Il non sé buddhista spiegato da Robert Wright

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Ruhan
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    7,616
    Location
    Vengo dal profondo Nord-Ovest

    Status
    Anonymous
    Grazie a tutti. :)

    CITAZIONE (swami chandraramabubu sfigananda @ 16/10/2023, 08:52) 
    Anche se non sono nessuno per dirlo a ragion veduta, l'ho trovata un'esposizione originale e molto adatta a una mentalità di civiltà europea che non tradisce minimamente il tema. Gli indiani hanno il solito esempio della corda che sembra un serpente ma in India di serpentelli ce ne sono tanti, da noi molti di meno. Invece di nuvole se ne vedono di più, soprattutto ora che con la rete ci passano sotto gli occhi tantissime immagini.

    Ecco. Quello che mi convince poco del classico esempio del serpente è che mette troppo l'accento sul carattere illusorio in senso puramente negativo (una illusione inutile e dannosa).

    Invece, il sentire la singolarità, il vedere "cose" e indicarle — come sappiamo — pur se finto, convenzionale, basato sui nostri bisogni di orientarci in un gomitolo complesso, scorgendo qualche provvisoria relazione etc. è utile. Il problema è che (per motivi evolutivi) ci è anche utile crederci come se non fosse una nostra operazione, ma qualcosa di ontologicamente consistente. È qui che nasce il tarlo.

    Un altro motivo per il quale ho preferito l'esempio delle nuvole è che la corda è una cosa singola che viene scambiata per altro. Invece, le nuvole sono un mucchio compatto e informe da cui è possibile isolare alcune forme a piacimento, astraendole dal resto delle nubi. Ed è molto più simile a ciò che facciamo, ad esempio, isolando (ponendo la nostra attenzione) una montagna dal resto del paesaggio, ma — in genere — in ogni nostro atto di individuazione, quando astraiamo "pezzetti" di realtà dal resto della realtà e poniamo la nostra attenzione su di essi.
     
    .
34 replies since 11/10/2023, 09:29   653 views
  Share  
.