Shinji Shôbôgenzô, La raccolta di koan del maestro Dogen

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    CITAZIONE (yudo @ 12/3/2010, 14:53) 
    SEDICI

    Un giorno, un monaco chiese al maestro Chosa Keishin di Konan: Come possiamo fare sicché le montagne, i fiumi e la terra facciano solo uno con noi?

    Chosa Keishin rispose: Come possiamo fare per essere solo uno con le montagne, i fiumi e la terra?

    Commento del vecchio Gudo:
    CITAZIONE
    La domanda del monaco è fatta dal punto di vista oggettivo, poiché tiene il soggettivo (noi) per primario. Egli chied come il mondo oggettivo (le montagne, ecc.) può essere messo sotto controllo del soggettivo.

    Il maestro Chosa prende il punto di visto opposto; Egli prende il mondo oggettivo per primario e chiede come il mondo soggettivo (noi stessi) può venir portato ad aggiustarsi a quello oggettivo.

    Tutte e due le domande possono essere capite in modo retorico. Come fare sicché le montagne, i fiumi e la terra siano solo una cosa sola con noi? Ed anche. Come fare sicché noi facciamo uno solo con le montagne, i fiumi e la terra? Montagne, fiumi e terra sono nient'altro che montagne, fiumi e terra. Noi siamo solo noi stessi. Possiamo quindi lasciare il mondo oggettivo e noi essere ciò che sono, niente più. Non ci è necessario identificarci alle montagne, ai fiumi e alla terra.

    Da un terzo punto di vista, quando noi agiamo, le montagne, i fiumi e la terra fanno nell'assoluto uno solo con noi; Nell'azione, trascendiamo la divisione tra i mondi soggettivo ed oggettivo. Questo è spesso stato descritto nel Buddhismo come stato di unità tra noi ed il mondo.

    Ma poiché, nello stato dell'azione, noi già famo solo uno con le montagne ed i fiumi, perché dovremmo <i>agire<:i> per poter essere uno con loro?

    Ecco come fece la montagna ad andare da Maometto!
    A parte gli scherzi: né le montagne, né i fiumi né il sé, il tutto ben mescolato, ma occhio a non lasciar cadere il recipiente, rischieremmo di non trovare più nemmeno il solo uno!
    Scusate, avevo voglia di dirla "a strana".
     
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  2. yudo
     
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    DICIASETTE

    Il maestro Kyogen Chikan dal distritto di To era molto astuto ed aveva una natura vigorosissima. Stava nell'ordine di Maestro Isan Reiyu. Aveva vaste conoscenze su di parecchie cose.

    Un giorno, Maestro Isan Reiyu disse : Le cose che dici nella tua vita quotidiana provvengono tutte da sentenze e commenti nei libri. Sei bravissimo nel citare fatti, ma adesso ti vorrei chiedere di dirmi qualcosa del tempo quando eri troppo giovane persino per riconoscere la differenza tra est ed ovest.

    Kyogen Chikan disse allora qualcosa in uno sforzo per spiegare il principio, ma le sue parole si dimostrarono del tutto inadeguate. Egli cerco' quindi nelle scritture della sua biblioteca per una risposta, ma non ne poté trovare alcuna. Grito' e pianse. Finalmente, butto' tutti i suoi libri nel fuoco e li distrusse.

    Egli disse : Non posso sperare di capire lo Zen nella mia durata di vita. Vorrei andare nelle montagne a praticare da solo.

    Si diresse al monte Buto dove si construi' una capanna sul vecchio posto dove già aveva vissuto il maestro Nan-yo Echu. Un giorno, mentre stava spazzando il sentiero, un sasso tocco' lo stemma di un bambù e fece un suono forte. Kyogen Chikan fù subito illuminato. Scrisse allora questo poema:

    Il sasso urto' il bambù e la mia coscienza cadette.

    Mai più preoccupato dal migliorare corpo e mente,
    Sono diventato come gli antichi patriarchi.
    Mai più si offuscherà la mia mente.
    Senza lasciare traccia del mio passaggio, sono ora andato al di là di suono e forma.

    Attraverso tutto il paese,
    Chi è arrivato al Buddhismo
    Mi elogierà in quanto uno che percorre il Sentiero Supremo.


    Al sentire questo poema, Maestro Isan Reiyu disse: Questo bambino ha maturato.

    QUOTE
    Commento del vecchio Gudo:

    Kyogen Chikan era rispettato per la sua erudizione e la sua intelligenzia. Il maestro Isan Reiyu dimostro' presto la superficialità della comprensione di Kyogen Chikan. Incitato ad agire a partire da un livello più profondo che solo quello dell'intelletto, Kyogen si scopri' totalmente sperduto. Disperato, perse ogni speranza di ottenere l'intendimento buddhista. Vedendo che l'intelletto solo non bastava, non poté vedere che ci sono altri approcci alla verità buddhista.
    Kyogen decise quindi di vivere solo in una piccola capanna. Li' pratico' il Buddhismo senza pensiero di guadagno né di méta. Cosi' poté scoprire l'intendimento che prima gli era fuggito. Il poema dimostra chiaramente che aveva trasceso la mente discriminante dell'intelletto ed era arrivato a vivere naturalmente nel medesimo stato di quello dei patriarchi.

     
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    L'arco era già teso al massimo, bastava rilasciare il crine per scoccare la freccia, in quel caso il sasso sostituì la freccia, e colpendo il bambù, l'arco della mente a quel suono si trovò improvvisamente senza tensione, senza scopi, senza freccia, senza io!
    GATE GATE PARAGATE PARASAMGATE BODHI SVAHA.
     
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  4. SteveLotus
     
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    grazie!
     
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    DICIOTTO

    Il maestro Nansen Fugan del Monte Nansen nel distretto di Chi se ne andò un giorno per visitare un uomo che abitava sulla sua proprietà privata. Scoprì che il proprietario aveva fatto preparativi in anticipo per accoglierlo.
    Ciò vedendo, il maestro disse : Abitualmente, quando mi muovo, nessuno sa dove vado. Come sapeva che verrei, per essersi così preparato?
    Il proprietario rispose : Mi è stato detto da una divinità locale, la notte scorsa.
    Il maestro disse : Sarà così debbole la mia pratica, ch’io possa venir spiato da un demone?!
    Il suo jisha [segrettario] chiese dunque : Lei è un grande reverendo monaco. Come mai questo demone avrà potuto spiarLa ?
    Allora, il maestro disse: Metta una ciottola di riso davanti al suo santuario.

    CITAZIONE
    Commento
    Qui, l'idea interessante è che lo stato mentale di un individuo possa trascendere dei e demoni, quando si pratica il Buddhismo sin da qualche tempo. Nel Buddhismo antico, si diceva di quelli che avessero afferrato la verità che potevano insegnare non solo agli esseri umani, ma anche agli dei celestiali..
    Tale idea suggerisce che l’esistenza delle divinità e dei demoni sia una creazione mentale, ma che, se si prosegue la realtà tramite la pratica di Zazen, è possibile trascendere tali creazioni.Questa storia di maestro Nansen suggerisce che lo stato mentale di un autentico praticante buddhista debba trascendere il mondo della fantasia.
    La risposta ironica di Nansen alla fine è semplicemente di offrire riso a questa divinità; il che era l’abitudine tradizionale dell’epoca.


    Edited by Yudo‚ Maestro Zen - 4/2/2019, 22:07
     
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    DICIANOVE

    Maestro Joshu chiese al maestro Nansen : Qual'è la verità?
    Maestro Nansen rispose: La mente bilanciata e costante è la verità.
    Maestro Joshu disse: E’ possibile arrivarci in modo intenzionale?
    Maestro Nansen rispose: Se avessimo un’intenzione del genere, la verità ci rifiutarebbe.
    Maestro Joshu disse: Se non abbiamo intenzione alcuna di arrivare alla verità, come possiamo riconoscerla?
    Maestro Nansen rispose: La verità n'on appartiene né al fatto di riconoscerla; né a quello di non riconoscerla. Riconoscerla è una specie di illusione. Non la riconoscere non è nébene né male. Se riconoscessimo sinceramente la verità della non-intenzione, la situazione sarebbe come lo spazio, che è chiaro, sereno e vasto. Come potrebbesi quindi osare chiedere se è giusto o sbagliato?
    Al sentire queste parole del suo Maestro, maestro Joshu improvizzamente realizzò qualcosa di profondo.

    CITAZIONE
    Commento
    Cos'è la verità? Qui, maestro Nansen ci lo dice direttamente: la mente bilanciata e costante è la verità. Il guaio è che la verità non è le parole “mente bilanciata e costante”; la verità è vivere “mente bilanciata e costante”. Joshu gli fa allora una domanda che ancora turba parecchi studenti dello Zen. Si può accedere alla verità grazie allo sforzo intenzionale, oppure no? E seno, come riconoscere la verità se la si è trovata?
    Maestro Nansen dice che se si prosegue la verità intenzionalmente, la verità ci fuggirà. Ciò perché l'intenzione di accederci è un prodotto dell'intelletto. La verità comprende i nostro essere intero, e non soltanto l'intelletto. Dimodoché quest’ultimo non potrà mai portarci fino alla verità. Infatti, il più della gente inizia lo studio del Buddhismo con quest’intenzione. Vuole accedere a questo meraviglioso risveglio di cui tutti hanno tanto sentito parlare.
    Tuttavia, la pratica reale non è altro che una semplice pratica; non è macchiata da elementi estranei, poco importa la loro nobiltà o la loro bellezza. L'idea di accedere alla verità non è altro: une idea che galleggia da qualche parte nel nostro cervello. Abitualmente, nella pratica reale del Buddhismo, viene presto sostituita dalla sensazione che le nostre gambe vanno a fuoco.
    Questo è certo ben più importante dell’idea di risveglio, poiché, con l’esperienza del dolore, impariamo che il mondo non è solo pensiero ovvero idee. A poco a poco della nostra pratica, “impariamo” altre cose, non solo con la mente o l'intelletto ma con tutto il nostro corpo-e-mente. A quel momento, l'intenzione di ottenere il risveglio sembra un po’ adolescente. Pratichiamo la realtà stessa, è di questa realtà che facciamo l'esperienza.
    La verità è chiara e vasta, non ha relazione diretta alcuna con la fiaba dell’accedere alla verità con uno nostro sforzo intenzionale. E’ tempo di sgomberare queste idee sballate e di iniziare la pratica reale del Buddhismo. Ciò che significa Zazen.
     
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    Grazie, Maestro Yudo. :)
     
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    Buon giorno a tutti.

    Vorrei chiedere a chi s'interessa di questi koan e commenti una mano.
    Lo sapete, sono francese, e quindi l'italiano non è la mia lingua madre. Per cui è abbastanza logico che qualche gallicismo s'infili nelle mie traduzioni.

    Se potevate dare un'occhiata ai testi già postati ed eventualmente segnalarmi le cose balorde che ci trovate, ne avrei una grande gratitudine.

    Nell'eventualità, mandatemi le vostre osservazione per messaggio privato.
     
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    bilanciata=equanime?
    costante= perseverante ?

    La mente bilanciata e costante
    La mente equanime e perseverante (?)

    Ma si capisce bene anche con bilanciata e costante ^_^
     
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    CITAZIONE (Solaris @ 13/2/2019, 10:28) 
    La mente bilanciata e costante
    La mente equanime e perseverante (?)

    Ma si capisce bene anche con bilanciata e costante ^_^

    A me piace "bilanciata e costante". E' "poetico" e ricorda la tenuta di strada... :D
     
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    CITAZIONE (Epi @ 13/2/2019, 11:17) 
    CITAZIONE (Solaris @ 13/2/2019, 10:28) 
    La mente bilanciata e costante
    La mente equanime e perseverante (?)

    Ma si capisce bene anche con bilanciata e costante ^_^

    A me piace "bilanciata e costante". E' più "poetico" e ricorda la tenuta di strada... :D

    Ahahah.
    La natura di Buddha tiene bene la strada è bilanciata e costante, sempre, in tutte le condizioni!

    CITAZIONE
    Riconoscerla è una specie di illusione. Non la riconoscere non è né bene né male. Se riconoscessimo sinceramente la verità della non-intenzione, la situazione sarebbe come lo spazio, che è chiaro, sereno e vasto. Come potrebbesi quindi osare chiedere se è giusto o sbagliato?

    -_-
     
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    CITAZIONE (Solaris @ 13/2/2019, 11:30) 
    La natura di Buddha tiene bene la strada è bilanciata e costante, sempre, in tutte le condizioni!

    Non potevi dirlo meglio! :D
     
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    Guardate che ce ne sono dicianove da controllare, per cui vi ho chiesto di offrire le correzioni in MP, proprio per non intasare il soggetto. Ma effettivamente, qui "bilanciato"non è equanime. E' bilanciato nel senso di una bilancia, con i due sistemi nervosi contrapposti che si equilibrano. Equilibrato sarebbe un sinonimo, ma per non so quale ragione, non mi sembra di suonare bene.

    Edited by Yudo‚ Maestro Zen - 14/2/2019, 09:46
     
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    CITAZIONE (Yudo‚ Maestro Zen @ 13/2/2019, 20:22) 
    Guardate che ce ne sono dicianove da controllare, per cui vi ho chiesto di offrire le correzioni in MP, proprio per non intassare il soggetto.

    Perdonami Yudo, ho letto solo il commento di Solaris... :rolleyes: Comunque "intassare" è meraviglioso ;) :D
     
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    piccolo haijin

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    CITAZIONE (Yudo‚ Maestro Zen @ 13/2/2019, 09:56) 
    Buon giorno a tutti.

    Vorrei chiedere a chi s'interessa di questi koan e commenti una mano.
    Lo sapete, sono francese, e quindi l'italiano non è la mia lingua madre. Per cui è abbastanza logico che qualche gallicismo s'infili nelle mie traduzioni.

    Se potevate dare un'occhiata ai testi già postati ed eventualmente segnalarmi le cose balorde che ci trovate, ne avrei una grande gratitudine.

    Nell'eventualità, mandatemi le vostre osservazione per messaggio privato.

    dal mio punto di vista il tuo italiano è più che buono, maestro yudo, e a parte qualche consonante doppia in meno o in piu', qualche vocale al posto di un altra e alcune consecutio temporum non proprio perfette, il senso dei koan è decisamente più che comprensibile.
    considerando per giunta il fatto che si parla nientepopo' di meno che dello shobogenzo, un testo mica tanto semplice da digerire per chiunque, direi che anche se ci fosse in giro qualche tuo strano gallicismo davvero in pochi per me se ne accorgerebbero... :lol:
    ciao, e grazie :)
     
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51 replies since 11/9/2009, 19:36   4664 views
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