La sposa serpente degli antichi re sciamani

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    La sposa serpente degli antichi re sciamani
    di Alessandro Grossato
    www.academia.edu/22549945/La_sposa_serpente

    1. Un’eredità sciamanica
    Indizi convergenti, ma soprattutto l’evidenza archeologica (Schmidt, 2011), inducono ormai a ritenere che una sorta di proto sciamanesimo1 sia stata la forma religiosa precipua dell’orizzonte culturale del paleolitico (Clottes – Lewis-Williams, 1997). Mentre uno studio recente sulle origini e gli sviluppi del Taoismo in Cina (Schipper, 2011) reca ulteriori e significative conferme all’ipotesi che, se è vero che la nascita delle religioni in senso proprio, così come le intendiamo anche oggi, coincide più o meno esattamente con la cosiddetta rivoluzione del neolitico, in Cina così “come in Grecia, le due forme della vita religiosa, il culto pubblico e i misteri, continuano a esistere a lungo una a fianco dell’altra.” (Schipper, 2011, 38). E quindi, verosimilmente, anche nel resto dell’Eurasia. Se dunque il frutto più evidente, ma storicamente molto tardivo, dell’adattamento dello sciamanesimo arcaico ai nuovi paesaggi religiosi furono le cosiddette “religioni misteriche”, o per meglio dire i diversi esoterismi,2 ci sembra lecito ipotizzare che un altro importante adattamento dello sciamanesimo, precedente di alcuni millenni, consistette nell’elaborazione delle diverse forme di regalità sacra. Con la nascita delle prime città e l’insediarsi delle prime dinastie regnanti, i rappresentanti di quest’ultime riuscirono a mantenere, accanto alla religione ufficiale, alcune prerogative dell’antico sciamano paleolitico, quantomeno nell’uso di taluni miti, riti e simboli essenziali. L’adattamento continuò anche nelle epoche successive, riuscendo così a far sopravvivere una parte del retaggio arcaico fino ad epoche relativamente recenti, sia in Oriente che in Occidente.

    2. Il Re serpente
    Dalla conoscenza delle forme sopravvissute nell’area mongolo-siberiana sappiamo che lo sciamanesimo è precipuamente caratterizzato da un’esperienza del divino, del soprannaturale, totalmente interiorizzata e soprattutto, non ancora proiettata all’esterno dell’essere umano, non ancora ipostatizzata. Nell’ambito delle culture turco-mongole e siberiane, lo sciamano arcaico spesso riuniva nella sua sola persona le tre figure e funzioni socialmente fondamentali del re, del sacerdote e del terapeuta. Egli costituiva dunque, per tutti gli altri, la fonte autonoma e centrale di ogni forma ed esperienza autentica del sacro all’interno della propria comunità d’appartenenza. È fondamentale ricordare che la scaturigine di queste magiche facoltà veniva molto spesso attribuita ad una sorta di amante invisibile e interiorizzata,3 con la quale lo sciamano si dichiarava totalmente unito e identificato, e che faceva quindi di lui una sorta di androgine psichico e spirituale (Zolla, 1986).4 Una sposa che era dunque anche una sorta di gemella psichica. Con chi si “sposava”, allora, il re-sciamano delle origini? Come direbbe un tantrico indiano o tibetano, semplicemente con sé stesso. Ovvero con la potenza dell’anima che, secondo l’Induismo, alberga nascosta nella più remota profondità di ciascun essere, ivi raggomitolata alla stregua di una serpe addormentata nella sua tana. Perché il serpente è l’animale che meglio di altri simboleggia una potenza estremamente vitale e temibile, che, pur rattenuta ed oscura, può esplodere all’improvviso. E che è simbolo della vita stessa, nel suo fluire ininterrotto, paragonabile appunto allo svolgersi fluente delle spire del rettile, la cui periodica muta della pelle veniva fra l’altro interpretata, fin dalla preistoria, come una vera e propria capacità autorigenerativa (Egli, 1993). Sulla base delle tradizioni di cui ci è rimasta traccia, si può ipotizzare che, a quel punto, lo sciamano o la sciamana venissero intesi e quindi rappresentati come un drago, un serpente terrestre o marino, o un tritone. Assai significativo, a questo riguardo, è l’esempio dell’icona tradizionale di Patañjali, il mitico autore degli Yogasūtra, che come una sorta di Esculapio, viene ancor oggi raffigurato e venerato in diversi templi hindu, in immagini di bronzo o di pietra, come un uomo per metà serpente. Spiritualmente raccolto, con le mani in añjali e le palpebre abbassate, preso dal suo sogno lucido di metamorfosi, sia psichica che spirituale. Altrettanto eloquente l’appellativo di pizie, cioè “pitonesse”, che veniva dato alle sciamane del mondo greco (Fontenrose, 1960), che svolsero la loro funzione oracolare fino al 392 d.C.5 All’esperienza realizzativa degli sciamani primordiali si sostituisce il mito delle origini, che vede spesso una figura divina o semidivina in forma di serpente quale primo sovrano, e in taluni casi addirittura quale capostipite dell’umanità. Così, anche i più antichi sovrani mitici del mondo greco, Cecrope, Erittonio e Cadmo, saranno ancora descritti e raffigurati come uomini serpenti o tritoni. A parte Cadmo, di cui diremo più avanti, particolarmente interessante è la figura di Cecrope, primo re di Atene,6 il cui nome letteralmente significa “il caudato” (Kerényi, 1963, 209). Figlio della madre Terra, mezzo uomo e mezzo serpente, egli “nasce” direttamente dal suolo dell’Attica. Fra le molte azioni che gli si attribuivano, vi era anche l’istituzione della monogamia. Di Erittonio, figlio di Efesto e della Terra, nato anche lui direttamente dal suolo e a sua volta re di Atene, si diceva che fosse stato addirittura per intero un serpente (Kerényi, 1963, 213). In Estremo Oriente, l’espressione “trono del Drago” sarà utilizzata, fino agli albori del XX secolo, per indicare il sacro seggio degli Imperatori cinesi.7

    3. La dea serpente
    A seguito della cosiddetta “rivoluzione del neolitico”, le antiche potenze dell’anima vengono proiettate all’esteriore, e gradualmente rappresentate in un pántheon costituito a base della neonata religione, quale esperienza collettivamente condivisa di un divino ormai esistente al di fuori dell’uomo, e ipostatizzato nei cieli. Il potere regio, ancorché storicamente prevalentemente esercitato da uomini, da maschi, viene peraltro quasi ovunque inscritto nella sfera di competenza della Dea. Le prime religioni tendono infatti a declinare il divino principalmente al femminile. Tant’è che i re del neolitico, ma anche quelli successivi, governano quasi sempre per delega e in nome dell’una o dell’altra forma della Dea, sia essa la Shakti hindu o la Morrigan celtica, la Isis-Thermutis egizia o la Venus victrix romana. Anche la sposa segreta, intesa ormai come riflesso della Dea nel microcosmo psichico dell’essere umano, viene dunque progressivamente ipostatizzata all’esteriore nell’una o nell’altra forma fluens, diventando per i diversi lignaggi regali la Sirena nel lignaggio di Amaterasu, la Nāgī o Nāginī della stirpe dei serpenti, o la Fata Melusina che dimora presso una sorgente incantata.8 Vero genius loci equoreo della capitale del grande regno così come del piccolo feudo, a Lei dunque, prima ancora che alle loro transeunti spose terrene, i re devono preliminarmente e solennemente unirsi per venire legittimati. Curiosamente, in alcuni casi tale unione in divinis diviene l’archetipo mitico del matrimonio monogamico anche per la gente comune, ad esempio nell’antica Atene e, ancor oggi, in Cina e Cambogia. Loomis e Coomaraswamy avevano capito che il tema della “sposa laida”, di cui la sposa serpente è per l’appunto una variante, si connette direttamente a quello della sovranità, di cui gode chi possiede la terra, e quindi il suo genius loci (Loomis, 1927; Coomaraswamy, 1970). Secondo Loomis, il modello archetipico di tali nozze sarebbe costituito dal tema mitologico delle nozze del Dio Sole con la Terra. Mentre Coomaraswamy intendeva “mostrare che la Dama Laida o il Drago-Donna è l’Ondina, l’anima sirena, la Psiche, il cui disincantamento e la cui trasformazione sono determinati dalle sue nozze con l’Eroe.” (Coomaraswamy, 1970). Due interpretazioni entrambe valide, l’una nel macro e l’altra nel microcosmo. Secondo il Rigveda, persino Indra, che è re degli dèi ed è quindi l’archetipo di qualunque forma di sovranità, sposa Apālā, che è di un colore cattivo perché ha la pelle squamosa di un rettile, ed è quindi una Nāgī. Per gli Hindu la Nāgī è la forma più esplicita della Shakti, letteralmente la “Potenza” divina, declinata al femminile, che è considerata presente in tutti gli enti manifestati. Nell’uomo, in particolare, essa è soprattutto quel serpente psichico femmina detto Kuṇḍalinī, che risiede, avvolto nelle sue spire, nel centro sottile detto mūlādhāra cakra, in corrispondenza delle vertebre coccigee (Silburn, 1997). Anche secondo una leggenda buddhista, riferita nel VII secolo da Hiuen Tsiang nel suo Dà Táng Xiyù Jì o Viaggio in Occidente dal Grande Tang, un principe di nome Śākya, appartenente alla stirpe del Buddha, dopo esser stato scacciato dalla sua terra, sposa una fanciulla serpente che gli dona una spada, e diviene re di Udyāna dopo averne ucciso il precedente sovrano. La Nāgī s’innamora di lui osservandolo mentre dorme sulle sponde di un lago, di cui è chiaramente la ninfa.
    Inizialmente spaventato dal suo aspetto, Śākya acconsente ad amarla, restituendole così l’aspetto umano che aveva perduto, a causa del karman negativo prodotto nella sua precedente esistenza (Xuanzang, 1968). Arriviamo così in Cambogia, dove, secondo la locale leggenda dinastica (Pélliot, 1902), il bramino Kaundinya, a seguito di una visione avuta in sogno, sconfigge la principessa Soma, figlia di un capo indigeno che è re dei Nāga, e la sposa. La coppia dà quindi origine, generandolo, all’intero popolo Khmer.9 Una dea capace di tramutarsi in serpente (Blacker, 1978), un serpente di mare e una ninfa oceanina sono invece i capostipiti della dinastia imperiale giapponese tuttora esistente. Com’è noto, secondo il mito scintoista riportato nel Kojiki [Cronaca di antichi eventi] del 712 d.C. e nel Nihongi [Annali del Giappone] del 720 d.C., classici repertori della mitologia e della storia tradizionale giapponese, il lignaggio degli Imperatori giapponesi discende direttamente dalla dea solare Amaterasu. Il primo Tennō del Giappone fu Jimmu (711 a.C.585 a.C). Egli era il quarto figlio di Ugiyafukiaezu, il cui padre, a sua volta, era nipote della dea Amaterasu, per tramite di sua nonna Otohime, un’Oceanina. Amaterasu era infatti una dea in grado di assumere diverse forme animali, ma in particolare quella del serpente. Non a caso dunque, fra le creature semidivine da lei direttamente generate c’era anche Ryūjin, il gigantesco Serpente o Drago di mare, regnante su tutto l’Oceano. Sempre secondo il mito, il principe cacciatore Hoori sposò la figlia di questo re dragone, l’Oceanina Otohime.10 Essi vissero insieme sul fondo del mare per tre anni, finché la soverchiante nostalgia del principe per la terra lo indusse a lasciare la moglie. Otohime partorì comunque un maschio, Ugiyafukiaezu, che ebbe poi a sua volta quattro figli. Anche l’imperatore Hirohito rivendicava, con orgoglio, di discendere dall’Oceanina Otohime. Un ruolo importante nella trasmissione di materiali mitici dall’Oriente asiatico fino all’Occidente greco potrebbe esser stato svolto dalle popolazioni nomadi dell’Asia centrale. Sempreché il tema della dea serpente non appartenesse già anche al retaggio culturale indeuropeo. Infatti Erodoto ci narra che in Scizia, dentro una caverna, viveva una creatura la cui parte superiore, dalle anche in su, era di donna, e quella inferiore di serpente. Dalla sua unione con Ercole nacque Scite, e da Scite discesero i successivi re degli Sciti (Erodoto e Tucidide, 1967, IV, 9-10, 185). Ma un altro importantissimo centro di diffusione del mito e dell’iconografia della dea serpente si trova in Egitto, dove essa si presenta con vari nomi e aspetti, spesso assimilati alla più importante, che è Iside (Bresciani, 1997), ma anche Hathor (Allam, 1963), Renenutet, Meretseger (Bruyère, 1930), Mersokar, Wadjet e Uto. Quasi tutte queste forme divine sono direttamente connesse all’idea della sovranità come esercizio di potenza. Ma la più intrigante è Uraeus, il cobra femmina in furore, che decora con la sua divina presenza la fronte delle corone faraoniche (Johnson, 1990).

    4. La coppia regale ofidica
    Col tempo, i miti e i simboli riferentisi ai tipi del re e della dea serpenti furono evidentemente rielaborati e sintetizzati, sia dal punto di vista mitologico che da quello iconografico. Si sviluppò così in India, Cina, Grecia ed Egitto, e forse proprio in quest’ordine di successione cronologica,11 il singolarissimo mitologema della coppia regale ofidica.12 Anche se l’elaborazione mitologica più antica sembra essere verosimilmente indiana (v. supra),13 è in Cina che il tema riceve uno sviluppo che viene esplicitamente riferito alla funzione regale anche in termini propriamente iconografici (Schafer, 1973). Secondo la mitologia cinese (Birrell, 1993), dopo un diluvio catastrofico, Fuxi, considerato il primo imperatore, si sposa incestuosamente con sua sorella Nügua. È di fatto il primo matrimonio, e darà origine alla nuova umanità.14 Nei primi esempi figurativi, costituiti da numerose steli in pietra che risalgono all’ultimo periodo della dinastia Han orientale,15 Fuxi e Nügua sono ritratti con le loro code serpentine allacciate o addirittura annodate (fig. 1), l’uno reggente una squadra e l’altra un compasso.16 In alcuni casi, una folla di piccoli personaggi alati, e con coda di serpente, circonda da ogni lato la coppia imperiale. Sono gli “Immortali” taoisti, ovvero quegli sciamani che, attraverso la pratica della cosiddetta “alchimia interiore” (Neidan), sono riusciti a riottenere il “corpo sottile” e volante delle origini.17 E veniamo in Grecia, alla coppia regale ofidica formata da Cadmo e Armonia.18 Cadmo appartiene alla quinta generazione dei re primitivi fondatori di paesi e di stirpi, e che discendono dalle nozze di Zeus in forma di toro con Io in forma di giovenca (Kerényi, 1963, 39). Da lui discendono sia Ermes che Diòniso. Figlio di Agenore, re di Tiro, è il fondatore mitico di Tebe. Ma per farlo, deve prima uccidere il drago custode di una sorgente. Due volte sauroctono,19 libera Armònia20 dal drago Tifeo, cioè Tifone. Zeus, in premio, gliela dona in sposa. Prime nozze della storia, vengono ricordate ritualmente nei Misteri di Samotracia.21
    Ma quando Semele, una delle quattro figlie di Cadmo, resta incinta di Zeus e partorisce Diòniso all’insaputa del padre, Cadmo, infuriato, chiude madre e figlio in un cofano che fa gettare in mare. La reazione vendicativa di Zeus determina la distruzione della reggia e la perdita del regno. Cadmo e Armònia si spingono allora fino in Illiria, e qui instaurano il loro secondo regno. Entrambi, ormai vecchi e prossimi alla morte, vengono infine trasformati dagli dèi misericordiosi in una coppia immortale di serpenti. Presso gli Illiri furono eretti, a loro ricordo, due cenotafi di pietra in forma di serpente. Come scrive Kerényi, “la schiatta degli Illiri di Enchelei portò dei serpenti come emblema per lungo tempo ancora e tale uso era forse in relazione col racconto della signoria di Cadmo e Armònia su quelle schiatte della penisola balcanica settentrionale.” (Kerényi 1963, 45). Non per nulla l’immagine d’una coppia di serpenti intrecciati è tuttora presente in alcuni stemmi nobiliari di quella regione. La quarta ed ultima coppia regale ofidica che qui prendiamo in esame risale alla dinastia greco ellenistica dei Tolomei, regnante in Egitto dal 305 a.C. al 30 a.C. Tolomeo I Soter (367 a.C.-283 a.C.) fratellastro e generale di Alessandro Magno, e capostipite della dinastia, introduce il culto di Serapide-Harpocrate,22 che diviene la nuova divinità suprema del pántheon egizio. Serapide finisce così con il sostituire Osiride quale divino paredro di Iside, la dea serpente (v. supra). Ed essendo egli stesso un serpente, la coppia formata da SerapideAgathodaimon e da Iside-Thermutis verrà sempre più spesso raffigurata con code di serpente sontuosamente intrecciate, o annodate in un “nodo d’amore” (fig. 2). O addirittura come una coppia di cobra eretti, recanti sul capo le corone faraoniche. Perché, nell’iconografia ufficiale dell’Egitto tolemaico, questa coppia divina viene esplicitamente assimilata alla coppia faraonica di volta in volta regnante. Una coppia che, proprio come quella formata da Fuxi e Nügua, era spesso costituita da fratello e sorella. E sarebbe forse stato così anche nel caso di Helios e Selene, i figli gemelli di Marco Antonio e di Cleopatra VII, le cui effigi infantili, significativamente avvolte dalle spire di due serpenti intrecciati, sono state solo recentissimamente identificate.23

    5. Tracce, superstizioni e riaffioramenti
    Diversi elementi inducono a pensare che anche l’Eva biblica sia stata in origine una sposa serpente. Come ricorda Louis Ginzberg (1995, 269), già in antico vennero “proposte numerose interpretazioni del nome חוה‘Eva’, che potrebbe significare חויא‘serpente’, perché essa fu per Adamo il serpente, vale a dire la tentazione”.24 Inoltre, secondo una ben attestata tradizione ebraica, Dio creò Eva “non da una costola di Adamo, ma da una coda terminante in spina, che faceva parte del corpo di lui.25 Dio la tagliò via e il moncherino (ora l’inutile coccige) fu portato per sempre dai discendenti di Adamo.” (Graves – Patai, 1969, 80).26 Delle diverse interessanti considerazioni che si potrebbero sviluppare a tale riguardo, ci limitiamo a ricordare che, attraverso la probabile mediazione della gnosi giudaico cristiana e dei testi apocrifi (Gilhus, 2006), questi dati, oramai in gran parte incompresi, arrivano fino a Clemente Alessandrino (150 ca.-215 ca.), primo autore cristiano a farne cenno ne Il Protrettico (cap. II, 12, 2), dove scrive che i Baccanti onorano Dioniso divorando carni crude secondo il rito della pazzia sacra, e che compiono la spartizione della carne delle vittime incoronati di serpenti, gridando Evan. Clemente precisa quindi che il simbolo delle orge bacchiche era un serpente consacrato, e che secondo gli ebrei il nome Euia con lo spirito aspro significa la femmina del serpente (1971, 83-84). Il dato viene quindi tramandato da una lunga catena di autori cristiani, che diffondono l’interpretazione del serpente del Paradiso terrestre come una sorta di alter ego negativo di Eva. Iconograficamente, il tema del serpente tentatore con testa di donna emerge nell’arte figurativa cristiana medievale piuttosto tardi, a partire dal XIII secolo, nelle decorazioni scultoree delle cattedrali e nelle miniature dei manoscritti di argomento biblico. Ma sopravvivrà a lungo nell’arte occidentale, divenendo un soggetto prescelto anche da grandi artisti (Bonnell, 1917; Kelly, 1971). Come si può facilmente evincere dall’esempio di Eva, l’avvento e il progressivo affermarsi delle “religioni del Libro”, e di quelle abramiche in particolare, determinano una serie di gravi sincopi del divino al femminile nelle loro rispettive aree di diffusione. Da quel momento, intrattenere rapporti con la Dea in qualunque sua forma, comprese quelle ofidiche o sireniche, diviene assai problematico. Ma, con le debite cautele, non è mai del tutto impossibile. Lo dimostra l’esempio della leggenda medievale della ninfa Mélusine, che assume definitivamente questo nome nei celebri romanzi di Jean D’Arras (1979)27 e di Couldrette o Coudrette (1993), ma che risale almeno al X secolo. Tradizioni orali e cronache ecclesiastiche di area sia francese che tedesca la descrivono, quasi concordemente, come una donna dall’apparenza normale, ma capace di trasformarsi in un essere per metà serpente al di sotto dell’ombelico.28 Giustamente, è stata avanzata l’ipotesi che il nome Mélusine sia la forma contratta dell’appellativo mère des Lusignans, attribuitole dal casato dei Lusignano, che rivendicava di discendere direttamente dalla sua unione con il loro leggendario capostipite, Raymond de Lusignan. Secondo la leggenda, ella sarebbe stata il frutto dell’unione di un’altra ninfa con Elinas, un leggendario re d’Albania, ovvero di Scozia.29 Sia Elinas che Raymond de Lusignan ignorano, almeno ufficialmente, la vera natura delle loro rispettive spose. Ed entrambi finiscono col trasgredire l’impegno di non osservarle nel momento in cui si metamorfosano. Perdendole così irrimediabilmente, ma non senza aver ottenuto da loro una discendenza. Alla luce degli esempi che precedono, ci sembra assai poco credibile che i due nobili abbiano davvero ignorato la reale natura delle loro spose. Mentre è molto più verosimile una finta ignoranza, al fine di non sollecitare l’ostilità dell’autorità religiosa dominante. Se infatti Elinas è un personaggio puramente immaginario, i Lusignan del Poitou sono stati una stirpe potente e numerosa. Ed è davvero molto interessante che per consolidare la loro immagine, legittimandola agli occhi dei loro sudditi ancora legati alle antiche tradizioni, abbiano sentito la necessità di “unirsi” simbolicamente al genius loci femminile già attestato e venerato in quel territorio, da molto prima dell’arrivo del Cristianesimo. Molte vie mistiche e realizzative, specialmente occidentali, hanno scelto di rappresentare, simbolicamente, la più alta esperienza individuale del sacro come delle “nozze regali”. Cioè come la rinascita interiore di quell’androgine primordiale, platonico ed edenico, che è “re” e “regina” ad uno stesso tempo. Di tutto questo si ha una chiara ma sotterranea evidenza nella tradizione iconografica ermetico cristiana delle cosiddette “nozze alchemiche”. Ebbene, alcune rare varianti di tale iconografia sono dei tardivi e sorprendenti esempi di coppie regali ofidiche. In un manoscritto alchemico in lingua tedesca del XVI secolo, custodito nella Biblioteca della John Rylands University di Manchester, è raffigurata una coppia di serpenti, entrambi con testa umana. Uno ha un volto maschile barbuto, con la scritta der man e l’altro un volto femminile, con la scritta das weib. In mezzo a queste due “correnti laterali” vi è la “terza corrente” centrale, costituita da una sorta di Drago-Mercurio. Sovrastanti su tutto, si riconoscono il globo e la corona imperiale a cupola. Perché l’ultima tappa di questa metamorfosi spirituale conduce alla condizione di Imperator ermetico (Grossato, 1999, 161). Suggestiva versione antropomorfa del caduceo ermetico, oltre ad essere un perfetto equivalente occidentale delle coppie ofidiche egizie, indiane e cinesi già viste, quest’immagine è anche un simbolo perfetto della polarità sessuale di quelle energie sottili interne, che vengono messe in opera nel corso del processo realizzativo alchemico. Una versione estremamente complessa e sofisticata, e forse ormai estenuata, dell’antichissimo simbolo sciamanico e regale della “sposa serpente”.

    6. Conclusioni
    Il mito arcaico, di origine sciamanica, della sposa serpente dei sovrani fondatori di dinastie, anche se non molto diffuso, è storicamente riaffiorato diverse volte in Eurasia, dal mito d’origine della dinastia Khmer in Cambogia a quello della casata dei Lusignan in Francia. Secondo la variante più complessa di tale mito, anch’essa molto antica, addirittura entrambi i membri della coppia regale sono serpenti. Così è nel caso delle coppia regale dei mitici Nāga in India, in quello dei leggendari Imperatori fratello e sorella Fuxi e Nügua in Cina, di Cecrope ed Armònia in Grecia e della coppia divina costituita da Iside e Serapide nell’Egitto tolemaico. Tutti esempi che stupiscono per la loro stretta somiglianza mitica e iconografica, nonostante che siano separati da grandi distanze geografiche e temporali. Essi dimostrano che presso alcune civiltà, la trasmutazione emblematica di una coppia umana in una coppia ofidica era considerata la più alta in assoluto. E fu dunque scelta ogni qual volta si volle riattualizzare ritualmente e simbolicamente la centralità funzionale, l’immortalità e l’androginia simboliche dei re sciamani primordiali.







    NOTE

    1 Sullo sciamanesimo l’opera fondamentale di riferimento resta Eliade, 1983.
    2 Come è noto, si tratta d’uno sviluppo che si verifica, quasi contemporaneamente, in diverse zone dell’Eurasia intorno al VI secolo a.C., il cosiddetto “secolo assiale”. Quasi come la riemersione in superficie di una corrente carsica, a lungo compressa.
    3 L’iniziazione per tramite di altri sciamani, vivi o defunti, costituisce, a nostro avviso, una fase successiva nello sviluppo dello sciamanesimo arcaico.
    4 Invertendo la polarità sessuale, identica è l’esperienza riferita dalle sciamane donne. Ma, per ragioni di subordinazione sociale, esse abitualmente non rivestivano ruoli “politici” di rilievo, salvo casi particolari. Sul tema dell’androginia divina vedi Eliade, 1971.
    5 Anno in cui l’imperatore romano Teodosio I pose formalmente fine alla loro esistenza. 6 Il suo regno veniva tradizionalmente collocato fra il 1556 ed il 1506 a.C.
    7 Con riferimento astronomico alla grande costellazione circumpolare del Dragone (Draco), attorno alla quale ruota in perpetuo la volta celeste (Grossato, 2001).
    8 Per un primo, sommario tentativo di iconografia comparata della metamorfosi, sia maschile che femminile, in rettile o pesce, vedi Grossato, 1999, 152-161.
    9 Storicamente, la fondazione del Regno Khmer risale ad un periodo compreso fra il III ed il IV secolo d.C.
    10 Questa Oceanina è protagonista anche di altri racconti mitici, in particolare di quello che ha come protagonista il pescatore Urashima Taro. Sul vastissimo tema mitico e leggendario dell’unione fra un uomo ed una entità marina, si veda Bettini – Spina, 2007.
    11 La questione, piuttosto complessa, richiede ulteriori ricerche.
    12 Vedi Grossato, 1999, 160-161, dove abbiamo segnalato la relativa diffusione di questo mitologema, e tentato un primo abbozzo di interpretazione e comparazione, in termini principalmente visivi. Nel pur interessante articolo di C. Donà (2009), il rapporto fra donna serpente e regalità è solo sfiorato, e al tema della coppia ofidica non si fa alcun cenno.
    13 Sul mito e l’iconografia dei Nāga vedasi Boulnois, 1939; Vogel, 1972; Sinha, 1979.
    14 Nügua avrebbe manipolato dell’argilla gialla per formare i primi esseri umani. I Cinesi, amanti delle date anche per i periodi mitici, pongono il regno di Fuxi e Nügua tra il 2952 e il 2836 a.C. Ancor oggi, immaginette di questa prima coppia imperiale ornano le dimore di molti Cinesi, perché ritenute protettrici della vita coniugale.
    15 Regnante dal 25 d.C. al 220 d.C.
    16 Uno scambio ierogamico degli strumenti necessari a misurare, rispettivamente, la Terra e il Cielo.
    17 Sulla nozione di “corpo sottile” nella storia delle religioni, e in particolare nell’Induismo, vedi Grossato, 1999 e 2009.
    18 Sul mito di Cadmo e Armònia si vedano sia Kerényi, 1963 che gli studi monografici di Calasso, 1991 e di Rocchi, 1989.
    19 Sul tema della sauroctonia vedasi Fontenrose, 1960.
    20 Figlia di Ares ed Afrodite o, secondo un’altra versione, di Zeus ed Elettra.
    21 “Cadmo e Armònia erano ritenuti un Eroe e un’Eroina. Veniva attribuito loro il culto di una coppia del regno dell’aldilà. Tant’è che nei misteri di Samotracia esisteva una celebrazione solenne del loro matrimonio. Analoga celebrazione misterica veniva celebrata anche a Tebe, dove la coppia costituita da Cadmo e Armònia veniva ricordata come 'coloro che sono degni del matrimonio'” (Kerényi, 1963, 32). Secondo alcune fonti, Cadmo conosce la sua futura sposa proprio mentre viene iniziato ai misteri di Samotracia, e la sposa su quell’isola.
    22 Serapide era una sintesi di varie figure divine, fra le quali gli dei egizi Osiride e Api, e quelli greci Zeus, Diòniso, ma soprattutto Esculapio, il dio serpente che guarisce.
    23 L’identificazione è stata fatta e resa nota nell’aprile 2012 dall’egittologa Giuseppina Capriotti. Il gruppo scultoreo, alto circa un metro, rinvenuto nella città di Dendera in un tempio dedicato ad Hathor, è conservato al Museo Egizio del Cairo.
    24 Anche in ambito islamico viene tradizionalmente rilevata l’assonanza simbolica fra i termini arabi el-hayâh “vita”, el-hayyah “serpente”, e El-Hawâ “Eva”, che letteralmente significa “la vivente”, sia in ebraico che in arabo.
    25 Forse anche Adamo, come Cecrope e Fuxi, aveva in origine una coda di serpente?
    26 Per una sorta di evidente ritegno, Ginzberg non accenna affatto a questo dato, che ci sembra invece importantissimo. Graves e Patai rinviano, come fonti, sia al trattato Erubin (18a), facente parte del Talmud babilonese, che ad un importante commentario midrashico al Genesi, il Bereschit Rabba compilato in Palestina nel V secolo (Bereschit Rabba, 1912-31, 134).
    27 L’antica leggenda di Mélusine viene definitivamente consacrata da Jean d’Arras nel suo romanzo La Noble Histoire de Lusignan (1393), per incarico del Duca Jean de Berry. Dopo di allora, questo tema sarà ripreso da vari autori successivi.
    28 Sulla leggenda di Mélusine si vedano in particolare gli studi di Kohler, 1895, Poirion, 1988, e Lecouteux, 1989.
    29 L’antico nome sia gaelico che irlandese dell’odierna Scozia era Alba. Nell’Alto Medioevo venne latinizzato in Albania.


    BIBLIOGRAFIA

    Allam S., 1963, Beiträge zur Hathorcult (bis zum Ende des Mittleren Reiches), Berlin, B. Hessling.
    Bereschit Rabba, 1912-31, Berlin, s.e., mit kritischem Apparat und Kommentar von J. Theodor, bearbeitet und ergänzt von Ch. Albeck, 3 Bände.
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    Schmidt K., 2011, Costruirono i primi templi. 7000 anni prima delle piramidi. La scoperta archeologica di Göbekli Tepe, Genova, Oltre Edizioni, trad. di U. Tecchiati.
    Silburn L., 1997, La kundalinī o L’energia del profondo, Milano, Adelphi, trad. di F.
    Sferra. Sinha B.C., 1979, Serpent Worship in Ancient India, London, East-West Publications.
    Vogel J.Ph., 1972, Indian Serpent-lore or The Nāgas in Hindu Legend and Art, Varanasi-Delhi, Indological Book House.
    Xuanzang, 1968, Si-yu-ki. Buddhist Records of the Western World, New York, Paragon Book Reprint, transl. by S. Beal.
    Zolla E., 1986, L’amante invisibile. L’erotica sciamanica nelle religioni, nella letteratura e nella legittimazione politica, Venezia, Marsilio.
     
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    Argomento molto interessante. Appena ho 10 minuti leggo bene.

    Intanto posso dire che nel Tantra di Kurukulla esistono pratiche magiche per rendere una Nagini la propria consorte. :)
     
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    QUOTE (**Destiny** @ 29/2/2016, 17:35) 
    Argomento molto interessante. Appena ho 10 minuti leggo bene.

    Intanto posso dire che nel Tantra di Kurukulla esistono pratiche magiche per rendere una Nagini la propria consorte. :)

    A proposito di Naga, in questo pdf ci trovi i rituali per avere il controllo del tempo atmosferico attraverso i naga, utile per pasquetta, ferragosto, primo maggio etc.

    http://www.alexissanderson.com/uploads/6/2...rials_in_jy.pdf
     
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    CITAZIONE (Ananda Bhairav @ 29/2/2016, 19:05) 
    CITAZIONE (**Destiny** @ 29/2/2016, 17:35) 
    Argomento molto interessante. Appena ho 10 minuti leggo bene.

    Intanto posso dire che nel Tantra di Kurukulla esistono pratiche magiche per rendere una Nagini la propria consorte. :)

    A proposito di Naga, in questo pdf ci trovi i rituali per avere il controllo del tempo atmosferico attraverso i naga, utile per pasquetta, ferragosto, primo maggio etc.

    www.alexissanderson.com/uploads/6/2...rials_in_jy.pdf

    Un sentito ringraziamento. :)
     
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    Dalla conoscenza delle forme sopravvissute nell’area mongolo-siberiana sappiamo che lo sciamanesimo è precipuamente caratterizzato da un’esperienza del divino, del soprannaturale, totalmente interiorizzata e soprattutto, non ancora proiettata all’esterno dell’essere umano, non ancora ipostatizzata. Nell’ambito delle culture turco-mongole e siberiane, lo sciamano arcaico spesso riuniva nella sua sola persona le tre figure e funzioni socialmente fondamentali del re, del sacerdote e del terapeuta. Egli costituiva dunque, per tutti gli altri, la fonte autonoma e centrale di ogni forma ed esperienza autentica del sacro all’interno della propria comunità d’appartenenza. È fondamentale ricordare che la scaturigine di queste magiche facoltà veniva molto spesso attribuita ad una sorta di amante invisibile e interiorizzata,3 con la quale lo sciamano si dichiarava totalmente unito e identificato, e che faceva quindi di lui una sorta di androgine psichico e spirituale (Zolla, 1986).4 Una sposa che era dunque anche una sorta di gemella psichica. Con chi si “sposava”, allora, il re-sciamano delle origini? Come direbbe un tantrico indiano o tibetano, semplicemente con sé stesso. Ovvero con la potenza dell’anima che, secondo l’Induismo, alberga nascosta nella più remota profondità di ciascun essere, ivi raggomitolata alla stregua di una serpe addormentata nella sua tana

    Nulla da ridire sul prosieguo dell'articolo, che presenta informazioni interessanti e pertinenti (anche se a volte vengono messe assieme cose diverse: i Draghi, ad esempio, non si possono identificato tout court con i Naga).

    La premessa da me quotata, però, è sbagliata. Il problema è che generalmente chi si occupa a livello accademico di queste cose non ha alcuna esperienza di quel che parla, e pertanto non è in grado di capire veramente la fenomenologia delle esperienze sciamaniche.

    Bisogna pertanto sottolineare che l'esperienza che fa lo sciamano non è interiore, ma esteriore. Gli Spiriti non sono parti di lui, ma parti del mondo fuori di lui (di solito). E' pur vero che la Kundalini che abbiamo dormiente nel nostro chakra muladhara è un Naga; ciò non toglie però che i matrimoni sacri con una Nagini non costituiscono il risveglio della Kundalini, pur potendo questa seguirne. La Nagini, invece, è ritenuta essere proprio uno Spirito fuori di noi; gli incantamenti presenti nel Kurukulla Tantra utilizzati per incantare una Nagini e renderla propria consorte sono fatti, appunto, nei confronti di uno Spirito esterno, non certamente nei confronti della propria Kundalini.

    Spesso, infatti, quando si parla nelle tradizioni di queste forme di matrimoni sacri, si racconta anche che lo sciamano va (o addirittura viene rapito) nel mondo dello Spirito/consorte. Il viaggio sciamanico è un viaggio fuori di noi, che potrà pur conservare sempre elementi soggettivi ed onirici, ma non può essere identificato in un viaggio dentro di sé tout court.

    Detto ciò, comunque, il ruolo del matrimonio sacro con Spiriti e Dèe esterne a noi, pur dovendolo riconoscere, non va certamente sopravvalutato. La maggior parte degli Sciamani non riferiscono affatto che i propri Poteri derivano da ciò; la maggior parte non si sposano con gli Spiriti.
     
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    Sui Draghi

    "Il Drago è uno dei più importanti animali sciamanici. E' lui che porta lo sciamano Guru Rinpoche attraverso l'aria. Connette i Tre Mondi. E' l'arcobaleno (indrayani), la connessione tra i Cieli, la Terra e i Mondi Sotterranei. Il Drago è una creatura ibrida, o in altre parole, un essere sciamanico. Ha corna come gli dèi sciamanici preistorici e dell'Età della Pietra. Secondo i "nostri" sciamani, le sue corna vengono dalla capra selvatica e sono chiamate thar o serow. Il Drago vive sulle nuvole [..]. E' spesso responsabile del tuono e del fulmine, proprio come Indra, il cui sentiero, l'arcobaleno, lui simboleggia. Lui scaglia verso Terra la vajra dhunga, l'ascia di tuono, per uccidere i kahjuro mortalmente velenosi, degli insetti simili a serpenti o persino draghi che vivono nel Mondo Sotterraneo e possono essere usati per la stregoneria. Questo è il motivo per cui delle asce di pietra si trovano negli altari sciamanici o nelle borse di medicina: possono scacciare il veleno. Il Drago, usualmente chiamato Druk o Sotag, ha il suo mantra sciamanico. Con il mantra lo sciamano può viaggiare nel e sul Drago, negli altri mondi. Il corpo del Drago è una sorta di elevatore spirituale o sciamanico. Il mantra del Drago serve anche per la navigazione, proprio come il suono del Tamburo. "Senza il Drago, nessuno Sciamano può viaggiare verso il tunnel oscuro". (Mohan Rai). Il Drago stesso è già un guaritore ed un tipo di sciamano. Il Serpente, proprio come il Drago, connette i Tre Mondi, ma solo quando la fiamma del dhupa, l'incenso, gli è disponibile. La colonna vertebrale dell'uomo è il corpo del naga e il naga dentro di noi. Pertanto, ci sono Serpenti esterni e interni. [..]" - Shamanism and Tantra in the Himalayas, pagg 110-111.

     
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    CITAZIONE (**Destiny** @ 29/2/2016, 20:47) 
    l'articolo, ... presenta informazioni interessanti ...
    La premessa da me quotata, però, è sbagliata ... l'esperienza che fa lo sciamano non è interiore, ma esteriore. Gli Spiriti non sono parti di lui, ma parti del mondo fuori di lui (di solito).

    E' il primo errore che mi è saltato agli occhi leggendo l'articolo. Però, come come fai notare, nell'insieme offre informazioni interessanti.
    CITAZIONE
    il ruolo del matrimonio sacro con Spiriti e Dèe esterne a noi, pur dovendolo riconoscere, non va certamente sopravvalutato.

    E' vero, però, anche se è difficile crederlo, i matrimoni tra esseri umani (molto particolari ;)) e esseri di altre dimensioni è un fenomeno reale e non solo simbolico, anche per quello che riguarda la prole...
     
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    CITAZIONE (Epimenide @ 29/2/2016, 23:51) 
    CITAZIONE (**Destiny** @ 29/2/2016, 20:47) 
    l'articolo, ... presenta informazioni interessanti ...
    La premessa da me quotata, però, è sbagliata ... l'esperienza che fa lo sciamano non è interiore, ma esteriore. Gli Spiriti non sono parti di lui, ma parti del mondo fuori di lui (di solito).

    E' il primo errore che mi è saltato agli occhi leggendo l'articolo. Però, come come fai notare, nell'insieme offre informazioni interessanti.
    CITAZIONE
    il ruolo del matrimonio sacro con Spiriti e Dèe esterne a noi, pur dovendolo riconoscere, non va certamente sopravvalutato.

    E' vero, però, anche se è difficile crederlo, i matrimoni tra esseri umani (molto particolari ;)) e esseri di altre dimensioni è un fenomeno reale e non solo simbolico, anche per quello che riguarda la prole...

    Per ciò che riguarda i figli avuti da parte degli Spiriti le cose funzionano più o meno così.

    E' quasi impossibile il fatto che una persona in questa realtà possa partorire un figlio di uno Spirito senza alcun rapporto sessuale fisico con un partner materiale. Non si può escludere del tutto; in certi rarissimi casi (sopratutto in altri tempi e in luoghi di Potere) è possibile che gli Spiriti si materializzino e in quel contesto potrebbe potenzialmente capitare. D'altronde lo stesso Gesù Cristo è il figlio di uno Spirito :lol:

    Comunque, generalmente ciò non è possibile ed un figlio in questa realtà è prodotto da due partner materiali. E' tuttavia possibile in questo contesto l'intervento energetico di uno Spirito tale da far ritenere il figlio come discendente dello Spirito in questione. Questo è precisamente ciò che è successo ad Alessandro Magno, perché prima della sua nascita la madre sognò di avere un rapporto sessuale con il dio Amon. Colui che ne nacque fu infatti un semi-dio.

    Invece, credo sia molto facile per una persona materiale fare figli nelle realtà non-materiali.
     
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  9. Dafne87
     
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    CITAZIONE (**Destiny** @ 1/3/2016, 22:54) 
    Invece, credo sia molto facile per una persona materiale fare figli nelle realtà non-materiali.

    In che senso? Non ho capito bene.
     
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    Shankar Kulanath

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    Mi sono espresso male.

    Quel che intendevo dire è che per un uomo-materiale è molto facile usare una donna-spirito per fare un figlio-spirito. E' invece difficile per un uomo-spirito usare una donna-materiale per fare un figlio-materiale :lol: :lol: :lol:
     
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  11. Dafne87
     
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    Ahh ok, ora è più chiaro grazie. Come mai è più difficile l'opposto?
     
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    Brutto

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    CITAZIONE (**Destiny** @ 1/3/2016, 22:54) 
    CITAZIONE (Epimenide @ 29/2/2016, 23:51) 
    E' vero, però, anche se è difficile crederlo, i matrimoni tra esseri umani (molto particolari ;)) e esseri di altre dimensioni è un fenomeno reale e non solo simbolico, anche per quello che riguarda la prole...

    Per ciò che riguarda i figli avuti da parte degli Spiriti le cose funzionano più o meno così.

    E' quasi impossibile il fatto che una persona in questa realtà possa partorire un figlio di uno Spirito senza alcun rapporto sessuale fisico con un partner materiale. Non si può escludere del tutto; in certi rarissimi casi (sopratutto in altri tempi e in luoghi di Potere) è possibile che gli Spiriti si materializzino e in quel contesto potrebbe potenzialmente capitare. D'altronde lo stesso Gesù Cristo è il figlio di uno Spirito :lol:
     
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  13. KashmirianDreamer
     
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    Molto molto interessante :b:
    Qualcuno è a conoscenza di una lista di Nagini? Ho googolato ma non ho trovato niente
     
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12 replies since 28/2/2016, 23:38   792 views
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