Orientamento più adatto e consigli pratici di metitazione

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Lorenzo.92
     
    .

    User deleted


    Salve a tutti! Come già specificato in sezione apposita, sono nuovo qui ed in generale nel mondo del Buddismo, pur avendo letto in maniera piuttosto randomica qualcosina. Vengo alle mie due domande:

    1) Mi ritengo una persona "aperta" e non troppo ortodossa. Sono schematico, ma è più un aspetto che sto cercando di temperare che un qualcosa che vorrei mi indirizzasse nelle scelte. Alla luce di ciò avevo pensato di approfondire il Buddismo Mahayana, ma sono molto attratto anche dallo Zen (sottotipo del precedente, se ho ben capito). Avete qualche suggerimento o testo che vi sentite di consigliarmi? Ribadisco che mi piacerebbe, per il momento, vivere il Buddismo in maniera laica e non troppo ortodossa.

    2) Questa seconda domanda è un po' più complessa, e relativa alla pratica meditativa. Sono una persona molto insicura e temo che questo aspetto mi stia ostacolando nella pratica. Mi domando spesso o comunque più del dovuto se sto meditando bene, se la postura è corretta, su quale dei tanti "momenti presente" mi dovrei focalizzare (il corpo, i suoni, la mente ecc). Leggendo anche su questo forum, credo che mi sia capitato quello che molti definiscono "attaccamento alla pratica stessa". In sostanza sono così preso dall'ottenere risultati ed in generale dal fare una buona seduta, che paradossalmente i risultati stentano ad arrivare. Sono quasi certo che sia così, ma proprio ho difficoltà a sedermi senza aspettare nulla. Ad esempio, ultimamente mi sto focalizzando molto sul respiro. Ebbene, trovo praticamente impossibile "osservare" il respiro senza controllarlo, quando in teoria dovrei lasciarlo "fluire". E più cerco di non controllarlo, più mi viene di farlo. Parimenti, più cerco di non essere "attaccato" alla pratica, più mi viene di farlo. E' un cortocircuito, me ne rendo conto, ma mi spiace molto, perché a livello "informale" penso di assorbire molto bene quello che leggo e di metterlo anche in pratica, mentre la pratica "formale" da seduti / sdraiati, proprio non mi riesce, mi sento quasi negato. Avete qualche consiglio / dritta in proposito?

    Un caro saluto :)
     
    .
  2. Jingtu
     
    .

    User deleted


    Ciao! Io mi sono avvicinato da poco al Buddhismo Theravada.
    Sono all'inizio, ti consiglio di aspettare i suggerimenti dei veri esperti del forum. Mi permetto di darti un piccolo consiglio...nella pratica Theravada c'è una sorta di mantra che non si recita, si pensa.
    "Buddho"
    Buuu mentre inspiri Dhooo mentre espiri.
    Significa "Colui che sa".
    Il Buddhismo Theravada da quel che ho capito si basa fondamentale sul controllo del respiro e sulla meditazione :)

    Te lo consiglio solo perché l'ho trovato molto utile per ottenere una buona distrazione dalla confusione e dal "chiacchiericcio" continuo della mente.
    Ti lascio un link dove troverai certamente informazioni più dettagliate:

    www.saddha.it/mantra-buddho/

    Ogni bene.
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    LATINOS
    Posts
    887
    Location
    Montpellier, Francia

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Lorenzo.92 @ 22/10/2020, 21:49) 
    2) Questa seconda domanda è un po' più complessa, e relativa alla pratica meditativa. Sono una persona molto insicura e temo che questo aspetto mi stia ostacolando nella pratica. Mi domando spesso o comunque più del dovuto se sto meditando bene, se la postura è corretta, su quale dei tanti "momenti presente" mi dovrei focalizzare (il corpo, i suoni, la mente ecc).

    Per la pratica meditativa stessa, è importante avere la schiena dritta. Per cui occorre fare esercizi di ammorbidimento
    (vedi http://zenmontpellier.net/it/loto/loto.html)
    ed osservare bene la respirazione addominale (ad esempio, coricandosi come per la pennica, si osserva come ci si respira: quando stiamo quasi per addormentarci, questa non si fa più che al livello dell'addome, centrato in un punto che sta a tre dita dall'ombellico).
    Bisogna avere la testa alla verticale delle cervicali. Di solito, i zenisti dicono di spingere la testa indietro e di rientrare il mento. E' esatto, ma non bisogna esagerare e immeterci tensioni inutili. La postura deve essere confortevole. Più è verticale la testa meno pesa sui muscoli della nuca.
    Il tutto è bene quando, una volta seduto/a in meditazione, si avverte la stabilità, la facilità del respiro e non si è turbati da soffocazione o troppi dolori negli arti.
    Poi inizia il lavoro interno: la mente inizia a fare i suoi giochi, la bici nel cranio si mette a pedalare a tutta forza, la mente si mette a turbinare spietatamente. E' lì, "basta" non agganciare con i pensieri: cioè ti viene una cosa in mente, non andare attivamente a sviluppare tale idea. La lasci andare e se ti accorgi dell'esserti lasciato trascinare, torna all'osservazione di ciò che stai facendo: sedere. Osserva il corpo, il respiro, ecc.

    CITAZIONE
    Leggendo anche su questo forum, credo che mi sia capitato quello che molti definiscono "attaccamento alla pratica stessa". (...) Avete qualche consiglio / dritta in proposito?

    Mettiamo che non c'è fretta. L'attaccamento alla pratica stessa succede solitamente quando la gente ha qualche anno di pratica e si sente troppo sicura di sé e si ritrova nella postura mentale in cui non ha più nulla da imparare. Il che è da evitare a tutti i costi.
     
    .
  4. Lorenzo.92
     
    .

    User deleted


    Grazie mille ad entrambi:)
     
    .
3 replies since 22/10/2020, 20:49   147 views
  Share  
.