Respirazione del vaso

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  1. Laviadellaspada
     
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    Buongiorno a tutti. Qualcuno mi potrebbe dire in cosa consiste la respirazione del vaso (vaso piccolo e vaso grande)? ho sentito di questa pratica nell' "ambito Namkhai Norbu" ma non ho capito in cosa consiste. Grazie.

    Andrea
     
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  2. Kagyu Dorje
     
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    Per queste cose dovresti prendere istruzioni all-interno del Sangha, o direttamente dal Maestro.

    Non sono pratiche da "fai da te".
     
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    Shankar Kulanath

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    Beh, ma in ogni caso penso che si possa sapere a grandi linee di cose si tratta, o no? Andrea non ha chiesto istruzioni su come farla, ma semplicemente qualche informazione. Vediamo un pò che ci dice DorjePizza :-)
     
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  4. dorjepizza
     
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    CITAZIONE (Laviadellaspada @ 7/12/2008, 14:34)
    Buongiorno a tutti. Qualcuno mi potrebbe dire in cosa consiste la respirazione del vaso (vaso piccolo e vaso grande)? ho sentito di questa pratica nell' "ambito Namkhai Norbu" ma non ho capito in cosa consiste. Grazie.

    Andrea

    Si possono trovare spiegazioni sulla respirazione a vaso su due testi tradotti in Italiano
    Insegnamenti di Yoga Tibetano di Garma Chang (un testo sulla Mahamudra e i sei yoga di naropa) di Ubaldini editore e la beatitudine del fuoco interiore di Lama Yeshe .
    In sostanza si spinge l'aria in basso sotto l'ombellico e si contrae il muscolo delle sfintere anale.
    E' la respirazione di base al Tummo oggetto di quei due libri .In realtà il Tummo è molto più complicato di quanto riportato nei testi summenzionati poichè vi sono tutta una serie pratiche secondarie correlate e di posizioni yogiche da tenere prima di affrontare la pratica vera e prorpia che in realtà si compone di tre differrenti pratiche che sono il Tummo pacifico quello medio e quello feroce . .In occidente al di fuori di coloro che hanno affrontato il ritiro dei tre mesi tre anni e tre giorni nei Kagyu e nei Nyngmapa gli unici ad aver ricevuto e praticato il Tummo completo sono i Bonpo Italiani e Francesi (ma più noi italiani) che hanno invitato Geshe Gelek uno specialista dei Bonpo nel Tummo.
    Anche se non si desidera praticare il Tummo è comunque possibile apprendere abbastanza facilmente la respirazione a vaso .Non è di per se complicata .Ma deve essere insegnata da un Maestro .I Libri infatti tacciono su molti dettagli importanti .
    So che a questo proposito la Comunità Dzogchen organizza dei corsi specifici


    Vostro
    Dorje Pizza :D
     
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  5. Laviadellaspada
     
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    Grazie Dorje Pizza.
    Ero incuriosito da questa pratica che, per come avevo intuito e per come tu mi confermi, utilizza una sorta di respirazione diaframmatica e addominale. Il mio interesse nasce dal fatto che essa costituisce l'unica declinazione nel buddhismo tibetano (quantomeno da me incontrata) delle pratiche volte a potenziare lo "hara", una realtà talmente importante nella cultura spirituale tradizionale giapponese (incluso lo zen), che mi stupivo non trovasse una trattazione (magari con un altro nome) teorica e pratica nel vajrayana tibetano.
    Da quanto mi dici sembra che, in qualche modo, lo "hara" venga a prendere parte in questi esercizi, sebbene non mi pare siano finalizzati esplicitamente al suo potenziamento e alla sua realizzazione quale centro di forza, stabilità e integrazione.

    Andrea
     
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  6. dorjepizza
     
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    CITAZIONE (Laviadellaspada @ 7/12/2008, 18:31)
    Grazie Dorje Pizza.
    Ero incuriosito da questa pratica che, per come avevo intuito e per come tu mi confermi, utilizza una sorta di respirazione diaframmatica e addominale. Il mio interesse nasce dal fatto che essa costituisce l'unica declinazione nel buddhismo tibetano (quantomeno da me incontrata) delle pratiche volte a potenziare lo "hara", una realtà talmente importante nella cultura spirituale tradizionale giapponese (incluso lo zen), che mi stupivo non trovasse una trattazione (magari con un altro nome) teorica e pratica nel vajrayana tibetano.
    Da quanto mi dici sembra che, in qualche modo, lo "hara" venga a prendere parte in questi esercizi, sebbene non mi pare siano finalizzati esplicitamente al suo potenziamento e alla sua realizzazione quale centro di forza, stabilità e integrazione.

    Andrea

    Carissimo Andrea ho pochissime nozioni sull'Hara così se vuoi parlarcene un poco sarebbe utilissimo per tutti.Ad ogni modo si anche per il Buddhismo tibetano il basso addome è di cruciale importanza

    Edited by dorjepizza - 7/12/2008, 19:59
     
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  7. Laviadellaspada
     
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    Scrivo volentieri qualcosa a proposito dello “hara”. Se fosse un argomento qui fuori luogo, lo si può senza problemi spostare in altre parti del forum.

    Lo “hara” è un punto interno al corpo umano, situato quattro dita sotto l’ombelico. Fisiologicamente non credo sia rintracciabile, come non lo sono i nadi, i chakra e gli altri elementi che costituiscono il corpo sottile yogico nelle pratiche degli yoga interni del buddhismo tantrico indo-tibetano, ma ciò non significa che sia inesistente, e la certificazione della sua esistenza si ha nel fatto che lavorare con esso “funziona” (esattamente come “funziona” lavorare con le componenti sottili del corpo yogico).
    Lo “hara” costituisce la sede dell’equilibrio, della stabilità e della forza, in quanto momento di manifestazione della Terra, delle radici, della base, dell’origine, dell’indiviso. Quando la coscienza è centrata sullo “hara”, essa diviene stabile e può allora legittimamente espandersi verso l’alto e vivere senza timori le dinamiche di interrelazione tra soggetto e oggetto, cosa che in assenza di tale radicamento genera l’ipertrofia dell’io, la sua perdita del controllo, il suo irrigidimento, la sua vulnerabilità, la sua solitudine, le sue nevrosi. A mio avviso è interessante come tale visione abbia un parallelismo con la visione della mahamudra e dello dzogchen nella quale condizione affinché la manifestazione dinamica della mente non sia “pericolosa”, e foriera di sofferenza, è la realizzazione della vacuità quale base stabile e immutabile dell’apparire fenomenico.
    Nel Giappone tradizionale, oltre che in chiave di evoluzione esplicitamente spirituale, lo “hara” è importante per qualsiasi attività, la quale risulta così stabile e centrata, e la quale in un certo senso diviene implicitamente una via di evoluzione spirituale. Si dice per esempio: “parlare con hara”, “camminare con hara”, “sedere con hara”, “dipingere con hara”.
    Lo “hara” ha inoltre una grandissima importanza nelle arti marziali ed è tramite esse che in Occidente si è venuti a contatto con questa idea “spiritual-fisico-psico-filosofica”. Chi combatte con lo “hara” esplica un’azione che manifesta inequivocabilmente una potenza di natura affatto diversa rispetto a quella che presiede la forza muscolare, ed è su quest’ultima vincente in quanto la potenza generata tramite lo “hara” proviene della totalità mentre la forza muscolare proviene da un soggetto che si contrappone a un oggetto.

    Un saluto a tutti.

    Andrea
     
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  8. Kagyu Dorje
     
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    CITAZIONE (dorjepizza @ 7/12/2008, 17:18)
    CITAZIONE (Laviadellaspada @ 7/12/2008, 14:34)
    Buongiorno a tutti. Qualcuno mi potrebbe dire in cosa consiste la respirazione del vaso (vaso piccolo e vaso grande)? ho sentito di questa pratica nell' "ambito Namkhai Norbu" ma non ho capito in cosa consiste. Grazie.

    Andrea

    Si possono trovare spiegazioni sulla respirazione a vaso su due testi tradotti in Italiano
    Insegnamenti di Yoga Tibetano di Garma Chang (un testo sulla Mahamudra e i sei yoga di naropa) di Ubaldini editore e la beatitudine del fuoco interiore di Lama Yeshe .
    In sostanza si spinge l'aria in basso sotto l'ombellico e si contrae il muscolo delle sfintere anale.
    E' la respirazione di base al Tummo oggetto di quei due libri .In realtà il Tummo è molto più complicato di quanto riportato nei testi summenzionati poichè vi sono tutta una serie pratiche secondarie correlate e di posizioni yogiche da tenere prima di affrontare la pratica vera e prorpia che in realtà si compone di tre differrenti pratiche che sono il Tummo pacifico quello medio e quello feroce . .In occidente al di fuori di coloro che hanno affrontato il ritiro dei tre mesi tre anni e tre giorni nei Kagyu e nei Nyngmapa gli unici ad aver ricevuto e praticato il Tummo completo sono i Bonpo Italiani e Francesi (ma più noi italiani) che hanno invitato Geshe Gelek uno specialista dei Bonpo nel Tummo.
    Anche se non si desidera praticare il Tummo è comunque possibile apprendere abbastanza facilmente la respirazione a vaso .Non è di per se complicata .Ma deve essere insegnata da un Maestro .I Libri infatti tacciono su molti dettagli importanti .
    So che a questo proposito la Comunità Dzogchen organizza dei corsi specifici


    Vostro
    Dorje Pizza :D

    Lama Ole Nydhal ha la realizzazione completa del Tummo, senza aver fatto il ritiro.
    Giusto per precisare :D
     
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    Shankar Kulanath

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    CITAZIONE
    Lama Ole Nydhal ha la realizzazione completa del Tummo, senza aver fatto il ritiro.

    Questo è da vedere. Da dove hai preso questa informazione?
    Comunque, Lama Ole ha fatto un ritiro di diversi mesi sugli Yoga di Naropa sotto la guida di S.E. Situ Rinpoche
     
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  10. Kagyu Dorje
     
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    La fonte, oltre ad essere interna, é pure un importante Lama Gelupa... fai tu :D (ha detto testualmente "Lama Ole come Milarepa, lui no maglietta!") :D
     
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    Shankar Kulanath

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    Ah sì vero, me lo avevi detto :lol:
     
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  12. giovannimenini
     
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    CITAZIONE (AuspiciousMerit @ 9/12/2008, 11:36)
    CITAZIONE
    Lama Ole Nydhal ha la realizzazione completa del Tummo, senza aver fatto il ritiro.

    Questo è da vedere. Da dove hai preso questa informazione?
    Comunque, Lama Ole ha fatto un ritiro di diversi mesi sugli Yoga di Naropa sotto la guida di S.E. Situ Rinpoche

    quando ?
    non è tutore princiaple del Karmpa II...... :worthy*: :confused*:
     
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    Shankar Kulanath

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    CITAZIONE
    quando ?
    non è tutore princiaple del Karmpa II....

    Si, proprio lui. Avvenne, ovviamente, prima dello scoppio della Karmapa Issue. Lama Ole aveva una connessione molto forte con Situ, e ancora di più con Gyalstap. Fu lui a portare Gyalstap (e lo stesso Tenga Rinpoche) in occidente, e sua moglie Hannah traduceva. Purtroppo però poi è successo quel che è successo. In ogni caso, torniamo in topic :)
     
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  14. Morgoth333
     
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    Il concetto di Hara è simile , se non quasi identico, a quello cinese del Tan Tien. Ritengo pertanto che probabilmente l'idea originale sia cinese in quanto molti aspetti della cultura giapponese sono rielaborazioni delle influenze cinesi.
    Il concetto di tan tien e della energia (qi, scritta anche chi ma pronunciata ci) è fondamentale nelle arti marziali e nel taoismo. Alcune pratiche meditative taoiste hanno proprio come scopo quello di "risvegliare" il tan tien e l'energia ivi contenuta. Queste pratiche prevedono tra l'altro la concentrazione ed il controllo del respiro che deve essere del tipo diaframmatico.

    A mio parere potrebbe trattarsi di un concetto diffuso in antichità presso i popoli orientali visto che a quanto sembra è presente anche in tibet.

    Piccola curiosità, il celebre hara kiri dei giapponesi è una forma di suicidio che prevede un accoltellamento del basso ventre proprio perchè si vuole colpire "hara" centro dell'energia vitale di una persona.
     
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  15. sotapatti
     
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    <<fisiologicamente non credo sia rintracciabile, come non lo sono i nadi, i chakra e gli altri elementi che costituiscono il corpo sottile yogico >>

    Leggevo questo thread.
    Che io sappia i chakra corrispondono a punti fondamentali (organi e delle specie di "snodi") del sistema nervoso.

    Uno per tutti "ipofisi", ad esempio.

    (sotapatti)
     
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31 replies since 7/12/2008, 14:34   4856 views
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