Karmapa: l'incarnazione dell'attività di tutti i Buddha

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  1. **Destiny**
     
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    Shankar Kulanath

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    Il numero degli esseri sparsi per l’universo è incalcolabile; sebbene ciascuno di essi abbia la natura di Buddha, pochi hanno raggiunto lo stato risvegliato del Buddha. Quelli che lo raggiungono sono considerati più preziosi di ogni immaginabile perfezione. La linea dei grandi Lama reincarnati conosciuti come "Karmapa", o "Lama dal Cappello Nero" è quella dei detentori del lignaggio dei profondi insegnamenti sull’illuminazione che iniziarono con la piena realizzazione del grande Mahasiddha Tilopa. Questa scuola, fondata da Marpa, è conosciuta oggi come il Lignaggio Karma Kagyu e prende nome dallo stesso Karmapa. Karmapa significa "colui che rappresenta l’attività di un Buddha". La più grande intuizione meditativa trasmessa attraverso questo lignaggio è denominata "Mahamudra" o "Il Grande Sigillo". Il Karmapa è conosciuto come "colui che conosce i tre tempi" (passato, presente e futuro), ed è noto come "Il Re degli Yogi del Tibet". Egli è anche stato il primo Lama a reincarnarsi consapevolmente in successive rinascite, da cui inizia la tradizione dei "tulku". Egli preannuncia sempre la sua rinascita e spesso lascia dettagliate informazioni ai suoi discepoli più vicini su come trovare la sua successiva incarnazione.


    L’attività del Karmapa è iniziata da così tanto tempo che la sua illuminazione è avvenuta in quella che è considerata un’era cosmica completamente diversa dalla nostra. Quando nacque come figlio più giovane di un re di nome Yulko Chong, il futuro Karmapa passò la vita meditando in solitudine. Divenne noto come Drangsong (Rishi) Koenpo Chen. Si dice che il suo profondo samadhi in meditazione si sia protratto per anni e anni. Tale fu il potere generato da questa meditazione che le dakini (danzatrici celesti), detentrici della saggezza femminile negli insegnamenti del Buddhismo tantrico, al fine di rendergli omaggio, presero ciascuna uno dei propri capelli e formarono una corona nera pentagonale che posero sul suo capo. Questa corona di saggezza è a tutt’oggi inseparabile da ciascuna delle incarnazioni del Karmapa e può essere vista occasionalmente da coloro che hanno raggiunto una profonda consapevolezza. Il Karmapa passò molte vite in India come yogi prima di essere riconosciuto apertamente come il ‘Karmapa’. Egli fu uno dei più stretti discepoli del Buddha storico Sakyamuni ed era conosciuto a quel tempo come Avalokitesvara o Chenrezig (il Bodhisattwa dela compassione). In un’altra vita egli fu il "Grande Brahmino" Mahasiddha chiamato Saraha. La venuta dei Karmapa fu profetizzata dal Buddha Sakyamuni nel Samadhirajasutra. Fu detto che 1600 anni dopo la scomparsa del Buddha sarebbe nato un uomo di grande levatura spirituale e di infinita compassione. Egli avrebbe diffuso il Dharma del Buddha attraverso molte incarnazioni successive e sarebbe stato conosciuto come Karmapa o "Uomo del Karma". Anche il grande Guru Rinpoche (Padmasambhava), che per primo diffuse il Buddhismo nel Tibet, predisse la venuta del Karmapa. Poi Marpa aiutò a far nascere la "seconda diffusione" degli insegnanti buddhisti nel Tibet; a lui successe il grande yogi Milarepa e a questo Gampopa.


    Il principale discepolo di Gampopa fu il primo Karmapa, Dusum Khyenpa. Egli trascorse una buona parte della sua vita in meditazione in ritiri fra le montagne. Durante un ritiro di nove mesi egli indossò solo l’abito tradizionale di cotone di un "Repa" e sviluppò la siddhi del calore interno (Tummo) mentre digiunava e meditava. Durante un periodo di parecchi mesi egli meditò in una capanna così piccola che poteva starci dentro solo nella posizione di meditazione. Dopo aver rapidamente raggiunto uno stato di piena realizzazione, il suo insegnante Gampopa lo riconobbe come il Karmapa che il Buddha aveva predetto. Seguendo le istruzioni del suo insegnante, Dusum Kyempa viaggiò per tutto il Tibet insegnando. Passò tre estati e tre inverni su una roccia in un luogo denominato Yabzong e qui ottenne il potere di passare attraverso rocce solide e montagne. Si dice che le dakini vennero a nutrirlo in un luogo chiamato "bianco macigno piatto", una delle sedi del Guru Padmasambhava. Il Karmapa costruì molti monasteri in questo periodo. Nel suo 56° anno (1165) egli costruì il grande monastero di Kampo Nesnang. Questo luogo è noto per l’enorme roccia sulla quale la lettera tibetana "ka" appare spontaneamente ogni qualvolta un nuovo Karmapa si incarna in questo mondo. Questa lettera apparve negli ultimi anni di Dusum Kyenpa. Egli proclamò che ci sarebbero stati molti futuri Karmapa. Dopo aver distribuito tutti i beni accumulati il Karmapa trapassò nel 1193 all’età di 84 anni. Molte reliquie di buon auspicio furono recuperate dalla sua pira funebre.

    Il secondo Karmapa Karma Pakshi (1204-1283) fu il primo Tulku (maestro reincarnato) riconosciuto. Come la maggior parte dei Karmapa fanno, Dusum Kyenpa aveva lasciato a un gruppo di suoi studenti precise istruzioni verbali che spiegavano in dettaglio le circostanze del ritrovamento e del riconoscimento della sua successiva incarnazione.

    La fama di questo Karmapa per i suoi straordinari poteri fu tale da raggiungere la corte imperiale cinese. Lo stesso Kublai Khan rimase totalmente affascinato dal potere spirituale del Karmapa. Sette anni dopo che egli aveva lasciato la corte di Kublai Khan a causa delle lotte politiche interne che vi erano sorte, Kublai Khan tentò di far tornare con la forza il Karmapa presso di lui. Egli mandò 30.000 armati ad arrestarlo. Quando questi giunsero in vista del Karmapa, egli usò un mudra di due dita per paralizzare l’intera armata. Dopo averli lasciati liberi, essi cercarono di afferrarlo e di legarlo. Trovarono che il corpo del Karmapa non aveva consistenza e l’impresa fallì. Al Karmapa fu dato da bere del veleno, ma il suo corpo divenne un flusso di luce accecante. Essi lo spinsero giù da un precipizio, ma egli scivolò in un lago sottostante sul quale semplicemente galleggiò. Gli fu poi appiccato fuoco, ma uscirono getti di acqua dal suo corpo ad estinguere le fiamme. Alla fine Kublai Khan divenne studente del Karmapa e gli tributò ogni onore. Gli imperatori della Cina infatti rimasero fedelissimi studenti del Karmapa fino alla sua decima incarnazione.

    Il terzo Karmapa Ranjung Dorje (1284-1339) fu conosciuto come uno straordinario meditatore e portò nuova comprensione intellettuale e intuizione nella pratica buddhista. Egli inoltre unificò la Mahamudra Kagyu con gli insegnamenti Maha Ati del lignaggio Nyingma. E’ stato predetto che appariranno 1000 Buddha in questo eone: il terzo Karmapa fece la predizione che egli stesso sarebbe stato il sesto di questi Buddha. Questa predizione del conseguimento della Buddhità del Karmapa si ritrova anche negli insegnamenti del Buddha Shakyamuni in un sutra intitolato "l’Eone fortunato". Il Buddha storico Shakyamuni è stato il quarto Buddha e Maitreya sarà il quinto.

    Il quinto Karmapa Teshin Shegpa (1384-1415) fu invitato dall’imperatore della Cina, Yung Lo. Durante i primi 22 giorni della sua visita alla corte imperiale, il Karmapa fece ogni giorno un miracolo. L’imperatore fu così colpito che divenne un devoto meditatore e sviluppò una profonda intuizione. Durante una cerimonia Yung Lo vide la corona nera sospesa sul suo capo, e comprese che questa era una profonda benedizione che indicava il livello della sua consapevolezza spirituale. Col permesso del Karmapa egli fece una copia perfetta di questa corona affinchè tutti potessero ricavare beneficio dalla sua vista. Questa corona era ancora in possesso del XVI Karmapa fino alla sua morte. Attualmente si crede che sia conservata nel monastero di Rumtek nel Sikkim che ora è sorvegliato dall’esercito sikkimese a causa del conflitto interno al lignaggio Kagyu. Si dice che anche questa copia abbia il potere di trasmettere l’illuminazione al solo vederla.


    L’ottavo Karmapa Mikyo Dorje (1507-1554), come la maggior parte dei Karmapa, immediatamente dopo la nascita si alzò e dichiarò:"Io sono il Karmapa, Io sono il Karmapa". All’età di un mese e mezzo egli di nuovo dichiarò:"Emaho, non dubitare di me, perchè io sono il Karmapa". A quattro mesi egli disse a uno dei discepoli della sua precedente incarnazione con precisione quali insegnamenti gli aveva impartito allora. A cinque anni il Lama Sonam Rinchen gli chiese chi fosse realmente. Egli rispose:"Qualche volta sono Padmasambhava, qualche volta Saraha e altre volte sono il Karmapa". Come nel caso dell’attuale Karmapa, ci fu al tempo della giovinezza di Mikyo Dorje un altro candidato presentato come il Karmapa. Sottoposto a delle prove per vedere se riconoscesse dei beni che gli erano appartenuti precedentemente, fra un numero enorme di possibilità, il Karmapa scelse immediatamente quelli giusti e così provò la sua identità. Mikyo Dorje era un abile artista, eccellente nella pittura, nella scultura e nella fusione; istituì una scuola di pittura di thanka (rotoli). Ed invero le statue che egli fuse avevano delle strane qualità umane. Una delle sue statue, un autoritratto, attualmente conservata nel monastero di Rumtek, è esposta accanto a un pezzo più piccolo di marmo avanzato dal blocco originario. Questo pezzo in più il Karmapa lo aveva semplicemente schiacciato nella mano e oggi è nella forma perfetta in cui era stato modellato fra le sue dita. Si racconta che una volta, dopo aver forgiato una immagine di se stesso, chiese se essa avesse una buona somiglianza. Si dice che la statua rispose che certamente l’aveva.


    tratto da www.buddhism.it
     
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