Vuoto

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    Si, come dice swami non ho specificato che non sono buddhista e non conosco il buddhismo in tutti i suoi aspetti, mi concentro solamente sulle quattro nobili verità e sull'ottuplice sentiero.
     
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    Sempre un Cane Randagio

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    CITAZIONE (swami chandraramabubu sfigananda @ 30/10/2023, 17:46) 
    Curioso che tutti i contributi al topic arrivino da non buddhisti interessati a tutt'altre tradizioni che vanno in direzione opposta al Buddhismo (compreso me ma solo limitatamente al non essere buddhista). Forse mi devo domandare perché i tanti lurkatori che conoscono questa tradizione non intervengono più se mai lo hanno fatto.

    è che non hanno un' opinione 😂😂😂
     
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    alberto_57

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    CITAZIONE (Lele Arikado @ 30/10/2023, 15:28)
    Quando esco per andare a fare una qualunque cosa,tra le persone non vedo altro che alienazione e violenza.

    E' una sensazione che anch'io provo... però a volte mi rendo anche conto di essere io stesso parte di quell'umanità alienata e violenta (e quindi di essere visto/giudicato come tale da chi incontro).

    Se sei interessato agli insegnamenti del Buddha come registrati nel canone Pali ti consiglio "L'abhidhamma nella vita quotidiana":
    www.dhammahome.com/book_en/topic/29
     
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    QUOTE (Lele Arikado @ 30/10/2023, 15:28) 
    Quel vuoto mi fa soffrire, è una morsa alla gola che mi toglie le forze e il respiro.
    Quando esco per andare a fare una qualunque cosa,tra le persone non vedo altro che alienazione e violenza.
    Come si fa a trovare la pace in questo stato...

    secondo me cercando in primo luogo, pur con tutti i nostri limiti, e senza far del male intenzionalmente a nessuno (anche se, e in un certo senso inevitabilmente, si creeranno delle condizioni, ponendo inevitabili semi che daranno luogo inesorabilmente ai loro frutti) di conseguire qualche personale e soggettiva aspirazione ritenuta rilevante (che non e' per altro semplice. ne l'equilibrio, ne il percorso necessari. e' abbastanza una guerra. c'e' da camminare soli con se stessi e la storia si fa decisamente lunga e abbastanza perigliosa) creando una 'narrazione', una 'favola' o una 'descrizione' del tutto personale che intrattenga in modo piacevole chi ascolta a partire in primis e sopratutto dalla voce narrante cioe' noi stessi

    cosi' facendo, forse, il bicchiere si riempie di quel liquore che gli psicologi chiamano 'autostima' che e' molto semplicemente una forma del tutto elementare di accettazione di noi stessi e della nostra considerazione circa la nostra "efficacia nel 'mondo", nella "realta' quotidiana".

    sembra che per gli esseri umani sia importante a prescindere dalla razza (ammesso che esista un cosa assurda come le razze. il sangue e' rosso per tutti :lol: ) e dalla religione ovvero le credenze che si esauriscono dalla sera alla mattina

    un primo passo. e si fa ovviamente per dire :D

    il vaso pero', nella sua pienezza o nella sua vuotezza, e' si importante, perche' nella nostra testa indubbiamente emancipa. ma, secondo me, purtroppo non risolve. e' utile in un certo senso solo per astrarre e riflettere

    a mio avviso, e senza una esatta soluzione di continuita' temporale che e' del tutto soggettiva, osservando, penso che la stessa 'alienazione e violenza' che descrivi nel post, e' parte di un processo di differenziazione basato sulla discriminazione che dipende da assunti personali circa le nostre individuali e preconfezionate priorita' disattese

    per dirla piu' semplice. piu 'papale, papale', passare alla fase operativa e 'andare al dunque' :D (ovviamente e' solo un umile opinione personale): sposta, per quanto puoi, la lente d'ingrandimento

    tutto quello che c'e' oggi e' solamente un cross dall'ala. solamente questo cross. sei entrato da 2 minuti in sostituzione. sta arrivando la palla verso di te. ma ti devi coordinare per fare una rovesciata perche' purtroppo stai di spalle alla porta e ci sono avversari che cercheranno di interferire. devi buttare la palla in rete. l'arbitro fischiera' la fine della parita in 1 minuto. e le squadre sono sullo 0 a 0

    questo e' (a mio avviso) il framework mentale
     
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    Come ti hanno già spiegato ci sono diverse tradizioni buddhiste. Io seguo la tradizione zen soto shu e il libro che ti consiglierei è Shobogenzo Zuimonki di Eihei Dogen. Possibilmente nell'edizione Bompiani a cura di Aldo Tollini e Anna Maria Shinnyo Marradi.
     
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    Curioso che tutti i contributi al topic arrivino da non buddhisti interessati a tutt'altre tradizioni che vanno in direzione opposta al Buddhismo (compreso me ma solo limitatamente al non essere buddhista). Forse mi devo domandare perché i tanti lurkatori che conoscono questa tradizione non intervengono più se mai lo hanno fatto.

    Mi sento chiamato in causa, non per il lurkatore (il lurker per me è un unità di starcraft), anche se non affermerei mai di essere buddhista, sono solo un umile praticante degli insegnamenti di Buddha (così facendo le persone si incuriosiscono sulla pratica e non sull’essere, sono pazzo scusatemi); comunque tornando al nocciolo della questione, posso dire che la pratica della respirazione consapevole è la Via.
    Per sentire il vuoto, probabilmente (non ti conosco, quindi posso sbagliarmi) non percepisci l’immensità racchiusa in un singolo respiro.
    Il vuoto che percepisco è un vuoto pieno e non il nulla, l’immenso si svela in ogni attimo, in ogni respiro, infatti adesso capisco appieno cosa ha portato Ungaretti a scrivere quei singoli versi intrisi di verità, un singolo attimo di consapevolezza.
    L’immenso è quello che è, tu non hai una parte dell’immenso in te, ne fai parte pienamente, pur non essendo consapevole di questo non cambia le cose. Per quante parole io possa utilizza non è possibile trasmettere l’esperienza diretta (scusami), ma posso dirti con certezza che, nonostante sia una pratica semplice (a prima vista), non è banale, anzi credo che sia completa in ogni aspetto pratico.
    Buona serata!
     
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    Lemure archivista ex fiancheggiatore del Dharma

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    QUOTE (Denomico @ 11/1/2023, 05:51 PM) 
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    Curioso che tutti i contributi al topic arrivino da non buddhisti interessati a tutt'altre tradizioni che vanno in direzione opposta al Buddhismo (compreso me ma solo limitatamente al non essere buddhista). Forse mi devo domandare perché i tanti lurkatori che conoscono questa tradizione non intervengono più se mai lo hanno fatto.

    Mi sento chiamato in causa, non per il lurkatore (il lurker per me è un unità di starcraft), anche se non affermerei mai di essere buddhista,

    Non pensavo a te; dicevo invece di non io, cane randagio e me in ordine sparso. Tutti e tre abbiamo dato i nostri suggerimenti di approccio. Se lo hai fatto anche tu prima che scrivessi io ti assicuro che non ci ho fatto caso.

    Ho provato a fare in tagboard un conto dei miei, da "vil meccanico", in base al quale il forum dovrebbe essere frequentato da almeno 300 utenti. Avevo preso numeri molto prudenziali ma riduciamolo ancora di un fattore 3. Ci saranno cento persone con una conoscenza del Dharma a livello basic (al di sotto del quale mi metto io, sottolineo che non sto certo fissando l'asticella della sufficienza) che usano Internet? Direi di sì. Perché siamo sempre in meno di 10 a postare? In realtà considerando un 4-5% di adepti sulla popolazione italiana siamo almeno a oltre il migliaio. Come sopra - quanto a pertinenza intendo - non consideriamo quella parte dei praticanti che sui gruppi FB non fanno che scrivere ommanipadmehum a ogni citazione condita da fiori di loto e altre cose che onestamente capisco veramente poco e il cui "focus" è in qualche misura diverso da quello che credo volesse dire il Buddha. Ma almeno 30-50 utenti attivi qui sopra dovrebbero esserci.

    Giorni fa sono passato per Pomaia (intendo l'ILTK, non Pomaia paese che sta poco dopo); ormai è praticamente una cittadina e ovviamente ne sono stra-contento. E' davvero possibile che al di là degli ommmani di cui sopra in tutta Italia ci siano meno di 10 persone? E questo anche al netto della storia passata del forum che a questo punto temo gli abbia assestato un colpo da cui non riesce a riprendersi.

    Ecco, al momento in cui ho scritto il mio post i suggerimenti sono arrivati da due utenti con una forma mentis molto più vicina all'Induismo che al Buddhismo e uno che per vicissitudini di vita non sopporta niente di di lontanamente assimilabile a "siate pazienti" o "compassione" che è uno dei cardini persino del Theravada, il Buddhismo se vogliamo più centrato di tutti sull'emancipazione individuale, e si sente con un piede in mezzo del tutto fuori dal mainstream.

    Che pensare? Non so. Dato che non mi sento certo il campione (nel senso antico) del Dharma teoricamente non dovrebbe fregarmente niente ma la perplessità mi è sorta, ammetto. Ma solo a livello antropologico, non riesco a capire cosa è il Buddhismo italiano; per quanto l'Italia sia il terreno di gran lunga più sfavorevole di tutti i paesi di civiltà europea una manciata di utenti su 60 milioni di individui non me la so spiegare.
     
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    Grande swami! In verità il tuo commento mi ha spronato a dare un piccolo contributo, per questo l’ho estrapolato. Hai agito da vero Buddha, almeno dalla mia prospettiva pazzerella.
     
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    Sull’ultima parte si dovrebbe aprire un topic a parte. Considera che il buddhismo in Italia, silenziosamente e lentamente, sta mettendo radici in un terreno aspro, e credo che i frutti che verranno saranno migliori di quanto possiamo immaginare (lo so, l’ho sparata grossa). La pazienza in questi casi è d’obbligo.
     
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