Breve storia della Soka Gakkai

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    Tsunesaburo Makiguchi (1871-1946), un maestro elementare noto per una serie di saggi critici nei confronti del sistema educativo giapponese, e Josei Toda (1900-1958), direttore di una scuola privata, fondano nel 1930 la Soka Kyoiku Gakkai, “Società educativa per la creazione di valore”. Nel 1928 i due educatori si erano convertiti al buddhismo di Nichiren Daishonin (1222-1282), nella versione diffusa dall’ordine monastico Nichiren Shoshu. Sulla base di questa conversione, Makiguchi e Toda sostituiscono il classico trinomio giapponese verità-bene-bellezza con la diversa formula guadagno-bene-bellezza. “Guadagno” è inteso qui nel senso di “valore”, di quello che nasce dalla relazione tra il soggetto e l’oggetto (“l’insieme di quei valori di attinenza e importanza diretta per la vita dell’individuo intesa nel suo complesso”). La verità è assoluta e prescinde dall’essere umano; il valore è l’elemento che collega l’essere umano all’oggetto. La parola “guadagno” è vista nell’ambito dell’antinomia guadagno-perdita. Allo scoppio della guerra, la Soka Kyoiku Gakkai è coinvolta nella repressione governativa delle attività religiose indipendenti, tanto più che i suoi fondatori - a differenza di altri leader religiosi giapponesi - non sono disposti a sostenere lo sforzo bellico nazionale. Entrambi sono arrestati, e Makiguchi muore in carcere. Liberato nel 1945, Toda si dedica alla ricostruzione del movimento che nel 1946 cambia nome in Soka Gakkai (“Società per la creazione dei valori”).

    Ormai, la Soka Gakkai non si indirizza più soltanto, né prevalentemente, agli educatori ma estende gli stessi principi a tutti gli aspetti della vita sociale, con un deciso impegno a favore della pace. Eletto formalmente presidente della nuova società nel 1951, Toda può contare su poco meno di tremila nuclei familiari. Promette di convertire 750.000 famiglie prima della sua morte, e realizza l’obiettivo nel 1957 grazie a un proselitismo attivo fondato sul metodo shakubuku di Nichiren. Nel 1952 - superando alcune resistenze della gerarchia monastica della Nichiren Shoshu, e impegnando nello stesso tempo tutti i membri ad aderire ai templi locali dello stesso ordine religioso - Toda registra legalmente la Soka Gakkai come organizzazione religiosa. Muore nel 1958; gli succede nel 1960 come presidente Daisaku Ikeda (nato nel 1928), il suo principale discepolo. Il successo continua: nel 1970 i nuclei familiari aderenti saranno sette milioni e mezzo. Nel frattempo, fin dall’anno del suo insediamento, il presidente Ikeda lavora alla diffusione internazionale della Soka Gakkai, originariamente tramite mogli giapponesi di uomini d’affari europei e di militari americani che avevano prestato servizio in Giappone, e impiegati di società multinazionali giapponesi che vivono all’estero. Ben presto si aggiungono convertiti occidentali; nel 1963 la Soka Gakkai è riconosciuta negli Stati Uniti come associazione senza fine di lucro; nel 1975 è fondata la Soka Gakkai International; nel 1985 l’Istituto Europeo della stessa Soka Gakkai International a Parigi, con delegati e osservatori di quattordici Paesi europei. Ikeda si rende noto, fin dalla metà degli anni 1960, come portavoce internazionale del buddhismo, anche attraverso i suoi dialoghi con filosofi, politici e scienziati, alcuni dei quali pubblicati. Diventa anche uno dei più noti attivisti internazionali nel campo dell’educazione alla pace e delle proposte di disarmo, collaborando con diverse istituzioni delle Nazioni Unite e fondando centri di studio come il Boston Research Center for the 21st Century (1993) e il Toda Institute for Global Peace and Policy Research (1996).

    Non mancano, peraltro, i problemi: come è periodicamente avvenuto nella storia del buddhismo Nichiren, il proselitismo shakubuku suscita in Giappone resistenze e diffidenze per il suo carattere considerato spesso aggressivo. Senza rinnegare formalmente lo shakubuku, gradualmente le preferenze della Soka Gakkai si indirizzano verso l’altro metodo di proselitismo della scuola Nichiren detto shoju e basato maggiormente sul dialogo e l’esempio. Insieme ad altri problemi questo crea, fin dagli anni 1970, una tensione con i monaci della Nichiren Shoshu. Il conflitto fra una piccola organizzazione di monaci ultra-conservatori e un movimento di laici attivo su scala mondiale con preoccupazioni tipicamente moderne riproduce schemi che si ritrovano in altre vicende religiose. Alla ricerca di una soluzione, Ikeda nel 1979 si dimette dalla presidenza della Soka Gakkai. Gli succedono Hiroshi Hojo (1923-1981), quindi Einosuke Akija. Ikeda rimane comunque la guida spirituale incontestata della Soka Gakkai, e il conflitto con i monaci esplode come insolubile a partire dal dicembre 1990.

    All’accusa rivolta dai monaci ai laici di avere abbandonato lo shakubuku in favore del metodo shoju si aggiungono pretese economiche crescenti da parte dei monaci (e in particolare del patriarca Nikken), sopportate sempre meno volentieri dai laici. Nel novembre 1991 i monaci comminano la scomunica ai membri della Soka Gakkai che rifiutano di abbandonare i loro dirigenti (in pratica, la stragrande maggioranza dei membri sia in Giappone sia all’estero). Da questo momento per i nuovi membri non è più disponibile la cerimonia di Gojukai, nel corso della quale si riceve da un monaco una copia della sacra pergamena (Gohonzon, letteralmente “oggetto cui è dovuto il più grande rispetto”) originariamente incisa da Nichiren, e non è più permesso ai membri della Soka Gakkai recarsi in pellegrinaggio al tempio centrale di Taiseki-ji (paradossalmente, ricostruito e ampliato proprio grazie alle loro donazioni). Dopo questa crisi, per qualche anno, la cerimonia di Gojukai è sostituita dalla semplice consegna di un certificato di adesione.

    Ma, nel settembre 1993, uno dei templi della Nichiren Shoshu, quello Joen-ji nella prefettura giapponese di Tochigi, si ribella alle imposizioni del patriarca Nikken e annuncia che distribuirà ai nuovi membri della Soka Gakkai un Gohonzon copia di una pergamena trascritta nel 1720 da Nichikan Shonin (1665-1726), il ventiseiesimo patriarca della Nichiren Shoshu. Questo annuncio, semmai, peggiora le relazioni con i monaci del tempio centrale Taiseki-ji, che dichiarano i nuovi Gohonzon non autorizzati dal patriarca Nikken “contraffazioni” e reiterano la proibizione del pellegrinaggio al tempio centrale. Peraltro, solo una piccola minoranza di fedeli laici ha seguito il patriarca Nikken e le organizzazioni da lui ispirate in Giappone e in altri Paesi (Italia compresa). In Giappone gli aderenti alla Soka Gakkai superano gli 8.000.000 di nuclei familiari. Nel resto del mondo la Soka Gakkai – presente in 192 nazioni e territori del mondo, con un numero complessivo di oltre 12.000.000 di aderenti – sfiora 1.750.000 di membri; in Italia la Soka Gakkai ha avuto una vera e propria esplosione negli anni 1990, conquistandosi una notorietà mediatica anche grazie all’adesione di figure note, tra cui il calciatore Roberto Baggio e l’attrice Sabina Guzzanti: gli aderenti erano 13.000 nel 1993, 21.000 nel 2000, 40.000 nel 2005 e 60.123 all’inizio del 2012.

    Di tanto in tanto arrivano echi in Europa di controversie relative alla politica giapponese. Nel 1964 la Soka Gakkai aveva fondato e sostenuto un partito politico nazionale, il Komeito - da cui è formalmente separata dal 1970 -, che nel 1994 è entrato in coalizione con altri nel partito Shinshinto, di carattere nazionale, mentre a livello locale rimane attivo il collegato partito Komei (in seguito il Komeito si è alleato al Partito Liberal Democratico di Yoshiro Mori, precedentemente “nemico storico” del Komei). Questi partiti hanno fatto parte di alleanze di governo a livello locale e nazionale e sono ormai parte integrante della vita politica giapponese. Negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Italia e in altri Paesi la Soka Gakkai è nota per importanti iniziative culturali nel campo delle arti, della letteratura, dell’educazione alla pace e ai diritti umani. Di rilievo sono anche alcune attività di collaborazione culturale fra il Giappone e l’Italia. Nel 1981 il Min-on, l’associazione musicale fondata da Ikeda e attualmente la più grande del Giappone con oltre quattro milioni di iscritti, porta una troupe della Scala in Giappone. Nel 1984 in collaborazione con le Soprintendenze alle Belle Arti di Siracusa, Palermo e Agrigento sono esposti in Giappone, nel Museo Fuji (fondato dallo stesso Ikeda), oltre novecento reperti di epoca greca ritrovati in Sicilia. Nel 1989 sono esposti al Fuji i “Tesori dell’Università di Firenze” (tra cui antiche edizioni e manoscritti della Divina Commedia, del Canzoniere, e scritti di Galileo). Nel 1996 sempre il Fuji ospita una mostra sulla Casa Buonarroti di Firenze. Nel 1994 a Palazzo Medici Riccardi di Firenze è ospitata la mostra “Il mondo dei Samurai: i tesori dell’arte giapponese dal Museo Fuji di Tokyo”. La mostra intitolata “Verso un secolo d’umanità: i diritti dell’uomo nel mondo contemporaneo” ha avuto nel 1996, a Roma e a Milano, oltre cinquantamila visitatori, e nel 1999 oltre trentacinquemila visitatori a Napoli e Venezia. Negli anni 2000 l’Istituto si è impegnato, con la Comunità di Sant’Egidio, nella raccolta di firme per una moratoria della pena di morte: i membri ne hanno raccolte e consegnate oltre settecentomila. La mostra sui diritti umani, aggiornata e dotata di ulteriori strumenti audiovisivi, con il titolo “La città dei diritti umani”, è stata allestita nei principali capoluoghi italiani con notevole successo di pubblico. Contemporaneamente l’Istituto ha promosso, in collaborazione con amministrazioni comunali e scuole di diverse città, la mostra “Semi di cambiamento”, con lo scopo di far conoscere la “Carta della Terra” e sviluppare una sensibilità ecologica. Altre iniziative culturali s’inseriscono in una campagna contro le armi nucleari.

    Le origini della Soka Gakkai in Italia risalgono al 1961, quando Sadao Yamazaki - un membro del movimento che all’epoca risiede a Roma - è nominato “corrispondente dall’Italia”. Il “Settore Italia” nasce due anni più tardi, quando Daisaku Ikeda compie il suo secondo viaggio nella penisola. A Sadao Yamazaki e a sua moglie si aggiunge presto la signora Toshiko Nakajima, arrivata in Italia dal Giappone per ragioni di studio, e nel 1965 il fratello di Toshiko, Tamotsu Nakajima. Nel 1966 la prima praticante italiana - Amalia Miglionico (soprannominata “Dadina”, 1927-2002) - riceve il Gohonzon. Nel 1969 giungono in Italia Mitsuhiro Kaneda e la moglie Kimiko; di lì a poco Tadayasu Kanzaki si trasferisce a Bergamo per lavoro, completando così la formazione del nucleo storico dei primissimi pionieri. Nel 1970 nasce il “Capitolo Italia”, affidato alla responsabilità di Mitsuhiro Kaneda. Intorno al 1975 arrivano in Italia due musicisti jazz americani praticanti della Soka Gakkai - Karl Potter e Marvin Smith -, i quali diffondono il messaggio buddhista fra i loro studenti. Aumentano così i praticanti italiani e nel novembre 1976 è organizzato il primo raduno nazionale a Poppiano (Firenze), con sessanta partecipanti, mentre nell’agosto 1979 si tiene il primo corso estivo a Bardonecchia (Torino). La crescita, originariamente lenta, accelera dopo la visita del presidente Daisaku Ikeda in Italia nel 1981, che ispira il lancio - nel febbraio 1982 - del mensile Il Nuovo Rinascimento; nel 1984 il primo centro ufficiale italiano è aperto a Firenze, seguito dalla posa della prima pietra per il centro culturale nazionale della Villa di Bellagio, sempre a Firenze, nell’aprile 1986, la cui costruzione è completata nel maggio 1987. Negli anni 2000 si è manifestata una complessa problematica interna alla Soka Gakkai italiana intorno a questioni di leadership, stile di dirigenza e organizzazione amministrativa, con l’emergere di due gruppi i cui contrasti, che possono essere ricondotti a una classica dinamica fra “progressisti” e “conservatori”, hanno pure spinto diversi membri a lasciare il movimento, talora diventandone aspri critici. Nel frattempo in Francia - nel contesto dell’autentico panico morale che si è determinato, per una serie complessa di ragioni, in tema di “sette” - anche la Soka Gakkai è stata oggetto di critiche, che si sono estese ad altri Paesi francofoni e hanno trovato occasionale eco in Italia.

    L’interpretazione del buddhismo Nichiren nel solco del suo successore Nikko Shonin (1246-1333) proposta dalla Soka Gakkai afferma che si può raggiungere l’illuminazione o “buddhità” in questa vita recitando con fede profonda il daimoku davanti al Gohonzon. I membri recitano pure mattino e sera, sempre davanti al Gohonzon, i due capitoli del Sutra del Loto che considerano più importanti (Hoben e Juryo). Fondamentale rimane comunque la recita del daimoku, il quale contiene in sé la legge universale maestra di tutti i Buddha passati, presenti e futuri. I cinque o sette caratteri giapponesi (secondo diverse versioni) dell’espressione Nam myoho renge kyo, per Nichiren esprimono la verità ultima. Nam significa “consacrazione” della propria vita alla verità (“Legge Mistica”), al Sutra del Loto e a Nichiren che, avendo reso manifesta la Legge, è egli stesso un Buddha. Myoho significa la “Legge meravigliosa” che è insieme la realtà ultima. Soprattutto il dirigente inglese della Soka Gakkai Richard Causton (1920-1995) ha spiegato, in un modo accessibile a persone di formazione filosofica occidentale, la profondità della legge myoho basata sulla dualità di ku (potenza) e ke (atto), entrambe espressioni inseparabili di chu (essenza). Questa dualità spiega anche il concetto di reincarnazione: dopo la morte la vita non scompare ma continua nello stato potenziale di ku, fino a quando - riproponendosi le condizioni adatte - riappare come ke. In questo quadro il nirvana - nozione, come si è visto, fra le più discusse all’interno del buddhismo - non è la fine del ciclo delle rinascite, ma la sua ripetizione in uno stato di illuminazione. Chi ha raggiunto la buddhità rinasce continuamente per aiutare gli altri a diventare a loro volta Buddha. Renge significa “fiore di loto”, che fiorisce nelle paludi e simboleggia, secondo la Soka Gakkai, la dottrina secondo cui il desiderio non deve essere negato, ma coltivato come forza per la “rivoluzione umana”, cioè la vittoria sugli aspetti negativi dell’individuo e della società. Il loto produce contemporaneamente fiori e frutti, e simboleggia quindi anche la dottrina della simultaneità della causa e dell’effetto. Le cause inerenti (karmiche) sono stimolate dalle cause esterne e producono (immediatamente) un effetto latente che si trasformerà a suo tempo in effetto manifesto.

    Recitare il daimoku permette di cambiare il proprio karma, quindi il destino e il mondo nel suo insieme. “Praticando”, il membro della Soka Gakkai ottiene certamente vantaggi per sé, ma opera anche per la pace e la felicità del mondo intero. La pratica di kosen rufu, cioè di diffusione del buddhismo Nichiren, è così anche “pratica per gli altri”. Kyo indica il Sutra, ma anche - più estesamente - le vibrazioni della pratica, l’illuminazione del Buddha e il suo insegnamento. In questo senso la vita del praticante inizia con la recita del daimoku ma non si ferma qui: la “rivoluzione umana” e la promozione della pace e della felicità nel mondo richiedono lo studio del buddhismo Nichiren (la Soka Gakkai distingue cinque livelli di studio, cui corrispondono altrettanti esami), la partecipazione a riunioni di discussione, e l’impegno nelle attività umanitarie e culturali della Soka Gakkai che, come si è accennato, sono piuttosto ampie. Di fatto - secondo l’osservazione di sociologi come Bryan Wilson (1926-2004) e Karel Dobbelaere - molti si accostano inizialmente alla Soka Gakkai spinti dal desiderio di risolvere problemi concreti e difficoltà relative alla salute, alla vita familiare e affettiva, al lavoro, alla carriera. Se questo è il motivo di attrazione iniziale verso la Soka Gakkai, coloro che non si limitano a frequentarla per qualche mese ma ne fanno la propria identità religiosa stabile e primaria intraprendono lo studio del buddhismo Nichiren, assumono con convinzione gli scopi della “rivoluzione umana” e si convincono che la pratica efficace per sé è effettivamente, nello stesso tempo, “pratica per gli altri”.

    B.: Per una introduzione generale cfr. Karel Dobbelaere, La Soka Gakkai. Un movimento di laici diventa una religione, Elle Di Ci, Leumann (Torino) 1998; più ampiamente Bryan Wilson - K. Dobbelaere, A Time to Chant. The Soka Gakkai Buddhists in Britain, Clarendon Press, Oxford 1994; e Phillip E. Hammond - David W. Machacek, Soka Gakkai in America. Accomodation and Conversion, Oxford University Press, New York 1999. Uno studio sociologico sulla Soka Gakkai in Italia è quello di Maria Immacolata Macioti, Il Buddha che è in noi. Germogli del Sutra del Loto, SEAM, Roma 1996. Tra le fonti primarie tradotte in lingua italiana: Dayle M. Bethel, La creazione di valore. Vita e pensiero di Tsunesaburo Makiguchi, trad. it., Esperia, Milano 1998; Daisaku Ikeda, Buddhismo oggi, trad. it., 5 voll., Esperia, Milano 1991-1993; Idem, La rivoluzione umana, trad. it., nuova edizione, 12 voll. in 6 tomi, Esperia, Milano 2007-2011; Idem, La nuova rivoluzione umana, trad. it., 16 voll. finora comparsi, Esperia, Milano 1996-2008; Idem, Gli eterni insegnamenti di Nichiren Daishonin, trad. it., Esperia, Milano 1997. Sui tre maestri fondatori della Soka Gakkai – Makiguchi, Toda e Ikeda – cfr. Soka Gakkai. Storia di tre maestri buddisti che hanno realizzato un sogno, Esperia, Milano 2010. Sulla Soka Gakkai in Italia, vari capitoli in AA.VV., La Rivoluzione Differente. 70 anni di storia della Soka Gakkai, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Firenze 2001. L’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai pubblica il quindicinale Il Nuovo Rinascimento, il bimestrale Buddismo e Società e il settimanale Il Volo Continuo.

    da www.cesnur.org/religioni_italia/b/buddhismo_16.htm
     
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    Mai letta in vita mia un' analisi così distorta.
     
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    CITAZIONE (Aquilapicco @ 14/7/2012, 21:20) 
    Ma, nel settembre 1993, uno dei templi della Nichiren Shoshu, quello Joen-ji nella prefettura giapponese di Tochigi, si ribella alle imposizioni del patriarca Nikken e annuncia che distribuirà ai nuovi membri della Soka Gakkai un Gohonzon copia di una pergamena trascritta nel 1720 da Nichikan Shonin (1665-1726), il ventiseiesimo patriarca della Nichiren Shoshu. Questo annuncio, semmai, peggiora le relazioni con i monaci del tempio centrale Taiseki-ji, che dichiarano i nuovi Gohonzon non autorizzati dal patriarca Nikken “contraffazioni” e reiterano la proibizione del pellegrinaggio al tempio centrale. Peraltro, solo una piccola minoranza di fedeli laici ha seguito il patriarca Nikken e le organizzazioni da lui ispirate in Giappone e in altri Paesi (Italia compresa). In Giappone gli aderenti alla Soka Gakkai superano gli 8.000.000 di nuclei familiari. Nel resto del mondo la Soka Gakkai – presente in 192 nazioni e territori del mondo, con un numero complessivo di oltre 12.000.000 di aderenti – sfiora 1.750.000 di membri; in Italia la Soka Gakkai ha avuto una vera e propria esplosione negli anni 1990, conquistandosi una notorietà mediatica anche grazie all’adesione di figure note, tra cui il calciatore Roberto Baggio e l’attrice Sabina Guzzanti: gli aderenti erano 13.000 nel 1993, 21.000 nel 2000, 40.000 nel 2005 e 60.123 all’inizio del 2012.

    Fonte Cesnur

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    Eccola :

    Salve a tutti cari amici e compagni di fede.
    La riflessione che farò, si basa soprattutto sull’esperienza che ho fatto nel corso dei miei anni di pratica, di fede e di s
    tudio degli insegnamenti del Grande Maestro Nichiren Dai-Shonin e del Sutra del Loto, allo scopo di diffondere, que
    llo che è l’insegnamento originale che Nichiren praticava e insegnava.
    Avendo iniziato molto giovane nella Soka Gakkai, ho praticato per molti anni il suo insegnamento, avendo modo di
    conoscerlo in modo profondo, senza confrontare la sua dottrina con altre dottrine del Sutra del Loto, convinto che st
    avo praticando il vero insegnamento di Nichiren. Questo l’ho fatto per molti anni, fino a quando non sono arrivato a
    confrontarmi con me stesso, rendendomi conto che in realtà l’insegnamento che stavo seguendo non era proprio quel
    lo che insegnava il Buddha e Nichiren nei suoi scritti.
    Questo scritto anche se lungo, consiglio di leggerlo fino in fondo, al fine di poter comprendere il messaggio di Nichi
    ren e del Buddha, e consiglio anche di considerare il fatto di non giudicare la mia persona, ma comprendere ciò che s
    crivo e chiedersi se quello che scrivo corrisponde al vero o al falso.
    La domanda che noi tutti dovremo farci oggi è se stiamo seguendo o no, l’insegnamento che Nichiren Insegnava e pr
    aticava, se studiamo e seguiamo la vera dottrina del Buddha originale, e non basarci solo sulla recitazione del sacro
    Odaimoku, ma se abbracciamo sinceramente l’insegnamento essenziale.
    Ma analizziamo le cose seguendo gli eventi.
    Partiamo da quella che è la dottrina della Soka Gakkai, che è la stessa e identica della Nichiren Shoshu, oggi anche s
    e separata, ma con la stessa dottrina e insegnamento che non è stato cambiato.
    La Nichiren Shoshu come ben sappiamo fu fondata da Nikko Shonin, partito da Minobu dopo la morte di Nichiren, c
    ome anche altri discepoli fecero per andare nei rispettivi territori al fine di propagare l’insegnamento che avevano er
    editato dal Maestro Nichiren.
    La storia del lignaggio Fuji di Nikko.
    E 'importante, però, perché la Nichiren Shoshu deriva da questo lignaggio, e attraverso la sua organizzazione laica,
    la Soka Gakkai , gli insegnamenti della Nichiren Shoshu si sono diffusi più ampiamente, sia dentro che fuori dal Gia
    ppone, rispetto a qualsiasi altra scuola di Nichiren. A causa di questo, i punti di vista idiosincratici della Nichiren Sh
    oshu sono gli unici comunemente conosciuti fuori dal Giappone, anche se le maggiori scuole Nichiren in Giappone li
    vedono come interpretazioni fuorvianti degli insegnamenti del Buddha Shakyamuni e Nichiren Daishonin. Un attent
    o esame della storia e delle affermazioni della Nichiren Shoshu rivela che questi insegnamenti, infatti, appoggiano su
    lla base di un arazzo di affermazioni prive di fondamento. Questi punti di vista idiosincratici non possono essere rico
    ndotti a Nikko, ma si deve capire la storia del lignaggio di Nikko e soprattutto la storia del Tempio Taisekiji per vede
    re come la Nichiren Shoshu li ha sviluppati, facciamo un passo indietro di qualche secolo, fino alla fondazione del T
    empio Taisekiji e dalle sue origini.
    Nel 1290, il Signore di Ueno, Nanjo Tokimtsu, costruì il Tempio Taisekiji a Oishigahara per Nikko che aveva lasciat
    o il Monte Minobu a causa delle sue controversie con Lord Hakii e con Niko. Nanjo Tokimitsu, il Signore di Ueno, e
    ra lo zio del discepolo Nichimoku di Nikko. Nel 1291, Nikko si trasferì nella città di Omosu in Kitayama dove fondò
    il Tempio Honmonji nel febbraio 1298 con l'aiuto di Nitcho . Tascorse il resto della sua vita in questo tempio. La su
    a discendenza è indicato come il Lignaggio Fuji. Nikko nominò due serie di sei discepoli anziani che dovevano diff
    ondere i suoi insegnamenti dopo la sua scomparsa. Il primo gruppo era costituito da: Nikke, Nichimoku, Nisshu, Nic
    hizen, Nissen, e Nichijo. Essi fondarono il Tempio Taisekiji e Nikko affidò quel tempio a Nichimoku (1260-1333). I
    l secondo gruppo era costituito da: Nichidai, Nitcho, Nichido, Nichimyo, Nichigo e Nichijo. Essi si trasferirono a Kit
    ayama Honmonji e Nikko affidò quel tempio a Nichidai (1294-1394). Il Rapporto di Nikko con Nissho , Nichiro , e
    Niko era contraddittorio. Lui, ovviamente,
    disapprovava le norme permissive di Niko ed era risentito per essere stato costretto a lasciare il Monte Minobu nel 1
    289. Sebbene simpatizzasse con la situazione di Nissho e Nichiro nel 1284 quando sono stati perseguitati a Kamakur
    a, finì per accusarli di aver tradito Nichiren Daishonin ritornando all'ovile Tendai ( cosa che non era del tutto vera, in
    quanto il loro intento era quello di poter continuare la propagazione di Nichiren). Nichiro andò a trovare Nikko a Kit
    ayama Honmonji in un tentativo di riconciliazione, ma il suo tentativo non riuscì. Dopo il 1298, Nikko aveva più nul
    la a che fare con Nissho e Nichiro. Degli altri due dei sei discepoli anziani, Nitcho si unì a Nikko a Kitayama Honmo
    nji e Nichiji dopo aver lasciato il tempio per diffondere l’oidamoku non ha dato più notizie di sé. Nichizon (1265-13
    45) era un discepolo di Nikko, che andò a Kyoto con Nichimoku e Nichigo anch’essi discepoli di Nikko. Purtroppo,
    Nichimoku morì lungo il viaggio e Nichigo tornò a Fuji con le sue ceneri. Solo Nichizon continuò il viaggio verso K
    yoto. Nel 1339, fondò il Jogyo-in Temple. Quando Nichizon affidò il Jogyo-in Temple al suo discepolo Nichi-in, l'al
    tro suo discepolo Nichidai (non discepolo di Nikko) se ne andò e fondò il Tempio Juhonji nel 1363. Entrambi i temp
    li sono stati bruciati nel 1536 durante la persecuzione Tenmon. Furono riuniti e ricostruiti come Tempio Yoboji nel 1
    548. Dopo la morte di Nikke (1252-1334), uno dei primi discepoli di Nikko, Nanjo Tokimitsu trasferì la sua Shimojo nel Tempio Myorenji. Quando Nichimoku lasciò il Tempio Taisekji per recarsi a Kyoto, elesse Nichido
    (1283-1341) quale responsabile del tempio. Quando Nichigo (1272-1353) tornò con le ceneri di Nichimoku si aspett
    ava di riprendere il controllo del tempio. Ciò provocò una controversia tra Nichigo e Nichido, e alla fine Nichigo fu
    costretto a lasciare Tempio Taisekiji. Andò a Hota dove fondò il Tempio Myohonji intorno 1343. Sorse un'altra disp
    uta a Kitayama Honmonji perché il patrono del tempio, Ishikawa Sanetada, voleva rimuovere Nichidai. Alla fine ci r
    iuscì e lo sostituì con Nichimyo. Nichidai andò allora a Nishiyama e fondò un nuovo tempio con il nome Honmonji
    nel 1343. Questo
    tempio è noto come Nishiyama Honmonji al contrario di Kitayama Honmonji. Nel tentativo di eclissare il Kityama
    Honmonji Temple, il Tempio Myohonji fondò il Kuonji Temple nella città di Koizumi nel distretto di Fuji nel 1406.
    A questo punto c’erano cinque grandi templi del lignaggio di Nikko nel distretto di Fuji: Taisekiji, Kitayama Honmo
    nji, Nishiyama Honmonji, Koizumi Kuonji e Shimojo Myorenji. Questi cinque tempi sono conosciuti collettivament
    e come i Cinque Fuji Temple. Al di fuori della zona di Fuji, ci dovrebbero essere stati altri tre importanti templi del l
    ignaggio Fuji: Yanase Jitsujoji, Hota Myohonji e Yoboji a Kyoto (ex Jogyo-in e Juhonji Templi). Le differenti dottr
    ine che in seguito avrebbero caratterizzato la Nichiren Shoshu apparvero durante la permanenza in carica di Nichiu (
    1409-1482), il nono sommo sacerdote del Tempio Taisekiji. Il primo sviluppo è stato l'insegnamento di Nichigen (? -
    1486) del Nishiyama Honmonji Temple che identificava Nichiren Shonin come il Buddha. Questa teoria apparve nel
    Gonin-shohasho-kenmon che è stato scritto tra il 1470-1479. Nichigen e Nichiu erano amici e quindi è molto probab
    ile che Nichiu abbia preso l'idea che Nichiren Daishonin è il vero Buddha da Nichigen. Il secondo sviluppo è stata la
    prima menzione dei "Due documenti di trasferimento" in un lavoro chiamato Hyaku-gojikka-jo scritto da Nikkyo (1
    428-1489?) al Tempio Taisekiji nel 1480. Nikkyo in origine era un sacerdote del Juhonji Temple, ma in seguito si tra
    sferì a Taisekiji e divenne discepolo di Nichiu. I due documenti di trasferimento sono il Ikegami Sojo e il Minobu So
    jo. In questi presunti scritti di Nichiren, egli affida il Dharma interamente a Nikko. I due documenti di trasferimento
    sono considerati falsi da parte delle altre scuole buddhiste di Nichiren, nonché dagli studiosi indipendenti poichè vi s
    ono incongruenze tra di loro, sia in termini di contenuto che delle richieste del Taisekiji
    Temple, sia in termini di situazione reale al momento della morte di Nichiren Shonin. Infine, fu proprio durante il te
    mpo di Nichiu come sommo sacerdote del Taisekiji Temple che il Daigohonzon apparì la prima volta, proprio lì. Nic
    hijo (d.1493), un contemporaneo di Nichiu e sacerdote capo di Kitayama Honmonji accusò effettivamente Nichiu di
    aver forgiato l'Ita-Mandara (il Daigohonzon), così come molti altri scritti. Come per i documenti di trasferimento, ci
    sono molte ragioni per cui l'Ita-Mandara non è considerato un autentico Mandala di Nichiren al fuori della Nichiren
    Shoshu e della loro ex organizzazione di laici della Soka Gakkai. Va sottolineato che gli altri templi del lignaggio Fu
    ji non seguirono le innovazioni dottrinali del Taisekiji Temple. Il Yoboji, per esempio, ha firmato l' Accordo Kansho
    del 1466 insieme con gli altri templi di Kyoto, senza dire una parola circa le dottrine diverse del Taisekiji Temple.
    Vale la pena notare che gli alti sacerdoti del Tempio Taisekiji dal 1617-1707 sono venuti tutti dal tempio Yoboji. Qu
    indi è dubbio anche che tutti i sacerdoti del Taisekiji Temple credessero nella teoria di Nichiren come il Vero Buddh
    a, del Daigohonzon, e dei documenti di trasferimento. L'Ita-Mandara stesso fu tenuto stoccato fino alla Restaurazion
    e Meiji. Nichikan (1665-1726) fu il 26 sommo sacerdote del Tempio Taisekiji ed è considerato come colui che ha co
    nsolidato e sistematizzato le diverse dottrine della Nichiren Shoshu, specialmente la dottrina che prevede che Nichire
    n Daishonin sia il Buddha Eterno, non Shakyamuni Buddha. E’ stato Nichikan che ha reclamato il Taisekiji Temple
    dal Yoboji Temple ed è lui il che ha la responsabilità di aver restaurato e sviluppato le differenti dottrine del Taisekij
    i Temple comparse la prima volta ai tempi di Nichiu. Nel 1874, il Tempio Taisekiji divenne parte della Shoretsu Bra
    nch del Buddismo di Nichiren con il decreto del nuovo governo Meiji. Nel 1876, gli otto grandi templi del lignaggio
    di Nikko si separarono dalle altre scuole Shoretsu e diventarono il Komon-ha. Nel 1899, il Komon-ha è diventato la
    Shu Honmon. Nel 1900, il Tempio Taisekiji si separò dalla Shu Honmon e
    prese il nome di Nichiren Shu Fuji-ha. Nel 1912, finalmente prese il nome di Nichiren Shoshu. La Honmon Shu dive
    nne parte della Nichiren Shu nel 1941. Nel 1950, il Tempio Yoboji si separò dalla Nichiren Shu e divenne la Nichire
    n Honshu. Nishiyama Honmonji Temple divenne anch’esso indipendente. Shimojo Myorenji Temple e Hota Myoho
    nji Temple si unirono alla Nichiren Shoshu. Kitayama Honmonji, Koizumi Kuonji e Yanase Jitsujoji sono rimasti co
    n la Nichiren Shu.
    Questo per mettere alla luce a tutti come oggi viene insegnata una dottrina diversa da quella che praticava e insegnav
    a Nichiren. Questo lo possiamo verificare bene soprattutto dall’idea che Makiguci, Toda, e Ikeda hanno avuto e di c
    onseguenza insegnato.
    Una dichiarazione molto evidente, la troviamo scritta dallo stesso Ikeda nella terza edizione del suo libro pubblicato
    nel 1968 con queste parole:
    "Il capitolo 28 Hokekyo è dottrinalmente diviso in due parti: lo Shakumon (i primi 14 capitoli) e l' Honmon (l'ultima
    metà. Nella parte dello Shakumon, viene esposto Ri-no Ichinen Sanzen ( il principio teorico di Ichinen Sanzen) ndo gli Al contrario, la parte Honmon rivela Ji-no Ichinen Sanzen (il principio pratico di Ichinen Sanzen) secondo la
    vera causa del Buddha. Quindi l' Honmon è chiamato il Vero Insegnamento; e lo Shakumon, l'Insegnamento Transit
    orio . Eppure questi due insegnamenti dell'Hokekyo, se confrontati con gli insegnamenti di Nichiren Daishonin, sono
    ugualmente ridotti a un insegnamento transitorio. Il motivo: nel periodo di Mappo, l' Hokekyo insegnato da Shakya
    muni non è valido come la pula di grano; e solo San-dai-hiho (le Tre Grandi Leggi Segrete) è valido o il grano stesso
    . Il San-dai-hiho era stato a lungo tenuto segreto nelle profondità del Capitolo Juryo fino a quando Nichiren Daishoni
    n non lo aveva rivelato.
    In definitiva, quindi, gli insegnamenti di Nichiren Daishonin sono gli unici veri insegnamenti.”
    Questo pensiero ci porta a pensare che il Buddha Sakyamuni è considerato dallo stesso Ikeda, solo come Buddha stri
    co, e Nichiren come Buddha originale eterno, invatti possiamo vedere come Sakyamuni è considerato nella Soka Ga
    kkai, senza nessun tipo di studio dei suoi insegnamenti ne del Sutra del Loto, a differenza di Nichiren i cui studi son
    o concentrati solo su alcuni dei suoi scritti, esclusi quelli che riguardano le consacrazioni dei mandala gohonzon e di
    statue raffiguranti il Buddha, addirittura non accettano tali statue poste sugli altari dei fedeli Soka.
    Riflettendo su questo tipo di dottrina, che considera Sakyamuni come Buddha storico illuminato 3000 anni fa, possia
    mo ben capire che la dottrina che insegna la Soka Gakkai, riflette la dottrina dei primi 14 capitoli del Sutra del Loto,
    chiamati anche Shakumon, o insegnamenti provvisori.
    A differenza di quella che era la dottrina praticata da Nichiren e dai suoi discepoli compreso Nikko Shonin, ( come a
    bbiamo visto in precedenza ) la dottrina Honmon detta anche dottrina degli insegnamenti essenziali, e definitivi.
    Come sappiamo il Sutra del Loto è composto da 28 capitoli, di cui i primi 14 rappresentano l’insegnamento Shakum
    on, mentre i secondi 14 capitoli L’Honmon, e di tre cerimonie esposte dal Buddha, ma lasciamo perdere per ora le tr
    e cerimonie, la differenza fra le due dottrine, la spiega bene Nichiren, e evidenzia il grado di illuminazione sia della
    prima sia della seconda, che per noi è importante da raggiungere in questa esistenza terrena, perché sarà quella che d
    eterminerà le prossime nostre rinascite.
    I seguenti sono dei passi del gosho in cui il Maestro Nichiren spiega molto bene e con dettaglio la differenza fra le d
    ue sezioni dell’insegnamento contenuto nel Sutra del Loto, e della diversa illuminazione che c’è nelle due dottrine, c
    he a prima vista sembrano uguali, ma in realtà si differenziano in modo grande, ed è essenziale conoscerle soprattutt
    o per i fedeli Soka e Shoshu. Queste differenze
    Nichiren nel gosho le spiega cosi:
    "La differenza fra l’insegnamento transitorio e quello originale è che nel primo si afferma che il Buddha ottenne l’ill
    uminazione per la prima volta durante la sua vita [in India], mentre nel secondo egli è il Buddha che ottenne l’illumi
    nazione nel remoto passato. Fra i due vi è la stessa differenza che passa fra un vecchio di cento anni e un bambino di
    un anno. Anche i discepoli di questi due Buddha differiscono come il fuoco dall’acqua, per non parlare della differe
    nza fra le sue terre. Chi confonde l’insegnamento originale con l’insegnamento transitorio non sa distinguere il fuoco
    dall’acqua."
    Questa confusione è quella che oggi hanno molti membri della Soka Gakkai, che sono convinti di praticare il vero i
    nsegnamento di Nichiren, l’insegnamento essenziale, non sono in grado di distinguere questa differenza dottrinale.
    Quindi il massimo grado di illuminazione che possono raggiungere, non è la perfetta illuminazione, anche se continu
    eranno a praticare tutta la vita, ma è un’illuminazione limitata rispetto alla perfetta illuminazione che rivela il Buddh
    a nel Sutra del Loto, questo e il massimo grado che Ikeda può fare verso i membri Soka.
    Ma vediamo la spiegazione di Nichiren nel gosho:
    “”Inoltre anche il Sutra del Loto si divide in insegnamento transitorio e insegnamento originale. L’uno differisce dal
    l’altro come il fuoco dall’acqua o il cielo dalla terra. La differenza è ancor più grande di quella esistente fra il Sutra d
    el Loto e i sutra precedenti. I sutra precedenti e l’insegnamento transitorio del Sutra del Loto,
    per quanto differenti, hanno tuttavia dei punti in comune. Fra gli otto insegnamenti esposti dal Buddha, l’insegname
    nto perfetto dei primi sutra e quello dell’’insegnamento transitorio sono simili: benché il Buddha dell’insegnamento t
    ransitorio differisca dai Buddha dei sutra precedenti per il corpo manifesto inferiore, il corpo manifesto superiore, il
    corpo di retribuzione e il corpo del Dharma, essi hanno in comune l’ottenimento dell’illuminazione per la prima volt
    a in questo mondo. [..]
    “ Il Buddha tracciò una netta distinzione fra i due insegnamenti nella sua predicazione, ma nei duemila anni e più dal
    la sua morte, nessuno, nei tre paesi dell’India, Cina e Giappone e neppure nell’intero paese di Jambudvipa, ne ha co
    mpreso chiaramente la differenza. Solo T’ien-t’ai in Cina e Dengyo in Giappone, tracciarono una generica distinzion
    e fra i due, ma rimaneva ancora da chiarire il precetto della perfetta e immediata illuminazione, con il quale l’insegn
    amento originale si distingue dall’insegnamento transitorio. […] T’ien-t’ai spiega i due caratteri che significano
    “concentrazione e visione profonda” dicendo che “visione profonda ”indica la comprensione del Buddha e “concentr
    azione” la percezione del Buddha. Ma cio indica la saggezza e la percezione del Buddha dell’insegnamento transitori
    o, non la comprensione e la percezione del Buddha che ottenne la perfetta illuminazione, il frutto ultimo della Buddh
    ita. Percio Grande concentrazione e visione profonda descrive come propri insegnamenti principali i Dieci mondi, i d
    ieci fattori e i tremila regni, le tre verita e la triplice contemplazione raggiunta da T’ien-t’ai con la sua illuminazione
    personale. Poiche essi rappresentano la vera intenzione dell’insegnamento transitorio, dovresti capire che rappresent
    ano anche la comprensione e la percezione del Budda dell’insegnamento transitorio. […]
    “La notte è il tempo delle stelle e della luna e la gente non si dedica alle proprie occupazioni. Ma quando arriva l’alb
    a, normalmente tutti attendono ai loro compiti. Allo stesso modo, con i sutra precedenti o con l’insegnamento transit
    orio del Sutra del Loto, era difficile liberarsi dalle sofferenze di nascita e morte, ma, una volta apparso il capitolo “D
    urata della vita” dell’insegnamento originale, le persone hanno la certezza di liberarsi dalle sofferenze di nascita e m
    orte.”” [..]
    “Quando nell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto fu esposta la dottrina dei cento mondi e dei mille fattori, o
    tremila regni in un singolo istante di vita, nelle persone dei due veicoli, i cui semi erano deteriorati, germogliò il sem
    e della Buddhità. Per quarantadue anni erano stati tacciati di essere per sempre incapaci di conseguire la Buddhità. In
    ogni riunione e assemblea avevano subìto solo ingiurie e offese, erano evitati dagli esseri dei regni umano e celeste
    e sembrava che fossero destinati a morire di fame. Ma quando il Budda espose il Sutra del Loto fu predetto che Shari
    putra sarebbe diventato il Tathagata Fiore Splendente, Maudgalyayana il Tathagata Fragranza di Sandalo Tamalapatt
    ra, Ananda il Buddha Re di Saggezza e Potere Illimitato Come i Mari e i Monti, Rahula il Tathagata Che Cammina s
    u Sette Preziosi Fiori, i cinquecento arhat sarebbero divenuti i Tathagata Splendore Universale e i duemila ascoltator
    i della voce sarebbero diventati i Tathagata Vessillo Ingioiellato. E il giorno in cui fu rivelata la durata della vita del
    Buddha dal tempo in cui ottenne l’illuminazione nel remoto passato, i bodhisattva innumerevoli come granelli di pol
    vere, approfondirono la loro comprensione della via e, scartate le restanti illusioni, raggiunsero l’ultimo stadio che pr
    ecede la suprema illuminazione. [..]
    “Vi sono due imperfezioni nei sutra precedenti. Primo, [come dice Miao-lo] «poiché in essi i Dieci mondi sono separ
    ati l’uno dall’altro, questi insegnamenti non vanno al di là del provvisorio». Cioè non rivelano la dottrina dei tremila
    regni in un singolo istante di vita, quella di «aprire il provvisorio e rivelare il vero» e della capacità dei due veicoli di
    conseguire la Buddhità, che sono legate ai dieci fattori della vita esposti nel capitolo “Espedienti” dell’insegnament
    o transitorio. Secondo, «poiché insegnano che il Buddha ottenne l’illuminazione per la prima volta in questo mondo,
    non hanno ancora abbandonato il transitorio», cioè non rivelano l’illuminazione originale del Buddha nel remoto pa
    ssato esposta nel capitolo “Durata della vita”. Queste due grandi dottrine [il conseguimento della Buddhità da parte d
    ei due veicoli e l’illuminazione originale del Buddha] sono l’ossatura fondamentale del sacro insegnamento di tutta l
    a vita del Budda, il cuore e il midollo di tutti i sutra. Sostenendo che le persone dei due veicoli possono conseguire la
    Buddhità, l’insegnamento transitorio elimina una delle imperfezioni dei sutra esposti nei precedenti quarant’anni e p
    iù di predicazione da parte del Buddha. Tuttavia, poiché il capitolo “Durata della vita” non era stato ancora esposto, l
    a dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita rimaneva oscura e l’illuminazione dei due veicoli non era assi
    curata; per questi aspetti l’insegnamento transitorio è simile al riflesso della luna sull’acqua o a una pianta senza radi
    ci che galleggia sulle onde. Poi il Budda disse: «Invece, uomini devoti, sono trascorsi innumerevoli, infinite centinai
    a di migliaia di miriadi di milioni di nayuta di kalpa da quando ho realmente conseguito la Buddhità». Con questa si
    ngola affermazione refutò come grandi menzogne le sue altre affermazioni [riguardo alla propria illuminazione].”” [.
    .]
    “Quando si giunge al capitolo “Durata della vita” dell’insegnamento originale, demolendo l’idea che Shakyamuni co
    nseguì la Buddhità per la prima volta [in India], vengono demoliti anche gli “effetti” dei quattro insegnamenti. Demo
    lendo gli “effetti” dei quattro insegnamenti, anche le loro “cause” vengono demolite. Le “cause” corrispondono alla
    pratica o agli stadi della pratica dei discepoli [per conseguire l’illuminazione]. Pertanto le cause e gli effetti degli ins
    egnamenti precedenti e dell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto vengono distrutti per rivelare la causa e l’eff
    etto dei Dieci mondi dell’insegnamento originale. Questa è la dottrina della causa originale e dell’effetto originale. E
    ssa insegna che i nove mondi sono presenti nel mondo di Budda senza inizio e il mondo di Buddha è presente nei no
    ve mondi senza inizio: questo è il vero mutuo possesso dei Dieci mondi, i veri cento mondi e mille fattori, i veri trem
    ila regni in un singolo istante di vita. “[…] “ Quanto all’insegnamento transitorio, esso rivela che la natura di Budda è presente allo stesso modo in ogni persona
    , ma non spiega che Shakyamuni ottenne l’illuminazione originale in un passato lontano innumerevoli kalpa. Per le p
    ersone comuni, conseguire la Buddhità restava quindi un sogno remoto. Ma nel capitolo “Durata della vita” dell’inse
    gnamento essenziale del Sutra del Loto, Shakyamuni dichiara: «Invece, uomini devoti, sono trascorsi innumerevoli, i
    nfinite centinaia di migliaia di miriadi di milioni di nayuta di kalpa da quando ho realmente conseguito la Buddhità».
    Dunque non è vero che Shakyamuni sia diventato un Budda nell’attuale esistenza come risultato di molti kalpa di pr
    atiche ascetiche, perché lo è sempre stato. “ […]
    “Il capitolo del Sutra del Loto “Poteri sovrannaturali” afferma: «Poiché, dopo l’estinzione del Buddha, vi sarà chi po
    trà sostenere questo sutra, i Budda ne gioiscono e manifestano incalcolabili poteri sovrannaturali ». Esso parla anche
    di «tutte le dottrine possedute dal Tathagata»6. Una volta che sarà diffusa questa grande Legge, sono certo che né gli
    insegnamenti precedenti al Sutra del Loto né l’insegnamento transitorio del Sutra del Loto procureranno più il mini
    mo beneficio. “” […]
    “ Il capitolo “Espedienti” dell’insegnamento transitorio rivela la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vit
    a e predica il conseguimento della Buddhità per i due veicoli. Evita in tal modo uno dei due errori commessi dai sutr
    a precedenti. Ciò nonostante conserva l’aspetto provvisorio dell’illuminazione del Budda e non ne rivela l’aspetto et
    erno; in tal modo non espone concretamente la vera dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita e non stabil
    isce il conseguimento della Buddhità da parte dei due veicoli. I suoi insegnamenti sono come la luna riflessa nell’acq
    ua o come piante senza radici che galleggiano sulle onde. Arrivati all’insegnamento originale del Sutra del Loto, vie
    ne distrutta l’idea che il Budda Shakyamuni ottenne l’illuminazione per la prima volta in questo mondo e, di consegu
    enza, vengono distrutti anche gli effetti dei quattro insegnamenti. anche le cause56 lo sono. La causa e l’effetto dei D
    ieci mondi, così come erano spiegati nei sutra precedenti e nell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto, vengono
    annullati e vengono rivelati la causa e l’effetto dei Dieci mondi dell’insegnamento originale. Questa è la dottrina del
    la causa originale e dell’effetto originale: essa rivela che i nove mondi sono tutti presenti nella Buddhità senza inizio
    e che la Buddhità è intrinsecamente presente nei nove mondi senza inizio. Questo è il vero mutuo possesso dei Dieci
    mondi, i veri cento mondi e mille fattori, i veri tremila regni in un singolo istante di vita.”” […]
    “”Nella tua lettera chiedi: «Che significato hanno il Tathagata Molti Tesori e la sua torre preziosa che apparve dal so
    ttosuolo? ». L’insegnamento che riguarda la torre preziosa è di grande importanza. Nell’ottavo volume del suo Parol
    e e frasi del Sutra del Loto, il Gran Maestro T’ient’ai spiega l’apparizione della torre preziosa. Afferma che ha due f
    unzioni distinte: dar credito ai capitoli precedenti e aprire la strada alla rivelazione successiva. Perciò la torre prezios
    a apparve per convalidare l’insegnamento transitorio e per introdurre quello originale. Detto in altro modo, la torre c
    hiusa simboleggia l’insegnamento transitorio e la torre aperta quello originale. La torre aperta rivela i due elementi d
    i realtà e saggezza. Tuttavia, questo discorso è estremamente complesso, perciò non entrerò in ulteriori dettagli adess
    o.””[…]
    “ Se si paragonano il numero di discepoli dell’insegnamento originale con quello dei discepoli dell’insegnamento tra
    nsitorio, il primo è come il grande mare, l’altro come una goccia d’acqua, il primo come una montagna, l’altro come
    una briciola di polvere. In più un bodhisattva dell’insegnamento originale è molto superiore a qualsiasi bodhisattva d
    ell’insegnamento transitorio, compresi Manjushri, Percettore dei Suoni del Mondo o qualsiasi altro fra quelli adunati
    dai mondi delle dieci direzioni. La differenza è ancora più grande di quella fra Shakra e una scimmia.”” [..]
    “Vi sono due modi di percepire i tremila regni in un singolo istante di vita, uno è teorico, l’altro è concreto. Quello d
    i T’ient’ai e Dengyo era teorico, quello che io pratico adesso è concreto e, poiché ciò che pratico è superiore, anche l
    e difficoltà che lo accompagnano sono molto maggiori. La dottrina di T’ien-t’ai e Dengyo era quella dei tremila regn
    i in un singolo istante di vita dell’insegnamento transitorio, mentre la mia è quella dell’insegnamento originale. Sono
    differenti come il cielo e la terra. Tienilo bene a mente quando sarà tempo di affrontare la morte. Con profondo risp
    etto, Nichiren”” […]
    Questi sono solo alcuni passi del gosho, (ma ne possiamo trovare altri ) che spiegano bene la differenza sia degli inse
    gnamenti Shakumon e Honmon, sia dell’illuminazione dei due insegnamenti.
    Perciò per quanto possono sforzarsi di praticare i membri della Soka Gakkai, secondo gli insegnamenti di Ikeda, il m
    assimo che possano raggiungere, è un’illuminazione parziale, limitata.
    Questo è il massimo grado spirituale che Ikeda può portare.
    Namu Myoho Renge Kyo
    Namu Myoho Renge Kyo
     
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    Un mio conoscente che fa parte della soka gakkai mi ha spiegato che la pratica di chi ne fa parte è centralizzata a realizzare desideri, ma io penso che non ci sia niente di più sbagliato in quanto questa bramosia ti destina a illusioni e delusioni.
     
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    Si, infatti, la Soka promuove la realizzazione di desideri, obbiettivi e scopi, spesso insegnando di mettere delle scadenze, credo lo faccia per avere più aderenti possibili, in quanto conta più sul numero che alla qualità, ma a mio avviso, recitare per desideri o scopi, o obbiettivi, resta sempre una preghiera limitata, anche se in realtà non serve, molte persone nella società si realizzano in tutti i campi della propria vita, famiglia, lacoro, soldi ed altro, pur non praticando, ma solo avendo determinazione e a non arrendersi alle difficoltà.
    Il vero messaggio di Nichiren non era la realizzazione dei desideri, ma il raggiungimento dell'illuminazione nella vita presente, per questo ha rivelato i 7 caratteri dell'odaimoku, poi è chiaro che praticando il Sutra del Loto, divulgandolo, spiegandolo e diffonderlo, si ricevono i meriti, senza chiederli, ma naturalmente arrivano, quando la nostra vita ha bisogno, e al momento giusto.
    Questi sono i meriti descritti nel Sutra del Loto, non c'è bisogno di rincorrerli.
    Anche perchè il Buddha ci insegna ad abbandonare desideri e attaccamenti per arrivare alla liberazione.
     
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    DOTTRINA DELLA SOKA GAKKAI

    L'insegnamento della Soka Gakkai, esprime quanto di più lontano ci possa essere dal buddismo, principalmente perché anziché tendere all'eliminazione dei desideri bramosi, secondo il Buddha causa di attaccamento e sofferenza, essi vengono quasi incoraggiati, con la promessa secondo la quale la recitazione di una particolare frase, in lingua giapponese, può far realizzare i propri obiettivi in qualsiasi campo, persino finanziario, lavorativo e sessuale!

    Chi lo dice, tra l'altro, che noi siamo in grado di capire ciò di cui abbiamo bisogno? Noi siamo come bambini affascinati da giocattoli appariscenti destinati a diventare presto inutili e dimenticati.

    Inutile dire come queste mirabolanti promesse (stranamente simili a quelle dei CARTOMANTI, ASTROLOGI, MAGHE E MAGHETTI VARI) alimentino le false speranze dei soggetti psicologicamente più indifesi e fragili, nonché stimolino una mentalità materialista e consumistica.

    Inoltre, nella Soka Gakkai l'amore per tutti gli esseri viventi non è un impegno prioritario, sebbene il movimento, a parole, si proclami pacifista ed ecologista. Tant'è che un personaggio famoso loro adepto, esibito spesso come trofeo vivente, è anche cacciatore, quindi uccide esseri viventi per puro divertimento.

    Si è persino giunti a delle vere e proprie campagne diffamatorie e persecutorie contro gli ex aderenti e, in Giappone, contro il clero della Nichiren Shoshu, l'antico alleato oggi visto come "rivale" e "nemico".

    Nella Soka Gakkai non c'è alcuna pratica di meditazione, che è invece la pratica buddista per eccellenza, atta a risvegliare la mente alla retta consapevolezza.

    Sebbene nella Soka Gakkai si parli spesso di "buddhità", non c'è una chiara visione del significato di questo termine.

    Essere un buddha significa essere un "risvegliato", cioè aver sperimentato con consapevolezza la vera natura di noi stessi e di tutti i fenomeni. Quindi la buddhità esprime una condizione di particolare consapevolezza DELLA NOSTRA MENTE.

    Non si tratta quindi di una "energia", né una "forza", né di un "superpotere", né di uno stato psicofisico, come gli insegnamenti devianti della Soka Gakkai lasciano intendere.

    BENEFICI

    Gli adepti della Soka Gakkai vengono indotti a ricercare ipotetici "benefici" che scaturirebbero dalla cosiddetta pratica, la quale aumenterebbe sia il proprio "stato vitale" che il proprio "karma positivo".

    Per pratica si intende in modo pressoché esclusivo la RECITAZIONE VOCALE di particolari testi sacri. Ciò sarà spiegato più dettagliatamente nel punto successivo.

    La Soka Gakkai ha provveduto ad ALTERARE LE TRADUZIONI in lingua corrente degli scritti di Nichiren. Ad esempio, ogni qualvolta egli parla di "meriti", le traduzioni "ufficiali" della Soka preferiscono tradurre con "benefici", in modo da rendere più attraente e più convincente l'insegnamento proposto.

    Per "completare" l'opera di persuasione, a volte gli adepti vengono spaventati circa il "pericolo" di attirarsi addosso del "karma negativo" nel caso in cui si decida di abbandonare la sétta e le sue pratiche.

    Promesse materiali da una parte e ricatti morali e paure superstiziose dall'altra: la "ricetta" perfetta per esercitare una convincente pressione psicologica, come peraltro accade in tutte le sétte.

    LA "PRATICA BUDDISTA" DELLA SOKA GAKKAI

    La Soka Gakkai, ritenendo di seguire l'insegnamento del monaco Nichiren, sostiene che tutti gli innumerevoli insegnamenti del Buddhismo siano perfettamente realizzati con la semplice ripetizione vocale della frase Nam-myoho-renge-kyo, che non è precisamente un mantra bensì il titolo del Sutra del Loto.

    La recitazione di questo titolo, consiste in una interminabile e frenetica ripetizione verbale, ed è detta anche "daimoku" che significa appunto "titolo" in giapponese.

    In realtà il titolo del Sutra del Loto è soltanto Myo-ho-renge-kyo, che significa: "La Legge del Sutra del Loto". Quel "Nam" anteposto, che dovrebbe essere più precisamente un "Namu", esprime devozione, dunque Nam-myoho-renge-kyo significa "Sono devoto alla Legge del Sutra del Loto" o anche "Onoro la Legge del Sutra del Loto".

    Inutile dire che questa frase va ripetuta anche da persone che non hanno la minima idea di cosa sia la legge del Sutra del Loto, ma poiché si tratta di una devozione magica, gli affiliati della Soka si affrettano sempre a precisare "tanto funziona lo stesso". Come le formule magiche, appunto. Tipo: bibbidi-bobbidi-bu o giù di lì.

    A completare la "recitazione", l'adepto deve leggere, mattina e sera, i capitoli 2 e 16 del medesimo Sutra, non in italiano ma in giapponese medioevale, quindi senza comprendere minimamente ciò che si dice.

    Per la Soka Gakkai, comprendere il testo di ciò che si recita oppure no è un problema del tutto secondario, in quanto l'efficacia della pratica sarebbe data dall'esecuzione materiale della pratica stessa, non dalla comprensione di ciò che il Sutra del Loto vuole dirci!

    Quindi il Sutra del Loto non è un oggetto di studio ma un semplice talismano.

    Questa posizione magico-religiosa è stupefacente, perché evidenzia ulteriormente l'abissale distanza con il buddismo storico, che privilegia decisamente la consapevolezza sui rituali.

    Una pratica ossessivamente ripetitiva e senza un chiaro significato consapevole non è altro che una tecnica psicologica che manipola la volontà e la personalità.

    IL BUDDHISMO E' CONSAPEVOLEZZA, MA..........CHE CONSAPEVOLEZZA CI PUO' ESSERE NEL RIPETERE MECCANICAMENTE DUE CAPITOLI DI UN SUTRA IN UNA LINGUA SCONOSCIUTA?

    Quando Nichiren proclamò Nam-myoho-renge-kyo lo fece, perlomeno, nella lingua corrente della sua epoca e tutti capivano che cosa si stava dicendo!

    Per capire cosa voleva realmente trasmettere Nichiren con questa pratica, occorre però capire il CONTESTO STORICO dell'epoca. E' quello che vedremo nel prossimo punto.



    L'INSEGNAMENTO DEL MONACO NICHIREN

    Ai tempi di Nichiren, in Giappone era diffuso l'AMIDISMO: più che una scuola buddista era una superstizione che consisteva principalmente nella FEDE nel Buddha Amida (una sorta di Buddha divinizzato) il quale avrebbe fatto rinascere nel "Paradiso Occidentale" tutti coloro che, semplicemente, avessero ripetuto il NEMBUTZU, ossia la formula NAMU AMIDA BUTZU (Sono devoto al Buddha Amida) traduzione giapponese dal cinese NAMO AMITUOFO.

    NICHIREN SHONIN

    Nichiren riteneva, giustamente, che il concetto più importante del buddismo fosse invece quello del RISVEGLIO, e provava particolare simpatia per il Sutra del Loto in quanto questo testo esalta in modo particolare la "Legge meravigliosa" secondo la quale TUTTI possono pervenire al risveglio, anche senza dover passare per cicli di rinascite, anche senza condurre una dura vita monastica, anche senza studiare i numerosi Sutra dell'immenso canone buddista.

    Sebbene lo stesso Nichiren fosse un monaco, potremo definire il suo insegnamento come una Via particolarmente aperta nei confronti dei laici.

    Il dilagante Amidismo non si occupava di risveglio, ma spingeva le persone a chiudersi in una devozione consolatoria in attesa della salvezza promessa.

    Nichiren, per attirare l'attenzione della gente della sua epoca, si servì di una specie di parodia. In una società ammaliata dalla recitazione di NAMU AMIDA BUTZU proclamò il suo NAMU MYOHO RENGE KYO.

    Cosa significava questa contrapposizione di formule? Una semplice disputa sulle PAROLE?

    No, Nichiren voleva significare che il buddismo NON E' LA FEDE IN AMIDA ma è la ricerca della Legge Meravigliosa, cioè uno stato mentale di piena consapevolezza.

    Nichiren, dovendo confrontarsi con dei fanatici che avevano ridotto il buddismo ad una formuletta devozionale, (esattamente come sta facendo oggi la Soka Gakkai, del resto) ebbe l'idea di usare lo stratagemma di MODIFICARE la formula che tutti conoscevano (NAMU AMIDA BUTZU) in una nuova (NAMU MYOHO RENGE KYO).

    LA SUA IN FONDO E' STATA UNA SATIRA INTELLIGENTE E PEDAGOGICA.

    Nichiren riteneva essenziale che le persone realizzassero nella loro vita il SIGNIFICATO del proclama NAMU MYOHO RENGE KYO, e cioè realizzando con consapevole intenzione il cammino verso il Risveglio, e non che si limitassero a ripetere la formula a pappagallo, come fanno certi moderni interpreti.

    Per Nichiren la formula NAMU MYOHO RENGE KYO rappresenta un insegnamento, un manifesto del suo pensiero, una precisa scelta dottrinale, un percorso iniziatico, un segreto da scoprire.

    Va detto che Nichiren ha avuto la capacità di applicare un principio psicologico utilizzato nella moderna comunicazione pubblicitaria, ovvero servirsi di una FORMA conosciuta per promuovere e rendere accettabili dei CONTENUTI nuovi.

    La forma conosciuta era quella della formula verbale NAMU AMIDA BUTZU, mentre il nuovo contenuto, ovvero il "cuore" del suo insegnamento, era dato da NAMU MYOHO RENGE KYO.

    In altre parole, quello che è importante sottolineare è che, ai tempi di Nichiren, l'idea di racchiudere tutta la pratica buddista più importante in una mera ripetizione di formule ESISTEVA GIA'. Lui ha semplicemente sostituito la frase da ripetere, per inculcare nelle menti dei devoti ciò che lui riteneva essere il concetto fondamentale del buddismo.

    Nella nostra cultura simili pratiche possono apparire meccaniche e ripetitive, ed in effetti lo sono, ma se pensiamo ad un mondo senza stampa, dove pochi sanno leggere, allora si comprende come anche una banale litania può svolgere una funzione importante.

    SETTARISMO DI NICHIREN

    Nichiren aveva però una impostazione profondamente settaria, considerava cioè la propria interpretazione del buddismo come l'unica vera, e condannava tutte le altre.

    Nella diversità c'è ricchezza, scambio, completamento a vicenda.

    Ma secondo Nichiren, chi insegnava "errori" metteva in pericolo la nazione stessa. Come si vede, sembra una interpretazione di uno schizofrenico paranoide, in realtà è una conseguenza della religione SHINTO secondo la quale non solo le persone ma anche le cose "interferiscono" con i fatti reali in modo invisibile, quasi magico. Propiziando, esorcizzando, ma anche, in negativo, attirando sfurtune e calamità.

    Comunque una profonda avversione per coloro che avevano una diversa idea del buddismo emerge chiaramente dalle sue stesse parole:

    "Tutti i templi Nembutsu e Zen come il Kencho-ji, il Jufuku-ji, il Gokuraku-ji, il Daibutsu-den e il Choraku-ji dovrebbero essere rasi al suolo, e i loro preti dovrebbero essere portati alla spiaggia di Yui per essere decapitati. Se ciò non verrà fatto, il Giappone sarà sicuramente distrutto!”»
    (Scritti di Nichiren Daishonin, 2, 97) Vedi anche: Ph.B. Yampolsky, ed., "Selected Writings of Nichiren", New York 1990, pp. 140-141.


    MENTI ADDOMESTICATE?

    Per Nichiren la formula NAMU MYOHO RENGE KYO è dunque, secondo la più benevola interpretazione che si può dare, il simbolo di una presa di coscienza, non a caso egli riteneva che andasse proclamata almeno una volta nella vita e non diverse ore al giorno come nella pratica deviante della Soka Gakkai.

    La Soka Gakkai, interpretando troppo letteralmente alcuni testi di Nichiren e soprattutto prescindendo completamente dal contesto storico, religioso e linguistico della sua epoca, insegna infatti che la RIPETIZIONE VERBALE della formula NAMU MYOHO RENGE KYO, (anzi, abbreviato in NAM MYOHO RENGE KYO per poter pronunciare più agevolmente), possa DI PER SE' risvegliare la buddhità, indurre saggezza, e al tempo stesso innalzare lo "stato vitale" del praticante, ANCHE SENZA COMPRENDERE IL "MESSAGGIO" RACCHIUSO NELLA FORMULA, cosa che per Nichiren era invece fondamentale.

    L'utilizzo di formule verbali che dovrebbero automaticamente produrre effetti, quasi come fossero formule magiche, oltre a contrastare enormemente con lo spirito del buddismo, sottintende una visione piuttosto alterata della realtà.

    E' come se qualcuno credesse che si può imparare a guidare semplicemente ripetendo le parole codice stradale, codice stradale, codice stradale, codice stradale, codice stradale, codice stradale, codice stradale.... pura follia!

    Al di là di questa deviante teoria secondo la quale "occorre ripetere più volte possibile" NAM MYOHO RENGE KYO, va ricordato che sottoporsi ad una pratica così alienante può talvolta comportare DANNI PSICOLOGICI e MENTALI.

    Lo "STATO VITALE"

    Qualsiasi seguace della Soka Gakkai è pronto a giurare che da quando segue il metodo suggeritogli (ovvero la ripetizione vocale del nam-myo-ho-renge-kyo e del gongyo) SENTE che il suo stato vitale è... più alto!

    Questa convinzione ha un sottofondo di verità che rende la situazione ancora più ingannevole.

    La pratica della Soka Gakkai, infatti, segue ritmi veloci, concitati, prolungati, e può quindi effettivamente scatenare un AUMENTO di catecolamine nel sangue, ovvero di adrenalina e noradrenalina.

    Si tratta dello stesso fenomeno psicofisico che si verifica in determinati soggetti mentre ascoltano la musica rock o quando vengono ballate determinate danze sciamaniche scandite dal ritmo ripetitivo e ossessivo dei tamburi.


    Ripetere a lungo un mantra, un ritmo musicale, una danza, sono atti che influiscono nel nostro equilibrio biochimico, alterando lo stato di coscienza, stimolando varie funzioni neurovegetative, creando dipendenza psicologica.

    Il risultato di queste pratiche ripetitive e ritmiche è uno stato euforico ed iperattivo. Ciò è dovuto al livello di adrenalina nel sangue.

    Non c'èi nulla di mistico! E' solo uno "sballo".

    E soprattutto, ripetiamo che ciò non ha proprio nulla a che vedere col buddismo, che anzi predilige lo stato meditativo, ritenendolo più consono alla contemplazione della mente e alla consapevolezza della vera natura impermanente della realtà.

    I fenomeni psicofisiologici legati alla ripetizione di mantra, non hanno bisogno di speciali formule verbali, l'adrenalina viene fuori anche se ripetete velocemente e ininterrottamente per un'ora "coca cola, coca cola, coca cola...........".

    Varie religioni hanno intuitivamente "scoperto" tali fenomeni, che non riguardano solo le catecolamine ma anche le endorfine, gli ormoni, ecc. e lo hanno ritualizzato con preghiere, litanie e canti.

    A volte queste pratiche inducono stimolazione, altre volte rilassamento, addirittura stati di trance semi-ipnotica. Si pensi al rosario, ai canti gregoriani, al mantra hare krishna hare rama, allo Shmà Israel, al Kyrie Eleison, ma anche alle innumerevoli recitazioni delle religioni animiste, della Kabbala, delle devozioni popolari, delle devozioni primitive.

    La pratica suggerita dalla Soka Gakkai è neuro-endocrino-stimolante. Onde evitare di cadere in stati di semi-incoscienza, viene prescritto di FISSARE UN PUNTO sul muro in modo da tenere gli occhi bene aperti e rimanere svegli.

    L'ideale resta però poter fissare il c.d. "oggetto di culto", di cui si è già parlato, ovvero una stampa che riproduce ideogrammi giapponesi che danno al recitante l'illusione di sentirsi immerso in una atmosfera esotica che facilita la sua fuga simbolica dalla realtà.

    L'abitudine ad aumentare il proprio livello di adrenalina può effettivamente dare un aiuto psicologico in alcune circostanze, tipo dare un po' di sollievo ai depressi, ma non è sempre e comunque una pratica salutare, specialmente per gli ipertesi, che possono aggravare la propria sintomatologia.

    Va anche detto che se la pratica viene ripetuta spesso, ciò può creare uno stato di dipendenza psicologica dalla pratica stessa, così come avviene con le droghe.

    Anziché ammettere che la pratica insegnata ha un banale effetto nell'equilibrio biochimico delle persone, con ovvie ripercussioni psicologiche, si preferisce dare una interpretazione del tutto irrazionale, atta a stupire i seguaci.

    Ecco un esempio di totale delirio che abbiamo trovato in un articolo di Takehisa Tsuji pubblicato in una rivista della Soka:

    "quando preghiamo al Gohonzon, il Nam-myoho-renge-kyo del Gohonzon si fonde col Nam-myoho-renge-kyo dentro di noi ed ‘esplode’. Quando questo succede, ogni parte del nostro corpo, dalla punta dei capelli alle unghie dei piedi diventa Nam-myoho-renge-kyo. Allora la nostra testa diventa myo; la nostra gola diventa ho, il nostro torace ren, il nostro addome ge e le nostre gambe kyo … Quando il nostro corpo diventa Nam-myoho-renge-kyo, questa è illuminazione".

    ASCOLTA
    il ritmo ripetitivo ed ipnotico di una cosiddetta recitazione effettuata durante una riunione di un gruppo di adepti della Soka Gakkai. Si tenga conto che tale pratica può durare anche per ore



    LA FELICITA'

    I benefici promessi dalla Soka Gakkai non si limitano al cosiddetto innalzamento dello stato vitale, ma anche all'avverarsi di AVVENIMENTI che dovrebbero portare felicità nella vita dell'adepto. Ad esempio: trovare un lavoro, migliorare la propria situazione finanziaria, trovare casa, trovare fidanzato/fidanzata, risolvere problemi familiari o sociali, guarire da malattie, ecc. ecc. Ognuno è libero di stabilire i suoi obiettivi.

    In questo, la Soka Gakkai si comporta come qualsiasi astrologo o cartomante. Predire felicità è l'arte ciarlatana per eccellenza.

    Il buddismo, in realtà, spezza il legame causale fra avvenimenti materiali e lo stato della mente, ed offre una prospettiva molto più elevata, anche in termini di felicità.

    Non siamo felici perché "abbiamo", ma possiamo essere felici come atto di pura consapevolezza della realtà "così com'è".

    Dunque, un lavoro che si svolge esclusivamente nella nostra mente, che non ha più bisogno che la tal cosa accada o che l'altra cosa sia da evitare. Una mente felice è una mente liberata dall'attaccamento alle cose, alle opinioni, alle idee, alle illusioni.



    "DIMOSTRAZIONI"

    Per dimostrare agli adepti che la pratica "funziona" anche nel poter INFLUENZARE i fatti esterni, si ricorre ad un vecchio trucco: ogni avvenimento positivo verrà ricondotto ai presunti "benefici" della pratica (dunque bisogna praticare ancora) e ogni cattiva notizia verrà attenuata con la solita prescrizione: non si è praticato abbastanza, quindi bisogna praticare ancora.

    Sia l'adepto che il simpatizzante sono incoraggiati a prendere la parola nel corso delle riunioni quindicinali e, sotto la spinta psicologica del gruppo, il soggetto sarà portato a raccontare episodi della propria vita che "dimostrano" l'efficacia della pratica.

    Ovviamente accade che chi ha ottenuto un presunto "beneficio" debba poi ricredersi al mutare delle circostanze. Ad esempio, dopo aver trovato moglie, marito, lavoro, può accadere di separarsi, di essere licenziati, ecc. Come spiegare tutto ciò? Semplice: non si è "recitato" abbastanza, non si è avuta abbastanza "fede", ecc.

    Un caso a parte sono i tossicodipendenti: poiché la loro problematica è notoriamente difficile e la loro presenza alle riunioni può creare disagio, si cerca di dissimulare la loro presenza o, in certi casi, di allontanarli. Altrimenti ci ci potrebbero essere troppe domande "scomode", del tipo: se la pratica funziona, perché i tossicodipendenti non guariscono dalla loro condizione?

    Tuttavia, ciò viene fatto anche per motivazioni del tutto legittime, in quanto le riunioni della Soka avvengono in case private. Se un "tossico" venisse pedinato da uno spacciatore, o dalla polizia, ciò potrebbe essere motivo di disagio per la famiglia che ospita le riunioni.

    Tossicodipendenze a parte, nonostante tutti i Sokiani si affannano a giurare che la loro pratica "funziona", NON SI SPIEGA ALLORA perché molti di loro sono fumatori (compresi molti responsabili).

    Come mai la pratica descritta come rivoluzionaria, fondamentale, incredibile, miracolosa, non riesce nemmeno a far perdere l'attaccamento alle sigarette, che se vogliamo è uno dei vizi simbolicamente più infantili, ma comunque fra i più pericolosi per la salute?

    Se non si smette di fumare ci si mette in contrasto con il primo e più importante "precetto" buddista, perché non si "rispetta la vita": sia la propria che quella delle persone che assorbono il fumo passivo.



    IL SUTRA DEL LOTO

    Per la Soka Gakkai esiste solo un testo di riferimento: il Sutra del Loto. Tale testo NON FA PARTE del canone, ovvero non è riconducibile, né direttamente né indirettamente, agli insegnamenti del Buddha Shakyamuni. Un testo apocrifo, insomma, peraltro posteriore alle origini del buddismo di almeno 500 anni.

    Basarsi sul SUTRA DEL LOTO per conoscere il buddismo è come studiare il Cristianesimo sulla Divina Commedia anziché sui Vangeli!

    Secondo la Soka Gakkai, il monaco Nichiren avrebbe considerato "inutili" tutti gli altri Sutra, e avrebbe "scoperto" che solo il Sutra del Loto contiene l'insegnamento essenziale.

    In nome di ciò, tutto il buddismo tradizionale e le sue dottrine è considerato provvisorio e superato. Tutto l'insegnamento del Buddha non erano altro che banali "espedienti" in attesa di una rivelazione piena e conclusiva.

    Tuttavia, va però detto che lo stesso Sutra del Loto non ritiene affatto "superato" l'insegnamento del Buddha Shakyamuni, in quanto riafferma:
    1) Le 4 Nobili Verità,
    2) L'ottuplice sentiero,
    e addirittura:
    3) I tre gioielli

    Secondo il SUTRA DEL LOTO coloro che non accettano i "tre gioielli" (ovvero il Buddha, il Dharma e il Sangha) sarebbero addirittura degli "esseri oscurati".

    Curiosamente questa definizione si applicherebbe anche alla Soka Gakkai perché essa ritiene "decaduto e provvisorio" il buddismo tradizionale, ovvero quello insegnato dal Buddha in persona, simbolicamente rappresentato, appunto, dai tre gioielli.

    Non a caso, quando si decide di seguire il nobile insegnamento, i buddisti di tutte le scuole "prendono rifugio" proprio nei tre gioielli.

    Ogni qualvolta i Sokiani recitano il capitolo 16 del Sutra del Loto essi dicono infatti:
    ...Ze sho zai shu jo. I aku go in nen. Ka a so gi ko...
    che significa:
    ...A causa del loro karma negativo questi esseri oscurati non saranno in grado di udire neppure i nomi dei Tre Gioielli...

    Il bello (o meglio il tragico) è che i sokiani generalmente NON CONOSCONO la traduzione italiana di ciò che recitano tutti i giorni e quindi, paradossalmente, pronunciano, senza saperlo, un giudizio piuttosto severo su sé stessi!

    www.fiorediloto.org/sokagakkai.htm


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    Ci sono varie imprecisioni nell'articolo postato qui sopra da "Non. Io".
    Siccome sono stanco, pigro, e fa caldissimo, ne scrivo solo una manciata veloce, quelle che ricordo ora.

    Il Sutra del Loto È canonico: presente sia nel canone tibetano che in quello cinese.

    "Buddha" in giapponese non si scrive "Butzu", ma "Butsu".
    Quindi è "Namo Amida Butsu".

    Buddha Amitabha (Amitayus) è presente anche nel Sutra del Loto, ai capitoli 7 e 23.

    Infine, derubricare le scuole Jodo giapponesi (tuttora vive e vegetissime, e non solo in Giappone, ma anche ad esempio in tutta l'America da Nord a Sud) a semplice "superstizione medievale", mi induce a pensare che l'autore di quel testo le conosce poco, o proprio per nulla.
     
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    BUonasera, la parola Buddha, in Giapponese, si scrive 仏

    仏 è un carattere Kanji (漢字) sono caratteri cinesi utilizzati nel sistema di scrittura giapponese.

    Ci sono 2 definizioni :

    1 ( Buddismo ) il Buddha Sakyamuni , maestro spirituale e filosofico nepalese e fondatore del Buddismo : Siddhartha Gautama
    Sinonimi: 釈迦如来 ( Shaka-nyorai ) ,釈迦牟尼 ( Shakamuni )

    2 ( Buddismo ) uno qualsiasi degli altri buddha nominati nelle scritture buddiste

    Principalmente il carattere 仏 tradotto Buddha in Italiano si riferisce al Buddha nel nostro caso all'Eterno Buddha Shakyamuni del Sutra del Loto.

    Ma a parte questo,
    Ma ci sono delle distorsioni proprio dottrinali della Soka Gakkai, rispetto a quello che è l'insegnamento di Nichiren e del Sutra del Loto, ma per capire queste, si dovrevve fare un passo indietro di almeno 600 anni.
    Tutto ha inizio nella Nichiren Shoshu che ha questo nome da circa un secolo, prima si chiamava scuola Fuji, se non erro, correggetemi se sbaglio.

    Le differenti dottrine che in seguito avrebbero caratterizzato la Nichiren Shoshu apparvero durante la permanenza in carica di Nichiu (
    1409-1482), il nono sommo sacerdote del Tempio Taisekiji. Il primo sviluppo è stato l'insegnamento di Nichigen (? -
    1486) del Nishiyama Honmonji Temple che identificava Nichiren Shonin come il Buddha. Questa teoria apparve nel
    Gonin-shohasho-kenmon che è stato scritto tra il 1470-1479. Nichigen e Nichiu erano amici e quindi è molto probab
    ile che Nichiu abbia preso l'idea che Nichiren Daishonin è il vero Buddha da Nichigen. Il secondo sviluppo è stata la
    prima menzione dei "Due documenti di trasferimento" in un lavoro chiamato Hyaku-gojikka-jo scritto da Nikkyo (1
    428-1489?) al Tempio Taisekiji nel 1480. Nikkyo in origine era un sacerdote del Juhonji Temple, ma in seguito si tra
    sferì a Taisekiji e divenne discepolo di Nichiu. I due documenti di trasferimento sono il Ikegami Sojo e il Minobu So
    jo. In questi presunti scritti di Nichiren, egli affida il Dharma interamente a Nikko. I due documenti di trasferimento
    sono considerati falsi da parte delle altre scuole buddhiste di Nichiren, nonché dagli studiosi indipendenti poichè vi s
    ono incongruenze tra di loro, sia in termini di contenuto che delle richieste del Taisekiji
    Temple, sia in termini di situazione reale al momento della morte di Nichiren Shonin. Infine, fu proprio durante il te
    mpo di Nichiu come sommo sacerdote del Taisekiji Temple che il Daigohonzon apparì la prima volta, proprio lì. Nic
    hijo (d.1493), un contemporaneo di Nichiu e sacerdote capo di Kitayama Honmonji accusò effettivamente Nichiu di
    aver forgiato l'Ita-Mandara (il Daigohonzon), così come molti altri scritti. Come per i documenti di trasferimento, ci
    sono molte ragioni per cui l'Ita-Mandara non è considerato un autentico.
    (tratto da un mio scritto)

    Perciò la dottrina della Nichiren Shoshu oggi, non è la dottrina di Nikko Shonin, ne di Nichiren Shonin, e chiaramente Makiguci non ha potuto fare altro che imparare una dottrina già distorta, cosi Toda e Ikeda, che oggi non è più attivo nella Soka Gakkai, ma usato per i suoi scritti e per mantenerlo ancora vivo.
    Per questo la Soka Gakkai non riconosce Shakyamuni come il Buddha eterno dell'infinito passato, ma Nichiren Shonin come Buddha (originale) del passato infinito, quindi il Sutra del Loto prende un posto inferiore agli scritti di Nichiren Shonin che sono al primo posto.
    Questo purtroppo era quello che accadeva in Giappone ai tempi di Nichiren, ovvero quello di considerare dei Buddha, superiori al Buddha originale Shakyamuni, fondatore del Buddhismo.
    Oggi la Soka Gakkai sta facendo la stessa cosa, e a mio avviso andrebbe corretta, non criticarla, ma corretta cosi come la Nichiren Shoshu.
    Gia molte persone vedono la Soka una scuola non Buddhista come anche altre scuole, non la considerano Buddhista.
    La conferma di questa dottrina distorta, è ben chiara nel libro pubblicato da Ikeda nel 1968 della terza edizione sullo studio dei due capitoli del Sutra del Loto, con delle spiegazioni totalmente sbagliate e male interpretate, consiglio di non studiarlo per non crearsi confusione, ma quello che è importante sapere, è che Ikeda scrive proprio queste parole riguardo alla sua visione dottrinale, che a mio avviso mi risulta una dottrina Shakumon, provvisoria o transitoria, lui afferma:

    "Il capitolo 28 Hokekyo è dottrinalmente diviso in due parti: lo Shakumon (i primi 14 capitoli) e l' Honmon (l'ultima metà. Nella parte dello Shakumon, viene esposto Ri-no Ichinen Sanzen ( il principio teorico di Ichinen Sanzen) secondo gli Al contrario, la parte Honmon rivela Ji-no Ichinen Sanzen (il principio pratico di Ichinen Sanzen) secondo la vera causa del Buddha. Quindi l' Honmon è chiamato il Vero Insegnamento; e lo Shakumon, l'Insegnamento Transitorio .

    Eppure questi due insegnamenti dell'Hokekyo, se confrontati con gli insegnamenti di Nichiren Daishonin, sono ugualmente ridotti a un insegnamento transitorio. Il motivo: nel periodo di Mappo, l' Hokekyo insegnato da Shakyamuni non è valido come la pula di grano; e solo San-dai-hiho (le Tre Grandi Leggi Segrete) è valido o il grano stesso. Il San-dai-hiho era stato a lungo tenuto segreto nelle profondità del Capitolo Juryo fino a quando Nichiren Daishonin non lo aveva rivelato.
    In definitiva, quindi, gli insegnamenti di Nichiren Daishonin sono gli unici veri insegnamenti."

    La stampa Seikyo
    Terza edizione, 1968
    12 ottobre 1967
    DAISAKU IKEDA

    Queste sono solo alcune distorsioni dottrinali, non considerando esempio il Gohonzon che distribuiscono, un Gohonzon copiato da uno di Nichikan Shonin Patriarca della Shoshu del 1700 circa il quale confermò la dottrina del Buddha originale Nichiren e del Dai-Gohonzon, oltretutto Gohonzon scritto per una persona malata e che la soka ha modificato togliendogli la dedica di conferimento del discepolo, questo per presentarlo ai membri come un Gohonzon da propagazione, cosa assolutamente falsa.

    Namu Myoho Renge Kyo.
     
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  11. swami chandraramabubu sfigananda
     
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    QUOTE (Non. Io @ 7/20/2022, 12:18 PM) 
    DOTTRINA DELLA SOKA GAKKAI
    L'insegnamento della Soka Gakkai, esprime quanto di più lontano ci possa essere dal buddismo, principalmente perché anziché tendere all'eliminazione dei desideri bramosi, secondo il Buddha causa di attaccamento e sofferenza, essi vengono quasi incoraggiati, con la promessa secondo la quale la recitazione di una particolare frase, in lingua giapponese, può far realizzare i propri obiettivi in qualsiasi campo, persino finanziario, lavorativo e sessuale!

    Oddio... va be' ha detto già il necessario Santo Obi, aggiungo solo una cosa. Non ho mai nascosto che non consiglierei la S.G. a nessuno e penso che non sia una scelta benefica. Ma credo si debbano anche capire le cose, capire cosa funziona e cosa no, e cercare di avere un'idea esatta e quanto possibile obiettiva.

    Nichiren era un figlio del suo tempo, un mondo che crollava a pezzi forse ancora più del nostro. Anzitutto ha pagato di persona il suo integralismo e questo lo rende degno di considerazione in automatico. Inoltre c'è ampio spazio per pensare che se pure l'atteggiamento che adottò non fosse quello migliore, fosse sinceramente costernato di quanto stesse crollando tutta la società giapponese e quanto fosse difficile praticare. Ora, si inseriva in un contesto a cui cinesi e giapponesi erano abituati, ovvero ogni caposcuola dava maggior rilevanza a uno specifico sutra, caso mai Nichiren si spinse troppo oltre. Inoltre era una persona seria, e il gohonzo o come si chiama (ho una memoria selettiva, lo so :D) è un mandala serio a tutti gli effetti. Penso non sia sbagliato dire che quello di Nichiren era, è Buddhismo a pieno titolo e lui una persona del tutto inserita nel mainstream. E' da questo "clima" che deriva quel carattere così particolare degli sviluppi successivi; era davvero necessaria la fede prima che lo studio perché ci voleva poco a morire e meglio morire avendo pronunciato una volta in tutta la propria vita il nome di Amitàbha o il buddha della scuola che si segue piuttosto che il classico calcio sulle gengive.

    Il problema, che apre un altro capitolo che ora non ho la forza (e manco i testi sottomano quindi prima di tutto la conoscenza) di affrontare è l'uso che è stato fatto di quel che ha insegnato. Il problema della S.G. è che è molto abile a presentare una dottrina non buddhista in modo così vicino a un discorso credibile che è troppo facile equivocare già per una persona sveglia e con forte senso critico. Possono anche dire (e nemmeno lo fanno) che i vantaggi materiali sono quasi una sgradita conseguenza inevitabile della potenza del sutra, un po' come fanno gli esoteristi che quasi parlano con fastidio dei poteri extrasensoriali che cercano disperatamente :D ma il complesso delle azioni, dei comportamenti e del "clima" che si respira fa credere un'altra cosa all'adepto. Ne conosco qualcuno che recita il mantra per trovare parcheggio, e non sono casi isolati.

    La S.G. dovrebbe presentare sé stessa come un movimento laico ispirato a una scuola buddhista direi "estremista" ma che non ha alcun legame col Dharma, che sarebbe il modo corretto. E invece basta leggere o parlare con adepti ed esce fuori tutt'altro quadro.

    Tutte le scuole buddhiste che assegnano una posizione preminente al karma concordano che quasi tutto il karma matura in vite successive (per i tibetani ci sono tre eccezioni, su altre scuole non so) ma se devo giudicare da quello che pensano e dicono i conoscenti in S.G. il quadro è del tutto diverso.

    Per amor di verità e per complicare il quadro, che io sappia la migliore traduzione in lingue occidentali del sutra del Loto è stata sponsorizzata da loro, il che fa riflettere su quanto sia impossibile prendere un fenomeno e accettarlo in blocco o rigettarlo in blocco.

    Edited by swami chandraramabubu sfigananda - 7/23/2022, 12:40 PM
     
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10 replies since 14/7/2012, 08:56   720 views
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