Racconti Zen

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  1. Rinchen Dorje
     
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    Bel racconto Frantore :)

    CITAZIONE (Sun Yun @ 3/2/2020, 22:37) 
    Feticisti, adoratori del mito del Chan!
    Sveglia!
    Vi siete fumati il cervello :lol:
    Solo degli idioti possono credere che sia il ponte a scorrere e non l'acqua :rofl2: :lol:

    :lol:

    II gallo canta al mattino presto;
    quando mi alzo, vedo con tristezza quanto sono logoro;
    non ho né una tonaca né una camicia
    solo lo parvenza di un manto.
    La fascia che mi cinge i fianchi non mi copre bene,
    i miei pantaloni non hanno un'apertura,
    e in testa sono pieno di cenere grigia.
    In origine volevo praticare per salvare gli altri;
    chi avrebbe sospettato che invece sarei divenuto un idiota?

    (Chao Chou)

    a noi idioti :cheers:
     
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    piccolo haijin

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    CITAZIONE (Sun Yun @ 3/2/2020, 22:37) 
    Feticisti, adoratori del mito del Chan!
    Sveglia!
    Vi siete fumati il cervello :lol:
    Solo degli idioti possono credere che sia il ponte a scorrere e non l'acqua :rofl2: :lol:

    Il ponte di Annibale a Novalesa sfreccia sul Cenischia da duemila anni.

    panta rei... ^_^
     
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    vecchio zappatore mio, non ti ringrazierò mai abbastanza
    per queste risate e per avermi mostrato e insegnato un
    punto di vista totalmente diverso: il ponte che scorre, non l’acqua.

    ma figurati, vecchio mio... di che mi ringrazi, del resto?
    tu lo sai meglio di me che tutti i punti di vista sono sbagliati! :lol:

    un giorno nel tempio faceva freddisssimo, e per riuscire a scaldarsi il maestro dan xia brucio' una statua del buddha.
    "maestro, ma che fai?", gli domandò un monaco di passaggio.
    "volevo vedere se ne sarebbe venuta fuori una sarira*", gli rispose dan xia.
    "ma come potrebbe esserci una sarira in una statua di legno?", domandò allora meravigliato il monaco.
    "hai ragione", gli disse dan xia", "allora dammi una mano che buttiamo nel fuoco tutte le statue del buddha che ci sono nel tempio!" :lol:

    *una sarira è una piccola reliquia eterna che si dice rimanga dopo la cremazione di un buddha

    Edited by eizo - 4/2/2020, 15:07
     
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    CITAZIONE (Frantore @ 4/2/2020, 07:54) 
    Non è in ambito buddhista, certo; credo che comunque questa storia sia di ambiente medio-orientale, probabilmente della Persia, ricordo che la trovai in un libro di letture delle elementari, quindi più di cinquanta anni fa.

    Mi piacque molto, e rimasi sorpreso di trovare una storia simile in un libro dove le letture erano improntate a gesti melensi di altruismo stile "Cuore" e di bontà cattolica.
    Più o meno era così:

    Un uomo va da un saggio molto conosciuto della sua regione
    portando con sè il proprio figlio di dieci anni, affinchè venga istruito sulle cose della vita.

    Giunti a casa del saggio, i due lo trovano in giardino sotto un fico, disteso a terra che sembra sonnecchiare.
    Quando cade un fico, il venerabile stende il braccio, lo raccoglie e se lo mangia.

    Il padre è contento di aver portato il proprio figlio da quel gran maestro di sapienza.
    Chiede quindi al saggio se può lasciargli il suo ragazzo per qualche insegnamento, dicendo poi che tornerà già il giorno seguente per verificare.

    Il mattino dopo trova il maestro sulla soglia di casa, che lo aspetta e gli dice: "portati via tuo figlio, credo che ne sappia anche più di me"; poi lo conduce al fico, dove il ragazzo è disteso supino, con la bocca aperta.

    bella! :)
     
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  5. Rinchen Dorje
     
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    CITAZIONE (eizo @ 4/2/2020, 13:17) 
    un giorno nel tempio faceva freddisssimo...

    si la ricordavo, stupenda :D e credo che insieme al “suono di una mano” sia stato il racconto zen che mi ha colpito di più all’epoca (e credo che abbia un seguito e tanti riferimenti, ma che ora mi sfuggono). Quindi, come non riportare a questo punto il koan sul medesimo argomento ma riguardante il nostro Ikkiu? :lol:

    «Un maestro zen si era fermato, durante un viaggio, in un tempio. Poiché faceva freddo, per non morire congelato, aveva preso una statua di legno del Buddha e le aveva dato fuoco. Il sacerdote del tempio, vedendo le fiamme, si era svegliato ed era accorso: credeva che si trattasse di un incendio. Quando vide quel che succedeva, fu sconvolto dal sacrilegio.
    "Che cosa hai fatto?" gridò. "Hai bruciato il corpo del Buddha!"
    Il maestro prese un bastone e si mise a frugare tra le ceneri.
    "E ora che cosa fai?" gli domandò il sacerdote. "Cerco le ossa del Buddha."
    "Quali ossa? Non vedi che è una statua di legno?"
    "Allora, per favore, portami un altro Buddha da bruciare."»
     
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  6. Rinchen Dorje
     
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    che poi ho appena scoperto che Tan-hsia, il protagonista del tuo racconto, è originario dell’odierna Wuhan ... ma all’epoca combattevano virus ed epidemie a colpi di vino e grappa :lol: :cheers:
     
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    Ci sono sempre (e sempre ci saranno) quelli che prendono le scritte per sacre, e vi vogliono aderire ciecamente perché "così disse il Buddha."
    C'è l'esempio della regola di non mangiare dopo mezzogiorno (e come si fa con l'ora d'estate?), ma quando ci badi un po', scopri che tale regola venne cagionata da un episodio... profumato... Un monaco era andato a chiedere l'elemosina ed era tornato tardi, e a causa del buio, cadde in una latrina. Fu per evitare che ciò si riprodusse che il Buddha aveva stabilito la regola di non andare via di pomeriggio.

    Ora un' altra regola è che i monaci non devono toccare le donne. Ma, come dice Dogen, anche i maschi possono essere oggetto di desiderio. C'è quindi l'aneddoto dei due monaci che viaggiano assieme (mi pare ricordarmi che uno di quelli fosse Huangpo/Obaku, alto due metri). Giungono ad un fiumino in piena e ci trovano una ragazza che vuole attraversare ma non osa. Obaku (premettendo che sia lui) se la prende sulla schiena, la fa attraversare, la depone, ciao e buon giorno, e ambedue i monaci continuano la loro strada.
    Per tutto il resto del percorso, il compagno gli fa il grugno.
    Dopo un po, Obaku gli chiede, "Ma cosa c'hai? Mi fai il grugno?" E l'altro: "Tu hai preso una donna su di te! A noi è vietato toccare le donne!"
    "Au bello, la donna, l'ho lasciata al fiume. Tu, come mai ce l'hai ancora addosso?"
     
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    CITAZIONE (Rinchen Dorje @ 4/2/2020, 19:26) 
    che poi ho appena scoperto che Tan-hsia, il protagonista del tuo racconto, è originario dell’odierna Wuhan ... ma all’epoca combattevano virus ed epidemie a colpi di vino e grappa :lol: :cheers:

    hahahahaha! :lol:

    un allievo chiese al maestro:
    "perché dan xia bruciò la statua del buddha?"
    "quando fa freddo accendi un fuoco...", gli rispose il maestro.
    "quindi dan xia non commise un errore nel farlo?", chiese ancora l'allievo.
    "... e quando fa caldo mettiti all'ombra di un boschetto di bambù!", gli disse il maestro :lol:
     
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    Yudo‚ Maestro Zen
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    Ci sono sempre (e sempre ci saranno) quelli che prendono le scritte per sacre, e vi vogliono aderire ciecamente perché "così disse il Buddha."
    C'è l'esempio della regola di non mangiare dopo mezzogiorno (e come si fa con l'ora d'estate?), ma quando ci badi un po', scopri che tale regola venne cagionata da un episodio... profumato... Un monaco era andato a chiedere l'elemosina ed era tornato tardi, e a causa del buio, cadde in una latrina. Fu per evitare che ciò si riprodusse che il Buddha aveva stabilito la regola di non andare via di pomeriggio.

    Ora un' altra regola è che i monaci non devono toccare le donne. Ma, come dice Dogen, anche i maschi possono essere oggetto di desiderio. C'è quindi l'aneddoto dei due monaci che viaggiano assieme (mi pare ricordarmi che uno di quelli fosse Huangpo/Obaku, alto due metri). Giungono ad un fiumino in piena e ci trovano una ragazza che vuole attraversare ma non osa. Obaku (premettendo che sia lui) se la prende sulla schiena, la fa attraversare, la depone, ciao e buon giorno, e ambedue i monaci continuano la loro strada.
    Per tutto il resto del percorso, il compagno gli fa il grugno.
    Dopo un po, Obaku gli chiede, "Ma cosa c'hai? Mi fai il grugno?" E l'altro: "Tu hai preso una donna su di te! A noi è vietato toccare le donne!"
    "Au bello, la donna, l'ho lasciata al fiume. Tu, come mai ce l'hai ancora addosso?"

    un allievo chiese al maestro:
    "dove andrai tra cento anni?"
    "tra cento anni sarò un cavallo od un asino", gli rispose il maestro.
    "e poi?", gli domandò ancora l'allievo.
    "e poi andrò all'inferno", gli rispose il maestro.
    "ma sei un uomo molto buono e saggio, perché dovresti andare all'inferno?", gli chiese meravigliato l'allievo.
    al che il maestro: "se non ci vado io per insegnarti, chi mai potrebbe andarci?" :lol:

    beh, non c'è che dire, caro Yudo... voi maestri zen pur d'insegnare siete proprio disposti a tutto! :lol:
    ciao! :lol:
     
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    CITAZIONE (Giufà @ 5/2/2020, 11:28) 
    zem

    :lol: :lol: :lol: bellissima... :lol:

    il discepolo wu liao entrò nel "monastero zen del silenzio" ed il maestro gli disse:
    "fratello, questo è un monastero silenzioso. tu qui sei il benvenuto. puoi rimanere finché vuoi, ma non devi parlare se non te ne do io il permesso".
    wu liao visse nel monastero un anno intero prima che il suo maestro gli dicesse:
    "fratello wu liao, tu sei qui da un anno ormai. ora puoi dire due parole"
    wu liao rispose:
    "letto duro"
    "mi dispiace sentirti dire ciò" - disse il maestro - "ti daremo subito un letto migliore"
    l'anno seguente wu liao fu chiamato nuovamente dal maestro.
    "oggi puoi dire altre due parole, wu liao"
    "cibo freddo" - disse wu liao, e il maestro gli assicurò che in futuro il cibo sarebbe stato migliore.
    al suo terzo anniversario al monastero il maestro chiamò nuovamente wu liao nel suo ufficio:
    "puoi dire due parole oggi"
    "vado via" - disse wu liao
    "e' meglio" - commentò il maestro - "da quando sei qui non hai fatto altro che rompere i coglioni!"

    :lol: :lol: :lol:
     
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    CITAZIONE (eizo @ 5/2/2020, 13:26) 
    CITAZIONE (Rinchen Dorje @ 4/2/2020, 19:26) 
    che poi ho appena scoperto che Tan-hsia, il protagonista del tuo racconto, è originario dell’odierna Wuhan ... ma all’epoca combattevano virus ed epidemie a colpi di vino e grappa :lol: :cheers:

    hahahahaha! :lol:

    un allievo chiese al maestro:
    "perché dan xia bruciò la statua del buddha?"
    "quando fa freddo accendi un fuoco...", gli rispose il maestro.
    "quindi dan xia non commise un errore nel farlo?", chiese ancora l'allievo.
    "... e quando fa caldo mettiti all'ombra di un boschetto di bambù!", gli disse il maestro :lol:

    Questa è molto interessante. Ecco perché: l'allievo chiede il "perché" e, in seguito alla risposta, parla del giudizio che si dovrebbe avere sull'azione di Danxia. Ma il maestro lo riporta subito sulle condizioni vere della realtà ambiente: se fa freddo, ci si riscalda e se fa caldo ci si ripara all'ombra. Realtà.
     
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  12. Rinchen Dorje
     
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    CITAZIONE (eizo @ 28/1/2020, 19:14) 
    il caso 9 del congronglu, ovvero il famigerato koan del gatto squartato dal maestro.... :ph34r: :lol: :

    un giorno due monaci della congregazione del maestro nan chuan si stavano disputando un gatto.
    nan chuan se ne accorse, afferrò il gatto e lo sollevò in aria dicendo:
    "se riuscirete a dire qualcosa in merito, non lo tagliero' in due e lo risparmiero' ".
    ma i due monaci non fiatarono, e così il maestro squarto' il gatto... :lol:
    dopodiché nan chuan riferì dell'accaduto al maestro zhao zhou (sempre quello a cui nell'altro koan scappava la cacca :lol:), chiedendogli un parere.
    al che zhao zhou si tolse i sandali dai piedi e se li mise in testa... :lol:
    nan chuan concluse: "se tu fossi stato qui, avresti proprio salvato il gatto!" :lol: :lol: :lol:

    Uno studente domandò a Sozan, un maestro cinese di Zen:

    «Qual è la cosa più preziosa del mondo?».

    Il maestro disse: «La testa d’un gatto morto».

    «E perché la testa d’un gatto morto è la cosa più preziosa del mondo?» insistette lo studente.

    Sozan rispose: «Perché nessuno può dirne il prezzo».

    :lol:
     
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  13. Rinchen Dorje
     
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    CITAZIONE (eizo @ 5/2/2020, 13:42) 
    un allievo chiese al maestro:
    "dove andrai tra cento anni?"
    "tra cento anni sarò un cavallo od un asino", gli rispose il maestro.
    "e poi?", gli domandò ancora l'allievo.
    "e poi andrò all'inferno", gli rispose il maestro.
    "ma sei un uomo molto buono e saggio, perché dovresti andare all'inferno?", gli chiese meravigliato l'allievo.
    al che il maestro: "se non ci vado io per insegnarti, chi mai potrebbe andarci?" :lol:

    :lol:
    mi hai fatto venire in mente una storia che non ricordo benissimo e che soprattutto spesso viene riportata in varie versioni. Ci provo.

    C'era una volta una ragazza che aveva non so quale problema e la madre disperata non sapeva cosa fare. Così un giorno le venne in mente il vecchio monaco pazzo che abitava nella foresta e disse alla figlia di andare a parlare con lui. La ragazza non esitò e andò dal vecchio monaco. Quando il vecchio pazzo la vide le corse incontro e incominciò a palpeggiarla ovunque e voleva assolutamente avere un rapporto sessuale con lei. Indignata la ragazza lo respinse, gli diede un calcio e corse via. Tornata a casa raccontò tutto alla madre.
    "ma cosa hai fatto? come ti sei permessa? quello è una santo! Torna da lui, chiedigli scusa e accetta qualsiasi cosa ti faccia o chieda"
    Abbattuta la figlia non poteva opporsi agli ordini della madre e così fece.
    Giunta nei pressi del ruscello vide il vecchio pazzo monaco che trafficava con qualcosa e gli si avvicinò:
    "volevo scusarmi per il mio comportamento di ieri, le chiedo di perdonarmi e se mi desidera sono sua"
    e il vecchio pazzo:
    " ma no, cosa hai capito. E' che l'abate del monastero è morto proprio ieri mentre stavi arrivando ed era un uomo arrogante ed ignorante. In quello stesso istante dall'altra parte del fiume c'erano due asini che si stavano accoppiando e ho tentato in extremis impedirgli la rinascita come tale, ma non ci sono riuscito. Tu mi hai dato una pedata e sei scappata. Tempo qualche mese e raglierà da queste parti" :lol:
     
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    :D :D :D
    :clapclap:
    C'è qualcosa di commedia sexy all'italiana :lol:
     
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    piccolo haijin

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    vista la stupenda serata di luna piena, e dato che non è ancora stato riportato, ecco uno dei koan più belli e noti della storia del ch'an:

    un giorno una monaca chiese al sesto patriarca hui neng:
    "ho studiato il nirvanasutra per tanti anni, eppure ci sono dei passi che non riesco ancora a capire. potresti spiegarmeli?"
    "mi spiace", le rispose hui neng, "ma non so leggere *. se mi leggi tu i brani allora proverò a spiegarteli".
    "ma se non sai neanche leggere le parole, come fai a capire le verità che esse contengono?", domandò meravigliata la monaca.
    "verità e parole non sono collegate", le disse hui neng. "la verità può essere paragonata alla luna, e le parole a un dito.
    io posso usare il mio dito per indicarti la luna, ma il mio dito non è la luna, e tu non hai nessun bisogno di esso per riuscire a vederla"

    * il sesto patriarca del ch'an era un contadino analfabeta
     
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