno qualcosa, ma sono una specie di federazione di templi e maestri, ognuno sostanzialmente indipendente, in base a quella che è una tipica forma mentis organizzativa delle religioni orientali. Il tutto condito da insegnamenti e pratiche anche abbastanza diversi che tendono a creare comunità distinte tra loro, mentre la forza di cristianesimo e Islam è la loro omogeneità e replicabilità.

    Io parlo di una organizzazione strutturata come quelle cristiane, comunque è già un passo quello che si è creato in Italia e in Occidente. Per ora manca la massa critica, si vedrà nei prossimi decenni se queste religioni riusciranno a radicarsi stabilmente o se rimarranno delle piccole realtà di nicchia. E peraltro, in un modo globalizzato, religioni che non riusciranno a globalizzarsi tenderanno a sparire. Siamo di fronte ad un periodo di grandi cambiamenti, ci sarà selezione naturale (o meglio sociale ed antropologica) e tra un secolo o due, molto del nostro mondo sarà passato, come è passata l’era antica o il medio evo, ed entreremo in una nuova fase storica è quello che viviamo ora sarà un periodo storico passato.
    Quando passa un periodo storico non si intende solo il tempo che scorre, ma una cesura culturale per cui ciò che vi era prima non è più perfettamente comprensibile al presente, e il presente è basato su strutture di pensiero e sociali nuove che non sono più diretta emanazione di quelle passate.

    Ci sarà selezione, vedremo se le religioni orientali la supereranno.
     
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    Shankar Kulanath

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    A puntare sul proselitismo sono gli Hare Krishna, che infatti hanno avuto una grande diffusione tra gli occidentali per quel che riguarda l'Induismo. Proprio poche ore fa, ad esempio, ho visto un gruppo di Hare Krishna che proselitizzava per le strade della città cantando il Mahamantra.

    A questa diffusione però non è seguita una stabilizzazione dei proseliti, per il loro approccio esclusivista e la loro rigidità che porta poi molti ad abbandonarli dopo.

    Se tutti gli induisti facessero come gli Hare Krishna avrebbe uno sviluppo molto rapido, anche se probabilmente ci sarebbe in incremento di quantità andando a capito della qualità dei praticanti.
     
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    CITAZIONE (**Destiny** @ 11/2/2023, 20:16) 
    A puntare sul proselitismo sono gli Hare Krishna, che infatti hanno avuto una grande diffusione tra gli occidentali per quel che riguarda l'Induismo. Proprio poche ore fa, ad esempio, ho visto un gruppo di Hare Krishna che proselitizzava per le strade della città cantando il Mahamantra.

    A questa diffusione però non è seguita una stabilizzazione dei proseliti, per il loro approccio esclusivista e la loro rigidità che porta poi molti ad abbandonarli dopo.

    Se tutti gli induisti facessero come gli Hare Krishna avrebbe uno sviluppo molto rapido, anche se probabilmente ci sarebbe in incremento di quantità andando a capito della qualità dei praticanti.

    Invece volevo capire perchè l'aspetto e l'approccio esoterico e non essoterico del tuo percorso???
     
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    Shankar Kulanath

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    CITAZIONE (Ohm2017 @ 11/2/2023, 20:24) 
    CITAZIONE (**Destiny** @ 11/2/2023, 20:16) 
    A puntare sul proselitismo sono gli Hare Krishna, che infatti hanno avuto una grande diffusione tra gli occidentali per quel che riguarda l'Induismo. Proprio poche ore fa, ad esempio, ho visto un gruppo di Hare Krishna che proselitizzava per le strade della città cantando il Mahamantra.

    A questa diffusione però non è seguita una stabilizzazione dei proseliti, per il loro approccio esclusivista e la loro rigidità che porta poi molti ad abbandonarli dopo.

    Se tutti gli induisti facessero come gli Hare Krishna avrebbe uno sviluppo molto rapido, anche se probabilmente ci sarebbe in incremento di quantità andando a capito della qualità dei praticanti.

    Invece volevo capire perchè l'aspetto e l'approccio esoterico e non essoterico del tuo percorso???

    Non ho capito la domanda che mi hai fatto
     
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    CITAZIONE (**Destiny** @ 13/2/2023, 11:03) 
    CITAZIONE (Ohm2017 @ 11/2/2023, 20:24) 
    Invece volevo capire perchè l'aspetto e l'approccio esoterico e non essoterico del tuo percorso???

    Non ho capito la domanda che mi hai fatto

    Cito in riferimento della domanda fatta in precedenza:
    TANTRISMO

    Con “tantrismo” si è soliti fare riferimento a un sistema esoterico speculativo, ritualistico, di ascesi e simbologia spirituale molto complesso. Le origini sono antiche; alcuni ne rintracciano richiami nella Civiltà Vallinda. Tuttavia è tra il V e il VI secolo d.C. che il tantrismo si pone come vera e propria rivoluzione della società indiana. Tantra letteralmente significa “telaio” sui cui è intessuta la tela di testi e pratiche della dottrina che si definisce anche agama “ciò che è giunto” dalla tradizione vedica della shruti come sua esperienza diretta (nigama). Il tantrismo riconosce perciò una continuità con il Veda. Al pari della bhakti, il tantrismo accetta un rapporto intimo e devozionale con il Divino anche se in forme diverse. Alla figura di Shiva sono associati i 28 Agama; alla Shakti, l’espressione femminile di Dio, i testi Shakta; a Vishnu testi definiti Samhita. Un aspetto centrale del tantrismo è la relazione imprescindibile tra Maestro e discepolo e la trasmissione segreta del sapere attraverso il rituale di iniziazione (diksha). Il tantrismo è spesso definito un sistema antinomistico. Assume come strumenti evolutivi: la scienza della potenza sonica e vibratoria (mantra), l’ausilio meditativo con i diagrammi mistici (yantra) e dei testi (tantra). Il tantrismo mette molto l’accento sulla corrispondenza delle energie e delle forze che agiscono sia nel micro sia nel macrocosmo, approfondendo la pratica dello yoga in particolare finalizzato al risveglio dell’energia Divina latente in ognuno, Kundalini. Nel tantrismo è importante anche l’aspetto ritualistico e il tempio; la maggior parte dei rituali odierni, sia puja sia yajna, sono di matrice tantrica.

    www.induismo.it/enciclopedia-induismo/tantrismo/
     
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    Shankar Kulanath

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    So cos'è il Tantrismo, ma non ho capito proprio la tua domanda in relazione al mio approccio allo stesso. Potresti riformularla?
     
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    CITAZIONE (**Destiny** @ 13/2/2023, 15:59) 
    So cos'è il Tantrismo, ma non ho capito proprio la tua domanda in relazione al mio approccio allo stesso. Potresti riformularla?

    L' aspetto esoterico sembra essere un elemento cardine intorno a cui ruota il tuo approccio "spirituale". Ero interessato a capire a cosa serve questo aspetto nella pratica del Tantrismo Hindu
     
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