Karmapa: l'incarnazione dell'attività di tutti i Buddha

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  1. **Destiny**
     
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    Shankar Kulanath

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    Il Riconoscimento di S.S. il 17esimo Gyalwa Karmapa

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    La ricerca della reincarnazione del XVII Karmapa è stata carica di ostacoli di ogni sorta. Comunque la seguente è la storia di come egli fu trovato, riconosciuto e di come giunse alla libertà dal Tibet. Questo racconto è il più vicino possibile ai fatti conosciuti, anche se alcune informazioni non sono state ancora svelate.

    Immediatamente dopo la morte del XVI Karmapa, Shamar Rinpoche, uno dei principali detentori del lignaggio del Karmapa, d’istinto contattò un elevato Lama Kagyu sulla rinascita del Karmapa. Costui non dette allora alcuna informazione a Shamar Rinpoche. Tuttavia secondo lui questa persona gli veniva in mente costantemente. Più tardi parecchie persone presero contatto con Shamar Rinpoche e anche essi sospettarono che egli possedesse una lettera oppure delle informazioni da parte del XVI Karmapa.

    Nel 1985 Shamar Rinpoche si trovava a Nuova Delhi, in India, per la costruzione del nuovo monastero del Karmapa, l’Istituto Internazionale Buddhista del Karmapa. Egli ricevette la visita di un grande Lama Sakya, Chobgye Tri Rinpoche, che è di Katmandu, nel Nepal. Costui aveva espresso l’urgente necessità di incontrare Shamar Rinpoche e gli dette la seguente informazione: "Poco prima che l’ultimo Karmapa, Ranjung Rigpe Dorje, trapassasse ho fatto un sogno all’alba. Il Karmapa indossava le vesti monastiche e girava intorno allo stupa di Bodhnath, molto fragile ed evanescente nell’aspetto. Nel sogno, mi sentii triste e piansi. Poco dopo il Karmapa trapassò". Egli era venuto a dire a Shamar Rinpoche che proprio pochi giorni prima di venire a Delhi, egli aveva avuto ancora un altro sogno su Sua Santità all’alba: "Sua Santità indossava la veste gialla del dharma e camminava attorno ad uno stupa. Il colore del suo abito era molto chiaro e raggiante. Indossava il cappello di Gampopa ed era molto allegro". A mezzogiorno dello stesso giorno in cui aveva avuto il sogno, Chobgye Tri Rinpoche ricevette la visita di un parente di Lhasa che portava la fotografia di un bambino che era molto ben conosciuto nella zona di Lhasa per aver detto:" Io sono il Karmapa".

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    Questa era la ragione per cui Chobgye Tri Rinpoche era venuto a trovare Shamar Rinpoche a Delhi. Quando egli disse questo, Shamar Rinpoche sentì che doveva tentare di scoprire altro su questo bambino. In quella circostanza Chobgye Tri Rinpoche gli aveva detto: "Non devi prendere una decisione sulla base di ciò che ti ho detto. Naturalmente la decisione deve essere fondata su istruzioni lasciate prima e su visioni ed esperienze di maestri spirituali altamente qualificati. Comunque io ho sentito di dover venire a dirti questo poiché tu sei lo Shamarpa. È noto nella storia della scuola Karma Kagyu del Buddhismo tibetano che i Lama Shamarpa e i Lama Karmapa sono considerati inseparabili".

    Shamar Rinpoche ricevette una fotografia del fanciullo in questione, che aveva circa tre anni. All’inizio del 1987 Shamar Rinpoche chiese a Lopon Tsechu Rinpoche, che è famoso come odierno Mahasiddha, di andare a trovare questo ragazzo senza far sapere a nessuno che glielo aveva chiesto Shamar Rinpoche. Il fanciullo viveva in una zona di Lhasa denominata Bakhor insieme alla sua famiglia. Il padre è un Lama reincarnato riconosciuto del lignaggio Nyingma di nome Mipham Rinpoche. Il figlio di questa famiglia era già ben conosciuto per essere straordinariamente dotato.

    Lopon Tsechu incontrò la famiglia senza che alcuno notasse le sue intenzioni e ritornò a Delhi con informazioni dettagliate. Egli riferì che il padre, Mipham Rinpoche, è in modo evidente la reincarnazione di un grande maestro Nyingma che era stato anche in relazione con la scuola Kagyu del Buddhismo tibetano. Lopon Tsechu Rinpoche scoprì che il padre era in possesso di oggetti di culto e di lettere appartenenti al precedente Mipham Rinpoche. Fra questi oggetti vi era una lettera chiaramente scritta dal suo predecessore che diceva che nella sua successiva incarnazione un figlio, "Rigpe Yeshe Dorje", sarebbe nato da lui. La parte del nome "Rigpe Dorje" può essere collegata all’ultimo Karmapa "Rangjung Rigpe Dorje".

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    Poiché il padre non voleva separarsi dalla lettera, Lopon Tsechu si mise in contatto con un altro Lama che era un amico stretto del padre il quale lo convinse a permettere che la lettera fosse copiata a mano. La lettera originale è ancora in possesso di Mipham Rinpoche e Shamar Rinpoche ha avuto una copia trascritta fedelmente a mano da Lopon Tsechu Rinpoche.

    Shamar Rinpoche decise di tenere per sè le informazioni fin qui acquisite e in effetti mandò una seconda persona per esaminare il bambino. Questa persona ritornò con le stesse informazioni, ma con l’aggiunta di una storia interessante.

    Un giorno il bambino, il cui nome era Tendzin Khyentse, fu condotto da uno stretto amico di Mipham Rinpoche, al Tempio Jokhang a Bakhor, tempio che ha una famosa statua di Buddha. Mentre l’amico portava il giovane figlio di Mipham Rinpoche a far un giro intorno al tempio, egli si accorse che una folla si era radunata, così essi andarono lì, dove un lama, certo di qualche fama, stava dipingendo d’oro la faccia della statua di un Buddha. Gli spettatori avevano detto che questo lama era venuto dall’India. L’amico del padre mise giù il bambino che corse immediatamente dal lama e gli chiese: "Mi riconosci?" Il lama rispose: "No". Il bambino tornò indietro e i due tornarono dai suoi genitori. Quando l’amico del padre raccontò del lama dell’India, la famiglia si incuriosì. Essi fecero delle indagini e trovarono che si trattava di Gyalsap Rinpoche, uno dei reggenti del Karmapa e famoso detentore del lignaggio Kagyu. Essi andarono ad incontrarlo e stavano per portare con loro il figlio, ma il bambino disse loro: "Io non voglio incontrarlo, perchè non ha riconosciuto chi sono". Questa fu la storia riportata dalla seconda persona che Shamar Rinpoche aveva mandato a investigare.

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    Ma una terza persona era stata segretamente inviata dallo Shamarpa a Lhasa per investigare sul bambino. Mipham Rinpoche teneva sempre aperto un alloggio, poiché veniva continuamente consultato per i Mo (predizioni) grazie alle quali egli era piuttosto famoso nella zona. Appena entrato in casa l’investigatore incontrò il bambino che immediatamente disse: "Tu sei venuto a cercare me".

    Sentendo che questo fanciullo poteva essere il vero nuovo Karmapa, Shamar Rinpoche si ritirò in meditazione. Rinpoche riferì che all’alba del settimo giorno di ritiro l’ultimo Karmapa gli apparve in sogno. Sedeva su di un basso sedile e compiva un particolare rito per il bene di coloro che erano morti al fine di liberarli o per coloro che erano gravemente ammalati. Il Karmapa quindi disse a Shamar Rinpoche: "Ho liberato la persona che avevo stabilito di liberare. Ora verrò ovunque tu vorrai".

    Shamar Rinpoche riferì che il giorno successivo fece continui voti alla sua divinità yidam e più tardi ebbe un secondo sogno. In esso Shamar Rinpoche stava consacrando una statua di Buddha. Durante questa cerimonia è uso che il lama getti del riso sull’oggetto che deve essere consacrato, in questo caso la statua del Buddha. I chicchi di riso che lanciava si moltiplicavano e diventavano una pioggia di chicchi che cadeva sulla statua del Buddha. Occorre aggiungere che dietro la statua vi erano altre statue di Buddha e che in mezzo ad esse vi era un’enorme lampada piena fino all’orlo di burro. Al centro di essa, al posto della fiamma, v’era qualcosa che Shamar Rinpoche descrisse come un bulbo di splendente luce bianca.

    Sulla base di questo sogno Shamar Rinpoche decise di visitare lui stesso Lhasa. Appena giunto nel Tibet, fu subito chiaro che era seguito. Fingendo di essere un turista egli visitò un luogo turistico denominato Namtso e subito dopo tornò a Kathmandu. Da qui inviò un collega di cui si fidava, Lama Tsultrim Dawa, a consultare diversi oracoli in vari luoghi sacri, compresa una roccia dalla quale è spontaneamente emersa un’ immagine dell’illuminata divinità Tara. Ogni predizione era la conferma che il fanciullo "Tendzin Khyentse" di Lhasa fosse il Karmapa.

    In base alla decisione di Shamar Rinpoche, Tendzin Khyentse fu riconosciuto come il Karmapa e portato a Nuova Delhi, in India. Ora egli è sottoposto ad una completa formazione spirituale ed accademica con vari insegnanti al KIBI.

    Nel marzo del 1996, l’autore di questo articolo, assieme a molti altri, ha fatto un viaggio in India dove ha incontrato di persona il Karmapa Thaye Dorje. Questo evento si è rivelato un’esperienza di profondo arricchimento per tutti i partecipanti. Il Karmapa, sebbene solo tredicenne, si comportò con grande compostezza e sicurezza. Diversamente da un ragazzo, il Karmapa aveva assunto il suo ruolo di guida in un modo completamente maturo ed adulto. Egli sembrava dar consigli e gestire le relazioni con le persone come se avesse quattro volte la sua età. La sua garbata sicurezza appariva del tutto naturale e senza esitazioni. Si poteva tangibilmente sentire il profondo rispetto attribuitogli dai suoi attendenti e insegnanti. Ogni dubbio sul fatto che fosse o meno il Karmapa venne completamente fugato quando si ricevette la sua benedizione, che impartisce toccando delicatamente la sommità del capo. Il mondo raggiava di gioia e di vivido chiarore per la sua benedizione, la qualità della quale non può essere detta a parole. Il Karmapa ricevette persone sia in gruppo che una alla volta spesso per ore ogni volta: non sembrò mai perdere la dolce e concentrata compostezza che sempre permea la sua presenza.

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    Durante la visita si tenne una cerimonia in onore del Karmapa, per celebrare le sue supreme qualità. Rappresentanze di ogni parte del mondo gli conferirono omaggi degni di un monarca universale. Gli furono date offerte che rappresentano corpo, parola e mente, che egli ricambiò. Egli poi conferì la sua primissima iniziazione, quella di Chenrezig dalle Mille Braccia (il Buddha della Compassione). Ciò formalmente significò l’inizio della sua attività ad ogni livello per il completo beneficio degli esseri di tutto il mondo. Al sedicesimo Karmapa, la cui presenza era stata una montagna di potere, fu chiesto se il diciassettesimo Karmapa sarebbe stato altrettanto potente. Egli ammise implicitamente che la sua successiva incarnazione avrebbe anche avuto una presenza fortemente pacificante poiché il mondo in quel tempo sarebbe diventato piuttosto inquieto.

    Questa storia delle vite dei Karmapa è naturalmente molto sommaria. I coloriti dettagli di tutte le loro vite riempirebbero volumi. I contenuti di questi scritti apparirebbero tanto fantastici da sembrare quasi venire da tempi remoti, oltre l’immaginazione di una persona normalmente e sanamente scettica. Il massiccio campo di potere del Karmapa porta una fantastica benedizione che è tangibile anche oggi per tutti coloro che condividono il suo forte desiderio di recare beneficio agli altri senza eccezioni.

    da www.buddhism.it
     
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