Schola Italica

Amedeo R. Armentano, A. Reghini, G. Parise

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  1. VKK
     
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    "La Scuola Italica non ebbe miti; il suo simbolismo fu il più puro ed astratto possibile, il simbolismo numerico. In essa poche cerimonie, nonostante l'origine italica di questa parola; una dura palestra spirituale, un misticismo sensista, integrale, empirico e trascendente, una visione metafisica eppure sociale; e la serenità luminosa del puro cielo calabrese." (A. Reghini, Del Simbolismo e della Filologia in rapporto alla sapienza metafisica, in Ultra, Agosto 1914)

    Gradirei un vostro parere sulla Schola Italica, di impronta prettamente pitagorica, di Amedeo Rocco Armentano (ARA), proseguita in Italia, dopo l'esilio brasiliano del Maestro, da personalità come Arturo Reghini, Giulio Guerrieri, Giulio Parise e pochi altri.
    Un saluto a tutti.
     
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    Shankar Kulanath

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    Ciao VKK. Il problema è che se ne sa poco riguardo la dimensione operativa di questa scuola, pertanto è difficile dare un parere. Certo è che nel marasma dell'esoterismo nostrano, Armentano e Reghini sembrano per lo meno persone mediamente serie. Dicono che Armentano avesse avuto anche qualche potere psichico. Comunque certo è che se questa scuola si fermava ad una dimensione rituale massonica, per quanto paganeggiante, con quello ci puoi fare molto poco.
    Tra l'altro mi pare che sia una scuola non più attiva, o se lo è è impossibile accedervi. Pertanto non esistono gli estremi per esprimere un giudizio preciso e anche facendolo sarebbe inutile.

    Edited by **Destiny** - 5/10/2012, 02:52
     
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  3. dorje e gabbana
     
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    Fenomeno culturalmente interessante, rispetto al paganesimo di ARA presoeguito dal Reghini, ma che dal punto di vista operativo nonostante gli intenti nobili e la serietà dei personaggi in questione, non ha prodotto alcun fenomeno rilevante in termini ermetici, o effettivamente transumananti, sfociando nel rito filosofico Italiano, ispirato ad antiche geometrie Pitagoriche, ma che venticinque secoli prima nella loro formulazione originale seguivano altri percorsi ed altre operatività, ben diverse dal latomismo di Reghini ed Armentano.

    Nonostante il rispetto per una personalità come Armentano, non basta mettere in loggia massonica i versi aurei di Pitagora per divenire praticanti effettivi della antica via di pitagora. Si sta sempre sotto la cappella del grande eggregore massonico moderno, composto di logge, batterie, prese e segni di passo, e non si praticano gli insegnamenti operativi di pitagora.Nonostante la purezza di intenti gli strumenti poi effettivamente utilizzati erano quelli che erano e cosi' Armentano e Reghini giocavano a fare i pitagorici, come Cagliostro giocava a fare l'egiziano e cosi' come Lebano giocava a fare Mamo Rosar Maro e come De Servis giocava a fare Izar......

    Il latomismo è come il pongo: ci fai pupazzi di ogni foggia e colore, ma sempre pongo rimane e quindi diviene contentenitore di idee che nella prassi operativa niente hanno a che fare col concetto e con la via originale.

    Quindi cosi' come Cagliostro, in onore alla nuova moda egiziana che andava di voga in europa a quel tempo, foggia un rito e si nomina Gran Cofto allo stesso modo Armentano e Reghini sviluppano un rito massonico che si ispira al pensiero Pitagorico. Allo stesso modo si potrebbe inventare un rito massonico pagana basata sul Pantheon Scandinavo. Ma che senso avrebbe se non quello di una ennesima new age massonica speculativa che si illude invece, di essere piu' operativa di un altro rito massonico basato sulla leggenda di Hiram a cui si uniscono simbolismi rosacrocie ecc ecc.?
    Ma nè la massoneria egizia di cagliostro nè il rito massonico filosofico italiano (pitagorico) di Reghini avevano alcun contatto rispettivamente con l'antica iniziatura egizia basata su un Pantheon specifico o con gli insegnamenti operativi di Pitagora, che come ben si sa nei gradi interni non erano ben conosciuti (ma che non erano che riformulazioni di insegnamenti della terra d'egitto dove pitagora era andato ad abbeverarsi per diverso tempo, dopo aver atteso vent'anni davanti le porte del tempio.)

    Per il rito di Misraim e Menphis valgono le stesse osservazioni anche se con sfumaturre diverse.

    L'Opera "Imperialismo Pagano" di Reghini è certamente una delle pietre miliari del neopaganesimo tradizionalista alla quali si sono rifatti tutti i suoi moderni epigoni. Ma il problema alla fine è sempre quello di chiedersi, queste vie di conoscenza antica, dove portano oggi, e soprattutto dove portavano ieri?

    Non tutto cio' che è antico, pagano e tradizionale corrisponde necessariamente ad una Via di Realizzazione effettivamente Transumanante, che conduce dal condizionato all'incondizionato, e dalla schiavitu' dell'heimarmene o fato, alla quale sono soggetti anche gli Dei dell'Olimpo o dell'antico Latium o della magna grecia indistintamente, alla libertà dall'esistenza ciclica e condizionata.

    Edited by dorje e gabbana - 5/10/2012, 03:34
     
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    Shankar Kulanath

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    Non tutto cio' che è antico, pagano e tradizionale corrisponde necessariamente ad una via di Realizzazione transumanante, che conduce dal condizionato all'incondizionato, e dalla schiavitu' dell'heimarmene o fato, alla quale sono soggetti anche gli Dei dell'Olimpo o dell'antico Latium o della amgana grecia indistantamente, alla libertà dall'esistenza condizionata.

    Già, questo è un punto particolarmente importante che meriterebbe un topic a sè. Magari lo apriamo nei prossimi giorni.
     
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  5. VKK
     
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    Mi viene un po' da sorridere, benevolmente e senza velleità polemica alcuna, a fronte di questa tendenza a sminuire che vedo un po' diffusa in questo forum, ma tant'è. Premesso che non sono l'avvocato difensore di ARA (che una difesa la rifiutò pure quando lo misero in gattabuia con un'accusa infamante) o di Reghini, che si difendono benissimo da sé, mi preme rilevare un paio di cose.

    La prima: postulare un sostanziale appiattimento delle posizioni della Schola Italica (come, a mio sommesso avviso, dell'O.E.) su quelle proprie alla 'scatola' massonica è quantomeno riduttivo. La massoneria fu utilizzata per due motivi: la diffusione del messaggio pitagorico anche in chiave fortemente politica (il che non è in nulla contrario alla forma mentis e al modus agendi di Pitagora e dei suoi discepoli), possibile tramite una struttura più o meno solida e 'conclamata' come quella massonica in un momento storico in cui c'erano spazi e possibilità per un'azione da condurre su più livelli; la consapevolezza della vacuità di tale costruzione, procedente per così dire ex opere operato, cui difettava una 'forza' da infondere nuovamente in adesione al tradizionale simbolismo massonico, ossia la coscienza di una origine iniziatica della Massoneria come istituzione poi degradata e da 'rivivificare'. Ma la Schola Italica era altro, di per sé stante anche senza la gruccia massonica, e per rendersene conto basta studiare attentamente le Massime di Armentano, gli scritti di Reghini, i vari carteggi e le vite dei sodali, magari anche scandagliare testimonianze orali e via dicendo.
    In secondo luogo è assodato che la Scuola in oggetto non aveva una ritualità meramente massonica: esisteva una ritualità per il RFI ed una, scarna ed essenziale, per la Scuola vera e propria con centro fisico primario a Torre Talao. Vi fa cenno, fugacemente e tra le righe, lo stesso Pietro Negri (Reghini) in Ur. E' un equivoco alquanto inconsistente: la realtà pitagorica di ARA precede l'esperimento massonico in seno al RFI di svariati anni, facendo prima della Torre di Lord Crawford a S. Nicola Arcella e poi della Torre scaleota il proprio centro fisico.
    E d'altra parte, che la Massoneria fosse per loro una scatola da riempire nuovamente di significato, non certo tramite la semplice proposizione dei Versi Aurei come lettura-cardine di Loggia, è desumibile dagli stessi scritti di Reghini, non molto teneri con il latomismo a lui contemporaneo.
    Armentano non aveva "qualche potere psichico" (riemerge la curiosa tendenza riduzionista di cui sopra), come desumibile a titolo esemplificativo da testimonianze relative alle sue capacità persino taumaturgiche e non solo terapeutiche, così come Reghini difficilmente "giocava a fare il pitagorico" senza qualifiche e magari senza realizzazioni, come si può desumere dal tenore generale dei suoi scritti, in particolare da una attenta lettura di certe lettere, o di 'Ex Imo', od anche da testimonianze varie.
    In ordine alle osservazioni di Destiny è mia opinione (solo opinione, naturalmente) che la Scuola si sia 'ritirata', o per usare una terminologia massonica 'messa in sonno'. L'ultimo tentativo in questa direzione (e l'unico, a quanto mi consta, dato che dopo la morte di Reghini il tutto continuò in cenacoli privati, prevalentemente nel Bolognese) fu quello della A.P. di Sebastiano Recupero: c'è chi dice tentativo illegittimo, c'è chi dice legittimo ma chiuso d'autorità dopo il decesso di quest'ultimo.

    Quanto alla domanda: "queste vie di conoscenza antica, dove portano oggi, e soprattutto dove portavano ieri?" concordo, è una domanda lecita e intelligente.
    Grazie comunque per le vostre osservazioni. Saluti.
     
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  6. dorje e gabbana
     
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    Vedi caro VKK,
    te lo dico in modo altrettanto benevolo e senza polemica alcuna, la mia domanda finale, "queste vie di conoscenza antica, dove portano oggi, e soprattutto dove portavano ieri?" era volta ad aprire un dibattito costruttivo non solo su dove potesse condurre la via di Armentano e Reghini, ma dove tante altre vie neopagane moderne conducessero oggi e dove conducevano un tempo.

    Mi aspettavo che tu cogliessi l'opportunità post dalla mia domanda di approfondire il tema in questione e mi rispondessi, ma purtroppo non lo hai fatto.

    IN questo forum non abbiamo la tendenza a "sminuire", come tu dici altre vie ma ad analizzarle in profondità scandagliandole alla luce di conoscenze iniziatiche specifiche in ambito magico teurgico alchimico e metafisico, orientali ed occidentali, che non ci sono aliene.

    Per cui dire che Armentano fosse in possesso di capacità terapeutiche o taumaturgiche non implica, senza nulla togliere alle sue effettive possibili realizzazioni, che fosse un maestro in grado di insegnare una via di reintegrazione verso il non condizionato del quale abbiamo accennato, in luogo di una delle tante vie cosmologiche che non conducono a liberarsi dalle forze costituenti questo sistema solare, all'orgine del dualismo e del condizionamento, che conducono ad esperienze che sembrano a molti eccezionali, ma che noi diamo per scontate ed appartenenti solo ai livelli piu' bassi di una scala che deve essere percorsa, ma che porta ben piu' lontano, se gli insegnamenti si fondano sui principi metafisici-stellari transumananti da noi esposti in dettaglio in altri post.

    Normalmente il carattere transumanante non è associato solo agli intenti di risvegliare una schola antica, avere una torre in campagna dove ci si incontra per praticare insieme ad altri sodali, ma bisogna analizzare cosa si pratica in realtà e quindi l'insegnamento nel dettaglio comprendendo se il suo potenziale operativo e transumanante si lega a specifche attività teurgiche ed alchimiche che sono in grado di tarsmutare la natura umana in una divina, creare un'anima "stante e non cadente" - di quale tipo e grado poi ancora tutta da determinare - non solo negli intenti, ma in base a tecnologie specifiche del sacro che si posseggono e si conoscono o che non si posseggono e non si praticano.

    E' proprio di questo che avrei voluto che tu parlassi in relazione alla schola italica, come noi in dettaglio invece abbiamo fatto per i concetti operativi e metafisici alla base delle vie egizie predinastiche sulle quali ho scritto diversi post specifici.

    Purtroppo non ti ho letto in merito in relazione alla Schola Italica, ma attendo fiducioso che tu lo faccia magari in futuro, se ti va.

    Concludo con la stessa riflessione con cui ho concluso l'altro post, non per ripetermi, ma perchè centrale in molti dibattiti sul tradizionalismo.

    Non tutto cio' che è antico, pagano e tradizionale corrisponde necessariamente ad una via di Realizzazione transumanante, che conduce dal condizionato all'incondizionato, e dalla schiavitu' dell'heimarmene o fato, alla quale sono soggetti anche gli Dei dell'Olimpo o dell'antico Latium o della magna grecia indistintamente, alla libertà, evincendosi dall'esistenza condizionata.

    Edited by dorje e gabbana - 5/10/2012, 11:51
     
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  7. VKK
     
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    'Precisazioni necessarie', per stabilire una base di dialogo con la massima franchezza: rilevare una tendenza a sminuire, che a mio avviso un po' c'è, non è a sua volta indice di una mia volontà (a che pro?) di sminuire te o altri utenti, il rispetto prima di tutto e questo voglio sia chiaro. Cerco di essere il più possibile diretto nelle cose, e 'impersonale', se questo aggettivo non è troppo. Ho solo rilevato una traccia oggettiva, d'altra parte irrilevante in relazione agli argomenti trattati, per cui non insisterei oltre sulla questione, a meno che tu o altri non lo reputiate opportuno.

    Dicevo che la domanda posta in chiusura è lecita e intelligente. Tralasciando per un attimo il problema del dove portava ieri, che mi interessa - si licet - un po' meno, mi chiedo anch'io da tempo dove possa condurre la via di Armentano oggi. Non possedendo i dettagli operativi di detta Scuola non posso dirlo con certezza assoluta: ho infatti aperto una discussione per discutere, non per pontificare dal soglio pitagorico, che non occupo. Non sono nemmeno situato ai piedi del soglio, non avendo alcun contatto diretto con realtà promananti dalla Scuola pitagorica in esame: tengo a precisarlo per una questione mia di onestà intellettuale, poiché i fora sono un po' potenziatori dell'illusorio, per cui non vorrei passare per quello che se la profuma dicendo di 'appartenere' alla scuola X o Y, nulla di tutto questo, marcio prevalentemente e felicemente da solo con qualche stella per orientarmi.
    Una disamina seria degli scritti pubblici di ARA, Reghini ed altri mi lascia intendere qualcosa, ma naturalmente ben poco (sia per come sono congegnati, sia per limiti miei): ciò che ai fini pratici non crea alla mia persona alcun problema, atteso che sono per così dire 'agli inizi' e reputo, pertanto, adeguate alcune indicazioni di base contenute negli scritti citati, così come reputo eccellente, per questioni di con-sonanza, quello che potremmo definire l'atteggiamento di fronte al Sacro e l'approccio 'secco' proposto dalla realtà iniziatica in oggetto. Circa la 'validità' di questa via nei tempi attuali ci si deve, però, intendere: si fa riferimento a un avvenuto mutamento interiore dell'uomo come 'effetto' di una fisiologica involuzione propria alle dinamiche dei cicli cosmici?
    Saluti.
     
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  8. dorje e gabbana
     
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    Ti ringrazio della giusta precisazione da parte tua, ma non mi sentivo sminuito neanche IO :lol:

    CITAZIONE
    ciò che ai fini pratici non crea alla mia persona alcun problema, atteso che sono per così dire 'agli inizi' e reputo, pertanto, adeguate alcune indicazioni di base contenute negli scritti citati, così come reputo eccellente, per questioni di con-sonanza, quello che potremmo definire l'atteggiamento di fronte al Sacro e l'approccio 'secco' proposto dalla realtà iniziatica in oggetto

    Un purtroppo un "approccio" secco da solo non basta a contraddistinguere una via come effettivamente transumanante, perchè non esiste checchè se ne dica una Via Secca a cui appartiene una specifica tecnologia operativa, ma Vie basate su specifiche tecnologie operative che possono mostrare caratteri secchi e non umidi.
    La sfumatura non è secondaria

    All'inizio va bene leggere tutto e tutti gli autori cosiddetti tradizionalisti quali Armentano (quel poco che ha lasciato dietro di sè) Reghini, Evola.
    Ma poi ci si deve interrogare profondamente dove potevano condurre queste vie innanzitutto in evi antichi nella loro dimensione storica naturale. Se si scoprisse che il loro limite cosmologico fosse legato alle forze e le potenze heimarmeniche di questo sistema solare e che non possedevano alcun carattere realmente transumanante, oltre questa barriera solar-planetaria. Se ciò si scoprisse, visto che Pitagora si abbeverava ai suoi tempi all'Egitto già corrotto e decadente spiritualmente delle ultime dinastie, che aveva perduto tali caretteri propri invece all'egitto predinastico i cui echi si riscontrano al massimo fino alla VI dinastia, la risposta sarebbe facile.

    Quell'insegnamento ieri era già parziale, e non era in grado di condurre il praticante verso la liberazione dai cicli del condizionamento ontologico del sistema di forze e potenza a cui siamo sottoposti in questa sfere, divinità Numi, inclusi. Pertanto figuriamoci dove puo' condurre, se riesumato oggi in tempi moderni.

    Mi rendo conto che procedendo in questo modo si fa tabula rase di tantissime vie ammantate di mistero e il cui solo pronunciarne il nome provoca commozione e far tremar le gambe a molti tradizionalisti.

    Ma il ricercatore della conoscenza primordiale (e dico conoscenza e non tradizione volutamente) delle Vie Celesti deve essere, spietato e privo di attaccamento alle cose che studia ed analizza alla luce di specifici parametri gnoseologici che costituiscono la griglia ermetica di lavoro teorico ed operativo di Vie di 100 secoli piu' antiche di Pitagora......ed intervenire chirurgicamente e con decisione per separare il loglio dal grano, in tempi in cui tutti, anche i palati apparentemente piu' sopraffini, comprano il loglio considerandolo grano a tutti gli effetti.

    Questo non vuol dire certo sminuire, ma analizzare la struttura ontologica di una via e le sue potenzialità realizzative in modo obiettivo, cosi' come analizzo le differenze di visione ed operative del Charia Tantra in tibet rispetto al mahanuttara yoga tantra e se concludo, come fanno i testi ed i commentatori piu' sagaci che il Charia Tantra per natura e prassi operativa puo' condurre a risultati di reintegrazione in potesta e virtu' ontologiche ben inferiori al mahanuttara tantra, nessuno si sente sminuito, perchè sanno perchè è cosi.

    Ma per parlare di cio' che è inferiore bisogno ben conoscere cio che è superiore e perchè dal punto di vista tecnico ed operativo, all'interno di una scienza del sacro.

    Altrimenti è un discorso senza senso dove qualcuno che non ha altri punti effettivi di riferimento piu' alti puo' sentirsi a torto sminuito. E non mi riferiscon ovviamente a nessuno in particolare e mi limito al generale

    Edited by dorje e gabbana - 5/10/2012, 13:03
     
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  9. VKK
     
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    A prescindere dai vari 'sminuimenti' del caso, che non rappresentano il nocciolo della questione, resto un po' sorpreso (solo un po', perchè non è la prima volta che mi capita) nel constatare attitudini tanto radicali, tendenti a fare tabula rasa di molte cose. Posizione lecita, per carità, ma che lascia, credo comprensibilmente, un po' perplessi. Non si tratta, perlomeno nel mio caso, di una particolare forma di 'attaccamento' a Pitagora o Lao-Tze o Pincopallino; piuttosto del fatto in sé di negare, ipso facto, una dimensione superiore a determinate tradizioni. Non si mette in dubbio, perchè sono anche i testi sacri di tutte le latitudini a dirlo, che si sia verificata nel tempo una degenerazione negli insegnamenti di natura sapenziale, dato per me pacifico; dubito tuttavia di affermazioni più o meno tranchant, come quella per cui simili vie non potevano o non possano in alcun modo conoscere una dimensione superiore. Va da sé, ipotizzo, che tutti i Misteri del Mediterraneo dovevano essere inidonei ad una realizzazione completa in virtù del riferimento cosmologico (e operativo) a un pantheon di "forze e potenze heimarmeniche di questo sistema solare", presumibilmente quelle che una speculazione tarda (Salustio) avrebbe definito 'divinità encosmiche'. Mi pare un assunto un po' arbitrario, atteso che le divinità per così dire 'si pongono' come individuazioni e specializzazioni 'funzionali' del Divino senza nome e senza volto, al di là di ogni politeismo vero o presunto. In altre parole, e per fare un esempio concreto, sostenere che il mondo romano non avesse un suo esoterismo (asserzione del peggior Evola, prima che rinsavisse, ma anche del peggior Guénon) è a dir poco erroneo; sostenere altresì che questo esoterismo, una volta affermatane l'esistenza, fosse rinchiuso tautologicamente nel recinto di una coltivazione di 'forze encosmiche' non spiega la dimensione, tutt'altro che 'encosmica' (nell'accezione di 'cosmo' come 'questo sistema solare'), di Ianus o di Fortuna. Mi sembrano posizioni un po' forzate. Poi è chiaro, e lo ribadisco, che una 'degenerazione' in ordine alle cose relative alla sapienza divina è fisiologica al discorso: le stesse Upanishad, come ogni altro testo sapenziale, lo lasciano intendere con sufficiente chiarezza. Ma ciò non significa che nessuno, in nessun tempo dal dopo-Atlantide ad oggi, sia stato in grado di 'rincappiare il filo per grazia del Sommo Iddio' (scusa se parafraso Lebano, ogni tanto mi prende la scimmia napolitana :) ) e che ciò sia possibile solo in virtù di un recupero o di un tramando afferente alla tradizione predinastica stellare d'Egitto. Dimensione, quest'ultima, che (sia chiaro) ammiro infinitamente - naturalmente non nei termini in cui poneva la questione quel povero mentecatto di Grant.
    Quindi ti chiederei, se ti è possibile, di scendere nei dettagli recando esempi pratici a supporto della tua posizione in merito, poiché finora il discorso, per quanto comprensibile nella sua impalcatura generale, è stato impostato in termini piuttosto sfumati.
    Saluti.
     
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    Shankar Kulanath

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    Comunque il fatto che Armentano possedeva dei poteri taumaturgici come dici è probabilmente indice del fatto che era una reincarnazione di qualche grande Iniziato del passato, magari non completamente risvegliato. Questo però non dice molto sul potere trasumanante del suo insegnamento. In quel caso sarebbe più interessante vedere quale tipo di realizzazione psichica hanno raggiunto i suoi discepoli (ovviamente intendo quelli seri e che hanno fatto la sua pratica per tutta la vita). Se nessuno ha realizzato nulla vuol dire probabilmente che Armentano con quei poteri ci era nato, e quindi non qualificano in alcun modo tale pratica, pur essendo chiaramente un punto di merito a favore. Pertanto ti domando: si ha conoscenza di poteri del genere raggiunti dai discepoli o seguaci?
    Precisato questo punto, la domanda è: che tipo di pratica veniva fatta? esistevano pratiche per la trasmutazione dell'energia (come nell'alchimia, nel tantra, ecc)? Senza questo tipo di pratiche è impossibile raggiungere realizzazioni superiori. Il semplice culto o la pura rituaria non bastano, come è chiaro non soltanto per chi ha idea su cosa sia l'Alchimia egiziana di tipo stellare, ma anche semplicemente le vie orientali come il Tantra indiano o tibetano, vie che - almeno in passato - sono state di tutto rispetto sul piano realizzativo e trasumanante.
     
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  11. dorje e gabbana
     
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    CITAZIONE
    Mi pare un assunto un po' arbitrario, atteso che le divinità per così dire 'si pongono' come individuazioni e specializzazioni 'funzionali' del Divino senza nome e senza volto, al di là di ogni politeismo vero o presunto

    Si ma non tutte le divinità per esempio, anche nello stesso pantheon egizio sono uguali e sono sullo stesso piano gerarchico rispetto alla manifestazioni molteplici, dell'Essere, sul piano ontologico.

    Alcune appartengono ad un ciclo cosmico primordiale senza tempo e spazio come Metueret, da cui originano Het Heru ed Heru Wer, cioè Hathor ed horus l'antico da non confondere con horus il giovane figlio di Aset ( Iside).

    Nei testi delle Piramidi il farone divenuto una stella viene messo in guardia dalle divinità giovani del ciclo successivo, tra cui Auser-Osiride Iside- Aset ecc definite come mangiatori di cuori, nonostante in cicli tardi dinastici fossero assurte a primario livello teologico e di culto.
    Cosi' I caratteri primordiali di Het Heru (hathor), che si notano nelle raffigurazioni di menkaura della IV dinastia vengono assunte in toto da Iside nelle dinastie del medio regno, che ne assume in pieno i caratteri iconogradici quali la corona di corna che porta il disco solare, mentre Het Heru legittima proprietaria ne viene spogliata e solo se sai leggere un pochino il geroglifico sopra la raffigurazione della divinità ti accorgi che in realtà è Iside e non Het heru -hathor

    Il passaggio dai cicli stellari rappresentati da Het Heru a quelli lunisolari indicati dalla coppia di nuovi Dei giovani Osiride - Iside, è chiaro ed evidente.

    Ignorare queste differenze e non considerarle anche applicate a pantheon mediterranei è esiziale ai fini di una analisi efficente di una determinata via.

    La stessa contrapposizione tra echi di antichi sentieri stellari arcaici e sentieri solilunari-planetari è presente anche nel tantra vajrayana tibetano, ma di questo ho già parlato altrove diffusamente e ti invito a leggere i post specifici, per non ripetermi.

    Pertanto tale degenerazione dei culti di Pantheon stellari a lunisolari non è un fenomeno ristretto alle vie mediterranee, ma ha colpito piuttosto tutti i misteri ed i sentieri iniziatici di oriente ed occidente dopo una certa data che possiamo calcolare attraverso la precessione degli equinozi in modo specifico

    CITAZIONE
    In altre parole, e per fare un esempio concreto, sostenere che il mondo romano non avesse un suo esoterismo (asserzione del peggior Evola, prima che rinsavisse, ma anche del peggior Guénon) è a dir poco erroneo; sostenere altresì che questo esoterismo, una volta affermatane l'esistenza, fosse rinchiuso tautologicamente nel recinto di una coltivazione di 'forze encosmiche' non spiega la dimensione, tutt'altro che 'encosmica' (nell'accezione di 'cosmo' come 'questo sistema solare'), di Ianus o di Fortuna.

    Alla luce di quanto detto sopra invece non mi paiono soluzioni forzate, anche perchè come ti sarà ben noto i sacerdoti romani erano esperti nell'arte psicurgica della exauguratio, ed altre attività magiche utilissime in guerra ed in pace che contribuivano alla gloria di Roma, ma nulla conoscevano di alchimia interna, nè il capostipite Numa Pompilio ha lasciato traccia di queste pratiche ben presenti invece in tradizioni piu' antiche di oriente e del mediterraneo egizio predinastico e delle primissime dinastie.
    Ma di quali pratiche parlo? Di pratiche di trasmutazione dell'energia interna che presuppone mappe precise dei diversi tipi di corpi sottili e delle diverse energie ad essi associati, per operare attraverso tecnologie del sacro specifiche effettive opere di transumanazione, che consentano di produrre un secondo legno di vita immortale fatto non di energia solilunare e planetaria di questo sistema condizionato, ma di energie corrispondenti ad espressioni dell'essere gerarchicamente superiori, legate alla conoscenza delle antiche mappe di teurgica navigazione stellare contenute per esempio nei testi delle piramidi.
    E non basta rituare o sacrificare agli dei maggiori e minori per mettere in moto tali processi, ma come abbiamo scritto diverse volte, occorre ben di piu'.
    Occorrono conoscenze e tecnologie del sacro applicate al singolo ed alle componenti specifiche del suo essere occulto che a Roma non erano presenti nel suo approccio al sacro di stato. SE invece le conosci portami evidenza di queste conoscenze alchimiche trasmutatorie applicate al singolo, presenti nella roma pagana, visto che citi Ianus e Fortuna

    La conoscenza dell'astrologia come scienza sacra stellare ( e non alle diverse mantiche per prevedere la morte dei Cesari) non appartiene alla Roma arcaica, ma alle tradizioni mediterranee egizie

    A Roma la Pax deorum era culto di stato e veicolava forme di magia di stato, come ben conosciamo, e non risulta da nessuna parte che esistessero vie legati all'ascesi del singolo come quelle ricercate dai filosofi greci andati in egitto per essere istruiti nei templi egiziani. Il rito ed il culto al proprio pantheon che per l'assimilazione di altri popoli era sempre piu' vasto, erano certamente presenti a Roma come in ogni civiltà tradizionale. Ma mancano i misteri, in ogni caso già inquinati, e ridotti ad acqua di rosa, che venivano dai vicini paesi del mediterraneo e dall'oriente.

    Il discorso si potrebbe estendere di molto, ma il punto principale è:

    Ti è chiara la differenza tra divinità di consapevolezza primordiale come negli esempi citati in merito ai testi dalle piramidi e quelle cosmologiche attenenti ad un piano solilunar-planetario?

    SE non è perfettamente chiaro è inutile continuare a parlare

    Citandomi la divintà Fortuna o di Ianus come divinità non condizionate a questo sistema di forze e potenze, pareva che non ti fosse ben chiaro, essendo queste ultime invece di stampo ben diverso per ragioni ovvie agli addetti ai lavori, ma che se ci rifletti un attimo in piu' potrai facilemente scoprire da solo.

    Ovviamente non te ne faccio una colpa, nè esso vuole essere un rimarco personale, visto che noti autori tradizionalisti hanno sempre ignorato questo punto cruciale, nelle loro trattazioni, riferendosi ad una non ben identificata via secca olimpica solare, raffazzonata ex post .

    Invece questo punto cruciale cosi' ignorato diviene uno spartiaque tra misteri e culti antichi che non prevedono vie di ascesi individuale scandite da specifiche descrizioni di mappe energetiche ed ontologiche stellari superiori a quella del nostro sistema solare, campo evoultivo piuttosto modesto, e vie di ascesi basati su piu' alti principi

    Edited by dorje e gabbana - 5/10/2012, 15:11
     
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    Per quel poco che posso testimoniare, da letture s'intende, alcuni riferimenti operativi della Schola Italica si possono ritrovare negli articoli che Giulio Parise, alias Luce, scrisse per Ignis, e per le annate di Ur e Krur. Completano il quadro anche gli scritti dottrinari dati da Reghini nelle suddette riviste.
    Sarebbe effettivamente utile analizzare il corpus operativo in toto, ma non essendoci possibilità pratiche, ci dovremmo credo accontentare di sommare agli articoli degli autori su menzionati ciò che ritroviamo nel libro "La Via Romana degli Dei", "manuale" in uso nel Gruppo dei Dioscuri, del quale ho avuto modo di analizzare soltanto singole parti e sul quale dorje e VKK avranno sicuramente molto più da dire :)

    Saluti
     
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  13. dorje e gabbana
     
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    Dalla loro analisi le conclusioni a cui si giunge sono quelle testè riportate
     
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  14. dorje e gabbana
     
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    CITAZIONE
    "La Via Romana degli Dei", "manuale" in uso nel Gruppo dei Dioscuri, del quale ho avuto modo di analizzare soltanto singole parti e sul quale dorje e VKK avranno sicuramente molto più da dire

    Su dioscuri mi piacerebbe che rispondesse in modo specifico Destiny.... :lol:
     
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  15. Girosolo
     
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    Una domanda da ignorante.....premetto che prima di leggerlo qui di alchimia stellare non avevo mai sentito parlare, ma i grandi realizzati tipo Cristo o Buddha e simili, cosa utilizzavano quanto ad energia, cioè anche loro si "appoggiavano" a queste tradizioni più antiche con l'utilizzo di energie stellari potenti e raffinate?
    Nei vari scritti tipo vangelo non vedo riferimenti, almeno con una lettura essoterica, forse c'è anche una parte di insegnamento non divulgato che vi faceva riferimento?
     
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118 replies since 4/10/2012, 22:29   4497 views
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