Esperienze meditative

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    Un anno fa durante la meditazione ebbi un'esperienza particolare, che da allora non si è più verificata. Praticamente mentre ero concentrato sul respiro, provo una sensazione piacevole al centro della fronte, seguita da un interruzione di qualsiasi percezione sensoriale, non sentivo neanche più il respiro e non avevo neanche più la percezione del corpo, l'unica cosa che vedevo era uno spazio sconfinato che mi ricordava struttura in Matrix. All'inizio era quasi spaventoso sembrava di essere morto, ma poi divenne piacevole, provai una serenità e una gioia mai sperimentata prima di allora. Le volte successive ho continuato a meditare ma non è più successo niente del genere. Avete mai provato esperienze simili e ne sapete qualcosa al riguardo.
     
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    QUOTE (Kopernicus @ 20/4/2024, 22:18) 
    Avete mai provato esperienze simili e ne sapete qualcosa al riguardo.

    ciao, premesso che qui sul forum sono l'ultima ruota del carro quanto a preparazione, quindi prendi le mie osservazioni cum grano salis

    penso sia abbastanza 'normale', meditando, sperimentare 'stati alterati' di coscienza. dopo tutto non e' che siamo esattamente 'abituati' a osservare: 'toh, un pensiero..!', 'ah, un suono', 'uups una sensazione' :D

    il funzionamento 'normale' (e lo sa a maggior ragione chi appunto medita o anche pratica semplice rilassamento) e' quello di saltare da un pensiero al successivo attaccati con l'attack :D e reagire agli stimoli in maniera del tutto 'automatica'

    quindi mi appare fisiologico che provando con piu' o meno successo ad interrompere un meccanismo di funzionamento standard e 'dissociarsi' si abbiano esperienze insolite

    se mi posso permettere un paio di suggerimenti che, ripeto, ti invito a prendere con le pinze, nella mia esperienza anche tali 'stati alterati' arrivano, permangono e se ne vanno. forse piu' lentamente del normale ma non si sottraggono minimamente al processo usuale

    due. a mio avviso e' del tutto normale cercare di razionalizzare e capire un fenomeno che e' accaduto e che abbiamo trovato piacevolmente insolito, e' del tutto umano. secondo me pero' bisogna stare attenti a non inseguirlo nella pratica

    perche' sarebbe esattamente uguale a correre dietro, che ne so, ad un gelato che ci e' piaciuto. o piu' precisamente, sarebbe auspicabile prenderne atto ed osservare tale desiderio ne piu' ne meno di come si osserverebbe quello del gelato di cui sopra :lol:

    spero che qualche cosa di quanto ho scritto ti possa tornare utile :)
     
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    Ho capito, ho letto che non bisogna fissarsi troppo su queste esperienze. Volevo solo condividere magari con qualcuno che ne sa più di me al riguardo.
     
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    QUOTE (Kopernicus @ 4/20/2024, 10:18 PM) 
    All'inizio era quasi spaventoso sembrava di essere morto, ma poi divenne piacevole, provai una serenità e una gioia mai sperimentata prima di allora. Le volte successive ho continuato a meditare ma non è più successo niente del genere. Avete mai provato esperienze simili e ne sapete qualcosa al riguardo.

    Purtroppo dal punto di vista di restare legati a cose riscontrabili, solo noi possiamo vedere nella nostra mente e come dice Kuelo "la risposta è dentro di te. Epperò è sbajata". Intendo dire che conosciamo poco la mente e qualsiasi spiegazione o valutazione vale quanto le altre eccetto assurdità come l'azione di piccoli draghi verdi nascosti nell'ippocampo o cose così. Avendo solo noi stessi per valutare, per forza di cose la risposta "è sbajata". Praticamente per definizione, mica perché siamo stupidi. Intendo dire: figurati quanto poco possa valere un'opinione di un altro soggetto.

    Esperienze così forti mai provate. Ma parole come quelle che usi le applicherei all'unico sogno bello della mia vita che non sia stato un incubo e abbia riguardato temi così spirituali. Credo di capirti, almeno vagamente.

    Sapere qualcosa, no o almeno poco. Possono essere inquadrate in vari modi nell'ambito del Buddhismo, per cautela opterei per l'approccio low profile, e questo non è altro che quello che si può desumere dalle idee che possiamo formarci sul karma a partire dai testi. Abbiamo preso tutte le rinascite possibili, in tutti i modi possibili e ciascuna infinite volte, mica una sola o due. Infinite volte siamo stati gli Hitler di chi sa quale pianeta, infinite volte siamo stati i vari Pasteur, Salk, etc. gente che ha rispettivamente ammazzato e salvato milioni di persone "in una botta sola". Siamo stati, e qui arrivo al punto, anche dèi del mondo della forma e del mondo del "senza forma". Queste divinità rinascono così perché hanno avuto in vite precedenti una eccezionale capacità di sviluppare gli stati profondi della meditazione, a un passo da quello in cui si conseguirebbe la liberazione ma hanno per così dire sbagliato mira. Quindi tra le latenze karmiche che ci sono in ciascuno c'è anche la confidenza con gli stati avanzati della meditazione. Ritengo verosimile che qualcosa di questo tipo di confidenza con la meditazione possa tranquillamente riaffiorare nella vita presente come ricordo, come vera e propria capacità di meditare facilmente o anche come nel tuo caso, come "flash", come piccola finestra che per un momento si apre e poi si richiude.

    Sempre su questa falsariga a seconda del karma questa esperienza potrebbe restare isolata oppure seguìta da altre magari a cadenza sempre più ravvicinata. Oppure non ripetersi per una o più vite successive.

    Come è stato detto "il manuale della giovane marmotta buddhista" suggerisce di non dare troppa importanza a queste esperienze o addirittura provare a riprodurle. Penso che questo vero e proprio topos non esaurisca la complessità della nostra mente. Per esempio, ri-avere queste esperienze potrebbe produrre quella massa critica di voglia di fare, di riprovarci e permettere così di affinare la meditazione. Naturalmente è l'uso che si fa successivamente a fare la differenza. Se si è sempre motivati dal desiderio di liberazione (di sé stessi e/o di tutti gli esseri) diventa un lavoro produttivo e si consegue l'obiettivo. Diversamente produce, come detto, le cause per rinascere come divinità, che è considerata una rinascita sfortunata. Il motivo è che vivere migliaia di eoni letteralmente in "god mode" consuma molto buon karma pregresso e invariabilmente o quasi, resta quello negativo che porta a una rinascita negli stati di sofferenza. Anche queste rinascite di sofferenza durano tempi per noi inimmmaginabili e preferisco personalmente tenermi i miei buoni incubi ma sperare in una rinascita meno sfigata piuttosto che una di quelle degli stati inferiori.

    Naturalmente io non ho visto tutto questo né posso (né vorrei) dimostrarlo. Ho solo riferito la prospettiva delle scuole tibetane Mahayana, che non esaurisce il Buddhismo ma è quella a me meno ignota tra tutte.

    Edited by swami chandraramabubu sfigananda - 4/22/2024, 05:26 PM
     
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