Severino: riflessioni, pareri, giochi di parole - cenere e legna - e paralleli

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    LATINOS
    Posts
    3,710

    Status
    Offline
    Amicizie buddhoseveriniane.
    Il ricordo affettuoso e ammirato di Franco Bertossa.

    [...] Alla fine di una settimana che aveva condotto per noi sulle Dolomiti, io e Rossella, una delle storiche e bravissime organizzatrici delle Vacances, riaccompagnammo il professore e la signora Ester a casa loro, a Brescia. [...] gli chiesi se potessi visitare il suo studiolo.
    Certo, mi disse con un ampio sorriso e me ne indicò la porta.
    Mi accostai e immediatamente avvertii una particolare densità, qualcosa che conosco bene, so riconoscere e che ho incontrato in luoghi dove avevano vissuto saggi, santi, artisti e filosofi (nello studio e nella baita di Heidegger, o nella casa che fu abitata da Husserl, a Friburgo, dove questi teneva i suoi esclusivi seminari con studenti ad ospiti anche giapponesi, ad esempio). [...] quella atmosfera così particolare l’avevo avvertita nettamente ad esempio alla fine dei nostri seminari di ASIA di meditazione molto approfondita e prolungata.
    Quando, prima di ripartire per Bologna, ritornavo, solo, per un ultimo saluto alla sala che ci aveva visti trascorrere due settimane intensissime, incentrate sempre e solo sul mistero dell’essere, coglievo quella densità silenziosa e vibrante.
    Una densità sacra.
    Lo stesso avvertimmo, sia io che Rossella, alle soglie di quello studiolo dove una grande mente aveva per decenni e decenni contemplato, visitato e rivisitato l’essere.

    Avrei tante e tante storie da raccontare su di lui, con lui.
    L’ho conosciuto abbastanza da vicino.
    Mi diceva, nelle pause tra le lezioni “Dottore, andiamo a fare due passi noi due da soli, perché mi sento bene con lei”.
    Ne ero oltremodo onorato e felice.
    Forse si trovava bene con me perché ero rilassato con lui e lui poteva altrettanto rilassarsi con me.
    Come due vecchi amici, seppur con tutta la distanza che, naturalmente, riconoscevo e rispettavo.
    Mi aiutava l’esperienza derivante dall’aver funto da assistente a maestri giapponesi durante i numerosi seminari che ho organizzato da marzialista.
    So quale sia il contegno da tenere dipendentemente dalle circostanze: da quelle formali a quelle conviviali.
    So che occorre avere una perfetta sensibilità.
    L’assistente di un grande Maestro giapponese non deve sbagliare nulla.
    Deve avere tutto sott’occhio anche quando appare rilassato.
    Così facevo con lui. [...]
    Credo che il professore lo cogliesse e apprezzasse.
    Gli ho voluto davvero bene e sono convinto che anche lui me ne volesse.

    Non condivido pienamente la sua visione degli eterni, ma l’ho studiata a fondo, sia sui testi che ascoltandolo con estrema attenzione durante le settimane.
    Non era possibile non capirlo, tale era la limpidezza dell’eloquio, la sua serrata logica.
    Mi sarebbe piaciuto proporgli un confronto con la filosofia di Nagarjuna, l’unica in grado di efficacemente contestare, su base filosofica, quella fondata sugli eterni.
    Ne fui tentato, ma compresi che non era il caso. [...]

    Arrivederci, caro Professore!
    Arrivederci, non addio.


    www.asia.it/adon.pl?act=doc&doc=2596


    Anni fa un emozionato Bertossa intervistava Severino
    https://emanueleseverino.com/2017/02/09/in...-bertossa-2008/
     
    .
  2.  
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    7,616
    Location
    Vengo dal profondo Nord-Ovest

    Status
    Anonymous
    Dopo leggo tutto.

    :lol: e dire che avevo guardato quell'intervista alcuni anni fa, quando ancora non sapevo chi fosse Bertossa.
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    LATINOS
    Posts
    3,710

    Status
    Offline
    Tutto si tiene! :D

    Allora, visto che ci siamo… :rolleyes:
    CITAZIONE (Ruhan @ 23/1/2020, 00:19) 
    L'ipotesi severiniana (tale io la considero) mi ricorda certe ipotesi e intuizioni di Philip K. Dick.

    «Sono un filosofo che si esprime in romanzi, non un narratore; la mia abilità nello scrivere romanzi e racconti viene da me impiegata come un mezzo per formulare le mie percezioni. Il nucleo di ciò che scrivo non è arte, ma verità.» (Philip K. Dick)
    http://www.fucinemute.it/2011/09/la-decost...hilip-k-dick-i/
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    LATINOS
    Posts
    3,710

    Status
    Offline
    Su mente, cervello, riduzionismo...
    https://www.facebook.com/emanueleseverino....?type=2&theater

    Sempre dritto come un fuso, non lo smuovi di un millimetro :lol:
     
    .
  5.  
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    7,616
    Location
    Vengo dal profondo Nord-Ovest

    Status
    Anonymous
    Conosco. Lessi anche un libro a proposito scritto da un neuroscienziato severiniano. Qui Severino - nella sua critica alla aporecità del riduzionismo - ha ragione.
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    LATINOS
    Posts
    3,710

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Ruhan @ 18/2/2020, 20:19) 
    Qui Severino - nella sua critica alla aporecità del riduzionismo - ha ragione.

    Non fa una piega. Ma è la perentorietà con cui incalza e fa impappinare uno dei relatori... :rolleyes: come se interrogasse uno studente non troppo sveglio :lol:
     
    .
  7.  
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    7,616
    Location
    Vengo dal profondo Nord-Ovest

    Status
    Anonymous
    Severino aveva un'esperienza di insegnamento universitario decennale. Si era esercitato molto sul campo, era un espertissimo retore nel senso positivo del termine :lol:
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    LATINOS
    Posts
    3,710

    Status
    Offline
    Sì, ha una grande presenza attoriale. E' una sorta di Carmelo Bene della filosofia :D
     
    .
  9.  
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    7,616
    Location
    Vengo dal profondo Nord-Ovest

    Status
    Anonymous
    Come presenza retorica però il migliore e più raffinato credo sia Carlo Sini. A Volte Severino sembra saltare troppo facilmente alle sue conclusioni sul discorso altrui. Sini invece ti accompagna per mano in maniera sinuosa ed elegante, concedendo all'avversario qualcosa e poi ZACC stravolgendo tutto - ma coerentemente al suo, di Sini intendo, discorso - alla fine dell'argomentazione.
     
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    LATINOS
    Posts
    3,710

    Status
    Offline
    Carlo Sini mi coinvolge nelle sue letture semiotico perceiane... Forse ha una presenza retorica più raffinata di Severino (qui mi fido di te :D) però io ho parlato volutamente di "presenza attoriale". Mi son capitate davanti proprio oggi le parole di una sua studentessa: "... Non volava una mosca, tutti zitti, concentrati, attratti dalla tonalità oracolante della sua voce". Ecco, quello che (mi) cattura di Severino (sempre trattandolo come una sorta di fenomeno estetico :D) è proprio questo aspetto vocal-oracolare (attoriale, forse :lol:).
     
    .
  11.  
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    7,616
    Location
    Vengo dal profondo Nord-Ovest

    Status
    Anonymous
    Bhe, ma Sini ha anche lui una presenza attoriale molto forte. Usa i toni della voce con molta musicalità. Se la giocano bene entrambi.
     
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    LATINOS
    Posts
    3,710

    Status
    Offline
    Forse sì, ma c'è anche l'aspetto che riguarda la postura del corpo... :rolleyes: :D Severino è un maestro nel muovere nell'aria le mani, più o meno ad altezza bocca, o nel giocherellare con matite, biro, cappucci penna, utilizzando questi gesti nell'accompagnare il suo eloquio. Soprattutto è più ieratico. Però mi sa che pure sulla postura filosofica è questione di gusti :lol:
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    850

    Status
    Offline
    Riflessione del Maestro Bertossa "sulla filosofia severiniana"

     
    .
  14.  
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    7,616
    Location
    Vengo dal profondo Nord-Ovest

    Status
    Anonymous
    Grazie. Molto interessante. La critica di Bertossa si muove su 2 punti:

    1) Non sto più esperendo X(apparirire finito per Severino), dunque non posso esperirlo in eterno(l'apparire finito non può essere eternamente) o perlomeno non sono io che lo esperisco(quindi idem, l'apparire finito non dura eternamente).
    2) Se l'esperire in eterno(l'apparire infinito di Severino) è qualche nuova maniera di esperirlo(nuova rispetto all'apparire finito), allora c'è divenire.

    Queste due vanno assieme, perché la critica diventa sensata solo con il punto 2 che precisa l'1.

    Ha colto esattamente il punto debole di Severino, il più grosso. La vera falla(gigantesca) in tutto il sistema che mostra come non abbia affatto eliminato il divenire, ma lo abbia solo spostato "più in alto", ovvero sul piano del rapporto tra apparire infinito e finito.
    È - tra le altre cose - la critica di Bontadini, cui Severino rispose sempre con argomenti ad hominem quali: "ma no, stai ragionando per immagini".

    Quando lessi la critica di Bontadini(da un carteggio tra lui e Severino) saltai sulla sedia, dal momento che anni prima avevo elaborato la stessa critica, ma non trovavo da nessuna parte qualcun'altro che la sostenesse.
    Avevo spiegato tale critica in questa discussione, qui:

    CITAZIONE (Ruhan @ 22/1/2020, 03:22) 
    22/1 1:52 Ruhan: Oltretutto il sistema severiniano non risolve nemmeno il falso problema(quello del divenire) che si propone di risolvere. Severino infatti sposta il divenire in cielo. Lo toglie dalla terra e lo sposta in cielo, una sorta di platonismo al contrario. Infatti: stando alle premesse severiniane, il cerchio dell'apparire non diviene qualcosa di diverso ad ogni transito di un diverso eterno? E l'eterno stesso non è qualcosa quando appare e qualcos'altro quando non appare? Non è l'apparire - sempre tenendo fede alle premesse severiniane - una determinazione come le altre? E allora gli eterni divengono qualcosa di diverso una volta che quella determinazione non la hanno più? Ma questo per Severino è impossibile.

    22/1 1:54 Risultato: hai spostato il divenire altrove, ma non te ne sei liberato affatto. E questa cosa la avevo già notata anni fa; poi ho letto un carteggio tra lui e Bontandini e quest'ultimo gli rimproverava - garbatamente - la medesima cosa. Severino liquidava il tutto frettolosamente e in modo poco convincente perché Bontadini aveva espresso quella mia stessa critica tramite una immagine esemplificativa e Severino da bravo retore aveva subito colto l'occasione dicendo qualcosa come "la filosofia non va avanti ad immagini" senza dire altro e senza convincere troppo, e anzi, mostrando che questo è il vero punto debole dell'intero castello severiniano.

    Ma non è la sola contraddizione Severiniana, dato che se i singoli apparire poi appaiono(o da sempre appaiono) ANCHE in una totalità, significa che sono insieme isolati(finiti) e dentro una totalità(che somma passato, presente e futuro, tanto per capirci) e nemmeno i tentativi di Severino di nascondere tale contraddizione servono a molto:

    CITAZIONE (Ruhan @ 3/2/2020, 18:53) 
    Oltretutto c'è un fatto: se ogni contenuto ha un significato che esclude tutti gli altri, li nega(non è tutti gli altri), allora una loro apparizione come totalità(l'apparire infinito, appunto) è una contraddizione, una illusione. È come vedere una serie di cose separate come se fossero unite tra loro. Impossibile per Severino, vorrebbe dire negare il loro significato "separato" e quindi entrare nella contraddizione del divenire.

    Allora Severino deve ripiegare sul fatto che ciò che li unisce è proprio il loro reciproco negarsi(ogni elemento implica tutti gli altri nel senso che li nega tutti, li implica tutti in quanto è non-tutti gli altri).

    Ma allora vuol dire che nella Gioia visualizzeremo ogni contenuto come se(perché appunto così è) non fosse tutti gli altri. Ovvero il povero Giordano Bruno visualizzerà il suo essere sul rogo e sopporterà quelle pene eternamente ben sapendo che quel contenuto non è tutti gli altri(magari più piacevoli). Ogni contenuto nega tutti gli altri, dunque la loro apparizione è un vedere un contenuto negante ogni rapporto positivo con gli altri contenuti. E che Gioia ne segue?

    Se Severino avesse detto che ogni cosa apparirà in rapporto all'altra e quindi assumerà un nuovo significato totale, allora avrei anche potuto capire una eventuale "gioia".
    Ma se ogni contenuto non può che apparire negante ogni relazione con gli altri contenuti, allora il loro significato è esattamente quello che esperiamo ora(anzi, ben più individualizzato e separato da tutti gli altri), dunque che gioia diversa da ora proveremo? Non sarà invece una dannazione eterna?

    Poi qui compio un riassunto delle due mie critiche(che sono, in fondo, due versioni della medesima):

    CITAZIONE (Ruhan @ 9/2/2020, 23:38) 
    Severino moltiplica le sostanze e non spiega 1) come sia possibile che i significati singoli(nel loro significato singolo, "isolato") possano apparire in una totalità, un significato totale e altro(apparire infinito, gioia) che stravolge il loro significato singolo e isolato(lo nega) e 2) come sia possibile che le cose - se non possono divenire - però divengano apparenti finitamente e poi smettano di esserlo(la qualità dell'apparire come modi finiti viene negata e questo è assurdo per Severino).

    Nel punto 2 riassumo la mia prima critica e dico(in termini eleganti per un severiniano) quello che dice Bertossa.
    Nel punto 1, invece, riassumo la mia seconda critica.
     
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    850

    Status
    Offline
    Wow...grazie Ruhan!!!

    Questo è il proseguimento del confronto...

     
    .
156 replies since 22/1/2020, 03:22   3212 views
  Share  
.