complessità della questione femminile nel buddismo

argomento molto importante (per me)

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  1. DAVIDESAR
     
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    CITAZIONE
    Ovviamente nella gerarchia monastica le donne si trovano al gradino più basso; sono tenute a rispettare più voti e non viene loro concessa una condizione di parità con i monaci e questo nasce ovviamente dal fatto che quegli uomini che le hanno sempre giudicate inferiori fino a quando sono stati laici non sono disposti a cambiare idea una volta diventati monaci.

    Questa è un'affermazione troppo semplicistica e quindi fuorviante a mio modo do vedere.
    Le monache hanno più regole da seguire per precise condizioni sociali, ed ambientali, non perché ritenute inferiore dal Buddha.
    Va ricordato che alcuni dei voti peculiari delle monache furono istituiti su richiesta delle monache stesse, altri per proteggere le monache dai soprusi dei monaci, o dalle cattive intenzioni di certi malfattori, altri ancora per le peculiarità della condizione femminile stessa, altri per incidenti accorsi a qualche monaca vivente il Buddha ecc.
    Il Buddha riconosceva alla donna la stessa capacità di pervenire al risveglio degli uomini, ma tuttavia dovette tenere conto di molti fattori ambientali, culturali, comportamentali, psicologici e persino biologici che contraddistinguevano ed ancora in parte contraddistinguono uomini e donne.
    Non si tratta di discriminare, ma di discernere con saggezza ciò che è salutare per la crescita di ciascun praticante, uomo o donna che sia, ed i cercare di mantenere l'armonia nella comunità monastica e laica.

    La discriminazione delle donne nel sangha buddhista è venuta dopo la morte del Buddha, anche se elementi discriminanti erano già presenti quando il Buddha era ancora in vita, tanto che il Buddha stesso dovette promulgare alcune norme per tutelare le monache stesse.
    Con metta,
    Da.
     
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78 replies since 3/2/2010, 10:46   9734 views
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