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Pierpaolo D'Andrea.
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Salve a tutti,
Sono ormai un po’ di anni che viaggio con un dubbio irrisolto e mi piacerebbe sentire qualche opinione da chi il buddhismo lo pratica con serietà.
Nel nobile ottuplice sentiero uno dei punti è proprio il “retto stile di vita”. Può definirsi “retto” il vivere una vita monacale, in gran parte distaccata dalle occorrenze mondane, ma che al contempo usufruisce di tutti i benefici prodotti dalla stessa (es. medicina e tecnologia)? Vivere la vita monacale buddhista è compatibile con la società odierna, quindi con il progresso nei vari campi quali, ad esempio, medicina e tecnologia? Se si, che ruolo potrebbe avere in questa società? Non è forse egoistico scegliere di vivere una vita monacale, dipendendo dalle offerte altrui?
Saluti. -
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Ciao, sposto. . -
swami chandraramabubu sfigananda.
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Era così anche all'epoca del Buddha, il Buddhismo può esistere solo dove esiste un contesto abbastanza sofisticato come quello di una grande civiltà urbana. Mutatis mutandis anche allora il Sangha era sia distaccato sia pienamente inserito nel contesto... Oggi non è diverso. Quello che permette di far convivere le due opposte esigenze/problemi è proprio il Vinaya, non per nulla le regole sono tante proprio per non lasciare fuori niente. Se si riesce a rispettarlo (chiarisco che non saprei rispettare nemmeno uno dei voti laici) si è su binari sicuri che fanno da schermo al mondo esterno. . -
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Dipende dalla regola. Personalmente mi piace tutto il moderno, evitando l'eccesso si può beneficiare di tutto! . -
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Grazie delle domande still, ci sto riflettendo da mesi. Penso tutto ruoti nel trovare una lingua comune che porti l`uomo a comunicare visualmente. Si pensi alla digitalizzazione, alla 3Dmensionalizzazione per scopi turistici... . -
Michele Pirisi.
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il punto e' che praticamente il discorso che i monaci buddhisti devono vivere di offerte vale solo in oriente estremo,nel buddhismo,perche li sono paesi del terzo mondo,dove per fato di creazione del mono,questi paesi orientali si trovano vicino a grandi deserti,diciamo n zone di paesi n via di svuiluppo,ecco.quindi li diventa difficile per i monaci vivere a contatto con la civiltà perché anche il buddha era molto povero,difatti abbandono la vita di casa del suo regno,e promise che si sarebbe creato qualcosda di suo,distaccandosi dalla vita che lui doveva vivere nel suo podere,perche cosi,lui voleva creare il sutra del loto per darlo a tutti!tutti i materialissti si basano su buddha e sui suoi errori,per continuare nella vita materialista,senza rendersi conto che poi il conflitto che vediamo ora nel mondo arabo,che viene prima del nostro era ormai acceso,infatti vediamo che nemmeno gesu cristo e' riuscito a sopravvvere in quel mondo,e anche ora i conflitti infuriano ogni giorno,noi abbiamo i preti e loro possono permettersi di vivere con uno stipendio,o i testimoni di geova e loro lavorano,!i monaci buddhisti di fatto con la loro calvizia ricordano gli africani che sono calvi per natura,qundi questo fa capire che loro sono più simili agli uomn africani,e a loro più vicni che a noi,solo che noi europei siamo voluti andare a commerciare,con i cinesi,portando il riso,nuove scoperte,merci,spezie,che di fatto sono servite solo a raddoppiare la popolazione,la poverta nei paesi sottosviluppati,come lindonesia,lindia,dove ci sono grandi metropoli ora popolate da tanta gente . -
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Il buddismo insegna la via di mezzo, cioè evitare eccessi "in alto e in basso". Lo stato monacale è particolare, per esempio è bello sentirsi cullati dalla legge del karma che ti procura il cibo svolgendo semplicemente la propria esistenza. .