Domande che tutti prima o poi si fanno, esistono risposte nel buddhismo?

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    554

    Status
    Anonymous
    Il buddhismo risponde alle domande da dove veniamo, perché siamo qui e dove stiamo andando?
     
    .
  2. swami chandraramabubu sfigananda
     
    .

    User deleted


    No. O meglio in un certo senso risponde ma con 340 messaggi che hai io credo che tu lo sappia in che senso risponde (siamo qui per la brama => attaccamento => etc.). Quindi sarei portato a dedurre che la domanda è da intendersi nel senso del pensiero occidentale. Se siamo stati creati o comunque in che modo il samsara è iniziato, perché esistiamo piuttosto che non esistere (oddio, mi ricorda qualcosa...) e cosa accadrà. In questo senso le prime due domande sono addirittura un ostacolo alla liberazione. Non che non sia lecito porsele ma anche se avessimo la risposta non ci sarebbe di alcun aiuto e delle due qualsiasi cosa sapessimo ci terrebbe maggiormente legati al ciclo delle rinascite. Materia e continua mentali esistono da sempre, ovviamente sempre dal punto di vista buddhista, e con il duedecuplo nesso causale le prime due domande hanno risposta se pure non nel senso che credo ti stia chiedendo. A "dove stiamo andando?" però il Mayahana dà una risposta diretta: siamo tutti destinati a diventare dei buddha. Su due piedi non so se la dottrina del tathagatagarbha esista in forma sufficientemente delineata anche nel Theravada ma credo che implicitamente la risposta sia la stessa salvo che al posto dello stato di buddha c'è il Nirvana. Non mi pare che il Buddha abbia detto che alcuni non possono ottenere il Nirvana.
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    554

    Status
    Anonymous
    Si, comprendo.. ma alla terza domanda a cui tu dai una risposta, ti chiederei perché dovrei diventare un buddha? E perché un lombrico diventa farfalla senza sforzo, cioè realizza la sua vera natura in modo automatico mentre noi per realizzare la nostra natura di buddha diventando saggi dobbiamo sforzarci per ottenerla, come se qualcuno avesse deciso che lo sforzo è un valore.
     
    .
  4. swami chandraramabubu sfigananda
     
    .

    User deleted


    QUOTE (Non. Io @ 6/14/2022, 08:29 PM) 
    Si, comprendo.. ma alla terza domanda a cui tu dai una risposta, ti chiederei perché dovrei diventare un buddha? E perché un lombrico diventa farfalla senza sforzo, cioè realizza la sua vera natura in modo automatico mentre noi per realizzare la nostra natura di buddha diventando saggi dobbiamo sforzarci per ottenerla, come se qualcuno avesse deciso che lo sforzo è un valore.

    Sono due piani diversi; su quello biologico non c'è differenza tra la farfalla e qualsiasi altro processo. Il passaggio da bruco a farfalla non è l'espressione della propria natura; piuttosto è una trasformazione dettata dal piano genetico e lo stesso si può dire di noi umani quando ci spuntano i denti. O anche quando un essere muore. O quando cade un capello.

    Sul piano relativo alla domanda che poni la risposta è questa. Non si tratta di una specie di condanna ma semplicemente della nostra condizione, a sua volta legata a una legge di natura. Il karma aumenta in modo esponenziale; non è un modo di dire dato che (nei lam rim almeno) è detto che raddoppia ogni giorno, quindi proprio matematicamente ancor prima che metaforicamente. E di solito è karma negativo per via dell'attaccamento che fa compiere azioni disfunzionali. (A latere: a sua volta l'origine dell'attaccamento non viene esplorata, come sempre il Buddhismo è un percorso terapeutico, si prende atto della malattia e viene data la terapia; l'attaccamento ce l'abbiamo anche se si può eliminare). Per un'incredibile incastro di circostanze, per un momento brevissimo sulla scala cosmica il karma negativo proiettante non ha avuto le condizioni per maturare e abbiamo questa brevissima tregua della preziosa rinascita umana che tra le altre cose è motivo del fatto di leggerci su un forum. Sul lam.rim di Phabong.ka rimpoche c'è scritto che in tutto l'infinito estendersi del samsara indietro nel tempo, questa occasione capita due o tre volte e ora è una di quelle come minimo per tutti quelli che leggono il forum e ci scrivono, ma ovviamente anche per una certa quantità di esseri umani.

    Ora non voglio fare un trattato ma sostanzialmente ci dobbiamo sforzare perché siamo in una situazione molto precaria per la quale non c'è un perché. Tra parentesi vorrei davvero mettere in pratica per un centesimo quello che sto scrivendo. Non è che lo sforzo sia un valore, questo presuppone una specie di essere esterno o se vuoi trascente a cui immaginamo di rendere conto o chiedere. Se si crede che la situazione sia questa descritta, è ovvio che la domanda non si pone più. Infine sarebbe disonesto non dire che spesso penso queste cose pure io. Capisco bene in quei momenti l'immensa attrattiva delle religioni abramitiche su fette consistenti della popolazione mondiale; cos'è se non una proiezione della lamentela che esterneremmo a un genitore? Perché mi devo sforzare di studiare, o di andare a scuola o altro? Ma se ci pensi la domanda è del tutto priva di senso per qualsiasi tradizione spirituale in cui l'essere umano non abbia "superiori in grado". Non avrebbe senso in una prospettiva materialista, panteista e anche in diverse scuole indiane. Forse nemmeno nel neoplatonismo perché l'Uno è al di là di tutto e non ha un carattere personale. Quindi tutto dipende dalle premesse che riteniamo credibili.

    EDIT: forse sarebbe stato il caso di mettere le cose diversamente; un materialista potrebbe avere un ideale di società per costruire il quale ci si deve sforzare e la domanda "perché" ha una risposta netta. Però penso che le linee generali di quel che volevo dire si possano mantenere. Se partiamo dalla premessa buddhista che tutto è regolato da leggi meccaniche (nelle quali comunque abbiamo uno spazio d'azione) tutto diventa come vedersi una valanga arrivare addosso, capire che per spostarsi è necessario uno sforzo e a quel punto è immediato capire anche perché :D

    Edited by swami chandraramabubu sfigananda - 6/14/2022, 09:43 PM
     
    .
  5.  
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    7,616
    Location
    Vengo dal profondo Nord-Ovest

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (swami chandraramabubu sfigananda @ 14/6/2022, 21:23) 
    CITAZIONE (Non. Io @ 6/14/2022, 08:29 PM) 
    Si, comprendo.. ma alla terza domanda a cui tu dai una risposta, ti chiederei perché dovrei diventare un buddha? E perché un lombrico diventa farfalla senza sforzo, cioè realizza la sua vera natura in modo automatico mentre noi per realizzare la nostra natura di buddha diventando saggi dobbiamo sforzarci per ottenerla, come se qualcuno avesse deciso che lo sforzo è un valore.

    Sono due piani diversi; su quello biologico non c'è differenza tra la farfalla e qualsiasi altro processo. Il passaggio da bruco a farfalla non è l'espressione della propria natura; piuttosto è una trasformazione dettata dal piano genetico e lo stesso si può dire di noi umani quando ci spuntano i denti. O anche quando un essere muore. O quando cade un capello.

    Sul piano relativo alla domanda che poni la risposta è questa. Non si tratta di una specie di condanna ma semplicemente della nostra condizione, a sua volta legata a una legge di natura. Il karma aumenta in modo esponenziale; non è un modo di dire dato che (nei lam rim almeno) è detto che raddoppia ogni giorno, quindi proprio matematicamente ancor prima che metaforicamente. E di solito è karma negativo per via dell'attaccamento che fa compiere azioni disfunzionali. (A latere: a sua volta l'origine dell'attaccamento non viene esplorata, come sempre il Buddhismo è un percorso terapeutico, si prende atto della malattia e viene data la terapia; l'attaccamento ce l'abbiamo anche se si può eliminare). Per un'incredibile incastro di circostanze, per un momento brevissimo sulla scala cosmica il karma negativo proiettante non ha avuto le condizioni per maturare e abbiamo questa brevissima tregua della preziosa rinascita umana che tra le altre cose è motivo del fatto di leggerci su un forum. Sul lam.rim di Phabong.ka rimpoche c'è scritto che in tutto l'infinito estendersi del samsara indietro nel tempo, questa occasione capita due o tre volte e ora è una di quelle come minimo per tutti quelli che leggono il forum e ci scrivono, ma ovviamente anche per una certa quantità di esseri umani.

    Ora non voglio fare un trattato ma sostanzialmente ci dobbiamo sforzare perché siamo in una situazione molto precaria per la quale non c'è un perché. Tra parentesi vorrei davvero mettere in pratica per un centesimo quello che sto scrivendo. Non è che lo sforzo sia un valore, questo presuppone una specie di essere esterno o se vuoi trascente a cui immaginamo di rendere conto o chiedere. Se si crede che la situazione sia questa descritta, è ovvio che la domanda non si pone più. Infine sarebbe disonesto non dire che spesso penso queste cose pure io. Capisco bene in quei momenti l'immensa attrattiva delle religioni abramitiche su fette consistenti della popolazione mondiale; cos'è se non una proiezione della lamentela che esterneremmo a un genitore? Perché mi devo sforzare di studiare, o di andare a scuola o altro? Ma se ci pensi la domanda è del tutto priva di senso per qualsiasi tradizione spirituale in cui l'essere umano non abbia "superiori in grado". Non avrebbe senso in una prospettiva materialista, panteista e anche in diverse scuole indiane. Forse nemmeno nel neoplatonismo perché l'Uno è al di là di tutto e non ha un carattere personale. Quindi tutto dipende dalle premesse che riteniamo credibili.

    Magistrale.
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    306

    Status
    Anonymous
    QUOTE (Non. Io @ 6/14/2022, 06:54 PM) 
    Il buddhismo risponde alle domande da dove veniamo, perché siamo qui e dove stiamo andando?

    per quel poco che ho capito io, in modo assolutamente non ortodosso (aka nulla di ufficiale o canonico o veritiero, ci sono qui sul forum fior fiore di persone assolutamente preparate)

    il buddismo semplicemente ti suggerisce di - osservare - le domande: "da dove veniamo", "perche' siamo qui" e "dove stiamo andando"

    e vedere che, forse, sono solo pensieri che sorgono, rimangono per un po e poi svaniscono, non ne rimane nulla

    sono come delle nuvole

    ma non finosce qui. poi ne sorgono altri di pensieri e poi altri ancora e, esattamente con lo stesso processo, sorgono, rimangono, svaniscono nel nulla

    pero' prestando attenzione, osservando, ad un certo punto, se l'attenzione si stabilizza, puo' essere che emerga una forma di comprensione differente. non logica. esperienziale e visiva

    certo, c'e' da fare un po' di fatica

    semplicemente per il fatto che non siamo abituati a 'funzionare' in questo modo e quindi serve un filo di 'allenamento'

    detto questo mi ritiro in buon ordine perche' devo io stesso intensificare i miei personali 'allenamenti'.. che sto battendo la fiacca.. lol
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    279
    Location
    Sardinia

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (Non. Io @ 14/6/2022, 20:29) 
    ...perché dovrei diventare un buddha? E perché un lombrico diventa farfalla senza sforzo, cioè realizza la sua vera natura in modo automatico mentre noi per realizzare la nostra natura di buddha diventando saggi dobbiamo sforzarci per ottenerla, come se qualcuno avesse deciso che lo sforzo è un valore.

    Per come la vedo io, la mia "realizzazione" la posso ottenere NON sforzandomi, ma lasciando andare che gli eventi accadano.

    CITAZIONE (*Francesco @ 14/6/2022, 23:27) 
    ...il buddismo semplicemente ti suggerisce di - osservare - le domande: "da dove veniamo", "perche' siamo qui" e "dove stiamo andando"
    e vedere che, forse, sono solo pensieri che sorgono, rimangono per un po e poi svaniscono, non ne rimane nulla
    sono come delle nuvole
    ma non finosce qui. poi ne sorgono altri di pensieri e poi altri ancora e, esattamente con lo stesso processo, sorgono, rimangono, svaniscono nel nulla
    pero' prestando attenzione, osservando, ad un certo punto, se l'attenzione si stabilizza, puo' essere che emerga una forma di comprensione differente. non logica. esperienziale e visiva

    certo, c'e' da fare un po' di fatica...

    La fatica, per me, è solo (!!!) iniziale, poi deve intervenire la spontaneità, si deve comprendere il concetto di "retto sforzo" dell'ottuplice sentiero e poi lasciarlo andare.
    Impara l'arte e mettila da parte.
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    306

    Status
    Anonymous
    QUOTE (Frantore @ 6/15/2022, 08:19 AM) 
    Per come la vedo io, la mia "realizzazione" la posso ottenere NON sforzandomi, ma lasciando andare che gli eventi accadano.

    La fatica, per me, è solo (!!!) iniziale, poi deve intervenire la spontaneità, si deve comprendere il concetto di "retto sforzo" dell'ottuplice sentiero e poi lasciarlo andare.
    Impara l'arte e mettila da parte.

    concordo assolutamente. per 'fatica' intendevo esattamente lo sforzo iniziale indispensabile a creare e mantenere stabile nel tempo la posizione 'dissociata' (o 'associata', dipende dai punti di vista). cosa che, almeno per me, non e' affatto scontata sopratutto partendo con la testa a freddo. mi devo mettere di picca a volte anche dura (nel senso di docilmente ostinata)

    solamente dopo, quando e' stabile, e' un lasciar andare. se non altro perche', mi si passi il gioco di parole (secondo me solo a meta'), quando non c'e' nulla di sostanziale da osservare.. cosa si osserva..? e chi osserva..? lol
     
    .
  9. swami chandraramabubu sfigananda
     
    .

    User deleted


    QUOTE (*Francesco @ 6/15/2022, 02:22 PM) 
    solamente dopo, quando e' stabile, e' un lasciar andare. se non altro perche', mi si passi il gioco di parole (secondo me solo a meta'), quando non c'e' nulla di sostanziale da osservare.. cosa si osserva..? e chi osserva..? lol

    Rispettivamente:

    1) L'oggetto dell'attenzione (LOL, lo so solo in inglese "object of engagement")
    2) Tu, sei tu che stai osservando l'oggetto dell'attenzione.

    Secondo me un sacco di cattivi testi e filmati inducono l'idea che a un certo punto si perdano dei punti di riferimento della mente nel suo stato normale e che "non c'è nulla da osservare" oppure "non esiste il soggetto" (variante "e l'oggetto") oppure ancora che si fonderebbero in chi sa cosa.

    Per quanto ne so alcune tradizioni usano parole simili ma dato che nel titolo del topic compare la parola "buddhismo" magari sarà meglio precisare che questo tipo di ricerca e conseguimento di stati mentali del genere è quella che nel caso fortunato porta dritto ai quattro assorbimenti e alle relative rinascite nel mondo del senza forma o poco giù di lì, che sono tra le peggiori.

    Una corretta meditazione buddhista comporta sempre la vivida (auto)consapevolezza del soggetto e dell'oggetto; che poi a un certo punto si raggiungano stati mentali non discorsivi e non descrivibili a parole suppongo sia vero, ma personalmente preferisco mantenere i piedi per terra. Il tipo di dualismo che dovrebbe sparire è l'interiorizzazione (falsa) di soggetto e oggetto ciascuno esistente indipendentemente. Sparisce o si fonde un falso modo di apparire dei fenomeni, non soggetto e oggetto.
     
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    306

    Status
    Anonymous
    QUOTE (swami chandraramabubu sfigananda @ 6/15/2022, 02:57 PM) 
    QUOTE (*Francesco @ 6/15/2022, 02:22 PM) 
    solamente dopo, quando e' stabile, e' un lasciar andare. se non altro perche', mi si passi il gioco di parole (secondo me solo a meta'), quando non c'e' nulla di sostanziale da osservare.. cosa si osserva..? e chi osserva..? lol

    Rispettivamente:

    1) L'oggetto dell'attenzione (LOL, lo so solo in inglese "object of engagement")
    2) Tu, sei tu che stai osservando l'oggetto dell'attenzione.

    Secondo me un sacco di cattivi testi e filmati inducono l'idea che a un certo punto si perdano dei punti di riferimento della mente nel suo stato normale e che "non c'è nulla da osservare" oppure "non esiste il soggetto" (variante "e l'oggetto") oppure ancora che si fonderebbero in chi sa cosa.

    Per quanto ne so alcune tradizioni usano parole simili ma dato che nel titolo del topic compare la parola "buddhismo" magari sarà meglio precisare che questo tipo di ricerca e conseguimento di stati mentali del genere è quella che nel caso fortunato porta dritto ai quattro assorbimenti e alle relative rinascite nel mondo del senza forma o poco giù di lì, che sono tra le peggiori.

    Una corretta meditazione buddhista comporta sempre la vivida (auto)consapevolezza del soggetto e dell'oggetto; che poi a un certo punto si raggiungano stati mentali non discorsivi e non descrivibili a parole suppongo sia vero, ma personalmente preferisco mantenere i piedi per terra. Il tipo di dualismo che dovrebbe sparire è l'interiorizzazione (falsa) di soggetto e oggetto ciascuno esistente indipendentemente. Sparisce o si fonde un falso modo di apparire dei fenomeni, non soggetto e oggetto.

    ciao swami, penso che siamo fondamentalmente d'accordo. e' solo che sono del tutto goffo nell'esprimermi

    pertanto traduco a braccio (non faccio il traduttore, pero', passatemi le inesattezze, si tratta grosso modo di traduzione parola a parola senza contesto, e' solo per fornire uno spunto anche a chi non sa l'inglese), copiando e incollando l'originale in fondo, un testo del maestro tulku urgyen rimpoche che e' del tutto in linea con quello che ho letto di recente (e amato moltissimo) del maestro norbu

    me lo ha caldamente consigliato un utente del forum ed esprime assolutamente meglio di quanto sia in grado di fare io (oltre a mandarmi in brodo di giuggiole quando lo leggo) qualcosa che condivido totalmente senza mezzi termini fino all'ultima virgola e che ho cercato grossolanamente di esprimere prima

    'colui che conosce deve riconoscere la sua mente. a quel punto vediamo che non c'e' nemmeno un pelo di qualcosa da vedere. e' come e' stato detto nel sutra del cuore: 'nessuna forma, nessuna sensazione, nessuna percezione, nessuna formazione, nessuna coscienza; nessun occhio, nessun orecchio, nessun naso, nessuna lingua, nessun corpo, nessuna mente'. questa assenza di qualunque sostanza e' chiamata dharmakaya. c'e' qualche cosa di piu prezioso nel mondo intero di dharmakaya? nel momento in cui si vede questo, non c'e' una cosa da vedere. in questo momento il fatto o l'esperienza e' la ovvia attualita'. la qualita' cognitiva che vede che non c'e' nulla da vedere e' chiamata l'aspetto sambhogakaya dello stato risvegliato. l'assenza di qualunque cosa concreta della mente, e la sua abilita' di sapere che non c'e' nessuna cosa, come l'acqua e il bagnato, il fuoco e il calore, lo zucchero e la dolcezza. quella indivisibile unita' di questi due aspetti - essere vuoto e conoscere - e' chiamato il nirmanakaya.

    The knower needs to recognize his own mind. We then see that there isn't even a
    hair-tip of something to see. It is as the Heart Sutra said: "No form, no
    feeling, no perception, no formation, no consciousness; no eye, no ear,
    no nose, no tongue, no body, no mind." That absence of any concrete
    substance whatsoever is called dharmakaya. Is there anything more precious
    in this entire world than dharmakaya?
    In the moment of seeing that, there is no 'thing' to see. In this moment
    that fact or experience is an obvious actuality. The cognizant
    quality that sees that there is no thing to see is called the sambhogakaya
    aspect of the awakened state. The mind's absence of any concrete thing,
    and its ability to know that it is no thing, are indivisible, like water and
    wetness, fire and heat, sugar and sweetness. That indivisible unity of
    these two aspects -being empty and cognizant- is called the nirmanakaya.

    as it is. tulku urgyen rimpoche


    la classe non e' acqua, e' evidente che in termini di chiarezza rispetto a quanto ho provato ad esprimere prima modello 'io speriamo che me la cavo' si viaggia su pianeti totalmente diversi

    pertanto e' meglio che vado a dare l'omogeneizzato alla bambina che i pantaloni bianchi me li ha gia' battezzati con le mani sporche di cioccolato lol
     
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    916

    Status
    Anonymous
    L'importante è non mettersi a "leggere il libro" dall'ultimo capitolo invece che dal primo, altrimenti poi si fa una gran confusione. Questo, parlando in generale; vale per tutti e ogni tanto lo ripeto a me stesso.
    Non conosco il livello di pratica di ciascuno, né sarei comunque in grado di "giudicare", essendo il mio poco più che principiante.
    Ma penso che quel consiglio, che ho visto ripetuto più volte da persone che stimo molto, ad esempio Swami, sia molto prezioso.
     
    .
  12. swami chandraramabubu sfigananda
     
    .

    User deleted


    QUOTE (*Francesco @ 6/15/2022, 04:10 PM) 
    ciao swami, penso che siamo fondamentalmente d'accordo. e' solo che sono del tutto goffo nell'esprimermi

    Mi spiace essermi in un certo senso impicciato. Finché non si ha la pretesa di insegnare, e certo non è il tuo caso né quello dei partecipanti al forum, gli stati mentali di ciascuno sono in un certo senso insindacabili. Purtroppo per quanto ci abbia lavorato mi resta qualche sfumatura negativa nell'approccio alle materie che mi interessano, tra i cui aspetti uno è commentare cose che non dovrei. Ho seguito un po' altre scuole buddhiste e in una in particolare c'è molta insistenza sulle parole "non duale" / "il soggetto e l'oggetto sono fusi" (non nel senso di "stanchi" LOL) / "chi è il soggetto?" e così via. E parliamo di una scuola vecchia di secoli la cui autorità è indiscutibile. Ed è una scuola buddhista, che però è estrema anche su questi approcci alla meditazione, che sono da veri "professionisti" della pratica.

    Per questo, ricordando che meditare in un certo modo porta a rinascite molto negative, e dato che altri potrebbero leggerci, ma prima ancora per il mio attaccamento al sé e all'orgoglio, ho pensato di puntualizzare questa cosa.

    Probabilmente a un certo punto si arriva a quegli stadi che sono descritti con parole non tanto diverse dalle tue; non per niente i testi mettono molto in guardia ricordando di accompagnare le meditazioni con la motivazione altruistica che mette al riparo il praticante. Personalmente nemmeno faccio meditazione quindi cerco di riferire quello che mi pare di aver capito.

    Torno nel mio angolino tanto ne uscirò a qualche prossimo post sul forum :D

    Edited by swami chandraramabubu sfigananda - 6/15/2022, 05:56 PM
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    306

    Status
    Anonymous
    QUOTE (swami chandraramabubu sfigananda @ 6/15/2022, 05:18 PM) 
    QUOTE (*Francesco @ 6/15/2022, 04:10 PM) 
    ciao swami, penso che siamo fondamentalmente d'accordo. e' solo che sono del tutto goffo nell'esprimermi

    Mi spiace essermi in un certo senso impicciato. Finché non si ha la pretesa di insegnare, e certo non è il tuo caso né quello dei partecipanti al forum, gli stati mentali di ciascuno sono in un certo senso insindacabili. Purtroppo per quanto ci abbia lavorato mi resta qualche sfumatura negativa nell'approccio alle materie che mi interessano, tra i cui aspetti uno è commentare cose che non dovrei. Ho seguito un po' altre scuole buddhiste e in una in particolare c'è molta insistenza sulle parole "non duale" / "il soggetto e l'oggetto sono fusi" (non nel senso di "stanchi" LOL) / "chi è il soggetto?" e così via. E parliamo di una scuola vecchia di secoli la cui autorità è indiscutibile. Ed è una scuola buddhista, che però è estrema anche su questi approcci alla meditazione, che sono da veri "professionisti" della pratica.

    Per questo, ricordando che meditare in un certo modo porta a rinascite molto negative, e dato che altri potrebbero leggerci, ma prima ancora per il mio attaccamento al sé e all'orgoglio, ho pensato di puntualizzare questa cosa.

    Probabilmente a un certo punto si arriva a quegli stadi che sono descritti con parole non tanto diverse dalle tue; non per niente i testi mettono molto in guardia ricordando di accompagnare le meditazioni con la motivazione altruistica che mette al riparo il praticante. Personalmente nemmeno faccio meditazione quindi cerco di riferire quello che mi pare di aver capito.

    Torno nel mio angolino tanto ne uscirò a qualche prossimo post sul forum :D

    ma figurati swami, sei molto piu preparato di me (per esempio non ho la piu pallida idea della scuola a cui ti riferisci. allo stato sto cercando solo di conoscere un poco lo dzochen (incontrando quando leggo affinita' per me sbalorditive)) e sei assolutamente legittimato, per lo meno per quanto mi riguarda, a fare tutte le puntualizzazioni che ritieni opportune

    specie quando a volte scrivo cose che magari nella mia testa sono in un certo modo ma, come accade spesso trattando argomenti come quello in oggetto, magari poi con le parole, alla lettura, risultano fuorvianti

    e quand'anche ci fossero effettivamente opinioni davvero divergenti io faccio parte di quel gruppo di persone che ritiene il confronto costruttivo una risorsa assolutamente utile

    quindi, tranquillo, non ti fare davvero problemi di sorta
     
    .
  14. swami chandraramabubu sfigananda
     
    .

    User deleted


    QUOTE (*Francesco @ 6/15/2022, 10:55 PM) 
    allo stato sto cercando solo di conoscere un poco lo dzochen (incontrando quando leggo affinita' per me sbalorditive))

    E difatti indovina un po' a quale scuola mi riferivo? Ci avevo pensato che ti interessasse lo dzog.chen (magari l'hai pure scritto altrove ma non leggo tutto) e a quanto pare è così. Piuttosto grazie a te ho scoperto che facebook non è stata da meno di google e altri e quindi ha sviluppato il suo linguaggio di programmazione, è orribile. Nel senso che non riesco a stare dietro a tutto e sì che per me non è lavoro :(
     
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    306

    Status
    Anonymous
    QUOTE (swami chandraramabubu sfigananda @ 6/15/2022, 10:59 PM) 
    E difatti indovina un po' a quale scuola mi riferivo? Ci avevo pensato che ti interessasse lo dzog.chen (magari l'hai pure scritto altrove ma non leggo tutto) e a quanto pare è così.

    per la verita' ho letto solamente un libro del maestro norbu e sono a meta' del secondo del maestro urgyen e quando leggo rimango a bocca aperta, in alcuni momenti, mi viene persino da ridere per la totale sintonia. ovvio non sempre

    per esempio quando cominciano ad accennare a pratiche tantriche con dei, visualizzazioni e mantra, capisco al volo dove vogliono andare a parare ma tendo ad annoiarmi

    mentre sulla quasi totalita' degli altri argomenti sono totalmente allineato. quando torno in italia un giro in qualche centro che segue questa tradizione lo voglio fare assolutamente

    QUOTE (swami chandraramabubu sfigananda @ 6/15/2022, 10:59 PM) 
    Piuttosto grazie a te ho scoperto che facebook non è stata da meno di google e altri e quindi ha sviluppato il suo linguaggio di programmazione, è orribile. Nel senso che non riesco a stare dietro a tutto e sì che per me non è lavoro :(

    [ot_mode]
    gia', anche facebook ha sviluppato il suo linguaggio. il gioco e' sempre lo stesso: quando la stessa compagnia possiede al tempo stesso una piattaforma popolare e impone un linguaggio proprietario per la stessa (android (gg) -> kotlin (gg)/ ios (apple) -> swift (apple)) fa una montagna di soldi perche' in buona sostanza, direttamente o indirettamente, definisce tutto l'ecosistema dei pay-off. sviluppatori, utenti finali, tutto e tutti. a suo vantaggio ovviamente

    facebook (ora ribattezzato 'meta') adesso ci sta provando spingendo il cosidetto meta-verso (in pratica la realta' virtuale), a zuck non basta aver ehm.. 'rintontito' per essere riduttivi un paio di generazioni intere. la piattaforma ce l'ha gia ed e' oculus (quella specie di maschera/occhiali che si indossa), se il discorso comincia a prendere piede, sicuro impone un linguaggio proprietario cosi' blocca utenti e sviluppatori al suo interno e di li non escono. al che tutta la torta della pubblicita' e' sua
    [/ot_mode]

    (scusatemi l'ot)
     
    .
40 replies since 14/6/2022, 17:54   866 views
  Share  
.