Illuminati

ne incontro parecchi

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. dorje e gabbana
     
    .

    User deleted


    messa cosi' mi pare un pochino troppo semplicistica....
     
    .
  2. Frer8
     
    .

    User deleted


    si ovvio volevo solo provare a capire cosa si riferisce il termine.
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    piccolo haijin

    Group
    Member
    Posts
    8,577

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE
    illuminazione sarebbe percio trascendenza totale dai propri attacamenti psicofisici e liberazione percio felicita eterna nel ritorno alle origini dell essenza . Vantarsi dell essere illuminato e percio un controsenso non dovrebbero esistere piu livelli di consapevoezza ma solo un unica essenza. Sto sbagliando?

    no, non sbagli.
    devi solo ritrovare il tuo volto originale prima della nascita.
    poi è fatta.
    in fondo in fondo l'illuminazione è solo una questione di ovuli e spermatozoi... :lol:
     
    .
  4. dorje e gabbana
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    devi solo ritrovare il tuo volto originale prima della nascita.
    poi è fatta.

    che belle le frasi fatte dello zen, che chiamano cohan!!!!
     
    .
  5. Astice
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Frer8 @ 9/2/2013, 16:59) 
    si ovvio volevo solo provare a capire cosa si riferisce il termine.

    Ho il sospetto che provare a capire cos'è l'illuminazione sia come scrivere un libro contro il linguaggio e la letteratura in generale.
    In realtà non solo vantarsi di essere illuminato, ma affermarlo dovrebbe essere un controsenso.
    Ciò perchè è utilizzare un termine che poi non si è in grado di legare ad una esperienza concreta in chi ascolta.
    E infatti, dopo l'affermazione sorge la domanda: bene, e che cosa è l'illuminazione? E lì ci si pianta.
    E' difficile ricordarsi ad ogni istante che si sta utilizzando un linguaggio.
    Quindi parlare di illuminazione non è cosa relativa all'illuminazione ma ad un qualcosa che si svolge nell'ambito che non è illuminazione. Ambito che non è libero di complicazioni.
    E infatti si nota la difficoltà continua di emancipare il linguaggio da significati profani, perchè esso sia utilizzabile come strumento efficace.
    Si potrebbe dire che una parola la si forgia ogni volta che la si utilizza, e infatti mai si usano parole singole, ma le si affianca in una frase, perchè una illumini di senso l'altra.
    Ma neanche ciò basta, perchè poi occorre la giusta disposizione interiore che consenta di intuire il senso.
    E ancora siamo nella realtà comune...complicata la vita. :(
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    piccolo haijin

    Group
    Member
    Posts
    8,577

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE
    che belle le frasi fatte dello zen, che chiamano cohan!!!!

    in realtà la frase risale al ch'an, se non addirittura ai padri del taoismo, che già parlarono di qualcosa di simile in tempi ancora più antichi.
    e coi koan - simpatici indovinelli del cazzo per scolari giapponesi - c'entra un po' come i cavoli a merenda.
    certo, in tempi moderni la trovi anche qui

    http://www.rebirthing-milano.it/Rebirthing...e_Martino..html

    e in fin dei conti, che sia fatta o meno, resta sempre e comunque una frase.
    utile e non.
    dipende...

    CITAZIONE
    E' difficile ricordarsi ad ogni istante che si sta utilizzando un linguaggio.

    già, più difficile che ricordarsi che faccia avevi prima di venir fuori dalla pancia di tua mamma.
    ed è proprio questo il punto ;)
     
    .
  7. Astice
     
    .

    User deleted


    Non vorrei dire una eresia, ma credo che il linguaggio abbia una componente che si riforma da zero ogni volta che lo si utilizza.
    Non so come spiegarla, ma forse parlare di magia del linguaggio e affiancare il concetto di embriogenesi istantanea rende bene l'idea.
    Voglio dire che l'individuo comune probabilmente dà per scontato che il linguaggio sia riassumibile in quella che è la sua coscienza (dell'individuo) degli effetti che esso linguaggio determina nel suo definire la realtà.
    E invece probabilmente quello del linguaggio è un mondo parallelo che vive nella non consapevolezza. E' come dire che noi guardiamo l'arazzo nella sua chiarezza, ma la parte reale è il suo rovescio.

    Insomma, crediamo che il linguaggio abbia uno standard dal punto di vista della sua funzione reale, quando invece non è così...
    Lo standard è solo il lato seducente, mentre l'efficacia è più artistica, non standard.

    Per questo motivo di efficacia occulta, probabilmente più che spiegarsi l'illuminazione, sarebbe grande risultato spiegarsi la non illuminazione. E forse già questo è un compito impossibile ai più.
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    piccolo haijin

    Group
    Member
    Posts
    8,577

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE
    Non vorrei dire una eresia, ma credo che il linguaggio abbia una componente che si riforma da zero ogni volta che lo si utilizza.

    "verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo... l'uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo"

    così parlò giordano bruno.
    quindi che tu l'eresia l'abbia detta o no...
    evviva tutti gli eretici illuminati di ogni tempo e spazio! ;)
     
    .
  9. Astice
     
    .

    User deleted


    Si, però io non sono neanche il sandalo di Giordano Bruno...
    Però qualche riflessione la faccio, e per questo mi perdonerete.
    Anche la distinzione prosa/poesia appartiene allo scientismo, alle catalogazioni da libreria.
    E tale distinzione sembra quasi voler tenere in un recinto di sicurezza ciò che ha potere evocativo.
    Se provassimo a guardare invece con una logica sfumata, "fuzzy", al nesso senza soluzioni di continuità che c'è tra la piattezza scontata di una prosa banale, e il potere evocativo della poesia più alta, forse comprenderemmo in modo molto pratico qualcosa di più del funzionamento della nostra mente.
    Forse quando l'individuo rinuncia alla poesia in favore della piatta prosa, rinuncia all'individuo e abbraccia l'ego?
    E quale segno più eloquente di tale isolamento "sanitario", se non la figura del poeta che nel mondo moderno è destinato alla fame e alla rimozione?
    Ma al di là di valutazioni sociologiche, il vero fulcro della questione è individuale.
    Oltre alla ottusa separazione di genere letterario, che si impone come un elefante in cristalleria e che appesantisce le ali alla poesia intrappolandola in una categoria, dobbiamo guardare ad un altro aspetto...
    La poesia è diventata quella cosa che si fa quando ci si siede a tavolino, davanti ad un foglio bianco con la penna in mano, o che si legge quando si apre un libro che sia intitolato "poesie".
    Anche questo però fa parte di quelle catalogazioni rigide, ottuse e ottundenti poste lì non a caso.
     
    .
  10.  
    .
    Avatar

    piccolo haijin

    Group
    Member
    Posts
    8,577

    Status
    Anonymous
    "quindi l'ali sicure all'aria porgo
    né temo intoppo di cristallo o vetro:
    ma fendo i cieli, e a l'infinito m'ergo.
    e mentre dal mio globo a l'altri sorgo,
    e per l'etereo campo oltre penétro
    quel ch'altri lungi vede, lascio a tergo"

    forse di bruno non ne sarai che il sandalo.
    ma con questa...

    CITAZIONE
    Se provassimo a guardare invece con una logica sfumata, "fuzzy", al nesso senza soluzioni di continuità che c'è tra la piattezza scontata di una prosa banale, e il potere evocativo della poesia più alta, forse comprenderemmo in modo molto pratico qualcosa di più del funzionamento della nostra mente.

    ... tu fendi i cieli e all'infinito t'ergi! :applauso*:
     
    .
  11. Astice
     
    .

    User deleted


    No, eizo, fosse così facile. :(
     
    .
  12.  
    .
    Avatar

    piccolo haijin

    Group
    Member
    Posts
    8,577

    Status
    Anonymous
    eddài su...
    perché quella faccetta così triste?
    il mio riferimento voleva solo essere un modo simpatico per condividere ciò che avevi scritto.
    poi di facile non c'è niente, certo.
    anzi.
    spesso le cose più complicate da fare e da capire sono proprio quelle più semplici.
    pensa proprio alla poesia.
    non è forse più arduo affrontare una quartina di li bai che un poema di d'annunzio? ;)
     
    .
  13. Astice
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (eizo @ 11/2/2013, 14:22) 
    eddài su...
    perché quella faccetta così triste?
    il mio riferimento voleva solo essere un modo simpatico per condividere ciò che avevi scritto.
    poi di facile non c'è niente, certo.
    anzi.
    spesso le cose più complicate da fare e da capire sono proprio quelle più semplici.
    pensa proprio alla poesia.
    non è forse più arduo affrontare una quartina di li bai che un poema di d'annunzio? ;)

    Ah beh, in quel caso allora il complimento è accettato. :beer:
    Hai ragione quando parli della semplicità che è difficile.
    In fondo la frase "io sono colui che sono" è la più semplice, ma proprio per questo la più difficile, e questo ha scatenato i teologi e la loro grafomania al fine di attutirne l'impatto, di sopirla-sedarla.
    A rifletterci suscita stupore questa necessità umana di appoggiare sempre l'essere su una base di una qualche facile riconoscibilità. Intendo dire, anche nella vita comune.
    Quando si viene presi alla sprovvista dagli eventi non si riesce a coordinare un pensiero efficace.
    E infatti quella è una tecnica di vendita.
    E' come se noi fossimo perennemente immersi in una realtà convenzionale, una realtà fatta di ripetizione e di prevedibilità. Soltanto in quella noi riusciamo ad essere competitivi.
    Se qualcosa esce dai binari andiamo nel pallone. Ma probabilmente quello stato di sorpresa è più poetico dello stato normale, convenzionale, che ha la complicazione e la piattezza della prosa più contorta.
    Abbiamo perso la capacità di vedere le cose con occhi sempre nuovi, di meravigliarci delle cose.
    La meraviglia destabilizza quel corollario di prosa caratteriale che ci rappresenta.
    Chi non conosce individui "col pelo sullo stomaco" che fanno vanto del non provare meraviglia, e della capacità di inglobare nel ragionamento (che non è ragione) che li rappresenta come individui ogni evento che accade loro?
    Si tratta di dinamiche facili, alla portata di tutti, ma che già danno il senso di una realtà diversa.
     
    .
  14.  
    .
    Avatar

    piccolo haijin

    Group
    Member
    Posts
    8,577

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE
    Abbiamo perso la capacità di vedere le cose con occhi sempre nuovi, di meravigliarci delle cose.

    :asdbeer: :asdbeer: :asdbeer:

    il quarto brindisi lo offri tu? ;)
     
    .
  15. Astice
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (eizo @ 12/2/2013, 20:17) 
    CITAZIONE
    Abbiamo perso la capacità di vedere le cose con occhi sempre nuovi, di meravigliarci delle cose.

    :asdbeer: :asdbeer: :asdbeer:

    il quarto brindisi lo offri tu? ;)

    No, su quella frase no, ti prego. :lol:
    Sembriamo due ubriaconi che recitano le canzoni della Vanoni. :lol: :lol: :lol:
     
    .
49 replies since 27/5/2011, 22:24   1417 views
  Share  
.