Il Vajrayana e la Devozione

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  1. pietrochag
     
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    Ho sempre dato una grande importanza al Maestro.
    Forse, inizialmente, cercavo di vederci un qualcosa
    di sovrumano, di potente, di diverso dai semplici umani.
    Cercavo di scoprire se aveva qualcosa che potevo osservare
    e dirmi, 'ecco, questo è un Illuminato'.
    Ma in pochi giorni, questa visione si è sfatata.
    Era un normale uomo che viveva con noi e ci insegnava delle cose.
    La differenza tra il Maestro e noi 'discepoli' mi è apparsa chiara
    un giorno, che invece di essere nella sala della meditazione,
    ci siamo ritrovati, solo un gruppetto, nel piccolo soggiorno della
    sua abitazione.
    Avevamo terminato, di mattina, dieci giorni di corso.
    Nel pomeriggio, non ricordo nè come, nè perchè'
    ci siamo ritrovati con lui. Assieme a lui c'era una monaca
    che fungeva da traduttrice, ed ecco la sorpresa,
    capivo qualcosa di francese, ma di inglese ero proprio digiuno.
    La traduzione era in inglese. Un amico tentava di aiutarmi.
    Comunque, ad un certo punto, decisi di fare una domanda
    al Maestro, ne avevo così tante!
    Il Maestro anzichè rivolgersi alla traduttrice, mi guardò,
    rimase in silenzio sorridendomi, e poi 'mi lanciò contro
    le sue braccia'!
    Iniziò a parlare ed a gesticolare in maniera 'visibile',
    cosa che non faceva quasi mai.
    Mi accorsi che ci fu un certo silenzio, come di imbarazzo da parte dei
    presenti e della traduttrice, ch, visto che il Maestro
    continuava a parlare, con l'attenzione verso di me, non sapeva
    se tradurre o cosa fare....
    Quell'istante mi è servito per capire l'importanza del Maestro.
    Quell'istante mi è servito per dare l'importanza necessaria al Maestro.
    Quell'istante mi è servito.
    Evito di descrivero ciò che è avvenuto in me, perchè personale.
    Dopo un paio di minuti, la monaca, gli ha tirato la
    tunica per attirare la sua attenzione.
    Ma con me aveva finito.
    Si voltò verso di lei, e fece una faccia come per dire 'e tu chi sei?'
    Poi guardò gli altri con occhi sopresi, e si mise a ridere, coinvolgendo anche gli altri.
    Tra i presenti c'erano alcuni miei amici, che quando uscimmo,
    mi chiesero cosa fosse successo.
    Era stato sicuramente un momento forte, un momento unico.
    Ma ciò che è successo potrei spiegarlo soltanto
    con parole, e parole non ve ne erano.

    Rimane il fatto che il Maestro occupa una parte importante
    per chi segue un sentiero, e l'idea 'uccidi il buddha' è una
    idea grandiosa e profonda, così profonda che forse,
    un giorno capirò anch'io, ma per adesso mi è necessario.
    Il Maestro è una necessità.
    Se poi lo si porta su un altare per adorarlo
    come un dio d'Indra è un'altra cosa.

    Mi inchino al mio Maestro,
    che accoglie la mia devozione.

    :namastè*:





     
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20 replies since 26/5/2008, 15:57   546 views
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