Schola Italica

Amedeo R. Armentano, A. Reghini, G. Parise

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  1. VKK
     
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    'Precisazioni necessarie', per stabilire una base di dialogo con la massima franchezza: rilevare una tendenza a sminuire, che a mio avviso un po' c'è, non è a sua volta indice di una mia volontà (a che pro?) di sminuire te o altri utenti, il rispetto prima di tutto e questo voglio sia chiaro. Cerco di essere il più possibile diretto nelle cose, e 'impersonale', se questo aggettivo non è troppo. Ho solo rilevato una traccia oggettiva, d'altra parte irrilevante in relazione agli argomenti trattati, per cui non insisterei oltre sulla questione, a meno che tu o altri non lo reputiate opportuno.

    Dicevo che la domanda posta in chiusura è lecita e intelligente. Tralasciando per un attimo il problema del dove portava ieri, che mi interessa - si licet - un po' meno, mi chiedo anch'io da tempo dove possa condurre la via di Armentano oggi. Non possedendo i dettagli operativi di detta Scuola non posso dirlo con certezza assoluta: ho infatti aperto una discussione per discutere, non per pontificare dal soglio pitagorico, che non occupo. Non sono nemmeno situato ai piedi del soglio, non avendo alcun contatto diretto con realtà promananti dalla Scuola pitagorica in esame: tengo a precisarlo per una questione mia di onestà intellettuale, poiché i fora sono un po' potenziatori dell'illusorio, per cui non vorrei passare per quello che se la profuma dicendo di 'appartenere' alla scuola X o Y, nulla di tutto questo, marcio prevalentemente e felicemente da solo con qualche stella per orientarmi.
    Una disamina seria degli scritti pubblici di ARA, Reghini ed altri mi lascia intendere qualcosa, ma naturalmente ben poco (sia per come sono congegnati, sia per limiti miei): ciò che ai fini pratici non crea alla mia persona alcun problema, atteso che sono per così dire 'agli inizi' e reputo, pertanto, adeguate alcune indicazioni di base contenute negli scritti citati, così come reputo eccellente, per questioni di con-sonanza, quello che potremmo definire l'atteggiamento di fronte al Sacro e l'approccio 'secco' proposto dalla realtà iniziatica in oggetto. Circa la 'validità' di questa via nei tempi attuali ci si deve, però, intendere: si fa riferimento a un avvenuto mutamento interiore dell'uomo come 'effetto' di una fisiologica involuzione propria alle dinamiche dei cicli cosmici?
    Saluti.
     
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118 replies since 4/10/2012, 22:29   4498 views
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