non credere nelle tradizioni, sperimenta e credi in cio´ che vuoi, personalizzare il buddismo

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    CITAZIONE (warmbeer @ 8/4/2010, 09:13) 
    CITAZIONE (pepper_sauce @ 8/4/2010, 09:05)
    Insomma di non prendere gli insegnamenti come oro colato ma verificarli con la propria esperienza, altra cosa è inventarsene di nuovi. A mio parere è una posizione che non può avere fondamento su questa citazione..

    Anche secondo me. Non solo si può leggere come un invito a sperimentare per verificare, ma anche ribadisce l'importanza dell'esperienza diretta a fianco dello studio rispetto ai concetti ed alle credenze. Ma la mia è solo un opinione personale, sicuramemte lacunosa. e/o errata.

    In ogni caso, a prescindere se riteniamo la citazione corretta o no, è una posizione quella espressa da Yoga che vale la pena discutere.

    Esatto
     
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  2. Labrezza
     
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    QUOTE (YogaChakra @ 8/4/2010, 01:00) 
    Ciao,
    ho girato un po. Pare che sia molto in voga prendere la frase:
    QUOTE
    Non credere a nulla, semplicemente per sentito dire, non importa dove l'hai letta o chi l'ha detto, neppure se l'ho detto io, a meno che non sia affine alla tua ragione e al tuo buon senso.
    Non credere nelle tradizioni, perché sono state tramandate per molte generazioni.
    Non credere in niente, solo perché se ne parla tanto, o è sostenuto dalla stragrande maggioranza degli uomini.
    Non credere semplicemente perché è scritto nei tuoi libri religiosi.
    Non credere solo per l’autorità dei tuoi insegnanti e degli anziani.
    Ma se dopo l’osservazione e l’analisi personale, scopri che ā, ed è favorevole al bene e beneficio di tutti, allora accettala e vivi per essa. (BUDDHA)

    E derivarne che, dato che l´importante e´ l´esperienza e che Buddha ha detto quanto sopra, non ci sta nulla di male nel credere che l´illuminazione e´ come diventare Dio o l´acquisire una mente Divina.
    [...]
    Vorrei inoltre delle interpretazioni tradizionali di quella frase.

    Torno su questo vecchio topic per aggiungere solo una piccola postilla e qualche domanda: ma quanto è fedele all'originale la traduzione di qui sopra? Perché dalla mia esperienza spesso i travisamenti di insegnamenti e testi derivano da traduzioni troppo libere o fatte in un certo modo per provare una certa tesi.

    Dico questo perché sto leggendo un libro in cui lo studioso, Walpola Rahula, traduce in maniera piuttosto letterale il passaggio (che penso sia lo stesso). E lo traduce come segue:

    QUOTE
    "Now, look you Kālāmas, do not be led by reports, or tradition, or hearsay. Be not led by the authority of religius texts, nor by mere logic or inference, nor by considering appearances, nor by the delight of speculative opinions, nor by seeming possibilities, nor by the idea 'this is our teacher'. But, O Kālmālas, when you know for yourselves that certain things are unwholesome (akusala), and wrong, and bad, then give them up. And when you know for yourselves that certain things are wholesome (kusala) and good, then accept them and follow them."

    (grassetto mio)
    Quindi forse per comprendere a fondo il passaggio occorre soffermarsi sul concetto di akusala e kusala? È corretto tradurlo con "è d'accordo con la ragione"? Perché ragione è un termine tutto occidentale e illuminista, siamo sicuri sia la scelta migliore nella traduzione di un testo buddhista?

    Non so, sono solo considerazioni da linguista, lo so, ma in questo caso fanno la differenza.
     
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  3. Roberto_C
     
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    grazie Labrezza, in effetti questo tuo post cambia leggermente l'idea da trasmettere e credo che la tua opinione sia estemamente corretta.
    Magari qualcuno più esperto ed attendibile di me può saperne di più
     
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  4. Vajramuk
     
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    CITAZIONE (Labrezza @ 29/7/2016, 13:50) 
    CITAZIONE (YogaChakra @ 8/4/2010, 01:00) 
    Ciao,
    ho girato un po. Pare che sia molto in voga prendere la frase:
    CITAZIONE
    Non credere a nulla, semplicemente per sentito dire, non importa dove l'hai letta o chi l'ha detto, neppure se l'ho detto io, a meno che non sia affine alla tua ragione e al tuo buon senso.
    Non credere nelle tradizioni, perché sono state tramandate per molte generazioni.
    Non credere in niente, solo perché se ne parla tanto, o è sostenuto dalla stragrande maggioranza degli uomini.
    Non credere semplicemente perché è scritto nei tuoi libri religiosi.
    Non credere solo per l’autorità dei tuoi insegnanti e degli anziani.
    Ma se dopo l’osservazione e l’analisi personale, scopri che ā, ed è favorevole al bene e beneficio di tutti, allora accettala e vivi per essa. (BUDDHA)

    E derivarne che, dato che l´importante e´ l´esperienza e che Buddha ha detto quanto sopra, non ci sta nulla di male nel credere che l´illuminazione e´ come diventare Dio o l´acquisire una mente Divina.
    [...]
    Vorrei inoltre delle interpretazioni tradizionali di quella frase.

    Torno su questo vecchio topic per aggiungere solo una piccola postilla e qualche domanda: ma quanto è fedele all'originale la traduzione di qui sopra? Perché dalla mia esperienza spesso i travisamenti di insegnamenti e testi derivano da traduzioni troppo libere o fatte in un certo modo per provare una certa tesi.

    Dico questo perché sto leggendo un libro in cui lo studioso, Walpola Rahula, traduce in maniera piuttosto letterale il passaggio (che penso sia lo stesso). E lo traduce come segue:

    CITAZIONE
    "Now, look you Kālāmas, do not be led by reports, or tradition, or hearsay. Be not led by the authority of religius texts, nor by mere logic or inference, nor by considering appearances, nor by the delight of speculative opinions, nor by seeming possibilities, nor by the idea 'this is our teacher'. But, O Kālmālas, when you know for yourselves that certain things are unwholesome (akusala), and wrong, and bad, then give them up. And when you know for yourselves that certain things are wholesome (kusala) and good, then accept them and follow them."

    (grassetto mio)
    Quindi forse per comprendere a fondo il passaggio occorre soffermarsi sul concetto di akusala e kusala? È corretto tradurlo con "è d'accordo con la ragione"? Perché ragione è un termine tutto occidentale e illuminista, siamo sicuri sia la scelta migliore nella traduzione di un testo buddhista?

    Non so, sono solo considerazioni da linguista, lo so, ma in questo caso fanno la differenza.

    Wow, questo è il modo corretto di procedere. Sarai un'ottima studentessa di Dharma. :clapclap:
     
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    Sto leggendo anche io Rahula (L'insegnamento di Buddha) e mi sono imbattutto proprio poco fa (leggendo in pausa pranzo) in una sorta di contraddizione: dice che per il buddismo non esiste un'anima o spirito (parlando dei cinque aggregati e le sei facoltà) da opporre alla materia, ma poi diverse volte in altre pagine parla di "vita spirituale". Anche questo può essere conseguenza di traduzioni non strettamente oculate? O sono io che vado a cercare il pelo nell'uovo?

    Saluti
     
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  6. apo
     
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    Un apparente ossimoro che però disvela come l'uomo si perda nelle parole...

    "Vita spirtituale" prende a prestito il termine spirito per indicare tutto ciò che va oltre alle mere contingenze quotidiane e agli affanni della vita. Avrebbe potuto usare il termine "religioso". Ma anche qui la semantica la fa da padrona.

    Non devi interdere quella espressione come strettamente attinente ad un concetto di anima, spirito, ecc.
     
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  7. Vajramuk
     
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    CITAZIONE (apo @ 29/7/2016, 17:08) 
    Un apparente ossimoro che però disvela come l'uomo si perda nelle parole...

    "Vita spirtituale" prende a prestito il termine spirito per indicare tutto ciò che va oltre alle mere contingenze quotidiane e agli affanni della vita. Avrebbe potuto usare il termine "religioso". Ma anche qui la semantica la fa da padrona.

    Non devi interdere quella espressione come strettamente attinente ad un concetto di anima, spirito, ecc.

    In realtà la vedo difficile andare oltre ciò che la vita è. La Talità è il mondo cosi come è. Vivere la vita cosi come è non è affatto il vivere in un mondo dorato, come quello dei deva del kamaloka. I problemi rimangono, ciò che cambia è il punto di vista.
    La pratica tratta con equanimità gioia e dolore, al punto che malattie come il cancro uccidono il corpo e il dolore viene Testimoniato. Due grandi esempi, in tempi recenti, sono stati Ramana Maharshi e Nisargadatta, non buddhisti, ma, soprattutto per chi conosce Mahamudra e Dzogchen, affatto diversa la pratica.
     
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  8. apo
     
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    Si si, tutto giusto. Ma la domanda, credo, attenesse semplicemnte all'aspetto linguistico...
     
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  9. Vajramuk
     
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    CITAZIONE (apo @ 29/7/2016, 21:01) 
    Si si, tutto giusto. Ma la domanda, credo, attenesse semplicemnte all'aspetto linguistaizioico...

    Si, certo. Ho sentito di dover puntualizzare, onde evitare frain
    tendimenti, queste parole:

    CITAZIONE
    oltre alle mere contingenze quotidiane e agli affanni della vita.

    E' solo l'adesione o meno al fenomenico che fa la differenza, cioè come si dice in India non scambiare più la corda per il serpente.
    La sovrapposizione causata dall'avidya. Quindi vita spirituale significa svegliarsi, destarsi da questo sonno.
     
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  10. Labrezza
     
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    QUOTE (Vajramuk @ 29/7/2016, 14:34)
    Wow, questo è il modo corretto di procedere. Sarai un'ottima studentessa di Dharma. :clapclap:

    Grazie, faccio del mio meglio! :notworthy:

    QUOTE (apo @ 29/7/2016, 17:08)
    Un apparente ossimoro che però disvela come l'uomo si perda nelle parole...

    "Vita spirtituale" prende a prestito il termine spirito per indicare tutto ciò che va oltre alle mere contingenze quotidiane e agli affanni della vita. Avrebbe potuto usare il termine "religioso". Ma anche qui la semantica la fa da padrona.

    Non devi interdere quella espressione come strettamente attinente ad un concetto di anima, spirito, ecc.

    Maledizione a questa nostra lingua che non sa adattarsi alla profondità del Buddhismo.. :lol:

    QUOTE (Vajramuk @ 29/7/2016, 20:37)
    In realtà la vedo difficile andare oltre ciò che la vita è. La Talità è il mondo cosi come è. Vivere la vita cosi come è non è affatto il vivere in un mondo dorato, come quello dei deva del kamaloka. I problemi rimangono, ciò che cambia è il punto di vista.
    La pratica tratta con equanimità gioia e dolore, al punto che malattie come il cancro uccidono il corpo e il dolore viene Testimoniato. [...]

    Grazie della puntualizzazione. Un concetto davvero difficile da afferrare per noi occidentali, immersi come siamo nella cultura cristiana della dicotomia corpo-anima, bene-male, spirituale-terreno ecc. <_< E forse uno dei motivi principali che mi spinge verso il Buddhismo.

    Tornando alla citazione all'inizio del topic, qualcuno sa spiegarmi il significato di kusala e akusala (o indicarmi dove posso trovare maggiori informazioni)?
     
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  11. apo
     
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    E' in inglese, ma almeno attingiamo alle fonti... inoltre, evitiamo ulteriori traduzioni (dal pali all'inglese e poi all'italiano).

    www.accesstoinsight.org/tipitaka/mn/mn.009.ntbb.html#kusala
     
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  12. Vajramuk
     
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    Bisognerebbe prima studiare l'Abhidharma :lol: :woot:

    Rido perchè è complicatissimo.

    Cioè i fattori mentali.
    Kusala e akusala hanno a che fare con la volizione (cetana) del soggetto verso l'oggetto.
    Alcune volizioni non son salutari (akusala) altre lo sono (kusala).
    Su come il buddhsimo discrimini tra salutare e insalutare dipende dal veicolo.
     
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  13. apo
     
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    CITAZIONE (Vajramuk @ 30/7/2016, 15:39) 
    Rido perchè è complicatissimo.

    Eh già...
     
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  14. Labrezza
     
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    QUOTE (apo @ 30/7/2016, 15:02) 
    E' in inglese, ma almeno attingiamo alle fonti... inoltre, evitiamo ulteriori traduzioni (dal pali all'inglese e poi all'italiano).

    www.accesstoinsight.org/tipitaka/mn/mn.009.ntbb.html#kusala

    Grazie mille, inizio a documentarmi da qui intanto. :)
     
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    CITAZIONE (apo @ 29/7/2016, 17:08) 
    Un apparente ossimoro che però disvela come l'uomo si perda nelle parole...

    "Vita spirtituale" prende a prestito il termine spirito per indicare tutto ciò che va oltre alle mere contingenze quotidiane e agli affanni della vita. Avrebbe potuto usare il termine "religioso". Ma anche qui la semantica la fa da padrona.

    Non devi interdere quella espressione come strettamente attinente ad un concetto di anima, spirito, ecc.

    Grazie.

    Anche Rumi sulle parole (e ne ha scritte migliaia se non milioni) diceva che sono solo l'ombra, un accessorio della realtà.

    Saluti
     
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38 replies since 8/4/2010, 00:00   4125 views
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