Lo Dzogchen e l'antica religione pre-Buddhista del Tibet (Bon)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. B.atman
     
    .

    User deleted


    Venerdì 8 novembre 2019 dalle ore 18:00 alle 19:00 UTC+01


    Jean-Luc Achard, A Khrid: le istruzioni sulla “A” primordiale.
    L’incontro, oltre alla presentazione degli aspetti fondamentali di questa “Via” ancor oggi vivente ed attiva, sarà inoltre l’occasione per presentare il volume di Jean-Luc Achard, A Khrid: le istruzioni sulla “A” primordiale, edito in questi giorni dalla casa editrice Le loup des steppes.

    L’ingresso è libero ed è gradita prenotazione al numero 075 5729198 o all’indirizzo email [email protected]
    Il libro:
    Antico di mille anni, l’A Khrid costituisce uno dei cicli più antichi d’insegnamenti Dzogchen della tradizione Bönpo tibetana.
    In maniera chiara e sintetica, il volume espone l’insieme degli aspetti fondamentali del cammino di realizzazione spirituale: le pratiche preliminari destinate a purificare il continuum mentale dell’adepto; le pratiche principali connesse con l’esperienza della Natura della Mente e la sua stabilizzazione attraverso lo spontaneo “dimorare” privo di sforzo; i metodi d’integrazione della pratica contemplativa nelle attività quotidiane, nonché nella dimensione del sonno e del sogno; le tecniche di “fissazione” del cielo limpido, con lo scopo di accedere all’esperienza diretta della nuda Consapevolezza priva di supporto, in tutta la sua freschezza, radianza e vastità.
    Il volume contiene inoltre una sezione specifica dedicata alla pratica del Phowa, volta a propiziare la realizzazione della Buddhità al momento della morte grazie al “trasferimento” del principio cosciente del morente nella dimensione assoluta e illuminata della Realtà.
    “La Natura della Mente non è toccata dal concetto dei Tre Tempi, né dagli ostacoli che appaiono durante la Meditazione. Essa è libera da qualunque dipendenza dalle coscienze sensoriali e dalle sei associazioni delle coscienze. Presente in tutti gli esseri senzienti, dal Buddha primordiale Kuntuzangpo fino al più piccolo degli insetti, risiede naturalmente in noi, nel centro del cuore, all’interno di ciò che è definito come lo Spazio della Base Universale. Nell’esatto centro di questo Spazio, essa risiede come i Tre Corpi: il suo aspetto di vacuità è il Corpo Assoluto, il suo aspetto di discernimento o chiarezza è il Corpo di Perfezione ed il suo aspetto dinamico è il Corpo di Emanazione”.



    8-Bon-mandala



    Indirizzo:

    Libreria Cavour Esoterica

    Corso Cavour, 79 - 06121 Perugia PG

    Edited by B.atman - 25/10/2019, 14:51
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    LATINOS
    Posts
    3,710

    Status
    Offline
    CITAZIONE (B.atman @ 22/10/2019, 12:33) 
    Jean-Luc Achard, A Khrid: le istruzioni sulla “A” primordiale.

    Jean-Luc Achard ebbe una disputa feroce con dorjepizza a proposito di un genere di rigpa, il Khyab rig. A Jean-Luc saltò la mosca al naso per l'interpretazione delle parole di Lopon Tenzin Namdak da parte di dorjepizza (lo citò pure sul suo blog storpiandogli il cognome :rolleyes: https://khyungmkhar.blogspot.com/2012/07/k...-revisited.html).

    Edited by Epi - 25/10/2019, 22:35
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    3,597

    Status
    Anonymous
    Vedi? Io avevo un lontano evanescente ricordo... Sai trovare anche i tartufi? :lol:

    khyab rig gzhi gsal stong zung 'jug kun la khyab ces pa'i gnas lugs de la 'jog pa dang/

    Dzogchen (Shardza Tashi Gyaltsen, Heart Drops of Dharmakaya, p. 58)
    "Consapevolezza/autocoscienza" (rig pa, rang rig):
    a) consapevolezza mentale (bsam rig)
    b) consapevolezza originaria (ye rig)
    c)consapevolezza onnipresente (khyab rig)

    Edited by Sun Yun - 6/6/2020, 16:23
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    LATINOS
    Posts
    3,710

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Sun Yu @ 22/10/2019, 18:21) 
    ... Sai trovare anche i tartufi? :lol:

    No, ma siamo nella stagione del tartufo bianco e un buon risotto non me lo faccio scappare :D


    CITAZIONE (Sun Yu @ 22/10/2019, 18:21) 
    khyab rig gzhi gsal stong zung 'jug kun la khyab ces pa'i gnas lugs de la 'jog pa dang/

    Mi sembra corretta la traduzione di Jean Luc. [Basandomi sul senso]

    Scrive Achard:

    << So the translation is :

    " — Khyab-rig (Pervading Awareness) is the Base, the union of Clarity and Emptiness (and) is defined as that natural state which is said to embrace all [beings] ." >>

    dorjepizza faceva notare ad Achard che quell'aggiunta tra parentesi quadre [beings], "gli esseri", è una aggiunta arbitraria assente nel testo di Lopon. Probabilmente per Achard tradurre che il rigpa è in tutte le "cose" sarebbe come sostenere che lo dzogchen è una forma di induismo (una delle accuse dei Sakyapa e dei Ghelupa).

    Non so come si sia evoluta nel frattempo la faccenda... :rolleyes:
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    3,597

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (Epi @ 22/10/2019, 23:35) 
    Probabilmente per Achard tradurre che il rigpa è in tutte le "cose" sarebbe come sostenere che lo dzogchen è una forma di induismo (una delle accuse dei Sakyapa e dei Ghelupa).

    Se è cosi mi schiero con Dorjepizza.

    Edited by Sun Yu - 26/10/2019, 09:15
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    LATINOS
    Posts
    3,710

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Sun Yu @ 23/10/2019, 08:47) 
    CITAZIONE (Epi @ 22/10/2019, 23:35) 
    Probabilmente per Achard tradurre che il rigpa è in tutte le "cose" sarebbe come sostenere che lo dzogchen è una forma di induismo ...

    Se è cosi mi schiero con Dorjepizza.

    Achard accusava Tenzin Wangyal di sostenere, in I miracoli della mente naturale, una tesi eretica cioè che il Khyabrig (un tipo di rigpa che possiamo tradurre con "consapevolezza pervadente") coinvolgesse anche gli oggetti materiali.
    Dorjepizza sosteneva invece che le affermazioni di Tenzin Wangyal erano in accordo con quelle di Lopon Tenzin Namdak e che quindi non si fosse in presenza di un'interpretazione errata. Dal Namkha Truldzö, insegnamento di Lopon del 2005:

    "1. (All-) Encompassing Awareness means that all the Natural State called Buddha Nature which encompasses all sentient beings and whole of existence; therefore it is called (All-) Encompassing Awareness."

    Achard, in disaccordo, tornò più volte sulla questione:
    - https://khyungmkhar.blogspot.com/search?q=...e+Dzogchen+View
    - https://khyungmkhar.blogspot.com/search?q=...+Drenpa+Namkha+


    Anche Samten Karmay dedica alcune pagine di Great Perfection per analizzare proprio un passaggio del Kunjed Gyalpo (dovrei andare a cercare quale ma facciamo che ci fidiamo :D) che secondo i detrattori dello Dzogchen sarebbe identico al Samkhya.

    Edited by Epi - 25/10/2019, 22:41
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    3,597

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (Epi @ 23/10/2019, 13:39) 
    Anche Samten Karmay dedica alcune pagine di Great Perfection per analizzare proprio un passaggio del Kunjed Gyalpo (dovrei andare a cercare quale ma facciamo che ci fidiamo :D) che secondo i detrattori dello Dzogchen sarebbe identico al Samkhya.

    https://b-ok.cc/book/696832/625175 (ci va il proxy)
    180 dollari di librone
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    LATINOS
    Posts
    3,710

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Sun Yu @ 24/10/2019, 11:03) 
    https://b-ok.cc/book/696832/625175 (ci va il proxy)
    180 dollari di librone

    Sì, un gran bel librone.

    Samten Karmay sulla concezione della Base Primordiale Dzogchen e sulla differenza con la teoria della sunyata Madhyamaka (Great Perfection, pp. 176-177).

    << [...] The Primordial Basis (gdod ma’i gzhi) is conceived as being devoid of any conceptualisation (rtog pa). It cannot be modified (ma bcos pa) and unborn (ma skyes pa).16 It cannot be expressed in terms of a state where opposites such as transcendence and immanence blend or where the non-duality of subject and object is realised or samsàra and nirvàna are fused, for it is a pure state where dichotomic thought has never arisen and has never been conceived. It is pure and infinite from the very beginning and always perfect in its totality. It is therefore indescribable either in terms of affirmative or negative, but in order to give an idea of this fact, contradictory terms are used, e.g. permanent but impermanent (rtag la mi rtag pa), impermanent but permanent (mi rtag la rtag pa), nihilistic but non-nihilistic (chad la ma chad pa), expressible but inexpressible (brjod du yod la med pa).17 So we have the following lines: “however profound the words one says, they cannot be concordant with the principle”.
    Yet this ontological situation should not lead us to think that it is after all a conception of a merely frozen Absolute. It differs radically from the sùnyatà theory of the Madhyamaka. The unconditioned and non-contingent sùnyatà is primarily conceived as an intellectual object (spyod yul), with a varyingly negative outlook according to different schools, whereas the Primordial Basis of rDzogs chen is fundamentally positive and conceived in the sense of a cognitive being (yul can). It is the transcendental state of the sems (sems nyid), but at the same time it is also capable of being a creator through its phenomenal aspect (sems). In rDzogs chen the question of the non-existence of self (bdag med = anàtma), the central doctrine of Buddhism, is rarely evoked, but no examples of non-Buddhist teaching are found there either, though there is no lack of reference to it.

    The Primordial Basis possesses three specific qualities (gzhi’i yon tan). Its state (ngang) is pure from the beginning (ka dag) and has a physical form (sku). Its nature is spontaneous (lhun gyis grub pa) and is luminous (’od gsal ba). Its self-being (bdag nyid) is the primeval intellect (ye nas shes pa = ye shes) which pervades all (kun khyab). 21 This is chos sku [dharmakaya in Dzogchen], the transcendal aspect of the sems and is given the name of Kun-tu bzang-po. [...] >>
     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    LATINOS
    Posts
    3,710

    Status
    Offline
    La discussione sul Khyab Rig è stata ripresa negli stessi termini su Dharma Wheel

    https://dharmawheel.net/viewtopic.php?f=48&t=27922
     
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    3,597

    Status
    Anonymous
    "All phenomena which exixts-internally externally -are all natural state ,so if everything is natural state then the question arise :Is the pillar the natural state or not? It has to be the natural state because we have already said ,we have made the premise ,that everything is the natural state .But it is not easy for us to accept that a pillar or a table is natural state"

    Namkha Truldzo teaching 23 July -11 August 2006 page 39 (this book is edited by Shenten Dargye Ling)
    By Lopon Tenzin Namdak


    Dal post di Dorjepizza

    Curiosa sta diatriba tutti pensano che un oggetto possa avere il rigpa ma nessuno pensa che tutti gli oggetti sono il rigpa, la natura di Buddha ovvero tutto è Coscienza afferma l'Hevajra, anche un filo d'erba, perché la vera realtà [tattva] pur essendo trascendente e unica fonte del tutto è presente sempre ovunque come grande sigillo [mahamudra]. :rolleyes:

    Di questo Lopon tratta nell'insegnamento sul Magyud [Marc allievo di Lopon dal forum Dharma Wheel]:

    1) Prima di tutto, lo stato naturale non è un'entità 'transpersonale'. Esseri e cose non sono alcune gocce nell'oceano dello stato naturale. Questa sarebbe una deviazione verso la non dualità come unità, che non è né Bön né buddista, ma più 'indù' (scusate per l'uso di tale generalizzazione). Come insiste fermamente Rinpoche, lo Stato Naturale può essere uno nel senso che è IDENTICO in tutti gli esseri SENTIENTI, ma tuttavia è 'individuale'. Proprio come due bicchieri d'acqua. Entrambi sono uguali in natura. È la stessa 'roba': H2O a.k.a: Acqua. Ma non è la stessa acqua in entrambi i vetri. Lo stato naturale della tua mente, è il naturale della TUA mente, non il mio. Altrimenti, come dice il famoso argomento: se il naturale della mente fosse transpersonale / lo stesso in tutti, allora se un essere dovesse raggiungere l'illuminazione completa, anche ogni essere sarebbe liberato

    Edited by Sun Yun - 30/6/2021, 10:31
     
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    LATINOS
    Posts
    3,710

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Sun Yu @ 25/10/2019, 15:44) 
    "All phenomena which exixts-internally externally -are all natural state ,so if everything is natural state then the question arise :Is the pillar the natural state or not? It has to be the natural state because we have already said ,we have made the premise ,that everything is the natural state .But it is not easy for us to accept that a pillar or a table is natural state"
    Namkha Truldzo teaching 23 July -11 August 2006 page 39 (this book is edited by Shenten Dargye Ling) by Lopon Tenzin Namdak

    Curiosa sta diatriba tutti pensano che un oggetto possa avere il rigpa ma nessuno pensa che tutti gli oggetti sono il rigpa [...]
    Di questo Lopon tratta nell'insegnamento sul Magyud che ti ho inviato[Marc allievo di Lopon dal forum Dharma Wheel]:

    1) Prima di tutto, lo stato naturale non è un'entità 'transpersonale'. Esseri e cose non sono alcune gocce nell'oceano dello stato naturale. Questa sarebbe una deviazione verso la non dualità come unità, che non è né Bön né buddista, ma più 'indù' (scusate per l'uso di tale generalizzazione). […]

    Per quel che riguarda il "nessuno pensa che tutti gli oggetti sono il rigpa", mi pare sia in qualche modo ciò afferma anche Lopon nella citazione che hai riportato. Comunque più in generale è una diatriba che informa quelli che possiamo definire gli universali cognitivo-dottrinari indù e buddhisti. Mi viene in mente lo studio di D. P. Brown, Gli stadi della meditazione, dove analizza

    "come i meditanti induisti o buddhisti, o i seguaci del Buddhismo theravada o mahayana, possano procedere per gli stessi stadi di meditazione e avere in essi esperienze diverse proprio per le diverse prospettive in cui si trovano. Queste prospettive sono assai più di semplici tendenze concettuali, perché rappresentano qualcosa di intrinseco all'acquisizione della conoscenza umana. Quindi, poiché il 'prospettivismo' è inevitabile nella meditazione, come in ogni altra forma di indagine, tranne forse che nel momento iniziale dell'illuminazione, ogni descrizione dell'esperienza meditativa fatta nelle rispettive tradizioni è valida anche se diversa dalle altre.
    Le due prospettive maggiormente divergenti sono, da un lato, la tradizione yogica induista e, dall'altro, le due tradizioni buddhiste. La filosofia dualistica del Samkhya con i suoi assunti materialistici influenza la meditazione induista in un senso; le dottrine buddhiste dell'assenza del Sé e della produzione condizionata la influenzano in un altro. Induisti e buddhisti sono ben consapevoli della diversità della loro esperienza e gli uni ritengono priva di valore quella degli altri. Per esempio, un commento agli Yogasutra (1:32) fa un esplicito riferimento all'esperienza buddhista alla scopo di confutarla. Fra le varie tradizioni di commento i dibattiti sono spesso accalorati. Senza entrare nella complessità dei sistemi filosofici, basti dire che le differenti esperienze possono essere definite nel modo migliore con i termini ekatattva e ksanika. Ekatattva caratterizza la posizione induista e significa letteralmente 'una stessa sostanza'. Ksanika caratterizza la tradizione buddhista e significa 'istantaneità'. Questi termini si riferiscono al modo in cui il contenuto mentale è esperito nei vari stadi della meditazione. Per gli induisti, tutte le vicissitudini degli eventi mentali sono manifestazione della 'stessa sostanza'. Per i buddhisti, ogni evento osservabile separatamente nel succedersi degli eventi mentali è 'istantaneo'. Entrambe le tradizioni concordano invece nel ritenere che gli eventi mentali siano soggetti a un cambiamento incessante, la cui natura però esse sperimentano in modo diverso: per lo yogi induista, gli eventi mentali si dispiegano in forma continua; per il meditante buddhista, in forma discontinua.
    E' un dibattito con il quale gli scienziati occidentali hanno dimestichezza. Il paradosso continuità/discontinuità ci viene forse dalla ricerca sulla natura della luce. Si presume che la luce sia un fenomeno unitario, eppure la si è descritta come un'onda (continua) e come un fotone simile a una particella (discontinua), e si possono effettuare esperimenti a sostegno di entrambe le posizioni. A seconda del punto di osservazione, questo 'ondulamento' unitario appare più simile a un'onda oppure a una particella.
    I meditanti non sono esenti dal rapporto fra il punto di osservazione e gli eventi osservabili. Il punto di osservazione, quale che sia, influenza l'effettiva esperienza di meditazione. Ogni tradizione meditativa presenta una diversa teoria del Sé, che influisce sul punto di osservazione assunto durante la meditazione. Come mostrerà questo capitolo, il punto di osservazione riflessivo dello yogi induista influenza gli eventi osservabile sì da farli rivelare come una continua trasformazione del contenuto mentale mentre la prospettiva concomitante del Buddhismo li influenza in modo da farli apparire come una successione di eventi separati discontinui." (p. 142, ss.)

    "Le conclusioni esposte qui sono quasi opposte alla nozione stereotipa della philosophia perennis, la quale afferma che più sentieri spirituali portano alla stessa meta. Il raffronto approfondito delle varie tradizioni ci porta a concludere che c'è un unico sentiero, ma con più esiti. Ci sono più tipi di illuminazione, anche se tutti liberano la struttura psicologica e alleviano la sofferenza.
    Gli stati di coscienza si conformano al tipo di cultura (Wallace, 1959). [...] L'imbattersi sistematico in una particolare concezione spinge i singoli stati meditati verso determinate prospettive ed esperienze. Ci si può ragionevolmente attendere che lo yogi sperimenti solo le visioni profonde avallate dalla tradizione. Certo, sono possibili altre esperienza, che rientrano nell'insieme delle potenzialità umane. Ecco perché sono così numerosi i dibattiti fra le varie tradizioni […] Tuttavia, dibattiti e inclinazione a parte, la conclusione è una: se tutte le esperienze e tutti i tipi di illuminazione sono validi, ognuna rappresenta però un diverso punto di vista.
    Un'altra differenza di prospettiva è la successione e simultaneità. Con il temporaneo liberarsi della consapevolezza dalle fondamentali strutture spazio-temporali della percezione ordinaria, diventa possibile vedere l'esperienza umana nella prospettiva della successione o in quella della simultaneità o in entrambe. Ed effettivamente, in questo stato straordinario, l'intero sentiero della meditazione può essere visto in successione o in simultaneità o in entrambe le forme. Si tratta della distinzione fra sentieri graduali e rapidi, cioè in successione o simultanei. Questa esposizione ha adottato a scopo euristico la prospettiva della successione. E' giusto dire che la mente può operare per fasi successive o simultaneamente a seconda della prospettiva in cui ci si trova. Questa posizione è coerente con i risultati dell'odierna ricerca nel campo della psicologia cognitivista. Esistono due modelli di elaborazione delle informazioni: il seriale (successione) e il parallelo (simultaneità) (Hoffman, 1979), ciascuno dei quali suffragato dalla presentazione di prove convincenti. Gli accesi dibatti che oppongono l'uno all'altro possono essere elusi dicendo che entrambi sono corretti. La mente è attrezzata per elaborare le informazioni sia in successione sia in simultaneità: dipende dalle condizioni e dalla prospettiva assunta. Allo stesso modo, sempre a seconda della prospettiva in cui è, nella meditazione la mente si dispiega per fasi successive o in forma simultanea." (pp. 180-181)

    Non ho capito il ruolo di "Marc allievo di Lopon" rispetto alla citazione.
     
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    LATINOS
    Posts
    3,710

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Sun Yu @ 25/10/2019, 22:52) 
    ... capisco che si debbano mettere daccordo tra allievi anziani su.... :rolleyes:
    Non credo che Luca abbia dubbi sulla pratica, magari neanche Jean Luc altrimenti anche solo mi rtog pa lo vedo difficile :lol:

    A distanza di anni sono ancora lì che tengono il punto... :rolleyes: :lol:
    Comunque quello che aprì le danze sparando ad alzo zero (su dorjepizza, Anne Klein e Tenzin Wangyal) è Achard che senza mezzi termini scriveva:

    << ... his sources (Klein and Wangyel) are flawed. ... the interpretation given in Wonders of the Natural Mind, clearly advocating the fact that khyab-rig embraces material objects, is in all respect wrong and leads to wrong views. >>

    Per Achard la pietra dello scandalo è Tenzin Wangyal. Ecco ciò che Wangyal scrive a proposito del khyabrig:

    << [...] This first Rigpa is called khyabrig, with the meaning of all pervading awareness; in Tibetan kun khyab means all pervading, rig stands for Rigpa which is usually rendered as pure awareness. This rig, which is not awareness in our normal way of understanding as being aware of something, but awareness as nature or essence which is presence. This first Rigpa we are talking here is called khyabrig or whole pervading because it is everywhere. It is the base. It is primordially perfect. For example the sun in the sky, meaning there is light everywhere in the whole sky and at the same time there is the reflection of the sun in the water, the ocean; There is a light, this light in and on the water which reflects on the wall and on the wall there is again sunlight from the top. This different forms of sunlight have differnt qualities like a very heat quality, one has a very wet quality, one is a dry quality but still all have the quality of sunlight in that specific quality. This means this first Rigpa is everywhere, in each base, therefore kunkhyab (kun khyab) - all pervading or pervading the whole existence. [...] >>
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    3,597

    Status
    Anonymous
    Se ho ben compreso l'unico testo che parla dei tre rig pa è il Commentary on the Treasury of the Sky (Nam mkha’ ‘phrul mdzod kyi ‘grel pa).

    Se non sbaglio anche l'insegnamento sui 6 lumi è contenuto in quel testo, qui una citazione

    Riguardo allo Spirito consapevole, come il sole [appare] dallo spazio Celeste, così la consapevolezza sorge dallo spazio della base universale, Chiara [nella sua] essenza, vuota [di una] natura propria.
    In essa sorgono le tre energie di manifestazione: suoni, luci e raggi.
    Nel cielo limpido [l'energia] sorge come luci; dallo spazio vuoto [l'energia scaturisce come] suoni spontanei, [quindi l'energia] della consapevolezza non duale si espande come raggi. Queste tre manifestazioni sono chiamate oggetti fenomenici. Gli oggetti e la consapevolezza non sono separati; non sono divisibili separandoli; essi sono uniti insieme. Questa consapevolezza non duale vien detta spirito consapevole. La si chiama Base universale del flusso di coscienza. È la conoscenza simile allo specchio, base delle qualità. È la coscienza fondamentale, base delle impressioni.
    Essendo completamente presente ovunque, senza confusione, sorge nei singoli flussi di coscienza consapevoli.

    [La traduzione è di Giuseppe Baroetto- 6 lumi- Ubaldini]

    Non riesco a trovare questo libro in pdf:

    Edited by Sun Yun - 15/5/2020, 10:22
    Attached Image
    9789748299075

     
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    LATINOS
    Posts
    3,710

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Sun Yu @ 26/10/2019, 08:57) 
    Se ho ben compreso l'unico testo che parla dei tre rig pa è il Commentary on the Treasury of the Sky (Nam mkha’ ‘phrul mdzod kyi ‘grel pa).

    Nel Namkha Truldzo dovrebbero trovarsi i riferimenti più completi ma si trovano anche negli insegnamenti dei 21 Sigilli/Chiodi.

    Tornando al casus belli, Wangyal in I miracoli della mente naturale dedicando mezza paginetta ai tre tipi di rigpa, del Khyabrig (consapevolezza pervadente), scrive (p. 98):

    "La consapevolezza pervadente è inseparabile dalla base (kunshi) ed è ovunque presente nell'esistenza materiale".

    Ecco, questa frasetta di una riga è quella che ha scatenato l'ira di Achard e ha prodotto il marasma di cui ancora oggi si ode l'eco. Sti tibetoteologi... :D
    Forse per il purista anti-induista :rolleyes: la frase nella sua sinteticità può risultare ambigua, tuttavia stando alla citazione riportata nel post precedente Wangyal mi pare perfettamente in linea con la tradizione Dzogchen Bon.

    CITAZIONE
    Non riesco a trovare questo libro in pdf: ...

    The Little Luminous Boy neppure io l'ho trovato in pdf.
     
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    3,597

    Status
    Anonymous
    Guarda qui

    www.amazon.it/gp/offer-listing/974...&condition=used


    Mi sa che mi devo rassegnare, è introvabile
    www.himalayanart.org/search/set.cfm?setID=586
     
    .
114 replies since 22/10/2019, 11:33   4844 views
  Share  
.