I ricordi ingannano la vita presente?

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    Visto che bisogna vivere il presente senza essere attaccati al passato, come ci si deve comportare con i ricordi, soprattutto quelli piacevoli che ci rallegrano una giornata triste o ci fanno ricordare appunto una persona o una situazione piacevole?
     
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    QUOTE (Non. Io @ 9/30/2022, 02:56 PM) 
    Visto che bisogna vivere il presente senza essere attaccati al passato, come ci si deve comportare con i ricordi, soprattutto quelli piacevoli che ci rallegrano una giornata triste o ci fanno ricordare appunto una persona o una situazione piacevole?

    ciao, secondo me li si osserva e se ne prende atto senza ulteriori passaggi. come quando si osserva, che ne so, il cielo, le stelle o una nuvola. osservazione nuda. punto. a stretto giro si osserva esattamente nella stessa maniera la tristezza (a cui fai riferimento) e se permane la si continua ad osservare

    e, sempre secondo me, dal momento che stai osservando, sei automaticamente e strutturalmente nel presente
     
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    Si, ma osservando come fai a non farti coinvolgere emotivamente, a non provare emozioni, riesci a distaccartene?
     
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    Lemure archivista ex fiancheggiatore del Dharma

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    QUOTE (Non. Io @ 9/30/2022, 02:56 PM) 
    Visto che bisogna vivere il presente senza essere attaccati al passato

    Perché mai? Questi sono traguardi non punti di partenza e nemmeno intermedi. Non dimentichiamo che l'attaccamento in ambito buddhista ha quasi un significato tecnico, è quello che entra nel duodecuplo nesso causale. E' ovvio che in pratica c'è ampia sovrapposizione ma la distinzione conta.
    QUOTE
    come ci si deve comportare con i ricordi, soprattutto quelli piacevoli che ci rallegrano una giornata triste o ci fanno ricordare appunto una persona o una situazione piacevole?

    Domande che son sempre difficili perché tendono ad andare in sfere soggettive e capisco che è un mio errore (verso me stesso, intendo, le mie tendenze di carattere) alimentarle.

    Per quanto posso dire credo che la cosa migliore sia non negarli o tentare di dire a sé stessi che sono qualcosa di negativo; al contrario, usarli per svoltare la giornata tenendo presente la loro natura impermanente. Già passare dal normale pensiero di volerli rivivere al pensiero che essendo tutto impermanente se ne potranno vivere di nuovi (se si creeranno le condizioni) è un bel passo avanti a carattere molto buddhista e credo non sia facile, o almeno non lo è per me. Penso però che arrivare a questi pensieri possa essere possibile ed è migliorativo. Chiaramente è l'attaccamento morboso che non va bene ma cosa sia rivivere un ricordo in modo morboso solo l'individuo può valutare.

    Ho il sospetto che certe divulgazioni del Buddhismo e penso soprattutto a quelle giapponesi per un semplice motivo contingente (sono guerrieri nell'animo quindi atteggiamento militare nell'istruzione) tendano a soppiantare le aspirazioni con imperativi. Non voglio ovviamente dire che le altre tradizioni non hanno problemi. Quella Theravada e quella tibetana ne hanno di altri. Quale che sia il processo di diffusione delle idee che porta a percepire come imperativi quella che è solo una strada non so, ma credo esista. Lo leggo spesso il "dato che dobbiamo (X, Y, Z...)". Ma non credo che le cose siano così semplici, pensarle così avvicina molto l'approccio a quei motivatori mental coach che finiscono sempre col dire cose ovvie se pure con buone intenzioni.

    Edited by swami chandraramabubu sfigananda - 9/30/2022, 08:03 PM
     
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    QUOTE (Non. Io @ 9/30/2022, 05:03 PM) 
    Si, ma osservando come fai a non farti coinvolgere emotivamente, a non provare emozioni, riesci a distaccartene?

    fatto salvo quanto puntualizzato da swami che sottoscrivo completamente, non e' un processo 'o tutto o niente', (io con la mia solita irruenza sono partito in quarta e sono andato diritto quasi in fondo dando per scontato quasi tutto), e' invece secondo me progressivo. e non e' nemmeno un 'obbligo'. e' secondo me un 'opzione', si puo' scegliere di provare a verificare se si puo' 'funzionare' in un modo differente da come siamo normalmente abituati a fare

    parlo di nuovo per me, le emozioni per quanto mi riguarda, si manifestano in termini prevalentemente cenestesici o detto piu' terra-terra, come una sensazione (positiva o negativa a cui poi attribuisco un significato a seconda del contesto) in un certo punto dello stomaco (piu raramente del petto).. beh.. idealmente, a motore rodato.. ne prendo atto e punto

    inizialmente non e' semplice perche' e' l'esatto contrario di cio che sono abituato a fare. le emozioni e le sensazioni che ne costituiscono la base sono la mia 'road map' per decidere la mia reazione a seguire

    personalmente mi e' abbastanza utile (ma non so assolutamente se sia un sistema 'ortodosso' (ti conviene parlare con un Maestro, io riporto solo mie esperienze personali) che per altro da un certo punto di vista sento che e' un esercizio per un certo verso sbagliato perche crea 'separazione' ma e', per me, 'propedeutico') e' quello di 'registrare' verbalmente il flusso dell'esperienza mentalmente: 'pensiero'.. 'immagine'.. 'sensazione'.. 'immagine'.. suono.. ecc. modello ragioniere contabile lol (pero', ripeto, questo e' solo uno dei miei test che funziona per me. parla con qualcuno di competente se ti interessa approfondire)

    altra cosa che io trovo utile e' giocare con il respiro

    poi, se non mi abbiocco (cosa che accade di frequente... lol), a un certo punto, si capisce a un qualche livello che e' inutile verbalizzare, e allora mi ammutolisco completamente e rimango in osservazione

    spero che il contributo possa essere utile, anche solo per indurre a documentarsi piu' approfonditamente
     
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    CITAZIONE (Non. Io @ 30/9/2022, 14:56) 
    Visto che bisogna vivere il presente senza essere attaccati al passato, come ci si deve comportare con i ricordi, soprattutto quelli piacevoli che ci rallegrano una giornata triste o ci fanno ricordare appunto una persona o una situazione piacevole?

    I ricordi piacevoli non devono farti tornare al passato, per esempio se continui a pensare alla tua prima macchina di 20 anni fa (una 500 rossa) adesso è inutile che ne compri una simile, continueresti a vivere e a tornare ad un passato che non c'è più. Questo è fonte di distrazione dal presente e di mancanza di attenzione ai fatti ed alle situazioni che succedono adesso. Quindi un conto è il ricordo della tua prima macchina un altro conto è ricomprarne una uguale con l'obbiettivo di rivivere quel lontano tempo andato. Spero sia chiaro. Questo atteggiamento è doppiamente negativo in quanto ti fai prendere da un fatto presente di cui non ne hai pieno controllo, una piacevole sensazione di attaccamento alla tua macchina di quando avevi 18 anni, ossia ti fai distrarre anche dal presente. La sensazione è talmente bella che non riesci ormai ad immaginare un futuro in cui non possiedi la tua bella macchina dei bei tempi andati, fatto che potrebbe benissimo non essere vero visto che domani te la rubano, per cui prima ti incazzi per poi cadere in un dispiacere ed un dolore doppiamente tale e di cui avresti potuto benissimo fare a meno se avessi almeno comprato senza pensarci troppo su la prima macchina che ti fosse capitata, magari una semplice Panda o un'altra utilitaria. Quindi come vedi i tre tipi di distrazioni (tornare al passato, farsi prendere dal presente e immaginare al futuro) sono fonte di dolore e sofferenza e vanno evitati, l'unico atteggiamento da tenere è l'attenzione al momento presente.

    Edited by Pasquale F. - 2/10/2022, 09:34
     
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