Buddhismo Italia Forum

Posts written by Epi

  1. .
    CITAZIONE (Sun Yun @ 17/10/2021, 21:20) 

    Sarà un caso? Da decidere se figlio di ignoranza o malafede... :rolleyes:

    Mi tocca dar ragione a Belpietro e a Cacciari, chi l'avrebbe mai detto :D (comunque nessuna analisi sopraffina solo semplice buon senso).

    243228011-4537931459601815-5967634775220561341-n


    Poi c'è il Vernacoliere che meglio di tutti dà l'idea... :lol:

  2. .
    CITAZIONE (Y. Chakra @ 3/10/2021, 14:02) 
    CITAZIONE (Epi @ 2/10/2021, 19:01) 
    Il Buddha non so... ma possiamo dire che il buddhismo vede l'uomo come una marionetta dove i fili sono mossi dal karma... e un enigmatico Linji: “Guardate le marionette che si muovono sulla scena. C’è sempre un uomo all’interno che tira i loro fili”. :=/:

    Presuppone una matrice del karma che dovrebbe essere contraria alla natura della mente. Il che renderebbe il buddhismo dualistico.

    A che ti riferisci, alla marionetta mossa dal karma o a Linji? Se ti riferisci a Linji mi devi però spiegare cosa intende (o cosa pensi lui intenda... :D)
  3. .
    CITAZIONE (Y. Chakra @ 2/10/2021, 13:39) 
    Marionette? Chissa' se Buddha conderava l'uomo una marionetta.

    Il Buddha non so... ma possiamo dire che il buddhismo vede l'uomo come una marionetta dove i fili sono mossi dal karma... e un enigmatico Linji: “Guardate le marionette che si muovono sulla scena. C’è sempre un uomo all’interno che tira i loro fili”. :=/:
  4. .
    Non sapevo dove postare il video ma questa discussione tutto sommato mi pare adatta :lol:

    L'antefatto:
    CITAZIONE (Epi @ 11/7/2020, 01:35) 
    Rust Cohle il detective filosofo :rolleyes:

    www.youtube.com/watch?v=WfnAKKvGa3s

    https://axismundi.blog/2019/01/06/true-det...-di-rust-cohle/

    https://axismundi.blog/2019/12/10/lessere-...r-e-marionetta/

    https://axismundi.blog/2020/07/09/linfluen...QijShYLsCtiiShw

    ... la vita dell’io, che generalmente si reputa autonoma, non è nulla di più che un’illusione abilmente tessuta da millenni, per fare in modo che la maggior parte degli individui che compongono l’umanità non si renda conto dell’inutilità che grava sulle proprie scelte e sulle conseguenti azioni. «Dentro di noi», scrive Ligotti, «non c’è niente che si possa chiamare “noi”. Messa da parte l’illusione condivisa, siamo marionette», o, per dirla diversamente, «accidenti generati a caso e condizionati dispoticamente»: osservazioni nichilistiche che, come il lettore potrà notare da sé, lo stesso Rust fa sue nella serie televisiva sceneggiata da Pizzolatto.

    Marco Maculotti su True Detective:



    www.mimesisedizioni.it/libro/9788857572833
  5. .
    Samorini sull'edizione italiana di "Piante degli Dei" di Schultes e Hofmann
    (https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__...ultes-libro.php)

  6. .
    CITAZIONE (Vajramuk @ 5/6/2016, 10:42) 
    CITAZIONE (Epimenide @ 5/6/2016, 10:11) 
    Robert Adams (1928 – 1997)
    Anche lui possiamo etichettarlo come esponente del Neo-Advaita.

    Epi questo pare fosse serio, leggi la bio e altro.
    Curiose le visioni di Sri Ramana che aveva.

    Il neo-advaita, a mio modo di vedere, viaggia spesso tra l'autoipnosi e la maniera... :rolleyes: ma come fenomeno della sociologia della religione è interessante e qualche praticante su cui soffermarsi lo si trova.
    Qui una bella testimonianza di Edward Muzika (https://realization.org/p/ed-muzika/portal.html) che ricordando Robert Adams racconta della sua esperienza.

    www.famigliafideus.com/wp-content/...ward-Muzika.pdf
  7. .
    Tummeggiando tra le nevi 🥶🔥😁

  8. .
    Tra MKUltra e nostalgia dell'interezza... :rolleyes:


    20210726-222129

    20210726-222153
  9. .
    In questa discussione abbiamo spesso trattato di curiosi personaggi. Eccone un altro :rolleyes:

    Nella foto un giovane Antonio Costantini, Dj di Radio Monte Carlo, conosciuto come Awanagana (dal film "Un americano a Roma" dove Sordi è Nando Mericoni, il barista infatuato degli USA che maneggia perfettamente la lingua della perfida Albione: "Polizia de Kansas City... orait orait... awanagana..." :D)

    20210623-221744


    Oggi lo ritroviamo (lo spoiler è solo per creare un minimo di effetto sorpresa :lol:) nel ruolo di...
    ... ambasciatore dell’Ordine dei Templari all’ONU e dal 2019 Segretario Generale del V.E.O.S.P.S.S, Pauperes Commilitones Christi Templique Salomonis.

    https://www.google.com/amp/s/www.savonanew...no-di-loro.html

    https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e...adio-124050.htm
  10. .
    CITAZIONE (**Destiny** @ 9/6/2018, 19:13) 
    Si può trovare qualcosa in più sul lavoro di questa Mary Fiore? Ha scritto qualche testo?

    Edit Fiore è una ipnoterapista americana animata da un notevole cinismo intellettuale... :rolleyes: pur non credendoci neanche un po' tratta (con ottime tecniche e brillanti risultati) i suoi clienti come "posseduti", generalmente da anime vaganti e smarrite, da reindirizzare sulla retta via verso l'aldilà. Qualche pagina tradotta in italiano da "Les Esprits Possessifs"

    https://www.flipbookpdf.net/web/site/67b37...pdf.html#page/1

    Un altro suo libro è "The Unquiet Dead"
    https://books.google.it/books/about/The_Un...AAJ&redir_esc=y
  11. .
    Adda venì baffone...

    5fd8c0fc15e9f9769e27fb8e


    ... o è tempo del comunismo psichedelico?

    223533171-4514479601951582-4289207329579543169-n

    :lol:
  12. .
    Avevo letto di sfuggita tra le notifiche email un post dove il Generalissimo poneva alcune domande sull'inconscio: conosce il bene e il male, media o conduce, e il karma?
    Il post è stato cancellato ma le domande sono interessanti. Le lasciamo lì a fluttuare nell'aria... :rolleyes: Comunque quando si parla di "inconscio" ogni scuola ha la propria definizione (come per "coscienza"), Fortunato è guidato da una sorta di verità pragmatica consapevole che la mappa non sarà mai il territorio e per questo soggetta a infiniti possibili e funzionali cambiamenti. L'immagine che propone (ne accennammo qualche post fa) dell'inconscio è quella di un triangolo equilatero di cui una porzione molto limitata (la punta) rappresenta il conscio mentre tutto il resto, frantumato in una miriade (?) di parti, sarebbe l'inconscio.

    Una sintesi dallo scritto (sintetico già di suo :D) che apre questa discussione:

    CITAZIONE
    《 [...] Tutto quanto segue va inteso in una cornice di “come se”, perché si tratta sempre di mappe della realtà, e non possiamo affermare cosa è vero e cosa è falso, ma solo cosa funziona. Allora, per cominciare, le persone in “stato allargato di coscienza” si comportano e rispondono come se fossero multiple: cioè composte da una moltitudine di “esseri”. [...]
    Negli stessi anni [intorno al 1975] Ralph Allison introdusse un’ulteriore distinzione puntualizzando che in questa molteplicità sembrano emergere “parti” di natura diversa, di tipo più “spirituale”, non collegabili con la storia della persona, che non intervengono sulla persona e sulla sua vita, talvolta indipendenti anche come valori e punti di vista e con vaste conoscenze (Allison e Bearhs le definiscono “parti che sanno tutto”) normalmente non accessibili alla persona.
    [...] Mi unisco ad alcuni degli Ericksoniani moderni (come Wolinsky e Baldwin) nel pensare che questo sia uno dei problemi maggiori di tutte le psicoterapie, cioè a quale personalità stiamo facendo terapia e a quale no. La domanda si pone: è possibile prenderle tutte in conto contemporaneamente? Qual è quella che disfunziona? In effetti, per alcune malattie basta negoziare con l’unica Parte malata per ottenere la guarigione. [...]
    Secondo me e Ralph Allison negli stati allargati di coscienza le persone concordemente riconoscono che esiste una Identità Vera e Naturale e che sarebbe nostro compito rivelarla e metterla a capo di tutto. Il lettore avrà riconosciuto certe idee di Jung... non c’è da stupirsi perché Jung riceveva insegnamenti da Entità misteriose probabilmente della stessa natura degli ISH (Internal Self Helpers). Questa identità vera naturale potrebbe essere l'anello mancante, cioè parzialmente della natura delle identità e parzialmente di natura spirituale. Probabilmente il miglior candidato a quella leadership di cui parlava Beahrs. [...] 》

    Per quel che riguarda il ricercare "l'Identità Vera e Naturale e metterla a capo di tutto" Fortunato riteneva «l'operazione fattibile (per Jung auspicabile), indicata dalle metaparti come salvifica, e si può fare in varie tappe che ovviano alle difficoltà, 'educando' il Vero Sé a vivere in questo mondo con l'esperienza necessaria». Ho scritto "riteneva" perché oggi pare :=/: trovi più funzionale una vera e propria integrazione delle varie parti. Cosa voglia dire davvero, in questo caso, però non lo so. È un uorcinprogres :lol:

    Edited by Epi - 25/7/2021, 20:01
  13. .
    CITAZIONE (Epimenide @ 19/3/2016, 19:56) 
    CITAZIONE (**Destiny** @ 19/3/2016, 12:28) 
    Ho cercato il testo Unità e Molteplicità di John Bears e non ho trovato nulla.

    E' questo:
    John O. Beahrs, Unity and multiplicity, New York, Brunner/Mazel, 1982
    - https://books.google.it/books/about/Unity_...PgC&redir_esc=y
    - www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/00029157.1985.10402632

    C'è anche Ralph Allison che secondo Fortunato ha seguito un percorso simile al suo:
    R.B. Allison, Mind in many pieces, New York, Rawson/Wade, 1980

    Jeanette è una personalità multipla in cura da Allison. Un giorno Allison riceve una telefonata da Jeanette, non può rispondere e richiama più tardi; Jeanette non ne sa nulla, qualche altra personalità ha chiamato e così lei decide di parlarci. Il marito su sua richiesta prepara il registratore, esce di casa, e Jeanette registra la conversazione: chiama Lydia, ad un certo punto esce Karen. Il nastro sarà poi consegnato ad Allison.

    https://www.flipbookpdf.net/web/site/77930...pdf.html#page/1
  14. .
    Questa discussione, direttamente o indirettamente ha avuto a che fare con riferimenti alla "gnosi" e allo "gnosticismo" due termini iperinflazionati che da trent'anni a questa parte sono diventati la chiave con cui leggere o creare ogni prodotto culturale (romanzi, film, fiction TV, etc.). È quindi dovuto un accenno al libro di Riberi che in stile echiano non si è fatto mancare niente... :rolleyes: Lo scritto che segue è parte della recensione di Ezio Albrile.

    Paolo Riberi, Il serpente e la croce. Duemila anni di gnosi: dai Vangeli apocrifi ai Catari, da Faust ai Supereroi, prefazione di Domenico Devoti, Lindau, Torino 2021, pp. 334, Euro 24,00.


    La parola gnōsis in greco significa «conoscenza» e nel contesto storico-religioso è utilizzata per designare due distinte attitudini speculative, da un lato infatti si indica col termine «gnosi» tutto ciò che ha attinenza con l’universo della «conoscenza segreta» e delle dottrine sapienziali, mentre dall’altro col termine «gnosticismo» si designa una specifica corrente religiosa propagatasi nel mondo antico a partire dal tardo ellenismo. È questa specifica corrente, un tempo conosciuta solo nelle fonti degli avversari, cioè nei Padri della Chiesa che la combatterono violentemente, che anni addietro ha avuto una nuova riscoperta grazie al ritrovamento, nelle sabbie del deserto egiziano presso Nag Hammadi (l’antica Chenoboskion), di una importante biblioteca in lingua copta. Si tratta dei cosiddetti manoscritti di Nag Hammadi, una cospicua serie di trattati gnostici che per la prima volta rivelavano nelle fonti originali i testi di quest’antica ‘eresia’. Il tratto fondamentale dello gnosticismo era la reinterpretazione in chiave «rovesciata» di tutta la storia biblica: così il malvagio Serpente edenico era il veicolo della conoscenza salvifica, mentre il Dio dell’Antico Testamento si trasformava in un diabolico Demiurgo, omicida ed ignorante. Il principio su cui si basavano gli Gnostici per arrivare ad una simile, estrema conclusione era che se il Dio da cui deriva l’Anima dell’uomo era un Dio buono e luminoso, non poteva certamente avere a che fare con un mondo colmo di orrori e di angosce. Il nostro universo era l’universo della scissione in cui nulla era «reale», tutto era creato affinché l’uomo soffrisse in balìa di potenze a lui oscure. Il cosmo era quindi creato secondo gli Gnostici da un Creatore inferiore, un Demiurgo maldestro ed ignorante. Gli Gnostici, in trattati quali l’Apokryphon Johannis, ovvero il «Libro segreto di Giovanni» descrivevano le nefande imprese demiurgiche di questo Creatore inferiore da loro chiamato Ialdabaōth, cioè «Padre del Caos». Padre del Caos poiché generatore della struttura cosmica: Ialdabaōth creava i suoi Arconti, Angeli malvagi facitori del cosmo. In tutte le tradizioni gnostiche gli Arconti principali corrispondevano ai sette pianeti dell’astrologia tolemaica, mentre una serie demonizzata di Decani inferiori sovrintendeva alle particolarità dell’universo, in questo modo l’uomo era creato da una serie di Arconti inferiori che segnavano e sovrintendevano ad ogni sua parte corporea. Quest’impresa, che nell’astrologia medievale prenderà il nome di «melothesia», era però fallimentare: l’Adamo creato dagli Arconti era una carcassa inerte, incapace di reggersi in piedi. Le potenze della tenebra, ignare della loro limitatezza, avevano plasmato un involucro inutile: solo l’intervento del Dio trascendente e luminoso porterà alla vivificazione del corpo di Adamo.

    Assecondando le concezioni gnostiche l’uomo nella sua finitudine somatica deve comprendere quindi la propria vera identità, ciò che era ab initio, prima di giungere in questo mondo ed in questo corpo, entrambi creati dal Demiurgo. Deve percepire la «mancanza», la condizione lapsaria in cui vive oggi, nell’istante demiurgico, e deve conoscere la «via» per fuggire, per emanciparsi dal tempo e dallo spazio. Diventano così molto importanti i due momenti della discesa e dell’ascesa, della catabasi e dell’anabasi della scintilla luminosa dimorante nell’uomo, in riferimento al passato e al futuro. La vicenda soteriologica si definisce in relazione allo spazio ed al tempo, poiché se il male profondo è cercato nella spazialità della «creazione malvagia» operata dal Demiurgo omicida, la salvezza dev’essere cercata nello spazio ipercosmico, nella «terra luminosa» del manicheismo, cioè in un «tempo senza tempo» dimora di un Dio che non è il creatore di questo mondo, ma vive ab aeterno in un’altra modalità di esistenza. Fondamenti teoretici da cui il Riberi trae linfa scritturale per tracciare una storia della «gnosi» che travalica i secoli e si spinge sin nei più remoti e impensati luoghi della cultura occidentale. [...]

    L’uomo – come affabulava Hans Jonas – vive in una dimensione inautentica, lacerato in una duplice alienazione ontologica: è «straniero», estraneo al mondo, luogo in cui alberga il nulla, il kenōma, ma allo stesso tempo ha dimenticato di essere parte di un mondo luminoso e celeste, il plērōma gnostico. La luce del plērōma è la «grande sorgente» che scorre tra le paludi dell’Iraq e dell’Iran, a sud di Bagdad, alle foci del fiume formato dalla confluenza del Tigri con l’Eufrate, lo Šaṭṭ al-‘Arab, e nel Khūzestān, sulle rive del fiume Karun, dove vivono ancora ai giorni nostri i discendenti di un’antica religione gnostica. Il loro nome, Mandei, è la traduzione aramaico-orientale del greco Gnōstikoi: essi sarebbero cioè gli «Gnostici» per eccellenza. La sorgente luminosa è chiamata «acqua vivente del Giordano» che scaturisce dalla «prima grande luce», la fonte della gloria luminosa: questi epiteti designano tra i Mandei il nome segreto della «Madre» celeste: Aina usindirka, letteralmente «Sorgente e palma da dattero». Lei è la «matrice» (mandaico tanna < medio-persiano tan «corpo») di fuoco da cui procede l’acqua di vita, dilagante aspetto femminile della forza creatrice. È la Madre spermatica che si rivela in un trattato di Nag Hammadi, il «Tuono. La mente perfetta» (Brontē), nelle sembianze di «prostituta e santa», «vergine e maritata». Nel Ginzā, il testo sacro dei Mandei, ella battezza il Sōtēr Hibil-Zīwā («Abele-Splendore» = Seth) con le rilucenti acque dei 365 Giordani che compongono il mondo superiore: una figurazione che i Mandei condividono con l’iranica Ardvī Sūrā Anāhitā, la dea liquida padrona dello xvarənah, lo «splendore fiammeggiante»; il suo fiume che dalla cima del monte Hukairya, al centro dell’ecumene, scorre giù sino al «mare» onirico Vouru.kaša, contiene tanto xvarənah quanto tutte le acque della terra.
    [...]

    Miti gnostici che si leggono nel Pirandello de L’uomo dal fiore in bocca o ancora meglio nel Fu Mattia Pascal, versioni secolarizzate de Alice nel paese delle meraviglie: un sottile gioco di illusioni tra il Bian Coniglio e il più famoso White Rabbit psichedelico della pillola di Matrix, soglia verso il mondo immaginale di Malakūt, narrato nell’iranismo salottiero di Corbin e vissuto in quello militante del grande e inarrivabile Gianroberto Scarcia. Il Nabokov apocalittico di Lolita era forse ignaro di quanto si raccontava nella Protennoia Trimorphe di Nag Hammadi «Le tre forme della precognizione» (una delle possibili traduzioni): Barbelo, la Madre gnostica, discende nelle profondità del Caos ed è la prima a rendersi incomprensibile agli Arconti poiché reca in se stessa il mistero nel quale mondi e oblivioni si elidono. La finalità della catabasi è dimostrare che soltanto nella regione del pericolo è possibile trovare il «tesoro». Nella concezione gnostica l’uomo cade in balia di forze oscure e inafferrabili, diventa un mero involucro somatico, una prigione nella quale sono esiliate le particelle provenienti dalla vera realtà, il ‘Mondo della Luce’. È questo il «tesoro» che lo gnostico cela in sé. Un mito plasticamente effigiato dalla discesa del Redentore nelle acque terrene, fluido letale che vincola la luce al disordine cosmico. Una prospettiva sostanzialmente negativa dalla quale il «perfetto» gnostico, può paradossalmente emanciparsi proprio attraverso il rito battesimale, un rito che nella «Religione della Luce», il manicheismo, verrà completamente interiorizzato.

    [...] Implicita in questa pletora di gnosticismi è la metafora del trasfondersi di un’unica essenza luminosa nella molteplicità del divenire. L’apocalisse gnostica Zostriano (che il Riberi sta approntando per una inedita, prima, versione italica) definisce tale ricorrenza animica con il termine paroikesis, «trasmigrazione», corrispondente all’ebraico galut, «esilio» (da collegare all’ebraico gilgul, nel senso di un manifestarsi ciclico dell’anima). L’Uomo primigenio, l’Archanthrōpos, «cade», rimane fatalmente intrappolato nell’involucro somatico. Un importante testo gnostico trascritto e confutato da Ippolito di Roma, la «Predica dei Naasseni», descrive tale imprigionamento quale fatale frazionamento della Psychē originaria, sorgiva, nella caducità delle anime individuali.
    [...]

    La fine del peregrinare terreno avvolti nella tenebra e nella gnosi di Riberi si compie in una ‘nuova nascita’ in quell’embrione cosmico che Kubrick aveva rivelato al culmine della sua «Odissea», ormai cronologicamente bissata. Ma il corpo glorioso si è inevitabilmente mutato nel suo opposto, quello dipinto dall’«uraniano» e gnostico Oscar Wilde nel suo Dorian Gray: un’immagine che progressivamente si macula in sintonia con le blasfemie commesse. Ancora un iranismo gnostico: pare Wilde si fosse ispirato all’allora esotica visione dell’aldilà zoroastriano, secondo la quale dopo la morte al defunto apparirebbe una fanciulla, la Daēnā, il cui sembiante corporeo è sincronizzato sulle azioni, buone o cattive, compiute in vita. Le modificazioni corporee della Daēnā sono quindi l’esito di un percorso esistenziale: a buone azioni, pensieri e parole corrisponde un Corpo suadente; mentre al contrario se le azioni, i pensieri e le parole sono cattive, la Daēnā si trasforma in una orrenda megera da telepromozione.[...] Un antecedente demonico a questa condizione esistenziale era già in un trattato gnostico, la Parafrasi di Sēem, valentemente tradotto dal Riberi per le Edizioni Ester (L’Apocalisse gnostica della luce, Bussoleno [Torino] 2019). Secondo questo capolavoro della letteratura misterica all’inizio «vi erano la Luce e la Tenebra, e tra di loro vi era lo Spirito». Di queste tre «radici» la tenebra, forza di disordine e di fango originata dall’eterno elemento umido, in preda agli spasmi caotici del vento e del fuoco oscuro, era totalmente incosciente dell’esistenza di una potenza divina a lei superiore. Allora lo Spirito volse il suo sguardo in basso, verso le acque della tenebra: così, da questa «mescolanza», nelle acque del caos prese forma una immagine che è l’Intelletto della tenebra. Questo Intelletto oscuro altri non è che il Demiurgo omicida, l’Arconte signore di questo mondo, il Figlio bastardo della vita, il quale emerge dalle torbide acque del caos illuminando l’intero mondo infero, cioè l’Ade. Poi la «luce infinita» si manifestò allo Spirito nelle sembianze di un bimbo, un fanciullo di nome Derdekeas, il Redentore celeste, portatore della rivelazione salvifica. Più avanti si dice ancora che «la Luce dello Spirito era nella Natura», cioè nell’«utero cosmico» da cui è nato il mondo, in realtà è un’immagine che si è manifestata nelle acque sotto le sembianze di un essere mostruoso, di una bestia spaventosa ed orribile a vedersi, un drago dai mille inganni.

    C’è quindi nel libro di Riberi un intento universalistico, quasi una filastrocca che riporta ad uno stadio di sentire intuitivo: la gnosi è una immaginazione divina che si rifrange nelle menti individuali, schegge di un sapere antico, una conoscenza immemore che riappare qui e là nel corso del tempo e nei luoghi più impensati. [...]



  15. .
    CITAZIONE (**Destiny** @ 18/6/2021, 16:06) 
    Eppure le tribù indigene che storicamente e culturalmente fanno uso di Ayahuasca non sono affatto pacifiche; quella Shuar ed Achuar ad esempio è tra le più guerriere al mondo (famosa la loro tradizione di rimpicciolire le teste dei nemici).

    Ipotizzando che tutti facciano uso di Ayahuasca e Piante Sacre non credo che si una società pacifica, ma una società i cui conflitti sono basati su altre cose.

    Con una battuta potremmo dire che è la dura legge... del "Set and setting" :D
3430 replies since 29/9/2015
.