complessità della questione femminile nel buddismo

argomento molto importante (per me)

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  1. mattock
     
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    CITAZIONE
    L'unica cosa che mi fa paura è l'ignoranza e l'arroganza di chi si permette di giudicare Il Buddha senza un adeguata conoscenza,
    ma come dicevo in un altro thread, i buddhisti sono più tolleranti degli islamici, altrimenti chissà quante teste dovrebbero rotolare di questi tempi, dove ognuno può dire e scrivere quello che vuole senza alcuna regolamentazione e verifica da parte dei capi del lignaggio, dei detentori del Dharma.
    Troppa democrazia fa male.
    Questi forum stanno diventando il ricettacolo della peggior disinformazione sul Buddhismo. Occorre riflettere...

    L'ignoranza e l'arroganza e altre cose restano a te, io no le raccolgo, e in materia di Dharma c'è sempre da imparare : comunque non è il caso di atteggiarsi a grande conoscitore della dottrina , l'umiltà dovrebbe essere il pane quotidiano per i praticanti di serie A come sei tu (un praticante che mette il santino di un tizio che ha passato la sua vita a uccidere e a seminare violenza, a fin di bene si intende). Anche in questa occasione non appena si scrivono cose ( non dette da me )non conformi, intervengono gli scaccini di Buddhismo Italia che temono la disinformazione e hanno paura che si macchi la reputazione di questo forum e che vorrebbero ricondurre "compassionevolmente " sulla retta via gli ignoranti. Come al solito alcuni praticanti (secondo me non troppo esperti) confondono il piano dell'assoluto e quello del relativo e questa confusione si manifesta chiaramente in certi interventi sconclusionati E che dire di questi Millennium member , che danno giudizi sommari senza sapere niente di chi scrive : se avessi tempo e voglia risponderei ma potrebbe essere inutile .
     
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  2. Jaylyn
     
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    Per carità Mattock, non sperperare il tuo prezioso tempo nel rispondere... :rolleyes:

    CITAZIONE (pietrochag @ 28/2/2010, 16:08)
    Per di più nei vari e numerosi commentari dei Validi e Grandi Maestri
    non ne troverete uno che non vi dica qualcosa del tipo:
    se siete uomini meditate sull'attrazione e sul desiderio che avete per le donne,
    se siete donne meditate sull'attarazione e sul desiderio che avete per gli uomini.

    Non dimenticate mai che il BuddhaDharma serve a portare
    la Liberazione, non l'attaccamento.

    ;)

    :namastè*:

    Quoto assolutamente.
    Tuttavia aggiungo che anche l'avversione è una forma di attaccamento, quindi aggiungerei:
    se siete uomini meditate sull'eventuale avversione che avete per le donne;
    se siete donne meditate sull'eventuale avversione che avete per gli uomini.
     
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  3. DAVIDESAR
     
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    CITAZIONE
    omunque non è il caso di atteggiarsi a grande conoscitore della dottrina , l'umiltà dovrebbe essere il pane quotidiano per i praticanti di serie A come sei tu

    Ma io continuo a dire di essere un principiante, basta leggere quello che scrivo..
    Però potremmo anche creare una sezione apposta per il Dharma al femminile, com' era nell' E-sangha internazionale. C'è tanto da dire in proposito..
    Che ne dite?

    Ma ora torniamo in topic, lasciamo stare gli attacchi personali e le divagazioni. :namastè*:
     
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  4. Jaylyn
     
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    CITAZIONE (DAVIDESAR @ 28/2/2010, 16:46)
    Però potremmo anche creare una sezione apposta per il Dharma al femminile, com' era nell' E-sangha internazionale. C'è tanto da dire in proposito..
    Che ne dite?

    Ma ora torniamo in topic, lasciamo stare gli attacchi personali e le divagazioni. :namastè*:

    Mi scuso se con i miei interventi posso aver favorito un clima di tensione. Non era mia intenzione.

    Chiaramente sono d'accordo sull'idea di creare una sezione per il Dharma al femminile :flowers*:
     
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  5. Samsaraman
     
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    Più che Dharma al femminile, di approccio femminile al Dharma, che comunque rimane uno solo.

    Magari non solo considerando i vari progressi - sempre grazie al benefico incontro del buddhismo con la civiltà occidentale :P - rispetto ai problemi della condizione femminile in molti tipi di scuole e di discipline buddhiste, ma anche sperimentando se effettivamente esiste una differenza di approccio e di sensibilità alla dottrina tra maschi e femmine. Erano esperimenti che negli anni sessanta andavano forte e che avevano dato qualche risultato interessante, se non ricordo male...
     
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    Brutto

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    CITAZIONE (DAVIDESAR @ 28/2/2010, 16:46)
    CITAZIONE
    omunque non è il caso di atteggiarsi a grande conoscitore della dottrina , l'umiltà dovrebbe essere il pane quotidiano per i praticanti di serie A come sei tu

    Ma io continuo a dire di essere un principiante, basta leggere quello che scrivo..
    Però potremmo anche creare una sezione apposta per il Dharma al femminile, com' era nell' E-sangha internazionale. C'è tanto da dire in proposito..
    Che ne dite?

    Ma ora torniamo in topic, lasciamo stare gli attacchi personali e le divagazioni. :namastè*:

    finirebbe come la sezione modernista.
     
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  7. Jaylyn
     
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    CITAZIONE (Samsaraman @ 28/2/2010, 17:12)
    Più che Dharma al femminile, di approccio femminile al Dharma, che comunque rimane uno solo.

    Magari non solo considerando i vari progressi - sempre grazie al benefico incontro del buddhismo con la civiltà occidentale :P - rispetto ai problemi della condizione femminile in molti tipi di scuole e di discipline buddhiste, ma anche sperimentando se effettivamente esiste una differenza di approccio e di sensibilità alla dottrina tra maschi e femmine. Erano esperimenti che negli anni sessanta andavano forte e che avevano dato qualche risultato interessante, se non ricordo male...

    Il lupo perde il pelo, ma non il vizio... Ahahahaha!!!
    Alla fine mi sei simpatico Samsaraman... ^_^
     
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  8. warmbeer
     
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    Personalmente questo accanimento per la superiorità di un sesso rispetto all'altro mi lascia molto perplesso. Di che stiamo parlando?
     
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  9. zimanu
     
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    CITAZIONE (mattock @ 28/2/2010, 09:17)
    A quanto sembra si continua a giocare con le parole, vediamo se conosci queste " Così sono le donne, impure e mostruose nel mondo degli esseri mortali , ma l'uomo ingannato dalle loro grazie le giudica desiderabili e incorre nella passione ". Oppure queste altre : " Cattive sono le donne o Ananda ,gelose sono le donne o Ananda ,invidiose sono le donne o Ananda ,stupide sono le donne o Ananda ..." Bisogna continuare ? Adesso tu dirai, come al solito, che le parole vanno interpretate, e non prese alla lettera e poi .... Giustamente qualcuno ha detto che il Dharma non è cosa per bambini ,"No milk for babies", è appunto la felice espressione di chi ha capito che qualcuno ha paura di confrontarsi con qualcosa di "spiacevole". :)

    innanzitutto ringrazio Jay, pietrochag, davidasar e tutti gli altri per il loro contributo a questa discussione :hug**:
    non concordo con davidesar solo quando (forse in un momento di sconforto?) dice che forse c'è troppa democrazia: io sono dell'idea che qualunque punto di vista può essere espresso, purchè argomentato e serenamente; sono contraria alle censure - soprattutto a priori
    certo, non nascondo che alcune posizioni mi scatenano delle reazioni "forti"

    invece, e qui vado sul personale: ma lo sai, mattock, che io continuo a non capire se ti piace provocare o se fai delle citazioni presentandole in maniera che "giustifichino" un tuo "misogino" punto di vista sulle donne?

    nel secondo caso - se cioè fosse vero che utilizzi, più o meno strumentalmente, delle parole del budda a sostegno della tua scarsa considerazione delle donne -temo che tu debba chiederti se hai delle ferite o dei problemi tuoi con il genere femminile da analizzare e risolvere

    :namastè*:

     
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  10. warmbeer
     
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    Credo che qualsiasi discorso sulla superiorità di un genere su un altro sia illogico e irragionevole. Anche se lo vedessi scritto in pali (e lo sapessi leggere :D soprattutto), nulla cambierebbe. Ma veramente c'è ancora questa contesa, questo "primato spirituale"?
    Meno male che abbiamo solo due sessi (fisicamente) ... pensate che casino se ne avessimo tre, o quattro.
    Oppure se ci riproducessimo per gemmazione ...
    Non ci posso credere... siamo ancora noi "al centro" ...
     
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  11. zimanu
     
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    CITAZIONE (warmbeer @ 3/3/2010, 10:48)
    Credo che qualsiasi discorso sulla superiorità di un genere su un altro sia illogico e irragionevole. Anche se lo vedessi scritto in pali (e lo sapessi leggere :D soprattutto), nulla cambierebbe. Ma veramente c'è ancora questa contesa, questo "primato spirituale"?
    Meno male che abbiamo solo due sessi (fisicamente) ... pensate che casino se ne avessimo tre, o quattro.
    Oppure se ci riproducessimo per gemmazione ...
    Non ci posso credere... siamo ancora noi "al centro" ...

    quoto :bow*:
     
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  12. warmbeer
     
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    www.stephenbatchelor.org/gender.html

    CITAZIONE
    Is Gender an Issue in Buddhism?

    Martine Batchelor


    In terms of Buddhist meditation does it make a difference if one is a man or a woman? I do not know. Time to time, I dream of finding an answer to this question by going around interviewing men and women about their meditation practice. But I am generally daunted by the complexity of the task.

    It is important to acknowledge that Buddhism in itself is conditioned by the culture and social context in which it has grown. Although Buddhists sometimes proclaim transcendental values, a practitioner might transcend hatred, greed and delusion but would not necessarily transcend his or her own spiritual experiences or his/her social conditionings.

    Secondly, people with little dust in their eyes who practise diligently are relatively few compared to the whole population of a country, therefore people of wisdom tend not to achieve a critical mass which would be able to change society deeply. Hence it is natural that society's own values and cultural preferences will influence Buddhism more than Buddhism will influence the society.

    All this preamble is to explain why Buddhism in the past has been relatively patriarchal. Not because it is intrinsic to Buddhism but because it would have been truly amazing if it had not been because of the existing social patriarchal conditions. For this reason I am personally grateful that the Buddha let an order of nuns happen. He was already going against the tendencies of his time.

    It is interesting to notice where all the Buddhist traditions are today. They all started from the same point. But 2500 years later, the positions of the nuns in the various traditions and Buddhist countries are very different. Simply put, I would grade it this way: in Korea, the nuns are 98% equal; in Taiwan, 95%; in Sri Lanka, it used to be 40% now I would say 80%; in Burma 55%; in Japan, 50%; in Tibetan Buddhism, 45%; in Thailand, 20%. I do not think this tells us so much about Buddhism as it tells us about cultural tendencies and historical facts.

    In Korea, the full ordination is available to nuns. They have their own nunneries, their own preceptresses, their own abbesses and teachers. They are financially independent from the monks. For five hundred years, from 1400 to 1900, Buddhism was repressed by a Confucianist regime so monks had little power. Monks and nuns were very equal in their having to survive against difficult odds. In Korea, there is also a very strong tradition of female shamans. All these various conditions could go towards explaining why Korean nuns are the most equal to the monks among all Buddhist traditions.

    In Taiwan, nuns have the full ordination but generally the nuns' preceptor is a monk apart from a few exceptions. There are many more nuns than monks and they generally live in the same compound. In Japan the position of the nuns is very ambiguous and there are very few. They live in small temples, they have few training places. They often have to support themselves financially by working outside teaching. Japanese monks can marry but nuns are not encouraged to do so.

    Tibetan nuns can be ordained only as sramanerikas (36 precepts). As far as we know, the full ordination never reached Tibet. They are fewer than the monks and have limited opportunity to study and to meditate, though this is improving. The Korean, Taiwanese, Japanese and Tibetan nuns wear the same robes as the monks.

    In Sri Lanka, the nuns used to take only ten precepts, were not recognised as sramanerikas and were not really considered a part of the Sangha. Now there is full ordination in Sri Lanka and they have started to receive more support and training. They dress in saffron robes. In Burma, they are called anagarikas (which is the name given to laypeople who live a life of celibacy and training). They dress either in orange or pink robes. In Thailand the nuns receive eight precepts and are not considered anything, laywomen or nuns. They wear white and often serve as servants to the monks, specially by cooking for them, though this is starting to change.

    Why did the full ordination for nuns reach Sri Lanka but die out until recently? The full ordination for the monks died out several times in Sri Lanka but every time it was revived. I would suggest it was because the society did not consider the women equal in general and the women having more restrictions placed on their actions in those days, it would have been harder if not impossible for them to organise a trip to Burma which is what the monks and their supporters did.

    Why is it that the full ordination reached China and Korea and survived there and why did it not reach Tibet or Thailand? Is it historical or geographical? Is it something in the culture itself? Confucianism is a very strong part of both Chinese and Korean culture. Is it because of their kind of Buddhism? But Tibetan Buddhism and Thai Buddhism could not be more different? As yet I do not have the answers to these questions. It would necessitate not only research in the religious life of those times but also anthropological, cultural and historical studies.

    Personally I am very grateful to have been born as a woman in 1953 in France because this gave me much more freedom and choices in my life. The greatest influence for the position of women in the world and on the spiritual path is the possibility of free and equal education. I was able to become a Zen nun in Korea and stay there ten years because the status and the opportunity for nuns are very good, I do not think that I would have remained otherwise.

    The dharma is about becoming a full human being, awakened to and expressing totally our potential for wisdom and compassion. Being a woman or a man is only part of what makes us a human being. However to believe that because one is a woman one is spiritually inferior or disadvantaged is a trap set up by ancient patriarchal mores, still unfortunately existing today.

    When I visited nuns in Thailand what impressed me most was to see that notwithstanding the difficult conditions, many great, wise and compassionate nuns have developed and arisen supported by great monks or on their own. This is the only proof needed. What the person is in themselves, their sincerity, their vision, their endurance, their commitment is what matters, not what gender they are.

    Is gender an issue on the Buddhist path? I do not think so in practical terms. Is patriarchal social, cultural, historical influence on Buddhism, Buddhist traditions, Buddhist teachers, Buddhist practitioners an issue? Very often it can be.

     
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  13. yudo
     
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    QUOTE (menterespira @ 8/2/2010, 13:29)
    QUOTE (DAVIDESAR @ 8/2/2010, 11:25)
    Certo, BodhiDharma insegnava ad andare al cuore della pratica senza dipendere dalle scritture, ma bisogna capire a chi lo diceva, in che contesto storico, e perché.

    "andare al cuore della pratica senza dipendere dalle scritture" nel mio lignaggio viene inteso semplicemente così com'é. Se vuoi, puoi leggere "essere zen" di Tetsugen Serra, in cui viene dedicato un capitolo a questa frase.
    Nel mio Sangha ci sono praticanti ordinati da anni, che sono autorizzati a tenere i corsi di Zazen per principianti. Alcuni di loro hanno letto forse 2 o 3 libri, e paradossalmente io (principiante) conosco il buddhismo teorico/libresco meglio.

    Bodhidharma insegnava il Sutra del Lanka, e in questo sutra vengono specificate certe cose che poi, si ritrovano in rime nel poema attribuito a Bodhidharma, che comincia con

    Una trasmissione speciale al di fuori delle scritture.
    Senza dipendenza rispetto alle lettere e alle parole.
    Rivelare direttamente ad ognuno la sua mente originale
    Vedere la propria vera natura e realizzare la Natura-di-Buddha.


    Spesso si eccipisce di questa quartina per sostenere che lo Zen non ha nulla a che fare dalle scritture, sûtra o altri testi e documenti elaborati sin da 2500 anni nel ambito buddhista. Tale atteggiamento è molto apprezzato dai "zenisti" occidentali, poiché gli esenta dallo sforzo dello studio delle basi dottrinali indispensabili ad una sana pratica. Quando si legge il Lanka, si ha la sorpresa di scoprire al rigiro del capitolo VI un passagio, che è manifestamente la fonte di questa famosa quartina. Purtroppo, per i dispregiatori dello studio del Buddhismo, il seguito non è tanto favorevole ad un'interpretazione troppo letterale del testo. Ecco questo passaggio.

    QUOTE
    Auto-realizzazione della Nobile Sagezza
    Capitolo VI.

    L'Intelligenza trascendentale (estratto)

    Quando si considera l'Intelligenza Trascendentale, bisogna tenere presenti quattro cose: le parole, i significati, gli insegnamenti e la Nobile Saggezza (Arya-prajñâ). Le parole servono ad esprimere significati, ma, come causa, dipendono da discriminazioni e memoria, oltre all'impiego di suoni e lettere che rendono possibile un mutuo trasferimento di senso. Le parole sono solo simboli, non sempre in grado di veicolare in modo chiaro e completo il significato, e per di più soggette ad essere interpretate in modo molto diverso rispetto alle intenzioni di chi le ha pronunciate. Le parole non sono né diverse, né non-diverse rispetto al senso e lo stesso vale per il senso in rapporto ad esse.

    Se infatti il senso fosse differente rispetto alle parole, non si potrebbe manifestarlo tramite parole; piuttosto, (sarebbe meglio dire che) il senso è illuminato dalle parole, come le cose lo sono da una lampada. Le parole sono appunto simili alla lampada usata da un uomo che vuole ispezionare la sua proprietà e grazie a quella luce puo' dire: questo è proprietà mia. Ugualmente, tramite le parole e il linguaggio, che traggono origine dalla discriminazione, il bodhisattva può penetrare il senso degli insegnamenti dei Tathagata e grazie al senso, può accedere allo stato elevato di auto-realizzazione della Nobile Saggezza, che è in sè libero da ogni discriminazione connessa all'uso delle parole. Se pero' ci si attacca al senso letterale, abbarbicandosi all'illusione che esista coincidenza tra parole e senso, particolarmente in casi come il Nirvâna, che è non-nato e non-mortale, o le distinzioni dei Veicoli, i cinque Dharma, le tre Nature proprie, allora non si riuscira' a cogliere il significato vero, restando invece intrappolati nella rete delle asserzioni e delle confutazioni. E', proprio come accade nei sogni e nelle visioni in cui vediamo distinti molteplici oggetti, un'erronea discriminazione tra idee e loro formulazioneverbale non fara' altro che moltiplicare l'errore.

    Le persone ignoranti e ingenue dichiarano che il senso non è diverso dalle parole, che tali le parole, tale il senso. Credono che il significato, non avendo corpo, coincida con le parole, sia identico ad esse. Facendo cosi' dimostrano di ignorare la vera natura delle parole, che vanno soggette a nascita e morte, a differenza di quanto accade per il senso. Le parole dipendono dalle lettere dell'alfabeto, il significato invece prescinde dall'esistenza e dalla non-esistenza, non ha sostrato, è non-nato. I Tathagata non insegnano un Dharma dipendente dalle lettere; chiunque insegnasse una simile dottrina sarebbe solo uno che parla a vuoto, poiché la Verità è aldilà delle lettere, delle parole e dei libri. Questo non significa che lettere e libri non esprimano mai ciò che è conforme al senso e alla verità: significa piuttosto che parole e libri dipendono dalle discriminazioni, mentre non e' cosi' per il senso e la verita'. Inoltre parole e libri sono soggetti all'interpretazione delle menti individuali, mentre il senso e la verità non lo sono.

    D'altra parte, se la Verità non fosse espressa in parole e libri, verrebbero meno le scritture, che contengono il senso della Verità, e senza le scritture non esisterebbero più né discepoli né maestri, né Bodhisattva né Buddha, ne' contenuti da insegnare. Nessuno pero' deve sviluppare attaccamento alle parole delle scritture, poiché persino i testi canonici a volte sviano dal loro corso diretto a causa del funzionamento imperfetto delle menti senzienti. Io stesso ed altri Tathagata offriamo insegnamenti religiosi ad ogni sorta di esseri, in risposta ai loro diversi bisogni e credenze:
    ma l'intento e' quello di liberarli dai condizionamenti che sono connaturali al modo di funzionare della mente, non quello di soppiantare (in loro) coi nostri insegnamenti l'autorealizzazione della Nobile Saggezza. Al mondo non esiste nulla al di fuori di cio' che si vede della mente stessa: quando si arriva a riconoscere questo, ogni discriminazione dualistica viene abbandonata, si comprende la verita' di cio' che trascende le rappresentazioni (mentali), si coglie la sua conformita' al senso, piuttosto che a lettere e parole.

    Le persone ignoranti ed ingenue, soggiogate dalle loro stesse immaginazioni e costruzioni mentali erronee, continuano a danzare e saltellare qua e la': incapaci di comprendere, attraverso l'uso delle parole, la verità dell'auto-realizzazione, tanto meno sono in grado di comprendere la Verità in se stessa. Poiche' si aggrappano al mondo esterno, restano arroccate nello studio dei libri, che sono solo un mezzo, e (percio') non sanno adeguatamente accertare la verità dell'auto-realizzazione, che è Verità non contaminata dalle quattro proposizioni. L'auto-realizzazione e' uno stato elevato di conseguimento interiore, che trascende ogni forma di pensiero dualistico e si pone al di la' dei meccanismi di funzionamento della mente, con la sua logica e i suoi modi di argomentare, teorizzare e spiegare. I Tathagatas ricorrono all'esposizione ragionata con chi e' ignorante, ma ai Bodhisattva, che ricercano l'auto-realizzazione della Nobile Saggezza, offrono un sostegno (che si colloca al di la' delle parole). Ogni discepolo faccia dunque bene attenzione a non sviluppare attaccamento alle parole, come se queste fossero perfettamente corrispondenti al senso, perche' la Verita' non si trova nelle lettere. Quando un uomo indica col dito qualcosa a qualcuno, l'estremità del dito potrebbe essere scambiata con l'oggetto indicato; allo stesso modo gli ignoranti e gli ingenui, come i bambini, sono incapaci, fino al giorno della morte, di abbandonare l'idea che tra parole-indicatori e significati esista coincidenza perfetta.

    Non possono realizzare la Realtà Ultima a causa del loro intendimento, tutto aggrappato alle parole, le quali invece non hanno altra funzione se non quella di un dito puntato. Le parole esistono nel mondo della discriminazione e ci tengono legati al desolante ciclo delle rinascite nel mondo di nascita-e-morte; il senso (invece) sussiste da solo e ci guida al Nirvâna. Al senso si giunge attraverso un profondo studio, e uno studio profondo si realizza quando si diventa familiari col senso e non con le parole; i ricercatori di verità accostino dunque con riverenza i saggi e si tengano lontani da chi e' fissato sull'esattezza e completezza di particolari parole.



    Edited by yudo - 22/5/2010, 19:58
     
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    Mercì Yudo,
    un testo molto chiaro.

    ;)

    :namastè*:
     
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  15. volo libero
     
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    CITAZIONE
    Donne importanti nella tradizione buddhista

    www.buddhism.it/teaching/womenOfWisdom.html

    Kojima Sensei vissuta nel Giappone del dopoguerra: aveva viaggiato in tutto il Giappone per trasmettere insegnametni e sollecitare la uguaglianza di diritti tra monaci e monache.

    Soji, monaca, una dei quattro discepoli di Eno a ricevere la trasmissione

    Shima prima donna ordinata nel Giappone nel 584

    Zenzo-ni o Ekan Daishi madre di Keizan che in sua memoria fece voto di aiutare le donne nei tre mondi e nelle dieci direzioni (sia benedetto)

    Regentsu poetessa calligrafa e ceramista

    Teishin monaca poetessa

    Shundo Aoyama Roshi (vivente) del tempio femminile di Nagoya. www.anshin.it/Diary3.htm www.kosei-shuppan.co.jp/english/text/books/zen.html

    Machik Drupa'i Gyalmo o Siddharani insegnante di Rechungpa, uno dei principali discepoli di Milarepa, antica insegnante tantrica di grande prestigio.

    Le biografie di grandi maestri tibetani che si recarono in India nel XI, XII e XIII sec. riferiscono della presenza di gruppi di donne praticanti guidate da maestre alle quali anche i monaci portavano rispetto; di queste maestre purtroppo non è stato tramandato il nome o altre notizie.

    Yeshe Tsogyal (Ye-shes 'tsho-rgyal), famosa maestra e seconda più importante partner tantrica di Padmasambhava

    Machik Labdron maestra tibetana fondatrice del lignaggio Chod che ha ispirato l'opera di allieve contemporanee, si vedano i siti https://digilander.libero.it/Ameco/sati061/Libri.pdf (Un testo di Pema Chodron)

    http://gururimpoche.myblog.it/tag/Machig+Labdron Tsultrim Allione - autrice di "Donne di Saggezza" e anche lei allieva di A_zom Rinpoche - è stata riconosciuta come genuina emanazione di Machig Labdron.

    Bikkhuni cinesi http://zenmontpellier.site.voila.fr/it/storia/monache.html http://membres.lycos.fr/zenmontpellier/Monache.html

    Informazioni tratte dalla raccolta di testi " Il Buddhismo e le donne" a cura di Carla Trulzim freccero con l'aiuto di Jakaira Lobsang Kunsang ed. Chiara Luce

    Tra le molte informazioni sulle donne e il buddhismo vorrei aggiungere che il capo di Shinnyo-en,Insegnamento che arriva dal Giappone e che seguo da qualche anno è una donna Sua Santità Shiso Ito per noi fedeli Keishu-sama.
    Sempre nel nostro ordine, prima di Lei, c'era sua Madre, un vero esempio di come metter in pratica il Dharma nella vita di tutti i giorni.
    Entrambe hanno e stanno dedicando la loro vita per gli altri. Un esempio di determinazione e compassione.
    :namastè*:

    Edited by volo libero - 2/6/2010, 23:19
     
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78 replies since 3/2/2010, 10:46   9733 views
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