Corpo di arcobaleno: antecedenti nel Canone pāli?

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    CITAZIONE (swami chandraramabubu sfigananda @ 1/2/2024, 23:01) 
    CITAZIONE (Obi_Wan_Kenobi @ 2/1/2024, 10:57 PM) 
    Per un fan come me del "solo mente" :D credo si aprano scenari interessanti in tale prospettiva.
    Vabbeh ho detto due cose per iscrivermi alla discussione :lol:

    Quando ho capito che lo yogachara è molto lontano dall'idealismo sono cascato dalla sedia, ci ho messo un po' per metabolizzarlo. A mia discolpa posso gettare tutta la colpa (vado matto per incolpare e seminare zizzania :D ) sul fatto che la maggior parte dei testi generali di Buddhismo in cui mi sono imbattuto presentano uno yogachara fortemente venato di idealismo e, peggio, come se fosse "la" filosofia-esperienza nel Buddhismo. So che sono cose che sai e le virgolette erano lì apposta ma mi piace agganciarmi ai post e divagare.

    In realtà, per miei limiti ovviamente (scusandomi per l'o.t.) non so se ho ben capito cosa intendi :D
    Né sono in grado di spiegare con parole mie l'idea che mi son fatto della "realtà" grazie alla lettura e riflessione sulle parole di gente molto ma moooolto più "dentro" di me in ste cose :D
     
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    Chiaramente è difficile stabilire ciò che è simbolico da ciò che non lo è. Spesso e volentieri gli ottenimenti "fisici" e "mentali" sono insieme simboli e realtà di fatto.

    Personalmente sulla questione siddhi e simili mi sono già espresso in passato qui sul forum; per me i vari "poteri psichici" come la chiaroveggenza ecc. sono cose ormai provate e studiate a vari livelli.
    Non solo i testi antichi di tutte le civiltà sono pieni di riferimenti a queste capacità; ma ormai anche a livello (para)psicologico ormai sono indagate da almeno 150 anni, con risultati talvolta sorprendenti e che aprono tutta una serie di domande: queste capacità/questi fenomeni fanno parte di tutta l'umanità o no? Vengono da "fuori" o dall'inconscio o una via di mezzo? Sono simboli di qualcosa o no? Ecc.

    Per quanto riguarda l'ottenimento invece dei vari corpi di luce sono fenomeni abbastanza rari, per cui anche nei testi religiosi sono riservati spesso ai pochi che riescono a manifestarli dopo un certo iter spirituale; mentre fenomeni quali alcuni "poteri psichici" sono già molto più comuni
     
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    QUOTE (Obi_Wan_Kenobi @ 2/1/2024, 11:23 PM) 
    QUOTE (swami chandraramabubu sfigananda @ 1/2/2024, 23:01) 
    Quando ho capito che lo yogachara è molto lontano dall'idealismo sono cascato dalla sedia, ci ho messo un po' per metabolizzarlo. A mia discolpa posso gettare tutta la colpa (vado matto per incolpare e seminare zizzania :D ) sul fatto che la maggior parte dei testi generali di Buddhismo in cui mi sono imbattuto presentano uno yogachara fortemente venato di idealismo e, peggio, come se fosse "la" filosofia-esperienza nel Buddhismo. So che sono cose che sai e le virgolette erano lì apposta ma mi piace agganciarmi ai post e divagare.

    In realtà, per miei limiti ovviamente (scusandomi per l'o.t.) non so se ho ben capito cosa intendi :D
    Né sono in grado di spiegare con parole mie l'idea che mi son fatto della "realtà" grazie alla lettura e riflessione sulle parole di gente molto ma moooolto più "dentro" di me in ste cose :D

    Niente di che, le mie solite contorte divagazioni. Anche se hai messo "sola mente" tra virgolette ho pensato che anche nel tuo sangue come quello di tutti ci fosse un pizzico dell'idea che si ha dello Yogachara a livello del senso comune buddhista, secondo la quale tutto quello che si sperimenta è, come dice il nome, solo mentale. In effetti non è così e mi sono accodato al tuo post dicendo che quando l'ho scoperto me ne sono un po' stupito, tutto qua. Ovviamente non era critica né osservazioni verso di te.
     
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    CITAZIONE (eizo @ 1/2/2024, 19:23) 
    che dirti... sospendo anch'io a priori qualsiasi tipo di giudizio personale sulla questione.

    Nel buddhismo sino-giapponese sono presenti riferimenti alla luce?
     
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    CITAZIONE (Fantasia @ 2/2/2024, 11:59) 
    CITAZIONE (eizo @ 1/2/2024, 19:23) 
    che dirti... sospendo anch'io a priori qualsiasi tipo di giudizio personale sulla questione.

    Nel buddhismo sino-giapponese sono presenti riferimenti alla luce?

    Sono buddhismi "immensi", nel senso che hanno svariate scuole, a volte anche difformi tra loro.
    Ovviamente fanno proprio il Canone Pali, quindi implicitamente sì, per i Sutta che abbiamo già discusso.
    Vi è poi la mole dei Sutra Mahayana e di vari Tantra...

    Peraltro alcuni di questi Sutra sono testi lunghi e complessi con descrizione di altri piani di esistenza, alcuni citano il tema della luce innumerevoli volte e ovviamente affermano che molteplici Buddha emettono luce. Vedi ad esempio lo Avataṃsaka Sūtra, giusto per citarne uno.

    In generale, in molti Sutra Mahayana si cita la prabhsvara-citta, ossia la mente illuminata. Però siamo a livello di mente, non di corpo, per il corpo le citazioni sono minori (vedi ad esempio quella che ti ho indicato sopra).
    Vi è anche il concetto della svasaṃvedana, ossia della consapevolezza riflettente (concetto Yogacara), che ovviamente è anche luminosa / riflette la luce e da qui la generazione delle percezioni e della realtà.

    Per non parlare poi della nautra di Buddha, ossia il Tathagatagarbha, che è per sua natura chiaro, luminoso, risplendente e intrinsecamente puro. Alcuni Sutra in cui sono espressi questi concetti sono il Lankavatara Sutra e Shurangama Sutra.

    Edited by Mjölnir - 2/2/2024, 12:41
     
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    CITAZIONE (Mjölnir @ 2/2/2024, 12:26) 
    Sono buddhismi "immensi", nel senso che hanno svariate scuole, a volte anche difformi tra loro.
    Ovviamente fanno proprio il Canone Pali, quindi implicitamente sì, per i Sutta che abbiamo già discusso.
    Vi è poi la mole dei Sutra Mahayana e di vari Tantra...

    Grazie della risposta. Potresti dirmi qualcosa sulle domande formulate in questo messaggio? Sono davvero curioso, perché delle tradizioni buddhiste differenti dal Theravāda ho una conoscenza soltanto "manualistica", e tuttavia mi piacerebbe sapere dei nessi che, direttamente o indirettamente, collegano storicamente i testi canonici, in particolare i sutta, agli sviluppi successivi.
     
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    CITAZIONE (Fantasia @ 2/2/2024, 11:59) 
    CITAZIONE (eizo @ 1/2/2024, 19:23) 
    che dirti... sospendo anch'io a priori qualsiasi tipo di giudizio personale sulla questione.

    Nel buddhismo sino-giapponese sono presenti riferimenti alla luce?

    la luce pura e limpida in un singolo istante della tua mente: questo e' il Buddha universale che abita a casa tua

    (linjilu)

    la luce piu' bella di cui abbia mai letto e sentito parlare da un buddhista... :wub:
     
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    CITAZIONE (Fantasia @ 2/2/2024, 12:35) 
    CITAZIONE (Mjölnir @ 2/2/2024, 12:26) 
    Sono buddhismi "immensi", nel senso che hanno svariate scuole, a volte anche difformi tra loro.
    Ovviamente fanno proprio il Canone Pali, quindi implicitamente sì, per i Sutta che abbiamo già discusso.
    Vi è poi la mole dei Sutra Mahayana e di vari Tantra...

    Grazie della risposta. Potresti dirmi qualcosa sulle domande formulate in questo messaggio? Sono davvero curioso, perché delle tradizioni buddhiste differenti dal Theravāda ho una conoscenza soltanto "manualistica", e tuttavia mi piacerebbe sapere dei nessi che, direttamente o indirettamente, collegano storicamente i testi canonici, in particolare i sutta, agli sviluppi successivi.

    Il messaggio da te citato non ha domande, quindi non capisco cosa vorresti approfondire.
    Comunque ho modificato la mia risposta di cui sopra.
     
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    CITAZIONE (Mjölnir @ 2/2/2024, 12:50) 
    Il messaggio da te citato non ha domande, quindi non capisco cosa vorresti approfondire.
    Comunque ho modificato la mia risposta di cui sopra.

    "questo" ("questo messaggio"), in grassetto, è cliccabile e rimanda alle mie domande. Per comodità, però, ti riporto il link di seguito: #entry464443221.
     
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    CITAZIONE (Fantasia @ 30/1/2024, 17:22) 
    CITAZIONE
    Segnalo però dei sutta con argomenti similari, che si prestano a tracciare similarità con altre pratiche, quali Dzogchen o Tantra.

    Potresti dettagliare questo punto?

    CITAZIONE
    Questo testo, in parte, ricorda la descrizione di uno stato oltre le Cinque Luci dello Dzogchen.

    Di nuovo, potresti dare qualche informazione in più?

    CITAZIONE
    Digha Nikaya 11, Kevatta Sutta: vi sono spiegazioni di pratiche ed altro che ricordano insegnamenti Tantra, filosofia Cittamatra e Dzogchen.

    Conosco questo sutta, ma molto poco le tradizioni che hai citato. Potresti, allora, spiegarmi la relazione tra il Kevaṭṭa-sutta e i successivi sviluppi che hai detto?

    CITAZIONE
    Infine, in alcuni Sutta si tratta del tema della luce

    Nel Bāhiya-sutta, verso la fine, il Buddha dice del defunto Bāhiya che è divenuto "del tutto estinto" (parinibbuto), e subito dopo pronuncia dei versi ispirati che pure hanno a che vedere con la luce, con tanto evidente quanto misterioso riferimento al nibbāna, di cui si dice: ove i quattro elementi non trovano appoggio (gādhati), ivi non rifulgono le stelle, né il sole né la luna, eppure non vi è tenebra (tamo). Suppongo che questo passo sia da interpretare nel senso che, innanzitutto, il nibbāna non è una dimensione fisica, perché ivi terra, acqua, aria e fuoco non sussistono, e poi che, pur mancandovi quelle sorgenti luminose che sono le stelle, non si trova oscurità, ma - possiamo desumerlo? - una "luce" di natura non fisica. Che ne dici?

    Velocemente:

    Prima domanda: ho già risposto citando vari Sutta.
    Seconda domanda: non ritengo sia possibile trattare certi argomenti su un forum, aggiungendo più di quanto si possa già trovare in internet in merito. Rimando qui:

    https://en.wikipedia.org/wiki/Five_Pure_Lights
    http://tibetanbuddhistencyclopedia.com/en/...ive_Pure_Lights
    www.dharmawheel.net/viewtopic.php?t=1358
    http://www.tibetanbuddhistencyclopedia.com...of_Rainbow_Body
    https://en.wikipedia.org/wiki/T%C3%B6gal
    https://studybuddhism.com/en/advanced-stud...ets-of-dzogchen
    https://studybuddhism.com/en/advanced-stud...uddhist-systems

    Terza e quarta domanda: sono documenti estesi, purtroppo ora non ho tempo.
     
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    Grazie del materiale linkato!

    Poco fa mi sono tornati in mente altri riferimenti alla luce nel canone: nel Sāmaññaphala-sutta, che è già stato menzionato nella nostra discussione, non solo si descrivono le straordinarie caratteristiche della mente nel quarto jhāna, ma - questo non è stato detto - si parla anche dei presupposti - come il controllo dei sensi (indriyasaṃvara) - e il progresso nella pratica formale della contemplazione grazie all'abbandono degli ostacoli (nīvaraṇappahāna); in particolare, viene detto che abbandonando thinamiddha, ottusità e torpore, il praticante “dimora” (viharati) percependo la luce (ālokasaññī), consapevole e chiaramente discernente (sato sampajāno).

    La percezione della luce (ālokasaññā) compare anche nel Pacalāyamāna-sutta, in cui il Buddha esorta Mahāmoggallāna a vincere la sua sonnolenza durante la meditazione attraverso vari metodi. Uno di questi consiste giustappunto nel focus sull’ālokasaññā, fissando l’attenzione (adhiṭṭhahati) sulla percezione della luce diurna (divāsaññā), in modo tale da sviluppare una mente luminosa (sappabhāsa).

    Ancora, l’Āloka-sutta menziona quattro luci – quella della luna (candāloka), quella del sole (sūriyāloka), quella del fuoco (aggāloka) e quella della sapienza (paññāloka) -, dichiarando quest’ultima come la migliore, l’eccelsa, la suprema (etadaggaṃ), presumibilmente in quanto capace di illuminare la verità ultima. Questo discorso fa parte di un breve capitolo dell’Aṅguttaranikāya chiamato Ābhāvagga, dove sono presenti dei sutta in cui la paññā è posta al di sopra di luna, sole e fuoco: così nell’Ābhā-sutta, dove si pone come apicale lo “splendore della sapienza” (paññābhā); nel Pabhā-sutta, dove allo stesso modo si parla di “luce della sapienza” (paññāpabhā); nell’Obhāsa-sutta, dove parimenti si parla di “lucentezza della sapienza” (paññobhāsa); e nel Pajjota-sutta (AN 4.145), in cui la “lampada della sapienza” (paññāpajjota) è detta la migliore.
     
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    CITAZIONE (Fantasia @ 2/2/2024, 15:11) 
    ... nel quarto jhāna ... il praticante “dimora” (viharati) percependo la luce (ālokasaññī), consapevole e chiaramente discernente (sato sampajāno).

    ... uno di questi consiste giustappunto nel focus sull’ālokasaññā, fissando l’attenzione (adhiṭṭhahati) sulla percezione della luce diurna (divāsaññā), in modo tale da sviluppare una mente luminosa (sappabhāsa).

    Ancora, l’Āloka-sutta menziona quattro luci – quella della luna (candāloka), quella del sole (sūriyāloka), quella del fuoco (aggāloka) e quella della sapienza (paññāloka) -, dichiarando quest’ultima come la migliore, l’eccelsa, la suprema (etadaggaṃ), presumibilmente in quanto capace di illuminare la verità ultima.

    A mio avviso, se queste pratiche e relativi concetti sono gestiti intimamente insieme a sunyata (non come due cose separate ma considerando Paññāloka e Śūnyatā come la stessa cosa, o non cosa, o nè cosa nè non cosa, etc...), e relative pratiche, si arriva a spunti decisamente interessanti.
     
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    CITAZIONE (Mjölnir @ 2/2/2024, 16:53) 
    A mio avviso, se queste pratiche e relativi concetti sono gestiti intimamente insieme a sunyata (non come due cose separate ma considerando Paññāloka e Śūnyatā come la stessa cosa, o non cosa, o nè cosa nè non cosa, etc...), e relative pratiche, si arriva a spunti decisamente interessanti.

    Considera che in un testo canonico di genere Abhidhamma, il Paṭisambhidāmagga, si trova un'intera sezione dedicata alla classificazione e alla discussione analitica delle diverse specie di vuoto. Le riporto di seguito nella traduzione inglese di Bhikkhu Ñāṇamoli:
    - suññasuñña, voidness as voidness;
    - saṅkhārasuñña, voidness of formations;
    - vipariṇāmasuñña, voidness in change;
    - aggasuñña, supreme voidness;
    - lakkhaṇasuñña, voidness by characteristic;
    - vikkhambhanasuñña, voidness by suppression;
    - tadaṅgasuñña, voidness by substitution of opposites;
    - samucchedasuñña, voidness by cutting off;
    - paṭippassaddhisuñña, voidness by tranquillization;
    - nissaraṇasuñña, voidness as escape;
    - ajjhattasuñña, internal voidness;
    - bahiddhāsuñña, external voidness;
    - dubhatosuñña, voidness in both ways;
    - sabhāgasuñña, similar voidness;
    - visabhāgasuñña, dissimilar voidness;
    - esanāsuñña, voidness in search;
    - pariggahasuñña, voidness in embracing;
    - paṭilābhasuñña, voidness in obtainment;
    - paṭivedhasuñña, voidness in penetration;
    - ekattasuñña, voidness in unity;
    - nānattasuñña, voidness in difference;
    - khantisuñña, voidness in choice;
    - adhiṭṭhānasuñña, voidness in steadiness;
    - pariyogāhaṇasuñña, voidness in fathoming;
    - voidness in the ultimate meaning (paramatthasuñña) of all kinds of voidness (sabbasuññatāna).


    Poiché questo testo risale all'incirca al II d.C., come ritiene von Hinüber, è ipotizzabile che la sezione sul vuoto possa essersi definita in relazione con i primi Prajñāpāramitāsūtra (dove il concetto di vacuità è di grande importanza), i più antichi dei quali rimontano agli ultimi secoli avanti l'era volgare. È, dunque, cronologicamente compatibile che la Suññakathā possa averne risentito. Non ti sembra uno spunto interessante, questo?
     
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    Certamente interessante, dopodiché, dal mio punto di vista, la conoscenza deve essere messa in atto nella pratica.
     
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    Senz'altro! Tu in quale tradizione pratichi?

    Per quanto riguarda ancora il tema della luce, mi sono ricordato che un altro elemento di pratica sull'āloka è quello dell'āloka-kasiṇa, parte dei quaranta soggetti tradizionali di meditazione (kammaṭṭhāna). Nel canone troviamo menzionati dieci kasiṇa nel Mahāsakuludāyi-sutta, dove tuttavia manca proprio quello in esame:
    - kasiṇa-terra (paṭhavīkasiṇa),
    - kasiṇa-acqua (āpokasiṇa),
    - kasiṇa-fuoco (tejokasiṇa),
    - kasiṇa-aria (vāyokasiṇa),
    - kasiṇa-blu (nīlakasiṇa),
    - kasiṇa-giallo (pītakasiṇa),
    - kasiṇa-rosso (lohitakasiṇa),
    - kasiṇa-bianco (odātakasiṇa),
    - kasiṇa-spazio (ākāsakasiṇa),
    - kasiṇa-coscienza (viññāṇakasiṇa).


    Nel Visuddhimagga (V, 36), che spiega con considerevole dettaglio come praticare usando i kasiṇa, compreso quello di luce, si dice che quest'ultimo è, secondo la traduzione inglese di Bhikkhu Ñāṇamoli, "the basis for such powers as creating luminous forms, banishing stiffness and torpor (thinamiddha), dispelling darkness, causing light for the purpose of seeing visible objects with the divine eye (dibbacakkhu)".

    È possibile, ma si tratta di una mera ipotesi, tutta da verificare, che l'ālokasaññā come pratica si sia evoluta nella pratica basata sull'āloka-kasiṇa di cui parla Buddhaghosa.
     
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