Sull'esistenza o meno degli Dèi.

E sul loro grado di esistenza

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  1. Ruhan
     
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    CITAZIONE (Ptaah @ 6/4/2024, 08:42) 
    CITAZIONE (Ruhan @ 6/4/2024, 08:35) 
    Resta il fatto che il buddhismo (di ogni tradizione e setta) ha premesse che si pongono direttamente in contrasto con quelle delle tradizioni hinduiste. E questo fin dalle origini.
    Non ha alcun senso rimandare un buddhista ad un insieme di tradizioni che, dal punto di vista dottrinale e filosofico, NON è buddhista. Non più di quanto non abbia senso rimandare un musulmano al cristianesimo, solo in base alla maggiore antichità di quest'ultimo.

    Qui dovrebbe partire la classica e sempreverde discussione sul rapporto che intercorre tra Atman, Brahman, Anatman, Natura di Buddha, e Dharmakaya XD Ma non ne so ancora abbastanza.

    In particolare a me piacerebbe leggere i sutra dove si parla di Anatman, dharmakaya e Natura di Buddha, e capire quanto questi concetti siano stati insegnati dal Buddha e quanto invece dalla elaborazione monastica posteriroe, in particolare per l'anatman, che sospetto fortemente essere stato manipolato dai monaci in seguito (è solo una mia ipotesi, non ne ho ancora conferma).

    Dal momento che la dottrina riguardante "anatta" compare già nel Canone Pali e dato che si tratta di una dottrina fortemente polemica nei confronti delle altre dottrine indiane del periodo che affermavano (in vari modi) l'esistenza di un qualche tipo di "sé" immutabile in senso classico, risulta altamente improbabile che il Buddha storico abbia insegnato l'esatto contrario. Dovremmo, perlomeno, avere attestazione documentale di una qualche spaccatura interna ai seguaci buddhisti, con un gruppo rimasto fedele a delle supposte "origini" filo-atman e un secondo gruppo di "eretici" filo-anatman. Cosa che non risulta da nessun documento in nostro possesso, rendendo altamente improbabile l'ipotesi di una invenzione o manipolazione successiva, a carico di redattori o monaci. Anche volessimo pensare ad un grande complotto, in cui i monaci eretici avrebbero scritto cose, senza minimamente nominare (polemicamente) i propri antichi compagni, risulta molto strano che non vi sia alcuna traccia che ce lo mostri. Questo tipo di operazioni lasciano tracce, perché quelli che rimangono fedeli alle vecchie dottrine, di norma, producono materiale polemico. Materiale che dovrebbe esserci arrivato, se la tua ipotesi fosse vera.

    Anche le ricerche storiche più avventurose (quelle che negano l'esistenza di un qualsivoglia reale Buddha storico) parlano del buddhismo come un fenomeno dottrinale nato in polemica con il jainismo (in particolare) e con le altre tradizioni del periodo.

    Pure ipotizzando (come hanno fatto alcuni, ad esempio Gombrich) che la dottrina Pudgalavada sia più simile alla dottrina originaria dei primissimi seguaci del Buddha storico e che la sistematizzazione successiva della dottrina "anatman" sia una radicalizzazione in senso riduzionista, rimane il fatto che anche la dottrina Pudgalavada ha un concetto di "sé" o "persona" che entra in polemica con la dottrina del "sé" come natura immutabile presente nella maggioranza delle tradizioni hinduiste.

    Qui il problema non sta in differenze abissali, ma in differenze sottili, e tuttavia fondamentali, che rendono assurdo consigliare ad un buddhista (ieri e oggi) di diventare hinduista o jainista. Si tratta di cose diverse, con premesse che contrastano tra loro, e che attraggono soggetti diversi, con interessi filosofici e religiosi diversi.

    Edited by Ruhan - 6/4/2024, 10:11
     
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